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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 4 marzo 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 marzo 2016.

  Angelino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Calabria, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, Crippa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore, Molea, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Spadoni, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 3 marzo 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BRAMBILLA: «Divieto dell'abbattimento di animali che non abbiano raggiunto l'età adulta» (3652);
   MONGIELLO ed altri: «Istituzione del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità» (3653);
   VIGNALI: «Modifica all'articolo 2095 del codice civile, concernente l'introduzione della figura del ricercatore quale prestatore di lavoro subordinato, nonché disciplina dell'attività di ricercatore e norme per la valorizzazione della ricerca nel settore privato» (3654);
   LOCATELLI e PASTORELLI: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione di minori da parte di persone conviventi non coniugate, anche dello stesso sesso, o di persone singole» (3655).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di sottoscrizioni a proposte di legge.

  I deputati Molteni, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini e Simonetti hanno comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
   MOLTENI ed altri: «Modifica all'articolo 52 del codice penale, in materia di difesa legittima» (2892).

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   XI Commissione (Lavoro):
  DAMIANO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, concernenti l'accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori edili e per i lavoratori che svolgono lavori in altezza» (3600) Parere delle Commissioni I, V e XII.

Assegnazione di proposte di inchiesta parlamentare a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, le seguenti proposte di inchiesta parlamentare sono assegnate, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   VI Commissione (Finanze):
  RAMPELLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema del credito e sulla gestione delle crisi bancarie» (Doc. XXII, n. 60) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

   VIII Commissione (Ambiente):
  BRUNO BOSSIO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato e sulla sicurezza della strada statale n. 106 Jonica» (Doc. XXII, n. 61) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e IX.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 2 marzo 2016, ha comunicato che la 8a Commissione (Lavori pubblici) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1406/2002 che istituisce un'Agenzia europea per la sicurezza marittima (COM(2015) 667 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 109).

  Questa risoluzione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 3 marzo 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di Parigi adottato nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COM(2016) 62 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VIII (Ambiente);
   Proposte di decisione del Consiglio relative, rispettivamente, alla firma e alla conclusione di un accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica orientale dell'Uruguay, a norma dell'articolo XXIV, paragrafo 6, e dell'articolo XXVIII dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994, sulla modifica di concessioni nell'elenco della Repubblica di Croazia nel quadro della sua adesione all'Unione europea (COM(2016) 94 final e COM(2016) 103 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2016) 94 final – Annex 1 e COM(2016) 103 final – Annex 1), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 marzo 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio (COM(2016) 52 final);
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa alla sospensione temporanea della ricollocazione del 30 per cento dei richiedenti assegnati all'Austria a norma della decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia (COM(2016) 80 final);
   Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Relazione per paese relativa all'Italia 2016 comprensiva dell'esame approfondito sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (SWD(2016) 81 final).

Trasmissione dall'Autorità nazionale anticorruzione.

  Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 3 marzo 2016, ha trasmesso la segnalazione n. 1 del 2 marzo 2016, concernente lo schema di decreto legislativo recante revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190, e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (atto del Governo sottoposto a parere n. 267), adottato ai sensi dell'articolo 7, commi 1 e 2, della legge 7 agosto 2015, n. 124.

  Questo documento è stato trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio), nonché alla Commissione parlamentare per la semplificazione.

Trasmissione dal Consiglio regionale del Lazio.

  Il Consiglio regionale del Lazio, con lettera in data 24 febbraio 2016, ha trasmesso il testo di una risoluzione sulla comunicazione recante il programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 «È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione» (COM(2015) 610 final).

  Questo documento è trasmesso alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in ordine alla disciplina relativa al trattamento di mobilità in deroga – 2-01276

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il provvedimento cardine che regolamenta i trattamenti in materia di ammortizzatori in deroga è il decreto ministeriale n. 83473 del 1o agosto 2014;
   suddetto provvedimento ha separato le platee dei beneficiari tra chi alla data di entrata in vigore del citato decreto ministeriale aveva beneficiato per meno di tre anni delle previste tutele e chi invece aveva superato quella soglia;
   la soglia massima prevista era comunque quella di 3 anni e 4 mesi complessivi al termine del quale termina la possibilità di beneficiare delle suddette tutele;
   i pagamenti come purtroppo è noto sono avvenuti con notevoli ritardi e ancora oggi in diverse regioni, Sicilia, Calabria, Sardegna si registrano difficoltà;
   ad aggravare il quadro per quanto riguarda l'ultimo riparto vi sarebbe anche una interpretazione dell'Inps abbastanza restrittiva in quanto secondo l'istituto il trattamento di mobilità in deroga non potrebbe essere concesso ai lavoratori che abbiano beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per almeno tre anni anche non continuativi;
   in base a questa determinazione molti lavoratori che ancora non hanno raggiunto il limite dei tre anni e quattro mesi rischiano di essere esclusi dal beneficio degli ultimi riparti;
   questo tipo di interpretazione rischia di creare ulteriori tensioni sui territori in considerazione delle difficoltà che vivono gli appartenenti a questa categoria;
   tra l'altro, si parla di una misura comunque a termine considerato che dal 1o gennaio 2017 il trattamento di mobilità in deroga e la stessa cassa integrazione guadagni in deroga non sarà più presente nel nostro ordinamento;
   la fuoriuscita di questi lavoratori dalle platee dei beneficiari della mobilità in deroga comporta conseguenze nefaste dal punto di vista sociale;
   sono del tutto assenti misure di politiche attive e integrazioni al reddito che possano consentire a queste persone e a queste famiglie di guardare al domani con un minimo di garanzia di sopravvivenza;
   molte regioni si sono attivate con misure quali reddito minimo che però faticano a coprire queste platee anche perché se basate esclusivamente sull'Isee basta il decesso di un genitore e un piccolo lascito ad alterare la propria situazione economica senza però che realmente cambi la condizione di inoccupazione dell'ex lavoratore, così come molti ex titolari di mobilità in deroga, costretti a tornare a vivere in famiglia e cumulando il reddito di un pensionato, si vedono esclusi in partenza dal poter partecipare a bandi di accesso per queste misure di sostegno;
   non va inoltre trascurato il fatto che una parte rilevante dei titolari di mobilità in deroga è prossimo alla pensione e magari avrebbe avuto anche accesso al diritto se non fosse intervenuta la «riforma Fornero»;
   si tratta di criticità sociali enormi che si concentrano in particolare nei territori segnati da processi di reindustrializzazione che faticano a decollare –:
   se e quali iniziative intenda adottare il Governo per chiarire definitivamente che comunque il tetto di beneficio della indennità di mobilità in deroga è 3 anni e 4 mesi fino al 31 dicembre 2016;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per introdurre misure di flessibilità che consentano a queste persone di poter accedere mediante la combinazione tra età anagrafica e contributi ad un anticipo del trattamento previdenziale come per mesi se ne è parlato sui giornali;
   quali iniziative intenda attivare con la massima urgenza per rafforzare le politiche attive al fine di aiutare queste platee a reinserirsi nel mondo del lavoro;
   se non intenda assumere iniziative per rivedere le norme di natura fiscale che penalizzano fortemente questi lavoratori e queste famiglie anche per l'accesso a misure di sostegno al reddito.
(2-01276) «Burtone, Casati, Preziosi, Bolognesi, Chaouki, Marazziti, Cardinale, Formisano, Lauricella, Cova, Marco Di Stefano, Marco Meloni, Marco Di Maio, Di Salvo, Fanucci, Dallai, Raciti, De Menech, Attaguile, Cuomo, Fragomeli, Anzaldi, Lacquaniti, Vecchio, Amoddio, Scuvera, Donati, Ascani, Schirò, Galperti, Paola Boldrini, Vargiu, Marrocu, Bruno, Nicoletti, Aiello, Ferro, Galgano, Borghi, Murer, Arlotti, Carrozza».


Iniziative di competenza in relazione alla grave situazione debitoria dell'Ospedale Israelitico di Roma, al fine di garantirne la continuità e l'operatività – 2-01297

B)

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il provvedimento del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma del 20 ottobre 2015 ha accertato la sussistenza di una situazione di grave irregolarità nella gestione dell'ospedale Israelitico di Roma e ha disposto misure cautelari personali di amministratori e dipendenti di quest'ultimo, nonché il sequestro preventivo di alcune somme dovute dalla regione Lazio all'ospedale;
   in data 9 novembre 2015 il Consiglio della comunità ebraica ha ritenuto opportuno, ai sensi dell'articolo 7, comma 7, dello statuto dell'Ente, nominare il professor Alfonso Celotto quale commissario straordinario dell'ospedale Israelitico, il quale, al fine di dimostrare l'assoluta cesura rispetto alla precedente gestione, come primo atto, nelle more del procedimento penale, ha disposto, in via cautelare, l'immediata sospensione dal servizio di tutti i dipendenti implicati nelle vicende penali connesse alle presunte irregolarità nei confronti del Servizio sanitario regionale;
   l'articolo 3 del decreto-legge n. 179 del 2015 (oggi, articolo 1, comma 704, della legge di stabilità 2016, n. 208 del 2015), ha esteso l'applicazione dell'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014 alle strutture sanitarie che esercitano l'attività per conto del servizio sanitario nazionale, ai sensi del quale, in presenza di rilevate situazioni anomale e comunque sintomatiche di condotte illecite riconducibili all'impresa, il prefetto provvede alla nomina di uno o più amministratori, in numero non superiore a tre, in possesso dei dovuti requisiti di professionalità e onorabilità;
   il suddetto decreto-legge è entrato in vigore in data 13 novembre 2015 e sin dal 14 novembre 2015 si era in presenza di tutte le condizioni perché, attraverso la nomina dell'amministratore prefettizio, si potesse mettere in grado l'ospedale israelitico di riprendere immediatamente la propria attività in accreditamento presso il Servizio sanitario regionale;
   in data 2 dicembre 2015, il prefetto di Roma nominava amministratore il dottor Massimo Russo, il quale tuttavia, in quanto magistrato ordinario esercente la funzione giudiziaria presso il tribunale di sorveglianza di Napoli, necessitava del nulla-osta del Consiglio superiore della magistratura per effettivamente insediarsi. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura, inizialmente fissato per il 17 dicembre 2015, veniva rinviato dapprima al 13 gennaio 2016, quindi al 27 gennaio 2016, e il dottor Russo, lo stesso giorno della votazione, dopo aver ricevuto parere negativo dalla III Commissione, revocava il proprio assenso all'esercizio della funzione di amministratore dell'ospedale ai sensi del decreto-legge n. 90 del 2014, rinunciando definitivamente all'incarico. In altri termini, per ben due mesi, a causa della nomina di un amministratore che non poteva insediarsi, l'ospedale non ha potuto adempiere ad alcuna pratica in vista di un ripristino dell'accreditamento;
   in data 28 gennaio 2016, il prefetto nominava quale nuovo amministratore dell'ospedale il dottor Narciso Mostarda, dotato dei poteri necessari «al fine di portare a termine l'accordo contrattuale stipulato con la Regione o la asl di competenza, di cui all'articolo 8-quinquies del decreto legislativo n. 502/1992, regolante la prestazione di servizi sanitari per conto e a carico del SSN», il quale si insediava in data 4 febbraio 2016;
   risulta da notizie di stampa che a tutt'oggi l'ospedale non sia ancora accreditato al Servizio sanitario nazionale e non abbia ricevuto i pagamenti dei crediti vantati dalla regione Lazio, malgrado la presenza di un «amministratore prefettizio», per cui si avvicina allo stato di insolvenza. Gli stipendi di febbraio degli oltre 1000 dipendenti – diretti e indiretti – sono stati pagati solo il 1o marzo, e nella misura del 60 per cento. Inoltre, la struttura ha debiti con i fornitori per diversi milioni di euro –:
   quali siano le ragioni per cui, ad oggi, il modello di cui all'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014 non abbia ancora prodotto il risultato di garantire la continuità e l'operatività dell'Ospedale Israelitico, primo caso di applicazione della norma a strutture sanitarie;
   quali interventi intendano adottare per consentire la sopravvivenza di una struttura che, nonostante dal momento dell'insediamento della gestione commissariale abbia sempre adempiuto, tempestivamente e nella massima trasparenza, a tutte le prescrizioni legislative, a causa di inspiegabili rallentamenti burocratici oggi si trova in una situazione di insolvenza tale da potersi prevedere una chiusura nei prossimi giorni.
(2-01297) «Brunetta».


Tempi per l'emanazione del bando relativo al Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia ed iniziative per garantire tempi congrui per la presentazione delle relative proposte – 2-01293

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   l'articolo 1, commi 974-978, della legge n. 208 del 2015 (stabilità 2016), istituisce il programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia. Il comma 975, recita testualmente: «Ai fini della predisposizione del Programma, entro il 1o marzo 2016 gli enti interessati trasmettono i progetti di cui al comma 974 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato, entro il 31 gennaio 2016, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281». Il comma successivo, 976, prevede la costituzione, composizione e modalità di funzionamento, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un nucleo per la valutazione dei progetti di riqualificazione. Per l'attuazione del programma straordinario è istituito un fondo di 500 milioni di euro (comma 978);
   agli interpellanti, ad oggi, non risulta emanato alcun bando e separano solo 11 giorni dal 1o marzo, data entro la quale gli enti interessati dovrebbero trasmettere i progetti alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
   con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 ottobre 2015 recante «Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 249 del 26 ottobre 2015 il Governo, dando attuazione all'articolo 1, comma 431 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015), ha provveduto all'approvazione di un bando con il quale sono definite le modalità e la procedura per la presentazione, da parte dei comuni, di progetti di interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. La dotazione del Fondo per l'attuazione del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate è di 44 milioni di euro per il 2015 e di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per complessivi euro 194 milioni di euro. Anche per questo tipo di interventi, le tempistiche dettate dal Governo sono state ad avviso degli interpellanti improprie e disattese –:
   in quali tempi il Presidente del Consiglio dei ministri intenda emanare il bando previsto al comma 975 dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015 e se non ritenga di assumere iniziative per dilazionare i tempi ristretti della presentazione delle proposte, che, data la complessità degli interventi, renderebbero inevitabilmente di scarsa qualità e scarsa partecipazione il citato programma.
(2-01293) «Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese».


Intendimenti del Governo in merito alla rimozione del segreto di Stato sulla vicenda relativa ad Abu Omar e all'impugnazione della recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo – 2-01296

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   la recente, incredibile, sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato la Repubblica Italiana per aver «abusato del segreto di Stato» relativamente ad una vicenda su una presunta « extraordinary rendition» a danno di Hassan Mustafa Osama Nasr, meglio noto come «Abu Omar», ex Iman radicale della moschea abusiva di Milano e noto terrorista sul quale in Italia pende, mai scontata, una pena di 6 anni a seguito di una condanna per associazione a delinquere con finalità di atti di terrorismo internazionale;
   le pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo sono impugnabili;
   singolarmente, Abu Omar al momento vive indisturbato in Egitto, dove non è infastidito nemmeno dal regime militare di Al Sisi;
   in un momento storico dove è fondamentale la lotta al terrorismo internazionale, tutta la vicenda risulta grottesca, ed è compito di uno Stato di diritto degno di tal nome accertare compiutamente le verità e le responsabilità relativamente alla vicenda Abu Omar;
   particolare importanza rivestono le dichiarazioni del Generale Nicolò Pollari, all'epoca dei fatti direttore del SISMI, il quale, oltre aver sempre ribadito con forza la completa estraneità degli imputati del Sismi nel caso Abu Omar, ha recentemente auspicato, al fine dell'emersione della verità dei fatti, la rimozione del segreto di Stato sul caso stesso, nonostante per l'applicazione del segreto di Stato lo stesso Pollari ed i suoi colleghi del SISMI i siano stati poi assolti dalle accuse di rapimento a danno dello stesso Abu Omar;
   è indicativo che un imputato assolto per l'applicazione del segreto di Stato, richieda la rimozione del segreto medesimo al fine di ristabilire la piena verità dei fatti;
   sono già stati fatti appelli alla rimozione del segreto di Stato da parte di autorevoli parlamentari dell'attuale maggioranza –:
   se non ritenga urgente e doverosa la rimozione del segreto di Stato su tutta la vicenda relativa ad Abu Omar per eliminare pregiudizi, ombre e sospetti sui servizi italiani che quotidianamente garantiscono democrazia e sicurezza a tutti;
   se il Governo non ritenga di dover impugnare la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo;
   qualora il ricorso non abbia successo, con quali modalità il Governo pensi di ottemperare al pagamento della cifra che la Corte europea dei diritti dell'uomo impone al nostro Paese, considerato che in Italia Abu Omar sarebbe soggetto ad un'ordinanza di arresto per attività terroristica e che la vigente normativa antiriciclaggio impone il blocco dei beni di chi è dichiarato terrorista o fiancheggiatore.
(2-01296) «Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti».


Chiarimenti in merito all'applicazione della normativa in materia di concessioni autostradali prevista dal decreto-legge n. 133 del 2014 ed iniziative per contenere gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale – 2-01292

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   secondo quanto riportato nell'ultima relazione della struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali (SVCA) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), intitolata «Relazione sulle attività 2013», la rete autostradale italiana (la cui estensione complessiva è pari a 7.447 chilometri, di cui 6.784 chilometri in esercizio e 663 chilometri in programmazione o esecuzione) è affidata in concessione a società con diversi concedenti: 1) il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, subentrato ad Anas s.p.a. in tale ruolo a far data dal 1o ottobre 2012. Al Ministero, che opera attraverso la SVCA istituita con decreto ministeriale n. 341 del 1o ottobre 2012, fa capo la maggior parte della rete in concessione. La rete autostradale a pedaggio data in concessione dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (che si sviluppa per 5.830 chilometri ed è tutta in esercizio) è gestita da 24 società (i rapporti concessori in essere sono però 25, dato che SATAP S.p.A. risulta titolare della concessione per la A21 Torino-Piacenza e la A4 Torino-Milano); 2) l'Anas s.p.a., società pubblica sottoposta alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che gestisce alcune tratte direttamente, mentre per altre svolge il ruolo di concedente in via indiretta, partecipando al 50 per cento al capitale sociale in società regionali; alcune società regionali che svolgono il ruolo di concedente di infrastrutture poste esclusivamente nel territorio della regione cui fanno riferimento. In proposito si evidenzia, peraltro, segnala la norma contenuta nell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 133 del 2014, che consente al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di subentrare alla regione Emilia-Romagna nelle funzioni di concedente (e conseguentemente in tutti i rapporti attivi e passivi derivanti dalla concessione di costruzione e gestione) dell'asse autostradale denominato «Autostrada Cispadana», previo parere del CIPE;
   per quanto riguarda la rete data in concessione dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel «primo rapporto annuale al Parlamento» dell'Autorità di regolazione dei trasporti del luglio 2014 veniva riportata una tabella che riportava lo stato delle concessioni autostradali e indicava le date di scadenza delle medesime;
   nel commentare la tabella l'Autorità di regolazione dei trasporti ricordava l'approvazione ex lege delle convenzioni uniche sottoscritte nel 2007, operata dalla legge n. 101 del 2008 (di conversione del decreto-legge n. 59 del 2008), nonché delle convenzioni stipulate tra il 2009 ed il 2010, operata dalla legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria 2010);
   dall'elenco delle concessionarie italiane attualmente in vigore si può notare «come la durata delle concessioni sia solitamente molto lunga e la scadenza in molti casi ancora lontana. Inoltre, fino alla fine degli anni ’90 tutte le concessioni sono state periodicamente prorogate (generalmente senza bando di gara), giustificando i rinnovi con la necessità di effettuare nuovi investimenti e, quindi, di permettere il recupero del capitale necessario». Le uniche eccezioni sono rappresentate dalle seguenti concessioni scadute: 1) A21 Piacenza-Cremona-Brescia, già gestita dalla Società concessionaria Centro Padane; 2) A3 Napoli-Salerno, già gestita dalla Società concessionaria Autostrade Meridionali; 3) A22 Modena-Brennero, già gestita dalla Società concessionaria Autostrada del Brennero;
   con riferimento a tali concessioni, nel secondo rapporto annuale, presentato nel luglio 2015, l'Autorità di regolazione dei trasporti sottolinea (a pagina 48) che «il Gruppo Gavio si è recentemente aggiudicato la gara per la concessione dell'autostrada Piacenza-Cremona-Brescia (tratta A21) in attesa dell'aggiudicazione definitiva spettante al Ministero delle infrastrutture. Inoltre, è in corso di svolgimento la gara per l'affidamento della concessione relativa all'Autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno»;
   per quanto riguarda l'A22, è stato recentemente siglato il protocollo d'intesa tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le amministrazioni pubbliche socie di Autostrada del Brennero s.p.a. che prevede il rinnovo trentennale della concessione ad una società interamente partecipata dalle amministrazioni pubbliche territoriali e locali contraenti;
   come noto sulla materia delle concessioni è intervenuto, nel corso dell'attuale legislatura, l'articolo 5 del decreto-legge n. 133 del 2014 (cosiddetto decreto sblocca Italia) che – al fine di assicurare gli investimenti necessari per gli interventi di potenziamento e adeguamento delle autostrade nazionali, nonché per assicurare tariffe e condizioni di accesso più favorevoli per gli utenti – ha previsto l'avvio, da parte dei concessionari di tratte autostradali nazionali, di una procedura di modifica del rapporto concessorio, articolata in due fasi e secondo una tempistica predeterminata. La procedura, come modificata sulla base delle proroghe di termini operate dall'articolo 8, comma 10, del decreto-legge n. 192 del 2014, prevede che: a) entro il 30 giugno 2015, il concessionario sottopone al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti le modifiche del rapporto concessorio in essere finalizzate a procedure di aggiornamento o revisione anche mediante l'unificazione di tratte interconnesse, contigue o tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria. Entro la medesima data il concessionario sottopone al medesimo Ministro un nuovo piano economico-finanziario (PEF) corredato di idonee garanzie e di asseverazione da parte di soggetti autorizzati; b) entro il 31 dicembre 2015 deve intervenire la stipulazione di un atto aggiuntivo o di un'apposita convenzione unitaria;
   l'attuazione delle disposizioni citate è tuttavia subordinata al rilascio del preventivo assenso da parte dei competenti organi dell'Unione europea. Sotto tale profilo si evidenzia che nel rispondere all'interrogazione parlamentare E-005234 la rappresentante della Commissione europea, in data 29 giugno 2015, ha dichiarato che «L'Italia non ha notificato, ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la disposizione generale che autorizza la modifica delle concessioni autostradali, né alcuna applicazione specifica di tale disposizione. Tuttavia, la Commissione è in contatto con le autorità italiane ed è disposta a valutare la compatibilità di eventuali modifiche alle concessioni in corso con le norme in materia di aiuti di Stato e di appalti pubblici. Qualora dovesse concludere che tali modifiche non sono compatibili con il diritto dell'Unione, la Commissione adotterà le misure opportune per assicurarsi che venga rispettato»;
   successivamente sulle modalità di affidamento delle concessioni autostradali sono intervenuti i criteri dettati dalle lettere lll) e mmm) dell'articolo 1 della recente legge che delega il Governo a recepire le direttive europee in materia di appalti pubblici e di concessioni, nonché a riordinare la normativa vigente (legge n. 11 del 2016). In particolare, la lettera lll) prevede l'avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l'affidamento delle nuove concessioni autostradali non meno di 24 mesi prima della scadenza di quelle in essere. Si prevede, inoltre, una revisione del sistema delle concessioni autostradali, con particolare riferimento all'introduzione di un divieto di clausole e disposizioni di proroga, in conformità alla nuova disciplina generale dei contratti di concessione dettata dalla direttiva 2014/23/UE. Inoltre la lettera mmm) prevede l'introduzione di una disciplina transitoria per l'affidamento delle concessioni autostradali che, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento delle direttive, siano scadute o prossime alla scadenza, al fine di assicurare il massimo rispetto del principio dell'evidenza pubblica. Si prevede che, nei casi di concessione in cui l'amministrazione aggiudicatrice o l'ente aggiudicatore esercita sul concessionario un controllo analogo a quello da esso esercitato sui propri servizi (concessioni in house), sia assicurato il massimo rispetto dei principi desumibili dall'articolo 17 della direttiva 2014/23/UE, che regolano le concessioni tra enti nell'ambito del settore pubblico;
   nonostante i principi recentemente introdotti dalla citata legge che delega il Governo a recepire le direttive europee in materia di appalti pubblici e di concessioni, nonché a riordinare la normativa vigente, continua a risultare vigente nell'ambito del nostro ordinamento giuridico l'articolo 143 del decreto legislativo n. 163 del 2006 che, oltre a prevedere al comma 6 che «La concessione ha di regola durata non superiore a trenta anni», stabilisce all'ultimo periodo del comma 8 del medesimo articolo che «Al fine di assicurare il rientro del capitale investito e l'equilibrio economico finanziario del Piano Economico Finanziario, per le nuove concessioni di importo superiore ad un miliardo di euro, la durata può essere stabilita fino a cinquanta anni»;
   dal 1o gennaio 2016 sono entrati in vigore gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale; sono stati firmati i decreti interministeriali di concerto tra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'economia e delle finanze. Quest'anno, in particolare, per tutte le società per le quali è in fase di aggiornamento il relativo piano economico finanziario, gli aumenti tariffari sono stati provvisoriamente sospesi, posticipandone l'eventuale adeguamento all'approvazione dei suddetti piani. L'aumento medio attualmente riconosciuto, calcolato sui veicoli-chilometro che si prevede saranno percorsi sull'intera rete autostradale nel 2016, risulta pari allo 0,86 per cento;
   nel dettaglio, i decreti interministeriali hanno riconosciuto i seguenti adeguamenti: Asti-Cuneo S.p.A. 0,00 per cento, ATIVA S.p.A. 0,03 per cento; Autostrade per l'Italia S.p.A. 1,09 per cento; Autostrada del Brennero S.p.A. 0,00 per cento; Autovie Venete S.p.A. 0,00 per cento; Brescia-Padova S.p.A. 0,00 per cento; Consorzio Autostrade Siciliane 0,00 per cento; CAV S.p.A. 0,00 per cento; Centro Padane S.p.A. 0,00 per cento, Autocamionale della Cisa S.p.A. 0,00 per cento, Autostrada dei Fiori S.p.A. 0,00 per cento, Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A. 0,00 per cento; Tangenziale di Napoli S.p.A. 0,00 per cento; RAV S.p.A. 0,00 per cento; SALT S.p.A. 0,00 per cento; SAT S.p.A. 0,00 per cento; Autostrade Meridionali (SAM) S.p.A. 0,00 per cento, SATAP Tronco A4 S.p.A. 6,50 per cento, SATAP Tronco A21 S.p.A. 0,00 per cento; SAV S.p.A. 0,00 per cento; SITAF S.p.A. 0,00 per cento; Torino-Savona S.p.A. 0,00 per cento; Strada dei Parchi S.p.A. 3,45 per cento; Bre.be.mi. 0,00 per cento, TEEM 2,10 per cento e Pedemontana Lombarda 1,00 per cento;
   l'aumento maggiore interessa Satap tronco A4 (Torino-Milano) +6,5 per cento. Seguono Strada dei Parchi +3,45 per cento, Tangenziale Est Spa +2,10 per cento, Autostrade per l'Italia +1,09 per cento, Pedemontana Lombarda +1 per cento e Ativa +0,03 per cento;
   l'aumento ingiustificato e sistematico dei pedaggi, come ben noto, incide in maniera fortemente negativa sulle situazione di pendolarismo giornaliero per lavoro, studio o per cure sanitarie specialistiche sulla rete autostradale italiana;
   non esistono di fatto strumenti per rendere trasparenti all'utenza i meccanismi di adeguamento delle tariffe autostradali e vincolarli agli investimenti effettivamente realizzati su ogni singola arteria;
   è inaccettabile, che a fronte delle innumerevoli polemiche che hanno accompagnato in questi ultimi mesi l'approvazione del cosiddetto «decreto sblocca Italia» e il lavoro profuso dal Parlamento attraverso l'approvazione della recente legge n. 11 del 2016 di recepimento delle direttive europee in materia di appalti pubblici e di concessioni, risulti ancora vigente nell'ambito del nostro ordinamento giuridico una disposizione che consente addirittura la possibilità di prorogare la durata di una concessione autostradale da 30 fino a 50 anni al fine di assicurare il rientro del capitale investito e l'equilibrio economico finanziario del piano economico finanziario, qualora si tratti di nuove concessioni di importo superiore ad un miliardo di euro (articolo 143 del decreto legislativo n. 163 del 2006) –:
   se, quali e quante siano le concessioni autostradali potenzialmente ricadenti nell'ambito applicativo di tale disposizione;
   quali urgenti iniziative si intendano assumere per calmierare gli adeguamenti tariffari di pedaggio autostradale citati in premessa e rendere trasparenti all'utenza i meccanismi di adeguamento delle tariffe autostradali, vincolandoli agli investimenti effettivamente realizzati su ogni singola arteria;
   se il Governo abbia assunto recentemente apposite iniziative affinché le società concessionarie, anche tramite adeguamento delle relative concessioni, applichino ai pendolari sconti e agevolazioni, anche progressivi almeno entro i 100 chilometri di percorrenza per le situazioni di pendolarismo giornaliero per lavoro, per studio o per cure sanitarie specialistiche.
(2-01292) «Scotto, Pellegrino, Zaratti, Franco Bordo, Fassina, Melilla, Airaudo, Fava, Placido, Gregori, Ricciatti, D'Attorre, Ferrara, Marcon, Carlo Galli, Duranti, Piras, Folino, Fratoianni, Quaranta, Zaccagnini, Costantino, Daniele Farina, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Sannicandro, Martelli».