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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 29 gennaio 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 gennaio 2016.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Beni, Bernardo, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Calabria, Caparini, Carnevali, Casero, Castiglione, Catania, Centemero, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Costa, Crippa, D'Alia, D'Ambrosio, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Distaso, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Galati, Garofani, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grassi, Giuseppe Guerini, Kronbichler, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Piepoli, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rondini, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Spadoni, Spessotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zampa, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 gennaio 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   AMATO ed altri: «Disposizioni per favorire la diffusione della teleradiologia e semplificazione delle procedure relative all'installazione delle apparecchiature a risonanza magnetica» (3566);
   TURCO: «Introduzione dell'articolo 1-bis del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, in materia di iniziative di educazione al lavoro di gruppo e al mantenimento del decoro degli edifici scolastici» (3567);
   ARTINI ed altri: «Riapertura del termine per la conversione delle banconote, dei biglietti e delle monete in lire » (3568).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  COZZOLINO: «Disposizioni in materia di accorpamento di tutte le consultazioni elettorali in un unico giorno dell'anno e di durata degli organi elettivi regionali» (3216) Parere delle Commissioni V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  GREGORIO FONTANA ed altri: «Modifiche all'articolo 11 del decreto-legge 21 marzo 1978, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 maggio 1978, n. 191, concernenti la durata del fermo per l'accertamento dell'identità personale da parte degli organi di pubblica sicurezza» (3443) Parere della II Commissione;
  BRUNO BOSSIO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico» (3522) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VI Commissione (Finanze):
  PAGLIA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del dissesto della Cassa di risparmio di Ferrara Spa, della Banca delle Marche Spa, della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio – Società cooperativa e della Cassa di risparmio della Provincia di Chieti Spa» (3508) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

   VIII Commissione (Ambiente):
  BORGHI ed altri: «Istituzione del parco nazionale della Val Grande e delle Alpi Lepontine» (3480) Parere delle Commissioni I, III, V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XI Commissione (Lavoro):
  PIRAS ed altri: «Modifica all'articolo 9 del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77, in materia di riserva di posti nei concorsi pubblici in favore dei volontari del servizio civile nazionale» (3507) Parere delle Commissioni I e V.
  DORINA BIANCHI: «Modifica all'articolo 2 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, e altre disposizioni in materia di disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori» (3515) Parere delle Commissioni I, II e V.

   Commissioni riunite VII (Cultura) e XIII (Agricoltura):
  L'ABBATE ed altri: «Disposizioni in materia di sicurezza e tutela della salute degli equidi impiegati in manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico e riordino dell'anagrafe equina» (3322) Parere delle Commissioni I, II, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Assegnazione di una proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  COPPOLA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni statali e locali e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione» (Doc XXII, n. 42) – Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, IX e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, nel periodo da settembre a dicembre 2015, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questi decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, coinvolgenti il centro di responsabilità «Capitanerie di porto», autorizzate, nel periodo da ottobre a dicembre 2015, ai sensi dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questi decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 28 gennaio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio):
   n. 95/2015 del 6 novembre 2015, concernente «Regione Sardegna – Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 – Riprogrammazione risorse ai sensi del punto 2.4 della delibera CIPE n. 21/2014»;
   n. 96/2015 del 6 novembre 2015, concernente «Regione Sardegna – Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 – Rimodulazione del piano per il Sulcis (delibera CIPE n. 31/2015)».

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 28 gennaio 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione sul sistema di preferenze generalizzate per il periodo 2014-2015 (COM(2016) 29 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che l'Unione europea deve adottare in sede di Comitato degli ambasciatori ACP-UE in merito all'approvazione delle deroghe al regolamento finanziario del Centro per lo sviluppo delle imprese (CSI) (COM(2016) 30 final), corredata dal relativo allegato (COM(2016) 30 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Raccomandazione della Commissione del 28.1.2016 relativa all'attuazione di misure contro l'abuso dei trattati fiscali (C(2016) 271 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VI (Finanze).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 26 e 28 gennaio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la comunicazione del 26 gennaio 2016, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Una guardia costiera e di frontiera europea e una gestione efficiente delle frontiere esterne dell'Europa (COM(2015) 673 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Ottava relazione semestrale sul funzionamento dello spazio Schengen – 1o maggio-10 dicembre 2015 (COM(2015) 675 final);
   Proposta di decisione del Consiglio che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio della Svezia, conformemente all'articolo 9 della decisione (UE) 2015/1523 del Consiglio e all'articolo 9 della decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio che istituiscono misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia (COM(2015) 677 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Risposta alla relazione del gruppo di esperti di alto livello concernente la valutazione ex post del Settimo programma quadro (COM(2016) 5 final);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione quadro 2009/315/GAI del Consiglio per quanto riguarda lo scambio di informazioni sui cittadini di paesi terzi e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS), e che sostituisce la decisione 2009/316/GAI del Consiglio (COM(2016) 7 final).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Intendimenti circa l'utilizzo dei cosiddetti buoni lavoro destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio – 2-01237

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il Sole 24 Ore del 17 agosto 2015 ha pubblicato un articolo riguardante l'andamento dei buoni lavoro, detti anche voucher, utilizzati per il pagamento delle prestazioni accessorie, già disciplinate – in passato – dagli articoli 70-73 del decreto legislativo n. 276 dei 2003: «Non si ferma l’exploit dei voucher per i mini-lavori occasionali. Complici la crisi e l'allargamento del raggio di azione, i “buoni” – introdotti nel 2008 per le attività stagionali e come veicolo di emersione del “nero” – hanno varcato a giugno la soglia di 200 milioni di vendite, l'equivalente di 2 miliardi di euro. Dalla sperimentazione in agricoltura hanno preso progressivamente quota anche in altri settori, a partire da commercio e turismo»;
   il quotidiano economico riporta una serie di dati molto significativi: «Secondo l'ultimo monitoraggio dell'Inps, nel primo semestre del 2015 sono stati venduti quasi 50 milioni di tagliandi del valore nominale di 10 euro, con un aumento del 74,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014, con punte del 95,2 per cento e dell'85,3 per cento rispettivamente nelle isole e nel Meridione. Sono proprio tre regioni del Mezzogiorno a guidare la classifica degli aumenti: Puglia (+98,3 per cento), Sicilia (+96,6 per cento) e Sardegna (+94,2 per cento). Anche se la maggior parte delle vendite resta concentrata al Nord (65 per cento), nel Sud e nelle isole è circolato quest'anno quasi un quinto del totale dei voucher, un balzo in avanti rispetto a qualche anno fa, quando le regioni di quest'area non raggiungevano nemmeno il 10 per cento»;
   il decreto legislativo n. 81 del 2015, entrato in vigore il 25 giugno 2015, ha previsto, all'articolo 48, l'aumento dei tetto massimo dei compensi pagati con i voucher alla stessa persona portandolo dal 5 mila euro previsti in precedenza ai 7 mila euro netti l'anno;
   secondo i recenti dati dell'osservatorio sul precariato dell'Inps, infatti, nei primi undici mesi del 2015 sono stati venduti 102,4 milioni di buoni da 10 euro, il 67,5 per cento in più rispetto al corrispondente periodo del 2014, con punte del 97,4 per cento in Sicilia, dell'85,6 per cento in Liguria e dell'83,1 per cento e 83 per cento rispettivamente in Abruzzo e in Puglia;
   il valore netto del voucher di 10 euro nominali, cioè l'importo netto intascato dal lavoratore, è pari a 7,50 euro;
   il boom nell'utilizzo dei voucher – lungi da rappresentare un indice di una ripresa dell'occupazione – rappresenta una forma «spinta» di lavoro precario e con tutele minime: a) è stata allargata la platea dei destinatari e i settori di impiego: possono essere pensionati, giovani, studenti in vacanza, cassintegrati e disoccupati, lavoratori part time, extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno addetti a qualunque lavoro: dal settore agricolo al settore dei commercio e del turismo, dal volantinaggio fino ai servizi per la persona e domestici, alle manifestazioni sportive, al giardinaggio e alle pulizie; b) il lavoratore occupato con il voucher non matura il trattamento di fine rapporto, non ha ferie, non ha diritto alle indennità di malattia e di maternità né agli assegni familiari; c) per il lavoratore non è prevista alcuna formazione ad esempio sulle norme di sicurezza e di igiene; d) i controlli sulla corretta applicazione del voucher sono di difficile attuazione: secondo la procedura Inps non occorre indicare il giorno e l'ora dell'utilizzo dei voucher e l'ispettore del lavoro non può verificare l'orario di inizio e di fine del lavoro, dovendosi limitare alla verifica che sono stati pagati i contributi;
   anche la procedura dell'Inps di accredito dei contributi lascia a desiderare; come denunciato nelle trasmissione televisiva Report del 22 novembre 2015, molti lavoratori si sono collegati al sito dell'Inps e non hanno trovato nemmeno l'accredito dei contributi dovuti per i voucher;
   anche la Cgil ha denunciato: «Il boom dei voucher è anche un boom di mancati introiti per il fisco e per l'Inps. E rappresenta l'ultima frontiera per trasformare il lavoro occasionale, che è quello che dovrebbe essere pagato con i voucher in un lavoro del tutto simile a quello a tempo pieno, solo pagato molto meno e con zero garanzie» (da www.gazzettadimantovagelocal.it del 29 agosto 2015);
   il presidente dell'Inps, nel corso della nota trasmissione televisiva Report del 22 novembre 2015, ha dichiarato che: «L'attività ispettiva è limitata. Noi possiamo intervenire unicamente per controllare che venga rispettato, in virtù di circolari ministeriali. Noi possiamo intervenire soltanto per controllare che venga rispettato il limite. Voi sapete che ci sotto due limiti. Il limite massimo che è stato elevato a 7 mila euro per il singolo lavoratore, E poi dei singolo committente a 2 mila euro. Noi possiamo intervenire per controllare e questo venga rispettato. Non possiamo entrare nel merito della prestazione lavorativa»;
   lo stesso presidente nazionale dell'Inps, infine, è stato molto esplicito: «I voucher sono la nuova frontiera del precariato: il loro incremento può significare problemi futuri ed è bene guardare questo fenomeno con grande attenzione. Non sono uno strumento che si aggiunge agli altri, per alcuni i voucher sono l'unica prestazione lavorativa»;
   si rende necessario un intervento del Governo volto a sanzionare e reprimere l'uso improprio dei voucher e «un ripensamento» dello strumento volto ad innalzare la tutela del dipendente destinatario del voucher al pari degli altri lavoratori che svolgono medesime mansioni –:
   quali iniziative o misure correttive – anche di tipo normativo – intenda promuovere il Governo per un «ripensamento» dello strumento del voucher alla luce delle criticità esposte, anche innalzando le tutele previste e fornendo agli organi preposti ai controlli adeguati strumenti normativi per accertare, sanzionare e reprimere l'uso improprio dei voucher medesimi, così favorendo la lotta al lavoro nero e all'evasione fiscale, al fine di offrire un rapporto di lavoro, con le necessarie garanzia, ai lavoratori precari di cui in premessa.
(2-01237) «Ciprini, Tripiedi, Chimienti, Cominardi, Dall'Osso, Lombardi, D'Incà».


Iniziative di competenza, anche di carattere diplomatico, volte a chiarire le cause della strage di Ustica del 27 giugno 1980, in particolare alla luce di vicende emerse da recenti notizie di stampa – 2-01242

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   da notizie uscite su vari organi di informazione si è appreso che la rete televisiva francese Canal plus trasmetterà lunedì 25 gennaio 2016 un documentario dal titolo «Il disastro di Ustica: un errore francese ?», firmato dal giornalista francese, Emmanuel Ostian;
   l'inchiesta rilancia l'ipotesi secondo la quale l'abbattimento del DC 9 nella notte del 27 giugno 1980 sarebbe avvenuto, come sostenuto anche dall'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ad opera di alcuni aerei da caccia dell'aviazione francese, avvalorando questa tesi con testimonianze di militari in servizio all'epoca che smentirebbero almeno due delle affermazioni rese al tempo dalle autorità di Parigi;
   dal documentario, infatti, risulterebbe innanzitutto falsa la dichiarazione resa dalle autorità francesi in merito alle presunta chiusura della base militare di Solenzara, in Corsica, a partire dalle 17.00 del pomeriggio del 27 giugno 1980, ossia ben quattro ore prima che il DC 9 precipitasse; secondo quanto dichiarato, infatti, da militari presenti nella base, vi sarebbe invece stata una intensa attività al suo interno fino a tarda sera, con «decine di aerei» decollati dalla Corsica, mentre il DC 9 di Itavia era in volo tra Bologna e Palermo;
   l'inchiesta televisiva smentirebbe, altresì, l'affermazione resa dalle autorità francesi che «nessuna portaerei era in mare il giorno della tragedia»; secondo la ricostruzione degli autori del programma in mare vi sarebbe stata invece la portaerei «Foch», come risulterebbe da documenti inediti che certificherebbero l'attività della nave il 27 giugno del 1980;
   trascorsi più di trentacinque anni dalla tragedia di Ustica, è un documentario francese a riproporre la ricostruzione, da molto tempo ormai chiara, secondo la quale le 81 vittime di quella strage, di cui ben 13 bambini, furono in realtà una sorta di «danno collaterale» di un'operazione militare in corso, nella quale i caccia francesi intendevano abbattere un Mig libico che stava seguendo da vicino il DC 9 e lanciando un missile avrebbero colpito per errore l'aereo di linea Itavia;
   tuttavia, la Francia ha continuato a mantenere una sorta di segreto di Stato sui fatti avvenuti quella sera e le rogatorie internazionali avanzate più volte dei magistrati italiani non hanno ottenuto risposta –:
   quali iniziative urgenti, anche sul piano politico-diplomatico, il Governo intenda adottare al fine di ottenere, anche sulla scorta delle nuove rivelazioni e conferme rese dall'inchiesta francese, un quadro finalmente chiaro di quanto realmente avvenne la notte del 27 giugno 1980 sopra i cieli di Ustica, restituendo così, sia pur con trentacinque anni di ritardo, almeno una parte di verità ai familiari delle vittime di quella tragedia.
(2-01242) «Verini, De Maria, Bolognesi, Fabbri, Lenzi, Zampa, Censore, Argentin, Ascani, Benamati, Stella Bianchi, Borghi, Capozzolo, Cenni, Coscia, D'Ottavio, Ermini, Fiano, Fontanelli, Fossati, Giorgis, Laforgia, Misiani, Nardi, Orfini, Peluffo, Giuditta Pini, Quartapelle Procopio, Rampi, Realacci, Rocchi, Rossomando, Rostan, Rubinato, Scuvera, Valiante, Zoggia».


Elementi ed iniziative in ordine alla bonifica del sito di interesse nazionale «Napoli Orientale» – 2-01200

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico per sapere – premesso che:
   il 21 dicembre 1985, nella zona di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, un'esplosione nel deposito di carburante dell'Agip provocò la morte di 5 persone, il ferimento di altre 165, oltre ad una serie di drammatiche conseguenze sul piano socio-economico e, soprattutto, sulla salute delle persone;
   dalla prima metà degli anni ottanta in poi le raffinerie dell'area furono via via dismesse, permanendo tuttavia negli anni successivi le attività di deposito di idrocarburi, oli combustibili e GPL nei pressi della darsena Petroli, nonostante i ripetuti quanto vani tentativi di delocalizzazione delle stesse;
   l'aria, il suolo e l'acqua di San Giovanni a Teduccio, Barra e buona parte della periferia est sono letteralmente devastati, ormai da decenni. Nei terreni e nelle falde acquifere si annidano sostanze pericolosissime (fenoli, cromo esavalente, piombo, nichel, benzene, stirene, benzopirene, arsenico, piombo, mercurio, per citarne alcune), l'aria è irrespirabile, soprattutto di notte a causa della pulizia dei silos, l'acqua dai rubinetti talvolta fuoriesce oleosa o nera, come avvenuto nei giorni tra novembre e dicembre del 2015, senza che alcuna autorità o istituzione preposta abbia fornito ai cittadini una spiegazione dell'accaduto;
   i livelli di inquinamento della zona hanno determinato l'inclusione dell'area «Napoli Orientale» fra i siti di interesse nazionale (SIN) per i quali sono necessari interventi di bonifica, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge n. 426 del 1998;
   abnormi livelli di contaminazione delle acque e del suolo sono stati riconosciuti, più recentemente, anche sul piano istituzionale, nell'ambito della conferenza di servizi decisoria propedeutica all'approvazione di progetti di bonifica concernenti il SIN «Napoli Orientale» (nella fattispecie, si trattava dell’iter amministrativo relativo all'ex deposito AgiPetroli e all'area ex Feltrinelli), tenutasi presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 31 maggio 2013, alla presenza di rappresentanti del Ministero della salute e del Ministero dello sviluppo economico;
   pur in mancanza di dati e statistiche ufficiali, si può affermare che l'incidenza dei tumori, anche fra i giovani, nell'area di San Giovanni a Teduccio sia fortissima, oltre qualsiasi «ragionevole» soglia, come del resto qualunque residente della zona ha potuto, per esperienza diretta, constatare;
   la delocalizzazione dei depositi di idrocarburi e oli combustibili presenti nell'area, della quale per anni s’è discusso, avrebbe dovuto inserirsi nel contesto di un'ampia riqualificazione della fascia costiera di San Giovanni a Teduccio e, più in generale, della zona orientale di Napoli, da realizzarsi in primo luogo attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica e dell'autorità portuale;
   con decreto del presidente della giunta regionale della Campania n. 323 del 2004 è stata approvata la variante al piano regolatore generale del comune di Napoli per la zona orientale, nella quale ricade l'ambito 13, occupato da attività produttive e industriali a rischio di incidente rilevante, quali quello della raffineria Q8 dismessa e da depositi di derivati petroliferi (fra i quali i due depositi della Kuwait Petroleum Spa: il Kupit e l'ex Benit);
   la variante di piano relativa all'area di San Giovanni a Teduccio si basa essenzialmente sulla delocalizzazione di tutti gli impianti petroliferi, in considerazione del loro impatto ambientale e della loro pericolosità in relazione ad un'area ad elevata urbanizzazione;
   i progetti di bonifica del sito di Napoli orientale sono oggetto di distinti procedimenti amministrativi in quanto distinte sono le proprietà delle aree e dei depositi da bonificare;
   il 15 novembre 2007 il Ministero dell'ambiente, la regione Campania e il comune di Napoli hanno sottoscritto un accordo di programma per la bonifica del SIN di Napoli orientale;
   il sito è suddiviso in quattro macro-aree, una delle quali è costituita dal polo petrolifero (circa 345 ettari) dove sono localizzate le principali aziende petrolchimiche, fra le quali la Kuwait Petroleum Italia Spa, che detiene la proprietà di un'area di circa 90 ettari (cosiddetto deposito fiscale) e gestisce gran parte della movimentazione di idrocarburi che dalle navi attraccate alla cosiddetta darsena Petroli vengono dirottati verso i depositi;
   in virtù del protocollo d'intesa siglato nel 2006 da regione Campania, comune di Napoli, Napoli orientale Scpa, Kuwait Petroleum Spa e Kuwait raffinazione e chimica Spa la permanenza delle attività di stoccaggio di prodotti petroliferi è stata assicurata, con piena operatività, fino al 2026 nell'ambito di una determinata area detta «di ripiegamento» o «operativa», che ha un'estensione di circa 53 ettari;
   ai sensi dell'articolo 143, comma 3, della variante al piano regolatore generale la restante parte del suoli dei siti di proprietà della Kuwait, pari a 37 ettari, è identificata come «area di immediata dismissione», ovverosia l'area da bonificare, ancora occupata da strutture industriali essenzialmente non attive;
   negli anni successivi la progettazione della bonifica s'incaglia nelle maglie procedurali, fra pareri non espressi e la mancante valutazione d'impatto ambientale relative ai macchinari individuati per la pulizia dei terreni. Rallentamenti e lacune che hanno causato una enorme dispersione di risorse pubbliche (gestite dalla Sogesid) e che nel 2013 hanno altresì dato luogo al sequestro da parte della magistratura di alcune aree interessate dalla bonifica;
   con nota dell'11 maggio 2015, tuttavia, la regione Campania ha consentito alla Kuwait Petroleum di «ritirare l'istanza di VIA a suo tempo formulata, in quanto non obbligatoria per legge»;
   a distanza di nove anni dall'avvio della progettazione di bonifica dei terreni della Kuwait, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il decreto del 23 luglio 2015, ha approvato il «Progetto definitivo di bonifica dei suoli dei siti di proprietà Kuwait di Napoli», a condizione che fosse rispettata una fitta serie di prescrizioni concernenti, in particolare, le modalità di campionamento e di analisi, nonché il monitoraggio dei terreni oggetto di bonifica;
   per quanto riguarda l'area della Kuwait, ad alimentare la grave preoccupazione dei cittadini per la propria salute è la notizia, diffusa alcuni giorni fa dagli organi di stampa, del sequestro preventivo pari a 240 milioni di euro equivalente al vantaggio economico che l'azienda petrolifera avrebbe tratto dal mancato rispetto delle norme in materia di smaltimento delle acque oleose. Fra gli impianti attivi di proprietà della Kuwait rientra infatti anche un impianto per il trattamento delle acque reflue (WWT) mediante una procedura che, secondo quanto sostenuto dall'azienda nell'allegato tecnico alla domanda di rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, consentirebbe il completo rispetto dei limiti imposti dalla tabella 3 dell'allegato V alla Parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, nonché il rispetto delle norme relative all'immissione delle acque depurate nella fognatura pubblica;
   secondo gli inquirenti, invece, il trattamento delle acque oleose da parte della Kuwait sarebbe avvenuto in modo difforme da quanto dichiarato nell'allegato tecnico e, quindi, dalle prescrizioni di legge. L'ipotesi degli inquirenti è che le acque utilizzate per il lavaggio delle linee di importazione di benzina venissero trasferite in modo improprio da un serbatoio all'altro, trasformandosi esse stesse in un rifiuto liquido pericoloso che avrebbe dovuto pertanto essere smaltito nei modi stabiliti dalla legge e dunque attraverso un processo più oneroso;
   i residenti di San Giovanni a Teduccio e delle aree limitrofe sono fortemente provati, non soltanto a causa dei fenomeni inquietanti a cui non viene offerta loro una adeguata spiegazione (l'acqua nera dai rubinetti o, ancora recentemente, il fortissimo acre odore nell'aria), non soltanto per la nitida percezione che la zona sia funestata da un tasso elevatissimo di malattie tumorali, ma ora anche dalla notizia di acque oleose non correttamente depurate e immesse nella fognatura pubblica;
   la notizia di presunti reati commessi dalla Kuwait Petroleum è l'ennesimo «schiaffo» ad una terra già devastata dall'inquinamento, che attende da decenni interventi di bonifica di cui non si riesce a intravedere la fine, e in alcuni casi addirittura neanche l'inizio –:
   se il Governo non consideri improcrastinabile l'attivazione, per quanto di competenza, di uno screening sanitario nell'area di San Giovanni a Teduccio, con particolare riferimento al monitoraggio delle patologie neoplastiche che hanno colpito i residenti della zona;
   se il Governo non ritenga necessario superare la «parcellizzazione» degli interventi di bonifica del sito di interesse nazionale «Napoli Orientale» e, in caso affermativo, quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, affinché tale processo sia svolto attraverso un coordinamento ed una visione d'insieme, invero ad avviso degli interpellanti fino ad oggi inesistenti, atteso che l'accorpamento dei procedimenti amministrativi relativi agli interventi di bonifica è possibile soltanto laddove le aree siano di proprietà della medesima società;
   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere al fine di dare definitivo impulso alla bonifica del sito di interesse nazionale «Napoli Orientale», una bonifica che costituisce la precondizione essenziale per sottrarre le future generazioni al rischio di sviluppare patologie neoplastiche strettamente connesse all'inquinamento dell'aria, del suolo e della falda acquifera di quest'angolo martoriato del capoluogo campano;
   se, in ossequio al principio della trasparenza dell'azione pubblica in materia ambientale sancito dalla Convenzione di Aarhus, il Governo non ritenga doveroso fornire ai cittadini, anche nei siti internet della Sogesid e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tutti i dati relativi al sito di interesse nazionale «Napoli Orientale» nonché tutti gli atti, lo stato di avanzamento e le stime della conclusione dei singoli interventi di bonifica e messa in sicurezza di cui all'accordo di programma citato in premessa;
   quante risorse siano state fino ad oggi assicurate alla Sogesid – rectius disperse, ad avviso degli interpellanti – per interventi di bonifica mai realizzati, in alcuni casi neppure progettati, e quante risorse la società pubblica abbia a sua volta appaltato a terzi;
   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di assicurare che qualsiasi attività ricadente nell'ambito del sito di interesse nazionale Napoli Orientale – ivi comprese quelle di smaltimento dei rifiuti pericolosi svolte dalla Kuwait Petroleum – avvenga nel rispetto della normativa ambientale e non sia tale da determinare ulteriori pericoli per la salute delle persone che vivono a San Giovanni a Teduccio e nelle aree limitrofe.
(2-01200) «Fico, Mannino, Colonnese, Luigi Di Maio, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Micillo, Pisano, Sibilia, Tofalo, Frusone, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Marzana, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Sorial, Spessotto, Terzoni, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».