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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 6 novembre 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 6 novembre 2015.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bossa, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Carfagna, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Lorenzis, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Manfredi, Marazziti, Merlo, Migliore, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Quintarelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sorial, Tabacci, Taglialatela, Velo, Vignaroli, Zanetti, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 4 novembre 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MATTEO BRAGANTINI ed altri: «Modifiche all'articolo 80 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernenti la revisione dei veicoli a motore» (3401);
   PRATAVIERA: «Modifiche al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, concernenti le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale» (3402);
   GUIDESI ed altri: «Disposizioni per contrastare la pratica della pesca illegale nelle acque interne» (3403);
   RICCIATTI ed altri: «Disposizioni per il contrasto dell'obsolescenza programmata dei beni di consumo» (3404).

  In data 5 novembre 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MATARRELLI: «Modifiche al codice penale, al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, in materia di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nonché per il contrasto dello sfruttamento di lavoratori stranieri irregolarmente presenti nel territorio nazionale» (3405);
   RICCIATTI ed altri: «Istituzione del Fondo per investimenti in ricerca e sviluppo nel settore ambientale e per la cooperazione strategica tra imprese, università e centri di ricerca» (3406);
   RONDINI: «Disposizioni concernenti il personale addetto ai mezzi di soccorso per il servizio sanitario di urgenza ed emergenza» (3407);
   LUPI: «Disposizioni concernenti il governo del territorio, l'uso razionale del suolo, la rigenerazione urbana e l'edilizia residenziale sociale. Deleghe al Governo per la definizione delle dotazioni territoriali essenziali e per il riordino e la semplificazione delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia» (3408);
   FORMISANO: «Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, concernenti l'autorizzazione all'attività bancaria» (3409).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa regionale.

  In data 5 novembre 2015 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, la seguente proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA: «Disposizioni per il contrasto delle false cooperative» (3410).

  Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di proposte di inchiesta parlamentare.

  In data 5 novembre 2015 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa del deputato:
   BOLOGNESI e PELLEGRINO: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini» (Doc. XXII, n. 57).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CAMPANA ed altri: «Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del bullismo informatico» (1986) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Carnevali.

  La proposta di legge IORI ed altri: «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del bullismo, anche informatico» (2408) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Carnevali.

  La proposta di legge GNECCHI ed altri: «Nuove norme per la concessione della “Stella al merito del lavoro”» (3211) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Fabbri.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  LIBRANDI: «Misure per il distacco del personale delle Forze di polizia presso gli uffici giudiziari e gli uffici amministrativi del Corpo di appartenenza» (3288) Parere delle Commissioni II, IV, V e XI.

Modifica dell'assegnazione di un progetto di atto dell'Unione europea.

  Su richiesta della VIII Commissione (Ambiente) e della X Commissione (Attività produttive), la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio (COM(2015) 337 final), corredata dai relativi allegati (COM(2015) 337 final – Annexes 1 to 3) e documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2015) 136 final), già assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è assegnata, ai sensi del medesimo articolo 127, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), con il parere della predetta XIV Commissione.

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 28 ottobre 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è autorizzato, in relazione a interventi da realizzare tramite contributi assegnati per l'anno 2010 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, l'utilizzo dei risparmi di spesa realizzati dai seguenti soggetti:
   comune di Montegranaro (Fermo), per lavori di consolidamento dell'abitato nel medesimo comune;
   comune di Poppi (Arezzo), per ulteriori lavori di bonifica e consolidamento del movimento franoso in località Quota.

  Questi decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 3 novembre 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato (FAPPS), per l'esercizio 2013. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 327).

  Questi documenti sono trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 4 e 5 novembre 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
   n. 72/2015 del 6 agosto 2015, concernente «Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020 – Assegnazione per il completamento della cittadella giudiziaria di Salerno (articolo 1, comma 181, della legge n. 147 del 2013)» – alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio);
   n. 78/2015 del 6 agosto 2015, concernente «Sisma regione Abruzzo – Assegnazione delle risorse per le spese obbligatorie (decreto-legge n. 43 del 2013, legge n. 147 del 2013 e legge di stabilità n. 190 del 2014)» – alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente);
   n. 85/2015 del 6 agosto 2015, concernente «Fondo sanitario nazionale 2014 – Ripartizione tra le regioni delle risorse destinate al finanziamento della sanità penitenziaria» - alla II Commissione (Giustizia), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Comunicazione dell'avvio di procedure d'infrazione.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 29 ottobre 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti comunicazioni concernenti l'avvio di procedure d'infrazione, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, notificate in data 23 ottobre 2015, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni, nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   comunicazione relativa alla procedura d'infrazione n. 2014/4187, avviata per violazione del diritto dell'Unione in riferimento all'attuazione della direttiva 2009/12/CE sui diritti aeroportuali (EU Pilot 4424/12/MOVE) – alla IX Commissione (Trasporti);
   comunicazione relativa alla procedura d'infrazione n. 2015/2163, avviata per violazione del diritto dell'Unione in riferimento alla mancata designazione delle Zone speciali di conservazione (ZSC) e alla mancata adozione delle misure di conservazione – violazione degli articoli 4(4) e 6(1) della direttiva 92/43/CEE (EU Pilot 4999/13/ENV) – alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIII Commissione (Agricoltura));
   comunicazione relativa alla procedura d'infrazione n. 2015/2165, avviata per violazione del diritto dell'Unione in riferimento ai piani di gestione dei rifiuti – violazione degli articoli 28(1) o 30(1) o 33(1) della direttiva 2008/98/CE (EU Pilot 7043/14/ENVI) – alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia delle delibere adottate dalla Commissione nei mesi di settembre e ottobre 2015.

  Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi in merito ai benefici attesi dalle misure di riduzione degli oneri tariffari nel settore elettrico e iniziative volte a evitare incrementi dei costi a carico degli utenti – 2-01150

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   con un comunicato stampa intitolato «Bollette elettriche, vanno a segno misure governo: risparmi per 2,7 miliardi» il Ministero dello sviluppo economico nel febbraio del 2015 dichiarava che: «Con il “taglia bollette” e le altre agevolazioni le Pmi, nel 2015, spenderanno 1,7 miliardi in meno (riduzione compresa tra l'8,5 e il 10 per cento)», tenendo conto dei primi effetti delle diverse misure adottate dal Governo e dal Parlamento, in particolare con il decreto-legge n. 91 del 2014 (cosiddetto decreto competitività), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014, che indirizza buona parte delle azioni a favore delle piccole e medie imprese, aggiungendo inoltre che a ciò si sarebbero sommati «benefici significativi anche per le famiglie»;
   l'aggiornamento tariffario è definito quattro volte l'anno dall'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico e stabilisce le variazioni delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas;
   nell'ultima deliberazione del 28 settembre 2015 n. 451/2015/R/com di aggiornamento, dal 1o ottobre 2015, delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas, si legge che «è confermata la previsione di un consistente aumento nel medesimo anno degli oneri» «per effetto del termine del meccanismo dei certificati verdi», in quanto «oltre ai costi derivanti dalle tariffe incentivanti che ne prenderanno il posto (stimabili in circa 3 miliardi di euro), si sosterranno i costi associati al ritiro, da parte del GSE, degli ultimi certificati invenduti», per un totale stimato dalla suddetta relazione in circa 2 miliardi di euro;
   gli interventi di riduzione del contributo tariffario descritti nel documento del mese di febbraio 2015 riguardano principalmente il settore delle fonti energetiche rinnovabili, attraverso misure di riduzione degli incentivi erogati e misure meramente contabili e una misura «una tantum» di rimodulazione del meccanismo di pagamento degli incentivi, al fotovoltaico che, posticipati, avrebbero portato a un risparmio di cassa per 600 milioni di euro, da recuperare negli anni successivi;
   le altre misure adottate prevedevano:
    a) estensione della platea dei soggetti al pagamento degli oneri di sistema per un risparmio atteso di 70 milioni di euro;
    b) pagamento degli oneri sostenuti dal Gestore servizi energetici per lo svolgimento delle attività di gestione, verifica e controllo inerenti ai beneficiari dei medesimi incentivi per un risparmio atteso di 30 milioni di euro;
    c) rimodulazione degli incentivi ai grandi impianti fotovoltaici, con più opzioni a scelta dell'operatore per un risparmio atteso di 420 milioni di euro;
    d) cancellazione dello sconto sul prezzo dell'energia elettrica riconosciuto ai dipendenti delle imprese distributrici per un risparmio atteso di 23 milioni di euro;
    e) rimodulazione del sistema tariffario elettrico delle Ferrovie dello Stato per un risparmio atteso di 80 milioni di euro;
   altre misure, previste per diminuire la componente tariffaria prevedevano:
    a) la riduzione del sistema di interrompibilità, meccanismo definito «necessario tecnicamente per gestire in sicurezza il sistema elettrico», allo stesso modo del capacity payment, il cui costo non è stato rivisto;
    b) la mancata richiesta di risoluzioni anticipate di convenzioni CIP6 per il 2015, salve ulteriori richieste che potevano essere presentate entro il 30 settembre 2015;
    c) la riduzione dei benefici per lo Stato del Vaticano che tuttora ha garantita una fornitura di energia a prezzi ridotti, così come lo Stato di San Marino;
    d) la riduzione della spesa per i certificati verdi, contrariamente a quanto riportato nei documenti dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico, per un importo previsto pari a 456 milioni di euro;
   non tutte le operazioni effettuate dal Governo prevedevano una diminuzione degli oneri in bolletta; il comma 193 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge stabilità 2015), ha stabilito che la rete elettrica delle Ferrovie dello Stato (FS) è inclusa all'interno della rete di trasmissione nazionale, subordinatamente all'acquisizione di tale rete da parte di Terna, società privata concessionaria della rete elettrica e che riceve una remunerazione del servizio attraverso una componente tariffaria;
   dopo circa un anno dall'approvazione della suddetta norma l'Autorità ha definito la remunerazione riconoscibile alla porzione di reti elettriche in alta tensione oggi di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane spa nel caso in cui venisse acquisita da Terna spa, diventando così parte della rete di trasmissione nazionale (RTN), con un valore del capitale investito netto fissato pari a 674 milioni di euro, riconoscendo a Terna i maggiori costi operativi a partire dal 2016, cui si aggiungerà la remunerazione del capitale a partire dal 2017, sempre con recupero in bolletta;
   a ciò si aggiungono i costi addebitati, tra 2,5 e 3 miliardi di euro in sei anni (circa 400-500 milioni di euro all'anno), nella voce costi di dispacciamento per finanziare le interconnessioni private con l'estero –:
   quali tra le cifre riportate come attese e previste in premessa trovino conferma e quali siano le iniziative che intende adottare al fine di evitare ulteriori aggravi sulla bolletta degli italiani.
(2-01150) «Crippa, Da Villa, Cancelleri, Della Valle, Fantinati, Vallascas, Dell'Orco, Liuzzi, Nicola Bianchi, Carinelli, De Lorenzis, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cariello, Caso, Castelli, Cecconi».


Intendimenti del Ministro della giustizia circa l'attivazione dei poteri ispettivi in relazione all'applicazione della misura della custodia cautelare all'ex assessore e vice presidente della regione Lombardia, Mario Mantovani, e iniziative per circoscrivere l'ambito dell'istituto a situazioni di effettivo inquinamento probatorio o di estrema pericolosità – 2-01147

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   la carcerazione preventiva è una delle misure cautelari previste dal nostro ordinamento come garanzia per il funzionamento della giustizia; la sua applicazione permette il regolare svolgimento del processo, proteggendolo da pericoli provenienti dall'indagato. Per espressa previsione del codice di procedura penale, il ricorso allo strumento della custodia cautelare è da considerarsi extrema ratio, azionabile soltanto laddove ogni altra misura appaia inadeguata. Inteso in questo modo è sicuramente un aiuto efficace e, in molti casi, indispensabile per poter assicurare i colpevoli alla giustizia;
   troppo spesso, però, si ricorre alla carcerazione preventiva in mancanza di reali esigenze cautelari e senza rispettare il criterio dell'assoluta indispensabilità. Come risultato di questa tendenza, le carceri italiane sono stracolme di detenuti in attesa di una condanna definitiva (circa il 35 per cento del totale) e ciò è sbagliato sostanzialmente per due motivi: in primo luogo perché si dimenticano spesso misure alternative e più lievi della custodia cautelare in carcere, che alleggerirebbero l'onere gravante sugli istituti penitenziari; poi, soprattutto, perché la misura dovrebbe essere applicata in istituti appositi, in cui i soggetti sottoposti a custodia cautelare fossero ristretti separatamente dagli altri detenuti. Questo, per problemi di spazio, molto spesso non accade;
   emerge, dunque, una stretta connessione tra il sovraffollamento degli istituti di detenzione e un ricorso con ogni probabilità smodato allo strumento della custodia cautelare in carcere, la cui funzione, purtroppo, ha subìto negli anni una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, ancorché nell'ottica di un'esigenza di prevenzione dei reati e di tutela da forme di pericolosità sociale, è diventata troppo spesso una vera e propria misura anticipatrice della pena, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza;
   da ultimo, il legislatore, con l'approvazione della legge 16 aprile 2015, n. 47, ha ulteriormente delimitato l'ambito di applicazione della custodia cautelare in carcere, circoscrivendo i presupposti per l'applicazione della misura e modificando il procedimento per la sua impugnazione. A tal fine, è stato introdotto il requisito dell'attualità – e non solo della concretezza – del pericolo di fuga e del pericolo di reiterazione del reato, ed è stato escluso che attualità e concretezza del pericolo possano essere desunti esclusivamente dalla gravità del reato per cui si procede;
   nella sostanza, quindi, si conferma il carattere residuale del ricorso al carcere: tale misura può essere disposta soltanto quando le altre misure coercitive o interdittive, anche se applicate cumulativamente, risultino inadeguate. Quanto all'applicazione della custodia in carcere per alcuni reati di particolare gravità, la presunzione di idoneità della custodia in carcere continua a operare solamente con riguardo alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per i delitti di associazione sovversiva (articolo 270 del codice penale), associazione terroristica, anche internazionale (articolo 270-bis del codice penale) e associazione mafiosa (articolo 416-bis del codice penale). Per altri reati gravi – tassativamente individuati – tra cui i reati di omicidio, induzione alla prostituzione minorile, pornografia minorile, turismo sessuale, violenza sessuale – è possibile applicare la custodia in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari o, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con altre misure;
   con le ultime disposizioni approvate, il legislatore ha dunque mirato fondamentalmente a circoscrivere l'utilizzo della custodia cautelare in carcere, e, quindi, della limitazione preventiva della libertà personale, alle sole ipotesi in cui questa esigenza è davvero indispensabile per garantire la sicurezza della collettività, per salvaguardare il valore delle indagini e soprattutto per assicurare quel contemperamento, che più volte è stato evocato, ma non sempre con misura e con fondatezza, tra tutela della libertà personale ed esigenze di protezione della sicurezza collettiva delle comunità e dei territori italiani;
   alla luce di quanto esposto, è necessario fare chiarezza, a parere degli interpellanti, in ordine all'utilizzo della carcerazione preventiva da parte del tribunale di Milano, che il 13 ottobre 2015 ha ordinato l'arresto del vice presidente della regione Lombardia, Mario Mantovani, con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti in un'inchiesta della Guardia di finanza e della procura di Milano. Sono stati posti in custodia cautelare in carcere anche Giacomo Di Capua, «in qualità di stretto collaboratore di Mario Mantovani e dipendente della regione Lombardia» per le accuse di concorso in concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti, e Angelo Bianchi «in qualità di ingegnere del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Lombardia e la Liguria» per concorso in concussione «rivestendo il ruolo di R.U.P di gare aventi quale Stazione Appaltante il citato Provveditorato» ed «indagato» anche per corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti; altre dodici persone sono indagate;
   i reati contestati nell'indagine sarebbero stati commessi tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014; soprattutto mette conto rilevare come la richiesta di applicazione dell'ordinanza cautelare, depositata dal pubblico ministero il giorno 17 settembre 2014, sia stata emessa da giudice per le indagini preliminari solamente tredici mesi dopo, ovvero il 12 ottobre 2015;
   un arresto preventivo, dunque, motivato da esigenze cautelari «attuali» (come prescrive la citata legge n. 67 del 2015) viene eseguito a tredici mesi di distanza dalla richiesta del pubblico ministero, determinando, a giudizio degli interpellanti, fondati elementi di dubbio in ordine alla sussistenza del requisito di urgenza del provvedimento emesso solamente il 12 ottobre 2015: l’«urgenza» infatti presuppone tempi ragionevoli di decisione e non un'attesa di oltre un anno dalla richiesta dell'accusa;
   non solo: detta grave anomalia, insita nella tardività delle decisione in merito all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare, si connota di ulteriori criticità rispetto ai principi di civiltà giuridica sanciti nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ai quali più volte la Corte europea dei diritti dell'uomo ha purtroppo richiamato l'Italia contestandone l'inosservanza;
   ci si riferisce al fatto che anzitutto il noto principio del termine ragionevole entro il quale si devono trattare gli affari penali dei tribunali europei, risulta, secondo gli interpellanti, già sin da ora clamorosamente violato, laddove a distanza di oltre un anno dalla richiesta dalla misura cautelare, e di oltre tre anni dall'inizio del procedimento penale in questione (il procedimento risulta rubricato al registro notizie di reato all'anno 2013), ancora si discute se applicare o meno la misura cautelare della custodia in carcere;
   il giudice per le indagini preliminari ha poi respinto l'istanza di scarcerazione per Mario Mantovani, rilevando che «resta comunque un influente politico a livello nazionale» e come tale «detiene relazioni personali, sociali, imprenditoriali e politiche»: da qui il pericolo di reiterazione del reato. La decisione non argomenta invece quella che è stata l'obiezione più forte della difesa, che ha sollevato la questione della «abnormità» dell'ordinanza d'arresto, dato che, come detto, la richiesta di custodia cautelare era stata depositata al giudice per le indagini preliminari ben tredici mesi prima dell'arresto. «Oltre all'assenza delle esigenze cautelari per la tardività della misura – aveva chiarito la difesa – “c’è anche un problema più grave di abnormità dell'atto”»;
   si è quindi di fronte ad un caso di applicazione della custodia cautelare in carcere, che, a parere degli interpellanti, non può che sollevare più di un dubbio in merito all'idoneità della misura come extrema ratio, coerente con i nuovi parametri prescritti dal legislatore solo qualche mese fa, con la chiara intenzione di rafforzare il carattere residuale del ricorso al carcere, per evitare che la stessa custodia cautelare si trasformi in una vera e propria misura anticipatrice della pena, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza –:
   di quali elementi disponga il Ministro interpellato sulla vicenda riportata in premessa, nell'ambito delle proprie competenze;
   se il Ministro interpellato ritenga di dover disporre opportune iniziative di competenza e di valutare la possibilità di attivare il proprio potere ispettivo al fine di verificare, nel caso esposto in premessa, la sussistenza dei presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare;
   se il Ministro interpellato intenda assumere le iniziative di competenza per restituire alla custodia cautelare la sua funzione di rimedio eccezionale da adottare in situazioni di effettivo inquinamento probatorio o di estrema pericolosità, ed evitare così che l'uso distorto della misura della custodia cautelare si ponga in evidente contrasto con il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
(2-01147) «Brunetta, Squeri, Gelmini, Centemero, Garnero Santanchè, Palmieri, Romele, Vito».


Intendimenti del Governo in vista del vertice internazionale dell'11 e del 12 novembre 2015 a La Valletta riguardante i processi di cooperazione tra i Paesi europei e quelli africani in materia di fenomeni migratori – 2-01151

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   nel corso della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 23 aprile 2015 è stata assunta la decisione di convocare, a La Valletta, l'11 ed il 12 novembre 2015, un vertice che riunirà i leader dell'Unione europea e di diversi Paesi africani al fine di rinforzare la cooperazione con i partner africani, affrontare le cause dell'immigrazione illegale e combattere il traffico di esseri umani;
   la conferenza si baserà sui processi di cooperazione esistenti tra l'Europa e l'Africa, in particolare i processi di Rabat, lanciato nel luglio 2006 con un focus che si è progressivamente spostato sul Sahel e l'Africa occidentale, e di Khartoum, ufficializzato a Roma nel novembre 2014 dall'Unione europea e una ventina di Paesi africani, sulla migrazione e il dialogo Unione europea-Africa in materia di migrazione e mobilità;
   uno degli obiettivi del vertice sarà quello di riconoscere la migrazione come una responsabilità condivisa dei Paesi di origine, di transito e di destinazione, attraverso l'assistenza ai Paesi partner nella lotta ai trafficanti, una cooperazione rafforzata in merito a una politica di rimpatrio efficace, un approccio più mirato alla cooperazione allo sviluppo e il potenziamento degli investimenti in Africa;
   stando a quanto si apprende dagli articoli di stampa che riportano anche le bozze della dichiarazione finale e del piano d'azione in cinque punti su cui l'Unione europea e i partner africani stanno provando a raggiungere un accordo definitivo, ci sarebbe molta insoddisfazione da parte dell'Unione africana relativamente agli accordi finora raggiunti; in particolare sembrerebbe che alcuni Stati membri europei, come l'Austria, la Polonia o la Lituania vorrebbero condizionare gli aiuti allo sviluppo ad uno sforzo reale dei Governi africani per accogliere i migranti illegali rimpatriati dall'Unione europea nei loro Paesi di origine, secondo la logica del «more for more, less for less», che in questo caso si tradurrebbe in una richiesta di maggiori sforzi sui rimpatri e meno aiuti se questi sforzi non venissero realizzati; in tal modo si verrebbe meno ai nuovi Obiettivi di sviluppo sostenibile che gli stessi Stati europei hanno sottoscritto in settembre alle Nazioni Unite, secondo il quale gli aiuti non dovrebbero essere condizionabili alle suddette logiche;
   l'immigrazione dall'Africa non può essere considerata come un fenomeno transitorio, ma, al contrario, costituisce un fatto strutturale, destinato con ogni probabilità ad aggravarsi nei prossimi anni a causa dell'aumento della pressione demografica e del probabile permanere di condizioni di conflitto locali e regionali che si sommano a storiche e irrisolte situazioni di povertà;
   oltre agli interventi volti alla limitazione dei flussi migratori irregolari dall'Africa all'Europa e alla distribuzione dei migranti aventi status di rifugiati tra i diversi Paesi dell'Unione europea, interventi già posti in essere dalla stessa Unione europea grazie alle pressioni del Governo italiano, occorre cominciare a lavorare in modo organico ad una politica finalizzata al miglioramento strutturale delle condizioni di vita nei Paesi dai quali hanno origine i flussi stessi;
   il prossimo summit che si terrà a La Valletta rappresenta un'importante occasione per attuare l'impegno assunto dal Governo con la mozione Alli, Quartapelle Procopio, Locatelli ed altri n. 1-00956, approvata dall'Assemblea della Camera dei deputati nella seduta n. 511 del 27 ottobre 2015, di elaborare e attuare una strategia specificatamente volta allo sviluppo e al co-sviluppo dei Paesi africani, da condividere con l'Unione europea e con i partner europei, volta anche a ridurre l'impatto strutturale dei fenomeni migratori dal continente africano verso l'Europa;
   La Valletta Summit Political Declaration, nella bozza in circolazione a mezzo stampa datata 23 ottobre 2015, prevedrebbe l'impegno dell'Unione europea a «stanziare risorse adeguate per l'attuazione di tali azioni concrete utilizzando tutti gli strumenti disponibili, compresa la recente istituzione fondo fiduciario di emergenza dell'UE (EU Emergency Trust Fund) per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e degli sfollati in Africa»;
   l’EU Emergency Trust Fund, ovvero «Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione illegale in Africa» è stato costruito dalla Commissione europea che ha stanziato 1,8 miliardi di euro di risorse finanziarie dell'Unione europea, ma si aspetta che anche gli Stati membri partecipino;
   diversi Stati membri hanno espresso interesse a partecipare; la Spagna, per esempio, ha già confermato la sua partecipazione; alcuni Paesi, per altro, hanno deciso di destinare alcune risorse originariamente stanziate per l'aiuto pubblico allo sviluppo del mondo (ODA) all'emergenza profughi (ad esempio l'Olanda); la proposta di costituzione del fondo fiduciario sarà presentata agli Stati membri e l'obiettivo della Commissione, europea, come si apprende da documenti ufficiali della Commissione stessa, è quello di completare le procedure necessarie in tempo per il summit di La Valletta;
   la società civile e le organizzazioni non governative impegnate in prima linea per l'emergenza migranti, hanno espresso forti perplessità in merito alle conclusioni del vertice desumibili dai documenti in circolazione; in particolare, riguardo al fondo fiduciario, vi è chi teme che non sarà effettivamente usato per progetti di sviluppo, ma piuttosto per la sicurezza delle frontiere e per il contenimento della mobilità delle persone;
   inoltre, l'ultimo punto del piano di azione relativo ai rimpatri e alle riammissioni dei migranti in situazione irregolare nello spazio dell'Unione europea, prevedrebbe la volontà degli Stati membri di concentrare gli sforzi sulla sicurezza alle frontiere e i rimpatri, mentre i partner africani vorrebbero più cooperazione sulla mobilità, sia interna che dall'Africa verso l'Europa; a ciò si aggiunge che gli Stati europei vorrebbero istituire i «centri di ricezione» in Africa per smistare gli ingressi e avviare le eventuali pratiche di riconoscimento dello status di rifugiato internazionale, mentre gli a mani chiedono che i rimpatri siano volontari;
   non da ultimo si ravviserebbe la volontà di «facilitare l'accesso a un'informazione adeguata e credibile sui pericoli dell'immigrazione irregolare e diffondere una visione realistica delle condizioni di vita nei paesi europei» attraverso «campagne d'informazione nei paesi di origine, di transito e di destinazione»; in tal modo sembrerebbe che si intenda fare emergere i rischi di morte per i migranti illegali, tacendo invece le storie positive delle diaspore africane presenti in Europa, il cui volume di fondi è ormai superiore agli aiuti allo sviluppo;
   infine, le organizzazioni non governative hanno espresso rammarico poiché, per la prima volta in formati del genere di vertici europei, parrebbe non sia previsto nessun evento a latere del summit che coinvolga la società civile, né i rappresentanti dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo –:
   quale sarà la posizione dell'Italia al vertice di La Valletta in merito all'impostazione emergente che condiziona gli aiuti internazionali, veicolati attraverso il l’EU Emergency Trust Fund, a una più stringente collaborazione dei Paesi partner in tema di rimpatri («more for more, less for less»), a quanto ammonterà il contributo italiano allo stesso fondo fiduciario e se risulterà addizionale rispetto all'aiuto pubblico allo sviluppo.
(2-01151) «Quartapelle Procopio, Zampa, Scuvera, Locatelli, Tidei, Alli, Gadda, Chaouki, Rampi, Casati, Carnevali, Berlinghieri, Beni, Cuperlo, Verini, Rocchi, Ribaudo, Petrini, Sberna, Baradello, Gigli, Marazziti, Piepoli, Francesco Sanna, Rotta, Malpezzi, Migliore, Lacquaniti, Vazio, Patriarca, Lodolini, Pelillo, Paola Boldrini, Monaco, Salvatore Piccolo, Fragomeli, Laforgia, Impegno, Tacconi».


Chiarimenti in merito al mancato esercizio del diritto di prelazione per l'acquisto dell'isola di Budelli, nell'arcipelago di La Maddalena – 2-01148

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   la vendita di Budelli ad un magnate è una vicenda che suscita troppi dubbi, con sentenze uguali e contrarie, modifiche di vincoli ad «orologeria», dichiarazioni gravi fatte in Australia dal magnate dalle quali sembrerebbe evincersi che sia dato per acquisito il cambio dei vincoli e un parere del presidente emerito della Corte dei conti che concludeva nel senso dell'acquisizione del bene e infine il progetto, a giudizio degli interpellanti, di mettere le mani sull'intero arcipelago, dall'acquisto del faro di Razzoli per farne un resort esclusivo, all'acquisto di altri immobili nella zona, compresi campi boa in concessione;
   tutto ciò è stato ampiamente e dettagliatamente spiegato in un atto di sindacato ispettivo, precisamente nell'interpellanza n. 2-01139 presentata dal primo firmatario del presente atto del 27 ottobre 2015;
   riguardo all'isola di Budelli si ricorda che il Parlamento aveva stanziato le risorse per la prelazione del bene naturalistico e quindi per sottrarlo a qualsiasi tipo di possibile speculazione o privatizzazione;
   nonostante questo e una pronuncia netta del Tar Sardegna, con una più che argomentata sentenza, il Consiglio di Stato, ha ribaltato quella decisione;
   alla luce dei fatti la sentenza afferma che non esista un piano da parte dell'ente, anche se non è chiaro a quale piano si faccia riferimento;
   gli interpellanti chiedono come sia stato possibile non dichiarare, come ha fatto il Tar Sardegna, che la pianificazione dei vincoli e la protezione del bene era sufficiente per acquisire il bene con la prelazione;
   la decisione del Consiglio di Stato lascia troppi dubbi;
   vanno esaminati alcuni elementi sui quali è indispensabile che il Governo svolga gli opportuni approfondimenti nell'ambito delle proprie competenze;
   il punto più inquietante è quello relativo alle dichiarazioni riportate in un rapporto della Australian Financial Review, nelle quali Harte ha sostenuto di avere il permesso di ricostruire tre edifici esistenti sull'isola (http://www.cio.com.au);
   il report australiano è dell'8 ottobre 2013 quando, a quanto consta agli interpellanti, nessun tipo di ristrutturazione di immobili era stata autorizzata, ma che stranamente veniva data per acquisita proprio dal magnate;
   occorre sapere se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare avesse dato tali rassicurazioni al privato anche attraverso organi del parco stesso;
   tutto questo è gravissimo proprio perché alla vigilia della decisione del tribunale di Tempio è stata votata una proposta di piano di vincoli che «declassa» quelli precedenti e, a giudizio degli interpellanti, va direttamente nella direzione di quello annunciato due anni prima proprio dal magnate australiano;
   occorre sapere e capire se su questa vicenda il Governo abbia favorito l'operazione privata o meno;
   a questi aspetti se ne aggiunge uno di rilevante importanza, il parere del procuratore generale emerito della Corte dei conti, Claudio De Rose, sul diritto-obbligo alla prelazione nel caso di Budelli;
   il giudice emerito nel suo parere sulla vicenda Budelli afferma: «Sotto il profilo delle intenzioni speculative del subentrante – consistenti, a quanto risulta, nella creazione di un museo aperto con relativa bigliettazione – va altresì considerato che le stesse, una volta iniziate, renderebbero necessario un rafforzamento degli attuali controlli, aumentandone il costo complessivo a carico del bilancio pubblico. E tale aumento tanto più risulterebbe ingiustificabile dal momento che l'Ente Parco nel cui ambito operativo rientra l'isola di Budelli ha in progetto iniziative analoghe, intese non a fini speculativi ma, più propriamente, al conseguimento di un valore aggiunto per bene nel quadro strategico della sua valorizzazione. Pur non dovendosi trascurare, naturalmente, il valore dei possibili introiti derivanti da tali iniziative, quale pubblica entrata da destinarsi alle esigenze di valorizzazione del bene. In definitiva, questo primo ordine di valutazioni, sia per quanto detto, sia perché l'Isola di Budelli è un bene unico al mondo per le sue caratteristiche naturali, dovrebbe portare ad una conclusione favorevole all'esercizio del diritto di prelazione»;
   gli interpellanti trasmetteranno tutti gli atti di questa vicenda alla Corte dei conti e per conoscenza alla stessa procura della Repubblica di Roma e Tempio;
   è impensabile che su un bene naturalistico come questo si pensi di favorire il privato piuttosto che la collettività –:
   se il Governo intenda chiarire il ruolo che ha svolto nella vicenda relativa alla vendita dell'isola di Budelli e alla mancata prelazione o esproprio del bene stesso, considerato che esisteva un preciso «mandato» del Parlamento con apposito stanziamento;
    se non ritenga, anche alla luce del parere espresso dal procuratore emerito della Corte dei conti, di dover mettere in atto ogni possibile iniziativa per acquisire, eventualmente anche attraverso l'esproprio, il bene dell'isola di Budelli.
(2-01148) «Pili, Pisicchio».