Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 8 aprile 2015

TESTO AGGIORNATO AL 13 APRILE 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 aprile 2015.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Menech, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu, Velo, Vito, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Menech, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Vargiu, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 2 aprile 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   OTTOBRE: «Modifiche al codice di procedura penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del medesimo codice, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, in materia di revisione del processo a seguito di sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo» (3009);
   RIBAUDO ed altri: «Modifiche al decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015, n. 34, in materia di esenzione e riduzione dell'imposta municipale propria per determinati tipi di terreni agricoli e in relazione alla qualifica del proprietario e del conduttore, nonché disposizioni sulla classificazione dei comuni montani e collinari agli effetti della medesima imposta» (3010).

  In data 3 aprile 2015 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   MELILLA: «Modifiche alla legge 2 gennaio 1989, n. 6, in materia di ordinamento della professione di guida alpina» (3011).

  In data 7 aprile 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   NICCHI ed altri: «Modifiche all'articolo 191 del codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi» (3013);
   SCOTTO ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati» (3014);
   QUARANTA ed altri: «Abrogazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270, recante modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, e ripristino dell'efficacia delle disposizioni preesistenti» (3015).
  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 3 aprile 2015 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dal Ministro dello sviluppo economico:
  «Legge annuale per il mercato e la concorrenza» (3012).

  Sarà stampato e distribuito.

Trasmissione dal Senato.

  In data 2 aprile 2015 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
   S. 19-657-711-810-846-847-851-868. – Senatori GRASSO ed altri; senatori LUMIA ed altri; senatori DE CRISTOFARO ed altri; senatori LUMIA ed altri; senatori AIROLA ed altri; senatori CAPPELLETTI ed altri; senatori GIARRUSSO ed altri; senatori BUCCARELLA ed altri: «Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (3008).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di un deputato a una proposta di legge.

  La proposta di legge ZARDINI ed altri: «Modifica all'articolo 2 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, concernente l'efficacia della copertura assicurativa nei casi di utilizzo di velocipede o di altro mezzo di trasporto privato» (1918) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Moretto.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   II Commissione (Giustizia):

  S. 19-657-711-810-846-847-851-868. – Senatori GRASSO ed altri; senatori LUMIA ed altri; senatori DE CRISTOFARO ed altri; senatori LUMIA ed altri; senatori AIROLA ed altri; senatori CAPPELLETTI ed altri; senatori GIARRUSSO ed altri; senatori BUCCARELLA ed altri: «Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (3008) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII, X, XI e XIV.
   XI Commissione (Lavoro):

  DAMIANO ed altri: «Disposizioni per l'introduzione di elementi di flessibilità nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico» (2945) Parere delle Commissioni I, V e X.

Trasmissione dal Consiglio di Stato.

  Il Presidente del Consiglio di Stato, con lettera in data 31 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 53-bis, comma 1, della legge 27 aprile 1982, n. 186, e dell'articolo 3, comma 5, del regolamento del Presidente del Consiglio di Stato 6 febbraio 2012, la documentazione relativa al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e alla proiezione triennale dei conti del Consiglio di Stato e dei tribunali amministrativi regionali.

  Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 30 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 26, comma 5, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, la relazione concernente i risultati ottenuti in materia di razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni, riferita all'anno 2014 (Doc. CLXV, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal difensore civico della regione Valle d'Aosta.

  Il difensore civico della regione Valle d'Aosta, con lettera in data 23 marzo 2015, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta nell'anno 2014 in qualità di garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

  Il difensore civico della regione Valle d'Aosta, con lettera in data 23 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico nell'anno 2014 (Doc. CXXVIII, n. 31).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 aprile 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 5, della legge 4 giugno 2010, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, di attuazione della direttiva 2009/29/CE che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (155).

  Questa richiesta, in data 2 aprile 2015, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 12 maggio 2015. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 22 aprile 2015.

  Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera in data 26 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno 2015, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. (156).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 28 aprile 2015.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 8, 9 e 11, della legge 10 dicembre 2014, n. 183, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. (157).

   Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XI Commissione (Lavoro) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'8 maggio 2015.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 31 marzo 2015, a pagina 22, prima colonna, trentunesima riga, dopo la parola: «presenti», devono intendersi inserite le seguenti: «solo dopo apposita consultazione con il MAECI sulle condizioni di sicurezza e segnalazione sul suo sito istituzionale.».

MOZIONI SPERANZA, DELLAI ED ALTRI N. 1-00769, SCOTTO ED ALTRI N. 1-00776, BENEDETTI ED ALTRI N. 1-00778, GELMINI ED ALTRI N. 1-00779 E GUIDESI ED ALTRI N. 1-00780 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MERITO ALLA COSIDDETTA CARTA DI MILANO, IN RELAZIONE AD EXPO 2015

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    la Carta di Milano vuol essere un «patto sul cibo» da consegnare al pianeta per vincere la sfida alimentare globale. Una reale assunzione di responsabilità da parte degli Stati e dei cittadini del mondo per garantire il diritto a un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti;
    la Carta di Milano nasce dalla sintesi di un percorso di ricerca, di confronto, di idee e di culture sul tema di Expo 2015 «Nutrire il Pianeta, energie per la vita», avviato da Laboratorio Expo fin dal 2013 e proseguito in vari incontri, fino all'evento organizzato il 7 febbraio 2015 a Milano «Expo delle Idee» articolato in 42 tavoli di lavoro suddivisi in quattro percorsi di studio: le dimensioni dello sviluppo tra equità e sostenibilità, la cultura del cibo, l'agricoltura gli alimenti e la salute per un futuro sostenibile, la città umana e i futuri possibili tra smart e slow city;
    la versione finale della Carta di Milano verrà presentata al pubblico il 28 aprile 2015; il testo sarà, poi condiviso il 4 giugno 2015 con i Ministri dell'agricoltura dei 147 Paesi partecipanti ad Expo 2015 e, infine, il 16 ottobre 2015 il documento verrà consegnato al Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, in occasione della sua visita all'Expo;
    la Carta di Milano rappresenta un percorso bottom-up, ovvero dal basso verso l'alto: essa, infatti, vedrà protagonisti i cittadini, la società civile e le imprese che saranno chiamate, dal 1o maggio 2015, a sottoscrivere la Carta di Milano assumendosi la responsabilità di dare attuazione a precisi impegni. La Carta di Milano, infatti, conterrà una serie di impegni per cittadini, società civile e imprese contro lo spreco alimentare, per l'alimentazione sostenibile, per il diritto alla nutrizione, contro l'uso scorretto del suolo e delle risorse naturali. Saranno poi i cittadini, la società civile e le imprese a chiedere ai Governi e ai Parlamenti di tutto il mondo di assumere ulteriori impegni, giuridici e politici, puntualmente indicati dalla Carta;
    in questo senso la Carta di Milano rappresenta un modello del tutto innovativo di «protocollo» per il cibo: non sono i Governi a imporre dall'alto gli impegni, ma sono cittadini, società civile e imprese a impegnarsi in prima persona e a chiedere ai Governi di impegnarsi per raggiungere gli Obiettivi del Millennio;
    sostenendo la Carta di Milano, il Governo italiano fa propria la sfida di un sistema alimentare globale sostenibile attraverso azioni mirate a combattere lo spreco di cibo, favorire l'agricoltura sostenibile e contrastare fame e obesità. La strada da percorrere è indicata dalle parole di Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con delega a Expo 2015: «La principale eredità di Expo è di contenuto e l'Italia darà anima al grande tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita con la Carta di Milano, un protocollo per tutti i Paesi che decideranno di aderirvi e che in autunno arriverà a New York nella sede Onu per la definizione dei nuovi Obiettivi del Millennio». Un'eredità, dunque, di contenuto e di sostanza: immateriale nella sua definizione ma concreta, operativa e tangibile nella sua attuazione;
    secondo la Commissione europea la produzione e il consumo di cibo generano il 20-30 per cento di tutti gli impatti ambientali dell'Europa, il 17 per cento delle emissioni di gas serra, il 28 per cento di consumo di risorse materiali e altri impatti come consumo di suolo, perdita di biodiversità, deforestazione. Negli ultimi anni, inoltre, il settore agro-alimentare è divenuto terreno di numerose illegalità gestite anche dalla criminalità organizzata. Ma l'agricoltura può in realtà divenire un'importante prospettiva di futuro per il nostro pianeta, sul piano economico e ambientale, ma anche culturale e sociale. Questo è possibile se si riscopre e si coltiva una relazione stretta fra cibo e produzione, se sono valorizzate e privilegiate le numerose pratiche agricole sostenibili, che da anni dimostrano di essere efficaci e di rappresentare una valida alternativa e se si favorisce la diffusione di un modello di agricoltura multifunzionale;
    il cibo che si mangia, il modo in cui lo si produce, gli effetti sul nostro pianeta. Questi sono i temi di Expo 2015 e su questi temi tutto il mondo è chiamato a dare un contributo. Expo è un incrocio di culture. Fin dalla prima edizione londinese del 1851, le Expo servono soprattutto a questo: fare incontrare culture, etnie e comunità nazionali. A Milano ci saranno rappresentanti di 147 Pesi e turisti da tutto il mondo;
    per la prima volta nella storia delle Esposizioni universali, i Paesi partecipanti verranno raggruppati, anziché per criteri geografici, secondo identità tematiche e filiere alimentari. Sono nove i cluster telematici presenti a Expo Milano 2015: riso, cacao, caffè, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-mediterraneo, isole, mare e cibo, zone aride. Al loro interno saranno visitabili aree comuni – mercato, mostra, eventi, degustazioni – e spazi espositivi individuali, in cui ciascun Paese interpreterà a modo proprio i temi dell'Esposizione;
    se si guarda al sistema alimentare globale ci si accorge di tre grandi paradossi del nostro tempo riguardanti il cibo: a fronte di un numero elevatissimo di persone che non vi hanno accesso, un terzo della produzione nel mondo è destinato ad alimentare gli animali e una quota crescente dei terreni agricoli è dedicata alla produzione di biocarburanti per alimentare le auto. E a fronte di quasi un miliardo di persone al mondo che patiscono la fame o sono malnutrite, circa un miliardo e mezzo soffre le conseguenze dell'eccesso di cibo, aumentando il rischio di diabete, tumori e patologie cardiovascolari. Ogni anno si registrano 36 milioni di decessi per assenza di cibo e 29 milioni di decessi per eccesso di cibo, 144 milioni di bambini sono sottopeso, 155 milioni di bambini sono obesi o in sovrappeso. Infine, ogni anno viene sprecato un terzo della produzione alimentare globale, per un totale di circa 1,3 milioni di tonnellate all'anno, una quantità che sarebbe sufficiente a nutrire quasi un miliardo di persone che soffrono la fame o sono malnutrite. Nei Paesi in via di sviluppo le perdite più significative si concentrano nella prima parte della filiera agroalimentare, soprattutto a causa dei limiti nelle tecniche di coltivazione, raccolta e conservazione, o per la mancanza di adeguate infrastrutture per il trasporto e l'immagazzinamento. Nei Paesi industrializzati la quota maggiore degli sprechi avviene nelle fasi finali della filiera agroalimentare (consumo domestico e ristorazione, in particolare);
    compito di Expo è fornire una valida risposta alla domanda se la crescita esponenziale dell'accaparramento delle terre (land grabbing), l'intensificazione dell'agricoltura mediante un eccessivo input di fertilizzanti e pesticidi, l'introduzione di organismi geneticamente modificati siano gli unici strumenti che si hanno per sfamare il mondo oppure se sia nostro dovere, in primo luogo, rendere l'intera filiera del cibo, dalla produzione alla trasformazione e consumo inclusi stili di vita alimentari, più efficiente e sostenibile;
    di «ritorno alla terra» in Italia si parla ormai da diversi anni. La crisi e la disoccupazione spingono i più giovani a cercare nuove strade: anche in professioni, quelle agricole, che fino a qualche anno fa erano snobbate e considerate un retaggio del passato. È un fenomeno ancora marginale da un punto di vista numerico, ma che porta nuova linfa – e nuove competenze – nell'agricoltura italiana e che va seguito con attenzione;
    in tale contesto si segnala l'importanza del progetto, WE-Women for Expo, che parla di nutrimento mettendo al centro la cultura femminile, con la convinzione che la sostenibilità del pianeta passa attraverso una nuova alleanza tra cibo e cultura e che le artefici di questo nuovo sguardo e nuovo patto per il futuro debbano essere le donne;
    l'acqua è destinata a diventare una risorsa strategica quanto il petrolio, se non di più. Già oggi la scarsità d'acqua colpisce circa 1,2 miliardi di persone in ogni continente e altre 500 milioni di persone si troveranno presto a fare i conti con la siccità a causa del cambiamento climatico. Il consumo d'acqua potabile è cresciuto a velocità doppia rispetto alla crescita della popolazione nell'ultimo secolo. La produzione di cibo è in assoluto uno dei fattori che incidono di più sul consumo d'acqua potabile e ridurre l'impronta idrica degli alimenti è una priorità strategica;
    senza ricerca non c’è futuro, anche nel settore agroalimentare. La Carta di Milano è l'occasione per definire strategie di sviluppo scientifico dalla pesca sostenibile al consumo di suolo, dalle biotecnologie all'agricoltura di precisione, dagli organismi geneticamente modificati alla gestione degli scarti alimentari, dal food packaging al food-print;
    a fine Ottocento esistevano circa 8000 varietà di frutta. Oggi ce ne sono meno di 2000. Le motivazioni sono diverse: l'industrializzazione dei processi produttivi, il cambiamento climatico e quello delle abitudini alimentari. Le varietà sopravvissute sono quelle più convenienti da produrre e più adatte al trasporto. È necessario sostenere tutti quei processi che favoriscono il ritorno ad un maggiore biodiversità. La biodiversità comprende la vita in tutte le sue forme e implica la centralità della tutela di tutte le specie viventi sulla terra. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha sancito il valore di tale patrimonio nel 1992 – a Rio De Janeiro – siglando la convenzione sulla diversità biologica. Quando si rinuncia alla biodiversità in agricoltura si corrono gravi rischi perché si rende facile la vita dei parassiti e si mettono a repentaglio intere filiere produttive;
    la sicurezza alimentare è una questione complessa che coinvolge l'intera filiera agro-alimentare. Attiene ai rischi diretti e indiretti per la salute pubblica connessi a cibi, mangimi e materiali a contatto, ma anche alle contraffazioni, alla tracciabilità e alle etichettature. Nonostante i piani nazionali integrati e gli accordi comunitari, le sfide da affrontare sono ancora difficili e richiedono soluzioni globali;
    l'educazione alimentare è senza dubbio un investimento importante per il futuro. Tutti gli studi dimostrano come un'alimentazione corretta sia il principale alleato nella prevenzione di malattie cardiovascolari e tumori, le malattie da cui deriva la maggior parte della spesa sanitaria;
    in tale contesto la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, è un vero e proprio stile di vita che incorpora saperi, sapori, elaborazioni, prodotti alimentari, coltivazioni e spazi sociali legati ai territori. Proprio per valorizzare i valori legati alla dieta mediterranea e rivendicare una sorta di «orgoglio mediterraneo», l'Expo, su proposta del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali italiano, dedicherà una settimana di incontri, dibattiti, sperimentazioni alla «Dieta mediterranea patrimonio dell'Umanità UNESCO», dal 14 al 20 settembre 2015;
    le indicazioni geografiche dop (denominazione di origina protetta) e igo (indicazione geografica protetta) sono strumenti fondamentali per tutelare il made in Italy. I prodotti dop e igp italiani, infatti, rappresentano il 40 per cento dell'intera produzione a denominazione comunitaria, con un fatturato complessivo in relazione alla produzione di circa 7 miliardi di euro;
    dal falso olio extravergine di oliva ai prodotti italian sounding che abbondano sui mercati internazionali: la contraffazione dei prodotti alimentari è una minaccia per la sicurezza dei consumatori e un danno per le imprese del settore, in particolare quelle che operano sui prodotti di alta qualità;
    dalle mozzarelle ai terreni agricoli, dai ristoranti all'autotrasporto, il business dell'agromafia fattura in Italia circa 14 miliardi di euro, trovando terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi e offrendo alla criminalità organizzata un appetibile strumento per riciclare denaro frutto di attività criminose;
    la creazione di un modello di consumo e produzione sostenibili necessita di un intervento globale in cui le azioni dei Governi e delle istituzioni siano tese alla protezione e alla conservazione delle risorse del pianeta, allo sviluppo sostenibile, ad un uso efficiente delle risorse, alla lotta contro la fame e ad affermare il diritto alla sicurezza alimentare per tutti gli abitanti del pianeta ed è importante che la Carta di Milano sia il luogo d'assunzione di impegni di buone pratiche e modelli sostenibili in termini di politiche agricole,

impegna il Governo:

   ad assumere il diritto al cibo come un diritto fondamentale anche valutando l'opportunità di adottare iniziative per inserirlo nella Carta costituzionale;
   ad adoperarsi affinché la Carta di Milano sancisca un «patto per il cibo» che sia una reale assunzione di responsabilità da parte degli Stati per garantire il diritto a un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti, prevedendo, in particolare, i seguenti impegni:
    a) individuazione di un meccanismo che permetta ai Governi e ai sistemi di produzione, trasformazione e commercializzazione della filiera agroalimentare il raggiungimento di risultati dichiarati in modo esplicito e trasparente, prevedendo, ad esempio, che ogni singolo Paese sia tenuto a comunicare le finalità che intende raggiungere e gli obiettivi realizzati nell'ambito dei rapporti Ocse in modo che possano essere monitorati e giudicati dai cittadini;
    b) contenimento e riduzione del consumo di suolo in modo da limitarne l'impermeabilizzazione ed incremento delle food policy in modo da concentrare l'attenzione sulle funzioni ambientali ed agricole del suolo piuttosto che sugli usi urbanistici, per il contrasto al dissesto idrogeologico e per la produzione di cibo;
    c) incremento delle risorse per la ricerca scientifica ed applicata in agricoltura, per sviluppare modelli di adattamento delle colture ai cambiamenti climatici e per i migliorare la produttività agricola nell'ambito della biodiversità, con particolare riguardo alle principali colture euro-mediterranee;
    d) predisposizione di politiche agricole a sostegno dell'agricoltura contadina familiare, dei modelli di aziende biologiche, degli agricoltori che lavorano in modo ecosostenibile e dei piccoli agricoltori locali, che consentano il recupero e la coltivazione dei prodotti tradizionali, che preservino la biodiversità e la varietà delle sementi, delle reti di acquisto di prodotti a chilometro zero e che migliorino le condizioni sociali ed economiche dei piccoli agricoltori;
    e) promozione dell'agricoltura urbana attraverso l'impulso alla creazione di orti urbani e di spazi destinati alla coltivazione assegnati dai comuni in comodato ai cittadini;
    f) implementazione delle esperienze di agricoltura sociale e degli aspetti connessi alla multifunzionalità agricola e delle politiche connesse al ricambio generazionale e al sostegno delle donne in agricoltura, anche attraverso l'istituzione a tale scopo di banche dati nazionali delle terre incolte e abbandonate;
    g) promozione di azioni educative nella scuola sulla base di tre assi principali: quali cibi figurano nella dieta; cosa e quanto si spreca in particolare come consumatori finali, ma anche durante l'intera filiera; come si produce (rispetto agli impatti sulle risorse naturali e sulla salute);
   in considerazione delle dimensioni assunte dal fenomeno dello spreco alimentare e soprattutto dalla portata dei suoi impatti, a sostenere le azioni necessarie a contrastare il fenomeno medesimo ed in particolare:
    a) a dare un significato univoco ai termini food losses e food waste ed armonizzare a livello internazionale la raccolta dei dati statistici;
    b) a comprendere le ragioni degli sprechi alimentari nelle varie filiere agroalimentari e a valutarne meglio gli impatti;
    c) ad investire prima nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e poi sul loro recupero;
    d) ad avviare iniziative di recupero degli sprechi non ancora eliminati attraverso la distribuzione a persone svantaggiate e l'impiego come mangime o, come ultima alternativa, per la produzione di bioenergia;
    e) a favorire lo sviluppo di accordi di filiera tra agricoltori, produttori e distributori per una programmazione più corretta dell'offerta alimentare;
    f) a rendere il consumatore consapevole dello spreco e a insegnargli come rendere più sostenibili l'acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale del cibo;
   ad istituire la «settimana della dieta mediterranea» coinvolgendo scuole, enti di ricerca, soggetti pubblici e privati, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e di diffondere e far conoscere la cultura del mangiare mediterraneo e i suoi effetti benefici non solo sulla salute ma anche sui territori, sul paesaggio e sulla biodiversità agricola;
   ad individuare le possibili modifiche, nell'ambito dell'Unione europea, alle direttive in materia di appalti pubblici, prevedendo misure premiali per le aziende biologiche nell'affidamento dei servizi di ristorazione nelle mense scolastiche.
(1-00769) «Speranza, Dellai, Oliverio, Sani, Rostellato, Fregolent, Martella, Luciano Agostini, Antezza, Anzaldi, Capozzolo, Carra, Cenni, Cova, Dal Moro, Fiorio, Lavagno, Marrocu, Mongiello, Palma, Prina, Romanini, Taricco, Tentori, Venittelli, Zanin, Fauttilli, Gadda, Artini, Baldassarre, Barbanti, Bechis, Mucci, Prodani, Rizzetto, Segoni, Turco».


   La Camera,
   premesso che:
    in occasione dell'Expo 2015, il cui adagio è «Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita», è in corso un dibattito su alcuni nodi cruciali della sfida alimentare globale, che culminerà con l'adozione della «Carta di Milano», un documento che, su esperienze precedenti, come, ad esempio, il «Protocollo di Kyoto», vuole essere lo strumento e il frutto di un percorso partecipato, per guidare il dibattito che si svolgerà nei prossimi mesi, e per tutte le iniziative che diverranno eventi nel semestre dell'Expo 2015;
    la Carta di Milano sarà la dichiarazione conclusiva dell'Esposizione universale da consegnare al Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, quale atto di indirizzo internazionale e quale contributo alle riflessioni che saranno svolte in sede di discussione sui millennium goals a novembre 2015;
    la sua nascita si deve alla giornata «Expo delle idee», del 7 febbraio 2015, nella quale 500 esperti, riuniti all’hangar Bicocca di Milano, hanno avuto modo di cominciare a confrontarsi e analizzare le sfide dell'alimentazione globale intorno a 42 tavoli tematici su argomenti come: lo sviluppo sostenibile all'interno dell'interrelazione tra economia, ambiente e società; culture, identità e stili alimentari; agronomia, nutrizione, economia del cibo; Milano/Italy tra smart e slow city;
    un percorso di riflessione globale, attivato dal basso, che mira al reale coinvolgimento della società civile, che, ponendosi in fase dialogante con i governatori dei vari Paesi, ha l'ambizione di arrivare alla stesura di un documento finale, che in linea con i suoi scopi originali sia in grado di coinvolgere nel dibattito tanti più contributi possibili, ponendosi come obiettivo finale la sfida di un sistema alimentare ed agricolo globale sostenibile, in grado di contrastare gli sprechi alimentari, la fame nel mondo, dai Paesi con economie più povere, alle malattie legate all'alimentazione di Paesi con economie più avanzate, tutelare le culture indigene e le realtà di agricoltura contadina e familiare e garantire cibo sano. Il Governo italiano, sostenendo la Carta di Milano, farà suo questo intento;
    il 22 dicembre 2013 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2014 anno internazionale dell'agricoltura familiare, International year of family farming; tutta la campagna in favore dell’International year of family farming ha avuto inizio nel 2008, ha visto coinvolte oltre 350 organizzazioni provenienti da Paesi di tutto il mondo, da piccole e medie comunità rurali ed aziende agricole fino ai popoli indigeni. L'obiettivo è quello di orientare radicalmente le politiche agricole a favore dell'agricoltura contadina familiare, sia nel mondo sviluppato che nei Paesi in via di sviluppo, ponendo l'attenzione sull'importante ruolo che essa gioca nell'alleviare la fame e la povertà, nel rafforzare la sicurezza alimentare e la nutrizione, nel migliorare i mezzi di sussistenza, nella gestione delle risorse naturali, nella protezione dell'ambiente e nel raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali e marginali. Secondo un'analisi condotta da «Via Campesina», un'organizzazione internazionale fondata nel 1993 con più di 160 organizzazioni in 79 Paesi, che conta più di 200 milioni di contadini e contadine aderenti, le piccole e medie aziende contadine sono la spina dorsale economica e sociale dell'agricoltura europea, la più potente a livello mondiale, dove in media le aziende agricole sono di 14 ettari, oltre il 69 per cento delle aziende agricole coltivano meno di 5 ettari e solo il 2,7 per cento possiede più di 100 ettari. Imperniate sulle capacità e sull'intensità del lavoro – non sul capitale – adattate all'infinita diversità delle condizioni naturali, sociali ed economiche, queste strutture produttive garantiscono la sicurezza e la diversità alimentare ai cittadini europei e sono un modello di sostenibilità sociale, economica ed ecologica. Sposando un altro modello di sviluppo agricolo che, contrapponendosi all'agricoltura industriale, basata sul mercato di grossa scala e sulle monoculture, salvaguarda il territorio ed è in grado di dare risposte adeguate sia alla crisi economica che a quella climatica;
    in Europa e in Nord America si stima che i consumatori buttino via tra i 95-115 chilogrammi pro capite di cibo all'anno, mentre nel Sud-Est asiatico e nell'Africa sub-sahariana il dato è di 6-11 chilogrammi pro capite; lo spreco alimentare ha assunto, e sta sempre più assumendo, una dimensione di portata mondiale, tanto che metà del cibo prodotto nel mondo non arriva mai ad essere consumato. Il problema dello spreco alimentare è da ritenersi connesso alle politiche economiche e di marketing che, negli ultimi 20 anni, hanno prodotto fattori e azioni comportamentali altamente distorsivi della realtà fattuale con tutte le conseguenze effettuali che da tale modus comportandi e vivendi sono derivate. Le politiche di marketing delle multinazionali e le normative sulla brevettazione dei prodotti agroalimentari hanno contribuito a generare comportamenti sociali tendenti a produrre sempre più «spreco» e «scarto» alimentare. I dati sullo spreco di cibo nei Paesi industrializzati ammonta a 222 milioni di tonnellate, ossia il corrispettivo della produzione alimentare disponibile nell'Africa sub-sahariana, che è di 230 milioni di tonnellate; la Fao stima che a livello mondiale la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti ammonta a 1,3 miliardi di tonnellate e che 925 milioni di persone nel mondo sono a rischio di denutrizione, mentre la popolazione mondiale ipernutrita è pari a quella sottonutrita e/o denutrita: questi dati allontanano, oggettivamente, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, incluso quello di dimezzare la fame e la povertà entro il 2025; sempre secondo dati della Fao, il previsto aumento da 7 miliardi a 9 miliardi della popolazione mondiale richiederà un incremento minimo del 70 per cento della produzione alimentare entro il 2050. Secondo i dati dell'indagine realizzata nel 2012 dalla Fondazione per la sussidiarietà e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con Nielsen Italia, lo spreco alimentare in Italia ammonta a 6 milioni di tonnellate, pari a un valore di 12,3 miliardi di euro (6,9 miliardi direttamente dai consumatori);
    rispetto ai trattati internazionali in corso di negoziazione, come, ad esempio, il Transatlantic trade and investment partnership, Ttip, è doveroso sottolineare come l'agricoltura europea, frammentata in milioni di piccole aziende, finirebbe per entrare in crisi se non venisse più protetta dai dazi doganali e, soprattutto, se venisse dato il via libera alle colture geneticamente modificate. Ci sarebbero anche rischi per i consumatori perché i principi su cui sono basate le leggi europee sono diverse da quelli degli Stati Uniti. In Europa vige il principio di precauzione (l'immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi), mentre negli Stati Uniti per una serie di prodotti si procede al contrario: la valutazione viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto (possibilità di ricorso collettivo o class action, indennizzazione monetaria). Oltre alla questione degli organismi geneticamente modificati, questa critica viene sollevata relativamente all'uso di pesticidi, all'obbligo di etichettatura del cibo, all'uso del fracking per estrarre il gas e alla protezione dei brevetti farmaceutici, ambiti nei quali la normativa europea offre tutele maggiori. Non ultime, in questo discorso, le produzioni di qualità che contraddistinguono l'Italia nello scenario mondiale quale leader nell'esportazione di prodotti alimentari dop, igp e stg. Evocare la denominazione di un prodotto tipico fa parte di quel fenomeno di slealtà commerciale chiamato italian sounding, ossia la contraffazione imitativa che danneggia gravemente il made in Italy anche in Paesi come gli Stati Uniti. Non è che l'Italia sia più competitiva degli Usa in generale, ma l'Italia esporta prodotti alimentari di altissima qualità legati agli elevati standard qualitativi che i disciplinari tecnici europei richiedono per conseguire le denominazioni;
    alcuni prodotti alimentari italiani sono salvaguardati dalle imitazioni nell'Unione europea ma non negli Stati Uniti. Le conseguenze di tale accordo potrebbero seriamente minare le produzioni di qualità e, quindi, mettere in crisi non solo l'Italia, ma anche quei Paesi europei che basano i propri prodotti sulla «tipicità». Proteggere dall'immissione di organismi geneticamente modificati vuol dire agire a tutto tondo: dalla mangimistica ai controlli sull'immissione in commercio, avvalendosi della clausola di salvaguardia che garantisce al nostro Paese il successo del marchio made in Italy; con il Transatlantic trade and investment partnership questa garanzia non sarebbe più tale e le ricadute economiche sul settore agroalimentare e sulla salute dei cittadini potrebbero assumere contorni catastrofici;
    la prima causa del diffondersi delle fitopatie e parassiti delle piante è senza dubbio rappresentata dai grandi flussi di merci che alimentano gli scambi commerciali. Gli imballaggi, i mezzi di trasporto ed il materiale vegetale trasportato si spostano da un continente all'altro, raggiungendo zone geografiche anche molto lontane dal loro areale di origine. Si tratta di ambienti nuovi per i patogeni importati, dove mancano i naturali antagonisti e la diffusione è semplificata. È poi da considerare che le grandi multinazionali, che operano nel campo della riproduzione vegetale, come le aziende sementiere, hanno insediato i propri stabilimenti nei Paesi in via di sviluppo, dove i costi di produzione, essenzialmente la manodopera e l'energia, sono ridotti, con scarsa attenzione alle condizioni ambientali di contorno, dove sono presenti microrganismi, insetti o virus che possono seguire i semi nel loro lungo viaggio verso i Paesi industrializzati. Gli scarsi o inefficaci controlli fitosanitari del materiale in partenza non permettono di limitare questo rischio alla fonte. Non potendo gestire il problema alla fonte, i Paesi importatori hanno stabilito delle regole per l'ingresso del materiale vegetale;
    in Europa questa attività viene svolta dall’European and Mediterranean plant protection organization. I suoi obiettivi riguardano la protezione delle piante, lo sviluppo di strategie contro l'introduzione e la diffusione di patogeni, la promozione della sicurezza e di efficaci metodi di controllo. All'atto dell'arrivo del materiale vegetale, imballaggi compresi, vengono effettuate delle ispezioni da parte degli ispettori fitosanitari alle dogane e, se tutte le condizioni previste sono state rispettate, viene rilasciato un apposito certificato fitosanitario. Tale certificato attesta l'idoneità del prodotto, in base alla legislazione vigente e nel rispetto degli accordi internazionali, grazie al quale le piante, che hanno rilevanza economica (alimentare, forestale, ornamentale), possono circolare liberamente. Nonostante i controlli, molti parassiti sono già entrati nel continente europeo, quali: la anoplophora chinensis, coleottero che attacca i fruttiferi e le alberate, il dryocosmus kuriphilus, il cinipide del castagno che sta arrecando ingenti danni in molte aree forestali del nostro Paese, la varroa e il coleottero dell’athina tumida che ha colpito le api, e la xylella fastidiosa negli ulivi pugliesi. Si sta cercando di evitare l'introduzione della phakopsora pachyrhizi, fungo agente della ruggine asiatica della soia, la cui diffusione negli ultimi 100 anni può servire da esempio per capire quanto difficile sia combattere una patologia. Rilevata per la prima volta in Asia nel 1902, dove fu causa di ingenti danni, si diffuse tramite spore trasportate da correnti d'aria in Africa e, a partire dal 2000, in America latina, da dove è poi sbarcata negli Stati Uniti;
    il land grabbing è un fenomeno che assume dimensioni sempre più planetarie, dove le vittime principali sono gli abitanti dei Paesi più poveri del mondo che vengono depauperati del loro sostentamento principale che è la terra. Il fenomeno socio-economico è drammaticamente in crescita esponenziale e si realizza grazie all'azione congiunta sia degli Stati che delle imprese, ma a prevalere nel percorso di accaparramento della terra è soprattutto il settore privato. L'asse portante consiste in investimenti a basso costo in terre del sud del mondo, dove si concentra circa il 40 per cento di tutte le fusioni e acquisizioni agricole. A «cedere» la loro terra sono, in generale, i Paesi più poveri, per la disponibilità e il basso costo della superficie coltivabile, per il clima favorevole e per la disponibilità di manodopera quasi a costo zero. Nella maggior parte dei casi, si tratta di Paesi che rientrano nella fascia con il più elevato rischio di fame e povertà al mondo;
    la contrattualistica si codifica in assenza di clausole vincolanti e precise che prevedano iniziative sociali e lavoristiche concrete da parte degli investitori a favore delle zone interessate dal fenomeno, oltre a riguardare il controllo e la verifica degli «impegni sottoscritti». La durata delle concessioni risulta essere molto lunga, 30, 40 e, in alcuni casi, anche 90 anni, con accordi che prevedono affitti risibili che vanno dai 2 ai 10 dollari per ettaro, come in Sudan o in Etiopia. Gli interessi sono consoni alle esigenze degli investitori, senza riferimenti alla sicurezza alimentare delle popolazioni locali, che si vedono destinata solo una minima parte dei raccolti. Per sicurezza alimentare si intende non solo il ridotto raccolto che spetta ai locali, certamente non sufficiente per i loro fabbisogni alimentari, ma si estende anche all'alimentazione e alla protezione degli animali, anch'essi appartenenti alla catena alimentare. La sicurezza alimentare riguarda il tema dell'assenza di controlli veterinari e, non ultimo, dell'igiene, la cui assenza produce innumerevoli infezioni agli animali e agli esseri umani stessi;
    da qualche tempo, gli accaparratori di terre hanno messo gli occhi anche sui suoli più fertili d'Europa e d'Italia, dove i fenomeni di land grabbing si situano nella zona della Costa Smeralda, di Porto Torres e della provincia di Cagliari;
    l'agricoltura italiana sta vivendo uno dei periodi più drammatici della sua storia. I costi di produzione hanno raggiunto livelli insostenibili, mentre i ricavi delle produzioni agricole sono fermi agli anni settanta e non sono affatto remunerativi a causa del dimezzamento dei redditi degli agricoltori. A questa drammatica situazione non si è riusciti, ad ora, a dare una risposta, nonostante i notevoli servizi di multifunzionalità che il mondo agricolo offre alla società sotto il profilo della salute pubblica, della tutela dell'ambiente, del presidio del territorio e della biodiversità. Accanto a una situazione di grave disagio economico e sociale del comparto agricolo, il livello di tassazione e di imposizione fiscale rischia di far chiudere un numero non calcolato di aziende agricole, con tutti i drammatici effetti collaterali che un evento del genere comporterebbe per molti territori che vivono solo di agricoltura. A questo si aggiunga l'eccessiva burocratizzazione che spesso penalizza e rallenta il percorso di molti imprenditori agricoli, soprattutto i piccoli imprenditori, lasciando il mercato nelle mani di pochi monopoli. La burocratizzazione impedisce, altresì, la cooperazione fra i vari Stati;
    la fase di emergenza dei mercati agricoli e la conseguente diffusa volatilità dei prezzi, derivante dall'assenza di una condivisa regolamentazione globale del mercato delle merci che ha caratterizzato il settore nell'ultimo decennio, continuano a manifestare i propri segnali negativi;
    il suolo è una risorsa non rinnovabile che svolge funzioni ecosistemiche per la società nel suo complesso olistico. I processi di antropizzazione che l'uomo pone in essere con le sue attività produttive occupano sempre più porzioni di territorio che viene trasformato in modo pressoché irreversibile. Il ritmo di questi processi è cresciuto parallelamente allo sviluppo delle economie: quello dell'aumento del consumo di suolo è un fenomeno globale, in cui, per la scarsità di suolo edificabile, l'avanzata dell'urbanizzazione contende il terreno all'agricoltura e spinge all'occupazione di aree non adatte all'insediamento, come quelle a rischio idrogeologico;
    il consumo di suolo agricolo, inoltre, è corresponsabile di fenomeni di alterazione climatica, come l'innalzamento della temperatura e la diminuzione delle risorse edibili per l'uomo, la cui miscela socio-ambientale produce delle drammatiche conseguenze socio-economiche in quei Paesi dove si «mastica la fame»;
    in agricoltura, le monocolture, ossia il sacrificare vaste zone di territorio per la coltura di un'unica specie vegetale in maniera intensiva e standardizzata, sono tra le principali cause della scomparsa di biodiversità. Convertire foreste rigogliose, ecosistemi ricchi e variegati e complessi in monocolture significa condannare a morte milioni di creature vegetali e animali. Questo processo tanto sbandierato come «sviluppo» e «progresso» dalle multinazionali, di fatto ha contribuito enormemente ad aumentare il tasso di povertà nel mondo. Le aree impiegate per questo tipo di coltivazione, ormai sempre più frequente viene gestito da grandi gruppi, i quali esercitano – in un mercato globalizzato tendente alla riduzione progressiva delle varietà colturali in modo da esser più facilmente controllato – nelle zone delle foreste pluviali operazioni massicce di disboscamento, come avviene da anni in Amazzonia e negli ultimi due lustri per la Mata atlantica (fenomeno questo conosciuto come «desmatamento»);
    le foreste pluviali tropicali sono gli ecosistemi terresti più ricchi. Esse coprono il 7 per cento della superficie mondiale e danno rifugio al 70 per cento di tutte le specie. Le monocolture, quindi, rendono sterili i terreni, impoveriscono i sottosuoli e pregiudicano le sorgenti genetiche dell'agricoltura, rendendo i raccolti più vulnerabili alle fitopatie. La conseguenza è la drammatica alterazione degli equilibri microcosmici e sistemici, oltre al fatto che viene messo in serio rischio la sicurezza e la sovranità alimentare. La distruzione della biodiversità favorisce le infezioni e le patologie, perché le piante si indeboliscono e sono più facilmente attaccabili dagli insetti che negli ultimi 40 anni hanno raddoppiato i danni alle colture, nonostante l'uso di pesticidi sia decuplicato;
    l'agricoltura intensiva è l'attività che richiede più utilizzo di acqua in Europa. Circa l'80 per cento della risorsa idrica è impiegata nell'irrigazione, spesso inefficiente per la cattiva manutenzione degli impianti e per il ricorso a tecnologie obsolete e poco attente al risparmio idrico. L'agricoltura industrializzata non si limita ad impiegare ingenti quantità di acqua, ma è causa anche di inquinamento. Infatti, i fertilizzanti chimici e i pesticidi penetrano nel terreno raggiungendo e inquinando le falde acquifere sotterranee oppure vengono dilavati dalle acque meteoriche (piogge) e di irrigazione e immessi direttamente nelle acque superficiali in quantità tali da comprometterne la capacità autodepurativa. Inoltre, lo sconsiderato utilizzo di acqua, ossia il divario esistente tra il rifornimento idrico e la domanda di acqua, sta aumentando in quelle aree che già oggi soffrono di carenza idrica, aggravata dai crescenti e violenti fenomeni di siccità, e si rivelerà il maggior vincolo alla crescita e allo sviluppo agricolo sostenibile;
    in Europa, soprattutto nelle aree meridionali e centrali, la disponibilità di acqua diminuirà sempre di più a causa di una continua diminuzione delle precipitazioni estive e delle elevate esigenze idriche di alcune tipi di colture e metodi di coltivazione semi o totalmente industrializzati;
    nei Paesi del sud del mondo l'acqua utilizzata per l'irrigazione rappresenta ben il 91 per cento del consumo idrico (rispetto al 39 per cento dei Paesi ad alto reddito), ma la produzione agricola è pari ad un terzo di quella dei Paesi industrializzati, poiché metà dell'acqua destinata all'irrigazione evapora per le elevate temperature, oppure si perde a causa delle pessime reti idriche di distribuzione;
    il fenomeno della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento dei migranti rimane una delle prime problematiche da affrontare e risolvere a livello globale. Un fenomeno che coinvolge un alto numero di migranti che finiscono in circuiti di marginalità sociale e illegalità, vittime di un sistema di sfruttamento sia a livello di manodopera che sessuale;
    la presenza di un gran numero di lavoratori vulnerabili e disponibili a salari bassi ha consentito a molte aziende di reggere alla crescente pressione sui prezzi dei prodotti agricoli operata da commercianti, industrie conserviere e catene della grande distribuzione organizzata, causata dalla competizione internazionale dovuta alla liberalizzazione dei mercati dei prodotti agricoli. I conflitti sociali avvenuti negli anni scorsi a El Ejido in Andalusia, a Manolada in Grecia e nelle Bouches-du-Rhône in Francia mostrano come i lavoratori migranti impiegati in agricoltura siano in condizioni difficili un po’ in tutta Europa, sebbene con modalità differenti. Per non parlare dell'agricoltura californiana, che alcuni economisti e sociologi hanno individuato come il modello – fatto di agricoltura intensiva e ipersfruttamento dei migranti – cui si sta conformando l'agricoltura europea, soprattutto mediterranea. Per continuare si può citare la disumana condizione degli operai agricoli palestinesi nella Valle del Giordano, i quali lavorano in condizioni disastrose, fino a 18 ore al giorno, privi di qualsivoglia sistema di sicurezza. Di conseguenza, gli incidenti sul lavoro sono ricorrenti e spesso mortali. La piaga dello sfruttamento dei braccianti agricoli è di matrice globale ed ha urgenza di essere affrontata in modo dirimente;
    i modelli economici perseguiti finora hanno portato alla dipendenza di quelle fonti energetiche che maggiormente si allineano con il metodo della continua ricerca del profitto. L'uso del petrolio, per il quale si stima che, agli odierni ritmi estrattivi, si esaurirà tra il 2040 e il 2070, sta spingendo le aziende a trovare alternative energetiche di approvvigionamento. Gli agrocombustibili, in quota parte, sono proposti sia come alternativa al petrolio, sia come mezzo per combattere il riscaldamento climatico globale e per questo le maggiori imprese internazionali si stanno lanciando in questo nuovo mercato, che risulta essere, però, contrario alle necessità alimentari dei popoli. Il rischio, tuttavia, è che, diffondendo la sostenibilità di questa fonte energetica, le multinazionali potranno liberamente sfruttare i beni agricoli per il mercato energetico. Il biocarburante esiste in virtù del biocombustibile, cioè un propellente ottenuto in modo indiretto dalle biomasse: grano, mais, bietola, canna da zucchero. E dunque i biocarburanti di prima, seconda e terza generazione riducono la disponibilità di derrate alimentari, aumentando la fame nel mondo. Peraltro, la coltivazione delle materie prime necessarie a produrli, in generale, è inquinante: la produzione di biodiesel, per esempio, è molto dispendiosa dal punto di vista idrico. Un calcolo calorico porta a dire che mantenere i veicoli col cibo umano è dispendioso. Questi sono solo alcuni dei problemi legati all'uso improprio dei biocarburanti. La teoria economica classica attesta che se la domanda supera l'offerta i prezzi crescono. Gli speculatori finanziari comprano dai contadini (principalmente del terzo mondo) il grano ad un prezzo molto basso e fanno in modo che questo prezzo aumenti nel tempo, sostenendo artificiosamente la domanda e contenendo l'offerta, realizzando così forti guadagni. È chiaro che, con questi meccanismi, i prezzi dei cibi di prima necessità subiscono aumenti molto elevati, tutto a scapito di milioni di persone che muoiono di fame. La speculazione finanziaria sui generi alimentari ha causato negli ultimi anni la sottoalimentazione di circa 850 milioni di persone. Questa situazione è stata stigmatizzata sia dalla Fao che dalla Banca mondiale: entrambe le istituzioni affermano che tra il 2007 e il 2008 si è registrato un aumento di circa l'88 per cento del prezzo dei cereali e, in generale, dell'80 per cento di tutte le granaglie. Gli agrocombustibili nuoceranno in maniera devastante anche sulle riserve d'acqua. Secondo l'Istituto internazionale per l'acqua, la produzione su larga scala di agrocombustibili provocherà nel 2050 il raddoppio dell'attuale fabbisogno idrico destinato all'agricoltura. Attualmente, circa l'80 per cento del totale di acqua dolce consumata dall'uomo è utilizzato in questo settore. Dal punto di vista sociale la produzione in massa di agrocombustibile diventerebbe più dannosa del problema dell'inquinamento che si pensa di risolvere. La paura è che in un'economia come questa, se gli agrocombustibili danno/daranno alle imprese maggiori profitti rispetto al mais, al grano e ad altro, difatti verrà privilegiata la coltura a scopo speculativo in luogo di quella a scopo alimentare;
    i semi rappresentano il dono della natura, elevata energia in uno spazio notevolmente piccolo, un micro universo in evoluzione a cui è legata la storia dell'umanità. È compito dell'uomo salvaguardarli, responsabilità dell'uomo tramandarli alle generazioni future. Facendoli rivivere ogni anno, ogni giorno, in ogni luogo e assecondando la loro più intima natura, si provvede ai bisogni di nutrimento dell'uomo;
    il sapere accumulato sulle proprietà curative delle piante, gli effetti sulla salute e come anche su certe particolari prassi di coltivazione e interazioni con il mondo animale e vegetale, con il suolo e con l'acqua, si è ampliato ed è stato tramandato nei secoli e nei millenni. L'accelerazione delle rivoluzioni tecnologiche in tutti i campi e la crescente concentrazione del potere economico nelle mani di un ristretto gruppo di persone e imprese hanno prodotto una sempre maggiore omogeneizzazione delle strategie produttive e delle culture umane. Si stanno distruggendo, con delle modalità e ad una velocità senza precedenti, la variabilità genetica della vegetazione spontanea e della fauna, come anche la diversità delle lingue e delle culture. La rapida estinzione delle coltivazioni diversificate e delle varietà colturali e lo sviluppo di sementi non rinnovabili (gli ibridi di «proprietà riservata» e i semi sterili prodotti con la cosiddetta tecnologia Terminator) minacciano il futuro della vita del seme e, con esso, il futuro dei coltivatori e della sicurezza alimentare. La libertà di gestire i semi e la libertà dei coltivatori sono minacciate dai nuovi diritti di proprietà e dalle nuove tecnologie che stanno trasformando i semi da bene comune condiviso del mondo contadino ad un bene di consumo sotto il controllo centralizzato dei monopoli corporativi. Il libero scambio dei semi è importante per la conservazione della diversità biologica e deve contestualmente riguardare la condivisione di conoscenze e lo scambio di idee, facilitando una crescita collettiva della comunità;
    gli allevamenti intensivi si espandono sul suolo terrestre e nei mari come immense, spietate chiazze tossiche, divorando salubrità e risorse di ogni sorta. All'interno di essi, cardine dell'industria globale del cibo, finisce la metà degli antibiotici fabbricati al mondo, mentre le monocolture di cereali e soia destinate al bestiame causano deforestazioni e impoveriscono per sempre gli habitat naturali. L'allevamento intensivo, noncurante del benessere animale, reca sofferenza agli animali e danno alle comunità locali, costrette a subirne inquinamento dovuto ai gas climalteranti prodotti dalle pratiche intensive degli allevamenti. Gli stessi operatori impiegati in simili strutture risentono di condizioni di lavoro estreme a causa degli elevati livelli di ammoniaca con cui entrano in contatto;
    il livello elevato di utilizzo degli antibiotici, che si usano per allontanare le malattie da ambienti così malsani, contribuisce alla proliferazione di «super batteri» antibiotico resistenti. Il grande numero di animali da allevamento che necessita di ingenti quantità di mangime (coltivato in vaste aree agricole, usando pesanti quantitativi di acqua, energia, fertilizzanti e pesticidi) produce una quantità enorme di rifiuti, causando un serio inquinamento e degrado ambientale. I liquami di origine animale e vegetale prodotti negli allevamenti hanno un potenziale inquinante molto più elevato di quello dei liquami domestici. L'eccesso di azoto proveniente dagli allevamenti può causare l'inquinamento delle falde acquifere, aumentando il livello di nitrati nell'acqua potabile, a cui si aggiunge l'eutrofizzazione (arricchimento di sostanze nutrienti) degli acquedotti, che può causare la proliferazione di alghe (diminuisce la quantità di ossigeno presente nell'acqua), con conseguenti morie di pesci ed altri organismi acquatici, tant’è che l'Agenzia europea per l'ambiente afferma che: «è diventato un gravissimo problema nell'Europa nordoccidentale». I fertilizzanti e i pesticidi diminuiscono la biodiversità; 20 specie britanniche di uccelli hanno subìto una riduzione di popolazione di oltre il 50 per cento negli ultimi 25 anni,

impegna il Governo:

   ad assumere il diritto al cibo come un diritto fondamentale, assumendo iniziative per il suo inserimento nella Carta costituzionale;
   ad adoperarsi affinché la Carta di Milano sancisca un «patto globale per il cibo» che sia una reale assunzione di responsabilità da parte degli Stati al fine di garantire il diritto a un cibo sano, sicuro, sufficiente e accessibile per tutti, prevedendo, in particolare, i seguenti impegni:
    a) adottare iniziative a favore dell'agricoltura familiare, riconoscendo, anche giuridicamente, al coltivatore il ruolo sociale e ambientale che svolge nel proprio territorio, in particolare nelle aree considerate marginali, montane e soggette a spopolamento;
    b) incentivare un modello di alimentazione che riduca gli sprechi alimentari ed inutili scarti, promuovendo informazione e responsabilizzazione nei consumi, sostenendo percorsi premiali affinché le mense scolastiche europee offrano cibo biologico e a chilometro zero agli studenti;
    c) ostacolare il fenomeno del land grabbing, le cui vittime principali sono gli abitanti dei Paesi più poveri del pianeta, depauperati delle loro terre native e delle risorse per il proprio sostentamento, attraverso concessioni governative imposte o cessioni unilaterali in favore di grandi investitori e Governi stranieri, a scapito della sicurezza e della sovranità alimentare delle popolazioni locali che si vedono destinate solo una minima parte dei raccolti;
    d) disincentivare, su scala globale, le agricolture industriali che basano la propria strategia produttiva sulle monoculture e sull'utilizzo massiccio di fitofarmaci che si sono rivelati nel tempo un modello di sviluppo insostenibile per il pianeta e per la tutela della biodiversità, delle foreste primarie e delle risorse idriche;
    e) impedire su scala globale quelle agroenergie che ricorrono alla produzione della monocoltura agricola, valorizzando le nuove tecnologie che utilizzano gli scarti di lavorazione del processo produttivo dei beni di prima necessità, che, se non opportunamente valorizzati, si traducono in esternalità negative per l'ambiente e la società;
    f) arginare il fenomeno del consumo di suolo, prevedendo che i suoli agricoli non possano cambiare la loro destinazione d'uso e/o essere impermeabilizzati, se non in casi eccezionali e d'interesse pubblico, mitigando il dissesto idrogeologico con l'implementazione di politiche occupazionali pubbliche per il ripristino dell'equilibrio ambientale e sistemico;
    g) rafforzare la sicurezza alimentare globale, mantenendo inalterato il principio di precauzione e gli standard qualitativi e di sicurezza sui prodotti agroalimentari del mercato europeo, promuovendo su scala globale questi principi e non sottoscrivendo alcun trattato internazionale che preveda accordi al ribasso per il sistema agricolo e alimentare europeo o che possa prevedere il sistema degli arbitrati internazionali, lesivo dell'autonomia dei Governi e della stessa democrazia sociale;
    h) promuovere l'adozione di un protocollo internazionale per la movimentazione delle merci agroalimentari e intensificare il sistema dei controlli riguardo la movimentazione di prodotti agroalimentari da altri continenti, al fine di impedire l'ulteriore contaminazione e l'introduzione di parassiti e malattie esotiche per le piante e gli animali autoctoni, in modo da salvaguardare le razze e le varietà vegetali locali;
    i) sostenere il principio del libero scambio delle sementi, contrastando la diffusione delle sementi geneticamente modificate e ostacolando la brevettabilità delle sementi, che troppo spesso si traduce nel monopolio di alcune varietà da parte di grandi multinazionali del biotech, le quali limitano l'indipendenza degli agricoltori, impedendo ad essi, di fatto, la riproduzione e la selezione delle varietà vegetali e delle razze animali;
    l) adottare a livello globale un modello di allevamento, per terra e per mare, che sia rispettoso dell'ambiente ecologico e del benessere animale, in cui la mangimistica sia tracciabile, certificata e non lesiva dell'ecologia planetaria, ovvero che non amplifichi o addirittura sia causa dei processi di deforestazione, come oggi invece avviene per le coltivazioni che producono soia, mais e olio di palma, in particolare nelle zone delle foreste tropicali;
    m) mettere in atto a livello globale ogni strategia di contrasto allo sfruttamento sessuale e della manodopera dei braccianti agricoli e ponendo attenzione alle condizioni di salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, con particolare sensibilità relativamente alle irrorazioni di fitofarmaci cui sono sottoposti senza le necessarie precauzioni, in un'ottica di cooperazione in grado di stilare una «Carta dei diritti universali dei braccianti» impegnati nel settore dell'agricoltura;
    n) snellire le pratiche burocratiche nel settore agricolo al fine di renderle più sostenibili per chi fa agricoltura e facilitare la cooperazione fra i vari Stati, regolamentando il mercato globale agricolo in senso cooperativistico e mutualistico, soprattutto nel settore dello scambio delle merci.
(1-00776) «Scotto, Zaccagnini, Franco Bordo, Palazzotto, Pellegrino, Zaratti, Fratoianni, Pannarale, Airaudo, Costantino, Duranti, Daniele Farina, Ferrara, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nicchi, Paglia, Piras, Placido, Quaranta, Ricciatti, Sannicandro».


(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

   La Camera,
   premesso che:
    l'Esposizione universale Expo 2015, che avrà luogo a Milano tra il 1o maggio e il 31 ottobre 2015, ha scelto come tema «Nutrire il Pianeta, energia per la vita», puntando l'attenzione su tutto ciò che riguarda l'alimentazione mondiale: dal problema della mancanza di cibo in alcune zone del pianeta, all'educazione alimentare, fino alla conoscenza delle attività legate alla produzione dell'agroalimentare e alle innovazioni introdotte rispetto all'agricoltura tradizionale, quali gli organismi geneticamente modificati;
    oltre agli aspetti legati alle attività economiche, la principale eredità di Expo 2015 è di contenuto e riguarda il diritto ad un'alimentazione sana, sicura e soprattutto sufficiente per tutto il pianeta, principalmente attraverso una rivalutazione dell'importanza del territorio, della redistribuzione e della genuinità del cibo, nonché della preservazione ed individuazione dei migliori strumenti di controllo e di innovazione;
    la Carta di Milano, una sorta di protocollo sul cibo che nasce da un percorso di ricerca, confronto e proposta sui temi di Expo, non è solo un documento di intenti, ma contiene una serie di impegni per cittadini, società civile ed imprese per un'alimentazione sostenibile, per il diritto universale alla nutrizione, per il contrasto al consumo del suolo agricolo e all'uso scorretto delle risorse naturali in quanto beni comuni, ed è finalizzata a sollecitare un'assunzione di responsabilità in tale direzione da parte dei Governi e dei Parlamenti di tutto il mondo;
    sostenendo la Carta di Milano anche il Governo italiano assume gli impegni che in essa sono contenuti. Il settore agroalimentare è una delle eccellenze del nostro Paese, tanto da essere l'unico settore in crescita – sia in termini di occupazione che di export di prodotti – in un momento di grave crisi economica come quello attuale; esso comprende, oltre alle grandi produzioni, anche tutti i prodotti tradizionali e locali derivanti dall'attività della piccola agricoltura contadina;
    molte sono le associazioni di cosiddetti «agricoltori contadini» che in questi anni stanno portando avanti la battaglia per il riconoscimento a livello nazionale di un'agricoltura piccola ma foriera di grande valore per la riscoperta e conservazione di colture tradizionali lavorate con metodi naturali, sostenibili e biologici;
    la piccola agricoltura contadina sposa pienamente il tema dell'Expo 2015, poiché ha come obiettivi quello di valorizzare le colture locali e disincentivare il consumo di prodotti che non siano derivanti da una filiera corta; di contemplare metodi di lavorazione, coltivazione e allevamento sostenibili e che usino la biodiversità agroalimentare come mezzo per rispondere alle sfide che impone il cambiamento climatico;
    circa 9 su 10 delle 570 milioni di aziende agricole esistenti al mondo sono gestite da famiglie e costituiscono un fattore potenzialmente cruciale di cambiamento verso il raggiungimento della sicurezza alimentare e l'eliminazione della fame; come afferma l'ultimo rapporto dell'Onu e come scrive lo stesso direttore generale della Fao, Josè Graziano de Silva, nell'introduzione al nuovo rapporto Fao, «le aziende agricole a conduzione familiare producono circa l'80 per cento del cibo a livello mondiale. La loro significativa presenza e la loro produzione testimoniano che esse sono cruciali per la soluzione del problema della fame che affligge 800 milione di persone (....) e che sono una componente chiave dei sistemi alimentari sani di cui abbiamo bisogno per condurre delle vite più sane»;
    è evidente che la strada da intraprendere, che verrà indicata dalla Carta di Milano, è in netta antitesi con quella adottata dalle multinazionali che producono cibo globalizzato (a danno delle tradizioni alimentari locali) e che spesso distruggono le sementi millenarie di alto valore per la sopravvivenza dell'agricoltura sana e di qualità. Infatti, è con l'agricoltura intensiva che si preparano cibi artefatti, sempre meno naturali, organismi geneticamente modificati, ridotti a qualcosa di simile al carburante necessario ad alimentare la «macchina umana» e che sottostanno all'esigenza di produrre sempre di più per consumare di più, per fare solo sempre più profitto;
    il 2015 è stato indicato dall'Onu come l'anno internazionale del suolo; è noto che esiste una stretta correlazione tra estensione della superficie agricola e sicurezza alimentare, eppure, ad esempio, in Italia il ritmo con cui si continua a perdere suolo agricolo è di 11 ettari all'ora, ovvero circa 2.000 alla settimana, 8.000 al mese. In poco meno di 20 anni si sono perduti qualcosa come due milioni di ettari coltivati, ovvero l'incredibile percentuale del 16 per cento di tutte le campagne agricole del Paese;
    la crescente sottrazione di suolo per uso agricolo rischia di incidere pesantemente sul costo dell'approvvigionamento alimentare in Italia, dove attualmente è coperto solo il fabbisogno di cibo di tre cittadini su quattro e si rendono pertanto necessarie le importazioni per coprire il restante deficit produttivo. Quindi, da una parte cresce la domanda di cibo, dall'altra diminuiscono le terre coltivate. Questa contraddizione va fermata non solo in Italia, ma in tutto il pianeta, onde evitare l'incremento della dipendenza dall'estero nel campo agroalimentare, in un contesto globale in cui le stime di Fao e Ocse parlano, per i prossimi anni, di un rallentamento della crescita produttiva mondiale, a cui si affianca però la costante crescita demografica che porterà nel 2050 a superare la soglia dei 9 miliardi di abitanti nel pianeta;
    l'Expo delle idee è stato avviato l'8 dicembre; in quella sede 42 tavoli tematici hanno dato il via ad un'elaborazione collettiva che si concluderà con la cosiddetta Carta di Milano. Il focus, come si sa, è puntato sulla nuova frontiera del diritto: il cibo per tutti. Malgrado l'ambizione, i gruppi di lavoro non hanno individuato un panel da dedicare al consumo del suolo indebolendo così la struttura dell'intero impianto;
    il 31 marzo 2015, in sede di presentazione del SOER 2015, dossier di valutazione integrata dell'ambiente in Europa, Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Agenzia europea dell'ambiente, ha sottolineato come manchi tuttora un obiettivo europeo comune sulla tutela del suolo, per il quale si prevede un trend di deterioramento anche per i prossimi 20 anni;
    l'uso sempre più frequente di fitosanitari in agricoltura specialmente se usati in maniera massiccia, può comportare danni alla salute; secondo il recente rapporto di cancerogenicità redatto dalla Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità, il glifosato, principale componente di molti erbicidi, è stato classificato come «probabilmente cancerogeno» assieme ai due insetticidi malatione e diazinone; mentre per gli insetticidi parathion e tetrachlorvinphos (Tcvp), già proibiti o di utilizzo ristretto in molti Paesi, la classificazione è stata quella di «possibili» agenti cancerogeni;
    tra i fitosanitari figurano anche i pesticidi, attualmente in discussione in quanto barriere non tariffarie al commercio, oggetto di accordi come il TTIP; nell'ottica di favorire il commercio, le grandi aziende di ogni settore, incluso quello agroalimentare, puntano in accordo con la Commissione europea e il Governo degli Usa a togliere ogni barriera normativa in merito ai pesticidi non autorizzati e ai loro limiti massimi residui, seguendo la logica del minimo comun denominatore;
    uno studio dell'università di Harvard ha recentemente verificato la possibile correlazione tra il consumo di cibi contaminati da pesticidi e i problemi di fertilità maschile. L'effetto negativo di queste sostanze sulla fertilità era stato documentato solo in soggetti esposti per motivi professionali; ora invece è stato provato anche in relazione al consumo di pesticidi direttamente ingeriti attraverso l'alimentazione;
    il consumo di alimenti di origine animale, legato al modello culturale ed economico dei Paesi industrializzati, è in continua crescita, con implicazioni sulla salute, sulla spesa sanitaria, sull'ambiente e sulla sicurezza alimentare, considerato che, secondo i dati Fao, nel 2050 la popolazione arriverà oltre i 9 miliardi di persone, con il conseguente problema di raddoppiare la produzione globale di cibo, mentre le risorse sostenibili sono limitate;
    dagli anni Sessanta, infatti, l'Italia ha visto quasi triplicare i propri consumi di carne, da 31 a 87 chili nel 2011, contrariamente alle raccomandazioni delle linee guida internazionali sulla salute e alle indicazioni dell'equilibrata dieta mediterranea. Secondo l'edizione 2010 delle Dietary Guidelines for Americans, una dieta di 3400 calorie giornaliere ammette, all'anno, per non essere dannosa, un consumo massimo complessivo di carne e uova pari a 50,12 chili e di 16,2 per il pesce. I dati Fao, invece, indicano che l'Italia ha un consumo medio, rispettivamente, di 103 e di 24,6 chili annui;
    la produzione di alimenti di origine animale, dovuta alla crescente richiesta dei consumi, ha un forte impatto ambientale. È la principale causa del consumo di risorse indispensabili come l'acqua e il fosforo, sta portando al consumo e al degrado del suolo – per produrre mangimi e per la deforestazione destinata al pascolo – con conseguente minaccia alla biodiversità e alla fertilità e contribuisce, in maniera importante, all'inquinamento dell'acqua e dell'aria;
    gli allevamenti, infatti, producono il 14,5 per cento delle emissioni globali di gas serra, con un'incidenza significativa sul cambiamento climatico. Per questo, secondo l’Intergovernmental panel on climate changeIpcc – solo diminuendo il consumo di cibo di origine animale a una media di 90 grammi al giorno, come raccomandato dalle linee guida mediche inglesi, si potrebbe raggiungere, dal 2030, una riduzione di 2,15 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l'anno,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative, anche in sede di definizione dei contenuti della Carta di Milano, per:
    a) promuovere il contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato al fine di ottenere il reale «consumo di suolo zero»;
    b) promuovere ogni possibile metodo alternativo all'utilizzo dei fitosanitari di sintesi, ivi inclusi quelli per il comune diserbo, anche costruendo una rete di coordinamento a livello mondiale;
    c) promuovere, in occasione di negoziati internazionali volti alla conclusione di accordi commerciali internazionali, il rispetto di elevati parametri di sicurezza umana e ambientale;
    d) promuovere la riduzione del consumo di alimenti di origine animale, come azione imprescindibile per migliorare la salute dei cittadini e l'impatto ambientale, che sta portando alla perdita irreversibile di risorse naturali critiche e all'aumento delle emissioni inquinanti, indirizzando la società verso scelte alimentari consapevoli e responsabili, che possano garantire la salvaguardia dell'ambiente e un sistema più equo della distribuzione delle risorse per la futura sicurezza alimentare;
    e) sostenere un cambiamento virtuoso dello stile di vita dei cittadini verso modelli culturali, economici e sociali più salubri e sostenibili, attraverso la promozione di attività di informazione e sensibilizzazione e mediante iniziative per l'introduzione, nei luoghi di ristorazione pubblici o convenzionati, di un'adeguata alternativa di menù privi di alimenti di origine animale;
   ad intraprendere ogni utile azione, specialmente in occasione di Expo 2015, volta a promuovere un'alimentazione sana e un'agricoltura biologica e priva di organismi geneticamente modificati;
   a riservare, nell'ambito dell'esposizione, distinti padiglioni all'agricoltura biologica e di qualità e alla promozione di colture «ogm free»;
   a promuovere, nell'ambito dell'esposizione, l'agricoltura familiare, anche garantendo alle aziende che hanno tali caratteristiche la possibilità di usufruire gratuitamente di stand, i cui costi andrebbero a carico delle multinazionali presenti;
   a promuovere in sede di Unione europea la ripresa dei lavori concernenti la direttiva in materia di protezione del suolo tramite tutti gli strumenti possibili, anche considerando quelli previsti dall'articolo 20, paragrafo 2, del Trattato sull'Unione europea, e dagli articoli 326-334 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
(1-00778) «Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Lupo, Parentela, Busto, De Rosa, Mannino, Terzoni».


(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

   La Camera,
   premesso che:
    attraverso Expo 2015, Milano sta riprogettando la propria identità di città dinamica, pronta ad affrontare le sfide del futuro, ma anche a valorizzare la propria tradizione agricola, il che significa la terra, gli spazi verdi come il Parco Sud, le cascine, i fiumi e i canali, per mettersi a disposizione del sistema Italia e per aiutare i Paesi in via di sviluppo;
    ogni idea, ogni proposta legate ad Expo, fin dalla candidatura di Milano, sono state considerate strumento indispensabile per il successo dell'evento, a condizione di essere il frutto di un contributo corale, anzitutto dei cittadini, e poi naturalmente delle istituzioni: Governo, regione Lombardia, comune di Milano, ma anche regioni e comuni di tutta Italia e inoltre, Confindustria, camera di commercio, sindacati e, soprattutto, università e centri di ricerca;
    il vero simbolo di Expo Milano 2015, per come l'Esposizione è stata concepita dagli ideatori, non è un monumento o comunque una realizzazione che rappresenti la grandezza di Milano e dell'Italia, ma una visione di futuro che identifichi Expo come progetto in divenire per un mondo nuovo dove il cibo sia sufficiente e sicuro per tutti e dove la salute, insieme al cibo, sia un diritto inalienabile di ogni persona, soprattutto dei bambini e degli anziani;
    il tema del diritto al cibo viene fatto proprio anche dalla Chiesa ed è stato oggetto nei giorni scorsi anche di una lettera dal titolo «Cibo che nutre. Per una vita sana e santa», scritta in vista di Expo 2015 dal ministro generale dei frati minori conventuali, fra’ Marco Tasca, agli oltre 4.000 frati dell'ordine in 63 Paesi dei cinque continenti, dove si sostiene, tra l'altro, che «Parlare del cibo» significa «parlare dei grandi problemi che attanagliano e preoccupano l'umanità e spinge il nostro sguardo verso orizzonti più vasti e spesso trascurati. Quello dello spreco di cibo è uno degli scandali più drammatici del nostro tempo. Quello di non sprecare dovrebbe essere per noi francescani una sorta di comandamento, perché ogni spreco di cibo (acqua, energia, suolo) è spreco della creazione e rende la terra più povera e inospitale per le generazioni future»;
    Expo Milano 2015 è stato concepito e progettato con un'attenzione particolare all'eredità culturale, infrastrutturale, economica ed umana che sarà in grado di lasciare alle generazioni future. Tra queste priorità spicca una maggiore sensibilità collettiva alle tematiche inerenti al diritto ad un'alimentazione sana, sicura, sufficiente ed equilibrata, all'accesso all'acqua per tutti gli esseri umani del pianeta e alle relative best practice necessarie a consentire la costruzione di un contesto internazionale favorevole all'efficace risoluzione dei problemi inerenti all'alimentazione e al benessere;
    l'impatto sulle potenzialità turistiche di Milano, della Lombardia e del Paese sarà elevato sia nel breve periodo (ricettività dei visitatori), sia nel medio-lungo periodo, proprio grazie alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano, oltre che turistico per la visibilità e la promozione dei monumenti e dei paesaggi naturali;
    Milano e l'Italia rappresenteranno, in virtù di Expo, e in una sorta di continuità ideale con il tema prescelto, un polo di eccellenza per la food safety, la food security, nonché per le best practice della filiera agroalimentare;
    Expo può costituire realmente un'occasione preziosa per affrontare il vasto tema della nutrizione del pianeta e dei rapporti con i Paesi in via di sviluppo, rappresentando un momento di incontro tra Paesi, culture, addetti ai lavori dei sistemi agroalimentari, tecnici e scienziati di tutto il mondo;
    in occasione dell'Esposizione universale Expo Milano 2015 verrà siglato un patto sul cibo tra nazioni e cittadini, incentrato sulla prevenzione e sullo spreco di cibo e, in particolar modo, sull'educazione alimentare, con cui fronteggiare, da un lato, lo spreco e, dall'altro, impedire che diete non salutari distorcano le reali esigenze nutrizionali dell'organismo umano;
    tra gli obiettivi di Expo 2015 c’è, infatti, quello di mettere a punto la Carta di Milano che dovrà contenere i nuovi diritti e doveri dell'umanità sul cibo, affinché gli Stati ed i cittadini possano assumersi le proprie responsabilità per garantire il diritto ad un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti;
    la Carta di Milano può essere uno strumento in grado di offrire un'opportunità di riflessione sui temi dell'alimentazione e del cibo. Alla Carta di Milano hanno lavorato eminenti personalità del mondo della ricerca e dell'alimentazione e l'obiettivo deve essere quello di tradurre in concretezza il loro impegno, a livello del nostro Paese, ma anche nel quadro internazionale. Tutte le iniziative «di principio» hanno un significato indiscusso se vanno nella direzione auspicata del «patto per il cibo»: valorizzazione delle peculiarità dei territori, equa distribuzione delle risorse, risparmio per evitare lo spreco;
    anche l'industria agricola e agroalimentare, assieme ad una legittima propensione ad aumentare i consumi, deve basare la sua attività su un utilizzo razionale delle risorse. A questo scopo, i Paesi che aderiscono alla Carta di Milano devono impegnarsi alla definizione di un «protocollo» locale con le associazioni delle categorie interessate;
    Expo 2015 potrebbe, inoltre, essere un'importante occasione per sensibilizzare l'intero pianeta sull'impiego abominevole che alcune realtà locali fanno dei bambini nei Paesi caratterizzati da conflitti, approfittando spesso dello stato di indigenza nel quale vivono,

impegna il Governo:

   a promuovere il made in Italy, sia attraverso un modello innovativo di rete territoriale (dato che Expo è già oggi un metodo di lavoro fondato su progetti che mettono in dialogo le eccellenze italiane con i protagonisti della vita economica, sociale, culturale delle aree del mondo coinvolte), sia con un impegno forte e concreto, soprattutto in ambito europeo, per proteggere e valorizzare il made in attraverso norme chiare e adeguate, assumendo ogni iniziativa utile in tal senso anche in sede di definizione dei contenuti della Carta di Milano;
   a promuovere il modello Expo 2015 nella solidarietà e nella cooperazione internazionale, valorizzando i progetti di sviluppo avviati in tutti i continenti, con decine di accordi stretti con le maggiori organizzazioni internazionali, come Fao, ONU, Millennium campaign, World food programme;
   a promuovere, anche nell'ambito degli impegni che saranno previsti dalla Carta di Milano, migliori stili di vita con riferimento ai problemi dei Paesi sviluppati;
   ad adoperarsi, nell'ambito dei lavori concernenti l'elaborazione della Carta di Milano, affinché prosegua l'impegno nato con Expo Milano 2015 per il trasferimento tecnologico e di conoscenza ai Paesi in via di sviluppo con riferimento alle più recenti innovazioni, per garantire, a costi contenuti, un approvvigionamento più sicuro di cibo e acqua per la popolazione;
   a promuovere l'educazione alimentare, sollecitando educatori, famiglie e istituzioni a ricercare e mettere in pratica metodi didattici innovativi, e, soprattutto, a valorizzare le istituzioni scolastiche, quale luogo di formazione di base accessibile a tutti che promuova l'inserimento nell'offerta formativa di percorsi educativi sulla nutrizione, sulla sicurezza alimentare e sull'utilizzo delle risorse alimentari del pianeta, facendo sì che l'educazione sia la strada maestra per lo sviluppo e tenendo conto che le modalità concrete con le quali realizzare progetti educativi ai diversi livelli, anche dopo Expo, necessitano certamente di significative risorse umane e finanziarie, ma costituiscono un investimento fondamentale perché Expo 2015 lasci un'eredità tangibile non solo a Milano ma anche a tutto il mondo;
   a valorizzare Milano anche dopo Expo, con particolare riguardo al contributo della città al sistema agroalimentare italiano e a tutte le sue manifestazioni ed eccellenze, per garantire continuità al progetto e al tema di Expo e far emergere a livello internazionale una città aperta al mondo e nel mondo, in grado di vincere le sfide del futuro;
   a coinvolgere sempre più in tutti i progetti futuri le realtà produttive agricole, alimentari, distributive dell'intero territorio di una regione, la Lombardia, che è la prima in Italia e una delle maggiori in Europa come peso economico assoluto del sistema agroalimentare, che esprime livelli di produttività tra i più elevati in ambito internazionale, che è una delle culle della moderna industria alimentare e della moderna distribuzione, che rappresenta un esempio di complessa e corretta gestione delle acque per gli usi agricoli, civili ed industriali, che possiede un «capitale umano», università, centri di ricerca e imprese in grado di effettuare un efficace e corretto trasferimento tecnologico;
   in vista degli obiettivi della Carta di Milano, a promuovere una collaborazione con il mondo della ricerca, dell'industria agricola e agroalimentare per creare una precisa sensibilità sui temi del risparmio e dell'utilizzo razionale delle risorse alimentari, al fine di favorire non solo i cibi sani dei territori, ma anche la più accurata definizione dei format di vendita e l'utilizzo dei prodotti invenduti;
   a sostenere un impegno preciso all'interno delle Nazioni Unite e di tutte le organizzazioni internazionali affinché anche la Carta di Milano e i sei mesi di Expo diventino un'occasione planetaria per condannare lo sfruttamento che alcune realtà locali fanno dei minori in stato di indigenza.
(1-00779) «Gelmini, Palese, Occhiuto».


(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

   La Camera,
   premesso che:
    l'Expo 2015 è un evento di eccezionale importanza, in quanto mette in risalto l'alimentazione e il suo valore, nonché una straordinaria occasione per il rilancio economico e turistico del nostro Paese. Il tema è «Nutrire il Pianeta, Energia per la vita» interamente dedicato alle questioni relative alla qualità e alla sicurezza alimentare e alla distribuzione ottimale del cibo;
    questa Esposizione universale ha come obiettivo primario quello di stimolare il dibattito sull'alimentazione e sul cibo, una vera e propria sfida che coinvolge tutti i soggetti partecipanti, inclusi i visitatori che si interrogheranno sulle conseguenze delle proprie azioni per le prossime generazioni. Mette al centro la necessità di porre un freno allo spreco di cibo ed un uso più consapevole dello stesso, a partire dalle scuole, laddove si deve sviluppare il senso più profondo del valore legato alla nutrizione attraverso campagne di educazione;
    l'Expo 2015 dovrà essere una utile occasione sia per il pubblico, perché lo porterà a scoprire le diverse identità regionali esistenti svelando affinità e differenze, che per le aziende agricole per le quali l'esposizione sarà una occasione unica di visibilità e darà la possibilità di far conoscere i loro prodotti di qualità;
    l'obiettivo principale di Expo 2015 è quello di mettere a punto una «Carta di Milano» che contenga i nuovi diritti e doveri dell'umanità sul cibo. Un documento condiviso da consegnare al segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ad ottobre 2015, alla fine dell'Esposizione. Il 7 febbraio a Milano si è tenuto un primo incontro di preparazione e la prima versione della Carta sugli impegni assunti sarà presentata il prossimo 28 aprile;
    la Carta di Milano nasce sulla base del protocollo di Milano, messo a punto dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) con l'obiettivo di abbattere lo spreco alimentare nel mondo del 50 per cento entro il 2020. La Carta quale «eredità» di Expo 2015 sarà il documento su cui i Paesi nelle loro diverse espressioni si impegneranno a promuovere la sostenibilità alimentare nel mondo;
    Expo 2015 deve essere soprattutto un evento in grado di rilanciare l'economia agricola italiana e promuovere l'immagine del made in Italy agroalimentare sui mercati internazionali;
    agli agricoltori che oggi soffrono della crisi, vessati da imposizioni fiscali pesantissime, come l'IMU sui terreni agricoli – imposizione modificata per coprire parte del bonus di 80 euro riducendo l'esenzione previgente per un valore di circa 260 milioni di euro – e che fanno i conti con il latte a 35 centesimi al litro, con la vendita sottocosto dei suinetti, con listini del mais a 15 euro al quintale che li porta a non riuscire a pagare il gasolio per innaffiare – anche per l'aumento, operato dalla legge di stabilità per il 2015, dell'aliquota di riduzione dei consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all'impiego agevolato per uso agricolo – non si può rispondere solo con le attuali finalità della Carta di Milano ovvero con un documento che ribadisce un concetto sacrosanto quanto ovvio cioè il valore universale dell'accesso al cibo; è necessario inserire in essa precisi impegni a tutela di quei prodotti che garantiscono qualità e sicurezza alimentare, altrimenti questa, così come strutturata, rischia di risultare una risposta anacronistica e priva di significato;
    ogni anno nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, una quantità capace di poter sfamare quasi un 1 miliardo di persone che oggi soffrono la fame o sono malnutrite. Nell'ambito dello spreco alimentare va citato il fenomeno delle «eccedenze» ovvero di quei prodotti alimentari che non sono acquistati o consumati – esclusi gli scarti della lavorazione – e che non vengono poi recuperati per il consumo umano in un'ottica sociale o ambientale; ad oggi solo una piccola parte dell'eccedenza viene destinata mediante la donazione a food bank o enti caritativi. Nella filiera agroalimentare la quantità delle eccedenze in Italia è pari a circa 6 milioni di tonnellate l'anno e rappresenta il 17,4 per cento dei consumi. Le cause sono differenti a seconda del soggetto della filiera; per esempio, per le aziende di trasformazione la causa è da ricercarsi nel raggiungimento della dalla di scadenza interna degli alimenti;
    in un periodo in cui la crisi economica spinge molte famiglie a tagliare anche la spesa alimentare e in cui l'aumento a 9 miliardi della popolazione mondiale, previsto per il 2050, porterà ad aumentare del 70 per cento la produzione agricola, nel mondo vengono comunque gettati nella spazzatura più di un terzo degli alimenti;
    molti dei prodotti alimentari destinati alle mense scolastiche non sono ottenuti a partire da materie prime originarie dei territori in cui sono consumati, né sono riferibili alle tradizioni alimentari dei territori medesimi. È necessario assicurare una dieta equilibrata e corretta che educhi i bambini a mangiare secondo la stagionalità e la territorialità dei prodotti e sostenere le filiere locali tenendo sempre presente però le necessità di salute, di religione o esigenze particolari;
    il consumo di prodotti alimentari di qualità (DOP, IGP attestazioni di specificità, prodotti biologici) e, più, in genere, di prodotti tipici e di territorio è riconosciuto come funzionale al mantenimento di un buon stato di salute ed è, pertanto, particolarmente indicato per i bambini, ai fini, di una corretta educazione alimentare. Il nostro Paese in Europa è quello con più prodotti a denominazione di origine protetta (DOP), a indicazione geografica (IGP) e di specialità tradizionale garantita (STG), con 268 prodotti iscritti nei registro dell'Unione europea, che rappresentano circa un quarto delle denominazioni riconosciute a livello comunitario;
    il consumo di prodotti tipici e di qualità concorre altresì al mantenimento di forme di agricoltura ancorate al territorio e, quindi, anche alla tutela ed allo sviluppo dei valori economici, sociali e culturali che sono propri dei territori di cui gli stessi prodotti sono espressione;
    così si rilancerebbe la filiera corta di produzione creando una relazione diretta tra il produttore e il consumatore che significa prima di tutto prodotti sempre freschi, genuini e di maggiore qualità, con dei costi molto contenuti e con un'attenzione anche all'ambiente. Essendo prodotti provenienti dal territorio, le merci compiono meno passaggi e non devono essere imballate più volte; inoltre vengono ridotte al minimo le emissioni di Co2 derivate dal trasporto e si incentiverebbe anche la conoscenza dei prodotti tipici locali all'interno delle scuole, prodotti apprezzati e invidiati in tutto il mondo;
    Expo sarà una occasione per mettere al centro dell'attenzione internazionale il grande tema dell'agricoltura e dell'alimentazione e della tutela del cibo dalle sofisticazioni. Le frodi e le contraffazioni nel settore agricolo e agroalimentare rappresentano un fenomeno preoccupante e, nonostante l'intensificarsi dei controlli, continuano a svilupparsi in maniera crescente e fanno perdere risorse al nostro Paese, risorse che creano indispensabili rapporti commerciali che sono fondamentali per l'economia del territorio;
    la contraffazione alimentare in Italia vale un miliardo di euro che sale a 60 se si considera il fenomeno dell’italian sounding nel mondo. La frode alimentare è un crimine particolarmente odioso perché si fonda soprattutto sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono stati costretti a tagliare la spesa alimentare e a optare per alimenti economici con prezzi troppo bassi per essere prodotti autentici, con conseguenze economiche e sanitarie di rilievo per i consumatori e per i produttori;
    la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari italian sounding a livello internazionale costa all'Italia 300mila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con un'azione di contrasto a livello nazionale ed internazionale. All'estero il vero nemico sono le imitazioni low cost dei cibi nazionali che non hanno alcun legame con il sistema produttivo del Paese. Due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato internazionale sono il risultato dell’agropirateria internazionale;
    in sede di Unione europea il quadro normativo sul riconoscimento delle denominazioni e per la loro tutela è stato istituito, e aggiornato; da molti anni quindi i prodotti DOP e IGP sono riconosciuti e tutelati, mentre in ambito internazionale si rilevano l'assenza di regole multilaterali per una loro tutela globale contro l’agropirateria e la mancanza di una disciplina uniforme nel sistema commerciale;
    la trattativa sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e dal cosiddetto fenomeno dell’italian sounding molto diffuso sul mercato statunitense;
    la direttiva 2015/412/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2015 lascia la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul proprio territorio. Quindi Paesi come il nostro che hanno scelto di vietare gli OGM, possono continuare a farlo e lo chiedono anche quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi;
    il modello OGM è del tutto contrario e controproducente per gli interessi del settore agroalimentare del nostro Paese, che si basa sulla tipicità e sulla qualità. Per l'Italia, gli OGM in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del made in Italy;
    il regolamento della Commissione europea 1169/2011 – entrato in vigore il 13 dicembre 2014 – in tema di etichetta prevede che non sia più obbligatoria l'indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione e confezionamento dei prodotti alimentari. La non obbligatorietà dell'indicazione dello stabilimento di produzione comporta un grave danno al made in Italy in quanto si rischia di lasciare la libertà al produttore di produrre in qualunque sede europea o extra europea, danneggiando ulteriormente le migliori produzioni nazionali;
    l'agricoltura ha un ruolo fondamentale nella tutela dell'ambiente e nello sviluppo sostenibile del territorio. L'azienda agricola deve non solo offrire al consumatore la qualità e la sicurezza dei prodotti agroalimentari ma anche conservare il più possibile il livello qualitativo e quantitativo delle risorse naturali;
    Expo 2015 sarà un evento dove l'agricoltura, il cibo e l'alimentazione, giocheranno un ruolo da protagonista. Con Expo si avrà la possibilità di incidere sulle politiche dell'agroalimentare e del territorio con una modalità mai vista prima e per il nostro Paese sarà un'occasione unica per affrontare i problemi legati alla filiera agricola e mettere in risalto le qualità e il valore delle produzioni enogastronomiche del territorio italiano;
    o si entra realmente nel merito dei problemi o si rischia di farsi sfuggire una occasione importante come Expo senza riuscire a valorizzare davvero la qualità dei prodotti italiani. Non basta un impegno formale come la «Carta di Milano» ma devono mettersi in campo riforme strutturali di aiuto all'agricoltura,

impegna il Governo:

   ad approfittare di Expo 2015 affinché i consumatori siano sensibilizzati ed educati, per l'approvvigionamento degli alimentari, ad acquistare prodotti provenienti dal territorio dalla provincia, dalla regione e dall'Italia, da reperire, principalmente, attraverso modalità finalizzate a favorire l'avvicinamento tra la fase produttiva agricola e quella di consumo;
   a prevedere condizioni adeguate, data l'importanza che riveste Expo 2015, affinché i produttori italiani di filiera corta siano in grado di presentarsi nel modo migliore al pubblico internazionale e dare, quindi, l'occasione alle qualità italiane di arrivare sui mercati esteri;
   a far si che la Carta di Milano non sia solo un documento pomposo e vuoto e quindi che non abbia come unico intendimento quello di educare le generazioni future ad una corretta cultura alimentare e di prevenire lo spreco di cibo ed offrire suggerimenti su come ridurlo, ma che contenga anche proposte concrete ai problemi dell'agricoltura, in quanto essa svolge una funzione fondamentale di tutela dell'ambiente e di sviluppo sostenibile del territorio;
   a mettere in evidenza nella «Carta di Milano» l'ingente danno causato alla economia italiana dai falsi prodotti nonché le scelte che possano valorizzare davvero il made in Italy affinché Expo sia una importante occasione per indicare impegni precisi da parte dei Paesi partecipanti atti a contrastare il dilagante fenomeno della contraffazione e delle sofisticazioni in campo agroalimentare;
   a prevedere iniziative per favorire lo sviluppo di accordi bilaterali tra Unione europea e altri Paesi partner per il mutuo riconoscimento delle norme sulle indicazioni di origine e sfruttare in ambito WTO la tutela delle indicazioni di origine contro ogni forma di usurpazione e imitazione, contrastando il cosiddetto Italian sounding;
   a promuovere, in sede europea, norme che estendano di fatto a tutti i Paesi extra Unione europea le tutele del mercato interno comunitario affinché ai prodotti con le denominazioni DOP e IGP, in particolare italiani, venga garantita la protezione che meritano al fine di proteggerli anche in ambito internazionale;
   ad intervenire nelle opportune sedi europee affinché le denominazioni DOP e IGP, in particolare dei prodotti di eccellenza italiani, continuino ad essere una priorità della Commissione europea non solo nell'ambito del TTIP tra Usa e Unione europea;
   a considerare la possibilità di reintrodurre il vincolo per le aziende produttrici di scrivere sulle etichette lo stabilimento di produzione e di confezionamento dei prodotti alimentari allo scopo non solo di tutelare la salute e la sicurezza alimentare dei consumatori ma anche di permettere loro di scegliere un alimento rispetto a un altro anche in base al Paese o alla regione dove questo è prodotto, per la tutela anche del made in Italy;
   ad assumere iniziative per prevedere il divieto dell'uso di OGM nelle produzioni agroalimentari e forestali in campo aperto, poiché il valore aggiunto delle produzioni italiane è dato dalla loro specificità ed una contaminazione OGM porterebbe alla distruzione del sistema agroalimentare italiano così come lo si conosce oggi, con le sue eccellenze, le sue varietà e le sue tipicità.
(1-00780) «Guidesi, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Rondini, Simonetti, Saltamartini».


(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

MOZIONI SPESSOTTO ED ALTRI N. 1-00531 E SCOTTO ED ALTRI N. 1-00777 CONCERNENTI LA REALIZZAZIONE DEL CORRIDOIO DI VIABILITÀ AUTOSTRADALE DORSALE CIVITAVECCHIA-ORTE-MESTRE

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    nel corso della seduta dell'8 novembre 2013, il Comitato interministeriale per la programmazione economica – Cipe – ha approvato, con prescrizioni, il progetto preliminare del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre, relativo alla tratta E45-E55 Orte-Mestre;
    tale opera è ricompresa nell'elenco delle infrastrutture strategiche di cui alla delibera Cipe del 21 dicembre 2001, n. 121, in conformità a quanto previsto dalla «legge obiettivo» (legge n. 443 del 2001), e automaticamente inserita nel piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo del 2001;
    come noto, il soggetto promotore del progetto autostradale risulta essere, insieme ad Anas spa, una cordata di imprese e di banche, capeggiata dalla società Gefip Holding, di proprietà dell'ex europarlamentare Vito Bonsignore, e formata da Banca Carige spa, Efibanca spa, Egis Projects sa, Ili Autostrada spa MEC S.r.L., Scetaroute sa, Technip Italy spa e Transroute International sa;
    l'autostrada Orte-Mestre costituisce una delle opere più grandi e impattanti previste nella «legge obiettivo»: copre una tratta di circa 396 chilometri, attraverso cinque regioni (Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Veneto), 11 province e 48 comuni e necessita di 139 chilometri di ponti e viadotti, 64 chilometri di gallerie, 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, 2 barriere di esazione e 15 aree di servizio;
    il progetto prevede la realizzazione ex novo di un'autostrada a quattro corsie nel tratto Ravenna-Mestre e l'adeguamento con varianti della superstrada E-45;
    l'investimento complessivo previsto per la realizzazione dell'opera è stimato in quasi 10 miliardi di euro, circa 2 miliardi e 600 milioni di euro in più di quelli inizialmente preventivati dal Cipe;
    tale infrastruttura, che presenta un prospetto finanziario a lunghissimo termine, sarà affidata in concessione per 50 anni e verrà realizzata integralmente in regime di project financing; la società che si aggiudicherà l'appalto e la concessione dell'opera potrà inoltre beneficiare dell'applicazione della normativa per la defiscalizzazione delle opere di project financing, ai sensi della legge n. 183 del 2011, con un credito di imposta, quantificabile in circa 2 miliardi di euro, riconosciuto su Ires, Irap e Iva e valido per 15-20 anni;
    i rimanenti 8 miliardi di euro necessari per realizzare l'opera dovrebbero essere anticipati dalla stessa società privata utilizzando il sistema di project financing e di project bond, fatto salvo il sostegno pubblico, qualora le condizioni pattuite in sede di convenzione sulla base del piano economico e finanziario dovessero venire meno (ad esempio, livelli di traffico insufficienti);
    la realizzazione dell'infrastruttura in regime di project financing comporterà inevitabilmente l'introduzione di un pedaggio dell'arteria, considerata la natura dell'investimento da parte dei privati e considerate le modalità scelte per il ritorno del sopradetto investimento;
    il tracciato della nuova autostrada interferisce con importanti zone di interesse storico, paesaggistico ed ambientale come, ad esempio, il parco delle foreste casentinesi, la valle del Tevere, il delta del Po, le valli del Mezzano, la laguna di Venezia, la zona archeologica nei dintorni di Lova e la riviera del Brenta;
    solo nel tratto emiliano-veneto il consumo del suolo sarebbe stimato in 3.300.000 metri quadrati di terreno, per la quasi totalità agricolo, ed il tracciato autostradale andrebbe ad interessare 11.000 ettari di siti di interesse comunitario (Sic), 5800 zone a protezione speciale (Zps) e 8300 ettari di parchi regionali;
    come confermato dalla Commissione europea, il corridoio autostradale Civitavecchia-Orte-Mestre non è ricompreso tra i corridoi infrastrutturali e intermodali considerati strategici per lo sviluppo delle vie di comunicazione in Europa ed è considerato solo come intervento secondario complementare allo sviluppo delle reti Ten-T;
    la strada statale 309 Romea, la cui gestione è in capo alla società ANAS spa, è stata classificata, come riportato dai rilevamenti statistici dell'Aci e dell'Istat, come una delle strade più pericolose d'Italia, secondo i parametri relativi al numero di incidenti stradali per chilometro e al numero di decessi per incidente;
    Governo, regione Veneto e ANAS spa demandano la risoluzione del problema legato all'insicurezza dell'arteria strada statale 309 alla realizzazione della nuova autostrada Orte-Mestre, parallela all'attuale Romea commerciale, ma il progetto preliminare approvato dal Cipe non contiene alcun provvedimento significativo diretto alla riqualificazione e messa in sicurezza della strada statale 309 Romea;
    inoltre, gli attuali flussi di traffico e le stime di quelli futuri che interesseranno la nuova autostrada Orte-Mestre non giustificano assolutamente la costruzione di una nuova tratta autostradale di questa portata: stando a quanto riportato da associazioni e comitati, i dati del traffico commerciale che interessa la Romea sarebbero infatti crollati dal 2008 del circa 30 per cento;
    la strada statale 309 Romea registrerebbe attualmente livelli di traffico bassissimi (circa 15-18 mila veicoli al giorno), inferiori a quelli della strada regionale 11 Brentana e quindi considerati tali da non poter giustificare la costruzione di un nuovo tracciato autostradale di circa 400 chilometri le cui previsioni dei flussi di traffico sarebbero, alla luce di questi dati, inattendibili e sovrastimati,

impegna il Governo:

   a fronte delle gravi ripercussioni che la realizzazione della nuova autostrada comporterebbe in termini di consumo di suolo, aumento dell'inquinamento atmosferico ed acustico, aumento del rischio idrogeologico, danni al settore agricolo e turistico, e dell'insussistenza di stime di traffico utili a giustificarla, ad assumere iniziative per il ritiro del progetto preliminare del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre – Tratta E45-E55 (Orte-Mestre);
   ad assumere iniziative per avviare, in tempi rapidi, un programma di interventi urgente per la messa in sicurezza del tracciato dell'attuale strada statale 309 Romea e della superstrada E-45 finalizzato alla riqualificazione e al potenziamento delle infrastrutture esistenti, al fine di migliorare la viabilità e la sicurezza su queste arterie;
   ad aprire un tavolo di confronto, con le associazioni, i comitati, tutte le amministrazioni locali interessate dal tracciato e le associazioni di categoria, al fine di raccogliere debitamente le loro istanze ed individuare alternative più sostenibili dal punto di vista ambientale, economiche ed efficaci rispetto alla realizzazione della nuova autostrada, sia sul breve che sul medio-lungo periodo.
(1-00531)
(Nuova formulazione) «Spessotto, Vignaroli, Colonnese, Nesci, Cozzolino, Lorefice, Silvia Giordano, Dall'Osso, Dadone, Castelli, Dieni, Grande, Di Battista, Manlio Di Stefano, Sibilia, Di Benedetto, Brescia, Nicola Bianchi, Paolo Nicolò Romano, Liuzzi, Dell'Orco, Brugnerotto, Mannino, Terzoni, Segoni, Daga, Busto, De Rosa, Zolezzi, D'Uva, Artini, Frusone, Corda, Basilio, Alberti, Pesco, Cancelleri, Villarosa, D'Incà, Businarolo, D'Ambrosio, Colletti, Baldassarre, Chimienti, Cominardi, Bechis, Tripiedi, Ciprini, Rizzetto, Da Villa, Gallinella, Lupo, Benedetti, Mucci, Gagnarli».


   La Camera,
   premesso che:
    l'autostrada Orte-Mestre rappresenta una delle opere più grandi, impattanti e costose tra quelle inserite nell'elenco delle infrastrutture strategiche previste dalla delibera del Comitato interministeriale della programmazione economica (Cipe) 21 dicembre 2001, n. 121, in virtù di quanto previsto dalla «legge obiettivo» (legge n. 443 del 2001);
    il progetto preliminare dell'opera, approvato dal Cipe l'8 novembre 2013, prevede l'adeguamento della superstrada E-45 nel tratto Orte-Ravenna (allargamento della sede stradale e varianti) e la realizzazione di un tracciato ex novo nel tratto Ravenna-Mestre. La Orte-Mestre, quindi, integrata con il collegamento Civitavecchia-Orte e con il quadrilatero umbro (nodo di Perugia) andrebbe a costituire un corridoio autostradale tra Civitavecchia e Mestre di ben 396 chilometri complessivi, con 20 cavalcavia, 226 sottovie, 139 chilometri di ponti e viadotti, 64 chilometri di gallerie, 83 nuovi svincoli, 2 barriere di esazione (Lughetto, Orte) e 16 aree di servizio;
    si tratta, con tutta evidenza, di un'opera faraonica che coprirebbe con la sua tratta ben cinque regioni (e segnatamente il Lazio, la Toscana, l'Umbria, l'Emilia-Romagna e il Veneto), undici province e quarantotto comuni;
    il gruppo parlamentare Sinistra Ecologia Libertà, da sempre contrario alla realizzazione dell'opera, come pure numerose organizzazioni e associazioni di rilievo nazionale, quali Rete nazionale stop Orte-Mestre, Wwf, Legambiente, Italia nostra, Mountain wilderness e Pronatura, ha spesso evidenziato in sede parlamentare che la realizzazione dell'autostrada Orte-Mestre, oltre ad essere completamente inutile e priva di qualsiasi valenza strategica in quanto non ricompresa tra le priorità della rete europea Ten-t, produrrebbe un elevatissimo impatto ambientale in termini di: consumo di suolo diretto e indotto, interferenze con moltissimi siti di importanza comunitaria (sic), zone di protezione speciale (zps), important bird areas (iba), interferenze con importanti zone tutelate (Riviera del Brenta, Laguna di Venezia, delta del Po, Valli del Mezzano, Valle del Tevere, Parco delle foreste casentinesi), danni al paesaggio e al patrimonio storico-archeologico, inquinamento atmosferico e acustico e aumento del rischio idrogeologico;
    la nuova autostrada tra Orte-Mestre rappresenterebbe, peraltro, un doppione dell'autostrada A1 e della A14-A13, senza contare che il flusso di traffico totale attuale e di previsione si attesta su livelli molto modesti ed il progetto non prevede alcun intervento concreto per la messa in sicurezza della strada statale n. 309 Romea;
    il costo preventivato dell'opera è di circa 10 miliardi di euro, di cui attualmente 1,8 miliardi di euro di contributo pubblico indiretto in termini di sgravi fiscali; la rimanente quota dovrebbe essere a carico del proponente (che risulta essere, insieme ad Anas s.p.a., una cordata di imprese e banche, capeggiata dalla società Gefip holding, di proprietà dell'ex parlamentare europeo Vito Bonsignore, e formata da Banca Carige s.p.a., Efibanca s.p.a., Egis projects s.a., Ili autostrada s.p.a., Mec s.r.l., Scetaroute s.a., Technip Italy s.p.a. e Transroute international s.a.) attraverso gli strumenti del project financing e del project bond, a fronte di una concessione della durata di ben 49 anni. Essendo però il flusso di traffico stimato molto scarso, è prevedibile che il gettito dei pedaggi non sarà sufficiente a coprire il debito generato;
    i recenti scandali relativi al Mose, Expo e alta velocità hanno messo chiaramente in evidenza come l'attuale sistema delle «grandi opere» sia particolarmente soggetto a fenomeni di malaffare e corruzione;
    con particolare riferimento all'autostrada Orte-Mestre, numerosissimi articoli di stampa nazionale e locale, con la pubblicazione di alcune intercettazioni agli atti della procura di Firenze, hanno rivelato come nell'ambito del decreto-legge cosiddetto «sblocca Italia» sarebbe stata volutamente introdotta una disposizione speciale (segnatamente il comma 4 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 133 del 2014) per garantire – attraverso il meccanismo della defiscalizzazione – il finanziamento pubblico indiretto dell'infrastruttura per quasi due miliardi di euro, superando così i rilievi della deliberazione n. SCCLEG/16/2014/PREV della Corte dei conti con cui erano stati ricusati il visto e la registrazione della delibera n. 73 dell'8 novembre 2013, avente ad oggetto l'approvazione del progetto preliminare del collegamento autostradale E45-E55 Orte-Mestre;
    secondo quanto riportato dalla stampa nazionale di questi ultimi giorni il Governo si appresterebbe ad escludere l'autostrada Orte-Mestre dalle opere prioritarie dell'allegato infrastrutture al documento di economia e finanza che sarà presentato nell'ambito del prossimo Consiglio dei ministri, ma questo non significa tecnicamente che l'opera non sarà mai finanziata e realizzata, stante la vigenza del citato comma 4 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 133 del 2014 che viene incontro proprio alle richieste della Corte dei conti contenute nella delibera dell'8 novembre 2013;
    con tale delibera, infatti, la magistratura contabile aveva eccepito l'assenza di una norma che escludesse l'opera dall'ambito di applicazione dell'articolo 19, comma 2, del decreto-legge n. 69 del 2013, ossia consentisse di estendere a tale opera le disposizioni introdotte dal comma 1 del citato articolo 19, considerato che l'opera in questione è stata dichiarata di pubblico interesse il 9 dicembre 2003 e, quindi, ben prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 69 del 2013. In particolare, la mancanza della norma era stata considerata «presupposto imprescindibile ai fini della pubblicazione del bando di gara» e relativamente al collegamento Orte-Mestre, le misure di defiscalizzazione – secondo quanto si evince dalla deliberazione della Corte dei conti – ammonterebbero a circa 9.237 milioni, da intendere come limite massimo riconoscibile che non potrà essere superato durante l'intera concessione;
    successivamente all'entrata in vigore del decreto-legge n. 133 del 2014, proprio in virtù della disposizione contenuta nel comma 4 dell'articolo 2 prima citato, il Cipe, nella seduta del 10 novembre 2014, ha approvato nuovamente la delibera del 18 novembre 2013 sull'autostrada Orte-Mestre,

impegna il Governo:

   ad adottare, alla luce di quanto precede, ogni iniziativa normativa finalizzata a prevedere l'immediata abrogazione del comma 4 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 133 del 2014, cosiddetto «sblocca Italia», procedendo, altresì, al ritiro del progetto preliminare del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre-tratta E45-E55 (Orte-Mestre);
   a prevedere interventi puntuali per la messa in sicurezza della strada E-45 e della strada statale 309 Romea, adottando ogni iniziativa di competenza finalizzata all'implementazione e all'integrazione del trasporto ferroviario con quello fluvio-marittimo, nonché allo sviluppo del corridoio ferroviario adriatico-baltico;
   ad adottare ogni iniziativa normativa finalizzata ad una revisione sostanziale della «legge obiettivo» (legge n. 443 del 2001) che, nel corso del tempo, è stata anche peggiorata, con la possibilità di realizzare lotti funzionali e lotti costruttivi, tradendo quindi completamente la logica dei «tempi certi e costi certi» per le infrastrutture, con tutti gli effetti distorsivi che ne conseguono sulla sterminata lista di opere che si vorrebbero realizzare a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo di nessuna utilità collettiva, fino alle deroghe e proroghe che diventano la regola del sistema degli affidamenti;
   a valutare con particolare attenzione l'opportunità di assumere iniziative per modificare le norme contenute nel decreto-legge n. 133 del 2014, cosiddetto «sblocca Italia», che fanno riferimento ad opere che costituiscono oggetto di indagine agli atti della procura di Firenze (quali, oltre l'autostrada Orte-Mestre, anche l'alta velocità Brescia-Verona e la Cispadana tra l'A-22 e l'A-13) e ad assumere iniziative consequenziali ai rilievi mossi dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione in relazione alla disposizione di proroga delle concessioni autostradali, valutando l'ipotesi di abrogarla per affrontare in modo serio e trasparente il tema della concessioni autostradali nell'ambito di un nuovo provvedimento normativo ad hoc.
(1-00777) «Scotto, Paglia, Pellegrino, Zaratti, Airaudo, Placido, Piras, Ricciatti, Ferrara, Marcon, Duranti, Fratoianni, Melilla, Quaranta, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Matarrelli, Nicchi, Palazzotto, Pannarale, Sannicandro, Zaccagnini».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


DISEGNO DI LEGGE: DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE, DELL'IMPRESA SOCIALE E PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE (A.C. 2617-A) ED ABBINATE PROPOSTE DI LEGGE: MAESTRI ED ALTRI; BOBBA ED ALTRI; CAPONE ED ALTRI (A.C. 2071-2095-2791)

A.C. 2617-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2 nonché sugli emendamenti della Commissione 4.700, 5.700, 7.700, 8.700 e 8.701 e sui relativi subemendamenti.

A.C. 2617-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti 4.700, 5.700, 7.700, 8.700 e 8.701 nonché sui subemendamenti 0.5.700.1, 0.7.700.1, 0.7.700.2, 0.7.700.3, 0.8.700.1 e 0.8.700.2.

A.C. 2617-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 2.
(Princìpi e criteri direttivi generali).

  1. I decreti legislativi di cui all'articolo 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi generali:
   a) riconoscere e garantire il più ampio esercizio del diritto di associazione e il valore delle formazioni sociali liberamente costituite, ove si svolge la personalità dei singoli, quale strumento di promozione e di attuazione dei princìpi di partecipazione democratica, solidarietà, sussidiarietà e pluralismo, ai sensi degli articoli 2, 3, 18 e 118 della Costituzione;
   b) riconoscere e favorire l'iniziativa economica privata, svolta senza finalità
lucrative, diretta a realizzare prioritariamente la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale o d'interesse generale, anche al fine di elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali;
   c) assicurare, nel rispetto delle norme vigenti, l'autonomia statutaria degli enti, al fine di consentire il pieno conseguimento delle loro finalità e la tutela degli interessi coinvolti;
   d) semplificare la normativa vigente, garantendone la coerenza giuridica, logica e sistematica.

PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALL'ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 2.
(Principi e criteri direttivi generali).

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
   e)
individuare e disciplinare, ad ogni effetto ed in modo specifico, le seguenti tipologie di enti del Terzo settore: associazione di volontariato, onlus, impresa sociale.

  Conseguentemente, all'articolo 3, comma 1, lettera a), dopo le parole: personalità giuridica aggiungere le seguenti: delle tre tipologie di enti del Terzo settore.
2. 405. Monchiero, Matarrese, Galgano, Falcone, Oliaro, Binetti.

A.C. 2617-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 3.
(Revisione del titolo II del libro primo del codice civile).

  1. Il decreto legislativo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), è adottato nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
   a) rivedere e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica e prevedere obblighi di trasparenza e di informazione, anche verso i terzi, attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell'ente;
   b) disciplinare, nel rispetto del principio di certezza nei rapporti con i terzi e di tutela dei creditori, il regime di responsabilità limitata degli enti riconosciuti come persone giuridiche e la responsabilità degli amministratori, tenendo conto del rapporto tra il patrimonio netto e il complessivo indebitamento degli enti medesimi;
   c) assicurare il rispetto dei diritti degli associati, con particolare riguardo ai diritti di informazione, partecipazione e impugnazione degli atti deliberativi, e il rispetto delle prerogative dell'assemblea, prevedendo limiti alla raccolta delle deleghe;
   d) prevedere che alle associazioni e alle fondazioni che esercitano stabilmente e prevalentemente attività d'impresa si applichino le norme previste dai titoli V e VI del libro quinto del codice civile, in quanto compatibili.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 3.
(Revisione del titolo II del libro primo del codice civile).

  Al comma 1, alinea, dopo le parole: criteri direttivi aggiungere le seguenti: anche attraverso il confronto con analoghe esperienze internazionali.
3. 409. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sopprimere le lettere a) e b).
3. 203. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere le parole: rivedere e.
3. 204. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: rivedere e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica e con le seguenti: per il riconoscimento della personalità giuridica.
3. 205. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: e prevedere con la seguente: prevedendo.
*3. 400. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, Patriarca, D'Incecco.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: e prevedere con la seguente: prevedendo.
*3. 404. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere le parole:, anche verso i terzi,
3. 405. Binetti.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere la parola: anche.
3. 206. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera a), sostituire la parola: forme con le seguenti: l'obbligo.
3. 233. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole:; prevedere che la pubblicità dei bilanci e dei rendiconti sia assicurata anche attraverso la pubblicazione nel sito internet istituzionale dell'ente.
3. 410. Spadoni, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sostituire la lettera b) con la seguente:
  b) disciplinare, nel rispetto del principio di certezza nei rapporti con i terzi e di tutela dei creditori sociali, il regime di responsabilità limitata degli enti riconosciuti come persone giuridiche;
3. 235. Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole da: tenendo conto fino alla fine della lettera.
3. 296. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole da: tenendo conto fino alla fine della lettera con le seguenti: prevedendo che per tali enti gli utili siano destinati in una percentuale non inferiore al 30 per cento all'istituzione di uno specifico fondo di riserva a garanzia della conservazione del patrimonio.
3. 401. Albini.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole da: tenendo conto fino alla fine della lettera con le seguenti: prevedendo per tali enti specifici vincoli a garanzia della conservazione del patrimonio.
3. 402. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, Patriarca, D'Incecco.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole: tenendo conto del rapporto tra il loro patrimonio netto e il complessivo indebitamento con le seguenti: prevedendo per tali enti una disciplina per la conservazione del patrimonio.
3. 406. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: assicurare il rispetto con le seguenti: prevedere che gli statuti assicurino il rispetto.
3. 407. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: ai diritti di aggiungere la seguente: democrazia.
3. 236. Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), sopprimere le parole: stabilmente e.
3. 238. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), aggiungere, in fine, parole:, fatte salve le attività accessorie connesse a quelle istituzionali.
3. 403. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, Patriarca, D'Incecco.

  Al comma 1, lettera d), aggiungere, in fine, parole:, fatte salve in ogni caso le attività svolte in diretta attuazione delle finalità istituzionali.
3. 408. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
  e) prevedere una distinta disciplina per le associazioni e le fondazioni, articolata in relazione agli interessi coinvolti, avendo riguardo segnatamente allo scopo, all'attività, al patrimonio dell'ente, ai rapporti interni e con i terzi, stabilendo, altresì, quando tali discipline debbano considerarsi applicabili anche ad altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro.
3. 239. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
  e) prevedere in particolare una disciplina della struttura organizzativa degli obblighi di trasparenza e di informazione anche attraverso la redazione di codici e modelli organizzativi finalizzati alla prevenzione di comportamenti illeciti nonché dei controlli pubblici per tutti gli enti che si avvalgono stabilmente di dotazioni di natura pubblica, anche sotto forma di finanziamento e di fondi raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni.
3. 240. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

A.C. 2617-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 4.
(Riordino e revisione della disciplina del Terzo settore e codice del Terzo settore).

  1. Con i decreti legislativi di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), si provvede al riordino e alla revisione organica della disciplina vigente in materia di enti del Terzo settore mediante la redazione di un codice per la raccolta e il coordinamento delle relative disposizioni, con l'indicazione espressa delle norme abrogate a seguito della loro entrata in vigore, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
   a) stabilire le disposizioni generali e comuni applicabili, nel rispetto del principio di specialità, agli enti del Terzo settore;
   b) individuare le attività solidaristiche e di interesse generale che caratterizzano gli enti del Terzo settore, il cui svolgimento costituisce requisito per l'accesso alle agevolazioni previste dalla normativa e che sono soggette alle verifiche di cui alla lettera g);
   c) definire forme e modalità di organizzazione, amministrazione e controllo degli enti ispirate ai princìpi di democrazia, eguaglianza, pari opportunità, partecipazione degli associati e dei lavoratori nonché ai princìpi di efficacia, di efficienza, di trasparenza, di correttezza e di economicità della gestione degli enti, prevedendo strumenti idonei a garantire il rispetto dei diritti degli associati, con facoltà di adottare una disciplina differen
ziata che tenga conto delle peculiarità della compagine e della struttura associativa nonché della disciplina relativa agli enti delle confessioni religiose che hanno stipulato patti o intese con lo Stato;
   d) prevedere il divieto di distribuzione, anche in forma indiretta, degli utili o degli avanzi di gestione e del patrimonio dell'ente, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera c);
   e) definire criteri e vincoli di strumentalità dell'attività d'impresa eventualmente esercitata dall'ente rispetto alla realizzazione degli scopi istituzionali e introdurre un regime di contabilità separata finalizzato a distinguere la gestione istituzionale da quella imprenditoriale;
   f) disciplinare gli obblighi di controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza e d'informazione nei confronti degli associati e dei terzi, differenziati anche in ragione della dimensione economica dell'attività svolta e dell'impiego di risorse pubbliche, nonché prevedere il relativo regime sanzionatorio;
   g) individuare specifiche modalità e criteri di verifica periodica dell'attività svolta e delle finalità perseguite;
   h) disciplinare i limiti e gli obblighi di pubblicità relativi agli emolumenti, ai compensi o ai corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati;
   i) riorganizzare il sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti, secondo criteri di semplificazione, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo settore, suddiviso in specifiche sezioni, da istituire presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, favorendone, anche con modalità telematiche, la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale. L'iscrizione nel registro, subordinata al possesso dei requisiti previsti ai sensi delle lettere b), c) e d), è obbligatoria per gli enti del Terzo settore che si avvalgono prevalentemente o stabilmente di finanziamenti pubblici, di fondi
privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni o di fondi europei destinati al sostegno dell'economia sociale o che esercitano attività in regime di convenzione o di accreditamento con enti pubblici o che intendono avvalersi delle agevolazioni previste ai sensi dell'articolo 9;
   l) valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali nonché di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale e individuare criteri e modalità per l'affidamento agli enti dei servizi d'interesse generale, improntati al rispetto di requisiti minimi di qualità e impatto sociale del servizio, obiettività, trasparenza e semplificazione, nonché criteri e modalità per la valutazione dei risultati ottenuti;
   m) prevedere strumenti che favoriscano i processi aggregativi di enti con finalità statutarie affini, anche allo scopo di definire la loro rappresentatività presso i soggetti istituzionali;
   n) prevedere che il coordinamento delle politiche di governo e delle azioni di promozione e di indirizzo delle attività degli enti di cui alla presente legge sia assicurato, in raccordo con i Ministeri competenti, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 4.
(Riordino e revisione della disciplina del Terzo settore e codice del Terzo settore).

  Al comma 1, alinea, sopprimere le parole: e alla revisione organica.
4. 500. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, alinea, dopo la parola: codice, aggiungere la seguente: etico.
4. 390. Binetti.

  Al comma 1, alinea, dopo le parole: delle relative disposizioni aggiungere le seguenti:, anche attraverso il confronto con analoghe esperienze internazionali,.
4. 501. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole: le attività solidaristiche, con le seguenti: le finalità solidaristiche e le finalità.
4. 302. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole: le attività con le seguenti: gli ambiti delle attività.
4. 304. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, Patriarca, D'Incecco.

  Al comma 1, lettera b), sostituire la parola: attività con la seguente: finalità.

  Conseguentemente alla medesima lettera, sostituire la parola: svolgimento con la seguente: perseguimento.
4. 303. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: le attività solidaristiche aggiungere le seguenti:, di utilità sociale.
4. 300. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: del Terzo settore aggiungere le seguenti: senza scopo di lucro.
4. 305. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: costituisce requisito aggiungere le seguenti: per l'iscrizione nel registro unico di cui alla lettera i) nonché.
4. 301. Cecconi, Cozzolino, Grillo, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le parole: limitatamente agli ambiti previsti dall'articolo 10, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 460 del 1997 e dall'articolo 2, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 155 del 2006.
4. 308. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sostituire la lettera c), con la seguente:
  c) laddove ciò sia compatibile con la forma giuridica assunta dall'ente, prevedendo che gli statuti definiscano forme e modalità di organizzazione degli enti ispirate ai principi di democrazia, eguaglianza, pari opportunità, partecipazione degli associati e dei lavoratori, trasparenza, corretta amministrazione della gestione degli enti, disciplinando altresì gli obblighi di controllo interno e relativa periodicità, di trasparenza e di informazione nei confronti degli associati e dei terzi, differenziati anche in ragione della dimensione economica dell'attività svolta e dell'impiego di risorse pubbliche; prevedere la facoltà di adottare una disciplina differenziata che tenga conto delle peculiarità della compagnie e della struttura associativa nonché della disciplina relativa agli enti delle confessioni religiose che hanno stipulato patti o intese con lo Stato.

  Conseguentemente, sopprimere le lettere f) e g).
4. 309. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole da:, amministrazione fino alla fine della lettera con le seguenti: e amministrazione degli enti ispirate ai princìpi di democrazia e di partecipazione degli associati e dei lavoratori, nel rispetto dei principi di efficacia e di efficienza, di trasparenza e di correttezza della gestione degli enti, garantendo il rispetto dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, con una disciplina che tenga conto delle specificità di ognuno e delle relazioni già stipulate dai rispettivi enti con lo Stato.
4. 310. Binetti.

  Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: nonché ai princìpi di efficacia, di efficienza, di trasparenza, di correttezza e di economicità della gestione degli enti.
4. 312. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: di efficienza, di trasparenza, di correttezza e di economicità con le seguenti: di trasparenza e di correttezza.
4. 311. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, Patriarca, D'Incecco.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: strumenti idonei a garantire il rispetto, aggiungere le seguenti: dei diritti normativi e contrattuali dei lavoratori e.
4. 313. Nicchi, Matarrelli, Marcon, Airaudo, Placido.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: idonei a garantire il rispetto dei diritti degli associati, aggiungere le seguenti: e dei lavoratori.
4. 313.(Testo modificato nel corso della seduta) Nicchi, Matarrelli, Marcon, Airaudo, Placido.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: il rispetto dei diritti degli associati aggiungere le seguenti:, dei lavoratori e degli utenti finali prevedendo anche la possibilità per associati e lavoratori di segnalare all'interno dell'ente illeciti e irregolarità secondo il modello del «whistleblowing».
4. 316. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: il rispetto dei diritti degli associati aggiungere le seguenti: dei lavoratori e dei terzi.
4. 315. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: con facoltà di adottare una disciplina differenziata che tenga conto delle peculiarità della compagine e della struttura associativa.
4. 314. Baroni, Dall'Osso, Grillo, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) prevedere per i soci, gli assodati o partecipanti il diritto di voto per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell'associazione secondo il principio del voto singolo di cui all'articolo 2538, secondo comma, del codice civile, sovranità dell'assemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicità delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti.
4. 320. Ruocco, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) garantire un coordinamento tra la nuova disciplina relativa alle forme contrattuali atipiche in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183, al fine di tutelare le peculiarità dei contratti proprie delle ONG e delle altre organizzazioni che operano nella cooperazione allo sviluppo;.
4. 321. Nicchi, Airaudo, Placido, Marcon, Matarrelli.

  Al comma 1, lettera d), dopo le parole: e del patrimonio dell'ente aggiungere le seguenti: anche nella fase di scioglimento dell'ente stesso prevedendo l'obbligo di devoluzione ai fini di pubblica utilità o ad altri organismi con finalità analoghe ivi comprese le imprese sociali per le quali sono previste le forme di remunerazione del capitale sociale e di ripartizione degli utili di cui all'articolo 6, comma 1, lettera c) della presente legge.
4. 324. Lorefice, Baroni, Grillo, Di Vita, Silvia Giordano, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), sopprimere le parole: fatto salvo quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera c).
*4. 210. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera d), sopprimere le parole: fatto salvo quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera c).
*4. 322. Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Dall'Osso, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), dopo le parole: fatto salvo quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera c) aggiungere le seguenti: prevedendo altresì forme di controllo sul reinvestimento effettivo degli utili.
4. 502.(Versione corretta) Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), aggiungere, in fine, le parole: escludendo sempre dalla ripartizione gli utili derivanti da: attività istituzionali, attività strettamente connesse alle attività istituzionali, somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di contributo o quote associative, fondi raccolti durante manifestazioni pubbliche occasionali, contributi corrisposti dalle amministrazioni pubbliche in regime convenzionale.
4. 325. Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Dopo la lettera d), aggiungere la seguente:
  d-bis) prevedere l'obbligo di impiegare per la realizzazione di progetti di utilità sociale i fondi ricevuti nella misura minima del 70 per cento, con facoltà di destinare la sola quota residua ad attività di informazione e propaganda e alle spese di gestione e amministrazione dell'organizzazione.
4. 326. Spadoni, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), sostituire la parola: definire con le seguenti: prevedere che la regolamentazione interna degli enti definisca obbligatoriamente.
4. 330. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera e), sostituire la parola: definire con le seguenti: prevedere che gli enti definiscano i.
4. 331. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: eventualmente esercitata dall'ente aggiungere le seguenti: in ogni caso mai maggioritaria.
4. 327. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), sostituire le parole: separata finalizzato distinguere la gestione istituzionale da quella imprenditoriale con le seguenti: finalizzato a evidenziare la gestione imprenditoriale.
4. 329. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: finalizzato a distinguere aggiungere le seguenti: anche fiscalmente.
4. 328. Baroni, Mantero, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1 lettera f), dopo le parole: risorse pubbliche aggiungere le seguenti: tenendo conto di quanto previsto dal decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231.
4. 700. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera f), sopprimere le parole: e dell'impiego di risorse pubbliche.
4. 334. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera f), dopo le parole: dell'impiego di risorse pubbliche aggiungere le seguenti: riferiti in particolare ai bilanci, alla rendicontazione sui singoli progetti attivati e agli eventuali emolumenti e compensi, stabiliti.
4. 333. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), dopo la parola: sanzionatorio aggiungere: anche pecuniario.
4. 332. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), aggiungere, in fine, le parole: prevedendo l'obbligatorietà della nomina di un soggetto incaricato del controllo e della certificazione contabile, almeno per gli enti con fatturato annuale di norma superiore a cinquecentomila euro.
4. 335. Marcon, Nicchi, Matarrelli.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
  f-bis) prevedere l'obbligo per gli enti di cui al presente articolo, di grandi dimensioni che hanno rapporti economici oltre i 40.000 euro con istituzioni di diverso livello in particolare con le Asl, di applicazione della normativa in materia di anticorruzione di cui alla legge 6 dicembre 2012, n. 190.
4. 336. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
  f-bis) prevedere una disciplina volta a fissare un tetto, di norma non superiore a quattro volte, delle retribuzioni dei dirigenti rispetto alla retribuzione più bassa.
4. 337. Marcon, Nicchi, Matarrelli.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
  f-bis) prevedere che non si superi il rapporto di uno a cinque fra gli emolumenti, i compensi e i corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo e i dirigenti e quelli degli associati nonché dei lavoratori.
4. 357. Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
  f-bis) prevedere una disciplina di segnalazione da parte di associati, lavoratori, volontari, circa eventuali reati o irregolarità riscontrate negli enti di cui al presente articolo, comprendendo in tale disciplina forme di tutela e di incentivazione del segnalatore.
4. 338. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
  f-bis) definire i criteri e le modalità per l'applicazione del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 19 giugno, n. 140 in materia di Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300 agli enti del Terzo settore.
4. 340. Grillo, Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sostituire la lettera g) con la seguente:
  g) prevedere, per gli enti che accedono a discipline fiscali di favore, l'obbligo di dimostrare l'effettiva coerenza delle attività svolte con le finalità di interesse generale perseguite, attraverso apposite procedure di verifica e criteri di valutazione predefiniti.
4. 341. Mantero, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sostituire la lettera g), con la seguente:
  g) prevedere una piena trasparenza e un più efficace controllo e verifica periodica dell'attività svolta, delle finalità perseguite, nonché delle risorse impiegate con particolare riguardo agli appalti e agli affidamenti, anche attraverso l'obbligo della pubblicazione in forma telematica a libero accesso delle suddette attività oggetto di verifica.
4. 343. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, sostituire la lettera g), con la seguente:
  g) individuare modalità è criteri per la verifica dell'attività svolta prevedendo specifici modelli per quelle inerenti i servizi pubblici e le attività svolte con finanziamenti pubblici.
4. 344. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sostituire la lettera g), con la seguente:
  g) individuare modalità e criteri per la verifica periodica dell'attività svolta prevedendo specifici modelli per gli enti associati e per quelli che svolgono rilevante attività economica.
4. 342. Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), dopo le parole: e delle finalità perseguite aggiungere le seguenti: anche tramite indicatori di performance che tengano conto dei tempi di attuazione e dei costi sostenuti.
4. 345. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), dopo le parole: e delle finalità perseguite aggiungere le seguenti: anche tramite gli strumenti di misurazione di impatto sociale in particolare il bilancio sociale e SROI (social return on investment) nonché l'individuazione di strumenti innovativi, indicati dalla Commissione europea, in particolare dal GECES, quali EuSEFs e EaSl anche in via sperimentale.
4. 346. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), dopo le parole: e delle finalità perseguite aggiungere le seguenti: prevedendo, altresì, il coinvolgimento dei beneficiari delle attività e degli interventi.
4. 347. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), aggiungere, in fine, le parole: attraverso la predisposizione di criteri oggettivi e predefiniti.
4. 348. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), aggiungere, in fine, le parole:, nonché introdurre un sistema di controlli, con particolare riguardo alle regole in materia di appalti e di rapporti di lavoro.
4. 349. Palmieri, Squeri, Palese, Occhiuto, Lainati, Grillo, Nicchi, Silvia Giordano, Rondini.

  Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
  g-bis) prevedere secondo quanto stabilito dalla direttiva 2013/34/UE per gli enti non lucrativi di grandi dimensioni, che costituiscono enti di interesse pubblico, l'obbligo di elaborare una dichiarazione di carattere non finanziario contenente in particolare le informazioni sociali e ambientali, attinenti al personale, il rispetto dei diritti umani, il contrasto alla corruzione attiva e passiva in misura necessaria alla comprensione dell'andamento dell'impresa, dei suoi risultati, della sua situazione e dell'impatto della sua attività.
4. 350. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
  g-bis) estendere l'operatività dei Centri di servizio per il volontariato, di cui al successivo articolo 5, comma 1, lettera e), a favore di tutti i soggetti del Terzo settore di cui alla presente legge, prevedendo le opportune integrazioni delle risorse ad essi assegnate dalla normativa vigente.
4. 351. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, sostituire la lettera h), con la seguente:
  h)
prevedere il divieto di emolumenti, compensi, a qualsiasi titolo attribuiti a componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati, fatti salvi eventuali rimborsi spesa basati su certificazione adeguata e verificabile.
4. 353. Mantero, Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sostituire la lettera h), con la seguente:
  h) al fine di garantire, per il complesso degli enti privati del Terzo settore, le finalità di coesione e inclusione sociale e l'assenza degli scopi lucrativi, promuovere un principio di proporzionalità tra i diversi trattamenti economici e disciplinare gli eventuali limiti e gli obblighi di pubblicità relativi agli emolumenti, ai compensi o ai corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati.
4. 352. Cominardi, Lombardi, Tripiedi, Ciprini, Chimienti, Dall'Osso, Grillo, Mantero, Di Vita, Silvia Giordano, Baroni, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera h), dopo la parola disciplinare, aggiungere le seguenti:, nel pieno rispetto del principio di trasparenza.
4. 354. Binetti.
(Approvato)

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:
  h-bis) prevedere che gli enti del Terzo settore che per oltre un anno svolgono attività esclusivamente e interamente per conto della pubblica amministrazione, siano soggetti all'applicazione della normativa anticorruzione e più in generale della normativa applicata alla pubblica amministrazione in materia di inconferibilità e incompatibilità.
4. 355. Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:
  h-bis) prevedere per tutte le imprese, società ed enti, comprese quelle di cui alla presente legge, che abbiano in corso appalti pubblici o concessioni con la Pubblica amministrazione, la pubblicazione on-line dell'anagrafe patrimoniale, nonché dei corrispettivi e compensi degli amministratori e dei dirigenti dei suddetti soggetti;.
4. 356. Marcon, Nicchi, Matarrelli.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:
  h-bis)
individuare le fattispecie che costituiscono in ogni caso distribuzione indiretta di utili, capitale o avanzi di gestione negli enti di cui al comma 1.
4. 358. Ruocco, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1 dopo la lettera h) aggiungere la seguente:
  h-bis) prevedere che agli enti di cui all'articolo 1, comma 1, e di cui al presente articolo siano applicate, in presenza di finanziamenti, provenienti da società partecipate da enti locali, anche in quota minoritaria, superiori a 50.000 euro, le norme contenute nel decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi.
4. 359. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera i), sostituire le parole da: di un registro unico fino alla fine della lettera, con le seguenti: sentita la Conferenza unificata Stato regioni di una modalità di registrazione su base regionale il più uniforme possibile, favorendone, anche con modalità telematiche, la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale e prevedendone l'obbligatorietà per gli enti del Terzo settore che si avvalgono prevalentemente o stabilmente di finanziamenti pubblici, di fondi privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni o di fondi europei destinati al sostegno dell'economia sociale o che esercitano attività in regime di convenzione o di accreditamento con enti pubblici o che intendono avvalersi delle agevolazioni previste ai sensi dell'articolo 9.
4. 364. Rondini.

  Al comma 1, lettera i), dopo le parole: unico del Terzo Settore aggiungere le seguenti:, che preveda l'obbligo di fornire in via telematica agli organi di vigilanza informazioni precise sulla finalità dell'ente, sullo statuto, sulle regole che disciplinano la vita sociale, sul numero degli associati, sul legale rappresentante, sulla consistenza patrimoniale di secondo e terzo grado, sui legami con altre associazioni; i dati dovranno essere aggiornati con cadenza annuale.
4. 362. Grillo, Baroni, Dall'Osso, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera i), dopo le parole: presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali aggiungere le seguenti: e composto da registri territoriali tenuti dalle Regioni e dalle Province Autonome.
4. 211. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera i), sostituire le parole: favorendone, anche con modalità telematiche, la piena conoscibilità, con le seguenti garantendone, anche con modalità telematica, la piena conoscibilità e il libero accesso.
4. 361. Nicchi, Matarrelli, Marcon, Palmieri.

  Al comma 1, lettera i), dopo le parole: in tutto il territorio nazionale con le seguenti:, fermo restando che il suddetto registro unico si compone dei registri tenuti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano.
4. 40. Alfreider, Gebhard, Plangger, Schullian, Ottobre.

  Al comma 1, lettera i), sopprimere le parole: prevalentemente o stabilmente.
4. 363. Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera i), sopprimere le parole: destinati al sostegno dell'economia sociale.
4. 360. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera i), aggiungere la seguente:
  i-bis) prevedere che all'atto della registrazione degli enti al registro unico di cui alla lettera i) l'Amministrazione possa riservarsi la facoltà di richiedere l'informativa o la certificazione antimafia.
4. 365. Grillo, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera i), aggiungere la seguente:
  i-bis) prevedere in quali casi l'Amministrazione, all'atto della registrazione degli enti al registro unico di cui alla lettera i), acquisisce l'informazione o la certificazione antimafia.
4. 365.(Testo modificato nel corso della seduta) Grillo, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.
(Approvato)

  Al comma 1, dopo la lettera i), aggiungere la seguente:
  i-bis) L'iscrizione al registro unico del terzo settore deve prevedere l'obbligo di fornire in via telematica agli organi di vigilanza preposti, informazioni precise sulle finalità dell'ente, sullo statuto, sulle regole che disciplinano la vita sociale, il numero degli associati, la consistenza patrimoniale, i dati dovranno essere aggiornati con cadenza annuale.
4. 366. Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sopprimere la lettera l).
4. 367. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1 sostituire la lettera l) con la seguente:
  l) audire gli enti nella fase di programmazione a livello territoriale e individuare criteri e modalità per l'affidamento agli enti servizi di interesse generale improntati al rispetto di requisiti minimi, con impatto sociale positivo, obiettività, trasparenza e semplificazione.
4. 368. Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Baroni.

  Al comma 1, lettera l), sopprimere le parole: socio assistenziali.
4. 373. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera l), dopo le parole: nonché di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico ambientale aggiungere le seguenti: di sostegno all'accesso alle attività e ai beni culturali.
4. 371. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera l), sostituire la parola: minimi con la seguente: standard.
4. 372. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera l), sostituire le parole: requisiti minimi di qualità con le seguenti: standard di qualità.
4. 372.(Testo modificato nel corso della seduta) Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera l), dopo le parole: di qualità aggiungere la seguente: di competenza,.
4. 370. Binetti.

  Al comma 1 lettera l), dopo le parole: nonché criteri e modalità per aggiungere la seguente: il monitoraggio e.
4. 369. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera l), aggiungere la seguente:
  l-bis) qualora 1 servizi di interesse generale affidati agli enti del terzo settore facciano parte di servizi pubblici, la qualità del servizio erogato deve essere pari o superiore a quella erogata dalla pubblica amministrazione a parità di risorse economiche impiegate dalla medesima p.a. per quel servizio.
4. 374. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera l), aggiungere la seguente:
  l-bis) in considerazione del fatto che il Terzo settore appare strettamente connesso anche alla disciplina sugli appalti pubblici di derivazione europea, e con riguardo agli affidamenti prevedere misure specifiche per le imprese sociali e gli enti di cui alla presente legge, nonché disposizioni sugli appalti riservati e sulle clausole sociali, per favorire l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e disabili, operando – quanto agli affidamenti di servizi sociali – in un'ottica di qualità dei servizi stessi con un'attenzione particolare al contesto sociale di riferimento;.
4. 375. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera m), dopo le parole: processi aggregativi aggiungere le seguenti: a livello di regione e di provincia autonoma.
4. 212. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera m), dopo le parole: processi aggregativi aggiungere le seguenti: anche a livello di regione e di provincia autonoma.
4. 212.(Testo modificato nel corso della seduta) Rondini, Molteni.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera m), dopo le parole: presso i soggetti istituzionali aggiungere le seguenti: prevedendo altresì che questo non sia fattore di priorità per le Amministrazioni pubbliche nella individuazione degli enti che svolgono attività finanziate con risorse pubbliche.
4. 376. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera m), aggiungere la seguente:
  m-bis) regolare altresì tali processi aggregativi in modo da garantire adeguata rappresentatività presso i soggetti istituzionali nonché equo accesso alle opportunità di iniziativa, anche agli enti del terzo settore di piccole dimensioni e comunque non inclusi nelle associazioni di enti.
4. 378. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera m), aggiungere la seguente:
  m-bis) vietare l'erogazione da parte di enti di cui all'articolo 1, comma 1 e dell'articolo 6 della presente legge, di qualsiasi forma di finanziamento diretto o indiretto in favore di movimenti o partiti politici, di fondazioni e alle associazioni per le quali la composizione degli organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici.
4. 380. Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Palese.

  Al comma 1, dopo la lettera m), aggiungere la seguente:
  m-bis) gli enti del terzo settore che ricevono sia occasionalmente che stabilmente finanziamenti pubblici in qualunque forma erogati hanno il divieto di finanziare in modo diretto e indiretto movimenti, partiti politici, fondazioni, associazioni la cui composizione degli organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o soggetti politici.
4. 377. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Palmieri.

  Al comma 1, dopo la lettera m), aggiungere la seguente:
  m-bis) prevedere il divieto per le fondazioni e le associazioni di erogare somme a titolo di liberalità o di contribuire al finanziamento di iniziative e servizi a titolo gratuito a favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne o parlamentari, consiglieri regionali o comunali eletti o candidati.
4. 383. Grillo, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera n), aggiungere, in fine, le parole: Dall'attuazione di quanto previsto dalla presente lettera non devono derivare nuovi o ulteriori oneri per la finanza pubblica.
4. 379. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera n), aggiungere la seguente:
  n-bis) prevedere l'istituzione di una Autorità indipendente di monitoraggio, vigilanza e controllo, con compiti anche ispettivi sull'attività degli Enti di cui alla presente legge, anche al fine di contrastare possibili abusi e condotte elusive attraverso l'utilizzo di forme giuridiche nate per finalità assistenziali e solidaristiche. L'Autorità potrà, tra l'altro: a) verificare i libri contabili e qualsiasi altro documento aziendale; b) verificare l'attività svolta anche in funzione delle finalità statutarie dell'ente, con particolare riguardo agli appalti e agli affidamenti; c) verificare i requisiti per l'autorizzazione e l'accreditamento e la rispondenza e il rispetto degli enti alla normativa vigente sia ex ante (all'atto della costituzione) che ex post; d) svolgere compiti consultivi riguardo l'attività della Presidenza del Consiglio di cui alla precedente lettera n). Per dette finalità l'Autorità si può avvalere della collaborazione per quanto di competenza con i ministeri interessati, con l'Agenzia delle entrate. L'Autorità è tenuta a informare delle funzioni svolte i soggetti interessati.

  Conseguentemente dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:

  1-bis. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, lettera n-bis), si provvede nei limiti del gettito derivante dalle disposizioni di cui ai successivi commi 1-ter e 1-quater.
  1-ter. Al comma 5-bis dell'articolo 96 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le parole: «nei limiti del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nei limiti del 95 per cento».
  1-quater. Al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) all'articolo 6:
    1) al comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;
    2) al comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;

   b) all'articolo 7, comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento».

  All'articolo 7, sopprimere il comma 1.
4. 381. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1 dopo la lettera n), aggiungere la seguente:
  n-bis) prevedere limiti di importo nelle aggiudicazioni di convenzioni e appalti per gli enti di cui al comma 1 del presente articolo.
4. 382. Lorefice, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

A.C. 2617-A – Articolo 5

ARTICOLO 5 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 5.
(Attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso).

  1. Con i decreti legislativi di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), si provvede altresì al riordino e alla revisione organica
della disciplina vigente in materia di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso, tenuto conto di quanto previsto dagli articoli 2, 4 e 9 e nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
   a) armonizzazione e coordinamento delle diverse discipline vigenti in materia di volontariato e di promozione sociale, valorizzando i principi di gratuità, democraticità e partecipazione e riconoscendo la specificità e le tutele dello status di volontario all'interno degli enti del Terzo settore;
   b) promozione della cultura del volontariato, in particolare tra i giovani, anche attraverso apposite iniziative da svolgere nell'ambito delle strutture e delle attività scolastiche;
   c) valorizzazione delle diverse esperienze di volontariato, anche attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato nelle attività di promozione e di sensibilizzazione, e riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite dai volontari;
   d) riconoscimento e valorizzazione delle reti associative di secondo livello, intese quali associazioni composte da enti del Terzo settore, e previsione di forme di controllo delle medesime;
   e) revisione del sistema dei centri di servizio per il volontariato, di cui all'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266, prevedendo che gli stessi siano promossi da organizzazioni di volontariato per finalità di supporto tecnico, formativo e informativo degli enti del Terzo settore nonché per il sostegno di iniziative territoriali solidali. I centri di servizio per il volontariato devono costituirsi in una delle forme previste per gli enti del Terzo settore e devono acquisire personalità giuridica e al loro finanziamento si provvede stabilmente con le risorse previste dall'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266. Qualora ricorrano all'utilizzo di risorse diverse da quelle di cui al periodo precedente, le stesse sono ricomprese in una contabilità separata. Al controllo delle attività e della gestione dei centri di servizio provvedono organismi regionali e nazionali la cui costituzione è ispirata a criteri di efficienza e di contenimento dei costi di funzionamento. Tali costi non possono essere posti a carico delle risorse di cui all'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266;
   f) revisione e razionalizzazione del sistema degli Osservatori nazionali per il volontariato e per l'associazionismo di promozione sociale;
   g) previsione di requisiti uniformi per i registri e per gli Osservatori nazionali e regionali;
   h) previsione di un regime transitorio volto a disciplinare lo status giuridico delle società di mutuo soccorso già esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge nell'eventualità che intendano rinunciare alla natura di società di mutuo soccorso per continuare ad operare quali associazioni senza fini di lucro, con particolare riguardo alle condizioni per mantenere il possesso del proprio patrimonio, che deve essere comunque volto al raggiungimento di finalità solidaristiche.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 5 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 5.
(Attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso).

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: di volontario aggiungere le seguenti: operante a favore di enti pubblici o.
5. 409. Monchiero, Matarrese, Galgano, Falcone, Oliaro.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
   a-bis)
esatta disciplina con dell'applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento e della partecipazione del volontario alle diverse attività, distinguendo le funzioni e i compiti dei lavoratori dipendenti da quelli svolti dal personale volontario.
5. 405. Nicchi, Matarrelli, Marcon, Airaudo, Placido.

  Al comma 1, lettera c), aggiungere, in fine, le parole: che nei casi di valutazioni da parte della pubblica amministrazione devono, in ogni caso, corrispondere a riscontri di natura oggettiva nonché a criteri di valutazione uniforme in riferimento alle competenze medesime.
5. 408. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Cominardi, Ciprini, Lombardi, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Vacca, Simone Valente, Luigi Gallo, Brescia, Marzana, D'Uva, Di Benedetto.

  Al comma 1, lettera d), dopo le parole: previsione di forme di aggiungere le seguenti: monitoraggio e
5. 414. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), dopo le parole: forme di controllo aggiungere le seguenti: interno.
5. 400. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

Subemendamento all'emendamento 5.700 della Commissione

  Alla lettera e), numero 4), sopprimere le parole: e nazionali.
0. 5. 700. 1. Rondini.

  Al comma 1, sostituire la lettera e) con la seguente:
   e) revisione del sistema dei centri di servizio per il volontariato di cui all'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266, prevedendo:
    1) che gli stessi siano promossi da organizzazioni di volontariato per finalità di supporto tecnico, formativo e informativo degli enti del Terzo settore e per il sostegno di iniziative territoriali solidali;
    2) che debbano costituirsi in una delle forme previste per gli enti del Terzo settore acquisendo la personalità giuridica;
    3) che al loro finanziamento si provveda stabilmente, attraverso una programmazione triennale, con le risorse previste dall'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266, e che, qualora si utilizzino risorse diverse, le medesime siano ricomprese in una contabilità separata;
    4) che al controllo delle attività e della gestione dei medesimi, provvedano organismi regionali e nazionali, la cui costituzione è ispirata a criteri di efficienza e di contenimento dei costi di funzionamento, i quali non possono essere posti a carico delle risorse di cui all'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266;
5. 700. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera e), sostituire le parole da: prevedendo fino alla fine della lettera, con le seguenti: con finalità prioritaria di supporto tecnico, formativo e informativo nonché per il sostegno di iniziative territoriali solidali. I centri di servizio per il volontariato hanno personalità giuridica e al loro finanziamento si provvede stabilmente con le risorse previste dall'articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266. Eventuali risorse diverse da quelle di cui al periodo precedente hanno una contabilità separata. Al controllo delle attività e della gestione dei centri di servizio provvedono organismi regionali e nazionali la cui costituzione è ispirata a criteri di efficienza e di contenimento dei costi di funzionamento.
5. 406. Binetti.

  Al comma 1, lettera e), sostituire le parole: da organizzazioni di volontariato con le seguenti: dai soggetti di cui al presente articolo.
5. 402. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera e), sopprimere le parole: nonché per il sostegno di iniziative territoriali solidali.
5. 401. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: si provvede stabilmente aggiungere le seguenti: attraverso un'attenta programmazione triennale.
5. 413. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: contabilità separata. aggiungere le seguenti: Al monitoraggio, valutazione e.
5. 412. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), sostituire le parole da: organismi regionali fino alla fine della lettera, con le seguenti: gli uffici delle regioni e dei dicasteri competenti.
5. 407. Cecconi, Cozzolino, Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: è ispirata a criteri di aggiungere le seguenti: efficacia, trasparenza,.
5. 411. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), sostituire le parole: del sistema degli Osservatori nazionali con le seguenti: dell'Osservatorio nazionale.
5. 403. Binetti.

  Al comma 1, sostituire la lettera g), con la seguente:
  g) uniformare i requisiti dei registri e degli Osservatori regionali con i requisiti dell'Osservatorio nazionale.
5. 404. Binetti.

  Al comma 1, lettera h), dopo le parole: di mutuo soccorso aggiungere le seguenti: di cui alla legge 15 aprile 1886, n. 3818 e successive modificazioni e integrazioni.
5. 410. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.
(Approvato)

A.C. 2617-A – Articolo 6

ARTICOLO 6 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 6.
(Impresa sociale).

  1. Con i decreti legislativi di cui all'articolo 1, comma 2, lettera c), si provvede al riordino e alla revisione della disciplina in materia di impresa sociale, tenuto conto di quanto previsto dagli articoli 2, 4 e 9 e nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
   a) qualificazione dell'impresa sociale quale impresa privata con finalità d'interesse generale, avente come proprio obiettivo primario la realizzazione di impatti sociali positivi conseguiti mediante la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale, che destina i propri utili prevalentemente al raggiungimento di obiettivi sociali e che adotta modelli di
gestione responsabili, trasparenti e che favoriscono il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività;
   b) ampliamento dei settori di attività di utilità sociale, aggiungendo ai settori previsti dal decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155, anche quelli del commercio equo e solidale, dei servizi per il lavoro finalizzati all'inserimento dei lavoratori svantaggiati, dell'alloggio sociale e dell'erogazione del microcredito da parte di soggetti a ciò abilitati in base alla normativa vigente, e individuazione dei limiti per lo svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale;
   c) previsione di forme di remunerazione del capitale sociale e di ripartizione degli utili, da assoggettare a condizioni e limiti massimi, differenziabili anche in base alla forma giuridica adottata dall'impresa, in analogia con quanto disposto per le cooperative a mutualità prevalente, che assicurino in ogni caso la prevalente destinazione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali;
   d) previsione di specifici obblighi di trasparenza e di limiti in materia di remunerazione delle cariche sociali e di retribuzione dei titolari degli organismi dirigenti;
   e) ridefinizione delle categorie di lavoratori svantaggiati tenendo conto delle nuove forme di esclusione sociale, anche con riferimento ai princìpi di pari opportunità e non discriminazione di cui alla vigente normativa nazionale e dell'Unione europea;
   f) possibilità, nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, per le imprese private e per le amministrazioni pubbliche di assumere cariche sociali negli organi di amministrazione delle imprese sociali, salvo il divieto di assumerne la direzione, la presidenza e il controllo;
   g) coordinamento della disciplina dell'impresa sociale con il regime delle attività d'impresa svolte dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
   h) previsione della nomina, in base a principi di terzietà, fin dall'atto costitutivo, di uno o più sindaci allo scopo di monitorare e vigilare sull'osservanza della legge e dello statuto da parte dell'impresa sociale, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile.

  2. Le cooperative sociali e i loro consorzi acquisiscono di diritto la qualifica di impresa sociale.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 6 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 6.
(Impresa sociale).

  Al comma 1, sostituire la lettera a), con la seguente:
  a) qualificazione di impresa sociale come operatore dell'economia sociale il cui obiettivo principale è quello di avere un'incidenza sociale, piuttosto che ricavare profitto per i suoi proprietari o azionisti. Essa opera fornendo beni e servizi per il mercato in modo imprenditoriale e innovativo e impiega i propri profitti in primo luogo per perseguire obiettivi sociali.
6. 420. Silvia Giordano, Ferraresi, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: impatti sociali positivi conseguiti mediante con le seguenti: interventi sociali positivi attraverso.
6. 405. Binetti.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: impatti sociali aggiungere le seguenti: e culturali.
6. 402. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: impatti sociali positivi aggiungere le seguenti: misurabili.
*6. 404. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: impatti sociali positivi aggiungere le seguenti: misurabili.
*6. 423. Da Villa, Crippa, Vallascas, Fantinati, Della Valle, Lupo, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: destina i propri utili prevalentemente con le seguenti: che in misura non inferiore al 70 per cento destina i propri utili.
6. 424. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere la parola: prevalentemente.
*6. 403. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere la parola: prevalentemente.
*6. 422. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, lettera a), sostituire la parola: prevalentemente con la seguente: esclusivamente.
6. 421. Lorefice, Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), sostituire la parola: modelli con la seguente: modalità.
6. 400. Becattini.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: prevedendo per gli investitori la non remunerazione del capitale investito ad eccezione dell'eventuale recupero del solo capitale impiegato.
6. 77. Alberti, Pesco, Villarosa, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
  a-bis) qualificazione dell'impresa sociale innovativa con parametri assimilabili alle start up innovative e alle PMI innovative.
6. 406. Bechis, Baldassarre, Artini, Barbanti, Mucci, Prodani, Rizzetto, Rostellato, Segoni, Turco.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
  a-bis) previsione per la qualificazione di impresa sociale un limite di fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro e un numero di dipendenti non superiore a 50.
6. 427. Da Villa, Crippa, Vallascas, Fantinati, Della Valle, Lupo, Baroni, Silvia Giordano, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
  a-bis) previsione per la qualificazione di impresa sociale un limite di fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro.
6. 426. Crippa, Da Villa, Vallascas, Fantinati, Della Valle, Lupo, Baroni, Silvia Giordano, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
  a-bis) previsione che tra i compiti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato di cui alla legge 10 ottobre 1990, n. 287, vi sia la verifica del raggiungimento di impatti sociali realizzati dalle singole imprese sociali e l'investimento di utili per il conseguimento degli obiettivi sociali;
6. 45. Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole da: aggiungendo fino a: anche con le seguenti: includendovi comunque.
6. 428. Bonomo.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: lavoratori svantaggiati aggiungere le seguenti: e disabili.
6. 425. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: lavoratori svantaggiati aggiungere le seguenti:, delle attività di promozione e accesso alle attività e ai beni culturali.
6. 407. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole: e dell'erogazione del micro credito.
6. 430. Crippa, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole da: e individuazione fino alla fine della lettera.
6. 50. Binetti.

  Al comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le parole: e comunque funzionali al raggiungimento dei fini istituzionali, salvaguardando la non lucratività dell'impresa sociale.
6. 4. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
  b-bis) acquisizione di diritto della qualifica di impresa sociale da parte delle cooperative sociali e dei loro consorzi.

  Conseguentemente, sopprimere il comma 2.
6. 431. Bonomo.
(Approvato)

  Al comma 1, sopprimere la lettera c).
*6. 5. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, sopprimere la lettera c).
*6. 56. Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: capitale sociale con le seguenti: capitale.
6. 416. Palmieri, Palese, Occhiuto, Lainati, Squeri.

  Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: e di ripartizione degli utili.
*6. 6. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: e di ripartizione degli utili.
*6. 433. Mantero, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera c), sostituire la parola: utili con le seguenti: avanzi di gestione.
6. 417. Palmieri, Palese, Occhiuto, Lainati, Squeri.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: limiti massimi aggiungere le seguenti: comunque non superiori a 12 volte la retribuzione più bassa del dipendente.
6. 432. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: in analogia con con le seguenti: in analogia e nei limiti di.
6. 409. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera c), aggiungere, in fine, le parole: e garantiscano in ogni caso il carattere non speculativo dell'attività dell'impresa.
6. 408. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) coordinamento del regime delle agevolazioni con le disposizioni finalizzate ad aprire l'impresa sociale al mercato dei capitali e ad una maggiore remunerazione del capitale investito, al fine di escludere il conferimento di vantaggi competitivi ingiustificati alle imprese sociali;
6. 415. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) previsione che l'ambito territoriale in cui opera l'impresa non possa essere superiore a quello regionale o di due regioni contigue al fine di contraddistinguere inequivocabilmente il carattere sociale e non lucrativo dell'attività di impresa.
6. 434. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) previsione di un limite al numero dipendenti commisurato al numero degli amministratori, al fatturato e al lettore in cui opera al fine di contraddistinguere inequivocabilmente il carattere sociale e non lucrativo dell'attività di impresa.
6. 435. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) previsione di un limite al numero dipendenti commisurato al numero degli amministratori e al fatturato al fine di contraddistinguere inequivocabilmente il carattere sociale e non lucrativo dell'attività di impresa.
6. 436. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1 dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) previsione di un limite al numero dei dipendenti commisurato al numero degli amministratori al fine di contraddistinguere inequivocabilmente il carattere sociale e non lucrativo dell'attività di impresa.
6. 438. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1 dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) previsione di un limite al fatturato rispetto al numero dei dipendenti al fine di contraddistinguere inequivocabilmente il carattere sociale e non lucrativo dell'attività di impresa.
6. 437. Gigli, Marazziti, Sberna, Santerini.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici essenziali.
6. 439. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici socio-assistenziali.
6. 440. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici socio-sanitari.
6. 441. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici sanitari.
6. 442. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici locali.
6. 443. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici.
6. 444. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
  c-bis) esclusione da quanto previsto alla lettera c) tutte le attività dell'impresa sociale che rientrino nell'espletamento di servizi pubblici.
6. 445. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), aggiungere, in fine, le parole: La remunerazione delle cariche sociali e la retribuzione dei titolari degli organismi dirigenti deve essere proporzionata e coerente con quella delle persone che lavorano nello stesso ente o impresa sociale.
6. 410. Binetti.

  Al comma 1, dopo la lettera d), aggiungere la seguente:
  d-bis) definire i criteri e le modalità per l'applicazione alle imprese sociali di cui al presente articolo del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 19 giugno, n. 140 in materia di Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300.
6. 448. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, sopprimere la lettera f).
6. 8. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera f), sopprimere le parole: nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39,.

  Conseguentemente, alla medesima lettera, sopprimere le parole: e per le amministrazioni pubbliche.
6. 418. Monchiero, Matarrese, Galgano, Falcone, Oliaro.

  Al comma 1, lettera f), dopo le parole: 8 aprile 2013, n. 39 aggiungere le seguenti: purché in assenza di qualsivoglia potenziale conflitto di interessi.
6. 9. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera f), sopprimere le parole: per le imprese private e.
6. 70. Dall'Osso, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), dopo le parole: imprese private aggiungere le seguenti: senza fini di lucro.
6. 411. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, lettera f), aggiungere, in fine, le parole: e di ottenerne qualsiasi tipo di remunerazione.
6. 412. Binetti.

  Al comma 1, la lettera f), aggiungere, in fine, le parole: in ogni caso le imprese private e le amministrazioni pubbliche devono rappresentare la minoranza rispetto ai componenti delle cariche sociali ricoperte da soci dell'impresa sociale.
6. 446. Silvia Giordano, Lorefice, Baroni, Di Vita, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera g), aggiungere, in fine, le parole: ferme restando le disposizioni per le ONLUS di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 460 del 1997 e della finalità non lucrativa delle stesse anche quando rappresentate da cooperative sociali.
6. 447. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera h), dopo le parole: corretta amministrazione aggiungere le seguenti: anche con riferimento alle disposizioni di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
6. 401. Becattini.
(Approvato)

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
   i) previsione che per i servizi alla persona non si applichi l'uso del massimo ribasso nell'aggiudicazione degli appalti; definire le modalità di controllo della qualità del servizio prestato a cura dell'ente committente che deve essere effettuato almeno con cadenza semestrale.
6. 73. Grillo, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
   i) previsione della tracciabilità di tutti i corrispettivi tra amministrazioni pubbliche e imprese sociali o cooperative sociali nonché nei confronti dei lavoratori, negli acquisti o forniture di produzioni e scambio di servizi di utilità sociale e nei confronti dei fornitori, esclusivamente attraverso bonifici bancari o postali.
6. 74. Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
   i) previsione di forme di controllo contabile da parte di revisori dei conti iscritti all'albo del MEF.
6. 449. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sopprimere il comma 2.
6. 419. Monchiero, Matarrese, Galgano, Falcone, Oliaro.

  Al comma 2, dopo le parole: e i loro consorzi aggiungere le seguenti: costituiti in conformità all'articolo 8 della legge 8 novembre 1991, n. 381.
6. 429. Ferraresi, Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

A.C. 2617-A – Articolo 7

ARTICOLO 7 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 7.
(Vigilanza, monitoraggio e controllo).

  1. Le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico sugli enti del Terzo settore, ivi comprese le imprese sociali di cui all'articolo 6, e sulle loro attività, finalizzate a garantire l'uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa, statutaria e regolamentare ed essi applicabile, sono esercitate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione, per quanto di competenza, con i ministeri interessati e con l'Agenzia delle entrate, ferme restando le funzioni di coordinamento e di indirizzo di cui all'articolo 4, comma 1, lettera n). Nello svolgimento di tali funzioni, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali individua modalità di coinvolgimento e raccordo anche con le strutture di cui all'articolo 5, comma 1, lettera f), e informa delle attività svolte i soggetti di volta in volta interessati.
  2. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito delle attività di cui al comma 1, promuove l'adozione di adeguate ed efficaci forme di autocontrollo degli enti del Terzo settore, con particolare riferimento a quelli di piccole dimensioni, anche attraverso l'utilizzo di strumenti atti a garantire la più ampia trasparenza e conoscibilità delle attività svolte dagli enti medesimi, sulla base di apposite convenzioni stipulate con gli organismi maggiormente rappresentativi degli enti stessi o con le strutture di cui all'articolo 5, comma 1, lettera e).
  3. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali predispone linee guida in materia di bilancio sociale e di sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore, anche in attuazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 1, lettera l). Per valutazione di impatto sociale si intende la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all'obiettivo individuato.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 7 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 7.
(Vigilanza, monitoraggio e controllo).

  Sostituirlo con il seguente:
  1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge è istituita un'Agenzia indipendente per il Terzo settore. I componenti dell'Agenzia sono nominati per quanto di competenza dai Ministeri interessati.
  2. All'Agenzia di cui al comma i sono attribuite le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo degli enti Terzo settore, finalizzato ad assicurare l'uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa, statutaria e regolamentare.

  Conseguentemente, all'articolo 10, aggiungere, in fine, il seguente comma:
  4-bis. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 7 comma 1, valutati in euro 3.000.000 a decorrere dal 2015 si provvede:
   a) quanto a euro 3.000.000 per l'anno 2015 mediante riduzione del 0,2 per cento di tutte le dotazioni finanziarie di parte corrente del bilancio dello Stato iscritte nell'ambito delle spese rimodulabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b) della legge 31 dicembre 2009 n. 196, ad eccezione delle spese relative alle missioni: Diritti sociali e famiglia, Politiche per il lavoro, Tutela della salute;
   b) quanto a euro 3.000.000 a decorrere dall'anno 2016 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio 2015-2017 nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2015, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.
7. 300. Baroni, Grillo, Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sostituirlo con il seguente:
  1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge è istituita un'Agenzia indipendente per il Terzo settore. I componenti dell'Agenzia sono nominati per quanto di competenza dai Ministeri interessati.
  2. All'Agenzia di cui al comma 1 sono attribuite le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo degli enti Terzo settore, finalizzato ad assicurare l'uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa, statutaria e regolamentare.
7. 301. Lorefice, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, primo periodo, dopo le parole le funzioni di vigilanza, monitoraggio, e controllo aggiungere le seguenti: nonché di carattere ispettivo.
7. 360. Lombardi, Cominardi, Ciprini, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice.

  Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: sono esercitate aggiungere le seguenti:, anche avvalendosi degli Assessorati competenti regionali e comunali che predispongono apposite relazioni.
7. 302. Lorefice, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: dal Ministero del lavoro fino a: Agenzia delle entrate con le seguenti: dalle Regioni e dalle province autonome.
7. 8. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con le seguenti: dall'Agenzia per il terzo settore, da istituire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri dell'economia e delle finanze, del lavoro e delle politiche sociali, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,.

  Conseguentemente sostituire, ovunque ricorrano, le parole: il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con le seguenti: l'Agenzia per il terzo settore;

  dopo il comma 3, aggiungere i seguenti:
  3-bis. A copertura degli oneri conseguenti dall'attuazione del comma 1, si provvede nei limiti delle risorse di cui ai successivi commi.
  3-ter. Al comma 5-bis dell'articolo 96 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le parole: «nei limiti del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nei limiti del 95 per cento».
  3-quater. Al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti modificazioni:
  a) all'articolo 6:
    1) al comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;
    2) al comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;
  b) all'articolo 7, comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento».
7. 325. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: con i ministeri interessati e con l'Agenzia delle entrate con le seguenti: con le Regioni e province autonome, nonché con le strutture di cui all'articolo 5, comma 1, lettera e).
7. 10. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: con i Ministeri interessati e con l'Agenzia delle entrate con le seguenti: con le Regioni e province autonome.
7. 7. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: e con l'Agenzia delle entrate.
*7. 5. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole e con l'Agenzia delle entrate.
*7. 310. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: e con l'Agenzia delle entrate con le seguenti: e con le Regioni e province autonome.
7. 6. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: e con l'Agenzia delle entrate con le seguenti: e con le strutture di cui all'articolo 5, comma 1, lettera e).
7. 9. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: con l'Agenzia delle entrate aggiungere le seguenti: e l'Anac.
7. 304. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: lettera f) aggiungere le seguenti: come riformate in modo da garantire la rappresentanza democratica di tutte le organizzazioni del Terzo settore.
7. 320. Grillo, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Lo svolgimento delle funzioni di cui al presente comma deve essere assicurato tramite adeguate risorse economiche da individuare dopo una adeguata previsione e pianificazione delle attività da svolgere e delle risorse umane e strumentali necessarie a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
7. 321. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Palmieri.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Nell'ambito della razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro, prevista con l'istituzione dell'agenzia unica per le ispezioni sul lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183, articolo 1, comma 7, lettera l), vengono adottate misure specifiche per l'attività ispettiva degli organismi del terzo settore.
7. 330. Lombardi, Ciprini, Cominardi, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tenendo conto delle peculiarità degli organismi del terzo settore, emana specifiche circolari in materia ispettiva e sanzionatoria nonché specifiche direttive finalizzate al controllo di tutte le attività degli organismi medesimi.
7. 331. Ciprini, Cominardi, Lombardi, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, dopo le parole: comma 1, promuove aggiungere le seguenti:, in tempi certi,.
7. 332. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, dopo le parole: forme di autocontrollo degli enti del Terzo settore, aggiungere le seguenti: ivi compresi i meccanismi di segnalazione interna che consentano in anonimato a lavoratori e associati degli enti del Terzo settore di denunciare eventuali illeciti,.
7. 333. Di Vita, Baroni, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

Subemendamenti all'emendamento 7.700 della Commissione

  Sopprimere la parola: anche.
0. 7. 700. 1. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Dopo le parole: delle attività svolte aggiungere le seguenti: e dei finanziamenti pubblici ricevuti.
0. 7. 700. 2. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sopprimere le parole da:, sulla base di apposite convenzioni fino alla fine del comma.
0. 7. 700. 3. Rondini.

  Al comma 2, sostituire le parole da:, con particolare riferimento fino alla fine del comma con le seguenti: anche attraverso l'utilizzo di strumenti atti a garantire la più ampia trasparenza e conoscibilità delle attività svolte dagli enti medesimi, sulla base di apposite convenzioni stipulate con gli organismi maggiormente rappresentativi degli enti stessi o, con particolare riferimento a quelli di piccole dimensioni, con i centri di servizio per il volontariato di cui all'articolo 5, comma 1, lettera e).
7. 700. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 2, sopprimere la parola: anche.
7. 335. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, sostituire la parola: anche con la seguente: esclusivamente.
7. 11. Rondini, Molteni.

  Al comma 2, dopo la parola: conoscibilità aggiungere le seguenti: e tracciabilità.
7. 340. Di Vita, Baroni, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, dopo le parole: delle attività svolte aggiungere le seguenti: e dei finanziamenti pubblici ricevuti.
7. 341. Silvia Giordano, Baroni, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, dopo le parole: delle attività svolte dagli enti medesimi, aggiungere le seguenti: anche attraverso la pubblicazione sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché degli enti del Terzo settore, di tutte le forme di autocontrollo adottate dai singoli enti del Terzo settore,.
7. 342. Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, dopo la parola: stipulate aggiungere le seguenti: a titolo gratuito.
7. 343. Lombardi, Cominardi, Ciprini, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 2, sopprimere le parole: con gli organismi maggiormente rappresentativi degli enti stessi o.
7. 12. Rondini, Molteni.

  Al comma 2, sopprimere le parole: o con le strutture di cui all'articolo 5, comma 1, lettera e).
7. 345. Nicchi, Matarrelli, Marcon.

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
  2-bis. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito delle attività di cui al comma 1, svolge le attività di prevenzione e promozione della legalità presso gli organismi del terzo settore, finalizzandole, anche, al contrasto del lavoro sommerso e irregolare.
7. 350. Ciprini, Cominardi, Lombardi, Chimienti, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 3, primo periodo, dopo le parole: politiche sociali aggiungere le seguenti:, sentiti gli organismi maggiormente rappresentativi del terzo settore.
7. 400. Beni, Fossati, Grassi, Capone, Miotto, Albini, D'Incecco.
(Approvato)

  Al comma 3, primo periodo, dopo la parola: predispone, aggiungere le seguenti:, sentiti gli organismi di Terzo Settore maggiormente rappresentativi,.
7. 351. Matarrelli, Nicchi, Marcon.

  Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
  3-bis.
All'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo le amministrazioni competenti provvedono nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
7. 600. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
(Approvato)

  Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
  3-bis. Ai fini dell'espletamento delle funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti del Terzo settore, ivi comprese le imprese sociali di cui all'articolo 6, e sulle relative attività, di cui al comma 1, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono destinate risorse adeguate che garantiscano l'efficacia e l'efficienza delle citate funzioni.
7. 401. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

A.C. 2617-A – Articolo 8

ARTICOLO 8 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 8.
(Servizio civile universale).

  1. Con il decreto legislativo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera d), si provvede alla revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1 della legge 6 marzo 2001, n. 64, e nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
   a) istituzione del servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione, e a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della nazione e sviluppo della cultura dell'innovazione e della legalità nonché a realizzare un'effettiva cittadinanza europea e a favorire la pace tra i popoli;
   b) previsione di un meccanismo di programmazione, di norma triennale, dei contingenti di giovani di età compresa tra 18 e 28 anni che possono essere ammessi al servizio civile universale tramite bando pubblico e di procedure di selezione e avvio dei giovani improntate a princìpi di semplificazione, trasparenza e non discriminazione;
   c) definizione dello status giuridico dei giovani ammessi al servizio civile universale, prevedendo l'instaurazione, fra i medesimi giovani e lo Stato, di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro, con previsione dell'esclusione di tale prestazione da ogni imposizione tributaria;
   d) coinvolgimento degli enti territoriali e degli enti pubblici e privati senza scopo di lucro nella programmazione e nell'organizzazione del servizio civile universale;
   e) previsione di criteri e modalità di accreditamento degli enti di servizio civile universale di cui all'articolo 3 della legge 6 marzo 2001, n. 64, nell'ottica della semplificazione e della trasparenza;
   f) previsione di criteri e modalità di semplificazione e di trasparenza delle procedure di gestione e di valutazione dell'attività svolta;
   g) previsione di un limite di durata del servizio civile universale, non inferiore a otto mesi complessivi e, comunque, non superiore a un anno, che contemperi le finalità del servizio con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani coinvolti, e della possibilità che il servizio sia prestato, in parte, in uno degli Stati membri dell'Unione europea nonché, per iniziative riconducibili alla promozione della pace e alla cooperazione allo sviluppo, anche nei Paesi al di fuori dell'Unione europea;
   h) riconoscimento e valorizzazione delle competenze acquisite durante l'espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 8 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 8.
(Servizio civile universale).

  Sopprimerlo.
8. 27. Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, alinea, sostituire le parole: dall'articolo 1 della legge 6 marzo 2001, n. 64 con le seguenti: dalla presente legge.
8. 402. Bonomo.

  Al comma 1, alinea, dopo le parole: dall'articolo 1 aggiungere le seguenti:, comma 1, lettere b), c), d) ed e),.
8. 101. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

Subemendamenti all'emendamento 8.700 della Commissione

  Sostituire le parole:, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione con le seguenti: alla formazione sociale e all'accrescimento materiale e spirituale della società ai sensi degli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione.
0. 8. 700. 1. Mantero, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Sostituire le parole:, di solidarietà e inclusione sociale con le seguenti: e di solidarietà.
0. 8. 700. 2. Rondini.

  Al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente:
   a) istituzione del servizio civile universale finalizzato, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione, alla difesa dei valori fondativi della patria, attraverso la realizzazione di esperienze di cittadinanza attiva, di solidarietà e inclusione sociale;
8. 700. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera a), sopprimere la parola: universale.

  Conseguentemente, ovunque ricorra, sopprimere la parola: universale.
8. 403. Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: alla difesa non armata, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione con le seguenti: alla promozione della solidarietà sociale e civile, ai sensi degli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione,.
8. 19. Alfreider, Gebhard, Plangger, Schullian, Ottobre.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: alla difesa non armata, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione con le seguenti: alla formazione al sociale e all'accrescimento materiale e spirituale della società ai sensi degli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione.
8. 404. Mantero, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: difesa non armata aggiungere le seguenti: non violenta.
8. 405. Zanin, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Fossati, Beni, Duranti, Marcon, Nicchi, Kronbichler.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: degli articoli 52, primo comma, e con le seguenti: dell'articolo.
8. 406. Ferraresi, Baroni, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: e a promuovere con le seguenti: attraverso modalità rivolte a promuovere.
8. 400. Bonomo, Patriarca.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: della nazione aggiungere le seguenti: con particolare riferimento alla lotta agli inquinamenti,.
8. 407. Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Vignaroli, Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: a favorire la pace tra i popoli aggiungere le seguenti: anche attraverso la formazione alla nonviolenza.
8. 408. Zanin, Zappulla, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Fossati, Beni, Duranti, Marcon, Nicchi, Kronbichler.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:
  a-bis) istituzione di contingenti di Corpi civili di pace con la finalità di promuovere: la prevenzione dei conflitti armati, la pace, la riconciliazione e la mediazione tra le parti, la promozione dei diritti umani, la solidarietà internazionale, l'educazione alla pace nel mondo o il dialogo interreligioso, la sicurezza umana intesa come sicurezza sociale, ambientale, economica e culturale nelle zone a rischio di conflitto armato, nelle zone in cui è in atto un conflitto armato e nelle zone di post conflitto, per garantire condizioni di dialogo e di convivenza tra i popoli.

  Conseguentemente, all'articolo 10, dopo il comma 3, aggiungere i seguenti:
  3-bis. Per la piena attuazione di quanto previsto dall'articolo 8, a integrazione delle risorse assegnate annualmente in sede di legge di stabilità, si provvede nei limiti delle maggiori risorse derivanti dai commi 3-ter e 3-quater.
  3-ter. Al comma 5-bis dell'articolo 96 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le parole: «nei limiti del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nei limiti del 95 per cento».
  3-quater. Al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti modificazioni:
  a) all'articolo 6:
    1) al comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;
    2) al comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento»;

  b) all'articolo 7, comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 95 per cento».
8. 409. Marcon, Nicchi, Matarrelli.

  Al comma 1, lettera b), sostituire le parole:, di norma triennale, con la seguente: triennale.
8. 410. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma lettera b), dopo le parole: bando pubblico aggiungere la seguente: annuale.
8. 411. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le parole:. I giovani interessati dalla suddetta previsione, devono essere residenti in Italia, e sono: i cittadini italiani o di uno Stato membro dell'Unione europea o cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno di cui all'articolo 9 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, nonché tutti gli stranieri residenti in Italia titolari del permesso unico di cui al decreto legislativo 40/2014 e agli altri stranieri regolarmente soggiornanti in Italia;.
8. 7. Marcon, Nicchi, Matarrelli.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
  b-bis) previsione che gli enti pubblici e le organizzazioni private che intendano accogliere presso le loro strutture volontari in servizio civile universale devono possedere la caratteristica dell'assenza di scopo di lucro.
*8. 1. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
  b-bis) previsione che gli enti pubblici e le organizzazioni private che intendano accogliere presso le loro strutture volontari in servizio civile universale devono possedere la caratteristica dell'assenza di scopo di lucro.
*8. 43. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole da: definizione fino a: prevedendo con le seguenti: definizione di «operatore volontario non retribuito di servizio pubblico» come status giuridico dei giovani ammessi al servizio civile universale, prevedendo conseguentemente.
8. 2. Rondini, Molteni.

  Al comma 1 sostituire la lettera d) con la seguente:
  d) definizione, nel rispetto del principio di leale collaborazione, del riparto di funzioni tra istituzioni statali e regionali, mediante l'attribuzione agli organi centrali dello Stato della competenza a definire le attività di programmazione e organizzazione del servizio civile universale, in cui sono coinvolti gli enti territoriali nonché gli enti pubblici e privati senza scopo di lucro nel rispetto dei criteri di cui al presente articolo.
8. 401. Piccione.

  Al comma 1, sostituire la lettera d) con la seguente:
  d) coinvolgimento degli enti territoriali e degli enti pubblici nella programmazione e nell'organizzazione del servizio civile nonché degli enti privati senza scopo di lucro esclusivamente nell'organizzazione.
8. 44. Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera d), sopprimere le parole: e privati senza scopo di lucro.
8. 39. Di Vita, Baroni, Dall'Osso, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Dopo la lettera d), aggiungere la seguente:
  d-bis) previsione della potestà delle Regioni e delle Province autonome di istituire forme diverse di servizio civile territoriale, distinto dal servizio civile nazionale, e della delega alle stesse della potestà regolamentare in materia di valutazione dei progetti di servizio civile secondo i criteri generali indicati dalla normativa statale, nonché della gestione e organizzazione del servizio civile universale sui territori.
8. 412. Rondini.

  Dopo la lettera d) aggiungere la seguente:
  d-bis) previsione della potestà, da parte delle regioni e delle province autonome nell'autonomo esercizio delle proprie competenze legislative, di istituire e disciplinare un proprio servizio civile regionale o provinciale, distinto e con natura sostanzialmente diversa dal servizio civile nazionale, in quanto non riconducibile all'articolo 52 della Costituzione.
8. 3. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, lettera e), sostituire le parole: di cui all'articolo 3 con le seguenti:, tenendo conto di quanto previsto dall'articolo 3.
8. 701. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera e), dopo le parole: enti di servizio civile universale aggiungere le seguenti: secondo criteri standard e validi per tutti, prevedendo che solo gli enti senza fine di lucro possono attuare il servizio civile all'interno delle proprie strutture.
8. 413. Lorefice, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera e), sopprimere le parole: di cui all'articolo 3 della legge 6 marzo 2001, n. 64.
8. 414. Bonomo.

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:
  e-bis) allocazione delle posizioni di servizio civile universale sui territori regionali sulla base dei principi di eguaglianza, pari opportunità, efficienza ed economicità, utilizzando criteri oggettivi quali la percentuale di giovani residenti.
*8. 4. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, dopo la lettera e) aggiungere la seguente:
  e-bis) allocazione delle posizioni di servizio civile universale sui territori regionali sulla base dei principi di eguaglianza, pari opportunità, efficienza ed economicità, utilizzando criteri oggettivi quali la percentuale di giovani residenti.
*8. 45. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:
   e-bis) previsione di delega ad una regione o provincia autonoma, da parte dello Stato, della potestà regolamentare in materia di valutazione dei progetti di servizio civile, nonché della gestione e organizzazione del servizio civile, a condizione che la regione o provincia autonoma assuma un impegno triennale di cofinanziamento delle posizioni di servizio civile assegnate al territorio di sua competenza.
8. 5. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:
  e-bis) prevedere che ai fini dell'accreditamento, gli enti per il servizio civile devono produrre la certificazione antimafia.
8. 41. Silvia Giordano, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Lorefice, Mantero, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), dopo le parole: di gestione aggiungere le seguenti:, di monitoraggio.
8. 415. Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, lettera f), aggiungere, in fine, le parole: dagli enti di servizio civile universale.
8. 416. Bonomo.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera g), sostituire le parole: per iniziative riconducibili alla promozione della pace e alla cooperazione allo sviluppo con le seguenti: con attività anche formative fondate sugli insegnamenti della nonviolenza, volte alla promozione della pace e della cooperazione allo sviluppo.
8. 417. Zanin, Zappulla, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Beni, Duranti, Marcon, Nicchi, Kronbichler.

  Al comma 1, lettera g), sostituire le parole: per iniziative riconducibili alla promozione della pace e alla cooperazione allo sviluppo con le seguenti: con attività anche formative volte alla costruzione della nonviolenza, della pace e della cooperazione allo sviluppo.
8. 418. Zanin, Zappulla, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Beni, Duranti, Marcon, Nicchi, Kronbichler.

  Al comma 1, lettera g), dopo le parole: iniziative, aggiungere le seguenti:, anche a carattere formativo.
8. 419. Zanin, Zappulla, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Beni.

  Al comma 1, lettera g), dopo le parole: della pace, aggiungere le seguenti: e della nonviolenza.
8. 420.(Testo corretto). Zanin, Zappulla, Iori, Sbrollini, Paolo Rossi, Terrosi, Albini, Cova, Fossati, Beni, Duranti, Marcon, Nicchi, Kronbichler.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera h), aggiungere, in fine, le parole: Nei casi di riconoscimento e valorizzazione da parte della pubblica amministrazione, le valutazioni dovranno, in ogni caso, corrispondere a riscontri di natura oggettiva nonché a criteri di valutazione uniforme in riferimento alle competenze medesime.
8. 421. Chimienti, Cominardi, Ciprini, Lombardi, Dall'Osso, Tripiedi, Grillo, Silvia Giordano, Mantero, Baroni, Di Vita, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Vacca, Simone Valente, Luigi Gallo, Brescia, Marzana, D'Uva, Di Benedetto.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti lettere:
  i) valorizzare il Servizio Civile Universale come parte del percorso formativo delle giovani generazioni, con particolare attenzione all'inserimento nel mondo del lavoro;
  l) prevedere strumenti che favoriscano processi di finanziamento al Servizio Civile Universale da parte delle Regioni e delle Province Autonome;
  m) prevedere l'istituzione di un servizio civile universale ispirato ai principi di efficienza ed economicità nella gestione dello stesso, e che pertanto preveda il concorso al finanziamento da parte degli enti che accolgano volontari in servizio civile.
8. 214. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti lettere:
  i) prevedere l'accesso al servizio civile per i soli cittadini italiani, ai sensi dell'articolo 52 della Costituzione;
  l) prevedere che solo gli enti con sede legale sul territorio della Repubblica Italiana possano impiegare nelle proprie strutture giovani in servizio civile.
8. 213. Rondini, Molteni.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
   i)
prevedere l'istituzione di un servizio civile ispirato ai principi di efficienza ed economicità nella gestione dello stesso e che preveda il concorso al finanziamento da parte degli enti che accolgono volontari in servizio civile.
8. 46. Mantero, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Grillo, Silvia Giordano, Lorefice, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, la seguente lettera:
  i) estensione della riserva dei posti nei pubblici concorsi, ai giovani che hanno espletato il Servizio civile universale.
8. 422. Piras, Duranti, Nicchi, Matarrelli, Marcon.

MOZIONI SCOTTO ED ALTRI N. 1-00694, COMINARDI ED ALTRI N. 1-00774, GAROFALO ED ALTRI N. 1-00775 E CATALANO ED ALTRI N. 1-00781 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MERITO ALLA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE E PRODUTTIVA DEL COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    numerose fonti istituzionali, politiche e di informazione rappresentano il trasporto aereo italiano come un settore in cui i licenziamenti, la mobilità, la cassa integrazione, i contratti di solidarietà, i tagli salariali, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il deterioramento delle condizioni di salute e di sicurezza in cui operano gli addetti e il dilagare della precarietà nella categoria sono il frutto di una crisi economica generale che strangola il comparto, determinando ineluttabili conseguenze sui lavoratori;
    purtuttavia si deve rilevare che la situazione complessiva del trasporto aereo italiano non può in alcun modo essere descritta semplicemente in questi termini, perché sotto il profilo meramente commerciale il comparto aereo-aeroportuale ed il relativo indotto sembrerebbero essere tutt'altro che in crisi;
    dal 2008 al 2013 in Italia, ovvero negli anni in cui la crisi ha attanagliato maggiormente l'industria del nostro Paese, il traffico passeggeri negli scali aeroportuali è aumentato del 10,3 per cento ed il traffico merci del 16,6 per cento;
    nonostante la lieve contrazione del traffico merci e passeggeri registrata nel 2012 sul 2011 e nel 2013 sul 2012 (complessivamente di poco meno del 3 per cento), la crescita, di fatto, è stata copiosa, anche a fronte della decrescita generalizzata del sistema industriale italiano;
    nel 2014 sul 2013 i dati di crescita in Italia del trasporto aereo e del traffico merci sono esaltanti, ad esempio e rispettivamente +4,5 per cento e +5,1 per cento e tutto questo certo non può dipendere unicamente neanche dallo sviluppo impetuoso del traffico aeroportuale low cost;
    infatti, importanti e qualificati studi di settore elaborati da Assoaeroporti segnalano la crescita esponenziale di passeggeri sulle tratte intercontinentali ed a lungo raggio, ovvero in un segmento di mercato ove, per il momento, la concorrenza delle compagnie low cost è meno preponderante che sul medio-corto raggio;
    nell'ambito di tale contesto di crescita, particolarmente significativo è lo sviluppo dell'intero sistema aeroportuale romano (segnatamente gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino) per ciò che riguarda il traffico passeggeri;
    da dati significativi per l'Aeroporto Leonardo da Vinci può risultare utile evidenziare che agli inizi del mese di ottobre 2014 Aeroporti di Roma ha festeggiato il transito dell'un milionesimo passeggero in più rispetto all'anno 2013 e che solo nel mese di ottobre 2014 su ottobre 2013 la crescita del traffico passeggeri nell'aeroporto di Fiumicino ha registrato un inequivocabile +10 per cento;
    un'estate positiva per il traffico merci si è pure registrata per altri numerosi aeroporti del sud e del nord dell'Italia: Napoli, Bergamo, Venezia, Firenze e altro;
    purtuttavia, a questa inequivocabile situazione di crescita dei dati sin qui esposti fa da contraltare una situazione eccezionalmente drammatica per il lavoro e per l'intera categoria del personale da sempre operante nel comparto aereo-aeroportuale;
    circa 15.000 lavoratori del sopradetto comparto, infatti, sono stati toccati a vario titolo ed «intensità» da cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà;
    il che significa che il 25 per cento della forza lavoro del comparto aereo-aeroportuale è stato interessato dall'attivazione di ammortizzatori sociali e da altri strumenti di sostegno come il fondo speciale del trasporto aereo istituito nel 2005;
    altrettanto pesanti sono state, inoltre, le ricadute sull'indotto del settore, peraltro sprovvisto di un adeguato censimento, in grado di rendere evidente «giustizia» alla «mattanza» che i lavoratori di tale ambito produttivo (pulizie, esercizi commerciali e altro) stanno subendo dal punto di vista occupazionale, dei salari, dei diritti e delle garanzie di tutela della salute, nonché di aumento della precarietà;
    a tale proposito basti ricordare che, secondo stime della regione Lazio effettuate nel 2008, all'epoca della privatizzazione di Alitalia che costò il taglio di 10.000 posti di lavoro diretti, per ogni dipendente Az licenziato si sarebbe dovuta scontare anche la perdita occupazionale sull'indotto di circa 4,5 unità: una stima successivamente corretta al ribasso per 2,1 unità in conseguenza di un singolo licenziamento in Alitalia;
    d'altra parte le cronache giornalistiche anche più recenti evidenziano situazioni in cui i licenziamenti ed i tagli del personale rappresentano il denominatore comune di tutte le ristrutturazioni effettuate nelle aziende del comparto che hanno avuto come effetto, se non addirittura scopo, quello della compressione del costo del lavoro;
    l'elenco di tutte le vertenze che interessano il comparto aereo-aeroportuale sarebbe lunghissimo ed includerebbe moltissime situazioni ancora in via di definizione oppure conclusesi tragicamente per centinaia di famiglie di lavoratori;
    tra le molte ci si limita a ricordare, senza voler sottovalutare la miriade di ulteriori micro-vertenze, quanto accaduto alla Argol che ha licenziato 76 lavoratori dopo 20 anni di attività di contratti di appalto della compagnia Alitalia: contratti che la compagnia aeroportuale ha deciso di non rinnovare, con tutti gli effetti che si possono immaginare per i lavoratori addetti alla movimentazione del materiale aeronautico negli hangar di Fiumicino che nel 2012 furono sostituiti con personale più precario e più a basso costo;
    altrettante sono le vertenze ancora in essere, molte delle quali insistono sugli aeroporti romani (in totale 41.000 dipendenti) e su quelli milanesi che, rispettivamente, rappresentano i principali poli dell'industria aeroportuale dell'Italia centro- meridionale e quello dell'Italia settentrionale;
    i casi più eclatanti sono quello della compagnia Meridiana, dove su 1634 lavoratori minacciati fino a pochi giorni fa da un licenziamento di massa, non si è ancora trovata alcuna soluzione soddisfacente, visto che dal 1o gennaio 2015 il vettore in questione si ritroverà con un organico sensibilmente ridotto, visto che 275 persone hanno scelto o si sono viste comunque costrette a licenziarsi volontariamente. Una situazione in cui non c’è nulla di cui esultare, visto che già a partire da gennaio 2015 si pone il problema di affrontare altri esuberi che corrispondono a circa 1200 posti di lavoro. Eppure, solo dall'inizio della XVII legislatura, l'intero arco parlamentare è intervenuto sulla drammatica vicenda di Meridiana con ben 27 atti di indirizzo e di controllo – di cui numerosissimi peraltro presentati dal gruppo parlamentare Sinistra Ecologia e Libertà – rispetto ai quali il Governo si è impegnato ripetutamente ad intervenire con ogni iniziativa per fronteggiare la situazione garantendo la continuità territoriale ai collegamenti da e per la Sardegna ed il rilancio della compagnia aerea Meridiana attraverso l'impiego, la tutela occupazionale e la protezione sociale dei suoi lavoratori;
    e ancora il caso di Groundcare. Come riportato dalla stampa nazionale e locale, poco prima della notte di Capodanno 2015, Groundcare, la principale società di handling aeroportuale di Fiumicino, ha avviato le procedure di licenziamento per ben 450 persone, inclusi circa un centinaio di dipendenti della Groundcare Milano, già fallita ad agosto 2013 ed in «affitto» alla stessa Groundcare. Quest'ultima vicenda da sola meriterebbe un approfondimento, anche a fronte della diffida effettuata dal curatore fallimentare della Groundcare Milano nei confronti del curatore fallimentare della Groundcare in merito alla gestione dei lavoratori e dei beni in affitto. Peraltro, nonostante le rassicurazioni profuse solo il 10 dicembre 2014 dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in occasione dello svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata presentata dai deputati Sinistra Ecologia e Libertà n. 3-01214 sulla vertenza Groundcare sull'obiettivo di favorirne la tutela occupazionale, l'evoluzione della situazione per i suoi lavoratori, la questione ha avuto, purtroppo, un epilogo agghiacciante. Nelle giornate tra il 30 e il 31 dicembre 2014, infatti, sono stati chiamati in massa a firmare la propria lettera di licenziamento circa 450 lavoratori su poco più di 850 complessivi in forza presso la società. Questi lavoratori si sono recati in una sala della Palazzina Epua di Fiumicino per ritirare la lettera di licenziamento, ma oltre alla firma di quella lettera è stata pure richiesta, per quanto risulta, anche la sottoscrizione di una liberatoria al fine di rinunciare sia al pagamento del mancato preavviso, sia all'esperimento di qualsiasi azione legale rispetto alla mancata selezione del personale da espellere. Inoltre, la firma sulla liberatoria sembrerebbe stata sollecitata con l'esplicito riferimento in forza del quale, in caso di rifiuto della sottoscrizione, oltre al mancato inserimento nel bacino di ricollocazione, il licenziamento sarebbe stato recapitato successivamente al 1o gennaio 2015, in modo da penalizzare il lavoratore nell'accesso alla mobilità che, come noto, dal 1o gennaio 2015 ha subito una drastica riduzione per effetto dell'entrata in vigore della cosiddetta «legge Fornero». Per quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, fortunatamente, qualcuno ha anche chiamato la polizia e la liberatoria a quel punto è diventata facoltativa mentre prima veniva associata, di fatto, al rilascio della lettera di licenziamento;
    in data 8 gennaio 2015 sono oltre 200 i lavoratori della Groundcare che dalla mattina protestano all'aeroporto di Fiumicino per colpa dei licenziamenti loro notificati. La manifestazione organizzata dal Cub Trasporti è iniziata alle ore 10.00 con un presidio davanti all'ingresso del terminal T3 partenze. I lavoratori Groundcare, Alitalia e Argol dietro agli striscioni si sono mossi, avanzando lungo il perimetro dello scalo e sono arrivati al terminal T1 e sul posto si trovavano polizia e carabinieri. Le parole del consigliere comunale Erica Antonelli, membro della commissione lavoro del comune di Fiumicino, in merito al licenziamento dei lavoratori Groundcare, sono state le seguenti: «In un aeroporto internazionale come quello di Fiumicino non è il lavoro ad essere carente ma piuttosto la gestione dello stesso, incapace di fornire adeguati servizi ai passeggeri e mantenere un livello occupazione nei vari segmenti capaci di rappresentare al meglio la principale porta d'ingresso in Italia. Come già richiesto dal Sindaco Montino serve un tavolo interistituzionale sul lavoro aeroportuale, ma non solo visto anche il recente fallimento della Romana recapiti. Chiederò al Presidente della Commissione Attività Produttive e Lavoro del Comune di Fiumicino una audizione, anche con le parti sociali, per approfondire quanto appena accaduto in aeroporto»;
    in Alitalia, come noto, sono stati 2251 gli esuberi derivanti dal fallimento della privatizzazione del 2008 della compagnia: una gabella ingiustificabile, pagata sull'altare del passaggio di Cai dalle mani della cordata di «prenditori» italiani agli arabi-anglosassoni di Etihad, senza contare l'ulteriore taglio salariale destinato ad abbattersi su chi è rimasto in servizio; tutto ciò è inaccettabile se si considera che solo nel mese di maggio 2014, mentre Etihad entrava in Alitalia e venivano annunciati imminenti sacrifici, ivi compresi gli esuberi, in nome dell'interesse generale, in Alitalia erano presenti in servizio oltre 1600 lavoratori precari, concentrati nei settori di terra operativi (scalo, carico-scarico bagagli, rampa e altro), necessari per far fronte all'atavico sottorganico esistente nella ex-compagnia di bandiera italiana. Ma non solo: mentre si consegnavano le lettere di licenziamento ad oltre 1600 dipendenti, in una stanza attigua, alcuni rappresentanti della dirigenza si accingevano ad assumere 200 lavoratori a tempo determinato. Ma la desertificazione delle attività di terra della ex-compagnia di bandiera prosegue nei giorni successivi con le esternalizzazioni delle attività;
    l'attività informatica dell'Alitalia viene spezzata in due grandi tronconi (attività applicative ed attività operative) pur di favorirne la dismissione. Da subito Alitalia procede con la cessione ad Ibm di circa 70 lavoratori inseriti nelle liste degli esuberi e minacciati da un licenziamento che tutti sanno che non potrà concretizzarsi senza un grave pregiudizio dell'attività dei sistemi della compagnia, ma brandito pur di evitare che cresca l'opposizione dei lavoratori a cui lo spettro della disoccupazione farà «digerire» il passaggio delle attività. L'altro grande spezzone dell'informatica Alitalia di circa 200 dipendenti, sarà invece al momento mantenuto nella compagnia per essere poi ceduto in un secondo momento. Pesantissimo è anche il disegno che incombe su quanto resta delle attività di manutenzione degli aeromobili della compagnia, al momento concentrate nella divisione tecnica di Alitalia (ormai meno di 2000 dipendenti contro gli oltre 5000 degli inizi degli anni 2000) e in AMS (Alitalia Maintenance Systems), una società partecipata Az che si occupa della revisione dei motori, creata nel 2008 ed ormai in liquidazione. L'annuncio della reinternalizzazione delle attività di manutenzione pesante degli aeromobili, ceduta dai patrioti di Cai alla israeliana Bedec, dovrebbe essere gestita da Atitech che in parte, secondo gli annunci, utilizzerebbe parte dei 200 operai delle manutenzioni licenziati a novembre 2014;
    attualmente, tuttavia, della realizzazione del progetto Atitech non si sa nulla. In realtà le manutenzioni Alitalia continuano a subire nel silenzio generale quel pesante ridimensionamento, avviato con la privatizzazione del 2009 di Alitalia, che ha prodotto, di fatto, lo smantellamento del polo della meccanica che nell'ambito dell'aviazione costituiva una delle più importanti eccellenze esistenti su Fiumicino;
    sono rilevanti, ovviamente, le responsabilità delle istituzioni che si sono avvicendate nelle ultime legislature sia in termini generali per ciò che sta accadendo nel settore, sia in termini più specifici per ciò che, solo per fare alcuni esempi, succede per i due ambiti citati (informatica e manutenzioni): con un minimo di lungimiranza industriale le suddette incontestabili eccellenze avrebbero potuto costituire la base della costruzione di segmenti di riferimento nell'ambito della più generale industria dei trasporti, consentendo l'aggregazione di segmenti produttivi che avrebbero consentito la concentrazione e la gestione di strategiche attività, oggi frammentate in mille rivoli, con costi esorbitanti di esercizio e spesso con scadenti risultati in termini di qualità del servizio offerto;
    si segnala, inoltre, che con riferimento alla situazione di Alitalia, più recentemente, una quarantina di operai licenziati sono stati ricollocati solo a dicembre 2014, con contratti da 25 giorni e segnatamente dal 4 al 28 dicembre 2014, per le manutenzioni dei velivoli Air Berlin. E ciò appare quanto mai deprecabile, se non addirittura allucinante, considerato che la precarizzazione dei licenziati rappresenta una vera e propria beffa dei diritti dei lavoratori e la chiara dimostrazione che il lavoro in Alitalia c'era;
    infine, si segnala come 500 lavoratori di Sea Handling siano stati agevolati all'uscita dalla società di gestione degli aeroporti milanesi (Linate e Malpensa) e, di fatto, sostituiti da lavoratori interinali e precari, nel passaggio delle attività dalla citata azienda ad Airport Handling, la neonata impresa, sorta a fronte del fallimento pilotato della prima in seguito alle sanzioni dell'Unione europea, inflitte per il presunto passaggio di denaro dalla Sea alla stessa Sea Handling;
    moltissime altre sarebbero le vertenze da raccontare per descrivere il soffocamento occupazionale che caratterizza il comparto aereo-aeroportuale;
    tutte, però, evidenziano l'enorme contraddizione esistente tra lo sviluppo del mercato del trasporto aereo e le ricadute che sul piano della tutela e della protezione sociale si stanno riflettendo sul mondo del lavoro;
    emblematico a tale proposito il comportamento di una consistente pletora di aziende del comparto aereo-aeroportuale che, nel passaggio delle attività da un'impresa all'altra nel liberalizzato mercato del settore in questione, si rifiutano di applicare la clausola sociale, ovvero l'unico istituto contrattuale di tutela occupazionale che prevede la «riprotezione» dei dipendenti e che, qualora fosse rispettata, eviterebbe l'espulsione di centinaia e centinaia di lavoratori; nella vertenza Groundcare, ad esempio, come anche è stato evidenziato dallo stesso curatore fallimentare, se fosse stata applicata la clausola sociale, decine e decine di lavoratori non sarebbero stati inclusi nei 450 licenziamenti effettuati recentemente, in quanto sarebbero restati in servizio, alle dipendenze delle società che hanno rilevato, anche negli ultimi tempi, le attività dalla stessa Groundcare, peraltro contribuendo ad affossarla e ad accelerare il definitivo fallimento;
    paradossale appare pure che in tale contesto la spesa pubblica sia concentrata al solo fine di assicurare un sistema di ammortizzatori sociali al personale espulso dalla produzione: un investimento pubblico a perdere, sperperato anche per finanziare la ristrutturazione delle imprese del comparto che espellono forza lavoro precedentemente più garantita al fine di sostituirla con personale precario e a basso costo, quasi a voler investire denaro pubblico per evitare l'esplosione di un dissenso sociale la cui deflagrazione, senza i dovuti interventi, potrà essere solo rinviata;
    si evidenzia, infine, come più volte siano stati invocati dagli stessi addetti operanti presso il comparto aereo-aeroportuale interventi della magistratura e degli organismi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché delle strutture sanitarie atte a rilevare le condizioni di igiene e sicurezza dei lavoratori. Alcuni lavoratori hanno segnalato altresì l'opportunità che venga aperta al più presto un'inchiesta da parte della Commissione antimafia sull'assegnazione degli appalti nel settore e negli aeroporti italiani, perché le irregolarità, se non addirittura le infiltrazioni della malavita organizzata, sembrerebbero essere piuttosto evidenti sia negli aeroporti romani sia in quelli milanesi, come in altri aeroporti italiani. A Fiumicino, ormai, l'evidenza è stata per altro messa in luce e anche certificata dalla cronaca giudiziaria, con gli arresti di responsabili della Meridional, azienda che ha gestito fino al 2014 un appalto delle pulizie all'aeroporto di Fiumicino. Ma è evidente che questa potrebbe rappresentare solo la punta di un iceberg enorme che dovrebbe essere preso in esame dalle autorità competenti,

impegna il Governo:

   a porre in essere ogni iniziativa, anche normativa, tesa ad affrontare in modo efficace la gravissima crisi occupazionale che sta interessando l'intero comparto aereo-aeroportuale di cui i casi Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea Handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti, anche considerata l'enorme contraddizione esistente con lo sviluppo del mercato del trasporto aereo italiano;
   a porre in essere ogni iniziativa, anche normativa, finalizzata a consentire una moratoria dell'esercizio provvisorio e della licenza di Groundcare in attesa della definizione del sistema aeroportuale romano;
   ad adoperarsi affinché la vertenza Meridiana si risolva con la possibile garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali ad oggi esistenti, al fine di impedire che si disperdano forze lavoro qualificate come quelle operanti nella sopradetta compagnia, nel quadro della necessità di avviare urgentemente un tavolo di confronto con il Governo sulla questione sarda basilare per la messa in campo di un necessario e quanto mai urgente piano per la rinascita economica e sociale della Sardegna che, secondo gli ultimi dati diffusi dall'Inps, conta circa 350.000 persone al di sotto della soglia di povertà relativa e 138.588 pensionati in situazione di povertà assoluta, considerato pure che, secondo i dati Istat, in Sardegna ci sono 119.000 disoccupati e 130.000 sfiduciati e ammonterebbe a circa 16.000 il numero dei lavoratori in mobilità;
   ad avviare un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale italiano, con specifico riferimento ai temi dell'emergenza e della condizione di precarietà che caratterizza il personale operante in tale settore, al fine di approfondire, in particolare, i fattori che incidono sulla capacità del sistema aeroportuale di garantire e incentivare il lavoro, valorizzando altresì l'occupazione delle giovani generazioni;
   a farsi promotore di ogni iniziativa di competenza tesa all'accertamento della presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori operanti nel comparto aero-aeroportuale, nonché a svolgere le verifiche di competenza sugli appalti con specifico riguardo a quanto esposto in premessa;
   a salvaguardare e rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese, promuovendo con sollecitudine un piano di sviluppo nazionale per il reimpiego e la valorizzazione dei lavoratori del comparto in possesso di know how e di risorse estromesse dal ciclo produttivo sin dal 2008;
   a porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a chiarire i tempi e le modalità attraverso le quali il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'Enac intendano definire i criteri di selezione del bacino costituito dal personale licenziato da cui dovranno attingere le aziende per le future assunzioni e per l'attivazione dei contratti di ricollocazione, così come definiti dalla legislazione vigente e avviati in forma sperimentale nel comparto del trasporto aereo.
(1-00694)
(Nuova formulazione) «Scotto, Airaudo, Placido, Zaratti, Piras, Ricciatti, Ferrara, Marcon, Duranti, Fratoianni, Melilla, Quaranta, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Matarrelli, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Sannicandro, Zaccagnini».


   La Camera,
   premesso che:
    il processo di liberalizzazione totale del mercato del trasporto aereo ha prodotto una situazione di forte competizione e di estremo squilibrio in tutta Europa;
    la conseguente difesa dei mercati e delle aziende dei Paesi europei più forti, a discapito di quelli meno ricchi e meno strutturati nel settore, ha accentuato in modo esorbitante il divario tra di essi in tutte le attività economiche e produttive inerenti il settore in parola;
    il suddetto processo di deregulation, l'avvento delle compagnie low cost e dell'alta velocità, le stringenti normative europee hanno, di fatto, accentuato, nel corso degli ultimi anni, le criticità insite nel sistema aeroportuale italiano, determinando una serie di aspre conflittualità, che inevitabilmente si sono riverberate sui lavoratori del comparto;
    le scarse misure di controllo, di verifica e, soprattutto, di programmazione, delle politiche economiche del settore in Italia (che, nel corso di una decina d'anni ha visto il susseguirsi di ben quattro piani nazionali, di cui l'ultimo ancora in corso di approvazione) hanno ampliato l'instabilità del sistema, alimentando in modo esponenziale la ricerca della sopravvivenza economica delle aziende attraverso un sistema industriale non più sano e una rincorsa spasmodica alla riduzione dei costi, determinando ripercussioni disastrose sull'occupazione;
    gli eventi di carattere internazionale, dalla guerra agli attentati terroristici, hanno sicuramente influito negativamente su una situazione già grave, ma possono essere indicati esclusivamente come fattori contingenti e non fondamentali;
    paradossalmente, nonostante i dati rappresentino una realtà in contrazione, il traffico aereo passeggeri degli aeroporti italiani ha avuto dal 2008 ad oggi uno sviluppo consistente, costituendo di conseguenza uno dei settori economici e di servizi che incamera profitti;
    tutte le aziende del settore, ed Alitalia in primo luogo, sono sempre state legate intimamente al mondo politico ed istituzionale, che, anziché produrre un processo virtuoso di mantenimento del «pubblico» e dello Stato in un settore strategico per il nostro Paese, ha istituito un sistema instabile;
    alcune responsabilità, oltre che al management, sono anche da addebitare al mondo sindacale, che sottoscrivendo il piano industriale di turno, accetta le situazioni tampone proposte dal sistema politico;
    le vicende che hanno portato la vecchia compagnia di bandiera ad un mutamento dell'assetto societario e le conseguenti procedure di riassetto e di riorganizzazione di Alitalia-Cai suggeriscono una riflessione urgente, anche alla luce della nuova crisi che ha investito il gruppo Meridiana;
    da diversi anni, la seconda società di bandiera, il gruppo Meridiana, vettore infrastrutturale strategico per garantire la viabilità aerea da e per la Sardegna, è interessato da una profonda crisi aziendale, che ha indotto i vertici societari a ricorrere all'istituto della cassa integrazione per migliaia di dipendenti di Meridiana fly, Air Italy e Meridiana maintenance;
    il gruppo Meridiana, di proprietà del fondo Akfed, è stato ciclicamente salvato da continue iniezioni di capitale;
    il nuovo assetto societario avrebbe dovuto rendere maggiormente competitiva ed efficiente la compagnia, creando al tempo stesso i presupposti per il risanamento aziendale;
    le suddette acquisizioni si sono rivelate fallimentari, dando vita, nel 2006, a una flessione negativa patrimoniale di 200 milioni di euro; il gruppo, a partire dal 2007, ha inoltre registrato margini lordi negativi, con una contrazione debitoria di 300 milioni di euro fino ad oggi;
    sulla base dei dati negativi esposti, Meridiana, Governo e sindacati, nel 2011, hanno concluso un accordo per concedere la cassa integrazione guadagni straordinaria, a zero ore, su base volontaria. Nel 2013 il numero medio dei dipendenti del gruppo Meridiana era pari a 1.694 addetti, di cui 1.011 personale di terra e 683 personale di volo, con una riduzione complessiva di 403 unità rispetto al 2012 mediante utilizzo della procedura di cassa integrazione guadagni straordinaria. Nel corso del 2014 la situazione di crisi di Meridiana spa si è ulteriormente aggravata, spingendo i vertici della società ad annunciare un piano di ristrutturazione che prevede la messa in mobilità di 1.634 dipendenti, «in esubero strutturale», di cui 1.478 dipendenti del settore del trasporto aereo (262 piloti, 896 assistenti di volo e 320 dipendenti personale di terra) e 156 dipendenti di Meridiana maintenance, che cura i servizi di manutenzione; nel contempo, è stata avviata la sostituzione della flotta che prevede l'acquisto di 20 aerei Boeing entro la fine del 2015;
    di fatto, i numeri del piano di ristrutturazione prefigurano un sostanziale ridimensionamento della seconda compagnia di trasporto aereo nazionale, il cui futuro si prospetta del tutto incerto e senza obiettivi industriali credibili;
    quella che doveva essere un'operazione di salvataggio dell'azienda si configura, invece, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, come una vera e propria operazione di dumping;
    il costo del lavoro è sicuramente una componente rilevante del deficit di bilancio, ma ci sono anche dei punti deboli non superati della compagnia aerea. Tra i nodi in questione, un organico sovradimensionato che deve mantenere una flotta considerevole e, in parte, obsoleta. La compagnia utilizzerebbe aeromobili acquistati negli anni ’80, che la maggior parte delle compagnie moderne non utilizza o sta dismettendo. Al contempo, gli aeromobili più moderni, tra cui gli Airbus 320, i Boeing 737 e 767 sono in affitto, per cui hanno un costo anche se restano fermi;
    l'eccesso di personale è in parte legato ad una serie di contenziosi legali che hanno comportato assunzioni obbligatorie, imposte dall'autorità giudiziaria. Infatti, alcuni dipendenti sono stati assunti con i contratti delle aziende di provenienza, risalenti ai primi anni duemila. Si tratta di contratti a tempo determinato e in massima parte di carattere stagionale, soprattutto per il personale proveniente da Eurofly. Oltre 500 lavoratori, assunti inizialmente per 2 o 3 stagioni, hanno impugnato il contratto originario e preteso, in alcuni casi, il reintegro e, in altri, un risarcimento pecuniario, determinando, per la società, un eccesso di personale e l'obbligo di risarcimento delle controparti;
    il licenziamento di 450 lavoratori della società GroundCare, la principale società di handling aeroportuale di Fiumicino, è davvero emblematico. Secondo quanto diffuso dai media, tra il 30 e il 31 dicembre 2014, sarebbero stati chiamati in massa a firmare le «liberatorie», per la rinuncia al mancato preavviso e per non presentare ricorso opponendosi al licenziamento stesso, circa 450 lavoratori su poco più di 850 complessivi in forza presso la società. Detto licenziamento sarebbe stato recapitato successivamente al 1o gennaio 2015, in modo da penalizzare il lavoratore nell'accesso alla mobilità che, come noto, dal 1o gennaio 2015 ha subito una drastica riduzione per effetto dell'entrata in vigore della cosiddetta legge Fornero;
    tra le molte vertenze si segnala quanto accaduto alla Argol che ha licenziato 76 lavoratori dopo 20 anni di attività di contratti di appalto della compagnia Alitalia: contratti che la compagnia aeroportuale ha deciso di non rinnovare, con tutti gli effetti che si possono immaginare per i lavoratori addetti alla movimentazione del materiale aeronautico negli hangar di Fiumicino che nel 2012 sono stati sostituiti con personale più precario e più basso costo;
    altrettanto sconcertante appare la vicenda di 500 lavoratori di Sea handling, agevolati all'uscita dalla società di gestione degli aeroporti milanesi (Linate e Malpensa) e, di fatto, sostituiti da lavoratori interinali e precari, nel passaggio delle attività dalla citata azienda ad Airport handling, la neonata impresa, sorta a fronte del fallimento pilotato della prima in seguito alle sanzioni dell'Unione europea, inflitte per il presunto passaggio di denaro dalla Sea alla stessa Sea handling, che la controlla. La Sea, a sua volta, è posseduta al 54 per cento dal comune di Milano e al 44 per cento da una serie di altri azionisti minori, sia pubblici che privati;
    per quanto riguarda la società Alitalia la prevista ristrutturazione determinerà esuberi strutturali pari a 2.250 unità;
    tale ristrutturazione, prevista all'interno di un organico piano industriale, ha richiesto un investimento di Etihad pari a 1,25 miliardi di euro da qui al 2018, sacrificando, in nome dell'interesse generale, oltre 1.600 lavoratori precari, concentrati nei settori di terra operativi (scalo, carico-scarico bagagli, rampa e altro), purtuttavia procedendo all'assunzione di 200 lavoratori a tempo determinato. Tali licenziamenti continuano ad avere ripercussioni negative sulle attività di terra della ex-compagnia nazionale, costretta a esternalizzare dette attività;
    l'attività informatica dell’Alitalia viene spezzata in due grandi tronconi (attività applicative ed attività operative) pur di favorirne la dismissione. La cessione ad Ibm determina il licenziamento di circa 70 lavoratori inseriti nelle liste degli esuberi. L'altro grande spezzone dell'informatica di circa 200 dipendenti sarà, invece, mantenuto integro, nelle more di una successiva cessione. Relativamente alle restanti attività di manutenzione degli aeromobili della compagnia, al momento concentrate nella divisione tecnica di Alitalia (ormai meno di 2.000 dipendenti contro gli oltre 5.000 degli inizi degli anni 2000) e in Ams (Alitalia maintenance systems), una società partecipata da Alitalia che si occupa della revisione dei motori, creata nel 2008 ed ormai in liquidazione, si profila la reinternalizzazione dei 200 operai delle manutenzioni licenziati a novembre 2014, da impiegare nelle attività di manutenzione pesante degli aeromobili, ceduta da Cai all'israeliana Bedec e gestita da Atitech,

impegna il Governo:

   ad avviare un'indagine amministrativa sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale, in modo tale da farsi garante di una soluzione che tenga conto della salvaguardia dei posti di lavoro e della dignità dei lavoratori coinvolti e delle rispettive famiglie, di cui i casi Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti;
   a fornire ogni utile elemento sullo stato della vertenza Meridiana, con particolare riguardo al piano di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale ed al futuro occupazionale dei dipendenti interessati;
   ad adottare tutte le possibili iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, a livello nazionale ed europeo, affinché forme di deregulation come quella attuata dalla compagnia di proprietà dell'Aga Khan (che ha acquistato la Air Italy trasferendovi tutta la forza lavoro di Meridiana ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo al solo scopo di risparmiare) siano vietate;
   ad adottare iniziative volte ad impedire il ripetersi di operazioni quali quella verificatasi tra Meridiana fly e Air Italy, al fine di evitare che i lavoratori si trovino costretti ad accettare contrattazioni al ribasso per non essere licenziati;
   a porre in essere, per quanto di competenza, ogni iniziativa di vigilanza e ispezione da parte delle autorità competenti, per verificare la presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori operanti nel comparto aero-aeroportuale, nonché a svolgere le verifiche di competenza sugli appalti, con specifico riferimento a quanto espresso in premessa;
   a porre in essere iniziative che consentano di verificare eventuali abusi di personale tecnico del comparto aereo, che, pur usufruendo dell'istituto dell'ammortizzatore sociale, offre la prestazione professionale a compagnie che hanno sede all'estero;
   ad approvare al più presto un piano nazionale aeroporti in grado di rispondere alle reali esigenze di mobilità, tale da favorire la definizione dei piani industriali necessari al rilancio delle società di gestione aeroportuali e una rapida approvazione dei contratti di programma da parte dell'Enac, mettendo in atto le condizioni per la ripresa dell'intero settore e facendosi promotore di una soluzione che salvaguardi gli attuali livelli occupazionali;
   a valutare i benefici contrattuali ed occupazionali del settore del trasporto aereo che scaturiscono dall'approvazione del contratto di settore da parte delle associazioni datoriali di categoria e dei sindacati confederali, considerando che tale contratto di settore ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo procede in direzione opposta alla politica governativa, che, invece, punta ad una definizione di contratti aziendali più flessibili e variabili a seconda delle diverse esigenze aziendali;
   a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata a chiarire i tempi e le modalità attraverso le quali il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'Enac intendano definire i criteri di selezione della platea dei lavoratori licenziati da cui dovranno attingere le aziende per le future assunzioni e per l'attivazione dei contratti di ricollocazione, così come definiti dalla legislazione vigente e avviati in forma sperimentale nel comparto del trasporto aereo;
   alla luce della comunicazione della Commissione europea sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree (2014/C 99/03), a valutare l'opportunità di impiegare le risorse del fondo speciale trasporto aereo per garantire il mantenimento del livello occupazionale, lo sviluppo e la ripresa del sistema aeroportuale, anziché destinarle al mero sostegno al reddito, anche considerati i risultati finora conseguiti;
   in conseguenza di quanto sopra detto, a valutare quale sia l'effettivo utilizzo delle somme di cui agli articoli 4, comma 75, e 2, comma 47, della legge n. 92 del 2012 nell'ottica di alimentare il fondo speciale per il sostegno del reddito e dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione del personale del trasporto aereo.
(1-00774) «Cominardi, Paolo Nicolò Romano, Tripiedi, Lombardi, Ciprini, Chimienti, Dall'Osso, Liuzzi, Dell'Orco, De Lorenzis, Carinelli, Spessotto, Nicola Bianchi».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera
   premesso che:
    il trasporto aereo costituisce un fattore fondamentale per la crescita del sistema economico-sociale del nostro Paese. Esso ha assunto da tempo in Italia una rilevanza strategica nell'ambito dell'intero sistema dei trasporti interni e di collegamento internazionale: rilevanza destinata a crescere ulteriormente in relazione alle rotte ed al numero dei vettori impiegati;
    un recentissimo studio di Aci Europe evidenzia, altresì, come gli aeroporti in Europa contribuiscano alla crescita economica del continente, generando nel complesso 675 miliardi di euro all'anno, pari al 4,1 per cento del prodotto interno lordo europeo;
    per il trasporto aereo la Commissione europea prevede che, nonostante la grave crisi economica che ha colpito i Paesi europei, vi sia un trend di sviluppo positivo entro il 2030, con un raddoppio del traffico aereo globale a livello mondiale;
    è da sottolineare, in particolare, come in Italia, le previsioni dell'evoluzione del traffico aereo nel medio e lungo periodo, secondo quanto riportato dall'indagine conoscitiva svolta nella XVI legislatura dalla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati, prospettino un rilevantissimo incremento. Infatti, sono state elaborate proiezioni secondo le quali nel nostro Paese si passerà dai 133 milioni di passeggeri nel 2008 a circa 230 milioni nel 2020;
    nel 2014, secondo le stime di Assoaeroporti, il traffico aereo italiano è tornato a crescere dopo due anni di contrazione. Il sistema aeroportuale italiano ha, infatti, registrato, rispetto all'anno 2013, un incremento del traffico passeggeri pari al 4,5 per cento e un aumento dei volumi di merce trasportata pari al 5 per cento. In particolare, i passeggeri transitati nei 35 scali monitorati da Assoaeroporti sono stati, nel corso del 2014, 150.505.471, corrispondenti a 6,4 milioni di passeggeri in più rispetto al 2013. Gli scali di Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo e Venezia si confermano i primi cinque aeroporti italiani di passeggeri transitati. In particolare, sul risultato complessivo ha inciso positivamente sia la ripresa del traffico nazionale, che registra un incremento del 2,5 per cento rispetto al 2013, sia la netta crescita del traffico internazionale, con un 5,9 per cento in più, sia quella del traffico dell'Unione europea, che registra un più 7,5 per cento rispetto al 2013. La valenza della crescita del trasporto aereo nel 2014 è resa ancora più significativa dal fatto di essere superiore di 1,7 milioni di passeggeri rispetto ai volumi di traffico del 2011, ultimo anno di crescita del traffico aereo in Italia;
    nonostante i dati registrati nel 2014 (che denotano un trend di crescita positivo per il trasporto aereo), occorre evidenziare come vi sia una situazione grave per quanto riguarda l'occupazione del personale che opera nel comparto aeroportuale;
    la grave crisi economica che ha colpito così profondamente il nostro Paese ha, infatti, determinato un contraccolpo negativo nei vari settori produttivi, colpendo anche il comparto aeroportuale: di fronte alla condizione di evidente difficoltà le varie imprese hanno cercato di porre rimedio ricorrendo a piani di razionalizzazione, sia dei voli stessi che del personale. Ed in altri casi (come quello di Alitalia) a fusioni con altri operatori;
    tra i casi di crisi aziendali che riguardano l'intero settore aeroportuale suscitano particolare preoccupazione quelle riguardanti Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea handling e Argol;
    tale crisi ha messo in grave difficoltà le prospettive di lavoro di famiglie e la dignità di moltissimi operatori presenti nell'indotto;
    il rapporto annuale dell'Enac ha messo in evidenza le principali cause di difficoltà che i vettori italiani hanno dovuto affrontare nel corso del 2013: esse sono legate ad elementi congiunturali amplificati dalla perdurante crisi economica, dalla frammentazione della quota di mercato, dalla competizione delle compagnie low cost e dei charter. Le compagnie, pertanto, hanno dovuto attuare processi di ristrutturazione aziendale al fine di recuperare competitività, migliorare la produttività e ridurre i costi. Secondo il rapporto Enac, inoltre, hanno inciso sull'andamento delle compagnie aeree nel 2013: l'aumento del costo del carburante (con il petrolio oltre i 100 dollari al barile), l'incremento delle tariffe aeroportuali e di navigazione aerea ed il calo della domanda dovuto ad una diminuzione della propensione al consumo;
    è da sottolineare, altresì, come due fattori, tra loro fortemente interrelati, hanno reso possibile una sostanziale modifica delle condizioni di produzione e di fruizione del servizio aereo: il processo comunitario di liberalizzazione del trasporto aereo (che ha avuto piena attuazione a partire dal 1997) e la successiva intensificazione delle dinamiche competitive hanno favorito la crescita del numero dei concorrenti, un aumento dell'offerta proposta su numerose rotte ed una conseguente riduzione delle tariffe. Questo processo è divenuto irreversibile ed ha comunque prodotto, sostanzialmente, condizioni più favorevoli per l'intero sistema;
    la liberalizzazione del trasporto aereo in Europa ha, pertanto, prodotto regole completamente nuove: infatti, da un mercato fortemente rigido si è passati ad un ambito liberalizzato che ha creato i presupposti per un cospicuo incremento dell'offerta ed il conseguente soddisfacimento di una domanda più ampia. Ciò ha consentito l'ingresso di nuovi operatori, connotati da diverse dimensioni ed ambiti di operatività, che si è tradotto indubbiamente in un vantaggio per l'utenza. Le dinamiche tariffarie conseguenti alla liberalizzazione hanno, quindi, inciso profondamente sull'assetto competitivo e sugli equilibri finanziari delle imprese;
    sicché dove si è intensificata la dinamica concorrenziale, per molti vettori si sono determinati anche gravi problemi di sostenibilità economica che hanno messo e mettono, quindi, in discussione il numero degli attori presenti;
    in tale contesto si dovrebbero valutare operazioni di concentrazione o diverse forme di cooperazione tra i vettori in modo da garantire agli stessi di mantenere la competitività sul mercato, assicurando, al contempo, una maggiore efficienza del sistema. Solo in questo caso si avrà un quadro competitivo del trasporto aereo nazionale adeguato ed efficiente, in modo da offrire all'utente condizioni favorevoli e sicure. Da non trascurare, altresì, è la circostanza che un assetto dinamico del trasporto aereo può fornire, senza dubbio, un considerevole contributo di efficienza e competitività internazionale ad altri settori produttivi che, in vario modo, partecipano alla crescita complessiva del nostro Paese;
    non va trascurato, infine, come lo sviluppo della concorrenza, che rappresenta, nel suo complesso, un elemento positivo, sia un processo difficile e costoso che incide su fattori della produzione delicati, come quello relativo all'occupazione che va tutelata e salvaguardata;
    il Governo si è subito attivato per affrontare una crisi grave che rischia di colpire un settore strategico per il nostro Paese: l'intervento del Governo, infatti, nei limiti di quelle che sono le sue competenze e possibilità, ha permesso che venissero attivate le giuste sedi di confronto sindacali ed aziendali. L'Esecutivo ha svolto un ruolo fondamentale ed attivo nella gestione delle vertenze che hanno riguardato le compagnie aeroportuali,

impegna il Governo:

   a promuovere un tavolo di confronto nazionale sul trasporto aereo che coinvolga i Ministri interessati, le regioni e le parti sociali, al fine di adottare soluzioni condivise che possano superare la grave crisi occupazionale che sta attraversando il comparto aeroportuale;
   a promuovere misure dirette a facilitare l'aggregazione delle società del comparto aeroportuale, in modo da garantire alle stesse di mantenere competitività sul mercato ed avere maggiore efficienza;
   ad assumere iniziative per introdurre misure dirette a rilanciare il settore economico dell'indotto, nonché per consentire il rilancio industriale del comparto aeroportuale.
(1-00775) «Garofalo, Dorina Bianchi, Piso».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera,
   premesso che:
    per handling si intende l'insieme dei servizi svolti in aeroporto finalizzati a fornire assistenza a terra a terzi, vettori, utenti di aeroporto o in autoproduzione (self handling);
    si tratta di un'attività particolarmente intensiva di lavoro: a livello europeo si può stimare che i costi del fattore lavoro raggiungano il 65 per cento-80 per cento dei costi totali;
    per svolgere l'attività di handling è necessario acquisire la relativa certificazione da parte dell'Enac, che vi provvede in conformità con la verifica del rispetto dei requisiti di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 18 del 1999;
    con tale ultimo decreto legislativo il legislatore ha recepito la direttiva comunitaria n. 67 del 15 ottobre 1996, che introduce la libera concorrenza dei servizi di assistenza a terra, contiene un elenco dettagliato dei servizi da garantire negli aeroporti comunitari, sia in air side che in land side, ed ammette la possibilità per le compagnie aeree di prestare il servizio in autoproduzione (self handling);
    fra le cause dell'attuale crisi del servizio di handling possono individuarsi, secondo il professore Oliviero Baccelli dell'Università Bocconi, il calo dei volumi movimentati e il fatto che «l'uscita delle società di gestione degli aeroporti da questo settore ne ha determinato una frammentazione, con tante aziende di assistenza a terra che tendono a seguire poche compagnie aeree»;
    la pluralità delle imprese di handling (14 nei soli due scali romani) non è di per sé un fatto negativo ed anzi evidenzia un positivo sviluppo della concorrenza e del mercato dei relativi servizi, purché si garantisca che tutte le imprese presenti sul mercato siano in grado di lavorare in condizioni di efficienza e sicurezza;
    la Commissione europea, a seguito degli studi dalla stessa svolti in preparazione alla riforma della normativa europea sui servizi di assistenza a terra, ha accertato che il livello di qualità del servizio di handling si riverbera su tutti i portatori di interesse del sistema aeroportuale ed è quindi suscettibile di danneggiarlo nel suo insieme;
    sempre la Commissione europea ha sottolineato la forza del legame intercorrente tra il livello di formazione del personale e il livello di qualità e di sicurezza dei servizi di handling;
    è, inoltre, necessario evidenziare la contrapposizione tra un sistema aero-aeroportuale ed il relativo indotto, caratterizzato da una significativa crescita, e la drammatica situazione occupazionale che ha portato negli ultimi anni l'intera categoria del personale operante in detto comparto a dover far ricorso a strumenti straordinari di sostegno del reddito, quali cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà;
    si è assistito, dunque, all'evidente paradosso della crescita esponenziale, evidenziata dai dati di Assoaeroporti, del traffico merci e passeggeri sulle tratte intercontinentali e a lungo raggio, a cui non solo non ha fatto seguito la crescita di produttività legata al comparto aereo-aeroportuale, ma è seguita una ricaduta negativa sull'indotto del settore;
    sono numerose le società di handling di tutta Italia, in evidente stato di difficoltà, a causa anche di un'eccessiva frammentazione in una situazione non caratterizzata da adeguate condizioni di efficienza, sicurezza ed equità nei contratti di lavoro che ha portato, nel passaggio delle attività da un'azienda ad un'altra, alla mancata applicazione delle clausole sociali in grado di garantire le adeguate tutele occupazionali per i dipendenti,

impegna il Governo:

   a dialogare con le parti sociali, al fine di facilitare l'individuazione di forme contrattuali idonee a garantire condizioni di lavoro eque e omogenee, atte a garantire la tutela dei livelli occupazionali e della concorrenza nel settore aereo-aeroportuale;
   ad intervenire, sia in sede europea che in sede nazionale, anche tramite i propri poteri di iniziativa, al fine di introdurre specifiche regole per il subappalto dei servizi di handling, tali da garantire la sicurezza e l'efficienza non solo del servizio di ground handling, ma dell'intero sistema aeroportuale;
   ad assumere iniziative al fine di vietare, nell'ambito dei servizi di handling, la possibilità di ricorrere al subappalto «a cascata», ossia l'affidamento di lavorazioni di competenza del subappaltatore ad altra impresa in sub-affidamento;
   ad assumere iniziative per prevedere requisiti più stringenti, finalizzati a garantire una maggiore qualità e sicurezza del servizio, per la concessione da parte dell'Enac della certificazione necessaria allo svolgimento di attività di handling;
   ad assumere iniziative per assicurare dei periodi obbligatori di addestramento dei lavoratori da parte delle imprese di handling;
   a sostenere gli sforzi della Commissione europea finalizzati all'emanazione di una normativa uniforme del settore, sotto forma di regolamento direttamente applicabile nei Paesi membri;
   a garantire misure a sostegno delle eccellenze del settore del trasporto e del turismo nazionale, attraverso il reimpiego e la valorizzazione dei dipendenti già impiegati nel comparto aereo-aeroportuale;
   a porre in essere ogni iniziativa atta a garantire adeguata regolamentazione ed omogeneità di applicazione dei regolamenti per ogni singolo aeroporto.
(1-00781) «Catalano, Oliaro, Mazziotti Di Celso, Antimo Cesaro».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)