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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 25 marzo 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 25 marzo 2015.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Cominelli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Gianni Farina, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gitti, Gozi, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Merlo, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Polverini, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vignaroli, Villecco Calipari, Vitelli, Vito, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carbone, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Cominelli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Gianni Farina, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gitti, Gozi, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Merlo, Meta, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Polverini, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vignaroli, Villecco Calipari, Vitelli, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 24 marzo 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   ZOLEZZI ed altri: «Introduzione del referto epidemiologico nel controllo sanitario della popolazione» (2983);
   RIZZETTO: «Disposizioni previdenziali per favorire il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, nonché in materia di contribuzione ed età pensionabile delle lavoratrici madri, di tutela pensionistica dei lavoratori discontinui e di misura dei trattamenti di reversibilità» (2984).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissione dal Senato.

  In data 24 marzo 2015 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
   S. 344-359-1009-1073. – Senatore DE POLI; senatore RANUCCI; senatori PADUA ed altri; senatrice ZANONI: «Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie» (approvata, in un testo unificato, dalla 12a Commissione permanente del Senato) (2985).

  Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):

  FITZGERALD NISSOLI ed altri: «Modifica all'articolo 17 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di riacquisto della cittadinanza da parte dei soggetti nati in Italia da almeno un genitore italiano, che l'hanno perduta a seguito di espatrio» (2794) Parere delle Commissioni III e V.
   II Commissione (Giustizia):

  «Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile» (2953) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII, X, XI, XII e XIV.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 19 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 1/2015 del 5 marzo 2015, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente «Piani strategici nazionali e programmi di interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare».

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministro della giustizia.

  Il Ministro della giustizia, con lettera in data 20 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge 22 giugno 2000, n. 193, la relazione sullo svolgimento da parte dei detenuti di attività lavorative e di corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali, riferita all'anno 2014 (Doc. CXCIV, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 24 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE:
   n. 53/2014 del 10 novembre 2014, concernente «Fondo sanitario nazionale 2013 – Ripartizione tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano della quota indistinta»;
   n. 54/2014 del 10 novembre 2014, concernente «Fondo sanitario nazionale 2013. Ripartizione tra le regioni delle risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale».

  Queste delibere sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità delle disposizioni che hanno consentito alle Agenzie delle entrate, delle dogane e del territorio di coprire, in attesa dei concorsi, le posizioni dirigenziali con il ricorso a contratti individuali di lavoro a termine stipulati con funzionari interni – 3-01383

   CORDA, CIPRINI, CANCELLERI, SIBILIA, PESCO, VILLAROSA, ALBERTI, RUOCCO, PISANO, TRIPIEDI, COMINARDI, LOMBARDI, CHIMIENTI e DALL'OSSO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   con la recente sentenza n. 37 del 17 marzo 2015, la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità dell'articolo 8, comma 24, del decreto-legge n. 16 del 2012, nonché l'incostituzionalità dell'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, e dell'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 («milleproroghe 2015», approvato dall'attuale Governo), con le quali è stata prorogata la vigenza del detto articolo 8;
   la disposizione censurata, oltre ad autorizzare le Agenzie delle entrate, del territorio e delle dogane ad espletare procedure concorsuali per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti (da completarsi entro il 31 dicembre 2013), consentiva, da un lato, di far salvi, per il passato, gli incarichi dirigenziali già affidati dalle dette Agenzie a propri funzionari; dall'altro, nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali, di attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari (con lo stesso trattamento economico dei dirigenti), mediante la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato che consentiva alle Agenzie delle entrate di coprire, in attesa dei concorsi, le posizioni dirigenziali con il ricorso a contratti individuali di lavoro a termine stipulati con funzionari interni;
   secondo la Corte costituzionale con tale disposizione è stato eluso il principio secondo cui nel pubblico impiego anche le funzioni di dirigente si acquistano con il concorso pubblico ed anche nell'ipotesi in cui gli incarichi vadano al personale interno. In pratica, consentendo l'attribuzione di incarichi a funzionari privi della relativa qualifica, l'articolo 8, comma 24, del decreto-legge n. 16 del 2012 ha aggirato la regola costituzionale di accesso ai pubblici uffici mediante concorso, attribuendo la possibilità a funzionari, privi della relativa qualifica, di accedere ad un «ruolo» diverso nell'ambito della propria amministrazione. L'elusione della regola del pubblico concorso avrebbe così determinato un vulnus ai principi del buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, in violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione, determinando una diminuzione delle garanzie dei cittadini che confidano in un'amministrazione competente, imparziale ed efficiente;
   la stessa Corte costituzionale ha evidenziato nella sentenza come, dopo la proposizione della questione di legittimità costituzionale, il termine originariamente fissato per il «completamento» delle procedure concorsuali sia stato prorogato per ben due volte. Dapprima, l'articolo 1, comma 14, primo periodo, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150 («Proroga di termini previsti da disposizioni legislative»), convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2014, n. 15, lo ha spostato al 31 dicembre 2014. Successivamente, l'attuale Governo lo ha ulteriormente prorogato al 30 giugno 2015 con l'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 («Proroga di termini previsti da disposizioni legislative»);
   la sentenza della Corte costituzionale ha posto fine all'accesa disputa relativa all'illegittimità delle nomine dei dirigenti delle dette agenzie ed alla quale il Governo Monti aveva cercato di porvi rimedio con la sanatoria di cui alla norma dichiarata incostituzionale; questione, peraltro, in più occasioni sottoposta al vaglio dei Governi, tra cui anche quello attualmente in carica: gli interroganti, infatti, già con diverse interrogazioni rimaste prive di riscontro (n. 4-00943 del 20 giugno 2013, n. 3-00525 del 19 dicembre 2013 e n. 4-03383 del 30 gennaio 2014) avevano sollevato il problema delle criticità di nomine avvenute in carenza dei presupposti e requisiti previsti dalla legge, nonché della mancanza di trasparenza nell'assegnazione degli incarichi di dirigente;
   la sentenza della Corte costituzionale ha posto in evidenza le gravi violazioni perpetrate con le scelte politiche del precedente Governo Monti;
   di tali inaccettabili violazioni deve senz'altro rispondere anche l'attuale Governo: è la stessa Corte costituzionale ad evidenziare come la disposizione sia stata da ultimo prorogata con il decreto-legge n. 192 del 2014 varato dall'attuale Governo Renzi. Al riguardo, vanno stigmatizzate le dichiarazioni apparse sulla stampa nazionale e rilasciate dal Ministro interrogato, con le quali è stato evidenziato che il lavoro dei dipendenti del fisco non è stato certamente facilitato dalla pronuncia della Corte costituzionale;
   inoltre, va sottolineato come l'illegittimità della nomine, oltre ad evidenziare la deprecabile violazione delle norme in materia di pubblico impiego e pari opportunità nelle progressioni di carriera dei funzionari, mette a rischio anche il gettito erariale, posto che gran parte degli avvisi inviati dall'Agenzia delle entrate e, a cascata, delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia potrebbero risultare nulli, ove i primi risultassero firmati da dirigenti privi della relativa qualifica in quanto illegittimamente nominati;
   ogni altra sanatoria sarebbe tecnicamente incostituzionale, oltre che moralmente inaccettabile –:
   se, alla luce della sentenza della Corte costituzionale, quali iniziative intenda assumere per definire la questione dei «falsi dirigenti» e come intende scongiurare il rischio di grave contenzioso che lo Stato italiano dovrà affrontare, nella specie Equitalia e l'Agenzia delle entrate, derivante dall'impugnazione degli avvisi di accertamento e delle cartelle illegittime, contenzioso che potrebbe avere una portata dirompente per le casse dello Stato.
(3-01383)


Elementi ed iniziative in merito alla partecipazione dell'Italia a Expo 2017 in Kazakistan – 3-01384

   OTTOBRE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   il 22 novembre 2012 a Parigi, nel corso della 152a assemblea generale dell'Ufficio internazionale delle esposizioni, è avvenuta la selezione della città organizzatrice dell'Expo 2017 ovvero Astana, in Kazakistan, che si è aggiudicata tale prestigioso evento con 103 voti, contro i 44 dell'unica ulteriore candidata: Liegi, in Belgio;
   l'Expo 2017 (ufficialmente Esposizione riconosciuta dall'Ufficio internazionale delle esposizioni) si prevede avrà luogo tra il 10 giugno e il 10 settembre 2017;
   l'esposizione verterà su una questione di fondamentale centralità per l'economia dei Paesi occidentali e non, ovvero sulla future energy (energia del futuro), e l'obiettivo è quello di ottenere fonti di energia sempre più pulite e a lanciare un forte segnale è uno fra i Paesi produttori di petrolio;
   si tratta di un tema di particolare attualità, inerente all'energia nelle sue diverse forme di alimentazione e al suo rapporto con l'ambiente, con particolare riferimento al risparmio energetico, riduzioni di emissioni di anidride carbonica e nuove tecnologie che dovrebbero occuparsi di energie rinnovabili e di efficienza energetica, ma riguarderà anche l'edilizia, ovvero la costruzione di pannelli fotovoltaici, di edifici dotati di impianti alimentati da fonti rinnovabili e conformi alle nuove normative;
   in tale prospettiva è stato preliminarmente presentato un sito da 25 ettari e un programma che prevede la partecipazione di più di 100 Paesi e circa 6 organizzazioni internazionali, per una platea di 7 milioni di visitatori;
   l'evento si svolgerà in un Paese che rappresenta il cuore dell'Eurasia, locato in una posizione geografica che ha reso la nazione kazaka una crocevia di importanti corridoi di transito dall'Asia verso l'Europa, dal momento che il varco stradale transcontinentale «Europa occidentale-Cina occidentale» passa attraverso il territorio del Kazakistan (in un percorso permetterà di consegnare la merce dalla Cina verso l'Europa per il periodo di 10 giorni);
   la regola generale vuole che ogni Stato abbia diritto a richiedere uno spazio espositivo confacente alle proprie potenzialità, visto il prestigio, la visibilità e il valore aggiunto concesso dalla partecipazione a un evento di portata globale come Expo 2017. Lo spazio concesso a ogni nazione è attribuito in base all'ordine di presentazione della richiesta: pertanto, coloro i quali si adoperano per primi nel reclamare il padiglione avranno facoltà di scegliere l'area migliore e più confacente ai propri bisogni;
   nonostante ciò e vista, altresì, la rilevanza tematica della materia proposta dalla città kazaka, il Governo italiano non ha ancora aderito all'iniziativa con un'idonea richiesta di un padiglione presso l'Expo 2017;
   Expo 2017 affronta questioni fondamentali che spesso non riscontrano l'interesse dovuto da parte dei Governi, senza considerare che, nonostante le scoperte in ambito tecnologico, l'inquinamento resta ancora un problema difficile da gestire. La questione del surriscaldamento globale, l'effetto serra e l'eccessiva presenza di emissioni di anidride carbonica nell'aria sono complicazioni effettive che gli Stati in tutto il globo si trovano a dover affrontare –:
   se il Ministro interrogato ritenga di intervenire affinché l'Italia prenda immediati provvedimenti presentando richiesta, presso la Commissione di Expo 2017, al fine di partecipare a tale manifestazione di importanza globale per ottenere un padiglione idoneo al valore che un Paese come l'Italia può offrire ad un appuntamento orientato a tali obiettivi. (3-01384)


Chiarimenti ed iniziative di competenza con riguardo ai recenti, persistenti disservizi relativi alle reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, verificatisi in Abruzzo a seguito di episodi di maltempo – 3-01385

   SOTTANELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   nei giorni 4, 5 e 6 marzo 2015 gran parte del territorio della regione Abruzzo è stato interessato da raffiche di vento di forte intensità, intense e persistenti precipitazioni piovose con diffusi allagamenti e nevicate abbondanti che hanno prodotto accumuli al suolo di molto superiori ai valori medi stagionali;
   si è verificata la grave e persistente mancanza di energia elettrica in circa 110 comuni della regione, come da comunicazione provvisoria Enel e, in particolare, sono risultate interrotte 30.000 utenze nella provincia di Teramo, 27.000 utenze nella provincia di Pescara, 35.000 utenze nel comune di Chieti, 25.000 utenze nel comune dell'Aquila;
   i disservizi hanno interessato sia la rete di trasmissione (alta tensione) gestita da Terna con la disalimentazione di 9 cabine primarie, sia le reti di distribuzione (media e bassa tensione) gestite da Enel spa;
   tali interruzioni sono state causate anche dall'impatto provocato dalla caduta di piante, alberi ad alto fusto e rami sulle linee elettriche, con la formazione di manicotti di ghiaccio sui conduttori aerei;
   in base alle informazioni di stampa, ai comunicati ufficiali di Enel distribuzione spa e alle notizie diffuse dalle prefetture e dalla regione Abruzzo, il picco massimo di utenti disalimentati, pari a circa 146.000 unità, si è registrato il 5 marzo 2015;
   l'interruzione dell'alimentazione elettrica e i relativi disagi si sono protratti per diversi giorni, tanto che per alcuni utenti la ripresa del servizio è avvenuta solamente tra il 9 e l'11 marzo 2015;
   tali interruzioni di distribuzione sono senza precedenti per la vastità del territorio interessato e per il numero di utenze coinvolte e hanno causato un grave danno alle famiglie, alle imprese e anche agli enti erogatori di servizi pubblici in Abruzzo;
   i disservizi hanno messo in luce le inadeguatezze e la vetustà della rete infrastrutturale abruzzese di distribuzione e trasmissione dell'energia elettrica –:
   se risulti che Terna ed Enel spa abbiano agito in conformità ai piani di emergenza e nel rispetto degli obblighi di servizio per assicurare la tempestiva ripresa del servizio e la riparazione dei guasti, se il Governo ritenga adeguati alle esigenze del territorio abruzzese gli investimenti e la manutenzione effettuati negli ultimi anni dalle società di distribuzione e gestione della rete elettrica e quali investimenti si intendano mettere in campo, sia in termini strutturali e che di risorse umane, per un adeguamento e un potenziamento della rete infrastrutturale in Abruzzo. (3-01385)


Interventi strutturali per il rilancio industriale e il mantenimento dei livelli occupazionali in Campania, con particolare riferimento ai siti Finmeccanica – 3-01386

   SCOTTO, FERRARA e GIANCARLO GIORDANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia ed opera in settori legati alla difesa (elettronica, elicotteristica, aeronautica, aerospazio e politiche spaziali), ai trasporti ed all'energia;
   il suo maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze;
   Finmeccanica conta sedi sparse in tutto il mondo e circa 70.000 dipendenti ed è uno dei principali gruppi industriali italiani sotto controllo statale;
   di conseguenza, le decisioni assunte dal suo gruppo dirigente relativamente alle politiche industriali attuate da Finmeccanica sono derivazioni di scelte politiche in senso stretto;
   da questo punto di vista va notato come negli ultimi anni il management industriale di Finmeccanica sembri sempre più rispondere, a parere degli interroganti, a criteri dettati dalle lobby finanziarie, piuttosto che ad esigenze strategiche volte a dotare il gruppo di un'impostazione tale da renderlo pilastro fondamentale dello sviluppo industriale italiano;
   tale sviluppo dovrebbe partire proprio dalle aree più disagiate del Paese ed invece l'assetto dato al gruppo dalla dirigenza aziendale sembra essere ad evidente trazione settentrionale: i centri nevralgici, sia da un punto di vista strettamente gestionale che sotto un profilo più progettuale, hanno spostato man mano il loro baricentro verso quelle zone dell'asse geografico centro-settentrionale nelle quali si riteneva ci fossero condizioni tali da consentire di superare la crisi economica globale con il minimo danno possibile;
   ciò ha portato ad una progressiva desertificazione industriale di zone del Paese già martoriate dalla crisi, come il Mezzogiorno e, in particolar modo, la Campania;
   in Campania i livelli di disoccupazione (specie femminile e giovanile) hanno raggiunto proporzioni drammatiche;
   Finmeccanica è attualmente presente nell'area campana con undici siti industriali in cui lavorano circa 6.500 addetti (cifre che rendono la Campania seconda regione in Italia per numero di dipendenti di Finmeccanica);
   vi è, inoltre, un rilevante indotto, che porta il numero complessivo a circa 20.000 addetti;
   ciononostante, a numeri così importanti non sembra corrispondere un adeguato piano di investimenti a sostegno delle realtà produttive presenti ed anzi si può facilmente notare come le uniche politiche portate avanti in questi ultimi anni dai management che si sono succeduti siano quelle di dismissione e ridimensionamento di realtà presenti sul territorio campano;
   addirittura in alcuni casi vi è stata la rinuncia da parte di Finmeccanica a fonti di finanziamento regionale e nazionale volte a favorire lo sviluppo delle competenze, delle tecnologie e della ricerca;
   per esemplificare il processo in atto, basta porre attenzione su alcune scelte compiute negli ultimi anni;
   Alenia Aermacchi ha visto una riorganizzazione delle attività tra siti che ha portato, tra l'altro, allo spostamento della sede legale da Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, a Venegono Superiore, nel varesotto;
   vi è stato, relativamente a Selex Es, un accordo sul piano industriale che ha penalizzato fortemente i siti dell'area campana, precludendone lo sviluppo;
   il comparto trasporti sta venendo progressivamente smantellato, con forti implicazioni sugli stabilimenti del Sud Italia di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda;
   la sede napoletana dell'ex centro di ricerca in campo aerospaziale Mars center, attualmente Telespazio, sta venendo chiusa, nonostante i rinvii, con spostamento dei dipendenti a Roma;
   vi è stata la scelta di procedere alla chiusura del centro di ricerca Sesm presente nel sito Selex Es di Giugliano (Napoli);
   è stata annunciata la vendita dello stabilimento di Alenia Aermacchi di Capodichino ad Atitech, con pesanti ricadute occupazionali sul territorio;
   va sottolineato come nel Centro-Nord del Paese vi sia stato un massiccio intervento di istituzioni nazionali e territoriali per garantire la risoluzione delle vertenze più importanti e dei piani adeguati di sviluppo industriale, mentre in Campania la regione è stata del tutto assente;
   nel 2013 il sito di Giugliano in Campania ha visto partire la riorganizzazione di Selex Es forte di un organico di circa 350 lavoratori e con realtà industriali ormai strutturate e consolidate, di cui Giugliano era il riferimento e la direzione per l'intera Selex Es;
   nello stesso sito era presente anche il consorzio di ricerca Sesm con circa 60 addetti, cui si aggiungevano numerosi borsisti e dottorandi, impegnati in progetti di ricerca europei e nazionali con la collaborazione dei centri universitari della regione;
   il piano industriale varato dall'azienda nel gennaio 2014, non attribuendo allo stabilimento di Giuliano alcuna direzione centrale ed anzi disperdendo in mille rivoli le professionalità presenti, ha arrestato il processo di crescita del sito in questione;
   la cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts ad una multinazionale straniera rappresenta l'ennesimo segno di resa da parte dell'Italia verso una possibilità di rilancio di un settore importante come quello dei trasporti e del segnalamento ferroviario, ormai prossimo a scomparire;
   in questo modo si va verso la perdita dell'ultimo polo industriale pubblico di Napoli;
   la cessione dello stabilimento di Alenia Aermacchi di Capodichino (Napoli) ad Atitech rischia di rivelarsi un'operazione devastante per il territorio, giacché si cancella, di fatto, la presenza di Alenia in città e si sposta nella provincia di Torino la produzione del velivolo da trasporto militare C-27J, uno dei prodotti di punta dell'intera galassia Aermacchi, la cui fusoliera veniva realizzata a Capodichino;
   ciò avviene già dopo la chiusura dello stabilimento di Alenia sito in Casoria (provincia di Napoli);
   con i due piani di ristrutturazione (rispettivamente del 2010 e del 2012) in Alenia sono venuti meno circa 1000 posti di lavoro;
   il già citato processo di desertificazione industriale in atto non riguarda solo le realtà industriali campane legati a Finmeccanica;
   negli ultimi anni, infatti, sono tantissime le realtà produttive che, per necessità o per scelta, hanno chiuso gli stabilimenti in Campania e/o li hanno delocalizzati o venduti;
   è tuttora in corso anche la vicenda riguardante Firema (Finmeccanica), una trattativa ancora non conclusa per una cessione alla Blutec, che mette in gioco i destini di tantissimi lavoratori e delle loro famiglie;
   Firema fa parte dell'indotto di Finmeccanica ed è evidente esempio della difficoltà in cui attualmente tutto l'indotto versa;
   è del tutto evidente come sia diventato indispensabile un intervento strutturale e programmatico che inverta una tendenza che già adesso ha assunto connotati drammatici –:
   se non ritenga urgente e doveroso aprire dei tavoli tecnici di confronto con le parti interessate per risolvere le troppe vertenze aperte sul territorio campano, garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e, inoltre, mettere in campo immediatamente un piano straordinario strutturale di rilancio industriale che permetta alla Campania di invertire una tendenza, che, altrimenti, rischia di diventare irreversibile, ed un piano straordinario di investimento per Finmeccanica al fine di rilanciare l'industria in Campania.
(3-01386)


Elementi in merito a recenti sviluppi relativi all'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – 3-01387

   VERINI, AMODDIO, BAZOLI, BERRETTA, CAMPANA, ERMINI, FERRANTI, GIULIANI, GRECO, GIUSEPPE GUERINI, IORI, LEVA, MAGORNO, MARZANO, MATTIELLO, MORANI, GIUDITTA PINI, ROSSOMANDO, ROSTAN, TARTAGLIONE, VAZIO, ZAN, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA e BINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   la giornalista del tg3 Ilaria Alpi e l'operatore Rai tv Miran Hrovatin furono uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio;
   per quegli omicidi, dopo anni di indagini, l'unico colpevole riconosciuto è stato Hashi Omar Hassan, arrivato a Roma per testimoniare sulle presunte violenze di militari italiani ai danni della popolazione somala;
   Hassan è stato assolto in primo grado, condannato all'ergastolo in appello, definitivamente in Corte di cassazione a 26 anni ed ora sta scontando la pena nel carcere di Padova;
   in data 18 febbraio 2015, nel corso della trasmissione televisiva «Chi l'ha visto», Ahmed Ali Rage, soprannominato Jelle, il «supertestimone» del processo che ha portato alla condanna di Hashi Omar Hassan, ha affermato testualmente: «Io non ho visto chi ha sparato. Non ero là. Mi hanno chiesto di indicare un uomo»; ha poi aggiunto: «Gli italiani avevano fretta di chiudere il caso e mi avevano promesso denaro in cambio di una testimonianza al processo»;
   Ahmed Ali Rage indicò il giovane Omar Hashi Hassan al pubblico ministero Ionta durante un interrogatorio, ma poi non si presentò a deporre al processo ed è fuggito all'estero;
   lo scoop della trasmissione televisiva riapre i tanti interrogativi mai risolti sull'intera vicenda del duplice omicidio, a partire dai tentativi di depistaggio per inquinare l'inchiesta, e fa supporre che in carcere potrebbe esserci un innocente –:
   di quali elementi disponga il Governo, nell'ambito delle sue competenze, e se risultino avviate eventuali iniziative di competenza da parte dell'autorità giudiziaria. (3-01387)


Iniziative in ordine alle modifiche da apportare all'attuale sistema di accesso alle facoltà di medicina – 3-01388

   CALABRÒ. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   durante la replica sulle linee programmatiche del suo dicastero svoltasi nella 7a Commissione del Senato della Repubblica, il Ministro interrogato, relativamente ai test di accesso alle facoltà di medicina, annunciava l'intendimento di adottare il modello francese, che prevede un'ammissione generalizzata al primo anno e sbarramento al secondo;
   l'adozione di siffatto sistema comporterebbe una situazione di caos per gli atenei italiani di gran lunga peggiore di quella che stanno vivendo attualmente per l'immatricolazione di circa 5 mila studenti subentrati in seguito al ricorso al tribunale amministrativo regionale, che ha rilevato le difficoltà degli atenei di trovare spazi accessibili a tutti e di soddisfare in maniera ottimale il rapporto docente/studenti, previsto dagli standard europei;
   il modello francese sta già mostrando nel suo Paese di adozione tutte le sue criticità, con oltre 55 mila studenti in media che si iscrivono al primo anno di medicina e con appena il 20 per cento degli iscritti al primo anno che riesce ad accedere al secondo: ciò significa per gli studenti esclusi un anno di studi perso e costi economici notevoli;
   l'attuale sistema di accesso va senz'altro modificato, ma preservando il numero programmato per garantire la qualità della formazione e tenendo in debita considerazione il gap esistente tra il numero di borse di studio in medicina generale e dei contratti di scuola di specializzazione rispetto al numero dei laureati ogni anno –:
   quali iniziative intenda assumere in ordine alle modifiche da apportare all'attuale sistema di accesso alle facoltà di medicina per evitare che si creino anche nel futuro situazioni di disagio che penalizzano la qualità della formazione universitaria. (3-01388)


Iniziative di competenza in relazione al progetto, denominato «Gioco del rispetto – Pari e dispari», proposto ai bambini in alcune scuole dell'infanzia di Trieste – 3-01389

   FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUSIN, CAON, CAPARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, PRATAVIERA, RONDINI e SIMONETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   il «Gioco del rispetto – Pari e dispari», progetto al quale ha aderito il comune di Trieste, è stato finora proposto ai bambini di 45 scuole dell'infanzia di Trieste e mira, come si legge sull'opuscolo informativo, «a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale»;
   molti genitori non condividono affatto l'iniziativa e hanno denunciato, in particolare, la metodologia usata e le «istruzioni» riportate nelle schede di gioco, contenute nel kit distribuito per fornire alle insegnanti indicazioni su come svolgere i giochi stessi. Uno di questi, ad esempio, prevede che la maestra, dopo aver fatto fare ai piccoli alunni un po’ di attività fisica, faccia notare che le sensazioni e le percezioni provate dai piccini sono uguali. «Per rinforzare questa sensazione – si legge nel manuale a disposizione delle insegnanti – i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro». «Ovviamente – si legge ancora – i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell'area genitale»;
   tra i giochi proposti c’è pure quello del «Se fossi» durante il quale i bambini utilizzando dei costumi si travestono. «I bambini e le bambine – scrivono le schede informative – potranno indossare dei vestiti diversi dal loro genere di appartenenza e giocare così abbigliati»;
   il progetto viene presentato con finta trasparenza ai genitori mediante generici avvisi affissi nelle bacheche, che introducono il tutto parlando di mera «sensibilizzazione contro la violenza sulle donne»;
   il progetto in questione non era stato inserito nel piano di offerta formativa, di cui i genitori prendono visione all'atto dell'iscrizione del proprio figlio in una determinata scuola;
   ognuno di noi ha scoperto da bambino a modo suo, a piccoli passi e in modo naturale, la differenza tra uomo e donna. Non si capisce per quale motivo e senza l'assenso dei genitori sia necessario intervenire con dei giochi ad hoc e addirittura all'asilo;
   vista la delicatezza dei temi, che dovrebbero essere affrontati solo da persone altamente qualificate, non appaiono esserci sufficienti garanzie su chi interagisce in questo progetto con i bambini, sul sistema non verbale di questi giochi, perché i più piccoli colgono tutto: toni di voce, atteggiamenti, sguardi e ogni sfumatura seppur minima –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questo progetto e se ne condivida il merito, posto che, al di là dell'intento di facciata, sembra agli interroganti che ci sia il tentativo non tanto di insegnare il rispetto tra le persone, ma di istillare la nota «ideologia del gender», fin dalla più tenera età, che prevede l'assoluta libertà di scegliersi il sesso a cui appartenere, e quali iniziative intenda assumere al fine di scoraggiare il proseguimento di questo tipo di offerta scolastica, non condivisa da molti genitori. (3-01389)


Chiarimenti in merito alle risorse finanziarie trasferite alle regioni per il sostegno alle scuole paritarie – 3-01390

   GIGLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   con decreto interministeriale del 25 novembre 2014 si è proceduto al riparto ed al trasferimento delle risorse imputate al capitolo 1299 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2014;
   dette risorse ammontano complessivamente a 195.828.991 euro e sono assegnate dalle regioni alle scuole paritarie sulla base del numero di dette scuole, delle classi e degli alunni;
   le regioni svolgono le attività di assegnazione delle risorse alle singole scuole in coordinamento con gli uffici scolastici regionali;
   a causa della situazione economica estremamente grave in cui versano le scuole paritarie, in particolare quelle materne ed elementari, che spesso accolgono allievi di famiglie povere gratuitamente o per somme esigue, la mancata o ritardata erogazione dei fondi statali determina il licenziamento del personale o, addirittura, la chiusura delle scuole medesime –:
   quale sia l'effettivo ammontare delle somme erogate alle scuole paritarie dalle regioni rispetto alle risorse ad esse trasferite e indicate in premessa e quali risultino essere le regioni che non ancora hanno assegnato i finanziamenti. (3-01390)


Tempi e modalità di adozione del decreto ministeriale in materia di composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado – 3-01391

   CENTEMERO e PALESE. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   la legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015), all'articolo 1, comma 350, prevede, attraverso una disposizione introdotta nel corso dell'esame in Commissione, l'adozione di nuovi criteri per la composizione delle commissioni degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, da applicare per gli esami che si svolgeranno nel 2015;
   nello specifico, il suddetto comma stabilisce che entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, e dunque entro il 2 marzo 2015, un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca avrebbe dovuto disciplinare i nuovi criteri per la definizione della composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado;
   nella stessa disposizione viene, altresì, stabilito che, sempre con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, e sempre entro il medesimo termine (2 marzo 2015), si sarebbero dovuti definire i relativi compensi nel rispetto di quanto eventualmente previsto in sede di contrattazione collettiva del comparto del personale della scuola, in coerenza con le finalità del fondo «la buona scuola»;
   l'obiettivo della disposizione prevista all'articolo 1, comma 350, della legge di stabilità per il 2015 è quello di valorizzare il percorso scolastico degli studenti, dando vita ad un sistema di valutazione finale che tenga conto dell'effettiva crescita in termini di competenze e personale degli studenti, nonché tenendo conto dell'esigenza di valorizzare l'autonomia scolastica, assicurando una coerenza degli standard valutativi e valorizzando la professionalità dei docenti, in termini di competenze e approcci didattici e pedagogici e di verifica dell'efficacia delle pratiche educative;
   a tal proposito il 30 novembre 2014 è stato accolto un ordine del giorno nel quale si impegnava il Governo a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'emanazione del suddetto decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di ridefinizione dei criteri per la composizione delle commissioni degli esami di maturità, di prevedere un presidente della commissione esterno e componenti interni all'istituto di riferimento;
   tale composizione è senz'altro essenziale al fine di realizzare a pieno gli obiettivi richiamati, in particolare l'esigenza di garantire autonomia scolastica, assicurando un sistema di valutazione degli studenti efficace e conforme al percorso formativo seguito;
   l'emanazione del decreto di cui all'articolo 1, comma 350, della legge di stabilità per il 2015, già in ritardo rispetto ai tempi previsti dalla medesima disposizione, è fondamentale anche al fine di evitare i ricorsi che potrebbero derivare a seguito della composizione delle commissioni d'esame secondo i vecchi criteri, che la legge di stabilità ha inteso superare; se il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non provvede all'emanazione del decreto in tempi brevi il rischio è, infatti, quello dell'invalidità dei risultati conseguiti dagli esami delle scuole secondarie di secondo grado per l'anno accademico in corso, per illegittimità delle stesse commissioni –:
   in che tempi e quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere, al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 350, della legge di stabilità per il 2015 e, quindi, procedere all'adozione del decreto ministeriale per la nuova definizione della composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado, nonché dei relativi compensi, e quali siano i criteri che si intendono utilizzare, anche alla luce del contenuto dell'ordine del giorno accolto dal Governo sul tema.
(3-01391)


Iniziative per risolvere la questione del precariato nel settore scolastico, anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea – 3-01392

   RAMPELLI, GIORGIA MELONI, CIRIELLI, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   con una sentenza del 26 novembre 2014 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito l'illegittimità della normativa nazionale relativa ai contratti precari nella scuola, affermando che l'accordo quadro europeo sui contratti a tempo determinato «osta a una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali, che autorizzi, in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti, nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l'espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo»;
   la Corte ha ricordato come l'accordo quadro, per prevenire l'utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato, imponga agli Stati membri di prevedere l'indicazione delle ragioni obiettive che giustifichino il rinnovo dei contratti o la determinazione della durata massima totale dei contratti o del numero dei loro rinnovi, oltre a una misura sanzionatoria da applicare in caso di utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato;
   la normativa italiana oggetto della sentenza, invece, secondo i giudici «da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un'esigenza reale, sia idoneo a conseguire l'obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine, e, dall'altro, non prevede nessun'altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato»;
   il ricorso al precariato nel sistema scolastico nazionale ha assunto dimensioni enormi, anche a causa del blocco delle procedure concorsuali negli anni tra il 2000 e il 2011, e sono migliaia le persone che aspettano di vedersi riconosciuto il giusto diritto ad un'immissione in ruolo, indispensabile per costruirsi un futuro anche nella vita privata;
   in base alle indiscrezioni apparse sulla stampa anche il provvedimento sulla scuola recentemente approvato in Consiglio dei ministri non sembra risolvere la questione del precariato di docenti e personale amministrativo delle istituzioni scolastiche –:
   quali iniziative il Governo intenda assumere per sanare in modo definitivo la questione del precariato nel settore scolastico, in ottemperanza alla citata sentenza, anche al fine di non incorrere in un procedimento sanzionatorio da parte dell'Unione europea. (3-01392)