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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 6 marzo 2015

TESTO AGGIORNATO AL 9 MARZO 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 6 marzo 2015.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Artini, Attaguile, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Censore, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, D'Ambrosio, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Mattiello, Merlo, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Vecchio, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Artini, Attaguile, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Censore, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, D'Ambrosio, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Mattiello, Merlo, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Vecchio, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 4 marzo 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MATTEO BRAGANTINI ed altri: «Modifiche all'articolo 138 della Costituzione, concernenti il procedimento per la revisione della Costituzione mediante la convocazione di un'Assemblea costituente» (2930);
   FRATOIANNI ed altri: «Riforma del servizio pubblico radiotelevisivo» (2931);
   COZZOLINO: «Modifiche all'articolo 47 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, e all'articolo 19 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, in materia di irrogazione delle sanzioni per violazione di obblighi di pubblicità» (2932).

  In data 5 marzo 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   SCOTTO ed altri: «Istituzione del reddito minimo garantito e deleghe al Governo per il riordinamento della spesa assistenziale e della disciplina degli ammortizzatori sociali» (2933);
   LUIGI GALLO ed altri: «Istituzione dei nuclei per la didattica avanzata e introduzione di progetti di scuola aperta e di scuola diffusa negli istituti scolastici di ogni ordine e grado» (2934);
   CENNI: «Norme per la tutela della terra, il recupero e la valorizzazione dei terreni agricoli abbandonati e il sostegno delle attività agricole contadine e familiari» (2935).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa popolare.

  In data 5 marzo 2015 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Contrasto all'indebito arricchimento delle imprese sovvenzionate con contributi pubblici in caso di sciopero attraverso modifiche alla legge 12 giugno 1990, n. 146» (2936).

  Sarà stampata, previo accertamento della regolarità delle firme dei presentatori, ai sensi della legge 25 maggio 1970, n. 352, e distribuita.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 5 marzo 2015 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza le seguenti proposte di legge:
   S. 1345. – REALACCI ed altri; MICILLO ed altri; PELLEGRINO ed altri: «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (342-957-1814-B);
   S. 922. – Senatori MAURIZIO ROMANI ed altri: «Modifiche al codice penale e alla legge 1o aprile 1999, n. 91, in materia di traffico di organi destinati al trapianto, nonché alla legge 26 giugno 1967, n. 458, in materia di trapianto del rene tra persone viventi» (approvata dal Senato) (2937).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge COLLETTI ed altri: «Modifiche al codice penale in materia di prescrizione dei reati» (1174) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Battelli, Brescia, Brugnerotto, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Ciprini, Colonnese, Cominardi, Crippa, Daga, De Lorenzis, Del Grosso, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Manlio Di Stefano, Di Vita, D'Incà, Silvia Giordano, Grande, Liuzzi, Lorefice, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Petraroli, Paolo Nicolò Romano, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Terzoni e Simone Valente.

  La proposta di legge NUTI ed altri: «Modifica all'articolo 2 del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, in materia di vitalizi erogati dalle regioni» (2409) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rubinato.

  La proposta di legge BINETTI: «Norme per l'incremento del livello di sicurezza del parto naturale» (2818) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Adornato, Alli, Bernardo, Berretta, Borghese, Bosco, Buttiglione, Calabrò, Carloni, Catalano, Causin, Cera, D'Alia, De Mita, Faenzi, Fitzgerald Nissoli, Fucci, Galgano, Garofalo, Gigli, Greco, Labriola, Laffranco, Monchiero, Mottola, Oliaro, Pagano, Palese, Palmieri, Pisicchio, Pizzolante, Polidori, Rampelli, Romanini, Sammarco, Sberna, Scopelliti, Squeri, Tancredi e Vargiu.

  La proposta di legge MELILLA ed altri: «Modifiche agli articoli 314 e 643 del codice di procedura penale, in materia di diritto alla riparazione per l'ingiusta detenzione e alla riparazione dell'errore giudiziario» (2871) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Costantino, Duranti, Kronbichler, Ricciatti e Zaccagnini.

Ritiro di una sottoscrizione a una proposta di legge.

  Il deputato Piras ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PELLEGRINO ed altri: «Modifica all'articolo 1 della Costituzione, in materia di riconoscimento della bellezza quale elemento costitutivo dell'identità nazionale» (2401).

Assegnazione di progetti di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   II Commissione (Giustizia):
  S. 1345. – REALACCI ed altri; MICILLO ed altri; PELLEGRINO ed altri: «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (342-957-1814-B) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XI, XIII e XIV.
  ANZALDI: «Modifica all'articolo 514 del codice di procedura civile, in materia di impignorabilità degli animali domestici» (2865) Parere delle Commissioni I, V, VI, XII e XIII.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 3 marzo 2015, ha comunicato che la 10a Commissione (Industria) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema europeo di autocertificazione dell'esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori responsabili di stagno, tungsteno, tantalio, dei loro minerali e di oro, originari di zone di conflitto e ad alto rischio (COM(2014) 111 final) (Atto Senato Doc. XVIII, n. 86), che è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 3 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), per l'esercizio 2013. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 239).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 3 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 78, comma 2, penultimo e ultimo periodo, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, la relazione sui risultati della sperimentazione dell'attuazione del medesimo decreto legislativo n. 118 del 2011, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro organismi, riferita al secondo semestre del 2014 (Doc. CCIII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

   Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 5 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge 15 dicembre 1998, n. 484, la relazione sullo stato di esecuzione del Trattato per il bando totale degli esperimenti nucleari, riferita all'anno 2014 (Doc. CXXXIX, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Corpo forestale dello Stato», autorizzate, nei mesi di novembre e dicembre 2014, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 4 e 5 marzo 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  alla III Commissione (Affari esteri):
   Proposta di decisione del Consiglio che abroga la decisione 2011/492/UE relativa alla conclusione della procedura di consultazione con la Repubblica di Guinea-Bissau a titolo dell'articolo 96 dell'accordo di partenariato ACP-UE (COM(2015) 75 final), corredata dal relativo allegato (COM(2015) 75 final – Annex 1);
   Proposte di decisione del Consiglio relative, rispettivamente, alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria nonché alla conclusione degli accordi di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata tra l'Unione europea e: gli Emirati arabi uniti (COM(2015) 91 final e COM(2015) 103 final); la Repubblica di Vanuatu (COM(2015) 92 final e COM(2015) 101 final); Grenada (COM(2015) 93 final e COM(2015) 102 final); il Commonwealth di Dominica (COM(2015) 95 final e COM(2015) 97 final); Santa Lucia (COM(2015) 96 final e COM(2015) 110 final – Annex 1); la Repubblica di Trinidad e Tobago (COM(2015) 105 final e COM(2015) 106 final); lo Stato indipendente di Samoa (COM(2015) 107 final e COM(2015) 108 final); Saint Vincent e Grenadine (COM(2015) 109 final e COM(2015) 111 final), ciascuna corredata dal rispettivo allegato;

  alla V Commissione (Bilancio):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Risultati della consultazione pubblica sulla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2015) 100 final);
   Relazione della Commissione – Italia – Relazione elaborata a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del Trattato (COM(2015) 113 final);
   Raccomandazione di raccomandazione del Consiglio intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Francia (COM(2015) 115 final);

  alla X Commissione (Attività produttive):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione del regolamento (CE) n. 177/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 febbraio 2008, che istituisce un quadro comune per i registri di imprese utilizzati a fini statistici e abroga il regolamento (CEE) n. 2186/93 del Consiglio (COM(2015) 90 final), corredata dal relativo allegato (COM(2015) 90 final – Annex 1);

  alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015) 80 final), corredata dal relativo allegato – Tabella di marcia per l'Unione dell'energia (COM(2015) 80 final – Annex 1);
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020 (COM(2015) 81 final), corredata dal relativo allegato (COM(2015) 81 final – Annex 1);
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015) 82 final), corredata dai relativi allegati (COM(2015) 82 final – Annexes 1 to 2).

  Il Consiglio dell'Unione europea, in data 4 e 5 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE per quanto riguarda la riduzione dell'utilizzo delle borse di plastica in materiale leggero (5094/1/15 REV 1), corredata dalla relativa motivazione (5094/1/15 REV 1 ADD 1), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai requisiti di omologazione per lo sviluppo del sistema eCall di bordo basato sul servizio 112 e che modifica la direttiva 2007/46/CE (5130/1/15 REV 3), corredata dalla relativa motivazione (5130/1/15 REV 3 ADD 1), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 5 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015) 80 final);
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020 (COM(2015) 81 final);
   Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015) 82 final);
   Proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (COM(2015) 98 final).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

  Il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 4 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito all'articolo 33, comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, in materia di applicazione di incentivi all'immissione di biocarburanti realizzati a partire da determinati prodotti, e in merito all'allegato 1, tabella 1.A, del decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 luglio 2012, concernente attuazione dell'articolo 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante le modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti da fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici.

  Questo documento è stato trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente), alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal consiglio regionale del Veneto.

  Il Presidente del consiglio regionale del Veneto, con lettera in data 27 febbraio 2015, ha trasmesso una risoluzione, approvata dal medesimo consiglio il 18 febbraio 2015, concernente «Sessione europea 2014 – Indirizzi relativi alla programmazione regionale e ai Fondi dell'Unione europea».

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla regione autonoma della Sardegna.

  La regione autonoma della Sardegna, in qualità di commissario delegato titolare di contabilità speciale, con lettera in data 24 febbraio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 5-bis, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, il rendiconto n. 3, per il periodo 14 novembre – 31 dicembre 2014, delle entrate e delle spese concernenti gli interventi di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito la Sardegna nel novembre 2013.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Garante del contribuente per la Basilicata.

  Il Garante del contribuente per la Basilicata, con lettera in data 25 febbraio 2015, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Basilicata, riferita all'anno 2014, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazione di nomina ministeriale.

   La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento all'architetto Costanza Pera, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca, nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

   Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Intendimenti per razionalizzare e potenziare il numero dei posti di terapia intensiva neonatale sull'intero territorio nazionale – 2-00845

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   il tema della sicurezza legato all'evento nascita è uno dei punti dominanti tra gli obiettivi chiave previsti anche nell'ultimo piano sanitario nazionale;
   lascia ancora una volta sgomenti la notizia della recentissima morte della bambina nata in una clinica privata a Catania, ma bisognosa di urgente ricovero in terapia intensiva neonatale. Oltre alle cause che avevano determinato la richiesta di un letto di terapia intensiva neonatale, la mancata disponibilità ad accoglierla nei tre ospedali cittadini e il successivo trasporto a Ragusa, in ambulanza, nel cuore della notte, ne ha causato la morte prima di potere raggiungere l'ospedale, che pure si era detto disponibile al ricovero. Il fatto ha riaperto il dramma, mai completamente risolto, degli ospedali che non sono in grado di dare una risposta adeguata alle terapie intensive neonatali;
   non c’è motivo di dubitare che a Catania, dove la piccola è nata, non ci fossero realmente posti letto di rianimazione disponibili, come è apprezzabile la pronta disponibilità dell'ospedale di Ragusa. Una corsa contro il tempo che non è servita a salvarle la vita;
   vale la pena ripercorrere i fatti nella loro nuda semplicità. La bambina è venuta alla luce in una clinica privata e, dopo un parto regolare, ha accusato difficoltà respiratorie. I medici sostengono di aver cercato un reparto ospedaliero specializzato dove trasferirla. È stato chiesto allora l'intervento del 118, che ha avviato un monitoraggio nei tre ospedali catanesi dove è presente la terapia intensiva pediatrica: il Garibaldi, il Santo Bambino e il Cannizzaro. Purtroppo, in nessuno dei tre centri c'era un letto libero. L'unico ospedale della Sicilia orientale che ha risposto all'appello è stato quello di Ragusa, distante oltre cento chilometri;
   il Ministro interpellato ha tempestivamente deciso di avviare un'inchiesta per definire al più presto le responsabilità professionali, sia quelle personali che quelle aziendali, perché oltre al rispetto per il dolore dei familiari, è doveroso fare chiarezza nelle sedi opportune, sulle cause dell'accaduto. Infatti, è più che mai urgente intervenire per affrontare anche la questione del clinical risk management nei punti nascita;
   purtroppo sulla sicurezza dei punti nascita non sembrerebbe, a parere degli interpellanti, aver trovato alcun seguito l'accordo tra il Governo e le regioni, risalente al 16 dicembre 2010, sulle «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», in cui si contemplava l'attuazione, da parte delle singole regioni, di precisi criteri da adottare, tra cui la razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con basso numero di parti, l'individuazione dei requisiti minimi di sicurezza relativi ai diversi livelli ospedalieri di assistenza ostetrica e neonatale e la definizione delle risorse umane necessarie sulla base dei carichi di lavoro;
   è sempre più evidente come tragedie come quella accaduta a Catania potrebbero verificarsi in tutte le regioni italiane, a Roma come a Milano, a causa degli equilibri precari tra Governo centrale, governi regionali e amministrazioni locali, comprese quelle delle aziende sanitarie ed ospedaliere, ulteriormente indeboliti negli ultimi anni, da riduzioni di spesa che hanno avuto la meglio sulla sicurezza;
   in occasione della giornata mondiale del neonato pretermine, il presidente della Società italiana di neonatologia, Costantino Romagnoli, ha evidenziato che in Italia ogni anno nascono poco più di 500 mila bambini di cui circa il 7 per cento prematuri. Un numero in aumento, nonostante il numero dei nati diminuisca, come ha recentemente dimostrato l'Istat. A novembre 2014, a fronte di poco più di 509 mila nati, circa 35.600 sono pretermine, e saranno circa 40 mila a dicembre. Per questi bimbi ancora oggi l'assistenza non garantisce gli stessi standard qualitativi tra regione e regione, tra Nord e Sud del Paese, tra grandi città e piccoli centri;
   in Italia le recenti rilevazioni evidenziano che esistono 550 punti nascita dislocati tra ospedali e strutture private poco o per niente collegati tra di loro. Oggi i dati epidemiologici in ambito neonatale sono delegati ad istituti come l'Istat o al rapporto Cedap del Ministero della salute, costruito sul certificato di assistenza al parto, che forniscono informazioni utili, ma non sufficienti alle esigenze degli operatori che quotidianamente assistono i neonati e alla Società italiana di neonatologia, e non hanno possibilità di confrontarsi con le istituzioni su dati omogenei per sviluppare strategie e azioni finalizzate a migliorare l'assistenza;
   al fine di migliorare la qualità dell'assistenza ai neonati pretermine la Società italiana di neonatologia ha realizzato il Neonatal Network, un database nazionale, piattaforma operativa per i centri nascita di tutta Italia, che permetterà ad ogni centro neonatologico italiano di disporre di dati, informazioni e casi clinici, nonché notizie ostetrico-perinatali, problematiche neonatali e dimissione. Il database è fondamentale per migliorare l'assistenza e consentire agli operatori sanitari di disporre di tutti i dati necessari alla cura ed eventuali terapie sui nati pretermine. Questi bambini, infatti, se non curati adeguatamente hanno maggiori possibilità di altri di sviluppare patologie;
   i dati evidenziano l'urgenza di rendere più sicuri i punti nascita, attraverso il potenziamento delle unità di terapia intensiva neonatale, al fine di migliorare significativamente l'assistenza ai neonati prematuri, attraverso screening neonatali allargati, per patologie metaboliche ereditarie, per la cui terapia esistono evidenze scientifiche efficaci;
   è ormai improcrastinabile, a parere degli interpellanti, la razionalizzazione dei punti nascita e il potenziamento del numero dei posti di terapia intensiva –:
   se non ritenga urgente razionalizzare e potenziare il numero dei posti di terapia intensiva neonatale in tutto il Paese, incrementando con ogni misura i sistemi di monitoraggio, in grado di rilevare con accuratezza e a monte i casi di diagnosi che presentano profili di rischio alla nascita e di sopravvivenza nel periodo immediatamente successivo all'evento nascita, al fine di potersene fare carico tempestivamente nei centri di terapie intensive neonatali;
   quali siano le iniziative previste al fine di assicurare screening neonatali allargati, per patologie metaboliche ereditarie, obbligatori in tutti i punti nascita.
(2-00845) «Binetti, De Girolamo».


Iniziative di competenza volte a rilanciare il ruolo e le strategie di Finmeccanica e delle società controllate, promuovendo in particolare la competitività delle società del gruppo allocate in Campania – 2-00857

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   Finmeccanica, sotto il profilo economico e occupazionale, costituisce, per il Paese, il gruppo di punta nel settore dell'alta tecnologia per l'industria meccanica e aerospaziale civile e militare;
   il gruppo versa da anni in una situazione di difficoltà determinata da una serie di fattori, che possono riassumersi nel forte indebitamento, nel generalizzato calo delle commesse militari, ma, soprattutto, in carenze gestionali e organizzative dei vertici manageriali, culminate, peraltro, finanche in inchieste giudiziarie, incapaci di assicurare il necessario rilancio industriale del gruppo;
   sino al 2014, è sembrato che il progetto di risanamento del gruppo, presentato il 4 febbraio 2015 presso la Commissione attività produttive, si incentrasse, sostanzialmente, su un piano di dismissioni e di cessioni di interi comparti produttivi, quali Ansaldo Breda, Ansaldo STS e Ansaldo Energia, orientando poi i contestuali ritorni finanziari ad interventi volti al rafforzamento dei cosiddetti «business core», declinati nell'aerospazio, nella difesa e nei sistemi elettronici;
   il progetto di risanamento del gruppo Finmeccanica, di indubbio rilievo su scala nazionale, ha un impatto di enorme portata per l'intero meridione e per la regione Campania in particolare, ove risultano allocati un settore aerospaziale, un settore della manutenzione aeronautica, un settore progettazione, realizzazione e manutenzione del trasporto ferroviario, un settore elettronico per la difesa;
   ciò nonostante, nelle strategie sin qui rese note dal precedente management del gruppo, non risultano, in realtà, perseguiti progetti di valorizzazione delle pur pregevoli realtà industriali esistenti in Campania, né tanto meno risulta previsto il rilancio di quelle attività che, pur in attuale crisi, potrebbero, non di meno, se correttamente riprogrammate, fattivamente concorrere al superamento della crisi dell'intero gruppo Finmeccanica;
   si è assistito, negli anni scorsi da parte dei precedenti management, alla metodica, quanto ingiustificata, sottrazione di tutte le direzioni centrali presenti in Campania, e più in generale al Sud, per essere assegnate ai siti allocati nel Centro-Nord, oltre che alla sostanziale delocalizzazione verso il Centro-Nord di specifiche attività e produzioni;
   non risulta né confermato, né aggiornato e implementato, il percorso di risanamento/rilancio previsto per le aziende del gruppo presenti in Campania, e cioè la Selex ES, con gli stabilimenti di Giugliano e Bacoli-Fusaro, la Alenia Aermacchi con gli stabilimenti di Nola, Pomigliano e Napoli Capodichino, la Ansaldo Breda e Ansaldo STS, con lo stabilimento di Napoli;
   con riferimento alla Selex ES-Selex Electronic Systems, le attività della società hanno visto un progressiva crescita, fra il 2000 e il 2013, tanto che all'atto della fusione, nel 2013 appunto, tra le società Selex ES, Elsag e Galileo, lo stabilimento campano allocato a Giugliano contava di ben 480 unità lavorative, il settore logistica risultava coinvolto in tutte le attività industriali di Selex-Sistemi Integrati, con un ruolo di prime contractor con clienti istituzionali (Esercito, Aeronautica e Marina);
   lo storico impianto industriale del Fusaro (Bacoli) invece contava prima della fusione del 2013 circa 520 unità impiegate in attività che spaziavano dall'industrializzazione al collaudo di sistemi radar, di progettazione software e sistemistica per integrazione, ma il piano di riassetto ha fortemente ridimensionato l'organico, con una perdita di occupazione di oltre un quarto della forza lavoro, vicino ormai alla soglia critica per il corretto funzionamento dei processi, ridotto gli investimenti e ridimensionato il ruolo dello stabilimento nell'ambito del attività di produzione e progettazione, specializzandolo, di fatto, in attività di assemblaggio finale che, da un punto di vista tecnologico, hanno una minore importanza;
   data la funzione rilevante in termini di ricerca e sviluppo nel settore dell’high tech e dei servizi ad alta conoscenza il contributo della Selex ES, e più in generale di tutte le aziende del gruppo Finmeccanica, all'economia territoriale assume valenza strategica quale strumento per le politiche di rilancio industriale dell'intera filiera presente nell'area. In ragione delle caratteristiche strutturali dell'economia dell'area, il riassetto appare come l'avvio di un processo di industrializzazione piuttosto che di razionalizzazione dell'apparato industriale;
   in entrambi i detti stabilimenti di Giugliano e Fusaro (Bacoli), inoltre, risultava presente una qualificata componente ingegneristica, impegnata, fra l'altro, in attività di ricerca sulle nuove tecnologie applicate, in collaborazione con il mondo universitario, anche nel settore del controllo del traffico aereo;
   la regione Campania non ha dato seguito agli impegni assunti nelle sedi istituzionali e non risulta aver approvato il contratto di programma presentato da Selex ES, incentrato su innovazione di prodotto da utilizzare come pilota per i nuovi sistemi radar per le Marine di tutto il mondo;
   nonostante le positive prestazioni ora dette, con il piano industriale del giugno 2013 varato a seguito della fusione, sebbene la produzione dei precision approach radar sia stata trasferita a Fusaro da Nerviano (Milano) e Giugliano sia diventato centro di eccellenza per la microelettronica, non si è dato alcun impulso a ulteriori sviluppi delle attività svolte nei siti di Giugliano e Fusaro (Bacoli), ma non è stata neppure realizzata, presso il sito di Giugliano, la prevista direzione centrale logistica;
   come dimostrano le riuscite esperienze di sinergie tra Governi e aziende di altri Paesi occidentali, l'obiettivo anzidetto rimarrebbe utopia senza un forte supporto istituzionale, visto che il piano di dimensionamento degli organici previsto dal citato piano industriale è condizionato al mantenimento e sviluppo dei programmi in corso con il sostegno del Governo italiano; il mantenimento e/o l'ampliamento dei livelli occupazionali dei due stabilimenti campani dipendono dall'attuazione di alcuni programmi del Ministero della difesa, in particolare la legge navale (Fremm) e Forza NEC (incluso il progetto Soldato Futuro), con l'obiettivo che Selex ES diventi un importante strumento di politica industriale per l'Italia;
   a quanto è dato sapere, inoltre, il nuovo piano industriale, sul presupposto di ridurre le spese, sembrerebbe addirittura prevedere la chiusura di uno dei due stabilimenti Selex in esercizio;
   con riferimento alla Alenia Aermacchi, dopo la chiusura nel corso del 2012 degli stabilimenti di Casoria in Campania e della sede di Roma, è stata affidata allo stabilimento di Venezia la manutenzione del velivolo militare Awacs; nel corso degli ultimi giorni, poi, e stata resa nota da parte del management la volontà di intervenire sul sito di Napoli/Capodichino attraverso una duplice operazione di cui la prima prevede lo spostamento verso Torino delle produzioni del velivolo C27J (aereo da trasporto militare che occupa un notevole segmento del mercato mondiale dei velivoli da trasporto militare) e la seconda consiste nella cessione di ramo d'azienda delle residuali attività ivi presenti a favore della Atitech, con la contestuale creazione di una newco per la creazione di un polo di manutenzioni aeronautiche i cui dettagli circa le ricadute occupazionali e i carichi prospettici di lavoro non risultano noti;
   la nuova destinazione del sito di Capodichino andrebbe, poi, nella direzione opposta rispetto a quanto fino ad ora proclamato circa il progetto di sviluppo del velivolo Atr ngtp, poiché per la realizzazione dello stesso si renderebbe indispensabile non solo la determinazione di un piano di sviluppo da sottoporre al Governo (che riepiloghi, tra gli altri, l'ammontare dei capitali necessari alla sua realizzazione, le fonti di approvvigionamento e i tempi di impiego), ma anche l'utilizzo di un campo volo e di spazi ad hoc per la linea finale di assemblaggio ad oggi auspicabile presso le strutture e il sito preesistente dell'aeroporto di Napoli-Capodichino;
   non si stanno, peraltro, realizzando i previsti ampliamenti di organici di ingegneria di progettazione nello stabilimento di Pomigliano, baricentro del progetto del nuovo velivolo;
   con riferimento ad MBDA, consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la Difesa, joint venture costituita da Bae systems (37,5 per cento), Airbus Group (37,5 per cento) e Finmeccanica (25 per cento), con l'intento di valorizzare i propri centri di eccellenza e tentare di gestire un processo di concentrazione industriale in ambito transazionale, è presente in Campania attraverso Finmeccanica con lo stabilimento di produzione MBDA di Fusero (Bacoli);
   risulta preoccupante l'incertezza del Governo italiano in ordine al finanziamento di alcuni importanti programmi legati alle evoluzioni tecniche dell'Aster (BLOCK 1 NT –, BLOCK 2) in ragione sia del fatto che il finanziamento di tali programmi costituirebbe un elemento strategico per assicurare la presenza industriale italiana nel settore, sia di sostegno al ruolo che questa riveste all'interno del consorzio;
   la realizzazione di tali programmi vedono lo stabilimento di Fusaro (Bacoli) rappresentare un elemento centrale e di snodo di tutte le attività di progetto e produzione con un enorme impatto sul territorio;
   MBDA, da ultimo, ha sottoscritto, con Invitalia, un contratto di sviluppo per il potenziamento e l'ampliamento degli stabilimenti dell'area industriale napoletana, al fine di realizzare sia progetti di sviluppo industriale, sia progetti di ricerca e sviluppo sperimentale industriale, con il coinvolgimento di atenei campani; il che implica l'impiego di risorse pubbliche, in contraddizione, perciò, con le notizie apparse sulla stampa, mai smentite ufficialmente dalla proprietà, circa la volontà di dismissione italiana della quota di partecipazione al consorzio; con riferimento alla Ansaldo STS, che opera nel settore «Impianti e sistemi ferroviari», sembra trovare conferma il progetto di vendita della società, nel quadro della dismissione delle produzioni del settore civile di Finmeccanica;
   in Italia gli stabilimenti della società sono allocati a Napoli, Genova, Piossasco (Torino), Tito (Potenza) e impiegano circa 1.500 dipendenti, 600 dei quali sono impiegati nel sito di Napoli, cui vanno sommati, per valutare il peso della detta attività in Campania, le unità di personale delle numerose aziende operanti nell'indotto; la Ansaldo STS, dunque, rappresenta una realtà industriale assolutamente centrale nel contesto campano;
   per quel che riguarda l'Ansaldo Breda, che realizza veicoli per il trasporto ferroviario leggero, pesante, metropolitano, suburbano, regionale, alta velocità, stabilimenti sono allocati a Napoli, Pistoia, Reggio Calabria, Palermo, con circa 2.200 dipendenti, 850 dei quali impiegati a Napoli, cui vanno sommati, per valutare il peso della detta attività in Campania, le circa 2.000 unità di personale delle aziende operanti nell'indotto;
   la Ansaldo Breda presenta una situazione decisamente critica, sotto il profilo finanziario e industriale, in aperto contrasto con l'andamento del mercato mondiale dei veicoli ferrotramviari che risulta, al contrario, in continua espansione (si stima ammonti a circa 20 miliardi di euro), tanto da rendere assolutamente incomprensibile il progetto di progressivo disimpegno del gruppo da questo specifico mercato, in luogo di definire un adeguato piano industriale che valorizzi e rilanci la filiera nazionale del trasporto su ferro;
   la cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo STS si traduce, in realtà, nella dichiarata rinuncia a un patrimonio tecnologico e industriale strategico di primaria importanza per l'intero Paese, con nefaste conseguenze in termini di prospettive occupazionali per i lavoratori tutti impiegati in dette società e con ripercussioni particolarmente gravi per le regioni meridionali, dove sarebbe messa a rischio la stessa sopravvivenza dei pochi comparti industriali tuttora esistenti;
   per la Campania, in particolare, la rinuncia e il mancato rilancio di aziende di sicura eccellenza, talune leader del mercato mondiale, come appunto Ansaldo Breda (unico progettista e costruttore a ciclo integrato di treni ad alta velocità, treni pendolari, tram, metropolitane leggere e pesanti), unita alla sostanziale sinecura del lavoro di produzione e ricerca della Selex ES-Selex Electronic Systems, realizzato anche in stretto rapporto con le università campane, penalizzano irrimediabilmente territori già strutturalmente deficitari di realtà produttive diversificate e efficienti, esponendo, al tempo stesso, anche per questa via, l'intero Paese alle ingerenze della speculazione finanziaria internazionale;
   il dato più allarmante del nuovo piano industriale è rappresentato, in particolare, dai progetti che riguardano Ansaldo Breda e Ansaldo STS;
   l'ufficializzazione della cessione relativa al settore trasporti avvenuta a favore del colosso giapponese Hitachi lascia forti preoccupazioni circa il futuro del settore e da sole le rassicurazioni date dalla Società Hitachi circa il mantenimento degli attuali livelli occupazionali non valgono certo a tranquillizzare circa gli assetti e i programmi industriali futuri, in particolare sotto il profilo occupazionale;
   tale vendita si traduce nella dichiarata rinuncia di Finmeccanica a un patrimonio tecnologico e industriale strategico di primaria importanza per l'intero Paese, con conseguenze negative in termini di prospettive occupazionali per i lavoratori impiegati e con gravi ripercussioni per il Sud, dove sarebbe messa a rischio la stessa sopravvivenza dei pochi comparti industriali tuttora esistenti;
   risulta incomprensibile il progetto di disimpegno del gruppo da questo specifico mercato, in luogo di definire un adeguato piano industriale destinato a valorizzare e rilanciare la filiera nazionale del trasporto su ferro;
   la dismissione di asset come Ansaldo Breda e Ansaldo STS si traduce, per la Campania in particolare ma per l'intero Paese, nella rinuncia al rilancio di aziende di sicura eccellenza, talune leader del mercato mondiale, come appunto Ansaldo Breda (unico progettista e costruttore a ciclo integrato di treni ad alta velocità, treni pendolari, tram, metropolitane leggere e pesanti), unita alla sostanziale sinecura;
   in questo quadro, si inserisce anche la chiusura e il trasferimento a Roma del centro di ricerca napoletano di Telespazio, azienda di servizi satellitari, e non si considera il trasferimento al Cira presso la sede di via Gianturco;
   la chiusura rappresenta un ennesimo durissimo colpo per il tessuto industriale e produttivo della Campania, perché oltre alla dispersione di know how, si perde un'eredità importante. Telespazio, infatti, nel 2009 ha incorporato per fusione un centro di eccellenza, il MARS (Microgravity Advanced Research and Support Center) primo centro di ricerca italiano nel campo della fisica dei fluidi e negli esperimenti in microgravità;
   va considerato il ruolo centrale che il Governo ha espressamente assegnato alla soluzione degli squilibri economico-sociali tuttora esistenti tra il Sud e il resto del Paese, nel quadro della ripresa economica nazionale, del superamento del forte tasso di disoccupazione, della crescita delle produzioni e degli scambi nazionali e internazionali –:
   quali siano gli orientamenti in merito a quanto esposto in premessa, atteso che le questioni sollevate coinvolgono importanti imprese industriali del Paese;
   se e quali azioni concrete il Governo, in qualità di azionista di riferimento di Finmeccanica, nell'ambito delle proprie competenze, intenda porre in essere affinché il piano industriale presentato dal nuovo management del gruppo vada nella direzione dello sviluppo e del rilancio produttivo dei settori e degli stabilimenti esistenti, costituenti risorsa strategica irrinunciabile per il Mezzogiorno e per l'intero Paese, se del caso attraverso precisi orientamenti di politica industriale e finanziaria, anche in ordine all'inopportunità di cessione degli asset civili di Finmeccanica;
   quali iniziative intenda adottare al fine di tutelare e incentivare la competitività economico-industriale delle società del gruppo allocate in Campania.
(2-00857) «Valeria Valente, Cinzia Maria Fontana, Roberta Agostini, Amendola, Bonavitacola, Bossa, Carloni, Chaouki, Coccia, Di Lello, Epifani, Fassina, Famiglietti, Impegno, Tino Iannuzzi, Manfredi, Palma, Paris, Giorgio Piccolo, Salvatore Piccolo, Rostan, Sgambato, Tartaglione, Vaccaro, Valiante».


Chiarimenti ed iniziative in ordine alla vicenda del declassamento relativo al debito pubblico italiano operato nel 2011-2012 da agenzie di rating, oggetto di procedimenti penali in corso presso il tribunale di Trani, nonché sulle questioni connesse con la stipula di contratti su titoli derivati da parte dello Stato – 2-00875

C)

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   i nuovi atti depositati dalla procura di Trani nell'ambito dell'inchiesta sul declassamento dell'Italia (da A a BBB+) il 13 gennaio 2012 da parte di Standard & Poor's, mettono in luce ulteriori aspetti che non possono lasciare indifferenti il Governo italiano, e, in particolare, il Ministero dell'economia e delle finanze che, fino ad ora, non si è ancora costituito parte civile nel processo in corso;
   negli ultimi giorni è emerso un nuovo forte «elemento indiziario» contro Standard & Poor's e Fitch, ovvero il pagamento, secondo la procura, di 2,6 miliardi di euro disposto «senza battere ciglio» dal Ministero dell'economia e delle finanze italiano a Morgan Stanley dopo il declassamento del rating italiano deciso «illegittimamente e dolosamente» da Standard & Poor's «al solo fine di danneggiare l'Italia». Il pagamento era previsto da una clausola del contratto di finanziamento tra il Ministero dell'economia e delle finanze e la banca d'affari americana: una clausola su cui pesa e assume particolare rilievo l'informazione che la Consob ha comunicato alla procura di Trani: Morgan Stanley è tra gli azionisti di McGraw Hill, il colosso che controlla Standard & Poor's;
   dalle carte emerge che, a partire dagli anni Novanta, ci furono contratti di finanziamento tra il Ministero dell'economia e delle finanze e le banche d'affari statunitensi, con clausole bilaterali che prevedevano che in qualsiasi momento i contratti potevano essere chiusi, e sarebbe stato liquidato l'attivo alla parte cui spettava; per motivi mai spiegati, con Morgan Stanley la clausola era unilaterale e poteva essere esercitata dalla banca al verificarsi di due condizioni: il declassamento dell'Italia e se vi fosse stata un'esposizione elevata verso il nostro Paese (se la banca cioè avesse avuto in portafoglio una quantità di titoli italiani che superasse una certa soglia);
   e fu così che nel 2012, a seguito del declassamento del debito italiano, grazie a quella clausola, Morgan Stanley (azionista di McGraw Hill, che controlla proprio Standard & Poor's) decise di chiudere il contratto e ottenne dunque dal Governo Monti, che era subentrato a novembre all'Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, ben 2,6 miliardi di euro;
   ed è qui che assumono particolare rilevanza i nuovi particolari che emergono dalle indagini integrative svolte dal pubblico ministero Michele Ruggiero dopo la conclusione dell'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio per «manipolazione del mercato» di Standard & Poor's e di Fitch e sei tra manager e analisti delle stesse agenzie di rating. Gli imputati sono accusati dalla procura di Trani di manipolazione del mercato, aggravata dalla «rilevante offensività» (perché il reato è commesso ai danni dello Stato sovrano italiano) e dalla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato;
   gli atti sono stati depositati presso il tribunale dinanzi al quale il 5 marzo 2015 riprenderà il processo al quale hanno chiesto di costituirsi parte civile le associazioni dei consumatori e partecipano come parti offese Banca d'Italia e Consob. Assente invece il Governo e il Ministero dell'economia e delle finanze;
   la mancata costituzione al processo di Palazzo Chigi e del Ministero dell'economia e delle finanze, stigmatizzata anche dallo stesso pubblico ministero di Trani (che l'ha definita «una scelta che rispetto, ma che francamente mi sorprende»), dinnanzi ad una mossa che, come definisce la stessa accusa, avrebbe provocato «una destabilizzazione dell'immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell'Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali», un deprezzamento dei titoli di Stato e un indebolimento dell'euro, suscita ben più di una perplessità;
   inoltre, la scelta del Governo si presenta alquanto dubbia anche perché sussisterebbe la possibilità, in caso di condanna delle agenzie di rating, di una rivalsa dei risparmiatori sulle casse dello Stato, che, tramite la vigilanza di Banca d'Italia e Consob, avrebbe dovuto impedire tali ipotetici atti fraudolenti, tutto ciò comportando un ulteriore danno e un esborso notevole da parte dello Stato;
   per di più non si comprende come sia possibile che l'Italia abbia pagato 2,6 miliardi di euro «senza battere ciglio» ed appare discutibile che quantomeno non ci si potesse difendere in qualche modo da questa clausola; a tal proposito, nel corso di un'audizione svolta in Commissione finanze alla Camera dei deputati nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti finanziari derivati, la dottoressa Maria Cannata, che da quindici anni è dirigente generale e capo della direzione del debito pubblico, ha avuto modo di argomentare come fosse impossibile «ribellarsi» a tale clausola: secondo la dottoressa Cannata, se il Tesoro non avesse pagato, «il danno reputazionale che ne sarebbe derivato sarebbe stato enorme con conseguenze assolutamente insostenibili», nei confronti dei mercati. La dottoressa Cannata ha altresì affermato che oggi quel tipo di clausole non esistono più, ma «ciò non vuol dire che, su singole posizioni, non ci sia qualche clausola di chiusura anticipata, ma si tratta sempre di clausole mutual ovvero esercitabili da entrambe le parti»;
   dal 2011 ad oggi, il numero di operazioni con clausole di questo tipo sarebbe stato ridotto (da 35 a 13) e solo in due casi è avvenuto l'esercizio da parte della controparte, nel giugno e nel dicembre 2014; la dottoressa Cannata non ha però specificato chi ha chiuso i due derivati e quanto è costato; né si conoscono i contenuti dei contratti di derivati dello Stato italiano ancora in essere; chi siano le controparti e per quali importi; quando siano stati stipulati e da chi; con quali clausole. Inoltre, non si ha evidenza pubblica della relazione semestrale che il Ministero dell'economia e delle finanze dovrebbe inviare alla Corte dei conti sulla gestione del debito, prevista dal decreto del Ministero del tesoro del 10 novembre 1995, che fornisca un resoconto dettagliato dell'operatività in derivati, esplicativo delle strategie e degli obiettivi perseguiti, nonché di come vi si siano inquadrate le singole operazioni realizzate;
   in ogni caso, quello dei titoli derivati stipulati dal Tesoro italiano per ridurre l'incertezza sul servizio del debito pubblico è un tema carsico di cui si discute da tempo (sono numerose le interrogazioni ed interpellanze parlamentari e le indagini conoscitive che si sono susseguite negli anni), ma la verità è ancora lontana dall'essere svelata. Ciò di cui oggi si è, a fatica, al corrente è soltanto che il totale di titoli derivati sottoscritti dallo Stato italiano ammonta a circa 160 miliardi di euro (di cui il 72 per cento sono «interest rate swap»; il 12 per cento sono «swaption»; 14 per cento sono «cross currency swap»; il 2 per cento altri titoli derivati legati ad operazioni specifiche), pari a un decimo del prodotto interno lordo del nostro Paese; che le controparti sono le stesse banche che acquistano sul mercato primario i titoli di Stato italiani; che nel 2012 il Governo Monti ha «chiuso» un contratto in essere con Morgan Stanley realizzando perdite per 2,6 miliardi di euro e che, sull'intero ammontare, si rischiano perdite superiori a 40 miliardi di euro;
   in un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera del 23 dicembre 2014 da Milena Gabanelli, si chiedeva l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta, con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, per chiarire la posizione finanziaria dell'Italia in relazione a questi pericolosi, e costosi, titoli in portafoglio. Quella stessa commissione d'inchiesta che Forza Italia chiede da tempo per chiarire le vicende, le cause e le responsabilità, anche internazionali, che nell'estate-autunno del 2011 portarono alla speculazione finanziaria sul debito sovrano del nostro Paese e alle successive dimissioni del Governo Berlusconi, l'ultimo legittimamente eletto dai cittadini;
   il tema dei derivati, infatti, è strettamente collegato a quanto avvenuto in quei mesi del 2011; il downgrade anomalo del debito pubblico dell'Italia da parte delle agenzie di rating innescò la corsa al rialzo dello spread tra i rendimenti dei titoli decennali del debito pubblico italiano e i corrispondenti titoli del debito pubblico tedesco. E la corsa a rialzo dello spread aumentò il potere contrattuale delle banche con cui lo Stato aveva in essere contratti derivati, ai fini della loro rinegoziazione, o, come è avvenuto nel 2012, proprio con il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Monti, per «chiuderli», alla cifra di 2,6 miliardi di euro;
   durante il più tecnico dei Governi (quello di Monti), in soli sei mesi si ristrutturarono contratti per 30 miliardi di euro, consolidando 8 miliardi di euro di perdite; si pagarono 2,6 miliardi di euro a Morgan Stanley (dove lavora un ex Ministro del Tesoro) e si impose una tassa sulla casa ed un'imposta di bollo a milioni d'italiani;
   downgrade e spread sono stati, infatti, utilizzati, da un lato, a livello politico, per portare alle dimissioni del Governo Berlusconi e, dall'altro, a livello finanziario, dai mercati, per speculare sui titoli del debito pubblico italiano e dalle banche, per aumentare il proprio guadagno nel rinegoziare i titoli derivati stipulati con lo Stato italiano;
   i soggetti che sono dietro tutte e tre queste operazioni sono gli stessi o sono fortissimamente collegati tra loro: nel panorama di quell'autunno del 2011 gli investitori-speculatori, che con le loro azioni concordate e concertate potevano far scendere a loro piacimento i prezzi dei titoli del debito sovrano dei Paesi e aumentare i rendimenti, erano anche gli stessi soggetti (banche, fondi di investimento e altro) che controllavano le agenzie di rating, che giudicavano la credibilità e il merito di credito degli emittenti dei titoli che loro stessi scambiavano sui mercati;
   e sono sempre gli stessi soggetti investitori (banche, fondi e altro) che sono passati all'incasso quando gli Stati, gli enti pubblici o le imprese con cui avevano sottoscritto contratti derivati, stremati dall'aumento degli spread, e quindi dei rendimenti dei titoli con il collasso dei relativi valori e il downgrade del loro rating, rischiavano di non essere solvibili;
   sono circa 20 grandi banche o fondi di investimento che giocano sui mercati finanziari internazionali, orientandone l'andamento a loro piacimento e speculando, al solo fine di ottenere ingenti guadagni. Il tutto sulla pelle degli ignari cittadini, su cui queste operazioni si ripercuotono come anello finale della catena;
   in tutto ciò, il Governo italiano, se non si costituirà parte civile nel corso del processo di Trani, nonostante il grosso danno causato all'erario e la destabilizzazione totale dell'immagine dell'Italia, rischia di ammettere implicitamente di aver fatto parte di questa macchina perversa di speculazione ai danni del nostro stesso Paese;
   nel corso del question-time alla Camera dei deputati di mercoledì 11 febbraio 2015, dinnanzi alla richiesta avanzata dal MoVimento 5 Stelle in merito ai motivi per cui lo Stato non si fosse costituito parte civile al processo di Trani, il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, onorevole Maria Elena Boschi, ha dichiarato che «nel caso specifico non si sono rilevate prove evidenti di una connessione tra l'annuncio pubblico del declassamento della Repubblica italiana e, quindi, del downgrading operato da queste società di rating a mercati aperti e l'andamento dei titoli, sia perché l'andamento dei titoli è determinato da molteplici fattori sul mercato e, quindi, non c'era una stretta evidenza, sia perché nei giorni immediatamente successivi non ci sono state collocazioni di titoli di Stato, quindi, non si è potuto verificare un impatto negativo né un particolare andamento negativo conclamato dei titoli italiani, del sistema bancario e, quindi, del debito pubblico in generale». Ebbene, sarebbe da chiarire se il Governo intende confermare questa «non-spiegazione» anche alla luce delle ulteriori rivelazioni del processo in corso;
   inoltre, dinnanzi ad un sistema in cui il rapporto tra finanziatori/banche/speculatori è appeso ad un filo sottile, e, alla luce di un sistema di incompatibilità che vede, ad esempio, per i dirigenti delle autorità indipendenti l'impossibilità di intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza, per almeno due anni dalla cessazione dell'incarico, è necessaria una riflessione in merito alla compatibilità degli alti dirigenti di un dipartimento come quello del Tesoro, con un contratto per una posizione apicale all'interno di quelle stesse banche con cui lo stesso dipartimento ha stipulato contratti;
   di seguito, infatti, alcuni esempi, con tutto il rispetto, che giustificherebbero da soli un intervento normativo in tal senso; Mario Draghi a Goldman Sachs, Domenico Siniscalco a Morgan Stanley, Vittorio Grilli a Crédit Suisse, Giuliano Amato consulente Deutsche Bank, Linda Lanzillotta a Jp Morgan: tutti dirigenti (o addirittura ex Ministri) del Tesoro per cui il passo verso il «partner» con cui erano stati stipulati accordi è stato a dir poco breve –:
   se, non solo a causa della partecipazione azionaria di Morgan Stanley nella società che controlla Standard & Poor's, ma anche, più in generale, per la straordinaria gravità delle accuse di destabilizzazione dell'immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell'Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali, nonché di deprezzamento dei titoli di Stato e di indebolimento dell'euro, il Governo e il Ministero dell'economia e delle finanze non intendano costituirsi parte civile nei processi in corso presso il tribunale di Trani;
   se il Governo non intenda garantire la piena attuazione del principio di total disclosure che deve governare tutta l'attività dell'amministrazione pubblica, ai sensi di quanto stabilito sin dal decreto legislativo n. 150 del 2009, pubblicando in versione integrale tutti i contratti derivati in essere dello Stato italiano, al fine di rendere note a tutti tutte le informazioni in merito ai seguenti aspetti: i contenuti degli stessi; chi siano le controparti e per quali importi; quando siano stati stipulati e da chi; con quali clausole;
   se il Governo non intenda intervenire, nell'ambito della propria competenza, per una revisione del sistema delle incompatibilità dei dirigenti del Tesoro, in particolare nei riguardi delle società che hanno effettuato accordi con il Ministero dell'economia e delle finanze nel corso del loro incarico.
(2-00875) «Brunetta».


Chiarimenti in merito alle modalità della recente cessione di quote azionarie di Enel e intendimenti circa l'impiego dei ricavi ottenuti – 2-00871

D)

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   in una nota, il Ministero dell'economia e delle finanze ha annunciato la cessione di 540.116.400 azioni ordinarie, una quota pari al 5,74 per cento, di Enel attraverso un accelerated bookbuild riservato ad investitori qualificati in Italia e ad investitori istituzionali esteri avvenuta nella notte tra giorno 25 e 26 febbraio 2015;
   l’accelerated bookbuild è una procedura con cui vengono cedute ad investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti. La peculiarità di tale procedura consiste, come suggerito dal nome, nella celerità delle operazioni di cessione e senza la necessità di alcuna operazione pubblicitaria, cosa che invece accade in occasione di offerte pubbliche iniziali. Per contro, l’accelerated bookbuild prevede uno sconto per gli investitori istituzionali che acquistano la quota che può variare tra l'1 ed il 5 per cento. Lo sconto è il margine di guadagno degli investitori che con il tempo cederanno una parte del pacchetto ad altri investitori mentre una parte finirà sul mercato. Proprio in ragione di tale sconto, l'accoglienza dei mercati all’accelerated bookbuild è di norma negativa. Enel, infatti, non si configura come eccezione riportando un ribasso azionario in data 26 febbraio 2015;
   in occasione della cessione di cui sopra, il Ministero dell'economia e delle finanze ha fissato un range di prezzo di vendita non inferiore ai 4 euro ad azione. Sempre nella nota, viene annunciato che il corrispettivo della vendita ammonta complessivamente a circa 2,2 miliardi di euro;
   un pool di quattro banche, BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Mediobanca, e UniCredit Corporate & Investment Banking, ha svolto il ruolo di joint bookrunner. Il Ministero dell'economia e delle finanze si è impegnato con sopraddetti istituti a non smobilizzare ulteriori quote della società energetica per un arco temporale di almeno 180 giorni, senza il consenso dei joint bookrunner stessi e salvo esenzioni come da prassi di mercato. Due ulteriori società, Equita Sim e Clifford Chance, hanno svolto per il Ministero dell'economia e delle finanze funzioni rispettivamente di advisor finanziario ed advisor legale in occasione della cessione di quote di cui sopra;
   in occasione di un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea svolta il giorno 27 novembre 2014 presso il Senato della repubblica, il Ministro interpellato ha manifestato l'intenzione del Governo di ottenere risorse dalla cessione di quote pubbliche pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo a partire dal 2015. Sempre in occasione dell'interrogazione di cui sopra, oltre ad Enel, viene citata l'intenzione di cedere quote azionarie di Poste Italiane, Ferrovie dello Stato ed Enav –:
   quale motivazione abbia spinto il Ministero dell'economia e delle finanze ad intraprendere l'operazione di cessione delle quote Enel adoperando lo strumento dell’accelerated bookbuild in considerazione dell'esistenza di altre procedure disponibili;
   se non ritenga opportuno chiarire quali provvedimenti riguarderanno l'impiego dei 2,2 miliardi di euro ottenuti dalla suddetta cessione delle quote Enel.
(2-00871) «Dorina Bianchi, Vignali, Piso».


Iniziative normative in ordine alla formazione delle classi scolastiche al fine di garantire standard adeguati di sicurezza, qualità della didattica, inclusione e integrazione – 2-00856

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   i dati ufficiali del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sull'anagrafe degli studenti per l'anno scolastico 2014/2015 hanno mostrato che, per il secondo anno consecutivo, gli studenti frequentanti i corsi di studi della scuola italiana sono aumentati in modo considerevole: rispetto all'anno precedente si tratta di 25.546 unità in più alle superiori e di 9.216 alla primaria, con un leggero calo (-785) nella scuola secondaria di primo grado. Anche nel 2013 vi fu un incremento di circa 30.000 iscritti;
   dai dati forniti dalla Ragioneria generale dello Stato si scopre che tra il 2007 e il 2012 il personale della scuola ha perso oltre 124 mila posti (-10,9 per cento): da 1.137.619 unità si è passati a poco più di un milione;
   in base al punto 5, «Misure per l'evacuazione in caso di emergenza», e, nello specifico, al punto 5.0, «Affollamento», dell'allegato al decreto ministeriale 26 agosto 1992, «Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica», il massimo affollamento ipotizzabile per un'aula scolastica è fissato 26 persone;
   il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, «Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola», ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 33, dispone:
    a) all'articolo 5, comma 2, che «le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni»;
    b) all'articolo 9, comma 2, che «le sezioni di scuola dell'infanzia sono costituite, di norma, salvo il disposto di cui all'articolo 5, commi 2 e 3, con un numero di bambini non inferiore a 18 e non superiore a 26»;
    c) all'articolo 10 che, «salvo il disposto dell'articolo 5, commi 2 e 3, le classi di scuola primaria sono di norma costituite con un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26, elevabile fino a 27 qualora residuino resti»;
    d) all'articolo 11, comma 1, che «le classi prime delle scuole secondarie di I grado e delle relative sezioni staccate sono costituite, di norma, con non meno di 18 e non più di 27 alunni, elevabili fino a 28 qualora residuino eventuali resti. Si procede alla formazione di un'unica prima classe quando il numero degli alunni iscritti non supera le 30 unità»;
    e) all'articolo 11, comma 2, che «si costituisce un numero di classi seconde e terze pari a quello delle prime e seconde di provenienza, sempreché il numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20 unità»;
    f) all'articolo, 16 comma 1, che «le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi (...)»;
    g) all'articolo 16, comma 2, che «gli eventuali resti della costituzione di classi con 27 alunni sono distribuiti tra le classi dello stesso istituto, sede coordinata e sezione staccata o aggregata, qualora non sia possibile trasferire in istituti viciniori dello stesso ordine e tipo le domande eccedenti, e senza superare, comunque, il numero di 30 studenti per classe» e che «si costituisce una sola classe quando le iscrizioni non superano le 30 unità»;
    h) all'articolo 17, comma 1, che «le classi intermedie sono costituite in numero pari a quello delle classi di provenienza degli alunni, purché siano formate con un numero medio di alunni non inferiore a 22»;
   la precedente normativa vigente in materia, modificata dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, di cui sopra, era rappresentata dal decreto ministeriale 24 luglio 1998, n. 331, «Disposizioni concernenti la riorganizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi e la determinazione degli organici del personale della scuola», specificamente e rispettivamente: articolo 10, commi 1 e 2; articolo 14, commi 1 e 2; articolo 15, comma 1; articolo 16, commi 1 e 2; articolo 18, comma 1; articolo 19, comma 1; le disposizioni attualmente vigenti hanno modificato radicalmente i criteri di formazione e numerosità delle classi, comprese quelle in cui sono iscritti alunni con disabilità, innalzando sensibilmente il rapporto alunni/classe in base ad una logica finalizzata al risparmio che ha regolato la politica scolastica italiana negli ultimi 20 anni;
   il tribunale amministrativo regionale per la Sicilia (sezione terza), con sentenza n. 02250/2014, in merito al ricorso registro n. 00401/2014 presentato da genitori e studenti, ha sdoppiato, nel corso dell'anno scolastico, una classe quarta di un liceo palermitano formata da 24 alunni, di cui 4 con disabilità, derivante dalla fusione di due classi più piccole entrambe con alunni con disabilità, perché composta da un eccessivo numero di studenti. Secondo il Tar l'eccessivo numero di alunni oltre a compromettere la sicurezza degli stessi, va ad incidere negativamente sulla qualità della didattica e non permette la piena inclusione dei disabili. La sentenza mette in discussione i criteri con cui vengono formate le classi imponendo, per la prima volta con una sentenza al riguardo, il rispetto del tetto massimo di 20 alunni nelle classi successive alla prima, come affermato dall'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81. La decisione del Tar Sicilia è stata motivata in questo modo: «(...) la circostanza che il regolamento di che trattasi contempli l'ipotesi della presenza di disabili unicamente per le prime classi e non anche per quelle intermedie impone un'interpretazione dello stesso dato normativo in linea con le esigenze di inclusione dell'alunno disabile così come tracciate dalla legislazione interna di riferimento e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [articolo 24, “Educazione”, commi 1, 2, 3, 4 e 5. Orbene, una lettura improntata a parametri di logicità impone di ritenere che il limite dei venti alunni previsto per le “classi iniziali” debba considerarsi valido per tutte le classi. (...) È indubbio che (...) l'allocazione in una classe con un numero di alunni di gran lunga inferiore avrebbe certamente garantito per tutti un servizio quantomeno migliore oltre che in linea con le previsioni normative»;
   in riferimento ai dati e alla normativa descritti in premessa, quella delle cosiddette «classi pollaio» è un'emergenza quanto mai attuale, pronta a minare la qualità della formazione e dell'educazione offerte agli alunni del nostro Paese, specie se affetti da disabilità –:
   se, alla luce delle riflessioni scaturite dalla sentenza del tribunale amministrativo regionale per la Sicilia (sezione terza), alcuni estratti della quale sono stati descritti in premessa, si ritenga necessaria un'iniziativa normativa atta a rimodulare oltre che a chiarire le disposizioni in materia di formazione e numerosità delle classi scolastiche relative, in particolare, agli articoli 5, 9, 10, 11, 16 e 17 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, descritti in premessa, al fine di garantire a tutti gli alunni degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado standard adeguati di sicurezza, qualità della didattica e del rapporto docente/studente, inclusione e integrazione, specie per gli alunni con difficoltà, anche mediante un ritorno alla precedente legislazione, rappresentata dal decreto ministeriale 24 luglio 1998, n. 331, in particolare per quanto disposto agli articoli: 10, commi 1 e 2; 14, commi 1 e 2; 15, comma 1; 16, commi 1 e 2; 18, comma 1; 19, comma 1.
(2-00856) «Luigi Gallo, Marzana, Vacca, Simone Valente, Alberti, Di Benedetto, Brescia, Baroni, Basilio, Paolo Bernini, Brugnerotto, Cancelleri, Cariello, Caso, Castelli, Cecconi, Colonnese, Corda, Del Grosso, Di Battista, Manlio Di Stefano, Di Vita, D'Incà, Frusone, Silvia Giordano, Grande, Grillo, Lorefice, Mantero, Pesco, Ruocco, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Villarosa».


Chiarimenti in merito alla vicenda di presunte false sponsorizzazioni di progetti di ricerca presso l'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, nonché in merito ai criteri di nomina dei relativi vertici – 2-00862

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, uno dei centri dove ricerca e pratica clinica si fondono sui crinali dell'eccellenza, uscivano, sotto forma di anticipi di cassa, centinaia di migliaia di euro che negli anni sono diventati milioni, aprendo una voragine nei bilanci;
   sull'intera vicenda indaga ora per truffa la procura di Pisa dopo l'esposto dell'attuale direttore dell'Istituto Giorgio Iervasi che, insediatosi nel 2014, e a confermare il meccanismo è il personaggio chiave dell'inchiesta, responsabile dell'ufficio progetti che, si è appreso nei giorni successivi, è persona con problemi psichiatrici, in cura da anni e sottoposto di recente a trattamento sanitario obbligatorio al dipartimento di salute mentale, dimesso ai primi di febbraio 2015;
   dalle cronache di stampa si apprende che tale personaggio sia entrato al Consiglio nazionale delle ricerche nel 2007 come custode, poi partecipando a un bando interno che prevedeva il possesso di una laurea presentando un titolo di studio falso, iniziando da quel momento una brillante carriera che lo porta a diventare in due anni responsabile dell'ufficio progetti;
   lo stesso nello spiegare le proprie azioni dichiarava che: «Veniva da me un ricercatore, proponendomi un progetto per il quale era possibile individuare uno sponsor. Io istruivo la pratica chiedendo l'anticipo di cassa e, dopo il vaglio della segreteria amministrativa, arrivavano i soldi. Ma presto – spiega – mi sono reso conto che di fatto non c'era nessun tipo di controllo né in fase iniziale, né durante lo svolgimento del progetto, né a consuntivo. E dunque ho iniziato io stesso a proporre sponsor inesistenti e a dare corso direttamente alle richieste di finanziamento scrivendo «urgente» sulle pratiche. E i soldi arrivavano regolarmente anche se poi l'Istituto non riusciva mai a rientrare degli anticipi versati per garantire la copertura finanziaria alle ricerche proposte;
   per gli anni tra il 2011 ed il 2014 l'attuale direzione ha rilevato una differenza di cassa di circa 10 milioni di euro –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della situazione e se non intenda verificare le eventuali responsabilità, a cominciare dalla necessità di chiarire come sia stato possibile che una persona con questo quadro clinico sia arrivata a ricoprire ruoli di vertice e a possedere una così ampia autonomia decisionale in un istituto che è punta di diamante della ricerca pubblica nazionale.
(2-00862) «Fedriga, Rondini».