Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 11 dicembre 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 dicembre 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Mariastella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Brandolin, Bratti, Bressa, Brunetta, Busto, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catalano, Catania, Cecconi, Censore, Cicchitto, Cirielli, Colonnese, Costa, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Orco, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Galati, Garavini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Mariani, Martella, Antonio Martino, Merlo, Meta, Morassut, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Polverini, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rostan, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Segoni, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu, Velo, Vignali, Vignaroli, Vito, Zanetti, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 10 dicembre 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   DANIELE FARINA ed altri: «Introduzione dell'articolo 608-bis del codice penale e altre disposizioni concernenti il reato di tortura» (2769);
   COLLETTI ed altri: «Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali. Modifiche alla disciplina in materia di astensione e ricusazione dei giudici» (2770).
  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   VI Commissione (Finanze):
  VIGNALI: «Modifiche al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, concernenti il risarcimento del danno e l'esercizio dell'attività di perito assicurativo nell'ambito della disciplina dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso i terzi derivante dalla circolazione di veicoli e natanti» (2733) Parere delle Commissioni I, II, V, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   VIII Commissione (Ambiente):
  NASTRI: «Istituzione di un fondo di garanzia per il sostegno del mercato immobiliare» (2713) Parere delle Commissioni I, V, VI, X e XIV.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 9 dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), per gli esercizi dal 2010 al 2012. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 208).
  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 10 dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera g), della legge 22 dicembre 1990, n. 401, la relazione sull'attività svolta per la riforma degli Istituti italiani di cultura e gli interventi per la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero, riferita all'anno 2013 (Doc. LXXX, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla VII Commissione (Cultura).

Comunicazione dell'avvio di procedure d'infrazione.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 1o dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la comunicazione concernente l'avvio, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, della procedura d'infrazione n. 2014/0515, notificata in data 25 novembre 2014, concernente il mancato recepimento della direttiva 2019/13/CE del Consiglio del 16 febbraio 2009 recante attuazione dell'accordo concluso dall'Associazione armatori della Comunità europea (ECSA) e della federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) sulla convenzione sul lavoro marittimo del 2006 e che modifica la direttiva 1999/63/CE, che è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

  Il Presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, con lettera in data 5 dicembre 2014, ha trasmesso un voto, approvato dal medesimo consiglio il 20 novembre 2014, volto a chiedere la tempestiva approvazione dei progetti di legge recanti disciplina delle unioni civili.
  Questo documento è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

PROPOSTA DI LEGGE: CAPEZZONE: RIFORMA DELLA DISCIPLINA DELLE TASSE AUTOMOBILISTICHE E ALTRE DISPOSIZIONI CONCERNENTI L'IMPOSIZIONE TRIBUTARIA SUI VEICOLI (A.C. 2397-A)

A.C. 2397-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: BRESSA; FRACCARO ED ALTRI; CIVATI ED ALTRI; TINAGLI ED ALTRI; DADONE ED ALTRI; SCOTTO ED ALTRI: DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONFLITTI DI INTERESSI DEI TITOLARI DELLE CARICHE DI GOVERNO. DELEGA AL GOVERNO PER L'ADEGUAMENTO DELLA DISCIPLINA RELATIVA AI TITOLARI DELLE CARICHE DI GOVERNO LOCALI (A.C. 275-1059-1832-1969-2339-2652-A)

A.C. 275-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

  Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE CONTRARIO

Conseguentemente, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sopprimere gli articoli da 1 a 16.

  Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti e sugli articoli aggiuntivi contenuti nel fascicolo n. 3, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura ovvero non idonei ad eliminare gli effetti finanziari negativi derivanti dal provvedimento.

RELAZIONE SUL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA DELL'UNIONE EUROPEA E SULLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ MAFIOSA SU BASE EUROPEA ED EXTRAEUROPEA, APPROVATA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE (DOC. XXIII, N. 2)

Doc. XXIII, n. 2 – Risoluzione

RISOLUZIONE

  La Camera,
   premesso che:
    l'azione della criminalità organizzata, sia di stampo mafioso che comune continua a rappresentare una delle minacce più serie per l'Italia e, più in generale, per l'intero continente europeo, incidendo allo stesso tempo sulla sicurezza dei cittadini, sull'economia e sulla politica;
    secondo i dati forniti da Europol nella relazione SOCTA (Serious and Organized Crime Threat Assessment) del marzo 2013, nel territorio dell'Unione europea risultano operanti circa 3.600 gruppi criminali per i quali si registra una sempre più marcata tendenza alla cooperazione e all'integrazione tra soggetti di diversa nazionalità, comportando con ciò un aumento di gruppi eterogenei non più definibili unicamente in ragione della nazionalità e dell'etnia degli associati;
    nel corso degli anni, la dimensione transnazionale di alcuni fenomeni criminali particolarmente gravi, come il traffico di droga, la tratta di esseri umani ed il riciclaggio di denaro, ha influenzato, in modo decisivo, lo sviluppo esponenziale delle grandi organizzazioni criminali, caratterizzate da una crescente capacità di penetrare il tessuto socio economico e da modelli operativi altamente specializzati e professionali;
    risulta peraltro sempre più complesso sviluppare un'efficace attività di contrasto in relazione alle ingenti risorse finanziarie di tali organizzazioni, ai mezzi tecnologicamente avanzati ed alle risorse umane specializzate di cui dispongono, nonché al processo di globalizzazione nell'ambito del quale trovano l’humus ideale per muoversi con estrema disinvoltura e portare a compimento i rispettivi disegni criminali;
    l'utilizzo diffuso di raffinate tecnologie per fini illeciti e l'accesso al mercato globale tramite Internet, con l'assiduo ricorso alle conversazioni VOIP in alternativa alle comunicazioni telefoniche tradizionali, rappresentano, inoltre, una vera e propria rivoluzione nei modelli di comunicazione, assicurando celerità al reciproco flusso informativo;
    di fronte ad uno scenario così articolato, ove metodologie ed approcci tradizionali d'indagine sono insufficienti ad individuare le vulnerabilità di queste organizzazioni, appare necessario attuare una strategia internazionale di contrasto in direzione di obiettivi condivisi;
    la globalizzazione economica, l'evoluzione anche culturale degli appartenenti alla criminalità organizzata, l'accresciuta possibilità di movimento delle persone, l'internazionalizzazione degli investimenti e l'accrescimento delle loro dinamiche attraverso strumenti sempre più evoluti richiedono un cambio di passo nelle attività di contrasto che non può che consistere nella contrapposizione alla criminalità organizzata di una legalità organizzata a livello nazionale e di Unione europea;
    i settori sui quali si ritiene necessario puntare l'attenzione sono, in particolare:
     quello conoscitivo, atteso che per combattere un fenomeno bisogna, innanzitutto, conoscerlo e studiarlo e che per il raggiungimento di tale obiettivo sono fondamentali l'interscambio e la condivisione delle informazioni realizzabile sia sotto l'aspetto dell'accrescimento della fiducia reciproca tra i vari operatori anche appartenenti a Stati od a istituzioni differenti, sia attraverso idonei strumenti tecnici ed informatici (banche dati);
      quello operativo, realizzabile attraverso un reale coordinamento delle attività investigative e giudiziarie, mediante la creazione di punti di contatto sicuri, di protocolli di azione condivisi e di centri decisionali riconosciuti;
     quello strettamente normativo, realizzabile attraverso una sempre maggiore condivisione delle regole e una progressiva riduzione dei gap normativi tra i vari Stati, nelle cui maglie possono aprirsi varchi di azione per la criminalità organizzata;
    risulta fondamentale l'adozione delle necessarie misure ed iniziative finalizzate a far comprendere agli Stati membri dell'Unione e, segnatamente quelli apparentemente meno permeati dalla presenza di gruppi criminali dei quali scoprono l'esistenza solo in occasione di azioni eclatanti, che la minaccia proveniente dalla azione della criminalità organizzata è di natura transnazionale e non certo esclusivamente presente in alcuni Stati se non, addirittura, in alcune specifiche aree del loro territorio;
    il Parlamento europeo, con decisione del 14 marzo 2012, ha deliberato la costituzione di una commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM) e che il mandato della predetta commissione è terminato il 30 settembre 2013;
    il Parlamento europeo nella sua risoluzione del 23 ottobre 2013 ha fatto proprie le proposte formulate dalla Commissione speciale (CRIM) in merito ad azioni ed iniziative che devono essere poste in essere dalle istituzioni dell'Unione e dai singoli Stati membri per far fronte al fenomeno;
    il Parlamento europeo, tra le varie misure indicate nella citata risoluzione, ha chiesto in particolare alle competenti istituzioni dell'Unione di lanciare un «piano d'azione europeo contro la criminalità organizzata e i sistemi criminali» e a tutti gli Stati membri di recepire tempestivamente tutti gli strumenti normativi europei ed internazionali in vigore sulla materia;
    nonostante i progressi raggiunti a livello di Unione negli ultimi anni nel contrasto alla criminalità organizzata, è necessario ora imprimere un rinnovato impulso all'azione delle istituzioni dell'Unione in modo da affrontare adeguatamente le difficoltà che ostano ad una ancora più efficace collaborazione dei Stati membri nello specifico settore, così da rafforzare la piattaforma comune di sicurezza e di ordine pubblico senza la quale non è possibile attuare in sicurezza le necessarie politiche di crescita economica dell'Italia e degli altri Stati membri dell'Unione;
    uno dei pericoli maggiori nel contrasto alle mafie, come confermato da Europol nel 2013, è costituito dalla potenziale sottovalutazione del fenomeno, della sua complessità, delle straordinarie abilità organizzative dei criminali, della loro capacità di adattarsi ai vari ambiti territoriali e sociali, rinunziando talvolta al «controllo militare» del territorio e scegliendo, invece, una strategia di «sommersione» finalizzata alla realizzazione di immensi profitti rimanendo invisibili;
    la realizzazione di tali profitti e l'inserimento di ingenti capitali derivanti dalle attività criminali nel circuito dell'economia legale costituisce impedimento allo sviluppo e ostacolo ad una reale crescita economica del Paese, e in particolare delle regioni di tradizionale insediamento delle organizzazioni criminali;
    una strategia efficace di lotta al fenomeno mafioso su scala nazionale e internazionale non può prescindere dalla neutralizzazione dei patrimoni ovunque acquisiti e dislocati e dall'individuazione degli schemi internazionali di riciclaggio, considerato che le organizzazioni criminali di tale tipo operanti nel territorio dell'Unione sono attrezzate nello sfruttare a proprio vantaggio la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali nell'Unione europea nonché le differenze esistenti nella legislazione e nelle tradizioni giuridiche degli Stati membri; è necessario, pertanto, rendere più efficace la lotta al riciclaggio di capitali cui osta l'assenza nell'Unione di adeguate forme di armonizzazione della fattispecie penale, inclusa la condotta di autoriciclaggio, e la non sufficiente valorizzazione delle potenzialità degli uffici degli Stati membri per il recupero dei beni nel settore del reperimento e dell'identificazione dei proventi di reato o altri beni connessi (ARO), spesso non dotati di adeguati poteri e risorse per svolgere efficacemente le proprie funzioni;
    il nostro Paese è chiamato a rivestire un ruolo di primo piano nel panorama internazionale di contrasto alla criminalità organizzata, perché, se da un lato il Paese è stato, ed è ancora, tragicamente inciso dalla presenza di agguerriti e pericolosissimi gruppi criminali, nazionali e non, dall'altro si pone tra i Paesi che hanno sviluppato avanzate metodologie di prevenzione e contrasto e che dispongono di specifiche normative efficaci ed evolute;
    con l'assunzione della Presidenza del semestre europeo, al nostro Paese è offerta una straordinaria occasione per farsi promotore di riforme – parte delle quali sono già in cantiere – sul piano della cooperazione giudiziaria e di polizia a livello internazionale nel settore del contrasto alla criminalità organizzata ed a tutte le altre forme di criminalità diffusa che rappresentano un ostacolo al libero sviluppo delle attività economiche ed umane e, più in generale, mettono a rischio la sicurezza e la libertà delle persone all'interno degli Stati membri dell'Unione;
    l'Italia è chiamata a rivestire, in particolare, un ruolo di primo piano nel settore del contrasto alla criminalità organizzata, dove hanno operato ed operano persone di ogni età, sesso, professione e condizione sociale che, talvolta sacrificando o mettendo a rischio la loro vita, ma con professionalità, coraggio e tenacia, combattono ogni giorno contro la criminalità;
    spetta alle istituzioni nazionali ed europee non deludere queste aspettative e contribuire con azioni concrete ad approntare quegli strumenti normativi ed organizzativi che consentiranno di raggiungere risultati sempre migliori nella lotta alla criminalità;
    considerato che la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha formulato proposte sul semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea. In particolare, sul piano europeo:
     1. valorizzare ulteriormente le potenzialità offerte dalla rete europea degli Uffici per il recupero dei beni (Asset Recovery Offices – ARO), cioè delle unità, costituite o identificate negli Stati membri, per lo scambio di informazioni nell'azione di contrasto ai patrimoni illeciti. In particolare gli ARO hanno come compito: la cooperazione tra uffici per l'esecuzione di provvedimenti di congelamento, sequestro o confisca dei proventi di reato, e degli altri beni comunque connessi al reato, promananti dall'autorità giudiziaria nel corso di un procedimento penale o, per quanto possibile nel rispetto del diritto nazionale dello Stato membro interessato, di un procedimento civile; lo scambio di informazioni su richiesta per il reperimento, l'identificazione e la localizzazione dei proventi di reato o degli altri beni a questo connessi; lo scambio di informazioni in modo spontaneo per il reperimento, l'identificazione e la localizzazione dei proventi di reato o degli altri beni a questo connessi; lo scambio delle migliori pratiche sia su richiesta che spontaneamente. Per questo fine gli stessi devono trovare una sempre più efficace collocazione nella normativa e nella prassi del contrasto alle mafie nel contesto europeo;
     2. implementare nell'ambito della lotta al narcotraffico a livello internazionale e transcontinentale le attività del Maritime Analysis and Operations Centre – Narcotics (MAOC-N) anche allargandolo agli Stati membri dell'Unione che ancora non ne fanno parte. Si tratta di una piattaforma dinamico-operativa, avente sede a Lisbona, che coinvolge anche gli Stati Uniti e le Nazioni Unite ed in cooperazione con i vicini Paesi dell'Africa occidentale. In sette anni di attività il Centro, soprattutto grazie ad un modello di lavoro innovativo e trasparente, ha coordinato l'interdizione di oltre 80 navi ed il sequestro di oltre 80 tonnellate di cocaina e 50 tonnellate di cannabis;
     3. procedere celermente alla costituzione della Procura europea. Si tratta di un ufficio che, sulla base di una proposta legislativa già presentata in ambito europeo, dovrebbe avere una struttura snella composta da un procuratore europeo e quattro vice facenti parte di un ufficio centrale, che si dovrebbe comporre anche di un certo numero di personale investigativo e giudiziario. Lo stesso dovrà collaborare con Eurojusted OLAF (vi sarà anche la partecipazione di tale ufficio alla composizione della procura, con una parte del proprio personale investigativo che dovrebbe comporre la maggior parte dell'ufficio centrale). In ogni Stato membro, poi, dovrebbero operare procuratori europei delegati, procuratori nazionali che continueranno ad essere inquadrati amministrativamente nel sistema nazionale, ma apparterranno funzionalmente alla procura europea quando saranno chiamati a trattare fascicoli rientranti nella competenza della stessa. In tal caso essi dipenderanno gerarchicamente dal procuratore europeo;
     4. rendere omogenea a livello europeo la disciplina sulla responsabilità delle persone giuridiche (società, trust, enti, fondazioni, ecc.). Già nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata transnazionale, firmata a Palermo nel 2000, si impone agli Stati firmatari di introdurre nei propri ordinamenti forme di responsabilità diretta delle persone giuridiche, liberamente qualificabile come penale, civile o amministrativa, nei casi in cui le persone giuridiche «partecipino a reati gravi che coinvolgono un gruppo criminale organizzato» e ove siano commessi i reati di partecipazione ad un gruppo penale organizzato, riciclaggio, corruzione, intralcio alla giustizia; il Consiglio europeo nel 2008 ha adottato una decisione quadro in materia (in questo settore l'Italia ha anticipato tale iniziativa approvando norme ad hoc già nel 2001) ma molti Stati membri dell'Unione non si sono ancora dotati di strumenti normativi in tale settore, rendendo così meno efficaci le indagini e gli eventuali provvedimenti di sequestro e confisca;
     5. implementare e sostenere finanziariamente la rete operativa antimafia – @ON (Antimafia Operational Network), un'iniziativa promossa dalla Direzione investigativa antimafia che consentirà di sviluppare, in ambito europeo, lo scambio d'informazioni sulle connotazioni strutturali delle mafie presenti nei rispettivi territori, sulle proiezioni criminali e finanziarie, sulla localizzazione dei patrimoni e sui tentativi d'infiltrazione negli appalti pubblici, anche al fine di agevolare la messa a punto di un piano d'azione comune più rispondente alla minaccia rappresentata dalle organizzazioni criminali transnazionali;
     6. stimolare la Commissione europea affinché avvii i passi necessari per l'elaborazione di una proposta legislativa che, superando le criticità emerse dall'applicazione della decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio del 24 ottobre 2008, stabilisca una definizione comune di criminalità organizzata, tenendo conto altresì della presenza nel territorio di molti Stati membri di particolari forme di criminalità, come quella mafiosa, particolarmente strutturata ed avente spiccato carattere transnazionale ed imprenditoriale;
     7. auspicare la ricostituzione della Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM) in seno al Parlamento europeo. Inoltre, al fine di rafforzare la cooperazione tra i Parlamenti degli Stati membri sulla condivisione di esperienze normative e di inchiesta parlamentare sui fenomeni di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, si propone di avviare i contatti necessari per mettere in rete le commissioni degli organismi parlamentari degli Stati membri dell'Unione aventi funzioni analoghe alla Commissione antimafia italiana;
     8. avviare a soluzione i molti problemi legati alle intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali in ambito europeo attraverso l'approvazione della proposta di direttiva sull'ordine europeo di indagine (OEI) che permetterebbe uno snellimento delle procedure di assistenza giudiziaria ed accrescerebbe le potenzialità investigative in settori come quello del contrasto alla criminalità organizzata nei quali la tempestività di intervento è fondamentale;
     9. dare seguito alle due risoluzioni del Parlamento Europeo del 25 ottobre 2011 e del 23 ottobre 2013 che, per dare concreta attuazione a un vero e proprio «piano europeo antimafia», nel solco dell'esperienza italiana prevedevano, oltre alla confisca allargata anche su patrimoni intestati a prestanome, anche la confisca in assenza di condanna penale, completando così il quadro delineato dalla Direttiva Europea 2014/42/UE del 3 aprile 2014, nella quale la confisca è rigidamente collegata alla condanna penale, anche se pronunciata in contumacia. Appare auspicabile l'emanazione di un'ulteriore direttiva che preveda la confisca in assenza di condanna penale e garantisca il pieno riconoscimento della procedura italiana di prevenzione patrimoniale antimafia e degli altri meccanismi di confisca similari ove presenti negli altri Stati membri;
     10. prevedere l'adozione a livello europeo di misure armonizzate, o comunque concertate, al fine di evitare la penetrazione o l'infiltrazione della criminalità organizzata nei settori economici a rischio più elevato; in particolare, appare improcrastinabile l'adozione di misure condivise per rafforzare il vigente quadro giuridico dell'Unione nel settore del gioco d'azzardo a distanza, in particolare delle scommesse telematiche, dei video-poker e dei casinò on line, al fine di assicurare che siano previsti i necessari requisiti di onorabilità e di professionalità per tutti gli operatori della filiera del gioco, assicurare lo scambio di informazioni e di intelligence sulle ipotesi di violazione, individuare comportamenti anomali o sospetti, consentire la piena tracciabilità delle operazioni e l'identificazione dei soggetti che partecipano ai giochi a distanza al di sopra di una soglia stabilita;
     11. stimolare la Commissione a presentare rapidamente, e comunque prima dell'emanazione della nuova direttiva antiriciclaggio (cd. «quarta direttiva»), una proposta di armonizzazione del diritto penale in materia di riciclaggio, in virtù di quanto previsto dall'articolo 83 del Trattato sulla predisposizione di norme minime comuni sui cd. «euro-crimini», e a fornire in essa una definizione della fattispecie di autoriciclaggio, condivisa dagli Stati membri e tale da non consentire che nell'Unione siano concesse aree di impunità per gli appartenenti alle organizzazioni criminali, ivi comprese quelle mafiose, che concorrano nel reato presupposto e non traggano vantaggio dalle difformità esistenti dalle legislazioni nazionali;
    e, inoltre, sul piano nazionale:
     12. procedere alla concreta attuazione della normativa sulle squadre investigative comuni, per la quale l'Italia rispetto ad altri Paesi europei si pone in notevole ritardo nel necessario recepimento; tale meccanismo di cooperazione prevede che per la condurre indagini penali che esigono un'azione coordinata e concertata negli Stati membri, due o più Stati membri possono costituire una di tali squadre attraverso la conclusione di un accordo comune che ne definisce le modalità di azione;
     13. assumere le iniziative legislative del caso per rendere operativa in Italia la decisione quadro 2003/577/GAI del Consiglio del 22 luglio 2003 relativa all'esecuzione nell'Unione europea dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio; la stessa rappresenta un ulteriore strumento fondamentale per il compimento di rapide attività di contrasto alla criminalità all'interno dell'Unione europea. Implementando con gli idonei strumenti normativi tale decisione quadro verrebbe automaticamente impedita ogni operazione volta a distruggere, trasformare, spostare, trasferire o alienare beni che potrebbero essere oggetto di confisca o costituire una prova;
     14. promuovere la celere implementazione della direttiva 2014/42/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali dei proventi da reato nell'Unione europea;
     15. assumere le iniziative legislative del caso per rendere operativo il principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca di cui alla decisione quadro del 2006 sopra menzionata che l'Italia non ha ancora implementato. Con tale strumento verrebbe agevolata l'esecuzione immediata delle decisioni di confisca per i proventi di reato, stabilendo procedure semplificate;
    rilevata l'esigenza che la presente risoluzione sia trasmessa al Parlamento europeo, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico, fa propria la Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sul semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea, ed impegna il Governo, per quanto di propria competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati nella citata Relazione.
6-00099. Bindi, Garavini, Fava, Scopelliti, D'Uva, Dadone, Di Lello.