Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 19 novembre 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 19 novembre 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amendola, Amici, Baldelli, Bellanova, Bindi, Blazina, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Capezzone, Casero, Castiglione, Cecconi, Cicchitto, Cirielli, Colonnese, Cominelli, Costa, Dambruoso, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Battista, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Merlo, Orlando, Palazzotto, Pes, Pisicchio, Pistelli, Polidori, Portas, Quartapelle Procopio, Rabino, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Tofalo, Velo, Vignali, Vignaroli, Villecco Calipari, Vitelli, Vito, Zanetti, Zaratti, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 17 novembre 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MINARDO: «Modifica all'articolo 26 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente l'esclusione dei redditi derivanti da contratti di locazione di immobili ad uso non abitativo non percepiti dalla base imponibile del locatore» (2725);
   DA VILLA ed altri: «Disposizioni per la disciplina e la promozione del commercio equo e solidale» (2726).

  In data 18 novembre 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PISICCHIO: «Modifica all'articolo 612-bis del codice penale, in materia di perseguibilità d'ufficio del delitto di atti persecutori» (2728);
   CAPEZZONE: «Proroga del termine per l'esercizio della delega legislativa di cui alla legge 11 marzo 2014, n. 23, in materia di delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita» (2729).
  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 18 novembre 2014 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'interno:
  «Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica» (2727).
  Sarà stampato e distribuito.

Annunzio di una proposta di inchiesta parlamentare.

  In data 17 novembre 2014 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:
   ZARATTI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte di persone in condizione di privazione o limitazione della libertà personale» (Doc. XXII, n. 36).

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge MARZANO ed altri: «Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile e per la promozione dell'inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche» (1745) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Capone.

  La proposta di legge DE LORENZIS ed altri: «Modifiche agli articoli 2 e 210 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, concernenti l'efficacia della copertura assicurativa nei casi di utilizzo del velocipede» (1922) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gullo.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sotto indicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  VERINI ed altri: «Modifica all'articolo 1 della legge 3 agosto 2004, n. 206, concernente l'estensione dei benefici previsti per le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice in favore delle vittime della violenza politica» (2672) Parere delle Commissioni II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII.
   VI Commissione (Finanze):
  PAGLIA: «Norme per la definizione agevolata di omessi o tardivi versamenti di imposte e contributi» (2631) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).
   IX Commissione (Trasporti):
  BOCCADUTRI ed altri: «Disposizioni per la diffusione dell'accesso alla rete internet mediante connessioni senza fili» (2528) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   XII Commissione (Affari sociali):

  LENZI ed altri: «Disposizioni concernenti la donazione di medicinali non utilizzati e la loro utilizzazione e distribuzione da parte di organizzazioni non lucrative di utilità sociale e modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali non utilizzati o scaduti» (1716) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Ritiro di una petizione.

  Il signor Gaetano Cortese, con lettera in data 4 novembre 2014, ha comunicato di ritirare la petizione n. 252, che è pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Sentenza n. 243 del 22-28 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 372), con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 445-bis, settimo comma, del codice di procedura civile, introdotto dall'articolo 27, comma 1, lettera f), della legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2012), sollevata – in riferimento agli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione – dal Tribunale ordinario di Roma, in composizione monocratica e in funzione di giudice del lavoro;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale:
     a) dell'articolo 445-bis, del codice di procedura civile, in toto, nonché dell'articolo 10, comma 6-bis, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 2 dicembre 2005, n. 248 – comma aggiunto dall'articolo 20, comma 5-bis, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 3 agosto 2009, n. 102, e poi modificato dall'articolo 38, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111, in riferimento agli articoli 3, 24, 38 e 111 della Costituzione;
     b) dell'articolo 445-bis, del codice di procedura civile, in toto, in riferimento agli articoli 3 e 111 della Costituzione;
     c) dell'articolo 445-bis, quarto, quinto e sesto comma, del codice di procedura civile, in riferimento agli articoli 3, 24 e 38 della Costituzione: questioni sollevate dal Tribunale ordinario di Roma, in composizione monocratica e in funzione di giudice del lavoro:
  alla II Commissione (Giustizia);
   Sentenza n. 244 del 22-28 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 373), con la quale:
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, commi 98 e 99, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2013), sollevata, in riferimento agli articoli 3, 24, 35, secondo comma, 36, primo comma, 101, 102, 104 e 113 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Reggio Emilia:
  alla XI Commissione (Lavoro);
   Sentenza n. 248 del 22-31 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 374), con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 200, comma 1, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa), in combinato disposto con gli articoli 42 e 44 dello stesso regio decreto, sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Pisa:
  alla II Commissione (Giustizia);
   Sentenza n. 250 del 3-7 novembre 2014 (Doc. VII, n. 376), con la quale:
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 6-ter, comma 1, del decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79 (Misure urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini, per assicurare la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e di altre strutture dell'Amministrazione dell'interno, nonché in materia di Fondo nazionale per il Servizio civile), aggiunto dall'articolo 1, comma 1, della legge di conversione 7 agosto 2012, n. 131 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79, recante misure urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini, per assicurare la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e di altre strutture dell'Amministrazione dell'interno, nonché in materia di Fondo nazionale per il Servizio civile. Differimento di termine per l'esercizio di delega legislativa), sollevata, in riferimento agli articoli 3, primo comma, 24 e 113, primo e secondo comma, della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Lazio:
  alla VIII Commissione (Ambiente);
   Sentenza n. 251 del 3-7 novembre 2014 (Doc. VII, n. 377), con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 11-nonies, commi 1, lettere a) e b), e 2, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 2 dicembre 2005, n. 24, sollevata in riferimento agli articoli 3 e 41 della Costituzione, dal Consiglio di Stato;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articoli 11-nonies, commi 1, lettere a) e b), e 2, del decreto-legge n. 203 del 2005, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 248 del 2005, sollevata in riferimento all'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, dal Consiglio di Stato:
  alla IX Commissione (Trasporti);
   Sentenza n. 256 del 3-13 novembre 2014 (Doc. VII, n. 380), con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, commi 82 e 83, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2013), promosse dalla Provincia autonoma di Bolzano, in riferimento agli articoli 117, 118, 119 e 120 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione e all'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione);
    agli articoli 8, n. 1), 9, n. 10), 16, 75, 75-bis, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 103, 104 e 107 dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige (decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, recante «Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige»);
    al decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 1973, n. 115 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di trasferimento alle province autonome di Trento e di Bolzano dei beni demaniali e patrimoniali dello Stato e della Regione);
    al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 474 (Disposizioni di attuazione dello Statuto per la regione Trentino-Alto Adige in materia di igiene e sanità);
    al decreto del Presidente della Repubblica 26 gennaio 1980, n. 197 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti integrazioni alle norme di attuazione in materia di igiene e sanità approvate con decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 474);
    all'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 19 novembre 1987, n. 526 (Estensione alla regione Trentino-Alto Adige ed alle province autonome di Trento e Bolzano delle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616);
    agli articoli 2 e 4 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento);
    agli articoli 9, 10, 10-bis, 17, 18 e 19 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale):
  alla XII Commissione (Affari sociali).
  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
    con lettera in data 7 novembre 2014, Sentenza n. 249 del 3-7 novembre 2014 (Doc. VII, n. 375), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 38 della legge della Regione Abruzzo 18 dicembre 2013, n. 55 (Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Abruzzo derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Attuazione della direttiva 2009/128/CE e della direttiva 2007/60/CE e disposizioni per l'attuazione del principio della tutela della concorrenza, Aeroporto d'Abruzzo, e Disposizioni per l'organizzazione diretta di eventi e la concessione di contributi – Legge europea regionale 2013);
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della Regione Abruzzo 27 marzo 2014, n. 14, recante «Modifiche alla legge regionale 13 gennaio 2014, n. 7» «Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014-2016 della Regione Abruzzo (Legge finanziaria regionale 2014)», modifiche alla legge regionale 28 aprile 2000, n. 77 (Interventi di sostegno regionale alle imprese operanti nel settore del turismo), alla legge regionale n. 5/1999, alla legge regionale n. 3/2014, alla legge regionale n. 8/2014 e Norme per la ricostituzione del capitale sociale della Saga S.p.a.»;
    dichiara, in via consequenziale, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge della Regione Abruzzo 30 luglio 2014, n. 34 (Modifica all'articolo 7 della legge regionale 27 marzo 2014, n. 14):
  alla IX Commissione (Trasporti);
   con lettera in data 13 novembre 2014, Sentenza n. 254 del 3-13 novembre 2014 (Doc. VII, n. 378), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 36-bis, comma 7, lettera a), del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 4 agosto 2006, n. 248, che ha modificato l'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12 (Disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge del 23 aprile 2002, n. 73, nella parte in cui stabilisce: «L'importo delle sanzioni civili connesse all'omesso versamento dei contributi e premi riferiti a ciascun lavoratore di cui al periodo precedente non può essere inferiore a euro 3.000, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata»;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30), come modificato dall'articolo 1, comma 911, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2007), sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dal Tribunale di Bologna, sezione lavoro:
  alla XI Commissione (Lavoro);
   con lettera in data 13 novembre 2014, Sentenza n. 255 del 3-13 novembre 2014 (Doc. VII, n. 379), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 31, comma 2, della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), come sostituito dall'articolo 9, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131 (Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3), limitatamente alle parole «Ferma restando la particolare forma di controllo delle leggi prevista dallo statuto speciale della Regione siciliana,»:
  alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissioni dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettere in data 13 novembre 2014, ha trasmesso le relazioni, aggiornate rispettivamente al mese di giugno e al mese di luglio 2014, sul monitoraggio degli incassi e dei pagamenti del bilancio dello Stato e delle spese aventi impatto diretto sul conto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2014.

  Queste relazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 13 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 300, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la prima relazione sullo stato del trasporto pubblico locale, predisposta dall'Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale, aggiornata al 30 settembre 2014 (Doc. CCXXII, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 17 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 726/2004 che istituisce procedure comunitarie per l'autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano e veterinario, e che istituisce l'agenzia europea per i medicinali (COM(2014) 557 final).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 17 novembre 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1388/2013 recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari autonomi dell'Unione per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2014)693 final), corredata dal relativo allegato (COM(2014)693 final – Annex 1), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 18 novembre 2014, ha trasmesso un nuovo testo della proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE, Euratom) n. 1150/2000 recante applicazione della decisione 2007/436/CE, Euratom, relativa al sistema delle risorse proprie della Comunità (COM(2014)704 final/2), già assegnato, in data 13 novembre 2014, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 14 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale nell'ambito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura):
   al dottor Franco Inglese, l'incarico di reggenza dell'Ufficio scolastico regionale per la Puglia;
   al dottor Ernesto Pellecchia, l'incarico di reggenza dell'Ufficio scolastico regionale per il Molise.

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 17 novembre 2014, ha trasmesso, ai fini dell'espressione del parere parlamentare definitivo, ai sensi degli articoli 1, comma 7, e 13 della legge 11 marzo 2014, n. 23, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati e dei loro succedanei, nonché di fiammiferi (106-bis).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 29 novembre 2014. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 26 novembre 2014.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 17 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione delle note metodologiche e dei fabbisogni standard per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario relativi alle funzioni: di istruzione pubblica; nel campo della viabilità; nel campo dei trasporti; riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente, al netto del servizio di smaltimento dei rifiuti; del servizio di smaltimento dei rifiuti; nel settore sociale, al netto del servizio degli asili nido; del servizio degli asili nido (120).

  Questa richiesta è assegnata, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. È altresì assegnata, ai sensi del medesimo comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio). Tali Commissioni dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 4 dicembre 2014.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 17 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione delle note metodologiche e dei fabbisogni standard per ciascuna provincia delle regioni a statuto ordinario relativi alle funzioni di istruzione pubblica e alle funzioni riguardanti la gestione del territorio (121).

  Questa richiesta è assegnata, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. È altresì assegnata, ai sensi del medesimo comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio). Tali Commissioni dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 4 dicembre 2014.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta dell'11 novembre 2014, a pagina 4, seconda colonna, ventiduesima riga, le parole: «28 dicembre 1995, n. 49» si intendono sostituite dalle seguenti: «28 dicembre 1995, n. 549».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per lo stanziamento di risorse finalizzate all'avvio di un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio nazionale – 3-01166

   PELLEGRINO, ZARATTI, QUARANTA, SCOTTO, AIRAUDO, DURANTI, FRANCO BORDO, COSTANTINO, DANIELE FARINA, FERRARA, FRATOIANNI, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, MARCON, MATARRELLI, MELILLA, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PIRAS, PLACIDO, RICCIATTI, SANNICANDRO e ZACCAGNINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il nostro Paese sta franando. Quello che sta avvenendo in questi giorni, in questi ultimi mesi, con fenomeni alluvionali e calamitosi che stanno colpendo – ormai senza soluzione di continuità – il territorio, dimostrano in maniera impressionante come gli effetti conseguenti ai cambiamenti climatici in atto sono ormai tali che gli eventi anomali ed estremi, per durata e intensità, hanno subito un aumento esponenziale;
   le piogge di questi giorni nella sola Liguria hanno provocato danni per un miliardo di euro, oltre a vittime e feriti;
   nei soli primi sei mesi del 2014 si è assistito a quattordici frane e inondazioni, con 9 morti, 12 feriti e 4.856 persone evacuate;
   i sempre più frequenti fenomeni meteorologici mettono in luce drammaticamente l'estrema fragilità del territorio e la necessità di una sua ormai improcrastinabile messa in sicurezza complessiva, contestualmente a una sostenibile e nuova pianificazione urbanistica e del territorio. A questo si aggiunga il crescente grado di erosione costiera, che interessa oltre 540 chilometri lineari dei litorali italiani in cui sono direttamente coinvolti beni esposti;
   circa il 10 per cento della superficie nazionale è ad alta criticità idrogeologica, mezzo milione sono le frane in movimento e oltre 6.600 sono i comuni interessati. Inoltre il 44 per cento del territorio è a elevato rischio sismico;
   il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto su tutto il territorio nazionale è stimato in circa 40 miliardi di euro;
   si continuano, invece, a rincorrere le emergenze e le calamità e a contare i danni e troppo spesso purtroppo le numerose vittime, stanziando ogni volta ingenti risorse economiche necessarie per ricostruire le aree colpite;
   la mancata opera di manutenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico costa – secondo il rapporto Ance-Cresme – non meno di 3,5 miliardi di euro l'anno. Mettere in sicurezza il territorio costerebbe annualmente assai meno. Come ha sottolineato Salvatore Settis, «l'opera di prevenzione, nei tempi lunghi, non è solo un investimento, è un risparmio»;
   l'avvio urgente di un piano pluriennale per la messa in sicurezza del territorio del Paese non solo avrebbe una straordinaria valenza e un reale interesse pubblico, ma rappresenterebbe la vera «grande opera» strategica di cui il Paese ha prioritariamente bisogno. Le risorse da impegnare affinché siano realmente spendibili dagli enti territoriali devono stare fuori dal patto di stabilità;
   è importante che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, abbia dichiarato che «il Governo è impegnato per abbattere più del 70 per cento del patto di stabilità» e che «contro il dissesto idrogeologico sbloccheremo entro il 2015 tutti i fondi che erano bloccati». Decisione certamente importante ma evidentemente insufficiente. Le risorse esistenti devono essere certamente sbloccate, ma è indispensabile stanziare nuove e più ingenti risorse –:
   se, al di là degli interventi urgenti volti a fronteggiare l'emergenza nei territori colpiti dalle alluvioni e della dichiarata positiva intenzione di rendere spendibili entro il 2015 tutti i fondi che erano bloccati, non si ritenga improcrastinabile assumere iniziative per stanziare nuove, ulteriori ed indispensabili risorse al fine di consentire finalmente, e fin da subito, l'avvio di un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio nazionale. (3-01166)


Elementi in merito agli interventi volti a prevenire il dissesto idrogeologico e a fronteggiare le emergenze nelle aree recentemente interessate da fenomeni alluvionali – 3-01167

   SQUERI e PALESE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il dissesto idrogeologico, che continua a colpire il territorio di alcune delle regioni, rende sempre più urgente un intervento tempestivo ed efficace per cercare di prevenire situazioni di disastro ambientale e il punto essenziale, a prescindere dalle risorse a disposizione, è la drammatica lentezza con cui si avviano i lavori per far fronte alla situazione di emergenza;
   per le opere importanti e strategiche come quelle legate al dissesto idrogeologico e al risanamento dello stesso urge l'inizio immediato dei lavori, a prescindere anche dai tempi necessari previsti dall'Unione europea, dal momento che gli eventi che prima potevano accadere una volta ogni cento anni ora si verificano con una frequenza sempre più ravvicinata e, essendo assolutamente naturali, è necessario agire sul territorio tenendo conto che non si è più di fronte ad un'eccezionalità;
   si sono verificate ultimamente alluvioni anche in Lombardia e in particolare a Milano, dove, a causa dell'innalzamento della falda, è stata sospesa la circolazione dei treni di due linee della metropolitana, che durante il picco del maltempo hanno subito la chiusura di alcune stazioni. Nella città sono stati, inoltre, chiusi alcuni sottopassaggi, che, nonostante il lavoro di ore dell'Atm con diverse idrovore, sono rimasti inagibili a causa del livello dell'acqua presente in galleria;
   i cittadini milanesi si sono messi a lavoro per ripulire le strade e le cantine, ma sono stati particolarmente complessi gli interventi tra i quartieri Isola e Garibaldi, dove si è dovuto far fronte ad un altissimo volume di acqua, in aree con pochi sbocchi per il deflusso, portando all'evacuazione dalle abitazioni e alla sistemazione temporanea di alcuni abitanti;
   anche se l'esondazione del Seveso è rientrata e le squadre di vigili del fuoco, polizia locale e protezione civile hanno lavorato senza sosta per riaprire le numerose vie della città chiuse per la pioggia, la situazione è ancora difficoltosa e non sono stati quantificati i danni;
   nel resto della regione Lombardia sono a rischio anche le province di Lecco, Sondrio, Como e Varese dove l'allerta idrogeologica è considerata «elevata», dal momento che si teme per i possibili estesi allagamenti che potrebbero verificarsi se il fiume Lambro uscisse nuovamente dagli argini;
   gravi disagi si sono già verificati in provincia di Varese dove hanno già perso la vita due persone, nel bresciano e nel bergamasco, a Pavia, mentre nel cremonese e nel mantovano il Po è in piena;
   si teme anche per il Piemonte dove, dopo l'Orba, il rio Lovassina e il Grue, in provincia di Alessandria è esondato anche il Lemme a causa delle forti piogge che stanno interessando ormai da diverse ore tutta la provincia e, in particolare, si teme per il Bormida, visto che per precauzione è stato chiuso il ponte tra la città e Spinetta e sono state evacuate le aree golenali –:
   quali siano i tempi in cui il Governo intende attivarsi per evitare il ripetersi di disastri ambientali così gravi e quali siano le iniziative poste in atto e gli ulteriori interventi urgenti che il Governo intende approvare al fine di affrontare l'emergenza di tutte le zone del Paese che nell'ultimo mese sono state fortemente danneggiate da fenomeni alluvionali.
(3-01167)


Orientamenti in ordine all'eventuale sospensione del procedimento per la nomina del dott. Antonio Agostini a presidente dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione – 3-01168

   BUSTO, SEGONI, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, TERZONI, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   in data 14 novembre 2014, si è appreso da fonti giornalistiche che la procura di Roma ha depositato la chiusura delle indagini preliminari nei confronti di Antonio Agostini per abuso d'ufficio e turbativa d'asta nella gestione dei fondi europei per la ricerca assegnati al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   i reati contestati si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2012, anni in cui Agostini ricopriva la carica di direttore generale della ricerca presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   il 6 ottobre 2014 il Governo, su indicazione del Ministro interrogato, ha proposto Agostini come presidente dell'Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza e la radio protezione;
   tale nomina, in base al decreto legislativo n. 45 del 2014 di attuazione della direttiva 2011/70/Euratom, prevede la scelta di una figura di indiscussa moralità e comprovata esperienza nel settore, requisiti di cui a giudizio degli interroganti Agostini è sprovvisto;
   erano in corso già dal 2012 indagini sulla gestione dei fondi amministrati da Agostini – iniziate su segnalazione di un'inchiesta giornalistica della testata Il Fatto Quotidiano – da parte di alcuni ispettori del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, della Corte dei conti e della procura di Roma;
   il 5 novembre 2014 è stato pubblicato un rapporto degli ispettori della Ragioneria dello Stato in merito alla vicenda della cattiva gestione dei fondi legati ad Agostini;
   il 6 novembre 2014 le commissioni hanno approvato la candidatura di Agostini, nonostante le forti opposizioni del MoVimento 5 Stelle;
   secondo una nota della Ragioneria generale dello Stato, scaturita da un'inchiesta del Ministero dell'economia e delle finanze, il dottor Agostini era stato giudicato «inadeguato a gestire programmi così complessi (...), con profili di illegittimità suscettibili di determinare una configurazione di danno erariale e circostanze penalmente rilevanti»;
   durante l'audizione del dottor Agostini nelle Commissioni ambiente, territorio e lavori pubblici ed attività produttive, commercio e turismo sono stati richiesti gli atti delle indagini interne avviate dal Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca; gli atti richiesti non sono stati forniti, poiché sarebbero stati trasmessi alla magistratura;
   il Movimento 5 Stelle ha dato seguito coerente alle proprie rimostranze, presentando un atto di sindacato ispettivo all'attuale Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, in cui si evidenziava come il precedente Ministro non abbia preso provvedimenti adatti nonostante il rapporto degli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze, trasmesso nel mese di ottobre 2013 al precedente responsabile del dicastero –:
   se il Ministro interrogato non ritenga che, oltre a quella che agli interroganti appare l'evidente mancanza di competenza specifica ed alle perplessità emerse in merito al suo operato, l'iscrizione del dottor Agostini nel registro degli indagati rappresenti una ragione sufficiente per sospendere il relativo procedimento di nomina, anche alla luce dei requisiti di indiscussa moralità richiesti dal decreto legislativo n. 45 del 2014 che ha dato attuazione alla citata direttiva Euratom.
(3-01168)


Elementi e iniziative in relazione agli effetti sui consumi determinati dalle disposizioni recanti limitazioni all'uso del contante – 3-01169

   LIBRANDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   tra il 2010 e il 2011 il Governo italiano ha varato tre decreti-legge, poi convertiti dal Parlamento, contenenti misure di limitazione dell'uso del contante nelle transazioni finanziarie, portando il tetto ai pagamenti cash da 12.500 a 5.000 a luglio 2010, poi a 2.500 nel settembre 2011 e infine a 1.000 euro nel dicembre 2011, sanzionando ogni infrazione con il pagamento di una somma che va dall'1 al 40 per cento dell'importo trasferito (a partire da un minimo di 3.000 euro);
   il regime di restrizioni all'uso del contante vigente in Italia non trova equivalenti tra i principali Paesi dell'Unione europea: la Germania, prima economia europea, non impone limiti nell'uso del contante, nonostante l'economia sommersa incida in Germania del 10 per cento sul prodotto interno lordo; anche nei Paesi Bassi non è previsto nessun vincolo, mentre altrove vigono limiti all'uso del contante meno restrittivi rispetto all'Italia, come i 2.500 euro in Spagna, i 3.000 euro in Francia, l'equivalente di 13.400 euro in Danimarca e i 15.000 euro in Slovenia;
   una delle maggiori conseguenze negative della limitazione riguarda i consumi dei turisti stranieri in Italia, molti dei quali abituati per costume ad un utilizzo significativo del contante, soprattutto in settori molto caratteristici del made in Italy;
   la previsione di una deroga al tetto per l'uso del contante da parte dei cittadini residenti in Paesi non membri dell'Unione europea e dello spazio economico europeo è, infatti, inibita dalle severe regole burocratiche a cui è condizionata, in particolare, la rinuncia da parte dell'acquirente del suo diritto alla riservatezza;
   anche per i cittadini italiani e comunitari, sottoposti senza deroghe al tetto dei 1.000 euro, cioè ad un livello di spesa che molto spesso riguarda acquisti della quotidianità, la disciplina del limite all'uso del contante rappresenta una forte compressione della sfera di privacy, perché l'obbligo di utilizzo di strumenti alternativi di pagamento per transazioni superiori ai 1.000 euro comporta il tracciamento dei dati personali rispetto alle scelte e ai gusti personali, alle condizioni di salute, alla natura e alla ragione dei pagamenti effettuati, ai luoghi visitati;
   per i cittadini meno avvezzi all'utilizzo di strumenti elettronici di pagamento – in particolare, i più anziani – le limitazioni rappresentano un disagio operativo non sempre e non da tutti risolvibile con l'aiuto di familiari e amici;
   se la riduzione della soglia sull'uso del contante puntava a fare emergere gli illeciti di evasione fiscale, non sembra che siano stati considerati alcuni aspetti: innanzitutto, il fenomeno evasivo oggigiorno non è mai isolato, ma al contrario viene effettuato su filiere molto lunghe che iniziano e si concludono «senza fattura», trovando comunque in qualche modo come «ovviare» ai limiti imposti; in secondo luogo, per i grandi fenomeni di riciclaggio di denaro, gli strumenti elettronici e la sofisticazione informatica sono spesso fattori facilitanti e non inibenti il crimine;
   l'esistenza dei limiti all'uso del contante comporta un sussidio forzoso degli esercenti commerciali e dei consumatori a vantaggio degli istituti finanziari, a cui è stata di fatto ceduta una fetta importante della gestione di una delle funzioni pubbliche primarie, quale la moneta;
   gli ultimi dati sui consumi diffusi dall'Istat registrano un calo generalizzato: dal 2007 a oggi la contrazione del potere di acquisto degli italiani ha causato un danno annuo stimato da Confcommercio in 80 miliardi di euro; la contrazione dei consumi ha penalizzato la tanto attesa ripresa dell'economia, facendo dell'Italia l'unica tra le grandi economie italiane a non aver ripreso a crescere: le stime diffuse dall'Ocse a metà settembre 2014 dichiarano l'Italia in recessione anche per il 2014, con un tasso di crescita del prodotto interno lordo stimato al - 0,4 per cento (dopo il -1,8 per cento del 2013); secondo l'Ocse e le principali agenzie di analisi internazionali, nel 2015 si assisterà a una flebile ripresa di circa lo 0,1 per cento –:
   se siano stati valutati gli effetti sui consumi italiani e stranieri nel Paese provocati dalle norme che limitano l'uso del contante e se si intenda, anche attraverso iniziative di natura normativa, modificare la disciplina italiana nella direzione di una maggiore sintonia con quella vigente negli altri Paesi dell'Unione europea. (3-01169)


Misure per la valorizzazione della Banca del Mezzogiorno – Mediocredito centrale, alla luce delle indiscrezioni di stampa in merito all'ipotesi di cessione della partecipazione di Poste italiane – 3-01170

   PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   le società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze rappresentano da sempre, nella realtà italiana, per le loro dimensioni, le loro capacità di investimento e di finanziamento dell'economia reale e il loro ruolo di naturale catalizzatore dell'innovazione nei mercati di riferimento, un volano positivo per l'intera economia del Paese;
   la Banca del Mezzogiorno-Mediocredito centrale s.p.a., partecipata totalmente da Poste italiane s.p.a., è attualmente una vera e propria banca, che esercita l'attività bancaria senza alcun limite, in esercizio dell'autorizzazione bancaria che è stata rilasciata dalla Banca d'Italia. Il solo limite di operatività prevalente a favore delle regioni centro-meridionali è previsto dallo statuto della banca e, quindi, può essere rimosso in qualsiasi momento, per estendere il flusso di finanziamento all'intera realtà economica del Paese;
   le previsioni di legge «speciali» fatte adottare in materia dal Ministro pro tempore Tremonti non sono mai state applicate; i cosiddetti «titoli per l'economia meridionale», obbligazioni agevolate fiscalmente, che sarebbero dovuti servire per finanziare l'operatività della banca, non sono mai stati emessi. La banca ha un patrimonio di circa 400 milioni di euro e opera senza alcuna agevolazione statale in regime di piena concorrenza sul libero mercato, finanziandosi, come le altre banche, in autonomia sul mercato interbancario e tramite l'emissione di proprie obbligazioni;
   l'erogato di crediti a favore della clientela è pari a circa 1,3 miliardi di euro, in progressivo netto aumento; gli utili negli ultimi 3 anni sono pari a 51,4 milioni di euro. È la migliore banca del sistema bancario italiano operante in regime di mercato per ratios patrimoniali e indici di stabilità finanziaria (tier 1 al 38 per cento), margine di intermediazione, roe (al 10 per cento), cost/income (al 38,6 per cento);
   la banca gestisce anche il fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese (90.000 finanziamenti garantiti nel corso del 2014 per circa 13 miliardi di euro) e si è aggiudicata anche la gestione del fondo crescita sostenibile per l'erogazione di finanziamenti agevolati per ricerca e sviluppo;
   da notizie di stampa si apprende la supposta volontà di Poste italiane s.p.a. di cederne la partecipazione, in quanto l'attività della banca non rientrerebbe nel nuovo piano strategico del gruppo. Si apprende inoltre, sempre da notizie di stampa, della supposta intenzione di cedere la proprietà della banca alla società Invitalia s.p.a., anch'essa interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   in tal caso, tuttavia, si cadrebbe innanzitutto nell'incompatibilità tra l'attività propria di Invitalia s.p.a., consistente nell'erogazione di una serie di agevolazioni finanziarie pubbliche alle imprese, e l'erogazione alle medesime imprese di credito in regime di libero mercato da parte di una banca a quel punto appartenente allo stesso gruppo societario, anche tenuto conto che competente per l'eventuale autorizzazione sarebbe oramai la Banca centrale europea. Problematici sarebbero poi i profili di integrazione nella struttura del gruppo Invitalia, avente tutt'altra mission e obiettivi assolutamente diversi;
   risulterebbe, quindi, preferibile un'azione strategica che, al contrario, consentisse la piena valorizzazione dell'operatività della banca, sia in termini di progressiva e sempre maggiore erogazione di credito all'economia reale, sia in termini di entrate finanziarie per l'erario: ad esempio, Poste italiane s.p.a. potrebbe cedere la banca sul mercato oppure, preferibilmente, il Ministero dell'economia e delle finanze potrebbe decidere di quotare le azioni della banca su un mercato regolamentato e poi di cedere al pubblico una parte del pacchetto azionario, anche conservando il controllo;
   una tale azione strategica potrebbe consentire un rilevante incasso per l'erario, dopo aver posto in essere le azioni già previste dall'attuale piano industriale per valorizzare gli asset della banca (costante crescita sia delle attività creditizie dedicate allo sviluppo delle imprese con crediti per oltre 3 miliardi di euro, sia dei finanziamenti agevolati alle piccole e medie imprese per oltre 50 miliardi di euro), mantenendo nel contempo anche una finalizzazione della sua operatività per scopi di interesse pubblico che il Governo potrà decidere, da inserire come disposizioni nello statuto della banca –:
   quali iniziative il Ministro interrogato abbia intrapreso ovvero abbia intenzione di intraprendere per valorizzare gli asset della banca al servizio di interessi di natura generale e di supporto allo sviluppo del sistema imprenditoriale, sia in termini di maggiori entrate finanziarie per l'erario sia in termini di finalizzazione della sua operatività a scopi di interesse pubblico, consistenti nello specifico in un flusso progressivamente sempre maggiore di credito all'economia del Paese. (3-01170)


Iniziative finalizzate a prevedere un'esenzione triennale dagli adempimenti fiscali e contributivi nei territori del Centro e del Nord Italia colpiti da eccezionali eventi atmosferici nell'anno 2014 – 3-01171

   GUIDESI, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUSIN, CAON, CAPARINI, FEDRIGA, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, PRATAVIERA, RONDINI e SIMONETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   si stanno susseguendo nel Nord del Paese una serie di tragici eventi meteorologici ed alluvionali che hanno colpito ripetutamente le stesse aree, provocando vittime, devastazione, disperazione, fermo e danni alle attività produttive e agli strumenti di produzione, per superare i quali al momento non è possibile nemmeno prevedere un orizzonte temporale;
   dall'inizio di ottobre 2014 le regioni Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono state colpite da eccezionali precipitazioni atmosferiche che stanno proseguendo anche in questi stessi giorni, piogge insistenti e torrenziali, allagamenti, fiumi straripati e laghi esondati, frane, fango, che hanno provocato vittime, sfollati, scuole chiuse e l'intervento di centinaia di volontari in tutti i territori colpiti;
   il Governo, al di là delle promesse, ha adottato al momento, concretamente, solo i provvedimenti «minimi» per venire incontro alla drammatica situazione degli operatori che hanno perso tutto e non sono in grado al momento di ricominciare, sospendendo solo i versamenti tributari, solo fino al 20 dicembre 2014, solo limitatamente ad una ristretta lista di comuni colpiti all'inizio di ottobre 2014;
   è notizia riportata dalla stampa di questi giorni che Equitalia stia recapitando cartelle esattoriali per migliaia di euro a cittadini ed imprese dei territori colpiti da calamità naturali; importi insostenibili proprio perché afferenti ai periodi immediatamente precedenti gli eventi avversi e che, senza una piena ripresa dell'attività economica, non possono essere sostenuti; tra le richieste più alte, ci sono quelle provenienti dall'Inps per versamenti contributivi –:
   se, e con quali modalità e tempistiche, il Governo intenda assumere iniziative volte a prevedere, per le persone fisiche e giuridiche aventi residenza nei territori delle regioni citate in premessa, che abbiano subito danni a seguito degli eccezionali eventi atmosferici verificatisi nel corso dell'anno 2014, tali da determinare un serio impedimento allo svolgimento dell'attività economica, un'esenzione triennale dai versamenti fiscali e contributivi e la cancellazione di tutte le cartelle di pagamento emesse da agenti della riscossione, prevedendo, altresì, la creazione di un corrispondente fondo statale atto a compensare i mancati versamenti contributivi di cui sopra. (3-01171)


Iniziative, in ambito europeo e internazionale, finalizzate a ridurre la concorrenza fiscale tra gli Stati – 3-01172

   CAUSI, BONIFAZI, CAPOZZOLO, CARBONE, CARELLA, COLANINNO, DE MARIA, MARCO DI MAIO, FRAGOMELI, FREGOLENT, GINATO, GITTI, GUTGELD, LODOLINI, MORETTO, PASTORINO, PELILLO, PETRINI, RIBAUDO, SANGA, ZOGGIA, MARTELLA e ROSATO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:
   le difformità nella legislazione fiscale fra le diverse giurisdizioni nazionali sono alla base di rilevanti e perduranti distorsioni che influenzano le scelte localizzative delle imprese, e quindi dell'occupazione, e le direzioni dei flussi di capitale;
   tali distorsioni sono state una delle cause della crisi finanziaria del 2008/2009, spingendo i Governi ad avviare una serie di progetti per la modifica delle regole fiscali internazionali, affidando in questa direzione compiti specifici all'Ocse e al G20;
   nel recente vertice australiano del G20 lo stato di attuazione di questi progetti è stato sottoposto a valutazione, in particolare per ciò che riguarda: stabilire principi coerenti a livello internazionale per la tassazione dei redditi d'impresa e per ridurre i fenomeni elusivi ed evasivi correlati agli arbitraggi fra diverse giurisdizioni; acquisire standard internazionali comuni e condivisi in materia di trasparenza dei flussi finanziari e di interscambio di informazioni; riorganizzare i metodi e gli strumenti tributari alle nuove forme organizzative e tecnologiche determinate dall'economia digitale;
   il percorso di innovazione delle regole internazionali in materia resta tuttavia lento e incerto e le conclusioni dei più recenti vertici internazionali sono difficili da valutare con riguardo all'impatto effettivo a breve termine, salvo per ciò che riguarda i nuovi accordi finalmente firmati in materia di standard automatici di trasmissione delle informazioni (common reporting standards);
   anche all'interno dell'Unione europea i progressi verso l'armonizzazione fiscale segnano il passo e restano indietro al confronto con altri settori in cui, anche per la spinta della crisi, la costruzione comunitaria ha fatto qualche passo avanti (unione bancaria, nuovo meccanismo di vigilanza unica, qualche primo accenno a meccanismi di coordinamento delle politiche fiscali);
   le regole europee consentono arbitraggi sia in materia di tributi sia in quella del diritto societario, come ha mostrato alla pubblica opinione italiana il caso della Fiat-Fca;
   la potenziale dimensione distorsiva degli arbitraggi fiscali intraeuropei è emersa in modo preoccupante nel caso del Lussemburgo e dell'applicazione di ruling favorevoli con l'obiettivo di attrarre le scelte di localizzazione societaria a danno di altri Paesi dell'Unione europea;
   la concorrenza fiscale fra Stati è dannosa per la crescita economica e per la sua qualità e robustezza, in particolare all'interno di un'area come quella europea dove vige la libera circolazione dei beni e delle persone, nonché, per la maggioranza dei Paesi, anche una moneta unica –:
   con quali atti e quali iniziative il Governo intenda perseguire un ruolo attivo, propositivo e trainante a livello internazionale ed europeo per ridurre la concorrenza fiscale fra Stati, aumentare la trasparenza delle transazioni finanziarie internazionali e combattere le forme di elusione ed evasione delle grandi imprese multinazionali, in particolare nel settore dell'economia digitale. (3-01172)


Iniziative per una piena attuazione dello statuto del contribuente, con particolare riferimento al principio dell'irretroattività delle disposizioni fiscali – 3-01173

   FAUTTILLI e PIEPOLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   l'approvazione dello statuto dei diritti del contribuente avrebbe dovuto rappresentare un momento cruciale al fine di impostare finalmente il rapporto tra fisco e cittadini su basi di certezza, trasparenza e reciproco rispetto;
   a quattordici anni dall'emanazione si deve, però, constatare l'inosservanza di alcuni dei principi cardine dello statuto, in particolare quello relativo al divieto di applicazione retroattiva di norme fiscali;
   l'articolo 3 dello statuto dei diritti del contribuente prevede che le «disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo»;
   il legislatore può, però, derogare in ogni caso all'articolo 3 con legge ordinaria; pertanto, la portata dello statuto viene sostanzialmente vanificata e resiste esclusivamente in quanto norma di principio;
   secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale, la legittimità di qualsiasi imposta retroattiva deve essere, però, valutata alla luce del principio della capacità contributiva. Pertanto, quando la retroattività di una nuova imposta non viola il legame con l'articolo 53 della Carta costituzionale, il prelievo è legittimo, con buona pace della pianificazione dei flussi finanziari operata dai contribuenti;
   molte proposte di legge presentate in questa e nelle passate legislature mirano ad elevare lo statuto dei diritti del contribuente al rango di norma costituzionale, proprio perché molti parlamentari sono consci della criticità in merito alla possibilità di derogare a tale importante strumento per via legislativa;
   la stessa Commissione europea, nell'ambito delle misure delineate nel piano di azione per rafforzare la lotta all'evasione e all'elusione fiscale nel dicembre del 2012, ha proposto un «codice europeo dei diritti del contribuente»;
   alcuni recenti studi economici dimostrano come esista un preciso collegamento tra l'evasione fiscale ed il cattivo rapporto tra Stato e contribuenti: per un contenimento del fenomeno e per una equa distribuzione del carico tributario, bisognerebbe non soltanto minimizzare il costo ed il numero degli adempimenti, ma risultare trasparenti, corretti e imparziali nelle procedure e nel trattamento generale delle legittime aspettative dei contribuenti –:
   se non ritenga necessario dare piena attuazione ai principi dello statuto del contribuente, a partire dall'irretroattività delle misure fiscali, al fine di mantenere nella pratica un corretto rapporto con il contribuente, quale presupposto per l'esercizio efficace del potere impositivo e per rafforzare la lotta all'evasione ed all'elusione fiscale. (3-01173)


Iniziative di competenza in ordine ai profili amministrativo-contabili correlati allo svolgimento di concorsi e all'affidamento di incarichi dirigenziali da parte della provincia di Foggia – 3-01174

   DI GIOIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il Consiglio di Stato ha annullato, con sentenza pronunciata il 4 giugno 2014, il concorso per quattro posti di dirigenza bandito nel luglio del 2010 dall'allora amministrazione provinciale di Foggia, accogliendo il ricorso di uno dei partecipanti che aveva denunciato, tra l'altro, vizi inerenti alla composizione della commissione, ai punteggi assegnati alle prove scritte e alle modalità di svolgimento di quelle orali;
   la causa risiede nell'incompatibilità a rivestire il ruolo di componente della commissione per Micky de Finis (dirigente dell'ente e contestualmente dirigente del sindacato Direl); secondo i giudici, sarebbe stato violato «il principio di imparzialità» che devono avere le commissioni giudicatrici di concorsi pubblici;
   un altro concorso, per un posto di dirigente del settore contabile, sarebbe a rischio di annullamento, in base alla relazione dell'ispettore del Ministero dell'economia e delle finanze, che sui concorsi aveva fatto dei rilievi;
   nel mese di settembre 2014 il commissario straordinario della provincia di Foggia, dottor Fabio Costantini, ha coperto i settori rimasti sguarniti dopo l'annullamento del concorso, affidando ad interim, in aggiunta agli incarichi di cui sono titolari, anche gli incarichi rimasti vacanti;
   tra questi vi è il dirigente dell'ente che avrebbe determinato l'annullamento del concorso;
   nel decreto si precisa che i dirigenti non avranno modifiche economiche, fatta salva la possibile valutazione in sede di attribuzione della retribuzione di risultato;
   a ciò si aggiungono gli esiti dell'ispezione del Ministero dell'economia e delle finanze alla provincia di Foggia, che in una lunga relazione ha fatto emergere che vi sarebbe stato un danno allo Stato di circa un milione e 300 mila euro e che vi sarebbero state forti anomalie nelle consulenze, negli incarichi e nelle assunzioni che avrebbero determinato dei bilanci falsati;
   all'interrogante risulta, inoltre, che alcuni dirigenti della provincia, con contratti full-time con questo ente, avrebbero stipulato convenzioni con altri enti pubblici e che si sarebbe del tutto esaurito il cosiddetto «fondo incentivante» per i dirigenti, mentre non sarebbe stato definito in alcun modo quello riguardante il resto del personale;
   tutto ciò sembrerebbe indicare il perseguimento di politiche discriminatorie e poco trasparenti in un ente che già dovrebbe essere sotto osservazione per quanto sino ad oggi operato –:
   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere in relazione a quanto descritto in premessa, alla luce anche dei risultati dell'ispezione già effettuata dal Ministero dell'economia e delle finanze, posto che la provincia di Foggia è destinata a ricoprire, in base alla legge 7 aprile 2014, n. 56, un ruolo di secondo livello ma non per questo meno importante. (3-01174)


Orientamenti del Governo in relazione al fenomeno dell'evasione fiscale, con particolare riguardo all'obiettivo di destinare le risorse recuperate all'abbattimento del debito pubblico – 3-01175

   RAMPELLI e CORSARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   le cartelle esattoriali per il mancato versamento di tasse, tributi locali e contributi previdenziali che lo Stato deve ancora incassare ammontano ad un importo complessivo di circa 530 miliardi di euro;
   in base al «Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all'evasione fiscale, sui risultati conseguiti nel 2013 e nell'anno in corso, nonché su quelli attesi, con riferimento sia al recupero di gettito derivante da accertamento all'evasione che a quello attribuibile alla maggiore propensione all'adempimento da parte dei contribuenti (articolo 6 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66)», pubblicato dal Ministero dell'economia e delle finanze nel mese di luglio 2014, nel 2013 l'attività di recupero dell'evasione «ha comportato riscossioni per complessivi 13,1 miliardi di euro, migliorando il risultato del 2012, nonostante vi sia stata una leggera flessione della riscossione coattiva»;
   l'80 per cento delle somme ancora da incassare sono di competenza dell'erario, mentre il resto va suddiviso tra Inps, Inail, comuni ed altri enti;
   alle cifre mancanti ma quantomeno accertate si sommano poi i dati relativi all'evasione fiscale vera e propria, stimata in una media di circa 120 miliardi di euro l'anno, equivalenti al 18 per cento del prodotto interno lordo;
   l'evasione, oltre a generare un fenomeno di iniquità sociale che deriva dall'aumento del livello della pressione fiscale per i contribuenti che adempiono ai propri doveri fiscali, comporta effetti economici negativi molto rilevanti, sia determinando effetti distorsivi sull'allocazione delle risorse, sia interferendo con il normale funzionamento del mercato;
   nel contrasto all'evasione ed elusione fiscale deve essere profuso il massimo impegno –:
   quali siano gli orientamenti del Governo in merito ai temi di cui in premessa, al fine di massimizzare le risorse incassate e destinarle all'abbattimento del debito pubblico. (3-01175)