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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 27 ottobre 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 27 ottobre 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Attaguile, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Cecconi, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Colonnese, Cominelli, Costa, D'Uva, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Marazziti, Merlo, Mogherini, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sarti, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Tabacci, Taglialatela, Velo, Vignali, Vignaroli, Vito, Zanetti, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 24 ottobre 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MORETTO ed altri: «Modifiche al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, concernenti il risarcimento del danno e l'esercizio dell'attività di perito assicurativo nell'ambito della disciplina dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso i terzi derivante dalla circolazione di veicoli e natanti» (2684);
   RIZZETTO: «Abrogazione della legge 11 giugno 1974, n. 252, recante regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione» (2685).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CARUSO e CHAOUKI: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, concernenti la riforma della disciplina in materia di adozione internazionale» (653) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sgambato.

  La proposta di legge costituzionale LA RUSSA: «Modifica degli articoli 29 e 30 e abrogazione dell'articolo 31 della Costituzione in materia di famiglia e di rapporti tra i genitori e i figli, anche adottivi» (2593) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Nastri, Palmieri, Squeri e Taglialatela.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   X Commissione (Attività produttive):
  DELLA VALLE ed altri: «Misure per favorire la competitività delle startup innovative» (2653) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   XI Commissione (Lavoro):
  VALIANTE ed altri: «Disposizioni in materia di impiego di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità da parte dei comuni» (2668) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
   con lettera in data 22 ottobre 2014, Sentenza n. 238 del 22 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 368), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge 14 gennaio 2013, n. 5 (Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni, firmata a New York il 2 dicembre 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno);
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge 17 agosto 1957, n. 848 (Esecuzione dello Statuto delle Nazioni Unite, firmato a San Francisco il 26 giugno 1945), limitatamente all'esecuzione data all'articolo 94 della Carta delle Nazioni Unite, esclusivamente nella parte in cui obbliga il giudice italiano ad adeguarsi alla pronuncia della Corte internazionale di giustizia (CIG) del 3 febbraio 2012, che gli impone di negare la propria giurisdizione in riferimento ad atti di uno Stato straniero che consistano in crimini di guerra e contro l'umanità, lesivi di diritti inviolabili della persona;
    dichiara non fondata, nei sensi di cui in motivazione, la questione di legittimità costituzionale della norma «prodotta nel nostro ordinamento mediante il recepimento, ai sensi dell'articolo 10, primo comma, della Costituzione», della norma consuetudinaria di diritto internazionale sull'immunità degli Stati dalla giurisdizione civile degli altri Stati, sollevata, in riferimento agli articoli 2 e 24 della Costituzione, dal tribunale di Firenze:
  alle Commissioni riunite II (Giustizia) e III (Affari esteri);
   con lettera in data 22 ottobre 2014, Sentenza n. 239 del 22 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 369), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4-bis, comma 1, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), nella parte in cui non esclude dal divieto di concessione dei benefici penitenziari, da esso stabilito, la misura della detenzione domiciliare speciale prevista dall'articolo 47-quinquies della medesima legge;
    dichiara, in applicazione dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4-bis, comma 1, della legge n. 354 del 1975, nella parte in cui non esclude dal divieto di concessione dei benefici penitenziari, da esso stabilito, la misura della detenzione domiciliare prevista dall'articolo 47-ter, comma 1, lettere a) e b), della medesima legge, ferma restando la condizione dell'insussistenza di un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti:
  alla II Commissione (Giustizia).

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
   Sentenza n. 235 del 6-16 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 365), con la quale:
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 139 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private), sollevata dal Giudice di pace di Torino, in riferimento agli articoli 2, 3, 24 e 76 della Costituzione;
    dal tribunale ordinario di Brindisi – Sezione distaccata di Ostuni, per contrasto con gli articoli 2, 3, 24, 32, 76, e con l'articolo 117, primo comma, della Costituzione, in relazione agli articoli 2 e 6 della CEDU, 6 del Trattato dell'Unione europea, e 1 e 3, comma 1, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
    dal tribunale ordinario di Tivoli e dal Giudice di pace di Recanati, per contrasto con i medesimi articoli 2, 3, 24, 32, 76 della Costituzione e con l'articolo 117, primo comma, della Costituzione, in relazione agli articoli 3 e 8 della CEDU e 1 del Protocollo addizionale alla Convenzione medesima:
  alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);
   Sentenza n. 236 del 6-16 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 366), con la quale:
    dichiara l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'articolo 29 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 (Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 28 gennaio 2009, n. 2, sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dalla Corte di cassazione e dalla Commissione tributaria provinciale di Treviso:
  alla VI Commissione (Finanze);
   Sentenza n. 237 del 6-16 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 367), con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 (Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 30 ottobre 2013, n. 125, promosse dalla Provincia autonoma di Trento, in riferimento agli articolo 8, numero 1), 16, 79, 80, 81 e 104 dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige (decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, recante «Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige»);
    all'articolo 17 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale);
    all'articolo 2 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento);
    agli articoli 117, terzo e quarto comma, e 119, primo comma, della Costituzione;
    dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 8, del decreto-legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 125 del 2013, promosse dalla Provincia autonoma di Trento, in riferimento agli articoli 8, numero 1), 79, comma 4, 87 e 88 dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige;
    al Titolo VI dello statuto speciale;
    al decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 305 (Norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino-Alto Adige per l'istituzione delle Sezioni di controllo della Corte dei conti di Trento e di Bolzano e per il personale ad esse addetto);
    all'articolo 4 del decreto legislativo n. 266 del 1992;
    agli articoli 117, quarto comma, e 119 della Costituzione;
    al principio di ragionevolezza;
    dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 10, del decreto-legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 125 del 2013, promosse dalla Provincia autonoma di Trento, in riferimento agli articoli 8, numero 1), 16, 79, comma 3, 80 e 81 dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige;
    all'articolo 17 del decreto legislativo n. 268 del 1992;
    all'articolo 2 del decreto legislativo n. 266 del 1992;
    agli articoli 117, quarto e sesto comma, 118 e 119, primo comma, della Costituzione:
  alla V Commissione (Bilancio);
   Sentenza n. 241 del 22-24 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 370), con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 271, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), sollevata, in riferimento agli articoli 3, 18, 97, 114, 118 e 119 della Costituzione, dal Consiglio di Stato, sezione V:
  alla XI Commissione (Lavoro);
   Sentenza n. 242 del 22-24 ottobre 2014 (Doc. VII, n. 371), con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 4, lettera f), della legge 10 marzo 2000, n. 62 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 33, 41 e 76 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Lazio:
  alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 16 ottobre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 26 febbraio 1987, n. 49, la relazione previsionale e programmatica sull'attività di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2015, allegata allo stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il medesimo anno.

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 23 e 24 ottobre 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce la posizione da adottare a nome dell'Unione nell'ambito dei comitati pertinenti della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite per quanto riguarda le proposte di modifica dei regolamenti UN nn. 4, 6, 11, 13, 13H, 19, 25, 34, 37, 43, 44, 48, 53, 70, 96, 98, 104, 105, 106, 107, 112, 113, 121 e 128 sul nuovo regolamento tecnico mondiale UN sugli pneumatici, sulla modifica 3 dell'RTM n. 4 UN riguardo alla procedura di certificazione mondiale dei veicoli pesanti e su una modifica della Mutual Resolution n. 1 (COM(2014)647 final), corredata dal relativo allegato (COM(2014)647 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Raccomandazione di decisione del Consiglio recante autorizzazione per l'avvio di negoziati per l'emendamento della convenzione sugli effetti transfrontalieri degli incidenti industriali (COM(2014)651 final), corredata dal relativo allegato (COM(2014)651 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio sulla posizione da adottare a nome dell'Unione europea all'ottava riunione della conferenza delle parti della convenzione di Helsinki sugli effetti transfrontalieri degli incidenti industriali in merito alla proposta di emendamento dell'allegato I (COM(2014)652 final), corredata dal relativo allegato (COM(2014)652 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente all'approvazione della conclusione da parte della Commissione, a nome della Comunità europea dell'energia atomica, alla firma, a nome dell'Unione, e all'applicazione provvisoria, nonché alla conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e la Confederazione svizzera che associa la Confederazione svizzera al programma quadro di ricerca e innovazione – Orizzonte 2020 e al programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell'energia atomica che integra Orizzonte 2020, e che disciplina la partecipazione della Svizzera alle attività condotte dall'impresa comune «Fusion for Energy» per la realizzazione di ITER (COM(2014)656 final, COM(2014)658 final e COM(2014)659 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2014)656 final – Annex 1, COM(2014)658 final – Annex 1 e COM(2014)659 final – Annex 1), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità al punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/005 FR/GAD) da parte della Francia (COM(2014)662 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, con comunicazione in data 23 ottobre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla resilienza di breve termine del sistema del gas europeo – Preparazione in vista di un'eventuale interruzione delle forniture dall'Est tra l'autunno e l'inverno 2014-2015 (COM(2014)654 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI

Misure urgenti in relazione ad efferate azioni criminali realizzate in provincia di Taranto e per la tutela dell'ordine pubblico in Puglia – 3-00698

A)

   LOSACCO e ROSATO. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   nella serata del giorno 17 marzo 2014 nei pressi di Palagiano in provincia di Taranto si è consumato un efferato triplice omicidio, tra le cui vittime anche un bambino di 4 anni;
   dalle prime ricostruzioni la vettura sulla quale viaggiavano le vittime sarebbe stata affiancata lungo la strada, costretta al margine del guard rail e crivellata di colpi;
   alla guida vi era Carla Maria Fornari di anni 30, vedova di un pregiudicato morto quattro anni fa, al suo fianco Cosimo Orlando di 44 anni, pregiudicato in stato di semilibertà e che portava in braccio il figlio della donna, avuto dal defunto marito, di quattro anni;
   illesi sono rimasti gli altri due figli di 6 e 7 anni che viaggiavano sui sedili posteriori;
   l'omicidio è avvenuto lungo la strada statale 106 jonica e le forze dell'ordine per tutta la notte hanno cercato di rintracciare gli autori dell'agguato, anche attraverso le immagini delle telecamere delle stazioni di servizio;
   l'episodio desta sconcerto per le modalità e la brutalità, che ha visto tra le vittime finanche un bambino e che comunque è avvenuto su una strada statale di grande traffico e avrebbe potuto vedere il coinvolgimento anche di altre persone;
   da tempo, anche con altri atti di sindacato ispettivo presentati in precedenza, l'interrogante evidenziato il livello di allarme che desta la questione sicurezza in Puglia, soprattutto in determinate aree, che non può essere ignorato –:
   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere con la massima urgenza per affrontare le criticità, in termini di sicurezza, presenti sul territorio pugliese, potenziando gli organici e la dotazione di mezzi di stanza in regione, al fine di presidiare in maniera più efficace il territorio e contrastare un'evidente recrudescenza delle azioni criminali che si registrano con modalità efferate e inaudite. (3-00698)


Iniziative per garantire lo svolgimento pacifico delle manifestazioni delle cosiddette «Sentinelle in piedi» – 3-00867; 3-01116

B)

   PAGANO, ROCCELLA, CALABRÒ, BINETTI, GIGLI, SBERNA, FITZGERALD NISSOLI e CARUSO. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   le aggressioni e gli atti d'intolleranza che le associazioni Glbt rivolgono contro chi manifesta pubblicamente, in modo assolutamente pacifico e senza offendere alcuno, il proprio dissenso dall'ideologia gender stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il Paese. Le violenze e le intimidazioni che vedono protagoniste varie sigle della vasta galassia Glbt sono innumerevoli e negli ultimi mesi si stanno concentrando in particolare contro le «Sentinelle in piedi», un'associazione di cittadini la cui attività di difesa e promozione della dignità della persona, della famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna e della libertà di espressione si svolge con veglie silenziose nelle piazze, sempre nel pieno rispetto delle opinioni e delle idee altrui;
   l’escalation di violenza contro le «Sentinelle in piedi» è confermata da numerosi episodi dettagliatamente documentati da qualificate fonti di stampa. Il quotidiano telematico La Nuova Bussola Quotidiana e il quotidiano Avvenire del 2 giugno 2014, così come i quotidiani Libero e La Stampa del 3 giugno 2014, riportano, infatti, la notizia dell'ultimo episodio di intolleranza e censura subito dalle «Sentinelle in piedi» il 31 maggio 2014 a Lecce. Gli attivisti della locale associazione, dopo aver effettuato i prescritti adempimenti nei confronti della questura, si apprestavano, infatti, a dare vita ad una pacifica quanto pacata veglia di protesta contro la legge sull'omofobia – nota come disegno di legge «Scalfarotto» – e le sue conseguenze liberticide – nel senso che viene eliminata ogni libertà d'opinione – quando sono stati letteralmente accerchiati e impediti dal proseguire la manifestazione con urla, cori e insulti ad opera di un folto gruppo di militanti di varie associazioni Glbt. Le modalità con cui è stata fermata la manifestazione delle «Sentinelle in piedi», accuratamente descritte dai giornali e visibili nei video presenti sulla rete, dimostrano come si sia trattato di un raid pianificato con il preciso intento di reprimere e inibire ogni opinione o idea che contrasti con l'ideologia gender. Ad ulteriore conferma del carattere assolutamente pacifico della veglia delle «Sentinelle in piedi» e della natura intimidatoria e intollerante della «contro-manifestazione» degli attivisti Glbt, nonché a conferma della pericolosità del disegno di legge sull'omofobia per l'esercizio della libertà di espressione, il citato articolo de La Nuova Bussola Quotidiana così riportava: le «Sentinelle in piedi» «in una nota diffusa poche ore dopo la veglia, ringraziano gli attivisti Glbt per quanto hanno fatto (...) a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del disegno di legge “Scalfarotto”. Quest'ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con una madre e un padre; i sostenitori del disegno di legge lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso». E ringraziano pure la questura di Lecce: «la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti Glbt di mostrarsi per quello che sono»;
   il grave episodio verificatosi a Lecce non è purtroppo un caso isolato. Le «Sentinelle in piedi» sono state vittime, infatti, di una lunga serie di manifestazioni di intolleranza repressiva e violenta, tra le quali si ricorda l'episodio accaduto a Trento l'11 aprile 2014 – richiamato sempre da La Stampa del 3 giugno 2014 – dove 200 contestatori aderenti ad associazioni Glbt e centri sociali si sono infilati tra le fila delle «Sentinelle in piedi», provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia, episodio «emulato», pur senza l'ausilio di cani di grossa taglia ma con lo stesso portato di violenza e intolleranza, qualche giorno più tardi a Verona e ripreso dal quotidiano L'Arena del 14 aprile 2014; identico «copione» quello ripetutosi a Siena il 20 maggio 2014, e riportato dal quotidiano online Tempi.it, dove un gruppo di contestatori delle locali associazioni Glbt, oltre ad interrompere la veglia delle «Sentinelle in piedi» con il solito «repertorio» di provocazioni, insulti e intimidazioni, ha inscenato la propria protesta deliberatamente con baci saffici di fronte ai minorenni presenti;
   insulti, grida minacciose, urla le «armi» con cui un altro gruppo di violenti contestatori appartenenti ad associazioni Glbt tenta di interrompere una veglia delle «Sentinelle in piedi» svoltasi a Perugia il 29 marzo 2014, il tutto postato su Youtube in un video;
   a tali episodi riguardanti nello specifico le «Sentinelle in piedi» si aggiungono numerose altre contestazioni compiute dai gruppi Glbt ai danni di singoli o altre associazioni con lo stesso modus operandi e la stessa finalità di inibire e al tempo stesso provocare una qualche reazione «scomposta» nei soggetti provocati, in modo da poter strumentalmente denunciare il compimento di un gesto «omofobo» da parte degli stessi. Questo è quanto verificatosi sia in occasione del convegno dal titolo «Gender, omofobia, transfobia. Verso l'abolizione dell'uomo?» svoltosi a Casale Monferrato il 22 settembre 2013 e violentemente interrotto da gruppi aderenti ai collettivi Glbt – il tutto documentato in un articolo e in un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano dal giornalista Simone Badaucco –, sia all'istituto paritario Faà di Bruno di Torino dove gli attivisti Glbt, nel novembre 2013, hanno inscenato proteste e contestazioni per impedire che nella scuola venisse svolto un ciclo di seminari sulla «bellezza della famiglia tradizionale minacciata dall'ideologia gender». Sia ancora con lo scrittore e giornalista Mario Adinolfi, ex parlamentare del Partito democratico, che viene regolarmente aggredito verbalmente ogni qualvolta presenta il suo libro «Voglio la mamma» in pubbliche conferenze. L'ultimo episodio, di una lunga serie, è avvenuto durante il convegno tenutosi all'Università Roma Tre martedì 27 maggio 2014. Come ben descritto dal quotidiano Avvenire del 1o giugno 2014, a pagina 3, dell'inserto Romasette, «durante il convegno c’è stata l'incursione di studenti di altre facoltà» che hanno disturbato l'incontro e con provocazioni hanno cercato di impedire il dibattito;
   in considerazione dell'entità e gravità della questione esposta, la soluzione della stessa è resa ancor più urgente dall'imminenza delle prossime manifestazioni delle «Sentinelle in piedi» in programma venerdì 13 giugno 2014 a Trento e Messina, sabato 14 giugno 2014 a Parma, Busto Arsizio, Brescia e Catania, domenica 15 giugno 2014 a Verona e Cremona e delle altre che sono state già programmate nelle prossime settimane –:
   tenuto conto della escalation d'intolleranza e violenza che questi episodi stanno avendo, quali iniziative il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare affinché manifestazioni quali quelle descritte possano svolgersi pacificamente.
(3-00867)


   GIGLI e SBERNA. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   molti cittadini hanno partecipato, in data 5 ottobre 2014, ad una veglia silenziosa e non-violenta, organizzata dal movimento «Sentinelle in piedi», manifestando con semplicità nelle piazze d'Italia, appunto restando in piedi silenziosamente e leggendo un libro, per affermare la legittima opinione che «il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha diritto di avere una mamma e un papà, che una famiglia ha il diritto di educare liberamente i propri figli»;
   non sono, però, mancate le contestazioni da parte di chi non condivide tali posizioni, tanto che mentre si svolgeva l'iniziativa sono state organizzate contro iniziative anche violente nei confronti di tale libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente tutelata;
   nella città di Pisa il numero di contestatori è arrivato, secondo gli organizzatori della manifestazione, a circa duecento persone, le quali hanno preso ad occupare lo spazio legittimamente occupato dai manifestanti, arrivando ad offendere individualmente le persone;
   alcune «Sentinelle in piedi» sono state circondate da gruppetti di facinorosi, divenendo oggetto di gravi ingiurie;
   nessuna Sentinella risponde alle pur pesanti provocazioni e le forze dell'ordine non sono intervenute a loro difesa;
   l'intera area destinata alla legittima manifestazione è occupata dai contestatori che intonano canti dal contenuto osceno: si racconta che alcuni bambini presenti alla veglia siano scoppiati in lacrime e una donna incinta sia stata strattonata, mentre si è assistito all'esposizione di cartelli blasfemi;
   in seguito all'intervento della digos, gli organizzatori hanno deciso di interrompere la veglia scortati dalla polizia;
   si fa presente come gli organizzatori della veglia delle «Sentinelle in piedi» di Pisa abbiano consegnato in data 2 ottobre 2014 al responsabile dell'ordine pubblico della questura di Pisa una richiesta scritta di presenza adeguata delle forze dell'ordine, motivata da voci insistenti circolanti in città su contestazioni organizzate contro le «Sentinelle in piedi»;
   la mattina del 5 ottobre 2014, a poche ore dall'inizio della veglia, è stata notificata via e-mail alla questura di Pisa una minaccia esplicita verso la veglia delle «Sentinelle in piedi» pervenuta sul profilo Facebook «Sentinelle in piedi Pisa»;
   nella città di Genova un folto numero di persone dei centri sociali e dell'Arcigay ha pesantemente e continuamente disturbato il regolare svolgersi della veglia, nonostante l'esemplare esempio di non-violenza offerto dalle «Sentinelle in piedi», le quali in nessun modo hanno reagito alle provocazioni;
   mentre le «Sentinelle in piedi» vegliavano leggendo un libro in silenzio, molti giovani si inserivano tra le fila, disturbando la lettura, anche con cani, insultando e deridendo i veglianti, mimando scene erotiche e creando capannelli;
   un fumogeno, poi spostato dalle forze dell'ordine, è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia;
   una parte dell'area coperta dalle «Sentinelle in piedi» è stata completamente invasa dai contromanifestanti: anche in quella zona, sebbene attorniati, i partecipanti sono rimasti impassibili, senza rispondere alle provocazioni;
   vari adesivi Glbt sono stati applicati sullo striscione delle «Sentinelle in piedi», che, infine, è stato rotto dai provocatori;
   nella città di Torino le «Sentinelle in piedi» sono state oggetto di insulti pesantissimi, derisi, invitati a suicidarsi, chiamati impropriamente fascisti, con toni erano di un'aggressività verbale davvero inaccettabile per un Paese civile, tanto che un bambino di 10 anni si è sentito male ed è stato allontanato;
   un altro ragazzo, dodicenne, è stato insultato con insistenza, ma è rimasto calmo al suo posto, anche se molto turbato dalla grande violenza subita;
   a Rovereto, una ventina di giovani anarchici a volto scoperto, prevalentemente vestiti di nero, si sono presentati un quarto d'ora prima dell'inizio della veglia delle «Sentinelle in piedi»: la portavoce del manipolo si è immediatamente rivolta con fare minaccioso ai referenti delle «Sentinelle in piedi» presenti sul posto, intimando loro di abbandonare la piazza;
   alla risposta pacata ma ferma delle «Sentinelle in piedi», che hanno ricordato loro di essere in possesso dell'autorizzazione di manifestare rilasciata dalla Questura, si è verificata un’escalation di violenza: dalle minacce verbali – l'appellativo «omofobi», ad esempio – si è infatti repentinamente passati all'aggressione fisica e al lancio di uova fresche e gavettoni d'acqua;
   uno degli aggressori ha eloquentemente mostrato al portavoce delle «Sentinelle in piedi», quale tacita minaccia, il calcio di una pistola, anche se non è dato sapere se fosse vera o finta;
   le «Sentinelle in piedi» non hanno potuto far altro che rifugiarsi all'interno di un locale – fortunatamente aperto – nei pressi della piazza dov'era prevista la veglia, da dove hanno proseguito nel tentativo d'instaurare un dialogo con i loro aggressori, allertando, però, nel contempo le forze dell'ordine;
   dopo circa una decina di minuti il drappello di anarchici ha abbandonato la piazza, rubando alle «Sentinelle in piedi» una borsa contenente del materiale;
   la polizia, arrivata sul posto ad aggressione conclusa, nonostante il preavviso delle «Sentinelle in piedi» circa la realizzazione della manifestazione, non ha potuto far altro che raccogliere le testimonianze degli organizzatori e dei passanti, sconcertati per l'aggressività manifestata dai contestatori;
   due persone sono state portate al pronto soccorso: un sacerdote, ripetutamente spintonato, e uno degli organizzatori della veglia, che ha ricevuto una testata sul setto nasale;
   il primo è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di due giorni, mentre il secondo ha riportato la rottura del setto nasale;
   nella città di Bologna, mentre le «Sentinelle in piedi» si stavano predisponendo per la veglia, è giunto in piazza un corteo formato da militanti di Rifondazione comunista e dei centri sociali, i quali hanno subito cercato di sfondare il cordone formato dagli uomini della polizia per proteggere le «Sentinelle in piedi»;
   la situazione è precipitata al punto che la polizia è stata costretta a caricare, mentre i contromanifestanti hanno cominciato a lanciare sui veglianti fumogeni e razzetti da stadio che hanno raggiunto alcune persone;
   seppure in un clima surreale, le «Sentinelle in piedi» si vedono costrette ad anticipare l'inizio della veglia, cosa che scatena una fitta pioggia di uova e bottiglie da parte degli antagonisti;
   molti legittimi manifestanti sono stati imbrattati: una bottiglia per pochissimo non ha colpito una bambina di sei anni, mentre una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi;
   solo l'intervento della polizia ha permesso ai pacifici manifestanti di lasciare la piazza indenni;
   nella città di Napoli tutta la veglia è stata disturbata da lancio di uova e altri oggetti, insulti urlati al megafono, mentre i manifestanti dei gruppi Glbt hanno cercato più volte di rompere il cordone della polizia;
   ci sono stati spintoni e continue provocazioni da parte degli attivisti Glbt, i quali hanno urlato più volte al megafono che le «Sentinelle in piedi» non avevano alcun diritto di manifestare, a dispetto del chiaro dettato dell'articolo 21 della Costituzione, nonché dell'autorizzazione regolarmente concessa alla pacifica manifestazione;
   le forze dell'ordine hanno dovuto gestire la criticità maggiore al termine della veglia, quando la pressione degli attivisti Glbt per entrare a contatto con le «Sentinelle in piedi» si è fatta massima;
   nella città di Trieste, durante la veglia un gruppo di persone dei centri sociali e dell'Arcigay si è inserito tra le file dei legittimi manifestanti: alcune di queste persone si sono sedute letteralmente sui piedi di alcune «Sentinelle in piedi», altri hanno iniziato a ballare e cantare a pochi centimetri dalle «Sentinelle in piedi», che non hanno, però, mai risposto alle provocazioni ed hanno mantenuto la calma, continuando a manifestare legittimamente e pacificamente, leggendo in silenzio;
   ad Aosta si è sfiorata l'aggressione fisica delle «Sentinelle in piedi» da parte di un gruppo di attivisti dei sindacati, di Rifondazione comunista e di gruppi Glbt: la veglia è stata disturbata da insulti, mentre gli attivisti Glbt si sono avvicinati sempre più alle «Sentinelle in piedi»; uno dei legittimi manifestanti ha accusato un malore ed è stato soccorso;
   a Parma la veglia delle «Sentinelle in piedi» è stata disturbata dalle urla e degli insulti degli attivisti dei movimenti Glbt che hanno cercato di raggiungere le file delle «Sentinelle in piedi», ma fortunatamente sono stati bloccati dalle forze dell'ordine;
   infine, nella città di Milano la veglia silenziosa di 400 «Sentinelle in piedi» è stata disturbata da militanti Glbt, che con un megafono hanno urlato volgarità e oscenità di ogni tipo –:
   di fronte al ripetersi di questi gravi fatti di intolleranza portati avanti dai sostenitori dell'ideologia del gender, come intenda adoperarsi il Ministro interrogato per tutelare la libertà di manifestazione del pensiero. (3-01116)