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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 17 ottobre 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 17 ottobre 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Catania, Cecconi, Cicchitto, Cirielli, Colonnese, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Merlo, Mogherini, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Vargiu, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 16 ottobre 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PATRIARCA ed altri: «Disciplina dei trust istituiti in favore di persone in situazioni di svantaggio» (2671);
   VERINI ed altri: «Modifica all'articolo 1 della legge 3 agosto 2004, n. 206, concernente l'estensione dei benefìci previsti per le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice in favore delle vittime della violenza politica» (2672);
   GASPARINI: «Norme per l'elezione del sindaco e del consiglio delle città metropolitane» (2673).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 16 ottobre 2014 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dal Ministro degli affari esteri:
  «Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006» (2674).

  Sarà stampato e distribuito.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

  La proposta di legge n. 2585, d'iniziativa dei deputati VALERIA VALENTE ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Introduzione dell'educazione alle differenze di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università».

Trasmissione dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 16 ottobre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230, la relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile ai sensi della medesima legge n. 230 del 1998, recante nuove norme in materia di obiezione di coscienza, riferita all'anno 2013 (Doc. CLVI, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 16 ottobre 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Lettera rettificativa al bilancio rettificativo n. 4/2014 – Stato generale delle entrate – Stato delle spese per sezione – Sezione III – Commissione – Sezione IX – Garante europeo della protezione dei dati (COM(2014) 641 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Comunicazione della Commissione al Consiglio – Fondo europeo di sviluppo (FES): previsioni degli impegni, dei pagamenti e dei contributi degli Stati membri per il 2014, il 2015, il 2016, il 2017 e il 2018 (COM(2014) 644 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa ai contributi finanziari che gli Stati membri devono versare per finanziare il Fondo europeo di sviluppo, compresi il massimale per il 2016, l'importo per il 2015 e la prima quota per il 2015 (COM(2014) 645 final), corredata dal relativo allegato (COM(2014) 645 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative di competenza in ordine a recenti atti violenti ed intimidatori ai danni di esponenti del movimento Sentinelle in Piedi e per il rispetto dell'articolo 21 della Costituzione – 2-00712

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   le aggressioni e gli atti d'intolleranza contro chi manifesta pubblicamente le proprie idee, a favore della famiglia naturale, in modo assolutamente pacifico e silenzioso, senza offendere alcuno, stanno crescendo in maniera preoccupante in tutto il Paese;
   le violenze e le intimidazioni ai danni dei manifestanti sono innumerevoli e negli ultimi mesi si stanno concentrando in particolare contro le Sentinelle in Piedi, un'associazione di cittadini la cui attività di difesa e promozione della dignità della persona, della famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna e della libertà di espressione si svolge con veglie silenziose nelle piazze, semplicemente leggendo un libro, nel pieno rispetto delle opinioni e delle idee altrui;
   l’escalation di violenza contro le Sentinelle in Piedi è confermata da numerosi episodi dettagliatamente documentati da testimonianze, video e qualificate fonti di stampa. Il settimanale Tempi, il quotidiano on-line La Nuova Bussola Quotidiana e Avvenire, così come i quotidiani Il Corriere della Sera, la Repubblica e Il Foglio del 6 ottobre 2014 e Libero, Il Giornale, La Stampa e Avvenire del 7 ottobre 2014 riportano la notizia dell'ultimo episodio di intolleranza e censura subito dalle Sentinelle in Piedi il 5 ottobre 2014 in molte piazze italiane;
   il 5 ottobre 2014 Le Sentinelle in Piedi hanno manifestato in 70 piazza italiane, da Bergamo a Cagliari, per la libertà d'espressione e per il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, sempre con la stessa modalità: per un'ora i veglianti sostano immobili e in silenzio nelle piazze leggendo un libro, a due metri di distanza l'uno dall'altro;
   dopo aver effettuato i prescritti adempimenti nei confronti della questura, le Sentinelle in Piedi si apprestavano a dare vita alla pacifica veglia di protesta contro la legge sull'omofobia, quando è iniziata un'aggressione ben organizzata, in tutte le piazze, contro i manifestanti. Ovunque, le Sentinelle in Piedi sono state minacciate, accerchiate, aggredite con insulti e violenze – spesso in presenza di bambini e donne in gravidanza – e costrette perfino a lasciare la piazza, spesso, ma non sempre, scortate dalla polizia;
   a Rovereto, per esempio, uno degli aggressori ha mostrato al portavoce delle Sentinelle in Piedi, quale tacita minaccia, il calcio di una pistola. Di fronte a tale violenza le Sentinelle in Piedi non hanno potuto far altro che rifugiarsi all'interno di un locale nei pressi della piazza dov'era prevista la veglia. In seguito, due persone sono state portate al Pronto soccorso: un sacerdote – che indossava il clergyman e, quindi, era chiaramente riconoscibile quale consacrato – cui sono state lanciate delle uova in testa ed è stato ripetutamente aggredito e uno degli organizzatori della veglia, che ha ricevuto una testata sul setto nasale. Il primo è stato dimesso dal Pronto soccorso con una prognosi di due giorni, mentre il secondo ha riportato la rottura del setto nasale;
   a Genova un fumogeno è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia, mentre a Torino, per le gravi minacce, un bambino si è sentito male ed è stato allontanato. A Bologna, come a Napoli, un corteo di provocatori ha cercato di sfondare il cordone della polizia a protezione delle Sentinelle in Piedi, lanciando sui veglianti fumogeni e razzi da stadio che hanno raggiunto alcune Sentinelle in Piedi. Una bottiglia scaraventata contro le Sentinelle in Piedi ha sfiorato una bambina di sei anni. Una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi;
   sintomatico il caso di Pisa di cui si riporta la cronologia: ore 18 del 5 ottobre 2014 inizia la veglia con il discorso del portavoce, subito coperto dalle urla di una cinquantina di contestatori. In piazza dei Cavalieri sono presenti due agenti di polizia, due carabinieri e un agente della scientifica. Ore 18:05: il numero di contestatori arriva a circa duecento. I contestatori iniziano a occupare lo spazio delle Sentinelle in Piedi e a offendere individualmente le persone. Alcune Sentinelle in Piedi vengono circondate da gruppetti di contestatori e fatte oggetto di pesanti ingiurie. Nessuna Sentinella in Piedi risponde alle pur pesanti provocazioni. Le forze dell'ordine non intervengono. Ore 18:15: l'intera area destinata alla veglia è occupata dai contestatori che intonano canti dal contenuto osceno. Alcuni bambini presenti alla veglia piangono spaventati, una signora in attesa di un bambino viene strattonata. Il banner delle Sentinelle in Piedi viene usato per esporre cartelli blasfemi. Ore 18:20: giungono in piazza 2 o 3 agenti della Digos. Ore 18:30: sentito il parere degli agenti della Digos gli organizzatori decidono di interrompere la veglia per evitare che qualche Sentinella in Piedi ceda ai sempre più e pesanti insulti e provocazioni: è stato impedito il regolare svolgimento di una manifestazione pacifica, rispettosa e autorizzata. La prepotenza ha prevalso. Ore 19: gli organizzatori e alcune famiglie con bambini lasciano la piazza scortati dalla polizia. Si tenga presente che gli organizzatori della veglia delle Sentinelle in Piedi di Pisa hanno consegnato in data 2 ottobre 2014, al responsabile dell'ordine pubblico della questura di Pisa, una richiesta scritta di presenza adeguata delle forze dell'ordine motivata da voci insistenti circolanti in città su contestazioni organizzate contro le Sentinelle in Piedi. La mattina del 5 ottobre 2014, a poche ore dall'inizio della veglia, è stata notificata via mail alla questura di Pisa una minaccia esplicita verso la veglia delle Sentinelle in Piedi pervenuta sul profilo facebook Sentinelle in Piedi Pisa. È estremamente preoccupante che si sia ritenuto sufficiente un numero così scarso di agenti, nonostante i segnali di rischio presenti;
   a ben vedere, le modalità con cui sono state bloccate le manifestazioni delle Sentinelle in Piedi, descritte da alcuni giornali e visibili nei video presenti sulla rete, dimostrano come si sia trattato di un raid pianificato e organizzato, svolto con le stesse modalità in tutta Italia, contro persone inermi che hanno cercato di portare a termine la loro veglia nonviolenta. I contestatori avevano un solo scopo: intimidire i manifestanti e reprimere ogni opinione o idea diversa dalla propria;
   questi episodi, seppure più evidenti perché avvenuti in contemporanea in molte piazze italiane, non sono purtroppo gli unici. Le Sentinelle in Piedi sono state vittime, infatti, nei mesi passati, di una lunga serie di dimostrazioni di intolleranza repressiva e violenta, tra le quali si ricorda l'episodio accaduto a Trento l'11 aprile 2014 – richiamato dal La Stampa del 3 giugno 2014 – dove 200 contestatori aderenti ad associazioni lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) e a centri sociali si sono infilati tra le fila delle Sentinelle in Piedi provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia, episodio «emulato», con la stessa violenza e intolleranza, qualche giorno più tardi a Verona e ripreso dal quotidiano L'Arena del 14 aprile 2014; identico il copione ripetuto a Siena il 20 maggio 2014 e riportato dal quotidiano on-line tempi.it;
   a tali episodi riguardanti nello specifico le Sentinelle in Piedi si aggiungono numerose altre contestazioni compiute da gruppi Lgbt ai danni di singoli o altre associazioni con lo stesso modus operandi e la stessa finalità di provocare una qualche reazione dei manifestanti, in modo da poter poi strumentalmente denunciare il compimento di un gesto «omofobo» da parte degli stessi. Si ricorda, tra gli altri, quanto accaduto all'istituto paritario Faà di Bruno di Torino dove gli attivisti Lgbt, nel novembre 2013, hanno inscenato proteste e contestazioni per impedire che nella scuola venisse svolto un ciclo di seminari sulla «bellezza della famiglia tradizionale minacciata dall'ideologia gender», o quanto è accaduto durante il convegno tenuto all'università Roma Tre martedì 27 maggio 2014, ben descritto dal quotidiano Avvenire del 1o giugno 2014;
   la Costituzione all'articolo 21 afferma che «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» –:
   di quali elementi disponga il Governo in merito ai fatti del 5 ottobre 2014 riportati in premessa;
   quali iniziative siano state assunte dalle forze dell'ordine intervenute e quali misure siano eventualmente state adottate nei confronti degli autori delle contestazioni;
   tenuto conto dell’escalation d'intolleranza e violenza che questi episodi stanno avendo, quali iniziative il Ministro interpellato ritenga opportuno adottare per garantire l'effettivo rispetto dell'articolo 21 della Costituzione.
(2-00712) «Roccella, Pagano, Calabrò, Scopelliti, Sammarco, Piccone, Pizzolante, Piso, Saltamartini, Misuraca, Minardo, Dorina Bianchi, Garofalo».


Iniziative per la definizione di un programma volto al contrasto del dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del fiume Seveso – 2-00708

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   il dissesto idrico nella zona a nord della città di Milano, problema più che cinquantennale, ha naturalmente da ritrovare le sue cause, come già si annotava negli uffici comunali milanesi negli anni Sessanta, nell'improvvido e incauto consumo di suolo della speculazione edilizia e nella barbara cementificazione, che dagli anni del boom economico, ha continuato e continua a fare scempio delle ricchezze e bellezze di un ormai irriconoscibile e deturpato territorio lombardo, brianzolo e milanese; scempio che ha creato la definizione, per l'area che va da Milano fino a Varese, di «città infinita»: uno dei luoghi più antropizzati e inquinati d'Europa, confrontabile alla sola regione della Ruhr tedesca;
   analogo discorso va fatto per la sua rete idrica, i suoi fiumi e torrenti: il torrente Seveso, oggetto di questo atto, è il terzo fiume più inquinato del continente;
   l'urbanizzazione abnorme lungo le sue rive, giunta addirittura fino allo stesso letto del torrente, ha portato ad azzerare la permeabilità del territorio circostante: le acque piovane dei collettori e degli scarichi industriali e urbani contribuiscono ad aumentare la portata del fiume, senza alcuna dispersione. Questo, e non il cambiamento climatico, è il vero problema del Seveso, così come del Lambro e del Lura; in ordine alle ultime esondazioni, in nessun caso i volumi di precipitazione sono stati tali da potersi parlare di piogge alluvionali;
   per risolvere il problema delle esondazioni del fiume nei quartieri settentrionali di Milano, si sono succedute negli anni, fin da un decreto legge del 1951, firmato dal Presidente della Repubblica Einaudi, una serie di ipotesi, fra loro diversissime e mai attuate; l'ultima, la realizzazione di vasche di laminazione da costruirsi nei comuni dell’hinterland, è della giunta Moratti; ipotesi che andò a cancellare il precedente progetto di raddoppio del canale scolmatore del fiume, annunciato dal sindaco Albertini;
   scelto il territorio di Senago come sito, il progetto, la cui realizzazione dovrebbe cominciare nella primavera del 2015, è stato dal 2009 ininterrottamente bocciato, con atti votati all'unanimità, dal consiglio comunale della città; fermamente contrari al progetto, insieme a Senago, sono inoltre le amministrazioni presenti sul territorio, come ad esempio quella di Bollate;
   la scelta della città di Senago è da ascrivere alla minore urbanizzazione del suo territorio; sarà così a dover pagare la cementificazione selvaggia di questo cinquantennio uno tra i pochi comuni virtuosi della provincia, in ogni caso un territorio che non ha avuto alcuna responsabilità nello squilibrio idrico del fiume;
   la realizzazione della vasche di laminazione sul territorio di Senago non risulterebbe risolutiva del problema, secondo quanto rilevato dai tecnici dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO): per azzerare il flusso d acqua del torrente Seveso, a monte della presa di Palazzolo del Canale Scolmatore di nord-ovest, risulta che sarebbe necessario un volume complessivo di 4.300.000 metri cubi, al quale le vasche di Senago contribuirebbero con un milione di metri cubi;
   le vasche senaghesi sono distanti circa 4 chilometri dal torrente principale e sono ad esso collegate tramite il canale scolmatore nord-ovest; tale canale, costruito negli anni Sessanta, devia le acque verso il nodo idraulico di Vighignolo e da qui verso il Ticino e l'Olona. Il progetto di raddoppio della sua portata (30 metri cubi al secondo), insufficiente a contenere le piene causate dalla crescente urbanizzazione degli anni Ottanta, non fu mai completato, su indicazione dell'autorità di bacino del fiume Po; si sarebbe, infatti, compromesso l'equilibrio ambientale del fiume Ticino;
   la distanza dall'alveo del fiume e l'afflusso delle acque, vincolato alla portata del canale, fa comunque incomprensibilmente giudicare prioritarie le vasche senaghesi rispetto alle altre in progetto sull'asse del fiume; le vasche di Senago, come spiega una nota di Legambiente del mese di agosto 2014, «nulla infatti potranno contro gli acquazzoni tra Cinisello, Cormano e Paderno Dugnano: tutti comuni posti a valle dello scolmatore di nord ovest»;
   il comune di Senago, supportato dal dipartimento di ingegneria civile e architettura dell'università di Pavia, ha proposto soluzioni alternative anche attraverso il potenziamento del canale scolmatore nord-ovest con minori costi di realizzazione e di manutenzione degli impianti, ridotto impatto ambientale e maggior efficacia dei risultati attesi, che tuttavia sono state respinte;
   il numero di esondazioni evitate dalle sole vasche di laminazione di Senago sarebbe pari a quello che si potrebbe ottenere dalla bonifica sostanziale del torrente, dalla riqualificazione dell'ex depuratore di Varedo e dal potenziamento del canale scolmatore;
   all'elevato importo del costo di realizzazione dell'opera, andrebbero a sommarsi gli altrettanto gravosi costi di manutenzione di circa 450.000 euro annui;
   tali vasche produrrebbero, inoltre, un notevole impatto ambientale, in quanto localizzate in gran parte all'interno del parco delle Groane, sottoposto a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004;
   entrambi gli invasi previsti inferirebbero con la falda freatica sottostante creando i presupposti di una sua possibile, se non probabile, contaminazione. Tale flusso di falda alimenta i pozzi idropotabili della confinante città di Bollate, rappresentando un rischio potenziale per la potabilità delle acque dei cittadini bollatesi;
   non è mai stata fatta una seria e accurata valutazione strategica ambientale per il progetto di piano di risanamento idraulico del fiume;
   in assenza di una serie di interventi di sostenibilità ambientale, le vasche diventerebbero rapidamente vasche di decantazione per fanghi e inquinanti vari, con costi altissimi di manutenzione e deperimento delle aree di afferenza, sugli unici territori che hanno gli spazi per contenerle, quelli appartenenti ai comuni più virtuosi, quelli cioè che meno di altri hanno consumato suolo: si deve quindi considerare prioritario il disinquinamento del Seveso, con un piano regionale attraverso il contratto di bacino, analogamente a quanto fatto con successo sull'Adda; sui comuni dell'asse del fiume andranno gestite separatamente le acque bianche, nere e meteoriche, depurando le seconde e gestendo in modo sostenibile le terze, affinché rimangono nei territori di caduta attraverso la ripermealizzazione del suolo e l'inverdimento; parallelamente, la città di Milano deve correggere le inefficienze della propria rete fognaria; infine, si deve agire in modo più efficace contro chi inquina in modo illegale. Recupero del verde urbano e dell'equilibrio idrogeologico: questa è la via; occorrono non le solite cure tardive ed emergenziali, atte a curare il mero sintomo, ma seri interventi strutturali che possano risolvere il problema alla sua origine e nel suo complesso: il primo passo è fermare il già altissimo livello di cementificazione e urbanizzazione, attraverso un'azione di controllo da parte delle istituzioni sovracomunali;
   nell'ambito dell'audizione svoltasi in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati del 23 luglio 2014, il coordinatore della struttura di missione a Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico si è detto aperto al dialogo fra Governo, istituzioni locali e cittadini;
   nel medesimo mese, durante un incontro fra lo stesso dottor Erasmo de Angelis, regione Lombardia, comune di Milano e gli amministratori del comune di Senago, si è concordato come la priorità assoluta d'intervento sul torrente sia la depurazione delle sue acque;
   rispondendo in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici l'11 settembre 2014, ad un'interrogazione presentata dagli onorevoli Grimoldi e Rondini sulla questione, il Sottosegretario di Stato Velo ha spiegato come «la soluzione delle criticità ambientali dovrà andare di pari passo con la costruzione e messa in opera delle vasche di laminazione progettate lungo l'asta del Seveso, opera contemplata all'interno dell'accordo quadro di sviluppo territoriale “Contratto del Fiume Seveso”». Tale accordo prevede diversi interventi finalizzati proprio al miglioramento delle acque del fiume in parola, riguardanti principalmente opere di fognatura per l'eliminazione di scarichi diretti e opere di depurazione;
   la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, unitamente alla regione Lombardia, sta monitorando lo stato di attuazione degli interventi già individuati, molti dei quali già in fase di gara o di progettazione avanzata e per la maggior parte dei quali si prevede la completa realizzazione entro la fine del 2015;
   oltre agli interventi previsti nell'accordo citato, all'interno dello stesso progetto di realizzazione delle vasche del Seveso è stata prevista, ed è in fase di esecuzione, un'attenta attività di monitoraggio della qualità delle acque, nell'ottica di garantire l'efficacia delle strutture progettate, non solo ogni qualvolta esse saranno impegnate dalle acque di piena, ma anche nella vita ordinaria di tempo asciutto in cui l'area della vasca sarà destinata ad altri usi e destinazioni ambientali e le caratteristiche dell'acque ne determineranno la fruibilità;
   ad ogni buon conto la regione Lombardia ha comunicato di aver recentemente destinato agli agglomerati interessati dalla causa C 85/13 (sentenza di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea del 10 aprile 2014) – che, si ripete, non riguarda l'agglomerato Seveso nord – risorse pari a circa 22 milioni di euro derivanti dall'apposito fondo che la legge di stabilità 2014 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per finanziare un piano straordinario di interventi «finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani»;
   si è a conoscenza dell'impegno di tutte le istituzioni rispetto alla definizione di un percorso che possa risolvere il problema delle esondazioni del Seveso, attraverso la depurazione delle sue acque, il raddoppio del canale scolmatore e la realizzazione di una serie di interventi di sostenibilità ambientale di minore impatto sul territorio –:
   quali iniziative di competenza il Governo abbia intenzione di intraprendere per la definizione di un percorso, concordato con le amministrazioni locali, che preveda la messa in campo di tutti gli interventi di risanamento ambientale menzionati.
(2-00708) «Cimbro, Civati, Cominelli, Colaninno, Casati, Cova, Mauri, Peluffo, Marchi, Francesco Sanna, Giuseppe Guerini, Guerra, Laforgia, Portas, Ginoble, Berretta, Marrocu, Oliverio, Monaco, Rabino, Dambruoso, Daniele Farina, Kronbichler, Quaranta, Prina, Crimì, Gianni Farina, Gadda, Pollastrini, Stumpo, Roberta Agostini, Fiorio, Ferrari, Ferro, Albini, Coccia, Rondini».


Stato di attuazione delle misure previste dal decreto-legge n. 133 del 2013, cosiddetto «Terra dei fuochi», e iniziative per incrementarne l'efficacia – 2-00713

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'interno, il Ministro della salute, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   il Parlamento, il 5 febbraio 2014, ha provveduto alla conversione in legge del decreto-legge n. 133 del 2013, cosiddetto «Terra dei fuochi», con la legge n. 5 del 2014;
   il testo definitivo, licenziato dal Parlamento, ha previsto, tra le varie disposizioni in esso articolate a tutela dell'ambiente e nell'ambito delle strategie di contrasto ai roghi tossici, l'istituzione del reato di combustione dei rifiuti, una spinta alle attività di bonifica dei suoli inquinati, il conferimento di poteri speciali al prefetto di Napoli, la creazione, presso il dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, di un gruppo per il monitoraggio, la mappatura dei terreni inquinati, l'uso dell'esercito e lo screening sanitario gratuito per i cittadini residenti in Campania e Puglia;
   il testo, inoltre, ha previsto il coinvolgimento, ai fini delle attività di monitoraggio ambientale e dello stato di salute della cittadinanza residente in Campania e in Puglia, ed in particolare nei territori a rischio inquinamento e roghi tossici, dell'Istituto superiore delle sanità, nonché l'implementazione dello studio Sentieri;
   la legge n. 5 del 2014, inoltre, ha accolto anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione, con particolare riferimento alla previsione di particolari strumenti di accelerazione delle bonifiche, l'utilizzo dell'esercito a scopo di sorveglianza, nonché l'istituzione di un fondo ad hoc (Fondo unico giustizia) alimentato dalla confisca dei beni provenienti dalle attività della criminalità organizzata e dai guadagni legati agli eco-reati per reperire risorse per le bonifiche;
   alta è l'attenzione dell'opinione pubblica circa lo stato di applicazione delle norme contenute nella legge sulla «Terra dei fuochi» e fortissime sono le aspettative e le speranze delle popolazioni residenti in Campania, ed in particolare, nell'area a nord di Napoli, nel casertano e nell'agro nolano, territori martoriati dalle ecomafie che, negli anni, non hanno mai esitato di fronte alla possibilità di assicurarsi facili e cospicui guadagni attraverso lo sversamento abusivo di rifiuti tossici e di roghi dolosi;
   nonostante i buoni propositi del testo di legge, non accennano a diminuire, nella «Terra dei fuochi», i roghi tossici e gli sversamenti abusivi;
   quanto sopra, ha trovato conferma in una recentissima inchiesta televisiva diffusa dal noto programma Le Iene, in onda sul canale nazionale Italia Uno;
   durante la predetta intervista, sono state diffuse immagini eloquenti che hanno dimostrato come i roghi tossici continuino ad essere appiccati, come siano cambiate le modalità di conferimento abusivo di rifiuti e come questi conferimenti siano strettamente collegati anche al ciclo industriale ed alle attività manifatturiere illecite che si svolgono sul territorio, specie nel settore tessile;
   durante l'intervista, inoltre, è stato dimostrato che, nonostante i divieti imposti dalle amministrazioni locali (nel caso di specie, dall'amministrazione commissariale del comune di Giugliano in Campania), privati cittadini, proprietari di terreni contaminati sui quali è stata proibita la coltivazione di piantagioni food, hanno comunque messo a dimora dei veri e propri frutteti, i cui prodotti sono stati, poi, destinati alla filiera agricola;
   è opportuno, per ridare credibilità ai provvedimenti sino ad oggi adottati dal Parlamento, verificare quali norme siano state infrante attraverso queste condotte palesemente illecite e quali e di chi siano le responsabilità dei soggetti eventualmente preposti al controllo del territorio;
   si sta diffondendo, tra le popolazioni residenti, che pure hanno accolto con favore e speranza il testo di legge sopra descritto, un preoccupante sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni e questo proprio a causa del forte rallentamento che stanno subendo le modalità di attuazione della legge sulla «Terra dei fuochi», con particolare riferimento al dispiegamento dell'esercito, all'avvio delle bonifiche, al contrasto ai roghi tossici, ancora molto diffusi con frequenza praticamente giornaliera;
   è indispensabile, in definitiva, imprimere un'accelerazione dei processi amministrativi previsti dalle norme contenute nel decreto-legge n. 133 del 2013, cosiddetto «Terra dei fuochi», con particolare riferimento anche allo spiegamento delle Forze armate previsto per il presidio dei siti contaminati, e tanto affinché il fenomeno dei roghi tossici e degli sversamenti abusivi di rifiuti diffuso in Campania incontri un freno significativo;
   problematiche analoghe stanno affliggendo, da ormai diverso tempo, anche ampi territori del Molise, regione anch'essa destinataria, negli anni addietro, di conferimenti illeciti posti in essere da organizzazioni criminali di varia natura –:
   quale sia lo stato di avanzamento di impiego dell'Esercito nella «Terra dei fuochi», quali risultati abbia portato per il momento il dispiegamento di forze previsto dal decreto-legge n. 133 del 2013 di cui in premessa, nonché se il Governo stia valutando l'ipotesi di incrementare il numero delle unità e delle risorse militari destinate al presidio dei territorio in supporto delle forze dell'ordine locali;
   quale sia stata l'incidenza, sino ad oggi, dell'inserimento, all'interno del codice penale, della fattispecie del reato di combustione illecita dei rifiuti;
   quale sia lo stato di avanzamento delle attività di screening sanitario della popolazione e mappatura dei siti inquinati in Campania e quali attività il Governo stia valutando di intraprendere per accelerare tali processi, fondamentali per la buona riuscita dei progetti di recupero del territorio;
   quale sia lo stato di avanzamento dei programmi di bonifica previsti per il recupero dei territori inquinati dalle discariche abusive e dai roghi tossici;
   quali siano le misure che il Governo intenda adottare per accelerare, incrementare e migliorare la sinergia tra le varie istituzioni coinvolte nel presidio del territorio, indispensabili per conferire la giusta efficacia al pacchetto normativo contenuto nel decreto-legge n. 133 del 2013, cosiddetto «Terra dei fuochi» e se intenda assumere iniziative normative per ampliarne la portata anche a tutela di altre regioni meridionali colpite dalle medesime problematiche descritte in premessa per la Campania.
(2-00713) «Rostan, Iacono, Famiglietti, Ciracì, Manfredi, Valiante, Garavini, Sgambato, Galgano, Venittelli, Ribaudo, Verini, Boccuzzi, Rocchi, Giorgio Piccolo, Peluffo, Chaouki, Marzano, Casellato, Andrea Romano, Scanu, Rigoni, Rubinato, Rabino, Cimmino, Nesi, Sberna, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Antimo Cesaro, Braga».