Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 19 novembre 2013

TESTO AGGIORNATO AL 25 NOVEMBRE 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 19 novembre 2013.

  Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Archi, Baldelli, Balduzzi, Baretta, Berretta, Mariastella Bianchi, Bindi, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Rosa, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Moretto, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Sereni, Speranza, Tabacci, Villarosa, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Archi, Baldelli, Balduzzi, Baretta, Berretta, Mariastella Bianchi, Bindi, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Rosa, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Manlio di Stefano, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gitti, Gozi, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Melilla, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Moretto, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Santerini, Schullian, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Toninelli, Villarosa, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 18 novembre 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GRIBAUDO: «Disciplina della figura dell'operatore del benessere e della salute non vedente» (1815);
   REALACCI: «Modifiche agli articoli 13 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e 6 della legge 13 maggio 1999, n. 133, in materia di agevolazioni fiscali per la donazione di beni a soggetti operanti senza scopo di lucro» (1816);
   GULLO: «Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile e per la promozione dell'inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche» (1817);
   CAUSI ed altri: «Modifiche alla disciplina in materia di rateizzazione delle somme dovute a seguito di accertamento con adesione, di conciliazione giudiziale, di controlli formali e automatici sulle dichiarazioni nonché di definizione agevolata delle sanzioni irrogate a seguito di accertamento» (1818).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CIRIELLI: «Modifiche all'articolo 274 del codice di procedura penale, in materia di condizioni per l'adozione delle misure cautelari» (1707) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Giorgia Meloni.

  La proposta di legge GUERRA ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni concernenti i comuni di minore dimensione demografica, l'esercizio associato delle loro funzioni, nonché le unioni di comuni e la fusione dei medesimi» (1737) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Casellato, Gozi e Martella.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  PASTORELLI ed altri: «Deroga al divieto di costituzione e all'obbligo di liquidazione o cessione di società partecipate previsto, per i comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti, dall'articolo 14, comma 32, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122» (1297) Parere delle Commissioni V, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  DI SALVO ed altri: «Introduzione dell'articolo 01 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39, concernente la determinazione dei soggetti titolari del diritto di asilo e il riconoscimento del medesimo diritto alle donne vittime di violenza» (1444) Parere delle Commissioni II, III, V e XII;
  BURTONE ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, per l'introduzione del voto di preferenza nelle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (1452).

   II Commissione (Giustizia):
  MOLTENI: «Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire» (1130) Parere delle Commissioni I, V, VI e VIII;
  DANIELE FARINA ed altri: «Modifiche all'articolo 21-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visite dei detenuti a figli affetti da handicap in situazione di gravità» (1438) Parere delle Commissioni I e XII;
  MASSIMILIANO BERNINI ed altri: «Modifica all'articolo 544-ter del codice penale, in materia di divieto di utilizzazione degli animali come richiami nell'attività venatoria, e disposizioni concernenti la liberazione degli esemplari utilizzati a tale fine» (1502) Parere delle Commissioni I, V, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   III Commissione (Affari esteri):
  COSTANTINO ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992» (1481) Parere delle Commissioni I, II, V, VII e VIII.

   VII Commissione (Cultura):
  DI GIOIA: «Disposizioni in favore dei piccoli comuni del Subappennino dauno» (1306) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   X Commissione (Attività produttive):
  MONGIELLO: «Istituzione dei gruppi di promozione del turismo nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia» (1265) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, VII, VIII, XI, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XI Commissione (Lavoro):
  CAPARINI ed altri: «Norme in materia di bilancio dei sindacati e delle loro associazioni nonché in materia di trattenute sindacali» (1054) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e VI;
  MADIA ed altri: «Disposizioni in materia di divieto di cumulo tra trattamenti pensionistici e redditi da lavoro» (1451) Parere delle Commissioni I, II, V e X.

  XII Commissione (Affari sociali):
  VARGIU ed altri: «Disposizioni concernenti la prevenzione, la diagnosi precoce, l'assistenza e la cura delle malattie croniche dei minori in età scolare» (1484) Parere delle Commissioni I, V, VII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e IX (Trasporti):
  CARRESCIA ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di omicidio e di lesioni personali commessi a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope» (1475) Parere delle Commissioni I e XII.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 14 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente parco nazionale del Gran Paradiso, per gli esercizi 2011 e 2012. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 76).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera n data 15 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità, portuale di Ancona, per gli esercizi 2011 e 2012. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 77).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Ministero dello sviluppo economico.

  Il Ministero dello sviluppo economico ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 31 luglio e 10 e 25 ottobre 2013, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

  Tali decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 25 ottobre 2013, ai sensi dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 30 ottobre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5-bis, comma 1, della legge 29 dicembre 1993, n. 580, la relazione sulle attività del sistema camerale, riferita all'anno 2011 (Doc. CXX, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 30 ottobre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, del Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160, la prima relazione sui risultati del monitoraggio sull'attività e sul funzionamento degli sportelli unici per le attività produttive, aggiornata al 30 settembre 2012 (Doc. XXVII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 18 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 49-bis, comma 6, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, il programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2013-ottobre 2016 (Doc. XXVII, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

  Il Ministero della difesa ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 4 novembre 2013, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IV Commissione (Difesa).

Trasmissione dal Viceministro dello sviluppo economico.

  Il Viceministro dello sviluppo economico, con lettera in data 14 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge 24 aprile 1990, n. 100, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge n. 100 del 1990, recante norme sulla promozione della partecipazione a società e imprese miste all'estero, riferita all'anno 2012 (Doc. LXXXV, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri.

  Il Ministro degli affari esteri, con lettera in data 15 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3, comma 6, lettera c), e 4, comma 2-bis, della legge 26 febbraio 1987, n. 49, la relazione sull'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo, riferita all'anno 2012 (Doc. LV, n. 1), e la relazione – predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze – sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione italiana alle risorse di detti organismi, riferita all'anno 2012 (Doc. LV, n. 1-bis).

  Queste relazioni sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 18 novembre 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio sull'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica alcuni regolamenti in materia di politica commerciale comune per quanto riguarda le procedure di adozione di determinate misure (COM(2013) 789 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione del programma energetico europeo per la ripresa (COM(2013) 791 final) e relativo allegato – Pagamenti nell'ambito dell'EEPR (COM(2013) 791 final Annex 1), che sono assegnati in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Seconda relazione di valutazione sull'attuazione della direttiva concernente il miglioramento della sicurezza dei porti (COM(2013) 792 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio sull'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica alcuni regolamenti in materia di politica commerciale comune per quanto riguarda l'attribuzione di poteri delegati per l'adozione di determinate misure (COM(2013) 797 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai marittimi, che modifica le direttive 2008/94/CE, 2009/38/CE, 2002/14/CE, 98/59/CE e 2001/23/CE (COM(2013) 798 final) e relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2013) 461 final), che sono assegnati in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro). La predetta proposta è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 19 novembre 2013.

Annunzio di risoluzioni dell'Assemblea parlamentare della NATO.

  Il presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO ha trasmesso, in data 31 ottobre 2013, sette risoluzioni approvate nel corso della sessione annuale, svoltasi a Dubrovnik (Croazia) dall'11 al 14 ottobre 2013, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
   risoluzione n. 401 – Promuovere la stabilità e le prospettive euroatlantiche dei Balcani occidentali (Doc. XII-quater, n. 1) – alla III Commissione (Affari esteri);
   risoluzione n. 402 – Afghanistan: una nuova tabella di marcia per politica, economia e sicurezza per il 2014 e oltre (Doc. XII-quater, n. 2) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa);
   risoluzione n. 403 – Le implicazioni economiche e strategiche della rivoluzione del petrolio e del gas non convenzionali (Doc. XII-quater, n. 3) – alla X Commissione (Attività produttive);
   risoluzione n. 404 – La crescente importanza strategica della regione Asia-Pacifico: implicazioni per la NATO (Doc. XII-quater, n. 4) – alla III Commissione (Affari esteri);
   risoluzione n. 405 – La crisi in Siria: implicazioni per la regione e oltre (Doc. XII-quater, n. 5) – alla III Commissione (Affari esteri);
   risoluzione n. 406 – Migliorare le possibilità di sopravvivenza delle forze di terra della NATO (Doc. XII-quater, n. 6) – alla IV Commissione (Difesa);
   risoluzione n. 407 – Nuove idee sull'energia per le forze NATO: maggiore responsabilità, minore domanda, approvvigionamento sicuro (Doc. XII-quater, n. 7) – alla IV Commissione (Difesa).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 18 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per l'individuazione delle procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale (39).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 9 dicembre 2013. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 29 novembre 2013.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI MORASSUT ED ALTRI N. 1-00011, LOMBARDI ED ALTRI N. 1-00092, PIAZZONI ED ALTRI N. 1-00149, ANTIMO CESARO ED ALTRI N. 1-00246 E FEDRIGA ED ALTRI N. 1-00252 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MERITO ALLA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI PREVIDENZIALI

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    l'emergenza abitativa costituisce, nell'attuale crisi economica che colpisce il Paese, uno dei fattori di maggiore e crescente tensione sociale che interessa larghi strati della popolazione appartenenti, oltre che alle tradizionali categorie a rischio, anche a fasce di ceto medio, professionisti e famiglie con doppio reddito;
    tale situazione è resa particolarmente acuta dai caratteri del mercato immobiliare italiano dove l'offerta di abitazioni private – con costi molto alti ed inaccessibili per un numero sempre maggiore di famiglie e di giovani coppie – supera largamente l'offerta pubblica scesa progressivamente, negli ultimi anni, ad una quota pari a circa l'1 per cento della produzione edilizia totale;
    occorre prendere atto di un'assenza di iniziativa delle autorità pubbliche che, nonostante la crescita della crisi abitativa e la sollecitazione delle forze sociali e di vari organismi parlamentari, non sono state in grado, negli ultimi anni, di varare un'organica politica per la casa che, intrecciata con innovative politiche di governo del territorio, fosse in grado di rilanciare la produzione di edilizia a fini sociali o di carattere pubblico con il recupero urbano ed il contenimento del consumo di suolo nelle città;
    la Corte costituzionale e la Corte europea dei diritti dell'uomo hanno, in questo quadro, segnalato, l'inopportunità di provvedimenti «tampone» – soprattutto in materia di proroga delle ordinanze di sfratto – che ledono il libero dispiegarsi del diritto alla proprietà, in assenza di azioni organiche e complessive capaci di dare una risposta d'insieme ai vari aspetti che riguardano il problema dell'emergenza abitativa in Italia e, d'altro canto, si deve tenere presente che il diritto alla casa e l'accesso alla proprietà della stessa sono sancite dall'articolo 47 della Costituzione;
    parte essenziale della crisi abitativa è legata alla dismissione del patrimonio abitativo degli enti previdenziali pubblici e privatizzati; processo che ancora oggi – dopo le alienazioni concluse negli anni precedenti – riguarda circa 100 mila famiglie, in gran parte concentrate nella capitale d'Italia;
    in questo ambito gli affittuari degli immobili degli enti previdenziali privatizzati vivono una condizione di particolare disagio con aumenti consistenti dei canoni di affitto per il rinnovo dei contratti di locazione e con proposte di acquisto dell'alloggio da parte degli enti con prezzi a valore praticamente di mercato;
    la condotta degli enti privatizzati per i rinnovi contrattuali e le vendite è regolata da una serie di provvedimenti succedutisi nel tempo – il decreto legislativo n. 509 del 1994, la legge n. 104 del 1996, l'articolo 1, comma 38, della legge 243 del 2003, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, la direttiva europea 2004/18/CE – che creano molte incertezze e dubbi normativi sulla piena legittimità, oltre che sostenibilità sociale, delle procedure in atto e che la stessa Corte di cassazione si è incaricata di segnalare con sentenza a sezioni unite 22 giugno del 2006, n. 20322, e da un'eterogeneità di situazioni tra ente ed ente che rischia di creare situazioni di iniquità di trattamento;
    l'ulteriore conferma è ravvisabile nel decreto-legge 3 febbraio 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, in cui è previsto, ai sensi dell'articolo 5, che, ai fini dell'applicazione delle disposizioni in materia di finanza pubblica, per amministrazioni pubbliche si intendono gli enti e i soggetti indicati ai fini statistici nell'elenco oggetto del comunicato dell'Istituto nazionale di statistica in data 24 luglio 2010;
    oltretutto, sempre a riscontro dell'intrinseca natura pubblicistica di queste casse, non può non essere preso in considerazione quanto sancito dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;
    in particolare, tale normativa, al comma 11-bis dell'articolo 3, rubricato «razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzione dei costi per locazioni passive», disciplina specificatamente la nuova procedura che gli enti previdenziali inseriti nel conto economico della pubblica amministrazione devono seguire nella dismissione immobiliare. Appare, dunque, chiara e leggibile la natura giuridica degli enti previdenziali privatizzati, anche alla luce degli ultimi interventi normativi;
    la situazione dei conduttori degli immobili degli enti previdenziali pubblici non appare meno preoccupante alla luce dell'interruzione del processo di alienazione e della scadenza dei contratti che mette sia i conduttori con titolo che le tante famiglie di occupanti sine titulo in una condizione di angoscia e incertezza, tanto più assurda in presenza di una legge – la n. 410 del 2001 – che ha fissato con chiarezza le condizioni e le prerogative con cui agire per la vendita del patrimonio degli enti previdenziali pubblici;
    in questo specifico caso, va ricordato che già il 90 per cento del patrimonio abitativo è stato alienato ai conduttori con le prerogative della sopra citata legge e attraverso l'azione di specifici soggetti societari all'uopo costituiti – Scip 1 e Scip 2 – dopo lo scioglimento dei quali, il patrimonio residuo è entrato integralmente in possesso dell'Inps;
    l'Inps stesso, più volte sollecitato sul tema, ha inviato – anche con specifica lettera del presidente Mastrapasqua – ai Ministeri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali, vigilanti sull'Istituto – richiesta di chiarimento sul da farsi, in ragione anche della sopravvenuta norma sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico presente all'articolo 27 del cosiddetto «decreto Salva Italia», decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
    appare, pertanto, urgente un pronunciamento degli organi parlamentari e del Governo sulle modalità con cui affrontare, in un quadro di sostenibilità economica dello Stato e degli enti sopra richiamati, ma anche e soprattutto di tutela e garanzia sociale delle famiglie interessate, il processo di alienazione degli immobili del patrimonio abitativo degli enti pubblici e privatizzati, evitando il rischio di accentuare l'emergenza abitativa, in particolare a Roma,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative, nel più breve tempo possibile, per chiarire il quadro normativo che regola il processo di alienazione del patrimonio immobiliare dei vari enti previdenziali privatizzati;
   ad intervenire per garantire, comunque, agli inquilini tutele e garanzie di controllo sui prezzi di vendita da parte degli enti e sull'entità dei canoni di affitto in rinnovo di locazione, traendo prioritario riferimento da quanto stabilito dalla legge n. 410 del 2001 e dagli accordi sindacali in materia, in modo che i diritti in essi stabiliti siano effettivamente praticabili;
   ad intervenire presso gli enti previdenziali pubblici ed in particolare presso l'Inps – come da esso stesso richiesto – affinché vengano adottate con chiarezza e celerità tutte le procedure necessarie per la ripresa del processo di alienazione degli immobili reimmessi in possesso dell'Inps stesso con le tutele, il prezzo e le garanzie stabilite dalla legge n. 410 del 2011;
   ad aprire, in ogni caso, da subito un tavolo di confronto tecnico e sindacale con le organizzazioni sindacali e dell'inquilinato e con gli enti locali interessati riguardante sia il patrimonio degli enti previdenziali pubblici che quello degli enti previdenziali privatizzati, per individuare le soluzioni più rapide e socialmente efficaci per raggiungere gli obbiettivi sopra richiamati e per la regolarizzazione degli occupanti sine titulo o delle assegnazioni irregolari negli alloggi degli enti previdenziali pubblici, anche al fine di prevenire situazioni esplosive di disagio sociale e per favorire l'accesso al credito delle famiglie con reddito medio basso, con mutui sostenibili e finalizzati all'acquisto;
   ad impartire, per quanto riguarda gli enti previdenziali pubblici, precise disposizioni affinché, nelle more dei provvedimenti da assumere, venga differita l'esecuzione degli sfratti o degli sgomberi pendenti nelle aree urbane e attuata la sospensione delle aste riguardanti le unità immobiliari ad uso residenziale che non risultino effettivamente libere;
   ad assumere un provvedimento che obblighi gli enti previdenziali pubblici e privatizzati e quelli partecipati, con controllo o vigilanza pubblica, a stipulare e rinnovare i contratti di locazione, tenendo conto della situazione di difficoltà economica delle famiglie, anche riconsiderando in forme socialmente più sostenibili gli accordi recentemente stipulati da diversi enti;
   a prevedere, in attesa di un rapido chiarimento sulle procedure da adottare derivanti dagli esiti del sopra citato tavolo tecnico, una moratoria delle procedure di alienazione degli immobili degli enti previdenziali privatizzati – ancorché deliberate ma ad oggi non avviate – e degli aumenti dei canoni connessi ai rinnovi contrattuali, nonché delle procedure di sfratto in corso per gli enti previdenziali privatizzati, tenuto conto che la Commissione VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei deputati ha già approvato all'unanimità nel 2010 la risoluzione Alessandri, Piffari e Braga n. 8-00101, che dà mandato al Governo di convocare un tavolo tecnico e sindacale sui temi sopra citati;
   a prevedere per le procedure di alienazione in fase di attuazione, anche a causa della congiuntura economica e della difficoltà di accedere al credito, la possibilità, per chi non è in grado di procedere all'acquisto, di poterlo fare alle medesime condizioni per i successivi 5 anni;
   ad intervenire, anche con precise disposizioni normative, per risolvere l'annosa vicenda del contenzioso giudiziario dei cosiddetti immobili di pregio.
(1-00011) «Morassut, Argentin, Braga, Villecco Calipari, Martella, Meta, Coscia, Realacci, Peluffo, Lenzi, Brandolin».


   La Camera,
   premesso che:
    all'interpellanza urgente n. 2-00062, presentata dalla firmataria del presente atto di indirizzo e discussa nella seduta n. 22 del 23 maggio 2013, alla quale ci si riporta integralmente, ha risposto in rappresentanza del Governo il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo Dell'Aringa;
    la risposta non ha soddisfatto l'interpellante e, per tali motivi, è stata presentata la presente mozione ex articolo 138, comma 2, del regolamento della Camera dei deputati;
    sul corretto inquadramento normativo degli enti previdenziali trasformati in associazioni e fondazioni di diritto privato, ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, il Sottosegretario di Stato ha sostenuto che tali questioni: «coinvolgono profili decisionali che esulano dalle competenze del solo Ministero che rappresento, in quanto coinvolgono, talora perlomeno, scelte che spettano al Governo nella sua collegialità»; sarebbe opportuno avere notizie in merito alla posizione che il Governo assumerà in relazione ai profili di illegittimità costituzionale sollevati dalla prima firmataria del presente atto di indirizzo e, in particolare, sul comportamento normativo da far applicare a tali soggetti;
    il Sottosegretario di Stato, nel giustificare il comportamento degli enti e quella che alla firmataria del presente atto di indirizzo appare la negligenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha sostenuto in Aula che: «le disposizioni del decreto legislativo n. 509 del 1994 non hanno subito fino ad oggi alcuna modifica e sono tuttora pienamente operanti, nonostante nel tempo si siano moltiplicate le spinte del legislatore a incrementare il complesso dei vincoli finanziari e amministrativi imposti alle gestioni, attraendo nell'orbita della finanza pubblica anche le casse private di previdenza, sulla scorta della loro inclusione nell'elenco ISTAT di individuazione delle amministrazioni pubbliche (...). D'altra parte, (...) alcune iniziative hanno invece contribuito a rafforzare proprio l'autonomia riconosciuta agli enti previdenziali privatizzati, salvaguardando gli equilibri delle gestioni, in funzione – questo è importante – dell'autosostenibilità di lungo periodo (...)»;
    è vero che con il decreto legislativo n. 509 del 1994 gli enti previdenziali sono stati trasformati in associazioni o in fondazioni con deliberazione dei competenti organi, ma ad una precisa condizione: che non usufruissero più di finanziamenti o altri ausili pubblici di carattere finanziario (articolo 1 del decreto legislativo n. 509 del 1994), condizione che è stata a giudizio della prima firmataria del presente atto di indirizzo palesemente violata. È opportuno ricordare che tali enti non hanno rispettato le condizioni imposte dalla legge;
    sono enti che sussistono senza scopo di lucro, ma nella realtà quotidiana si comportano come qualsiasi società con l'unica finalità di monetizzare e speculare sul patrimonio immobiliare e sugli stessi inquilini, utilizzando quel patrimonio che negli anni era stato acquistato con danaro pubblico e che aveva una finalità ben precisa: quella di tutelare l'emergenza abitativa;
    la stessa Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture nella segnalazione, approvata dal consiglio nella seduta del 26 gennaio 2011, e depositata il successivo 3 febbraio 2013, rafforza giuridicamente quanto illustrato, affermando che la contribuzione obbligatoria di tipo solidaristico, posta a carico degli iscritti, realizza una forma indiretta di concorso finanziario dello Stato; eppure, è lo stesso decreto legislativo n. 509 del 1994 che prevede che non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti;
    inoltre, è lo stesso allegato III della direttiva 2004/18/CE (modificabile solo seguendo la procedura all'uopo stabilita) ad elencare, in via non limitativa, gli organismi e le categorie di organismi di diritto pubblico, includendo espressamente in tale novero gli enti che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e assistenza;
    quanto alla legge 23 agosto 2004, n. 243, articolo 1, comma 38, norma definita di interpretazione autentica, con cui il legislatore aveva escluso dalla dismissione di cui al decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, gli enti di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, la Corte di cassazione, in diverse occasioni, si è espressa affermando che tale norma, seppure formulata come norma di interpretazione autentica, ha carattere innovativo, quindi confermando l'esigenza di tutelare dei rapporti giuridici che, secondo le leggi previgenti, avevano previsto la prelazione o l'opzione legale a favore del conduttore qualificato;
    quindi, tale legge detta una nuova regolamentazione per le situazioni non esaurite escludendo, appunto, gli enti previdenziali successivamente «privatizzati» dalla speciale disciplina posta dal decreto legislativo n. 104 del 1996, operando il consueto limite delle situazioni giuridiche esaurite, dove la locuzione «limite consueto» esprime l'esigenza di tutela dei rapporti giuridici che, secondo le leggi previgenti, avevano previsto la prelazione o l'opzione legale a favore del conduttore qualificato; la trasformazione dell'ente in fondazione ha determinato un effetto giuridico di natura successoria per tutti i rapporti giuridici pendenti e per tutti i diritti di credito o gli obblighi assunti, in mancanza di una diversa e specifica disciplina legislativa. Questo dice la Corte di cassazione, queste sono le frasi utilizzate dai supremi giudici;
    allora, quelle case andavano vendute agli inquilini secondo i principi stabiliti nel decreto legislativo n. 104 del 1996, visto che le abitano, sin dall'inizio degli anni Settanta, le hanno continuate ad abitare anche quando la suindicata normativa obbligava gli enti a dismettere il patrimonio immobiliare, e, purtroppo, le vivono ancora oggi non potendole acquistare viste le gravose condizioni;
    infatti, il 90 per cento degli inquilini è affittuario delle case degli enti da prima del 1996 ed il legislatore, con decreto legislativo n. 104 del 1996 (modificato ed integrato dalla legge n. 410 del 2001), aveva deciso di disciplinare l'attività in campo immobiliare degli enti previdenziali – secondo una specifica tabella (allegata alla legge n. 70 del 1975) tra cui era ricompresa anche Enasarco, oltre a tutti gli enti di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994;
    alla luce di quanto detto nell'interpellanza urgente è grave che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ritenga: «difficile ipotizzare, come richiesto dall'interpellante, sistematici processi di omogeneizzazione di obiettivi e procedure (procedure, in particolare, al di fuori delle prescrizioni generali dirette ad imporre il conseguimento del risultato fondamentale che è quello della sostenibilità pluriennale per garantire agli assicurati che avranno una pensione), alla luce della normativa vigente che continua a tutelarne l'autonomia e la ricerca individuale delle soluzioni più rispondenti alle esigenze delle categorie (...)»;
    invero, non applicare una procedura omogenea comporterebbe una palese violazione dei principi costituzionali, in particolare quelli previsti dall'articolo 3; infatti, non si comprende come sia possibile legittimare comportamenti diversi sia nelle vendite che negli affitti da parte degli stessi enti sottoposti alla stessa normativa e con conseguente danno a carico degli inquilini/affittuari;
    a contrario, dimentichi degli obiettivi di natura sociale per cui sono stati istituiti e sostenuti, e che permangono a tutt'oggi, attraverso quella che alla firmataria del presente atto di indirizzo appare una falsa e distorta applicazione della normativa in materia, gli enti privatizzati hanno, con il tempo, gestito la res publica (perché frutto del danaro pubblico) come se fosse cosa privata amministrata da soggetto privato, in aperto contrasto con quanto dispone la normativa sovranazionale nella direttiva 2004/18/CE e con quanto stabilisce la Corte di giustizia dell'Unione europea. In ordine agli evidenziati profili, secondo la prima firmataria del presente atto di indirizzo emergono manifestamente dei profili di illegittimità costituzionale nell'affermare la disciplina privatistica nel caso de quo, per stridente contrasto non solo con i principi fondamentali della Carta costituzionale, ma anche con la normativa sovranazionale, laddove la diretta applicabilità delle direttive, che hanno i caratteri della chiarezza e della precisione, è stata, tra l'altro, ormai riconosciuta dalla costante giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (fin dal lontano 1963, nella sentenza relativa al caso Van Gend en Loos, causa 26/62);
    sulla richiesta di un tavolo tecnico interistituzionale, il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, nel rispondere, affermava che, nella XVI legislatura la direzione generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali aveva preso parte ad un tavolo tecnico unitamente al Ministero dell'economia e delle finanze; i lavori si sono conclusi con delle ipotesi normative da cui si potrebbe ripartire; si chiede di avere copia di tale lavoro e di poter sapere dai Ministeri competenti quando potrà ripartire tale tavolo e quali saranno i soggetti che vi faranno parte;
    sarebbe necessario, però, rispondere in tempi brevi a tali necessità, in primis con l'abrogazione dell'articolo 1, comma 38, della legge 23 agosto 2004, n. 243, e dell'articolo 168 della legge n. 228 del 2012, nella parte in cui prevede che: «le disposizioni di cui al comma 11-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, non si applicano al piano di dismissioni immobiliari della Fondazione Enasarco»;
    nelle more dell'instaurazione del tavolo tecnico, prima che vengano stabilite le modalità ed i tempi per attuare tale tavolo interministeriale per le vendite, i rinnovi delle locazioni e le conseguenti problematiche legate al patrimonio degli enti, gli stessi comunque proseguono nella vendita, ragion per cui sarebbe auspicabile, anche alla luce dei quotidiani episodi di suicidio legati anche al problema casa, intervenire con un provvedimento urgente che possa in tempi brevi dirimere la controversia;
    oltre a ciò, non è dato comprendere il perché nessuna risposta è giunta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali a giustificazione delle perdite di Enasarco, situazione che tocca quasi tutti gli altri enti, e cioè quelle relative agli investimenti finanziari per un ammontare di circa 1,5 miliardi di euro, di cui ben 780 milioni di euro investiti nel fondo Anthracite delle Isole Cayman;
    sono riconosciuti dalla stessa Enasarco, nel bilancio 2012, i problemi derivati dai titoli strutturati, poco efficienti, molto costosi, scarsamente liquidizzabili senza perdite e molto opachi;
    dallo stesso bilancio, infatti, emerge: «in virtù di una clausola contrattuale, della cui esistenza né l’advisor, né il direttore generale, né il dirigente del servizio finanza avevano dato conoscenza al consiglio d'amministrazione della Fondazione (...) la Fondazione, sulla base di verifica effettuata con i propri legali, in data 15 aprile 2013 si è vista costretta a corrispondere la somma di euro 14,7 milioni comprensiva di interessi ad Elliott management»;
    da un'indagine della Corte dei conti, pubblicata solo nel giugno 2013, sulla gestione finanziaria di Enasarco per gli esercizi 2010-2011 emerge: «questa Corte porrà la massima attenzione nella propria relazione al bilancio 2012, sul quale impatteranno gli effetti negativi in termini di sopravvenienza passiva, per la suddetta restituzione»;
    per quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, il portafoglio degli investimenti immobiliari e mobiliari presenterebbe uno sbilanciamento anomalo dell’asset allocation, che vedrebbe la parte illiquida rappresentata dal 92 per cento circa del totale investito rispetto all'8 per cento della parte liquida;
    gli «investimenti alternativi» sarebbero concentrati in maniera anomala attorno a 3 fondi, che andrebbero a finanziare veicoli off shore basati all'estero e rappresenterebbero complessivamente 1.815 milioni di euro del valore di carico, quasi il 93 per cento del totale del valore di carico degli «investimenti alternativi», e cioè il 29 per cento circa del totale degli asset investiti (6.284 milioni di euro);
    i tre fondi, per quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, registrerebbero minusvalenze significative in termini di differenza fra net asset value a valori di mercato e valore di carico dell'apporto di capitale investito, responsabili in maniera preponderante della perdita complessiva di valore del totale della minusvalenza del totale del patrimonio mobiliare, pari a circa 570 milioni di euro;
    tali investimenti, in tutti e tre i casi, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, violerebbero complessivamente i limiti 1, 2 e 3 dell'articolo 15 del regolamento per l'impiego delle risorse finanziarie della Fondazione Enasarco;
    l'operato apparentemente illecito è stato persino confermato dall'ex presidente di Enasarco. Infatti, lo stesso ex presidente di Enasarco Donato Porreca sulla rivista Il Mondo, rivista autorevole nell'informazione economica, in data 7 giugno 2013 pubblica una lettera aperta in cui attacca i vertici di Enasarco, attribuendo specifiche responsabilità circa la gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, muovendo delle accuse precise agli attuali vertici della fondazione Enasarco non solo sugli investimenti nei titoli tossici, ma anche sulla dismissione del patrimonio immobiliare. Lo stesso afferma che: «ma ora non posso tacere, visto come qualcuno si è esercitato nell'italica ed atavica virtù dello scaricabarile, vanamente tentando di mistificare sui propri fallimenti invocando gravose eredità del tutto inventate (Il Mondo 19, ma soprattutto nel notiziario Enasarco 10). Si tenta di spacciare iniziative improvvide come il famoso titolo Anthracite, come fossero state realizzate nel 2005, nel 2001-2004 o nel 2007, ma per ristrutturare titoli acquistati nel periodo 2001-2005. Detto prodotto è stato, invece, acquisito nel 2007 (...) al momento delle mie dimissioni (28 novembre 2006) provocate dalla vicenda giudiziaria che mi incombeva e che, si badi bene, non ha mai e dico mai riguardato la gestione della fondazione, né mobiliare, né immobiliare (...)». Continuano gli attacchi mirati del Porreca: «ho lasciato oltre un miliardo e 200 milioni di euro in contanti nelle casse della fondazione. Anzi, per maggior precisione in pronti contro termine a breve. Ho lasciato la fondazione con un bilancio tecnico perfetto e con la sostenibilità del sistema, così come prevista dalle leggi in vigore, un patrimonio immobiliare di oltre 3 miliardi in tutta sicurezza ed un piano per la dismissione degli immobili che, nel rispetto della più assoluta trasparenza, avrebbe portato nelle casse della fondazione 3 miliardi e 250 milioni, pari al valore stimato degli immobili e pari alla somma iscritta in bilancio a tale titolo. Il tutto cash e senza costi di due diligence e nel pieno rispetto dei diritti degli inquilini in ordine alla prelazione, al sostegno alle fasce sociali deboli e sotto l'egida del consiglio di amministrazione di Enasarco (...) si è frettolosamente accantonato il piano di dismissioni già predisposto ed approvato dagli organi di amministrazione e governativi per procedere al cosiddetto piano Mercurio, che dopo anni e anni e dopo costi gravosi è ancora lontanissimo dalla conclusione, con grave danno della fondazione, degli inquilini e degli stessi stabili privi di manutenzione ordinaria e straordinaria»;
    sulla richiesta dell'interpellante di una moratoria, alla luce delle difficili condizioni e gravose situazioni che moltissimi enti previdenziali utilizzano a danno degli inquilini, è sicuramente contraddittoria o di difficile comprensione la posizione assunta dal Governo attraverso il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali; infatti, lo stesso per tutelare le casse ha citato l'articolo 38 della Costituzione, pur dimenticando che i comportamenti attuati dagli enti a danno degli inquilini violano gli articoli 2, 3, 10 e 97;
    ma vi è di più: non è chiaro come possa sostenersi che Enasarco ha rivolto particolare attenzione ai risvolti socioeconomici di tale operazione di dismissione, se i diretti interessati, gli inquilini, non sono riusciti a poter acquistare l'agognata casa o, nei casi migliori, si sono visti costretti a firmare mutui con condizioni allucinanti, perché le banche (Monte dei Paschi di Siena e Bnl), a dispetto delle gare pubbliche cui erano obbligate, non hanno rispettato le condizioni prestabilite. Il tutto nell'assoluta inerzia delle istituzioni e degli enti preposti al controllo;
    nel mese di luglio 2013, la magistratura ha evidenziato forti infiltrazioni mafiose nella dismissione e/o assegnazione degli immobili Enasarco ad Ostia; l'ente sembra dichiararsi estraneo alla vicenda, dimostrando, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, una completa incompetenza e il mancato controllo degli immobili che gestisce;
    non si comprende come può essere giustificata la circostanza che, in data 11 settembre 2008, Enasarco, nella persona del presidente Brunetto Boco e del direttore generale Carlo Felice Maggi, ha firmato un accordo con le organizzazioni sindacali, a dispetto della circostanza che la delibera del consiglio di amministrazione, con la quale è stato approvato il piano di dismissione del patrimonio immobiliare, inteso a perseguire l'obiettivo di stabilità del bilancio tecnico ultratrentennale, è datata 18 settembre 2008;
    inoltre, non si può non far rilevare che, in data 12 novembre 2013, è stato pubblicato un articolo sul quotidiano La Stampa, che riguardava una maxitruffa di 80 milioni di euro con due arrestati avvenuta a Torino a seguito di un'indagine della Guardia di finanza; in tale articolo affiorava che: «i commercialisti potevano contare su consulenti legali (uno pure radiato dall'ordine degli avvocati), ma anche su colleghi. Come l'ex associato e docente universitario, nonché ex direttore dell'Enasarco di Roma, che proprio in quegli uffici aveva piazzato la sede di una società servita a fabbricare fatture fasulle. Lui e Boggi chiacchieravano al tavolo di un ristorante «in» del centro. A spese dei contribuenti onesti (...)», La descrizione sembrerebbe corrispondere a Carlo Felice Maggi ex direttore di Enasarco e massimo responsabile del «progetto Mercurio» ed ex consigliere del fondo immobiliare Idea Fimit sgr. Se fosse così sarebbe enormemente preoccupante quanto denunciato nell'articolo;
    che la nomina del presidente di Enasarco, Brunetto Boco, sia avvenuta in contrasto con l'articolo 17 dello statuto è, secondo la prima firmataria del presente atto di indirizzo, assolutamente pacifico e lo si può affermare senza impelagarsi in inutili e fantasiose esasperazioni di diritto. È sufficiente leggere l'articolo 17 dello statuto della fondazione, dove in modo chiaro – e non si tratta di una mera presunzione – è stabilito che per la nomina del presidente è richiesto il requisito della professionalità che, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, lettera b), del decreto legislativo n. 509 del 1994, è ritenuto esistente solo nei soggetti appartenenti alla categoria degli agenti e rappresentanti di commercio, anche in stato di quiescenza. Il signor Brunetto Boco, non rivestendo la qualità di rappresentante di commercio né attivo né in pensione, non poteva essere eletto consigliere e conseguentemente presidente. Circostanze che a giudizio della firmataria del presente atto di indirizzo dovrebbero integrare i presupposti di cui all'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo n. 509 del 1994 e, di conseguenza, comportare il commissariamento dell'ente e, se ciò non dovesse accadere, chi farà tale scelta se ne assumerà le conseguenze;
    ecco perché sarebbe adeguato fare confluire tutti gli enti privatizzati, di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994, con i relativi patrimoni immobiliari, anche se conferiti a fondi pensioni di società di gestione del risparmio, nell'Inps, così come avvenuto per Inpdap e Enpals, in modo da poter tutelare gli iscritti beneficiari dei trattamenti pensionistici, attuando le eventuali vendite anche attraverso fondi immobiliari completamente gestiti dal Ministero dell'economia e delle finanze. Tale possibilità porterebbe un duplice risultato: a) ridurre i costi sostenuti dalla casse; b) rendere più agevole il controllo e la vendita del patrimonio immobiliare, evitando così delle speculazioni a danno dei cittadini, cosa che invece sta accadendo,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative normative urgenti volte:
    a) ad abrogare sia l'articolo 1, comma 38, della legge 23 agosto 2004, n. 243, che l'articolo 1, comma 168, della legge n. 228 del 2012, nella parte in cui prevede che: «le disposizioni di cui al comma 11-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, non si applicano al piano di dismissioni immobiliari della Fondazione Enasarco (...)», poiché trattasi di norme ad avviso della firmataria del presente atto di indirizzo non in linea con i principi costituzionali;
    b) a precisare che alle dismissioni degli enti previdenziali, di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994, si applica il decreto legislativo n. 104 del 1996;
    c) a stabilire, altresì, che il decreto legislativo n. 104 del 1996 trovi applicazione anche nei confronti delle dismissioni attuate attraverso i fondi immobiliari di società di gestione del risparmio che hanno avuto il conferimento del loro patrimonio da enti previdenziali di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994;
    d) a sospendere gli sfratti per finita locazione e morosità degli inquilini degli enti previdenziali, anche se attuati attraverso fondi immobiliari di società di gestione del risparmio o di altre società, per un tempo non inferiore ad un anno;
   a disporre, in relazione alle dismissioni degli enti previdenziali privatizzati, ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, un tavolo tecnico interistituzionale finalizzato a definire norme trasparenti per la stipula ed i rinnovi dei canoni di locazione nelle more della dismissione del patrimonio immobiliare;
   a verificare, attraverso gli uffici competenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la legittimità della nomina del presidente di Enasarco Brunetto Boco;
   ad effettuare, attraverso gli uffici competenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'immediata analisi della gestione finanziaria dell'ente e ad accertare le relative responsabilità del presidente e degli organi del consiglio di amministrazione;
   a verificare, attraverso gli uffici competenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quali siano state le azioni che l'ente ha intrapreso nei confronti dei responsabili delle perdite provocate sugli investimenti finanziari, come indicato nel bilancio consuntivo 2012;
   a verificare, attraverso gli uffici competenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quali siano state le azioni che l'ente ha intrapreso per accertare chi siano i responsabili di quanto ha denunciato la magistratura sulla gestione delle assegnazioni/dismissioni degli immobili ad Ostia;
   ad accertare e a verificare tramite ispezione dell'Agenzia delle entrate la reale rispondenza delle categorie catastali degli immobili di proprietà di Enasarco a quelle denunciate dallo stesso ente;
   a porre rimedio, con un'adeguata iniziativa normativa, anche al conflitto d'interesse che sta scaturendo dal fatto che le stesse organizzazioni sindacali che compongono il consiglio d'amministrazione degli enti previdenziali sono anche firmatarie degli accordi di vendita del patrimonio e/o di rinnovi contrattuali degli affitti in rappresentanza degli inquilini;
   a valutare di fare confluire tutti gli enti previdenziali privatizzati, di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994, con i relativi patrimoni immobiliari anche se conferiti a fondi pensione di società di gestione del risparmio, nell'Inps, così come avvenuto per l'Inpdap e l'Enpals – tale scelta risolverebbe gran parte delle criticità su indicate – in modo da poter tutelare al meglio gli iscritti beneficiari dei trattamenti pensionistici.
(1-00092)
(Nuova formulazione) «Lombardi, Villarosa, Bechis, Grillo, Daga».


   La Camera,
   premesso che:
    in questa fase di crisi economica, l'emergenza abitativa risulta essere uno dei fattori di maggiore e crescente tensione sociale che coinvolge larghi strati della popolazione: dalle categorie a rischio fino a larghe fasce di ceto medio, oltre 430.000 famiglie sono in difficoltà con il pagamento dei mutui, mentre solo nel 2012 sono state 67.790 le sentenze di sfratto (oltre 250.000 negli ultimi quattro anni), di cui l'87 per cento per morosità. Una situazione di vero allarme che riguarda tutto il Paese, anche se con situazioni di vera e propria emergenza per le grandi aree urbane e per le regioni dell'Italia settentrionale, ove, proprio per l'incidenza della crisi economica, le percentuali di sfratti per morosità incolpevole superano il 90 per cento;
    lo stato attuale del mercato immobiliare e del sistema di accesso al credito non fanno che aggravare il quadro sopra descritto, in quanto l'offerta di abitazioni private – a costi molto elevati, assolutamente inaccessibili per famiglie e giovani coppie, anche a fronte delle gravose condizioni richieste per ottenere finanziamenti a tal fine diretti – sovrasta nettamente l'offerta pubblica, che negli ultimi anni è scesa fino a toccare, attualmente, una quota di poco avvicinabile all'uno per cento della produzione edilizia complessiva;
    l'inerzia da parte delle autorità pubbliche in materia, le quali – al di fuori di provvedimenti disorganici ed estemporanei – non sono state capaci di promuovere politiche innovative per la casa, che permettano di arrestare il consumo di suolo e, al contempo, favorire il recupero urbano per rilanciare l'edilizia residenziale pubblica e a fini sociali, mette seriamente a rischio il diritto alla casa e l'accesso alla proprietà della stessa, sancito dall'articolo 47 della Costituzione;
    aspetto di estrema rilevanza nella situazione esposta di crisi abitativa è quello attinente alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e privatizzati, dismissione che ancora oggi investe le vicende umane e le sorti di numerosi nuclei familiari;
    nello specifico, gli affittuari degli immobili degli enti previdenziali privatizzati hanno subito un continuo e costante aggravio delle loro condizioni abitative: considerevoli sono gli aumenti dei canoni di affitto per il rinnovo dei contratti di locazione e, in molti casi, anche l'acquisto dell'alloggio è reso impossibile a causa dei prezzi – a valore di mercato – praticati dagli enti stessi, senza neanche tenere conto dello stato reale in cui versano gli immobili e in molti casi delle agevolazione fiscali e urbanistiche avute in passato. Tutto ciò è causa di una situazione di intollerabile disagio sociale;
    a determinare il contesto di emergenza abitativa sopra introdotto ha contribuito in maniera rilevante la successione nel tempo di una serie considerevole, nonché disorganica e talvolta contraddittoria, di provvedimenti normativi che hanno gradualmente mutato il regime dei rinnovi dei contratti di locazione e della vendita degli immobili inerenti al patrimonio degli enti previdenziali privatizzati, facendo sorgere molti dubbi, oltre che sulla sostenibilità sociale, anche sulla legittimità delle procedure in atto;
    tali vicende normative prendono il via con il decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, – con il quale si avvia la privatizzazione degli enti previdenziali, che assumono personalità giuridica di diritto privato, pur continuando a sussistere come enti senza scopo di lucro – e si diramano passando per il decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, come integrato dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, – che disciplina l'attività in campo immobiliare degli enti previdenziali pubblici – l'articolo 1, comma 38, della legge n. 243 del 2004, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 2010, il decreto-legge n. 201 del 2011 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011 e la direttiva europea 2004/18/CE;
    tra gli atti normativi sopra citati, causa una particolare situazione di incertezza la formulazione della legge di interpretazione autentica di cui all'articolo 1, comma 38, della legge n. 243 del 2004, la quale esclude che le norme sulla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici – nello specifico l'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo n. 104 del 1996, che regola il campo di applicazione dell'intera disciplina – si applichino agli enti previdenziali privatizzati, anche quando la trasformazione degli enti in questione in persone giuridiche di diritto privato sia avvenuta successivamente all'entrata in vigore del decreto stesso. La sopra citata norma contenuta nella legge n. 243 del 2004, ha dato il via, di fatto, a operazioni di dismissione a prezzi di mercato, con valori correnti, e a rinnovi dei contratti di locazione con aumenti dei canoni anche fino al 300 per cento, con conseguenti rischi di sfratto per gli inquilini non più disposti ad accettare i nuovi e insostenibili, prezzi di locazione;
    la norma interpretativa stabilita dalla sopra citata legge n. 243 del 2004 è già stata oggetto di pronuncia a sezioni unite 22 giugno 2006, n. 20322, da parte della Suprema Corte di cassazione, la quale si è espressa contestandone la natura di legge di interpretazione autentica, attribuendole invece portata innovativa, determinando così che i rapporti giuridici sorti sulla base delle leggi previgenti seguano il regime di tutela stabilito da queste ultime. Pertanto, la dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, privatizzati successivamente all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 104 del 1996, dovrebbe seguire quest'ultima disciplina e le successive modifiche e integrazioni;
    pur in presenza dell'ambigua norma interpretativa sopra citata, non dovrebbero tuttavia permanere dubbi sull'intrinseca natura pubblicistica degli enti previdenziali privatizzati, la quale si desumerebbe anche alla luce di quanto stabilito dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, il cui articolo 5 prevede che, ai fini dell'applicazione delle disposizioni in materia di finanza pubblica, per amministrazioni pubbliche si intendano gli enti e i soggetti indicati ai fini statistici nell'elenco oggetto del comunicato dell'Istituto nazionale di statistica emanato in data 24 luglio 2010, il quale comprende gli enti sopra citati;
    inoltre, per chiarire la natura degli enti previdenziali privatizzati, può essere portato a sostegno quanto previsto nel decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che al comma 11-bis dell'articolo 3 – rubricato «razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzioni dei costi per locazioni passive» – introduce una nuova e specifica procedura di dismissione immobiliare per gli enti previdenziali inseriti nel conto economico della pubblica amministrazione. Altresì, la pronuncia del Consiglio di Stato, sezione VI, n. 6014 del 2012, ha chiarito in via definitiva che, il mutamento operato dal decreto legislativo n. 509 del 1994 ha lasciato immutato il carattere pubblicistico dell'attività istituzionale di previdenza e assistenza, svolta dagli enti in esame, che conservano una funzione strettamente correlata all'interesse pubblico, costituendo, la privatizzazione, un'innovazione di carattere essenzialmente organizzativo, interpretazione confermata nella sentenza della sezione III del Tar del Lazio, 12 giugno 2013, n. 05938;
    il quadro tracciato, connotato da forte disorganicità e ambiguità normativa, determina, tra l'altro, un'irragionevole eterogeneità di situazioni tra ente ed ente, che rischia di creare situazioni di iniquità di trattamento, a riprova della quale non può non citarsi la disposizione di cui all'articolo 1, comma 168, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, la quale esclude espressamente l'applicabilità delle procedure di dismissione introdotte dal comma 11-bis dell'articolo 3 della legge n. 135 del 2012, contenenti aspetti di maggior favor per i conduttori al piano di dismissione immobiliare della fondazione Enasarco;
    posto quanto sopra illustrato circa la situazione di disagio in cui versano i conduttori di immobili degli enti previdenziali privatizzati, non meno preoccupante può considerarsi quanto sta accadendo ai conduttori di immobili appartenenti agli enti previdenziali pubblici, per l'interruzione del processo di alienazione e per la scadenza dei contratti di locazione che rendono insicuro e incerto il futuro delle famiglie dei conduttori con titolo nonché degli occupanti sine titulo, nonostante siano chiaramente indicati dalla legge n. 410 del 2001 condizioni e prerogative per la vendita degli immobili di tali enti, il cui patrimonio residuo è ora entrato integralmente in possesso dell'Inps;
    l'Inps stessa, tuttavia, attende chiare indicazioni operative da parte dei Ministeri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali vigilanti sull'istituto, anche in relazione alla sopravvenuta norma sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, presente all'articolo 27 del cosiddetto «decreto Salva Italia» 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
    alla luce di tutto ciò, non sembra rinviabile un pronunciamento sulla questione da parte del Governo e degli organi parlamentari, affinché il processo di alienazione degli immobili degli enti previdenziali pubblici e privatizzati avvenga in un quadro di tutela e garanzia sociale delle famiglie interessate,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative indirizzate a chiarire il quadro normativo entro cui deve svolgersi il processo di alienazione del patrimonio immobiliare dei vari enti previdenziali privatizzati, affinché le procedure avvengano in maniera trasparente e uniforme, evitando disparità di trattamento;
   a promuovere con urgenza, nel quadro di tali iniziative, misure finalizzate all'abrogazione dell'articolo 1, comma 38, della legge 23 agosto 2004, n. 243, e dell'articolo 1, comma 168, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, nella parte in cui prevede che: «le disposizioni di cui al comma 11-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, non si applicano al piano di dismissioni immobiliari della Fondazione Enasarco (...)»;
   a intervenire per tutelare gli inquilini, vigilando sui prezzi di vendita degli immobili degli enti e sull'entità dei canoni di affitto al momento del rinnovo del contratto di locazione, traendo primario riferimento da quanto stabilito dalla legge n. 410 del 2001;
   ad intervenire in modo chiaro presso gli enti previdenziali pubblici, in particolare presso l'Inps, affinché vengano riprese con celerità e con eguali tutele – in particolare quelle previste dal comma 20 dell'articolo 3 della legge n. 410 del 2001, confermate dall'articolo 43-bis del decreto-legge n. 207 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2009 – le procedure di alienazione degli immobili reimmessi in possesso dell'Inps stesso;
   a disporre, in relazione alle dismissioni immobiliari degli enti previdenziali, un tavolo tecnico interistituzionale e di confronto sindacale per raggiungere le finalità sopra indicate e provvedere alla regolarizzazione degli occupanti sine titulo e alle assegnazioni irregolari di alloggi, indicando inoltre percorsi per agevolare l'accesso al credito delle famiglie con reddito medio basso, con mutui sostenibili e finalizzati all'acquisto;
   a sospendere, nelle more dell'instaurazione del tavolo tecnico e dell'adozione dei provvedimenti necessari, l'esecuzione degli sgomberi nonché delle aste e degli sfratti per morosità incolpevole riguardanti unità immobiliari ad uso residenziale;
   ad utilizzare il patrimonio abitativo sfitto e disponibile degli enti previdenziali, anche quello conferito ai fondi immobiliari, mettendolo a disposizione dei comuni per affrontare l'emergenza abitativa;
   ad adottare provvedimenti idonei a vincolare gli enti previdenziali pubblici o privatizzati a riconsiderare contratti già stipulati secondo forme e canoni socialmente sostenibili e a stipulare e rinnovare i contratti di locazione, tenendo conto della situazione di difficoltà economica delle famiglie;
   a prevedere, in attesa di chiarimenti sulle procedure da adottare scaturenti dall'apposito tavolo tecnico all'uopo istituito, il blocco delle procedure di alienazione degli immobili degli enti previdenziali privatizzati e degli aumenti dei canoni connessi ai rinnovi contrattuali, nonché delle procedure di sfratto in corso:
   a prevedere, con apposito provvedimento, che il prezzo di alienazione degli immobili, le cui procedure sono in fase di attuazione, rimanga fermo per un periodo comunque non inferiore a 5 anni, in modo da garantire a tutti coloro che attualmente non sono in grado di procedere all'acquisto la possibilità di poterlo effettuare alle medesime condizioni.
(1-00149) «Piazzoni, Migliore, Nicchi, Aiello, Zan, Zaratti, Pellegrino, Boccadutri, Pilozzi».


   La Camera,
   premesso che:
    la dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici è stata avviata a seguito delle norme (decreto legislativo n. 104 del 1996) emanate dal Governo su delega del Parlamento (legge n. 335 del 1995) e, successivamente, si è sviluppata con la legge n. 410 del 2001, che ha consentito il ricorso alle operazioni finanziarie di cartolarizzazione, effettuate tramite la società veicolo Scip srl costituita dallo stesso Ministero dell'economia e delle finanze;
    dopo 17 anni sono risultate vendute 74.926 delle 90.392 unità immobiliari; ad oggi, risulta un portafoglio residuo complessivo di 15.466 unità immobiliari vincolate alla dismissione;
    è ormai innegabile che la situazione generale del Paese, dal punto di vista sociale ed economico è molto difficile e la crisi mette in discussione la coesione sociale che interessa ormai larghi strati della popolazione;
    è improrogabile la necessità di trovare una soluzione alla problematica della casa degli inquilini degli enti previdenziali pubblici e, in particolare, degli inquilini dei «cosiddetti» immobili di pregio, tra i quali anche pensionati e lavoratori dipendenti con reddito medio basso;
    occorre, pertanto, intervenire urgentemente per superare innanzitutto la situazione di stallo delle vendite, che permane dal 2009 per le unità immobiliari (prevalentemente residenziali), rimaste invendute dopo la chiusura delle fallimentari operazioni di cartolarizzazione e ritrasferite in proprietà agli enti previdenziali, comunque vincolate da molti anni dalla vigente legislazione alla dismissione con diritto di opzione all'acquisto riconosciuto agli inquilini;
    è evidente come la quasi totalità delle vendite che negli anni sono state realizzate dallo Stato e dagli enti previdenziali pubblici sono state fatte agli stessi inquilini opzionari, ai quali è stato praticato il prezzo di mercato determinato, come per legge, dall'Agenzia del territorio e ridotto del trenta per cento, così come stabilito in ordine a tutte le dismissioni immobiliari pubbliche (legge n. 622 del 1996) e ribadito anche nella legge n. 410 del 2001, oltre al cosiddetto sconto di blocco;
    non v’è dubbio che la gestione del sopra citato portafoglio residuo dalle operazioni di cartolarizzazione, in massima parte costituito da unità residenziali, i cui inquilini pagano una «indennità di occupazione», rappresenti una «coda» di difficile gestione per gli enti, vincolati, da una parte, per legge alla dismissione degli immobili inseriti nei piani di alienazione, dall'altra, dal legislatore del 2009 a promuovere la definizione dei contenziosi privilegiando soluzioni transattive (articolo 43-bis della legge n. 14 del 2009);
    la mancanza assoluta in questi ultimi quattro anni di iniziative autonome da parte degli enti – malgrado le varie iniziative parlamentari succedutesi – lascia supporre quante difficoltà trovino le amministrazioni nella prudente valutazione di circostanze per accordi transattivi, in grado di soddisfare l'interesse pubblico e la convenienza del privato;
    di qui la necessità di intervenire con una norma idonea a definire la massima parte delle vertenze in atto, ponendo fine ad annosi contenziosi dall'esito incerto, nella prospettiva dell'immediato bilanciamento d'interessi tra l'aspirazione dei conduttori ad acquistare finalmente la casa ed il conseguimento del risultato economico per la finanza pubblica;
    in questo quadro si rende necessaria ed opportuna un'accelerazione sulle dismissioni immobiliari, a cominciare dagli immobili residenziali dell'Inps e dell'Inail. È necessario, quindi, affrontare tutte le criticità che sono emerse negli anni passati, che vanno affrontate e risolte tenendo anche conto delle legittime aspettative degli inquilini che, a distanza di 17 anni dall'avvio del processo di dismissioni, non sono stati ancora messi in condizione di potere acquistare la loro prima abitazione in cui vivono da decenni;
    occorre anche valutare con equità quanto posto in evidenza, nel corso di questi ultimi anni, dal coordinamento nazionale degli inquilini dei «cosiddetti» immobili di pregio oggetto di cartolarizzazioni, al cui giudizio i precedenti Governi hanno fissato criteri del tutto sommari ed approssimativi nell'individuazione degli immobili di pregio, con conseguente esclusione dell'abbattimento del 30 per cento del prezzo di offerta in opzione ai conduttori che li acquistano in forma individuale;
    la legge, infatti, impone la classificazione «di pregio» dell'immobile solo sulla base dell'ubicazione e non per le condizioni effettive dello stesso. Si tenga conto che molti di questi immobili, in realtà, sono in un avanzato stato di degrado;
    dal 2009, l'Inps non ha inviato più le offerte in opzione dopo oltre un decennio dalla data di determinazione dei prezzi di vendita stabilita, come per legge, dall'Agenzia del territorio ed è stato negato quindi agli inquilini il diritto di esercitare in tempi tollerabili l'opzione all'acquisto;
    non è stata sperimentata alcuna soluzione transattiva dopo l'entrata in vigore dell'articolo 43-bis della legge 27 febbraio 2009, n. 14;
    non risulterebbe applicata, da parte dell'Inps, la direttiva ministeriale del 10 febbraio 2011, indirizzata a tutti gli enti, con cui il Governo è intervenuto sul blocco delle vendite disponendo che occorre procedere alla dismissione favorendo soluzioni transattive che consentano di stipulare compravendite con un corrispettivo pari al valore dell'immobile, determinato a suo tempo dall'Agenzia del territorio, e un versamento di una quota parte di tale prezzo;
    non sono state definite le modalità di attuazione della norma che garantisce il rinnovo novennale dei contratti di locazione per gli inquilini ultrasessantacinquenni con basso reddito;
    numerosi sono stati gli atti presentati nelle passate legislature, al fine di porre una soluzione al problema, per citarne alcuni: l'atto Camera n. 5478 del 7 dicembre 2004 e l'atto Camera n. 2063 del 13 dicembre 2006, nonché l'atto Senato n. 1019 del 26 settembre 2006 e l'atto Senato n. 1328 del 15 febbraio 2007; oppure sono state proposte soluzioni transattive del contenzioso, come suggeriva l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/48 accolto in Parlamento in relazione alla legge finanziaria per il 2007, oltreché molteplici atti di sindacato ispettivo;
    si tratta di un problema di grande impatto sociale che necessita di una soluzione sostanziale, che risponde ad un bisogno abitativo diffuso nel nostro Paese, con la conseguenza di garantire la soluzione del gigantesco contenzioso instaurato presso i tribunali civili, i tribunali amministrativi regionali e il Consiglio di Stato da cittadini locatari di immobili residenziali inopportunamente classificati di pregio;
    in merito alla dismissione del patrimonio a reddito degli istituti previdenziali appare necessario intervenire, con celerità e chiarezza, anche relativamente alle caratteristiche del programma straordinario di dismissione del patrimonio strumentale dell'Inps che si appresta a varare a seguito dell'integrazione logistica in corso;
    in forza dell'articolo 21, comma 1, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, con decorrenza 1o gennaio 2012, l'Inps succede all'Inpdap ed all'Enpals, in tutti i rapporti attivi e passivi a seguito della soppressione di tali enti, con l'attribuzione delle relative funzioni all'Inps;
    il presidente dell'Inps ha approvato i singoli piani operativi di razionalizzazione logistica delle direzioni regionali e provinciali dell'Inps, con integrazione del patrimonio degli enti soppressi al patrimonio dell'Inps, approvando i relativi finanziamenti, distinti per direzioni regionali, per permettere interventi di razionalizzazione nell'arco temporale 2011-2014, atti a favorire la dismissione degli immobili strumentali locati e la messa a disposizione alla locazione ovvero all'alienazione degli immobili strumentali di proprietà che risultino in eccesso rispetto alle esigenze organizzative dell'istituto integrato;
    le direttive del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in riferimento ai piani di investimento degli enti pubblici previdenziali e assistenziali vigilati, hanno individuato i seguenti obiettivi strategici:
     a) il raggiungimento dell'interesse pubblico;
     b) la riduzione complessiva dei costi di gestione;
     c) lo sviluppo di immobili gestiti da amministrazioni o enti pubblici;
    le iniziative di razionalizzazione logistica del patrimonio strumentale in corso stanno rendendo disponibili immobili da destinare alla locazione o all'alienazione,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative nel più breve tempo possibile – in attesa di elementi informativi, relativamente alle caratteristiche del programma straordinario di dismissione degli immobili che si appresta a varare – al fine di chiarire il quadro normativo che regolerà il processo di locazione e/o alienazione del patrimonio immobiliare, compreso quello strumentale, degli enti previdenziali;
   ad intervenire affinché vengano adottate con chiarezza e celerità, in un tempo definito, tutte le procedure necessarie per l'inizio del nuovo processo di dismissione che tenga conto delle esigenze di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica;
   ad assumere iniziative per garantire, comunque, agli inquilini tutele e garanzie di controllo sui prezzi di vendita da parte degli enti o di eventuali società strumentali e sull'entità dei canoni di affitto in rinnovo di locazione, traendo prioritario riferimento da quanto stabilito dalla legge n. 410 del 2001 e dagli accordi sindacali in materia, in modo che i diritti in essi stabiliti siano effettivamente praticabili;
   ad attivarsi anche con una precisa iniziativa normativa per risolvere l'annosa vicenda del contenzioso giudiziario dei cosiddetti immobili di pregio;
   ad assumere nelle future iniziative normative obblighi a stipulare e rinnovare i contratti di locazione, anche tenendo in considerazione eventuali situazioni di difficoltà economica delle famiglie interessate;
   ad adottare iniziative per pervenire a criteri di definizione della natura di «pregio» degli immobili che tengano conto, non soltanto dell'ubicazione dei medesimi, ma anche delle effettive condizioni manutentive.
(1-00246) «Antimo Cesaro, Tinagli, Zanetti, D'Agostino, Sottanelli, Cimmino, Binetti, Rabino, Causin, Fitzgerald Nissoli, Monchiero, Schirò Planeta».


   La Camera,
   premesso che:
    nell'attuale contesto di crisi economica che colpisce il Paese, l'emergenza abitativa rappresenta un elemento di maggiore e crescente tensione sociale, che riguarda diversi strati della popolazione, non soltanto le categorie a rischio, ma anche larghe fasce di ceto medio, giovani coppie e famiglie con doppio reddito;
    tale situazione è dovuta ad una coesistenza di fattori: l'andamento del mercato immobiliare con un'offerta di abitazioni private a costi sempre più elevati; la difficoltà di accesso al credito con le banche restie nel concedere mutui e la mancanza di politiche abitative volte all'ammodernamento del patrimonio immobiliare esistente, con il recupero urbano e senza ulteriore consumo del suolo;
    la scarsità di alloggi di edilizia residenziale pubblica da concedere in locazione, in combinazione con le difficoltà di accesso al credito da parte delle giovani coppie che nell'attuale momento di crisi economica sono sempre più contrassegnate dalla precarietà di lavoro, non solo ostacola la naturale formazione di nuovi nuclei familiari, ma crea anche un disagio sociale che vede caricare sui privati proprietari immobiliari i problemi dell'edilizia sociale;
    le continue proroghe degli sfratti nelle aree di crisi abitativa non hanno fatto altro che caricare sui privati proprietari immobiliari la risoluzione dei problemi abitativi delle categorie socialmente deboli; è riconosciuto da tutti ormai che i timori sulla mancanza di garanzia per l'immediata restituzione dell'immobile al locatore alla scadenza del contratto, mancanza di garanzia che in passato ha costretto i piccoli proprietari a tenere spesso gli immobili sfitti, ha inciso pesantemente sulla paralisi del settore delle locazioni e sull'innalzamento dei prezzi degli affitti;
    parte di tale disagio abitativo è dovuto anche alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e privati;
    la normativa di riferimento in materia risale al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, con il quale si avvia la privatizzazione degli enti previdenziali, cui fa seguito il decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, come integrato dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, (che disciplina l'attività in campo immobiliare degli enti previdenziali pubblici), l'articolo 1, comma 38, della legge n. 243 del 2004, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2010, il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, la direttiva europea 2004/18/CE;
    il susseguirsi di interventi legislativi ha, di fatto, creato un panorama indefinito ed eterogeneo di situazioni tra ente ed ente, che necessita di chiarimenti per evitare speculazioni ed iniquità di trattamento;
    in particolare, pare che a creare maggiore confusione sia stata la norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 1, comma 38, della legge n. 243 del 2004, la quale esclude che le norme sulla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici possano applicarsi agli enti previdenziali privatizzati; disposizione sulla quale si è pronunciata anche la Corte di cassazione, con sentenza a sezioni unite n. 20322 del 22 giugno 2006, contestandone la natura di norma di interpretazione autentica e attribuendole di contro portata innovativa;
    peraltro, la natura pubblicistica degli enti previdenziali pur privatizzati trova, comunque, conferma da quanto stabilito all'articolo 5 della legge n. 44 del 2012, laddove si dispone che, ai fini dell'applicazione delle disposizioni in materia di finanza pubblica, per amministrazioni pubbliche si intendono gli enti ed i soggetti indicati nell'elenco Istat oggetto di comunicato pubblicato in data 24 luglio 2010, il quale comprende, per l'appunto, gli enti privatizzati;
    a rendere ancora più disorganico il quadro normativo inerente all'alienazione degli immobili da parte degli enti e, conseguentemente, disomogenee le modalità di dismissione adottate dagli stessi è l'articolo 1, comma 168, della legge di stabilità per il 2013 (legge 24 dicembre 2012, n. 228), laddove prevede che «(...) le disposizioni di cui al comma 11-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.135 (cosiddetta spending review bis) non si applicano al piano di dismissioni immobiliari della fondazione Enasarco (...)»;
    non meno confusa appare la situazione che investe gli immobili degli enti previdenziali pubblici, già oggetto in passato delle operazioni cosiddette Scip 1 e Scip 2;
    il patrimonio residuo invenduto è ora entrato integralmente in possesso dell'Inps; lo stesso presidente dell'istituto ha scritto ai Ministeri vigilanti, Ministeri dell'economia e delle Finanze e del lavoro e delle politiche sociali, per chiedere chiarimenti sul da farsi, anche alla luce del sopravvenuto intervento normativo sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico di cui all'articolo 27 del «decreto salva Italia», decreto-legge n. 201 del 2011;
    a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, gli enti previdenziali privatizzati e pubblici devono garantire in primis i trattamenti previdenziali dei loro iscritti, salvaguardando i versamenti contributivi da loro effettuati,

impegna il Governo:

   ad adottare le opportune iniziative atte a definire un quadro normativo univoco per tutti gli enti previdenziali, pubblici e privatizzati, entro cui debbano svolgersi le operazioni di dismissione del relativo patrimonio immobiliare;
   ad intervenire, nell'ambito della dismissione degli immobili degli enti privatizzati, da un lato, per garantire agli inquilini uniformità di trattamento nella definizione del prezzo di vendita da parte degli enti, parametrato a prezzo di mercato, e, dall'altro, per tutelare, al contempo, i versamenti contributivi degli iscritti agli enti medesimi, tenuto conto che con essi nel tempo gli enti hanno proceduto all'acquisto di siffatto patrimonio immobiliare;
   ad intervenire, altresì, presso gli enti previdenziali pubblici e, in particolare, presso l'Inps, come richiesto dal suo stesso presidente, affinché vengano riprese con celerità e chiarezza, le operazioni di alienazione degli immobili reimmessi in possesso dell'istituto medesimo, sempre con definizione del prezzo di vendita parametrato al prezzo di mercato;
   ad attuare, in collaborazione con le regioni, una riforma degli strumenti di edilizia residenziale pubblica, con l'introduzione di modelli innovativi di partenariato pubblico e privato, in grado di ampliare il parco alloggi dell'edilizia sociale, incentivando, anche con benefici economici rivolti alla copertura dei costi legati alla bonifica delle aree e degli immobili dismessi, o non più utili ai loro fini istituzionali, le iniziative di recupero e ristrutturazione urbanistica ed edilizia che evitano l'espansione urbana delle periferie.
(1-00252) «Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini».


MOZIONI NICCHI ED ALTRI N. 1-00245, SCUVERA ED ALTRI N. 1-00108, BRAMBILLA ED ALTRI N. 1-00244, ANTIMO CESARO ED ALTRI N. 1-00249, SILVIA GIORDANO ED ALTRI N. 1-00250, RONDINI ED ALTRI N. 1-00251 E GIORGIA MELONI ED ALTRI N. 1-00253 IN MATERIA DI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    in base agli ultimi dati Istat, in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9 per cento nel Mezzogiorno, rispetto al 4,7 per cento nel Centro e nel Nord del Paese;
    negli ultimi anni il reddito delle famiglie degli adolescenti in stato di povertà assoluta è diminuito del 31 per cento;
    come riporta la relazione al Parlamento dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, presentata il 13 maggio 2013, il dato che più di altri ci aiuta ad individuare il fallimento delle politiche sinora adottate è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: esso è pari al 70 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale. Settanta su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia rischiano di essere poveri;
    la suddetta relazione dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ricorda come la comparazione con altri Stati industrializzati ci aiuta a ponderare meglio la situazione: «l'Unicef, nella Report card n. 11 “Benessere dei bambini e degli adolescenti nei Paesi ricchi” (aprile 2013) ci informa che nella classifica del benessere dei bambini l'Italia occupa il 22o posto su 29 Paesi: alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia e prima di Estonia, Slovacchia e Grecia. L'Italia risulta il paese con il tasso “neet(not in education, employment or training) più elevato tra tutti Paesi industrializzati, dopo la Spagna. L'11 per cento dei nostri giovani tra 15 e 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione»;
    le peggiori condizioni di privazione ricadono, peraltro, sui figli degli immigrati, sui bambini delle famiglie giovani o i bambini con un solo genitore, spesso la madre, che, per il tasso di impiego delle donne molto più basso della media europea, non riesce a mantenere il bambino;
    già nella relazione del 2012 l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza aveva sollevato la problematica relativa all'impatto negativo della mancanza di investimenti, da parte della Stato, a favore dell'infanzia e dell'adolescenza;
    al forte ridimensionamento dell'intervento pubblico in questo ambito si aggiunga la mancata definizione dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale;
    il fondo per le politiche sociali è stato in questi ultimi anni costantemente definanziato. Lo stesso fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, finanziato annualmente dalla legge di stabilità, ha visto ridursi negli anni la sua dotazione finanziaria: se la legge di stabilità per il 2012 stanziava quasi 40 milioni di euro per il 2012, la legge di stabilità attualmente all'esame del Parlamento stanzia per il 2014 meno di 28,7 milioni di euro. Ciò si è tradotto in una riduzione in due anni del 28 per cento delle risorse assegnate al medesimo fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;
    vale la pena riportare un passaggio della suddetta ultima relazione al Parlamento laddove si sottolinea come «l'Autorità non manca di ricordare alle istituzioni i già richiamati costi sociali ed economici dei mancati investimenti sull'infanzia e l'adolescenza e quello che sarà l'impatto di essi sull'Italia del presente ma soprattutto del futuro»;
    il 20 maggio 2013 l'associazione onlus Save the children ha presentato un rapporto, in concomitanza dell'avvio di una campagna sull'infanzia, per accendere i riflettori sulla condizione dei minori in Italia;
    secondo il rapporto dell'organizzazione, sono quattro i principali pregiudizi determinati dalle politiche pubbliche ai danni di bambini e adolescenti: il taglio dei fondi per minori e famiglia, la mancanza di risorse per una vita dignitosa, il basso livello di istruzione e il lavoro. L'Italia è al 18o posto per la spesa per l'infanzia e la famiglia pari all'1 per cento del prodotto interno lordo. Quasi il 29 per cento di bambini sotto i 6 anni vive ai limiti della povertà, tanto che il nostro Paese è al 21o posto in Unione europea per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori di età 0-6 anni e il 23,7 per cento vive in stato di deprivazione materiale. Ancora, il nostro Paese è al 22o posto per quanto riguarda il basso livello d'istruzione e per dispersione scolastica ed è all'ultimo posto per tasso di laureati;
    il rapporto mette in evidenza come «tutta la politica italiana nei confronti dell'infanzia appare caratterizzata da evidenti “amputazioni e protesi”: 1) l'assenza di un piano organico di contrasto alle povertà minorili e di interventi di sostegno alle famiglie in questa condizione (agevolazioni fiscali, voucher ed altro); 2) l'assenza di politiche organiche e attive di sostegno al lavoro femminile e alla conciliazione lavoro-famiglia; 3) l'impalpabilità del sistema di servizi per la prima infanzia in tante regioni del Mezzogiorno e il suo ritardo anche in alcune aree del Centro e del Nord; 4) la fragilità del sistema di orientamento e formazione professionale soprattutto nel Mezzogiorno, malgrado le significative riforme degli ultimi dieci anni; 5) l'assenza di un programma urgente di investimenti per il recupero e la ristrutturazione dell'edilizia scolastica; 6) la mancata riforma legislativa per garantire la cittadinanza ai minori di origine straniera nati in Italia»;
    il generale impoverimento delle generazioni più giovani va in parallelo con una colpevole disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive. Da qui la richiesta avanzata dall'organizzazione Save the children, per un piano specifico di contrasto alla povertà minorile, per un piano d'investimento a favore dell'istruzione pubblica e per un nuovo piano per l'utilizzo dei fondi europei;
    finora il nostro Paese non si è dato obiettivi precisi per la riduzione della povertà minorile e non esiste nessun piano serio di intervento al riguardo;
    si rileva tutta questa «disattenzione», nonostante il fatto che la Commissione europea abbia inserito tra i principali obiettivi dei Governi degli Stati dell'Unione europea la prevenzione e la lotta alla povertà minorile;
    a giugno 2013, l'Istat ha reso noti gli indicatori demografici per il 2012, confermando un saldo naturale (differenza tra nati e morti) negativo rispetto al 2011 per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima. Il numero dei nati è diminuito rispetto al 2011 (-12.399, pari a -2,3 per cento), seguendo un andamento già registrato a partire dal 2009;
    a livello nazionale si conferma, quindi, la tendenza alla diminuzione delle nascite già osservata negli anni 2009-2011;
    uno dei principali problemi del nostro Paese, che contribuisce fortemente ai costante calo demografico, risiede principalmente nella sostanziale assenza di mirati aiuti finanziari, di adeguati servizi all'infanzia a supporto delle famiglie e di politiche mirate a sostenere le pari opportunità tra uomini e donne;
    non è solo il reddito della famiglia a determinare la condizione di povertà di un bambino, ma è fondamentale poter contare anche su una rete di opportunità e di servizi, come l'asilo nido e una scuola di qualità, così come di spazi adeguati per il gioco e il movimento;
    dal rapporto Istat presentato il 25 luglio 2013 sull'offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia in Italia emerge che i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,5 per cento al Sud al 17,1 per cento al Nord-Est, mentre la percentuale dei comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 24,3 per cento al Sud all'82,6 per cento al Nord-Est;
    uno dei problemi strutturali dell'Italia è, peraltro, l'evidente carenza di strutture per l'infanzia e di asili nido comunali e un quadro avvilente in fatto di welfare, con alti costi e forti disparità nell'offerta tra le diverse aree del Paese. Gli asili nido comunali sembrano più strutture a pagamento che statali, con costi medi che si aggirano intorno ai 300 euro mensili, e tariffe in crescita rispetto agli anni passati. La distribuzione sul territorio nazionale di nidi comunali o finanziati dal comune è, peraltro, fortemente squilibrata;
    i pesanti tagli agli enti locali, attuati in questi ultimi anni, non hanno fatto che peggiorare la situazione dal punto di vista sia della qualità del servizio che dei costi. Il dato di fondo resta sempre l'enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze;
    il dossier di Cittadinanzattiva 2012 ha confermato in pieno le difficoltà in questo ambito: le strutture comunali su cui possono contare le famiglie superano di poco quota 3.600 e sono in grado di soddisfare circa 147 mila richieste di iscrizione. I genitori di un bambino su quattro (23,5 per cento) restano in lista d'attesa e sono costretti a rivolgersi altrove;
    di fronte a questi dati non stupisce il fatto che molte giovani donne siano spinte a rinunciare o a rinviare sine die una maternità, comunque desiderata, come confermano i dati Istat sopra esposti;
    l'insufficienza nell'offerta dei servizi socio-educativi per l'infanzia influisce negativamente e scoraggia la partecipazione femminile al mercato del lavoro, facendo rinunciare le donne. Si ricorda, infatti, che questo rappresenta uno dei maggiori ostacoli che ancora oggi una donna incontra nel mondo del lavoro, tanto che il tasso di occupazione femminile pone l'Italia all'ultimo posto nella, graduatoria europea del livello di attività;
    in questo ambito è, quindi, improcrastinabile individuare efficaci politiche attive del lavoro che puntino a favorire la buona e stabile occupazione femminile nel nostro Paese. Per far ciò, dette politiche non possono non intrecciarsi inevitabilmente con le esigenze di cura della famiglia e, quindi, anche con un aumento dell'offerta qualitativa e quantitativa della scuola, del tempo pieno, dei servizi socio-educativi per l'infanzia;
    un ulteriore aspetto centrale che riguarda le politiche di tutela dei minori è quello relativo ai minori non accompagnati;
    secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2013 i migranti nel mondo sono stati 232 milioni di persone, pari al 3,2 per cento della popolazione globale, contro 175 milioni nel 2000 e 154 milioni nel 1996;
    si calcola che siano 33 milioni i migranti di età inferiore ai 20 anni (il 16 per cento di tutte le persone migranti), di cui 11 milioni hanno un'età compresa tra i 15 e i 19 anni;
    all'interno di questo processo migratorio, i minori non accompagnati negli ultimi 10 anni sono notevolmente aumentati. Anche nel nostro Paese i minori stranieri, e quelli non accompagnati in particolare, costituiscono una realtà sempre più importante, dalle caratteristiche molto variegate e composite. Ciò comporta anche la difficoltà di quantificare con precisione il fenomeno;
    i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali riportano, al 30 settembre 2013, la segnalazione di 7.821 minori stranieri non accompagnati;
    nella XVI legislatura, la Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza avviò e concluse un'indagine conoscitiva sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati. L'obiettivo principale dell'indagine è stato proprio quello di voler approfondire la situazione e il destino dei suddetti minori immigrati clandestinamente in Italia, una volta abbandonati i centri di prima accoglienza per gli immigrati. È evidente, infatti, come sia estremamente critica la fase del loro primo inserimento nella società civile, che li espone inevitabilmente a gravi rischi di sfruttamento da parte della criminalità, oltre che per la loro stessa incolumità;
    il fenomeno per il quale molti minori si allontanano senza lasciare traccia dalle strutture di ospitalità per loro previste impone, di conseguenza, l'individuazione di efficaci strumenti di contrasto alla loro scomparsa e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Va sottolineato come una delle ragioni dell'allontanamento di questi giovani dalle comunità che li ospitano è da rinvenirsi anche nella riduzione delle risorse finanziarie assegnate ai comuni e, conseguentemente, ai relativi centri di prima accoglienza;
    peraltro, i comuni hanno sempre maggior difficoltà a far fronte agli oneri derivanti dalla presenza di minori stranieri non accompagnati sul proprio territorio. Il comune, infatti, per competenza, deve provvedere a collocare temporaneamente in un luogo sicuro sino a quando non si possa provvedere in modo definitivo alla loro protezione;
    un importante passo avanti in questo ambito è stato l'accordo con il Governo del 30 marzo 2011, che ha portato poi allo stanziamento di fondi necessari al contributo per le spese di accoglienza solo per i minori del Nord Africa e che ha creato le premesse per l'istituzione nel 2012 del fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
    il decreto-legge n. 120 del 2013, attualmente all'esame della Camera dei deputati, e la legge di stabilità per il 2014, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, prevedono rispettivamente uno stanziamento di 20 milioni di euro per l'anno 2013, il primo, e uno stanziamento di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016. Risorse indispensabili ma ancora insufficienti per assicurare effettiva copertura delle spese sostenute dai comuni per l'accoglienza di tutti i minori presenti, senza alcuna distinzione di provenienza, età, periodo o luogo di ingresso sul territorio italiano;
    un ulteriore aspetto centrale delle politiche di integrazione e di tutela dei minori è la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati, nati in Italia;
    l'applicazione del principio dello ius soli consentirebbe di sostenere il processo di integrazione socio-culturale verso un'effettiva convivenza tra le persone di origine diversa;
    il bambino nato in Italia da genitore straniero, pur non essendo cittadino italiano, impara la lingua italiana, frequenta la scuola italiana, acquisisce la cultura e le abitudini locali. Inoltre, il bambino vive in un Paese del quale assorbe le regole e i comportamenti, ma il cui ordinamento giuridico non lo riconosce come cittadino;
    un problema drammatico riguarda, la violenza sui minori;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza riconosce ad ogni bambino e adolescente il diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e violenza;
    è noto che gran parte delle violenze avviene all'interno dell'ambiente familiare, conseguentemente la stima degli abusi e delle violenze risulta certamente sottostimata e il fenomeno tende a rimanere sommerso;
    i casi di abusi sessuali e pedofilia sono in aumento nell'età adolescenziale. Da quanto riportato da Telefono azzurro, risulta che la percentuale di adolescenti vittime di abusi sessuali è passato dal 13,4 per cento nel 2009 al 22,3 per cento nel 2012;
    dai dati di Telefono azzurro emerge anche che un numero considerevole di segnalazioni riguarda casi di adescamento on line, che hanno registrato un aumento del 10 per cento dal 2008 al 2012. Sebbene anche per questa tipologia di abusi il responsabile sia prevalentemente un familiare, molti adescatori sono soggetti estranei alla vittima o amici/conoscenti. Inoltre, la percentuale di abusi su bambini e adolescenti stranieri risulta in progressivo aumento, dal 9 per cento nel 2011 al 19 per cento nel 2012;
    vanno evidenziate le criticità conseguenti alla frammentazione delle competenze istituzionali sull'infanzia e sull'adolescenza, criticità già più volte sottolineate dalla stessa Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e che si traducono in un limite ad un'azione realmente efficace. Tali competenze, divise tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori, rischiano di rendere le politiche per l'infanzia e l'adolescenza non efficaci e troppo frammentate;
    la normativa vigente attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia, con la gestione delle relative risorse. Sono, inoltre, affidate alla Presidenza del Consiglio dei ministri, presso il dipartimento per le politiche della famiglia, in coordinamento con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le funzioni di competenza del Governo riguardanti l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e quelle concernenti il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Inoltre, la Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il dipartimento per le pari opportunità, in cui opera l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, svolge le funzioni inerenti alla prevenzione, all'assistenza e alla tutela dei minori dallo sfruttamento e dall'abuso sessuale dei minori. L'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza predispone il piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, che sottopone all'approvazione del Comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia (Ciclope). Per quanto riguarda le funzioni in tema di minori il Ministero del lavoro e delle politiche sociali monitora gli interventi ed i progetti sperimentali finanziati previsti dalla legge n. 285 del 1997 per la «promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza» e ne predispone la relazione annuale al Parlamento. Sempre il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, inoltre, provvede a monitorare, in coordinamento con il Ministero della giustizia e le regioni, lo stato di attuazione della legge n. 149 del 2001 rivolta agli interventi in favore dei minori fuori famiglia;
    è evidente quindi, come risulti indispensabile giungere a un coordinamento efficace di compiti e funzioni e di compartecipazione alle politiche sull'infanzia e all'unificazione, o perlomeno a una sensibile riduzione, delle competenze in materia di infanzia e adolescenza, al fine di evitare inutili e controproducenti sovrapposizioni fra soggetti e istanze diverse,

impegna il Governo:

   a sostenere politiche attive e misure efficaci di sostegno alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia, al fine di favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con particolare riguardo a chi ha redditi bassi e discontinui;
   a promuovere politiche sociali di sostegno alla maternità e alla paternità, anche attraverso lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie per la messa in sicurezza e l'incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l'infanzia e, in particolare, per la fascia neo-natale e pre-scolastica, garantendo l'attuazione e l'uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale;
   ad assumere iniziative per incrementare le risorse per le politiche sociali e per l'infanzia e l'adolescenza;
   ad assumere iniziative per prevedere interventi, anche di tipo fiscale, per il sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema;
   ad assumere iniziative dirette ad incrementare le risorse da destinare per la piena attuazione dei diritti dei minori che vivono in Italia;
   a favorire l'inclusione sociale dei minori stranieri, prevedendo – tra l'altro – una propria iniziativa normativa volta a concedere la cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri legalmente residenti in Italia;
   ad assumere opportune iniziative volte ad aumentare le risorse finanziarie a favore delle regioni e degli enti locali sulla base delle rispettive presenze, per il potenziamento e il miglioramento dei progetti di accoglienza a favore dei minori stranieri non accompagnati, anche attraverso un aumento delle risorse destinate all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
   ad attuare efficaci iniziative, anche normative, al fine di intervenire nella fase estremamente critica del primo inserimento nella società civile dei minori non accompagnati, aiutandoli in una fase che li espone inevitabilmente a gravi rischi per la loro incolumità e di sfruttamento da parte della criminalità e a favorirne la loro integrazione, agevolando a tal fine opportune forme di affido temporaneo;
   a potenziare il settore della giustizia minorile, al fine di rendere concreto il recupero sociale dei giovani entrati nel circuito penale e in disagio sociale;
   ad assumere iniziative dirette a un accentramento delle competenze istituzionali sull'infanzia e sull'adolescenza, attualmente eccessivamente frammentate, al fine di consentire un'azione realmente efficace delle politiche in materia.
(1-00245) «Nicchi, Piazzoni, Aiello, Migliore, Di Salvo, Fratoianni, Lavagno, Melilla, Ricciatti, Pellegrino, Costantino».


   La Camera,
   premesso che:
    in base agli ultimi dati Istat, in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9 per cento nel Mezzogiorno, rispetto al 4,7 per cento nel Centro e nel Nord del Paese;
    negli ultimi anni il reddito delle famiglie degli adolescenti in stato di povertà assoluta è diminuito del 31 per cento;
    come riporta la relazione al Parlamento dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, presentata il 13 maggio 2013, il dato che più di altri ci aiuta ad individuare il fallimento delle politiche sinora adottate è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: esso è pari al 70 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale. Settanta su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia rischiano di essere poveri;
    la suddetta relazione dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ricorda come la comparazione con altri Stati industrializzati ci aiuta a ponderare meglio la situazione: «l'Unicef, nella Report card n. 11 “Benessere dei bambini e degli adolescenti nei Paesi ricchi” (aprile 2013) ci informa che nella classifica del benessere dei bambini l'Italia occupa il 22o posto su 29 Paesi: alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia e prima di Estonia, Slovacchia e Grecia. L'Italia risulta il paese con il tasso “neet(not in education, employment or training) più elevato tra tutti Paesi industrializzati, dopo la Spagna. L'11 per cento dei nostri giovani tra 15 e 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione»;
    le peggiori condizioni di privazione ricadono, peraltro, sui figli degli immigrati, sui bambini delle famiglie giovani o i bambini con un solo genitore, spesso la madre, che, per il tasso di impiego delle donne molto più basso della media europea, non riesce a mantenere il bambino;
    già nella relazione del 2012 l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza aveva sollevato la problematica relativa all'impatto negativo della mancanza di investimenti, da parte della Stato, a favore dell'infanzia e dell'adolescenza;
    al forte ridimensionamento dell'intervento pubblico in questo ambito si aggiunga la mancata definizione dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale;
    il fondo per le politiche sociali è stato in questi ultimi anni costantemente definanziato. Lo stesso fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, finanziato annualmente dalla legge di stabilità, ha visto ridursi negli anni la sua dotazione finanziaria: se la legge di stabilità per il 2012 stanziava quasi 40 milioni di euro per il 2012, la legge di stabilità attualmente all'esame del Parlamento stanzia per il 2014 meno di 28,7 milioni di euro. Ciò si è tradotto in una riduzione in due anni del 28 per cento delle risorse assegnate al medesimo fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;
    vale la pena riportare un passaggio della suddetta ultima relazione al Parlamento laddove si sottolinea come «l'Autorità non manca di ricordare alle istituzioni i già richiamati costi sociali ed economici dei mancati investimenti sull'infanzia e l'adolescenza e quello che sarà l'impatto di essi sull'Italia del presente ma soprattutto del futuro»;
    il 20 maggio 2013 l'associazione onlus Save the children ha presentato un rapporto, in concomitanza dell'avvio di una campagna sull'infanzia, per accendere i riflettori sulla condizione dei minori in Italia;
    secondo il rapporto dell'organizzazione, sono quattro i principali pregiudizi determinati dalle politiche pubbliche ai danni di bambini e adolescenti: il taglio dei fondi per minori e famiglia, la mancanza di risorse per una vita dignitosa, il basso livello di istruzione e il lavoro. L'Italia è al 18o posto per la spesa per l'infanzia e la famiglia pari all'1 per cento del prodotto interno lordo. Quasi il 29 per cento di bambini sotto i 6 anni vive ai limiti della povertà, tanto che il nostro Paese è al 21o posto in Unione europea per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori di età 0-6 anni e il 23,7 per cento vive in stato di deprivazione materiale. Ancora, il nostro Paese è al 22o posto per quanto riguarda il basso livello d'istruzione e per dispersione scolastica ed è all'ultimo posto per tasso di laureati;
    il rapporto mette in evidenza come «tutta la politica italiana nei confronti dell'infanzia appare caratterizzata da evidenti “amputazioni e protesi”: 1) l'assenza di un piano organico di contrasto alle povertà minorili e di interventi di sostegno alle famiglie in questa condizione (agevolazioni fiscali, voucher ed altro); 2) l'assenza di politiche organiche e attive di sostegno al lavoro femminile e alla conciliazione lavoro-famiglia; 3) l'impalpabilità del sistema di servizi per la prima infanzia in tante regioni del Mezzogiorno e il suo ritardo anche in alcune aree del Centro e del Nord; 4) la fragilità del sistema di orientamento e formazione professionale soprattutto nel Mezzogiorno, malgrado le significative riforme degli ultimi dieci anni; 5) l'assenza di un programma urgente di investimenti per il recupero e la ristrutturazione dell'edilizia scolastica; 6) la mancata riforma legislativa per garantire la cittadinanza ai minori di origine straniera nati in Italia»;
    il generale impoverimento delle generazioni più giovani va in parallelo con una colpevole disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive. Da qui la richiesta avanzata dall'organizzazione Save the children, per un piano specifico di contrasto alla povertà minorile, per un piano d'investimento a favore dell'istruzione pubblica e per un nuovo piano per l'utilizzo dei fondi europei;
    finora il nostro Paese non si è dato obiettivi precisi per la riduzione della povertà minorile e non esiste nessun piano serio di intervento al riguardo;
    si rileva tutta questa «disattenzione», nonostante il fatto che la Commissione europea abbia inserito tra i principali obiettivi dei Governi degli Stati dell'Unione europea la prevenzione e la lotta alla povertà minorile;
    a giugno 2013, l'Istat ha reso noti gli indicatori demografici per il 2012, confermando un saldo naturale (differenza tra nati e morti) negativo rispetto al 2011 per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima. Il numero dei nati è diminuito rispetto al 2011 (-12.399, pari a -2,3 per cento), seguendo un andamento già registrato a partire dal 2009;
    a livello nazionale si conferma, quindi, la tendenza alla diminuzione delle nascite già osservata negli anni 2009-2011;
    uno dei principali problemi del nostro Paese, che contribuisce fortemente ai costante calo demografico, risiede principalmente nella sostanziale assenza di mirati aiuti finanziari, di adeguati servizi all'infanzia a supporto delle famiglie e di politiche mirate a sostenere le pari opportunità tra uomini e donne;
    non è solo il reddito della famiglia a determinare la condizione di povertà di un bambino, ma è fondamentale poter contare anche su una rete di opportunità e di servizi, come l'asilo nido e una scuola di qualità, così come di spazi adeguati per il gioco e il movimento;
    dal rapporto Istat presentato il 25 luglio 2013 sull'offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia in Italia emerge che i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,5 per cento al Sud al 17,1 per cento al Nord-Est, mentre la percentuale dei comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 24,3 per cento al Sud all'82,6 per cento al Nord-Est;
    uno dei problemi strutturali dell'Italia è, peraltro, l'evidente carenza di strutture per l'infanzia e di asili nido comunali e un quadro avvilente in fatto di welfare, con alti costi e forti disparità nell'offerta tra le diverse aree del Paese. Gli asili nido comunali sembrano più strutture a pagamento che statali, con costi medi che si aggirano intorno ai 300 euro mensili, e tariffe in crescita rispetto agli anni passati. La distribuzione sul territorio nazionale di nidi comunali o finanziati dal comune è, peraltro, fortemente squilibrata;
    i pesanti tagli agli enti locali, attuati in questi ultimi anni, non hanno fatto che peggiorare la situazione dal punto di vista sia della qualità del servizio che dei costi. Il dato di fondo resta sempre l'enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze;
    il dossier di Cittadinanzattiva 2012 ha confermato in pieno le difficoltà in questo ambito: le strutture comunali su cui possono contare le famiglie superano di poco quota 3.600 e sono in grado di soddisfare circa 147 mila richieste di iscrizione. I genitori di un bambino su quattro (23,5 per cento) restano in lista d'attesa e sono costretti a rivolgersi altrove;
    di fronte a questi dati non stupisce il fatto che molte giovani donne siano spinte a rinunciare o a rinviare sine die una maternità, comunque desiderata, come confermano i dati Istat sopra esposti;
    l'insufficienza nell'offerta dei servizi socio-educativi per l'infanzia influisce negativamente e scoraggia la partecipazione femminile al mercato del lavoro, facendo rinunciare le donne. Si ricorda, infatti, che questo rappresenta uno dei maggiori ostacoli che ancora oggi una donna incontra nel mondo del lavoro, tanto che il tasso di occupazione femminile pone l'Italia all'ultimo posto nella, graduatoria europea del livello di attività;
    in questo ambito è, quindi, improcrastinabile individuare efficaci politiche attive del lavoro che puntino a favorire la buona e stabile occupazione femminile nel nostro Paese. Per far ciò, dette politiche non possono non intrecciarsi inevitabilmente con le esigenze di cura della famiglia e, quindi, anche con un aumento dell'offerta qualitativa e quantitativa della scuola, del tempo pieno, dei servizi socio-educativi per l'infanzia;
    un ulteriore aspetto centrale che riguarda le politiche di tutela dei minori è quello relativo ai minori non accompagnati;
    secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2013 i migranti nel mondo sono stati 232 milioni di persone, pari al 3,2 per cento della popolazione globale, contro 175 milioni nel 2000 e 154 milioni nel 1996;
    si calcola che siano 33 milioni i migranti di età inferiore ai 20 anni (il 16 per cento di tutte le persone migranti), di cui 11 milioni hanno un'età compresa tra i 15 e i 19 anni;
    all'interno di questo processo migratorio, i minori non accompagnati negli ultimi 10 anni sono notevolmente aumentati. Anche nel nostro Paese i minori stranieri, e quelli non accompagnati in particolare, costituiscono una realtà sempre più importante, dalle caratteristiche molto variegate e composite. Ciò comporta anche la difficoltà di quantificare con precisione il fenomeno;
    i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali riportano, al 30 settembre 2013, la segnalazione di 7.821 minori stranieri non accompagnati;
    nella XVI legislatura, la Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza avviò e concluse un'indagine conoscitiva sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati. L'obiettivo principale dell'indagine è stato proprio quello di voler approfondire la situazione e il destino dei suddetti minori immigrati clandestinamente in Italia, una volta abbandonati i centri di prima accoglienza per gli immigrati. È evidente, infatti, come sia estremamente critica la fase del loro primo inserimento nella società civile, che li espone inevitabilmente a gravi rischi di sfruttamento da parte della criminalità, oltre che per la loro stessa incolumità;
    il fenomeno per il quale molti minori si allontanano senza lasciare traccia dalle strutture di ospitalità per loro previste impone, di conseguenza, l'individuazione di efficaci strumenti di contrasto alla loro scomparsa e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Va sottolineato come una delle ragioni dell'allontanamento di questi giovani dalle comunità che li ospitano è da rinvenirsi anche nella riduzione delle risorse finanziarie assegnate ai comuni e, conseguentemente, ai relativi centri di prima accoglienza;
    peraltro, i comuni hanno sempre maggior difficoltà a far fronte agli oneri derivanti dalla presenza di minori stranieri non accompagnati sul proprio territorio. Il comune, infatti, per competenza, deve provvedere a collocare temporaneamente in un luogo sicuro sino a quando non si possa provvedere in modo definitivo alla loro protezione;
    un importante passo avanti in questo ambito è stato l'accordo con il Governo del 30 marzo 2011, che ha portato poi allo stanziamento di fondi necessari al contributo per le spese di accoglienza solo per i minori del Nord Africa e che ha creato le premesse per l'istituzione nel 2012 del fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
    il decreto-legge n. 120 del 2013, attualmente all'esame della Camera dei deputati, e la legge di stabilità per il 2014, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, prevedono rispettivamente uno stanziamento di 20 milioni di euro per l'anno 2013, il primo, e uno stanziamento di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016. Risorse indispensabili ma ancora insufficienti per assicurare effettiva copertura delle spese sostenute dai comuni per l'accoglienza di tutti i minori presenti, senza alcuna distinzione di provenienza, età, periodo o luogo di ingresso sul territorio italiano;
    un ulteriore aspetto centrale delle politiche di integrazione e di tutela dei minori è la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati, nati in Italia;
    l'applicazione del principio dello ius soli consentirebbe di sostenere il processo di integrazione socio-culturale verso un'effettiva convivenza tra le persone di origine diversa;
    il bambino nato in Italia da genitore straniero, pur non essendo cittadino italiano, impara la lingua italiana, frequenta la scuola italiana, acquisisce la cultura e le abitudini locali. Inoltre, il bambino vive in un Paese del quale assorbe le regole e i comportamenti, ma il cui ordinamento giuridico non lo riconosce come cittadino;
    un problema drammatico riguarda, la violenza sui minori;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza riconosce ad ogni bambino e adolescente il diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e violenza;
    è noto che gran parte delle violenze avviene all'interno dell'ambiente familiare, conseguentemente la stima degli abusi e delle violenze risulta certamente sottostimata e il fenomeno tende a rimanere sommerso;
    i casi di abusi sessuali e pedofilia sono in aumento nell'età adolescenziale. Da quanto riportato da Telefono azzurro, risulta che la percentuale di adolescenti vittime di abusi sessuali è passato dal 13,4 per cento nel 2009 al 22,3 per cento nel 2012;
    dai dati di Telefono azzurro emerge anche che un numero considerevole di segnalazioni riguarda casi di adescamento on line, che hanno registrato un aumento del 10 per cento dal 2008 al 2012. Sebbene anche per questa tipologia di abusi il responsabile sia prevalentemente un familiare, molti adescatori sono soggetti estranei alla vittima o amici/conoscenti. Inoltre, la percentuale di abusi su bambini e adolescenti stranieri risulta in progressivo aumento, dal 9 per cento nel 2011 al 19 per cento nel 2012;
    vanno evidenziate le criticità conseguenti alla frammentazione delle competenze istituzionali sull'infanzia e sull'adolescenza, criticità già più volte sottolineate dalla stessa Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e che si traducono in un limite ad un'azione realmente efficace. Tali competenze, divise tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori, rischiano di rendere le politiche per l'infanzia e l'adolescenza non efficaci e troppo frammentate;
    la normativa vigente attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia, con la gestione delle relative risorse. Sono, inoltre, affidate alla Presidenza del Consiglio dei ministri, presso il dipartimento per le politiche della famiglia, in coordinamento con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le funzioni di competenza del Governo riguardanti l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e quelle concernenti il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Inoltre, la Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il dipartimento per le pari opportunità, in cui opera l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, svolge le funzioni inerenti alla prevenzione, all'assistenza e alla tutela dei minori dallo sfruttamento e dall'abuso sessuale dei minori. L'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza predispone il piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, che sottopone all'approvazione del Comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia (Ciclope). Per quanto riguarda le funzioni in tema di minori il Ministero del lavoro e delle politiche sociali monitora gli interventi ed i progetti sperimentali finanziati previsti dalla legge n. 285 del 1997 per la «promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza» e ne predispone la relazione annuale al Parlamento. Sempre il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, inoltre, provvede a monitorare, in coordinamento con il Ministero della giustizia e le regioni, lo stato di attuazione della legge n. 149 del 2001 rivolta agli interventi in favore dei minori fuori famiglia;
    è evidente quindi, come risulti indispensabile giungere a un coordinamento efficace di compiti e funzioni e di compartecipazione alle politiche sull'infanzia e all'unificazione, o perlomeno a una sensibile riduzione, delle competenze in materia di infanzia e adolescenza, al fine di evitare inutili e controproducenti sovrapposizioni fra soggetti e istanze diverse,

impegna il Governo:

   a sostenere politiche attive e misure efficaci di sostegno alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia, al fine di favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con particolare riguardo a chi ha redditi bassi e discontinui;
   a promuovere politiche sociali di sostegno alla maternità e alla paternità, anche attraverso lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie per la messa in sicurezza e l'incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l'infanzia e, in particolare, per la fascia neo-natale e pre-scolastica, garantendo l'attuazione e l'uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale;
   ad assumere iniziative per incrementare le risorse per le politiche sociali e per l'infanzia e l'adolescenza;
   ad assumere iniziative per prevedere interventi, anche di tipo fiscale, per il sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema;
   a favorire l'inclusione sociale dei minori stranieri, prevedendo – tra l'altro – una propria iniziativa normativa volta a concedere la cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri legalmente residenti in Italia;
   ad assumere opportune iniziative volte ad aumentare le risorse finanziarie a favore delle regioni e degli enti locali sulla base delle rispettive presenze, per il potenziamento e il miglioramento dei progetti di accoglienza a favore dei minori stranieri non accompagnati, anche attraverso un aumento delle risorse destinate all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
   ad attuare efficaci iniziative, anche normative, al fine di intervenire nella fase estremamente critica del primo inserimento nella società civile dei minori non accompagnati, aiutandoli in una fase che li espone inevitabilmente a gravi rischi per la loro incolumità e di sfruttamento da parte della criminalità e a favorirne la loro integrazione, agevolando a tal fine opportune forme di affido temporaneo;
   a potenziare il settore della giustizia minorile, al fine di rendere concreto il recupero sociale dei giovani entrati nel circuito penale e in disagio sociale;
   ad assumere iniziative dirette a un accentramento delle competenze istituzionali sull'infanzia e sull'adolescenza, attualmente eccessivamente frammentate, al fine di consentire un'azione realmente efficace delle politiche in materia.
(1-00245)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Nicchi, Piazzoni, Aiello, Migliore, Di Salvo, Fratoianni, Lavagno, Melilla, Ricciatti, Pellegrino, Costantino».


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese le bambine, i bambini e gli adolescenti sono 10 milioni e 837 mila e rappresentano il 17 per cento della popolazione;
    l'Italia è agli ultimi posti in Europa negli indicatori principali relativi al benessere e ai diritti dell'infanzia;
    la povertà minorile non è solo un fenomeno inaccettabile dal punto di vista etico e della violazione dei diritti, ma anche una pesante ipoteca sul destino di centinaia di migliaia di bambini e bambine, nonché sul futuro dell'intero Paese;
    la critica situazione economica che sta attraversando il Paese viene pagata duramente dalle nuove generazioni e rischia di creare nei prossimi anni drammatiche ripercussioni sociali;
    l'Italia ha, tra i Paesi Ocse, un tasso molto elevato di povertà relativa fra i bambini: infatti il 15 per cento vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. In Italia sono oltre 2 milioni le persone di minore età che vivono in famiglie povere (nel 2011 erano 1 milione e 822 mila);
    in termini di povertà assoluta si è passati da 653.000 nel 2010 a 723.000 nel 2011, ad oltre 1 milione nel 2012 di minori che versano in tale condizione, soprattutto al Sud, dove si registrano i dati più elevati;
    diversi problemi rilevanti derivano da questa situazione: oltre ai rischi per la salute fisica connessi alla malnutrizione/denutrizione, anche problematiche correlate all'abbandono scolastico – in Italia il tasso di abbandono scolastico è superiore alla media europea, posto che quasi un giovane su cinque (18,2 per cento) nella fascia d'età 18-24 anni è fermo alla licenza media e non svolge altri percorsi di formazione professionale – e a diverse forme di dipendenze e devianza sociale;
    le conseguenze della povertà infantile connesse alla scarsa scolarità si traducono poi in scarso sviluppo delle conoscenze e, quindi, in bassa produttività, bassa occupazionalità; e, di conseguenza, maggiori costi sociali e una maggiore domanda di servizi di welfare, con evidenti ricadute sulla spesa pubblica;
    non è, a tal proposito, trascurabile la cosiddetta povertà educativa, che colpisce anche i minori non statisticamente in povertà economica, che consiste in una sempre più limitata accessibilità alle opportunità educative, culturali e sportive. Con riferimento alle competenze e agli stimoli culturali, si è calcolato che negli ultimi 12 mesi il 39,5 per cento dei minori non ha mai letto un libro, il 33,3 per cento non ha mai usato un computer, il 35,6 per cento non si è mai connesso ad internet, il 19,8 per cento non è mai andato a vedere un film; il 26,2 per cento non pratica mai sport;
    come emerso da una recente ricerca di Save the children Italia e dell'Associazione B. Trentin, supervisionata da un comitato scientifico interistituzionale, i minori di 16 anni che lavorano oggi in Italia sono stimati in circa 260.000 e, complessivamente, per 100 ragazzi di 14-15 anni, quasi il 22 per cento riferisce di aver avuto un'esperienza di lavoro, soprattutto solo dopo i 13 anni. Sono, invece, 30.000 i 14-15enni a rischio di sfruttamento che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, lavorando di notte o in modo continuativo;
    è necessario evidenziare anche la situazione dei minori stranieri, bambini e bambine nati e cresciuti in Italia, italiani di fatto, ma privi di cittadinanza, nonché la questione dei minori stranieri non accompagnati, che al 31 dicembre 2012 risultavano essere 7.575. Save the children evidenzia come ancora oggi troppo spesso i diritti essenziali dei minori stranieri non accompagnati non vengano rispettati: dal diritto al riconoscimento della minore età a quello ad un'accoglienza decorosa, dal diritto alla nomina di un tutore alla possibilità di essere ascoltati nelle scelte che li riguardano;
    la situazione, che continua a peggiorare con l'aggravarsi della crisi economica, deriva anche da politiche socio-educative carenti e frammentarie, ben lontane da quelle degli altri paesi europei;
    in Italia negli ultimi anni c’è stata una costante riduzione dei finanziamenti destinati a famiglie, infanzia e maternità; il fondo nazionale delle politiche sociali è passato da 1 miliardo di euro nel 2007 a 45 milioni di euro nel 2013;
    sono stati pesantemente ridotti i fondi per i servizi educativi e scolastici e depauperati i bilanci degli enti locali, rendendo insostenibili molte reti di welfare inclusivo, anche nelle realtà in cui esiste una forte tradizione culturale di sostegno sociale e comunitario;
    complessivamente, nello studio Unicef che ha esaminato le condizioni di vita dei bambini dei 29 paesi dalle economie più avanzate, l'Italia si trova al 22o posto; nello specifico, l'Italia è nelle retrovie, in particolare per quanto riguarda l'istruzione (al 25o posto), al 22o per la partecipazione a forme di istruzione superiore, al 24o per i risultati scolastici conseguiti e, viceversa, al secondo posto per i neet (giovani che non studiano e non lavorano);
    la Commissione europea, nella sua raccomandazione «Investire sui bambini: rompere il ciclo vizioso di svantaggio», sollecita gli Stati membri a metter al centro della loro agenda il tema dell'infanzia e degli investimenti necessari per combattere la povertà dei bambini per garantire a tutti di crescere uguali;
    nella raccomandazione la Commissione europea ricorda, inoltre, che la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale è uno degli obiettivi della Strategia Europa 2010; la prevenzione e la lotta alla povertà minorile devono, dunque essere tra gli obiettivi prioritari dei Governi degli Stati membri;
    sempre nella raccomandazione la Commissione europea sprona gli Stati a fare uso di alcuni strumenti in favore dei minori svantaggiati che già esistono, come il fondo di aiuti europei agli indigenti – creato nel 2012 al fine di rafforzare l'inclusione sociale e combattere la povertà nell'Unione europea a sostegno dei programmi nazionali che prestano un'assistenza non finanziaria alle persone indigenti per ridurre la deprivazione alimentare e la deprivazione materiale grave – il programma di distribuzione di frutta e latte nelle scuole, attivo dal 2009, il fondo sociale europeo e il fondo per lo sviluppo regionale;
    la povertà è strettamente legata anche al fenomeno della dispersione scolastica, limita le opportunità educative e di crescita, aggrava i già pesanti divari territoriali che affliggono il Paese;
    la povertà infantile è acuita dalla diminuzione nell'accesso alle cure mediche e alla prevenzione sanitaria, che sono drasticamente crollate di fronte ad una mancanza di mezzi economici delle famiglie;
    è peggiorata, inoltre, la qualità dell'alimentazione di bambini e bambine ed adolescenti;
    un dato ancora più drammatico è l'allontanamento dei minorenni dal nucleo familiare per questioni di indigenza della famiglia di origine, che arriva sino alla perdita della capacità genitoriale;
    particolare rilievo rivestono le povertà immateriali, tra cui la situazione dei figli coinvolti nelle separazioni genitoriali altamente conflittuali, spesso vittime innocenti dei rancori di coppia,

impegna il Governo:

   a dotarsi di una strategia nazionale che preveda una pluralità di misure per contrastare le diverse manifestazioni della povertà che agisca su diverse dimensioni, anche sfruttando appieno gli strumenti finanziari che l'Unione europea mette a disposizione;
   ad elaborare un apposito piano di contrasto alla povertà minorile e giovanile, finalizzato anche a combattere la dispersione scolastica e a favorire l'inclusione lavorativa dei giovani che escono dalle comunità di tipo familiare, reperendo le necessarie risorse e considerando lo stanziamento delle medesime non una spesa che crea debito, ma un investimento sul capitale umano, per il progresso anche economico del Paese;
   ad assumere iniziative per evitare che finanziamenti e obiettivi concordati con le regioni e gli enti locali vengano disattesi;
   ad assumere iniziative per rifinanziare in modo adeguato la legge n. 285 del 1997, «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza»;
   a prevedere misure urgenti ed interventi di sostegno per consentire ai minori di essere educati nell'ambito della propria famiglia, anche dando immediata attuazione, attraverso i previsti decreti legislativi, alla legge 10 dicembre 2012, n. 219;
   a prevedere iniziative urgenti atte a specificare che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia;
   a favorire il consolidamento delle reti di associazioni di volontariato nell'ambito familiare che sviluppino legami solidali tra famiglie e tra le generazioni nella direzione del welfare solidale e relazionale, fondato su un mix di risorse economiche e relazionali;
   a mettere a sistema tutte le sperimentazioni positive e le buone pratiche già esistenti in Italia.
(1-00108)
(Ulteriore nuova formulazione) «Scuvera, Iori, Zampa, Capone, Roberta Agostini, Albanella, Argentin, Basso, Bazoli, Beni, Biondelli, Boschi, Cardinale, Carnevali, Carocci, Carra, Casati, Cenni, Chaouki, Cimbro, Coccia, Cominelli, Coscia, D'Incecco, Marco Di Maio, Ermini, Fabbri, Fossati, Gadda, Gandolfi, Gasparini, Giorgis, Giulietti, Gnecchi, Gozi, Gregori, Gribaudo, Giuseppe Guerini, Guerra, Iacono, Incerti, La Marca, Laforgia, Lattuca, Lenzi, Maestri, Malpezzi, Manzi, Marantelli, Marzano, Mongiello, Morani, Moretti, Moscatt, Mura, Narduolo, Nicoletti, Patriarca, Porta, Rostan, Sbrollini, Tidei, Tullo, Velo, Zappulla, Zardini, Capodicasa, Crivellari, Rubinato, Rocchi, Rigoni, Mogherini, Cani, Culotta, Marchi, Amoddio, Simoni, Quartapelle Procopio, Blazina, Rosato, Antezza, Fontanelli, Petrenga, Giammanco».


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese le bambine, i bambini e gli adolescenti sono 10 milioni e 837 mila e rappresentano il 17 per cento della popolazione;
    l'Italia è agli ultimi posti in Europa negli indicatori principali relativi al benessere e ai diritti dell'infanzia;
    la povertà minorile non è solo un fenomeno inaccettabile dal punto di vista etico e della violazione dei diritti, ma anche una pesante ipoteca sul destino di centinaia di migliaia di bambini e bambine, nonché sul futuro dell'intero Paese;
    la critica situazione economica che sta attraversando il Paese viene pagata duramente dalle nuove generazioni e rischia di creare nei prossimi anni drammatiche ripercussioni sociali;
    l'Italia ha, tra i Paesi Ocse, un tasso molto elevato di povertà relativa fra i bambini: infatti il 15 per cento vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. In Italia sono oltre 2 milioni le persone di minore età che vivono in famiglie povere (nel 2011 erano 1 milione e 822 mila);
    in termini di povertà assoluta si è passati da 653.000 nel 2010 a 723.000 nel 2011, ad oltre 1 milione nel 2012 di minori che versano in tale condizione, soprattutto al Sud, dove si registrano i dati più elevati;
    diversi problemi rilevanti derivano da questa situazione: oltre ai rischi per la salute fisica connessi alla malnutrizione/denutrizione, anche problematiche correlate all'abbandono scolastico – in Italia il tasso di abbandono scolastico è superiore alla media europea, posto che quasi un giovane su cinque (18,2 per cento) nella fascia d'età 18-24 anni è fermo alla licenza media e non svolge altri percorsi di formazione professionale – e a diverse forme di dipendenze e devianza sociale;
    le conseguenze della povertà infantile connesse alla scarsa scolarità si traducono poi in scarso sviluppo delle conoscenze e, quindi, in bassa produttività, bassa occupazionalità; e, di conseguenza, maggiori costi sociali e una maggiore domanda di servizi di welfare, con evidenti ricadute sulla spesa pubblica;
    non è, a tal proposito, trascurabile la cosiddetta povertà educativa, che colpisce anche i minori non statisticamente in povertà economica, che consiste in una sempre più limitata accessibilità alle opportunità educative, culturali e sportive. Con riferimento alle competenze e agli stimoli culturali, si è calcolato che negli ultimi 12 mesi il 39,5 per cento dei minori non ha mai letto un libro, il 33,3 per cento non ha mai usato un computer, il 35,6 per cento non si è mai connesso ad internet, il 19,8 per cento non è mai andato a vedere un film; il 26,2 per cento non pratica mai sport;
    come emerso da una recente ricerca di Save the children Italia e dell'Associazione B. Trentin, supervisionata da un comitato scientifico interistituzionale, i minori di 16 anni che lavorano oggi in Italia sono stimati in circa 260.000 e, complessivamente, per 100 ragazzi di 14-15 anni, quasi il 22 per cento riferisce di aver avuto un'esperienza di lavoro, soprattutto solo dopo i 13 anni. Sono, invece, 30.000 i 14-15enni a rischio di sfruttamento che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, lavorando di notte o in modo continuativo;
    è necessario evidenziare anche la situazione dei minori stranieri, bambini e bambine nati e cresciuti in Italia, italiani di fatto, ma privi di cittadinanza, nonché la questione dei minori stranieri non accompagnati, che al 31 dicembre 2012 risultavano essere 7.575. Save the children evidenzia come ancora oggi troppo spesso i diritti essenziali dei minori stranieri non accompagnati non vengano rispettati: dal diritto al riconoscimento della minore età a quello ad un'accoglienza decorosa, dal diritto alla nomina di un tutore alla possibilità di essere ascoltati nelle scelte che li riguardano;
    la situazione, che continua a peggiorare con l'aggravarsi della crisi economica, deriva anche da politiche socio-educative carenti e frammentarie, ben lontane da quelle degli altri paesi europei;
    in Italia negli ultimi anni c’è stata una costante riduzione dei finanziamenti destinati a famiglie, infanzia e maternità; il fondo nazionale delle politiche sociali è passato da 1 miliardo di euro nel 2007 a 45 milioni di euro nel 2013;
    sono stati pesantemente ridotti i fondi per i servizi educativi e scolastici e depauperati i bilanci degli enti locali, rendendo insostenibili molte reti di welfare inclusivo, anche nelle realtà in cui esiste una forte tradizione culturale di sostegno sociale e comunitario;
    complessivamente, nello studio Unicef che ha esaminato le condizioni di vita dei bambini dei 29 paesi dalle economie più avanzate, l'Italia si trova al 22o posto; nello specifico, l'Italia è nelle retrovie, in particolare per quanto riguarda l'istruzione (al 25o posto), al 22o per la partecipazione a forme di istruzione superiore, al 24o per i risultati scolastici conseguiti e, viceversa, al secondo posto per i neet (giovani che non studiano e non lavorano);
    la Commissione europea, nella sua raccomandazione «Investire sui bambini: rompere il ciclo vizioso di svantaggio», sollecita gli Stati membri a metter al centro della loro agenda il tema dell'infanzia e degli investimenti necessari per combattere la povertà dei bambini per garantire a tutti di crescere uguali;
    nella raccomandazione la Commissione europea ricorda, inoltre, che la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale è uno degli obiettivi della Strategia Europa 2010; la prevenzione e la lotta alla povertà minorile devono, dunque essere tra gli obiettivi prioritari dei Governi degli Stati membri;
    sempre nella raccomandazione la Commissione europea sprona gli Stati a fare uso di alcuni strumenti in favore dei minori svantaggiati che già esistono, come il fondo di aiuti europei agli indigenti – creato nel 2012 al fine di rafforzare l'inclusione sociale e combattere la povertà nell'Unione europea a sostegno dei programmi nazionali che prestano un'assistenza non finanziaria alle persone indigenti per ridurre la deprivazione alimentare e la deprivazione materiale grave – il programma di distribuzione di frutta e latte nelle scuole, attivo dal 2009, il fondo sociale europeo e il fondo per lo sviluppo regionale;
    la povertà è strettamente legata anche al fenomeno della dispersione scolastica, limita le opportunità educative e di crescita, aggrava i già pesanti divari territoriali che affliggono il Paese;
    la povertà infantile è acuita dalla diminuzione nell'accesso alle cure mediche e alla prevenzione sanitaria, che sono drasticamente crollate di fronte ad una mancanza di mezzi economici delle famiglie;
    è peggiorata, inoltre, la qualità dell'alimentazione di bambini e bambine ed adolescenti;
    un dato ancora più drammatico è l'allontanamento dei minorenni dal nucleo familiare per questioni di indigenza della famiglia di origine, che arriva sino alla perdita della capacità genitoriale;
    particolare rilievo rivestono le povertà immateriali, tra cui la situazione dei figli coinvolti nelle separazioni genitoriali altamente conflittuali, spesso vittime innocenti dei rancori di coppia,

impegna il Governo:

   a valutare la possibilità di definire una strategia nazionale che preveda una pluralità di misure per contrastare le diverse manifestazioni della povertà che agisca su diverse dimensioni, anche sfruttando appieno gli strumenti finanziari che l'Unione europea mette a disposizione;
   ad adottare ogni opportuna misura volta a contrastare la povertà minorile e giovanile, nonchè a combattere la dispersione scolastica e a favorire l'inclusione lavorativa dei giovani che escono dalle comunità di tipo familiare, reperendo le necessarie risorse e considerando lo stanziamento delle medesime non una spesa che crea debito, ma un investimento sul capitale umano, per il progresso sociale ed economico del Paese;
   ad assumere iniziative volte ad evitare che finanziamenti e obiettivi concordati con le regioni e gli enti locali vengano disattesi, al fine di garantire i diritti di cittadinanza, come, ad esempio, il diritto all'istruzione, alla fruizione delle mense, al trasporto scolastico e altri;
   ad assumere iniziative per rifinanziare in modo adeguato la legge n. 285 del 1997, recante «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», pur nel rispetto degli attuali vincoli di bilancio;
   a prevedere misure urgenti ed interventi di sostegno per consentire ai minori di essere educati nell'ambito della propria famiglia, anche dando immediata attuazione, attraverso i previsti decreti legislativi, alla legge 10 dicembre 2012, n. 219;
   ad individuare ogni idonea modalità volta a specificare che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia;
   a favorire il consolidamento delle reti di associazioni di volontariato nell'ambito familiare che sviluppino legami solidali tra famiglie e tra le generazioni nella direzione del welfare solidale e relazionale, fondato su un mix di risorse economiche e relazionali;
   a mettere a sistema tutte le sperimentazioni positive e le buone pratiche già esistenti in Italia.
(1-00108)
(Ulteriore nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Scuvera, Iori, Zampa, Capone, Roberta Agostini, Albanella, Argentin, Basso, Bazoli, Beni, Biondelli, Boschi, Cardinale, Carnevali, Carocci, Carra, Casati, Cenni, Chaouki, Cimbro, Coccia, Cominelli, Coscia, D'Incecco, Marco Di Maio, Ermini, Fabbri, Fossati, Gadda, Gandolfi, Gasparini, Giorgis, Giulietti, Gnecchi, Gozi, Gregori, Gribaudo, Giuseppe Guerini, Guerra, Iacono, Incerti, La Marca, Laforgia, Lattuca, Lenzi, Maestri, Malpezzi, Manzi, Marantelli, Marzano, Mongiello, Morani, Moretti, Moscatt, Mura, Narduolo, Nicoletti, Patriarca, Porta, Rostan, Sbrollini, Tidei, Tullo, Velo, Zappulla, Zardini, Capodicasa, Crivellari, Rubinato, Rocchi, Rigoni, Mogherini, Cani, Culotta, Marchi, Amoddio, Simoni, Quartapelle Procopio, Blazina, Rosato, Antezza, Fontanelli, Petrenga, Giammanco».


   La Camera,
   premesso che:
    nella graduatoria complessiva del benessere dell'infanzia nei Paesi ricchi, stilata dal centro di ricerca Irc dell'Unicef nell'ambito del rapporto «Report card 11 – Il benessere dei bambini nei Paesi ricchi. Un quadro comparativo», l'Italia compare al 22o posto, su un totale di 29 Paesi, praticamente fanalino di coda del benessere dell'infanzia;
    sempre nella graduatoria stilata dal centro di ricerca Irc dell'Unicef, l'Italia si trova al 23o posto nell'area del benessere materiale, al 17o posto nella salute e sicurezza, al 25o posto nell'istruzione; al 21o posto per quanto riguarda le condizioni abitative e ambientali. In Italia il 17 per cento dei bambini – pari a circa 1.750.000 minorenni – vive sotto la soglia di povertà. L'Italia ha anche il più alto tasso «neet» (not in education, employment or training) di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l'11 per cento dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. Spagna, Ungheria e Polonia si collocano prima dell'Italia; subito dopo del nostro Paese si trovano Estonia, Slovacchia e Grecia. Una posizione poco lusinghiera per un Paese come il nostro, che fa parte del G8 e vuole conservare il suo posto tra le prime potenze del mondo industrializzato;
    sempre secondo i dati Unicef, nella comparazione internazionale sulla disuguaglianza distributiva nel benessere infantile, l'Italia risulta agli ultimi posti della classifica dei Paesi Ocse in tutti gli indicatori di benessere dell'infanzia;
    tra i Paesi industrializzati, l'Italia è quello con il tasso di povertà infantile più elevato: 723.000 minori vivono in condizioni di povertà assoluta, il 15,9 per cento in povertà relativa e addirittura il 32,3 per cento è stimato a rischio secondo le ultime rilevazioni Eurostat, ben al di sopra della media europea;
    anche le rilevazioni dell'Istat, raccolte nel recente rapporto «La povertà in Italia», hanno evidenziato la crescita della povertà in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, con particolare riguardo alle famiglie numerose e con figli minori. Inoltre, i dati relativi all'anno 2012 hanno mostrato l'incremento rispetto al 2011 sia dell'incidenza di povertà relativa, salita dall'11,1 per cento al 12,7 per cento, che di quella assoluta, passata dal 5,2 per cento al 6,8 per cento;
    lo stesso rapporto ha messo in luce un incremento della povertà relativa diffusa, che interessa molte tipologie di nucleo familiare: per esempio, le coppie con uno o due figli, le famiglie con persona di riferimento dirigente o impiegato, le famiglie con tutti i componenti occupati e con componenti occupati e ritirati dal lavoro;
    analizzando in via comparatistica i principali indicatori europei della spesa pubblica, nel 2011 si evidenziava uno scarto rilevante rispetto agli standard continentali proprio in relazione alla distribuzione della suddetta spesa per fasce d'età: l'Italia, infatti, era al 1o posto in relazione all'intervento pubblico in favore degli anziani e solo al 18o riguardo all'area famiglia-minori. L'investimento in protezione sociale è ancora assorbito, infatti, per circa i due terzi dai trattamenti pensionistici, a fronte del 50 per cento della media dei Paesi europei, mentre alle famiglie con figli minori viene destinato soltanto l'1,1 per cento circa del prodotto interno lordo, meno della metà di quanto viene investito in Paesi quali la Francia, l'Austria e l'Inghilterra;
    anche secondo indagini dell'organizzazione Save the children, si è di fronte ad una vera e propria emergenza infanzia, per la quale quasi il 29 per cento dei bambini sotto i 6 anni, circa 950.000, vive ai limiti della povertà, tanto che il nostro Paese è al ventunesimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori 0-6 anni, e il 23,7 per cento vive in stato di deprivazione materiale;
    i punti più importanti su cui intervenire per garantire i diritti minimi dell'infanzia e dell'adolescenza da parte delle istituzioni italiane, quali istruzione, salute, inserimento sociale, anche secondo quanto evidenziato dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, sono:
     a) garantire ad ogni bambino e adolescente strumenti e risorse per un livello di vita dignitoso;
     b) definire i livelli essenziali delle prestazioni, senza disuguaglianze nell'accesso a opportunità e diritti (il doloroso divario Nord-Sud);
     c) investire nel sostegno allo studio e rimuovere le cause della dispersione scolastica;
     d) assicurare il diritto alla cittadinanza dei figli di immigrati residenti in Italia;
     e) promuovere la riforma della giustizia minorile ed individuare misure di sostegno concreto alle famiglie con minori che hanno commesso reati e ai minori i cui genitori hanno commesso reati, alcuni dei quali nascono e crescono nelle carceri italiane;
     f) fare in modo che le politiche per l'infanzia e l'adolescenza abbiano una chiara regia, evitando che l'eccessiva suddivisione delle competenze sia sinonimo di dispersione delle risorse, con il rischio di compromettere i risultati;
    non tutte queste proposte necessitano di ingenti risorse, ma tutte hanno certamente bisogno di un Parlamento e di un Governo con una visione chiara sulle prospettive da dare all'Italia e alle nuove generazioni, che chiedono un presente e un futuro migliore;
    è utile sottolineare come la crisi economica di questi ultimi anni limiti anche importanti opportunità educative e di crescita, poiché povertà economica significa anche povertà di istruzione;
    la povertà minorile influisce molto seriamente anche sulle cure mediche e sulla prevenzione sanitaria, che sono diminuite in modo spaventoso di fronte alla mancanza di mezzi economici delle famiglie;
    anche la qualità dell'alimentazione di bambini ed adolescenti è decisamente peggiorata e sono ben noti i danni che diete poco equilibrate negli anni dello sviluppo possono provocare allo sviluppo del corpo umano;
    le politiche economiche e sociali rivestono un ruolo fondamentale nel contrastare il rischio di esclusione. I Paesi che investono di più in trasferimenti alle famiglie e agevolazioni fiscali alle famiglie con bambini sono quelli che hanno maggiore successo nella lotta alla povertà;
    con la povertà minorile sociale ed economica, oltre che di istruzione e di lavoro, si colpisce non solo la parte più fragile della società, nonché la più meritevole di tutela, ma anche quella che rappresenta il futuro;
    proteggere l'infanzia dalla povertà è un dovere etico e morale che dovrebbe essere prioritario per ogni Governo, poiché i bambini e gli adolescenti di oggi saranno i cittadini di domani. Compromettere il loro avvenire vuol dire minare le basi e il futuro stesso della società. In fasi in cui l'agenda politica di chi governa deve conciliare rigore, crescita e equità, deve essere ben chiaro che una strategia di sviluppo necessariamente include la protezione dei minori dalla povertà;
    la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, ora parte integrante del Trattato di Lisbona, sancisce la preminenza del diritto del minore e il suo diritto alla protezione e alle cure necessarie per il suo benessere (articolo 24);
    tutto ciò premesso, occorre evidenziare come il dato ancor più drammatico della povertà, in tutte le sue forme, sia l'allontanamento dei minori dal nucleo familiare per l'indigenza della famiglia di origine, con il rischio di arrivare addirittura alla perdita della capacità genitoriale. Effetto sconvolgente, che dovrebbe bastare da solo a scuotere le coscienze e attivare nel più breve tempo possibile i dovuti interventi, per garantire al minore – prima di tutto – di crescere nella sua famiglia, così come previsto dall'articolo 315-bis del codice civile, opportunamente introdotto dalla legge n. 219 del 2012,

impegna il Governo:

   ad adottare con urgenza politiche di crescita adeguate a superare l'attuale situazione economica che ha causato l'impoverimento delle famiglie italiane e, in particolar modo, di quelle con figli minori, incrementando la quota d'investimento pubblico in protezione sociale destinato all'area famiglia-minori;
   ad elaborare un piano strategico per il contrasto della povertà minorile e giovanile, contro la dispersione scolastica e per l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, con particolare riferimento ai bisogni del Mezzogiorno d'Italia;
   ad assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché si concluda con celerità l’iter del decreto legislativo sul riconoscimento dei figli naturali (previsto dalla legge n. 219 del 2012);
   ad assumere iniziative per rifinanziare adeguatamente la legge n. 285 del 1997, «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza»;
   ad assumere iniziative per sviluppare i servizi socio-educativi per la prima infanzia, in particolare la rete degli asili-nido e dei servizi integrativi, con l'obiettivo di portare come minimo al 30 per cento il tasso di copertura nazionale e di colmare il divario tra l'offerta delle singole regioni, anche rifinanziando il piano nazionale nidi;
   ad assumere iniziative per introdurre misure urgenti per evitare che le condizioni di indigenza dei genitori, o del genitore che esercita la potestà, abbiano come conseguenza la negazione del diritto del minore ad avere una propria famiglia, di crescere ed essere educati nell'ambito del proprio nucleo familiare;
   a promuovere una revisione della normativa sulle adozioni nazionali e internazionali, per rendere più efficaci le procedure ed abbreviare, per quanto possibile, i tempi, nell'intento di garantire l'esercizio del diritto alla famiglia di ogni minore;
   ad assumere iniziative per prevedere rigorosi controlli sulla condizione dei minori nelle strutture che, a vario titolo, li ospitano su tutto il territorio nazionale;
   a promuovere la riforma della giustizia minorile ed individuare misure di sostegno concreto alle famiglie con minori che hanno commesso reati e ai minori i cui genitori hanno commesso reati, alcuni dei quali nascono e crescono nelle carceri italiane;
   a valorizzare in ogni modo il rapporto con le associazioni di volontariato radicate sul territorio e a far proprie, ove possibile, le buone pratiche da esse proposte o già realizzate a livello locale.
(1-00244) «Brambilla, Petrenga, Calabria, Sammarco, Picchi, Giammanco, Biancofiore, Marotta, Faenzi, Sandra Savino».


   La Camera,
   premesso che:
    nella graduatoria complessiva del benessere dell'infanzia nei Paesi ricchi, stilata dal centro di ricerca Irc dell'Unicef nell'ambito del rapporto «Report card 11 – Il benessere dei bambini nei Paesi ricchi. Un quadro comparativo», l'Italia compare al 22o posto, su un totale di 29 Paesi, praticamente fanalino di coda del benessere dell'infanzia;
    sempre nella graduatoria stilata dal centro di ricerca Irc dell'Unicef, l'Italia si trova al 23o posto nell'area del benessere materiale, al 17o posto nella salute e sicurezza, al 25o posto nell'istruzione; al 21o posto per quanto riguarda le condizioni abitative e ambientali. In Italia il 17 per cento dei bambini – pari a circa 1.750.000 minorenni – vive sotto la soglia di povertà. L'Italia ha anche il più alto tasso «neet» (not in education, employment or training) di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l'11 per cento dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. Spagna, Ungheria e Polonia si collocano prima dell'Italia; subito dopo del nostro Paese si trovano Estonia, Slovacchia e Grecia. Una posizione poco lusinghiera per un Paese come il nostro, che fa parte del G8 e vuole conservare il suo posto tra le prime potenze del mondo industrializzato;
    sempre secondo i dati Unicef, nella comparazione internazionale sulla disuguaglianza distributiva nel benessere infantile, l'Italia risulta agli ultimi posti della classifica dei Paesi Ocse in tutti gli indicatori di benessere dell'infanzia;
    tra i Paesi industrializzati, l'Italia è quello con il tasso di povertà infantile più elevato: 723.000 minori vivono in condizioni di povertà assoluta, il 15,9 per cento in povertà relativa e addirittura il 32,3 per cento è stimato a rischio secondo le ultime rilevazioni Eurostat, ben al di sopra della media europea;
    anche le rilevazioni dell'Istat, raccolte nel recente rapporto «La povertà in Italia», hanno evidenziato la crescita della povertà in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, con particolare riguardo alle famiglie numerose e con figli minori. Inoltre, i dati relativi all'anno 2012 hanno mostrato l'incremento rispetto al 2011 sia dell'incidenza di povertà relativa, salita dall'11,1 per cento al 12,7 per cento, che di quella assoluta, passata dal 5,2 per cento al 6,8 per cento;
    lo stesso rapporto ha messo in luce un incremento della povertà relativa diffusa, che interessa molte tipologie di nucleo familiare: per esempio, le coppie con uno o due figli, le famiglie con persona di riferimento dirigente o impiegato, le famiglie con tutti i componenti occupati e con componenti occupati e ritirati dal lavoro;
    analizzando in via comparatistica i principali indicatori europei della spesa pubblica, nel 2011 si evidenziava uno scarto rilevante rispetto agli standard continentali proprio in relazione alla distribuzione della suddetta spesa per fasce d'età: l'Italia, infatti, era al 1o posto in relazione all'intervento pubblico in favore degli anziani e solo al 18o riguardo all'area famiglia-minori. L'investimento in protezione sociale è ancora assorbito, infatti, per circa i due terzi dai trattamenti pensionistici, a fronte del 50 per cento della media dei Paesi europei, mentre alle famiglie con figli minori viene destinato soltanto l'1,1 per cento circa del prodotto interno lordo, meno della metà di quanto viene investito in Paesi quali la Francia, l'Austria e l'Inghilterra;
    anche secondo indagini dell'organizzazione Save the children, si è di fronte ad una vera e propria emergenza infanzia, per la quale quasi il 29 per cento dei bambini sotto i 6 anni, circa 950.000, vive ai limiti della povertà, tanto che il nostro Paese è al ventunesimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori 0-6 anni, e il 23,7 per cento vive in stato di deprivazione materiale;
    i punti più importanti su cui intervenire per garantire i diritti minimi dell'infanzia e dell'adolescenza da parte delle istituzioni italiane, quali istruzione, salute, inserimento sociale, anche secondo quanto evidenziato dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, sono:
     a) garantire ad ogni bambino e adolescente strumenti e risorse per un livello di vita dignitoso;
     b) definire i livelli essenziali delle prestazioni, senza disuguaglianze nell'accesso a opportunità e diritti (il doloroso divario Nord-Sud);
     c) investire nel sostegno allo studio e rimuovere le cause della dispersione scolastica;
     d) assicurare il diritto alla cittadinanza dei figli di immigrati residenti in Italia;
     e) promuovere la riforma della giustizia minorile ed individuare misure di sostegno concreto alle famiglie con minori che hanno commesso reati e ai minori i cui genitori hanno commesso reati, alcuni dei quali nascono e crescono nelle carceri italiane;
     f) fare in modo che le politiche per l'infanzia e l'adolescenza abbiano una chiara regia, evitando che l'eccessiva suddivisione delle competenze sia sinonimo di dispersione delle risorse, con il rischio di compromettere i risultati;
    non tutte queste proposte necessitano di ingenti risorse, ma tutte hanno certamente bisogno di un Parlamento e di un Governo con una visione chiara sulle prospettive da dare all'Italia e alle nuove generazioni, che chiedono un presente e un futuro migliore;
    è utile sottolineare come la crisi economica di questi ultimi anni limiti anche importanti opportunità educative e di crescita, poiché povertà economica significa anche povertà di istruzione;
    la povertà minorile influisce molto seriamente anche sulle cure mediche e sulla prevenzione sanitaria, che sono diminuite in modo spaventoso di fronte alla mancanza di mezzi economici delle famiglie;
    anche la qualità dell'alimentazione di bambini ed adolescenti è decisamente peggiorata e sono ben noti i danni che diete poco equilibrate negli anni dello sviluppo possono provocare allo sviluppo del corpo umano;
    le politiche economiche e sociali rivestono un ruolo fondamentale nel contrastare il rischio di esclusione. I Paesi che investono di più in trasferimenti alle famiglie e agevolazioni fiscali alle famiglie con bambini sono quelli che hanno maggiore successo nella lotta alla povertà;
    con la povertà minorile sociale ed economica, oltre che di istruzione e di lavoro, si colpisce non solo la parte più fragile della società, nonché la più meritevole di tutela, ma anche quella che rappresenta il futuro;
    proteggere l'infanzia dalla povertà è un dovere etico e morale che dovrebbe essere prioritario per ogni Governo, poiché i bambini e gli adolescenti di oggi saranno i cittadini di domani. Compromettere il loro avvenire vuol dire minare le basi e il futuro stesso della società. In fasi in cui l'agenda politica di chi governa deve conciliare rigore, crescita e equità, deve essere ben chiaro che una strategia di sviluppo necessariamente include la protezione dei minori dalla povertà;
    la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, ora parte integrante del Trattato di Lisbona, sancisce la preminenza del diritto del minore e il suo diritto alla protezione e alle cure necessarie per il suo benessere (articolo 24);
    tutto ciò premesso, occorre evidenziare come il dato ancor più drammatico della povertà, in tutte le sue forme, sia l'allontanamento dei minori dal nucleo familiare per l'indigenza della famiglia di origine, con il rischio di arrivare addirittura alla perdita della capacità genitoriale. Effetto sconvolgente, che dovrebbe bastare da solo a scuotere le coscienze e attivare nel più breve tempo possibile i dovuti interventi, per garantire al minore – prima di tutto – di crescere nella sua famiglia, così come previsto dall'articolo 315-bis del codice civile, opportunamente introdotto dalla legge n. 219 del 2012,

impegna il Governo:

   ad adottare con urgenza politiche di crescita adeguate a superare l'attuale situazione economica che ha causato l'impoverimento delle famiglie italiane e, in particolar modo, di quelle con figli minori, incrementando la quota d'investimento pubblico in protezione sociale destinato all'area famiglia-minori;
   ad adottare ogni opportuna misura volta a contrastare la povertà minorile e giovanile, nonché a combattere la dispersione scolastica e a favorire l'inclusione lavorativa dei giovani che escono dalle comunità di tipo familiare, reperendo le necessarie risorse e considerando lo stanziamento delle medesime non una spesa che crea debito, ma un investimento sul capitale umano, per il progresso sociale ed economico del Paese;
   ad assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché si concluda con celerità l’iter del decreto legislativo sul riconoscimento dei figli naturali (previsto dalla legge n. 219 del 2012);
   ad assumere iniziative per rifinanziare adeguatamente la legge n. 285 del 1997, «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza»;
   ad assumere iniziative per sviluppare i servizi socio-educativi per la prima infanzia, in particolare la rete degli asili-nido e dei servizi integrativi, con l'obiettivo di portare come minimo al 30 per cento il tasso di copertura nazionale e di colmare il divario tra l'offerta delle singole regioni, anche rifinanziando il piano nazionale nidi;
   a considerare ogni possibile iniziativa che vada nella direzione di evitare che le condizioni di indigenza dei genitori, o del genitore che esercita la potestà, abbiano come conseguenza la negazione del diritto del minore ad avere una propria famiglia, di crescere ed essere educati nell'ambito del proprio nucleo familiare;
   a promuovere una revisione della normativa sulle adozioni nazionali e internazionali, per rendere più efficaci le procedure ed abbreviare, per quanto possibile, i tempi, nell'intento di garantire l'esercizio del diritto alla famiglia di ogni minore;
   ad assumere iniziative per prevedere rigorosi controlli sulla condizione dei minori nelle strutture che, a vario titolo, li ospitano su tutto il territorio nazionale;
   ad individuare possibili soluzioni volte a superare l'attuale frammentazione delle competenze in materia di infanzia, al fine di potenziare il settore della giustizia minorile per rendere concreto il recupero sociale dei giovani entrati nel circuito penale e in condizioni di disagio sociale;
   a valorizzare in ogni modo il rapporto con le associazioni di volontariato radicate sul territorio e a far proprie, ove possibile, le buone pratiche da esse proposte o già realizzate a livello locale.
(1-00244)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Brambilla, Petrenga, Calabria, Sammarco, Picchi, Giammanco, Biancofiore, Marotta, Faenzi, Sandra Savino».


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 novembre 2013 ricorre la Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in occasione della quale l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e l'Unicef Italia celebreranno il 24o anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989, ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 1991;
    la Convenzione aggrega differenti esperienze culturali e giuridiche, enunciando per la prima volta, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo; essa prevede anche un meccanismo di controllo sull'operato degli Stati, che devono presentare a un comitato indipendente un rapporto periodico sull'attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio. Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione;
    il Trattato di Lisbona ha inserito la promozione e la tutela dei diritti dei minori tra gli obiettivi dell'Unione europea, che sono, peraltro, sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la quale invita le autorità pubbliche e le istituzioni private a rendere il rispetto dell'interesse superiore del minore un elemento fondamentale per la definizione e l'attuazione delle misure riguardanti i minori;
    nonostante la legislazione in materia di sostegno ai minori abbia fatto registrare in Italia notevoli progressi nel corso degli anni, tuttavia, i dati Unicef denunciano una situazione allarmante, con elevati tassi di povertà infantile;
    nello specifico, da quanto emerge dalla relazione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Vincenzo Spadafora, presentata al Senato della Repubblica nel mese di giugno 2013, l'Italia occupa la 22a posizione su 29 Paesi per livello di benessere dei bambini. La classifica tiene conto dei Paesi più industrializzati;
    si è alla presenza di una vera e propria questione sociale, basti pensare agli ultimi dati Istat: in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7 per cento nel Centro e nel Nord del Paese;
    i minori maggiormente a rischio di povertà ed esclusione sociale sono i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, con un tasso percentuale pari al 70 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale. Al Sud la situazione risulta più grave, settanta su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia rischiano di essere poveri. I bambini e gli adolescenti vivono nel 41,5 per cento dei casi in famiglie dove lavorano entrambi i genitori, mentre il 12 per cento vive con un solo genitore. Gli alunni di cittadinanza straniera iscritti nelle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado sono 710 mila (anno scolastico 2010/2011);
    per ciò che concerne il problema dell'alimentazione e dello sport, preoccupa il fatto che un bambino su quattro sia sovrappeso e che la stessa percentuale non pratichi alcuna attività fisica. Inoltre, dato altrettanto allarmante è che tra gli adolescenti risulti una quota consistente di fumatori (quasi 9 per cento) ed ex-fumatori (3,5 per cento), a cui bisogna aggiungere anche il 5 per cento dei giovani che ha un consumo di alcol rischioso per la salute;
    per quanto concerne il «consumo culturale», se è vero che i bambini e ragazzi leggono di più degli adulti (il 57 per cento dichiara di aver letto libri), è altrettanto vero che moltissimi giovani si dedicano prevalentemente all'uso del personal computer (62 per cento) e di internet (64 per cento);
    le iniziative a sostegno delle famiglie con minori e in condizioni di disagio, varate negli ultimi anni (assegni di sostegno per le famiglie numerose, deduzioni fiscali per famiglie povere anche con bambini), hanno avuto una portata molto limitata e di scarsa efficacia;
    l'assistenza ai minori in condizione di bisogno, oltre che avere una finalità di tutela, esplica una funzione di prevenzione del disagio sociale, favorendo la crescita del minore in ambiente familiare idoneo e favorevole al suo sviluppo psico-fisico;
    dai recenti dati resi noti dall'Eurostat si evidenzia che nell'Unione europea il 27 per cento dei minori è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Il rischio di povertà è superiore tra i minori che nel resto della popolazione e aumenta quando il livello di istruzione dei genitori è basso e quando almeno uno dei genitori è immigrato. In sintesi, più di un minore su quattro è esposto ad almeno uno dei seguenti fattori: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, famiglia a bassissima intensità di lavoro;
    purtroppo, a fronte di tale situazione i servizi per l'infanzia, pubblici e privati, nelle comunità locali, nei quartieri, nei tribunali, non sempre sono in linea con i principi e gli standard indicati dalla Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia;
    particolarmente problematici risultano il tasso di abbandono scolastico, la qualità e l'offerta di servizi per l'educazione e la cura della prima infanzia. Non tutti i bambini, infatti, dispongono di strumenti adeguati per esprimere le proprie potenzialità; particolarmente svantaggiati sono i bambini disagiati, inclusi quelli provenienti da un contesto migratorio e/o appartenenti a famiglie a basso reddito;
    il terzo piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, approvato con decreto del Presidente della Repubblica del 21 gennaio 2011, prevede quattro direttrici di azione: consolidare la rete integrata dei servizi e il contrasto all'esclusione sociale; rafforzare la tutela dei diritti; favorire la partecipazione per la costruzione di un patto intergenerazionale; promuovere l'interculturalità, collocando la normativa sull'infanzia e sull'adolescenza all'interno della cornice internazionale del diritto;
    nel rapporto sugli esiti di monitoraggio del piano, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza ha sottolineato quale elemento di forte criticità la progressiva riduzione delle risorse statali e regionali disponibili per il sistema del welfare destinato ai minori;
    il rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro, «Marking progress against child labour» («Misurare i progressi della lotta al lavoro minorile»), indica una riduzione di un terzo del lavoro minorile dal 2000, passando da 246 milioni a 168 milioni. Più della metà dei 168 milioni di bambine e bambini lavoratori nel mondo svolgono lavori pericolosi, che hanno conseguenze dirette sulla loro salute, sicurezza e sviluppo morale;
    Save the children, attraverso la campagna «Allarme infanzia», ha denunciato il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni, chiedendo, da parte di tutte le istituzioni, un impegno concreto finalizzato ad attivare interventi urgenti e strutturali in favore di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita dignitosa;
    secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati vittime di episodi di violenza e sfruttamento sessuale nel 2002 (dato più recente). Circa il 20 per cento delle donne e tra il 5 per cento e il 10 per cento degli uomini hanno subito abusi sessuali da bambini;
    ogni anno centinaia di migliaia di donne e ragazze vengono comprate e vendute come prostitute o ridotte in schiavitù sessuale. Inoltre, ogni anno migliaia di ragazzi e di ragazze sono reclutati in forze armate governative e gruppi ribelli, venendo così esposti ad un elevato rischio di violenza sessuale, fisica, psicologica ed emotiva;
    quello dell'abuso è un problema reale con il quale decine di migliaia di bambini devono fare i conti quotidianamente e che evidenzia quanto sia necessario realizzare una mappatura organica sul maltrattamento sui bambini, fondamentale anche per individuare le misure più idonee, sia a livello politico che culturale, per contrastarlo,

impegna il Governo:

   ad avviare ogni iniziativa atta a contrastare i fenomeni d'emarginazione minorile e diretta alla prevenzione del disagio provocato dalle difficoltà di un adeguato inserimento scolastico e dall'isolamento in cui vivono molti bambini in zone bisognose del Paese, con l'obiettivo di migliorare la conoscenza, le capacità di comunicazione e la socializzazione dei minori;
   ad attuare piani di contrasto alle carenze educative, favorendo il consolidamento delle reti di associazioni di volontariato nell'ambito familiare e predisponendo, nelle scuole, attraverso il coinvolgimento di insegnanti e famiglie, per ogni minore interventi specifici di supporto educativo;
   a programmare ogni iniziativa utile a migliorare la qualità, l'equità e l'efficienza del sistema di istruzione destinato all'infanzia, al fine di stimolare l'inclusione e ridurre l'abbandono scolastico, garantendo a tutti i bambini pari opportunità e favorendo l'emersione delle eccellenze affinché il merito non sia mortificato dall'ineguaglianza delle condizioni sociali;
   a potenziare in tutto il territorio nazionale servizi di assistenza e consulenza psicologica a famiglie e singoli con interventi per il superamento di problematiche sociali (solitudine, emarginazione, problemi relazionali, di integrazione sociale);
   a prevedere nelle prossime iniziative normative misure a sostegno del welfare con un'analisi sistematica e ragionata delle risorse attivabili per la loro realizzazione, così come disposto nel terzo piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva;
   a predisporre politiche e programmi nazionali atti a garantire un contrasto effettivo al lavoro dei minori, nel rispetto delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro sul lavoro minorile;
   a vigilare affinché nel nuovo piano per l'utilizzo dei fondi europei si concentrino le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture fisiche, ma anche del «capitale umano», a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia;
   ad istituire un sistema di monitoraggio sul maltrattamento dei minori in grado di fornire dati omogenei, comparabili e distribuiti su scala nazionale, che possa costituire un contributo di riflessione da cui far scaturire nuove politiche attive di contrasto ad ogni forma di violenza sui minori in conformità con i principi della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, nonché con la normativa dell'Unione europea e con le indicazioni del Consiglio d'Europa in materia;
   a predisporre ulteriori risorse (umane e strumentali) per il contrasto della pedofilia, della pedopornografia e di ogni forma di abuso o violenza sessuale sui minori, anche attraverso più incisive azioni di monitoraggio dei contenuti in rete destinati ai minori;
   a predisporre ogni utile iniziativa e risorse economiche adeguate per avvicinare i minori e le famiglie in condizioni di disagio e/o povertà alla fruizione culturale del patrimonio storico-artistico, rafforzando politiche e progetti culturali che vedano il minore protagonista.
(1-00249) «Antimo Cesaro, Tinagli, Binetti, Vezzali, Schirò Planeta, Sberna, Gigli, Molea, D'Agostino, Cimmino, Monchiero, Rabino, Andrea Romano, Sottanelli, Caruso».


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 novembre 2013 ricorre la Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in occasione della quale l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e l'Unicef Italia celebreranno il 24o anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989, ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 1991;
    la Convenzione aggrega differenti esperienze culturali e giuridiche, enunciando per la prima volta, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo; essa prevede anche un meccanismo di controllo sull'operato degli Stati, che devono presentare a un comitato indipendente un rapporto periodico sull'attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio. Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione;
    il Trattato di Lisbona ha inserito la promozione e la tutela dei diritti dei minori tra gli obiettivi dell'Unione europea, che sono, peraltro, sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la quale invita le autorità pubbliche e le istituzioni private a rendere il rispetto dell'interesse superiore del minore un elemento fondamentale per la definizione e l'attuazione delle misure riguardanti i minori;
    nonostante la legislazione in materia di sostegno ai minori abbia fatto registrare in Italia notevoli progressi nel corso degli anni, tuttavia, i dati Unicef denunciano una situazione allarmante, con elevati tassi di povertà infantile;
    nello specifico, da quanto emerge dalla relazione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Vincenzo Spadafora, presentata al Senato della Repubblica nel mese di giugno 2013, l'Italia occupa la 22a posizione su 29 Paesi per livello di benessere dei bambini. La classifica tiene conto dei Paesi più industrializzati;
    si è alla presenza di una vera e propria questione sociale, basti pensare agli ultimi dati Istat: in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7 per cento nel Centro e nel Nord del Paese;
    i minori maggiormente a rischio di povertà ed esclusione sociale sono i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, con un tasso percentuale pari al 70 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale. Al Sud la situazione risulta più grave, settanta su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia rischiano di essere poveri. I bambini e gli adolescenti vivono nel 41,5 per cento dei casi in famiglie dove lavorano entrambi i genitori, mentre il 12 per cento vive con un solo genitore. Gli alunni di cittadinanza straniera iscritti nelle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado sono 710 mila (anno scolastico 2010/2011);
    per ciò che concerne il problema dell'alimentazione e dello sport, preoccupa il fatto che un bambino su quattro sia sovrappeso e che la stessa percentuale non pratichi alcuna attività fisica. Inoltre, dato altrettanto allarmante è che tra gli adolescenti risulti una quota consistente di fumatori (quasi 9 per cento) ed ex-fumatori (3,5 per cento), a cui bisogna aggiungere anche il 5 per cento dei giovani che ha un consumo di alcol rischioso per la salute;
    per quanto concerne il «consumo culturale», se è vero che i bambini e ragazzi leggono di più degli adulti (il 57 per cento dichiara di aver letto libri), è altrettanto vero che moltissimi giovani si dedicano prevalentemente all'uso del personal computer (62 per cento) e di internet (64 per cento);
    le iniziative a sostegno delle famiglie con minori e in condizioni di disagio, varate negli ultimi anni (assegni di sostegno per le famiglie numerose, deduzioni fiscali per famiglie povere anche con bambini), hanno avuto una portata molto limitata e di scarsa efficacia;
    l'assistenza ai minori in condizione di bisogno, oltre che avere una finalità di tutela, esplica una funzione di prevenzione del disagio sociale, favorendo la crescita del minore in ambiente familiare idoneo e favorevole al suo sviluppo psico-fisico;
    dai recenti dati resi noti dall'Eurostat si evidenzia che nell'Unione europea il 27 per cento dei minori è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Il rischio di povertà è superiore tra i minori che nel resto della popolazione e aumenta quando il livello di istruzione dei genitori è basso e quando almeno uno dei genitori è immigrato. In sintesi, più di un minore su quattro è esposto ad almeno uno dei seguenti fattori: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, famiglia a bassissima intensità di lavoro;
    purtroppo, a fronte di tale situazione i servizi per l'infanzia, pubblici e privati, nelle comunità locali, nei quartieri, nei tribunali, non sempre sono in linea con i principi e gli standard indicati dalla Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia;
    particolarmente problematici risultano il tasso di abbandono scolastico, la qualità e l'offerta di servizi per l'educazione e la cura della prima infanzia. Non tutti i bambini, infatti, dispongono di strumenti adeguati per esprimere le proprie potenzialità; particolarmente svantaggiati sono i bambini disagiati, inclusi quelli provenienti da un contesto migratorio e/o appartenenti a famiglie a basso reddito;
    il terzo piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, approvato con decreto del Presidente della Repubblica del 21 gennaio 2011, prevede quattro direttrici di azione: consolidare la rete integrata dei servizi e il contrasto all'esclusione sociale; rafforzare la tutela dei diritti; favorire la partecipazione per la costruzione di un patto intergenerazionale; promuovere l'interculturalità, collocando la normativa sull'infanzia e sull'adolescenza all'interno della cornice internazionale del diritto;
    nel rapporto sugli esiti di monitoraggio del piano, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza ha sottolineato quale elemento di forte criticità la progressiva riduzione delle risorse statali e regionali disponibili per il sistema del welfare destinato ai minori;
    il rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro, «Marking progress against child labour» («Misurare i progressi della lotta al lavoro minorile»), indica una riduzione di un terzo del lavoro minorile dal 2000, passando da 246 milioni a 168 milioni. Più della metà dei 168 milioni di bambine e bambini lavoratori nel mondo svolgono lavori pericolosi, che hanno conseguenze dirette sulla loro salute, sicurezza e sviluppo morale;
    Save the children, attraverso la campagna «Allarme infanzia», ha denunciato il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni, chiedendo, da parte di tutte le istituzioni, un impegno concreto finalizzato ad attivare interventi urgenti e strutturali in favore di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita dignitosa;
    secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati vittime di episodi di violenza e sfruttamento sessuale nel 2002 (dato più recente). Circa il 20 per cento delle donne e tra il 5 per cento e il 10 per cento degli uomini hanno subito abusi sessuali da bambini;
    ogni anno centinaia di migliaia di donne e ragazze vengono comprate e vendute come prostitute o ridotte in schiavitù sessuale. Inoltre, ogni anno migliaia di ragazzi e di ragazze sono reclutati in forze armate governative e gruppi ribelli, venendo così esposti ad un elevato rischio di violenza sessuale, fisica, psicologica ed emotiva;
    quello dell'abuso è un problema reale con il quale decine di migliaia di bambini devono fare i conti quotidianamente e che evidenzia quanto sia necessario realizzare una mappatura organica sul maltrattamento sui bambini, fondamentale anche per individuare le misure più idonee, sia a livello politico che culturale, per contrastarlo,

impegna il Governo:

   ad avviare ogni iniziativa atta a contrastare i fenomeni d'emarginazione minorile e diretta alla prevenzione del disagio provocato dalle difficoltà di un adeguato inserimento scolastico e dall'isolamento in cui vivono molti bambini in zone bisognose del Paese, con l'obiettivo di migliorare la conoscenza, le capacità di comunicazione e la socializzazione dei minori;
   ad attuare misure di contrasto alle carenze educative, favorendo il consolidamento delle reti di associazioni di volontariato nell'ambito familiare e predisponendo, nelle scuole, attraverso il coinvolgimento di insegnanti e famiglie, per ogni minore interventi specifici di supporto educativo;
   a programmare ogni iniziativa utile a migliorare la qualità, l'equità e l'efficienza del sistema di istruzione destinato all'infanzia, al fine di stimolare l'inclusione e ridurre l'abbandono scolastico, garantendo a tutti i bambini pari opportunità e favorendo l'emersione delle eccellenze affinché il merito non sia mortificato dall'ineguaglianza delle condizioni sociali;
   a prevedere nelle prossime iniziative normative misure a sostegno del welfare con un'analisi sistematica e ragionata delle risorse attivabili per la loro realizzazione, così come disposto nel terzo piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva;
   a predisporre politiche e programmi nazionali atti a garantire un contrasto effettivo al lavoro dei minori, nel rispetto delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro sul lavoro minorile;
   a vigilare affinché nel nuovo piano per l'utilizzo dei fondi europei si concentrino le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture fisiche, ma anche del «capitale umano», a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia;
   a predisporre ogni utile iniziativa e risorse economiche adeguate per avvicinare i minori e le famiglie in condizioni di disagio e/o povertà alla fruizione culturale del patrimonio storico-artistico, rafforzando politiche e progetti culturali che vedano il minore protagonista.
(1-00249)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Antimo Cesaro, Tinagli, Binetti, Vezzali, Schirò Planeta, Sberna, Gigli, Molea, D'Agostino, Cimmino, Monchiero, Rabino, Andrea Romano, Sottanelli, Caruso».


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 novembre è la «Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza» ed è importante che la Camera dei deputati sia chiamata ad un dibattito che confermi e riaffermi l'impegno concreto ed efficace per l'infanzia e l'adolescenza, tema fondamentale e strategico per il futuro del nostro Paese, a partire dall'attuazione integrale di quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza fu approvata dall'Assemblea generale dell'Onu il 20 novembre del 1989 ed è stata ratificata con la legge n. 176 del 1991;
    l'Italia si è così impegnata a livello internazionale e nei confronti dei cittadini alla piena realizzazione dei diritti delle persone di minore età;
    nonostante l'impegno assunto dall'Italia e ratificato con la legge n. 176 del 1991, nel nostro Paese è ancora lontana l'attuazione effettiva ed efficace dei diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: non solo si è assistito al continuo venire meno del sostegno concreto economico ai piani nazionali destinati ai minori, ma la stessa legislazione vigente resta insufficiente;
    ad oltre 20 anni dalla ratifica della sopra citata Convenzione da parte dell'Italia, si assiste ancora a sperequazioni inammissibili tra le varie regioni e l'Italia risulta agli ultimi posti nell'Europa dei 27 per quanto riguarda gli indicatori sulla condizione dell'infanzia;
    la crisi economica e recessiva che attraversa il Paese ricade duramente anche sui minori; secondo gli studi e le rilevazioni dell'Unicef e dell'Istat si è di fronte ad una vera e propria «emergenza infanzia» che rischia di generare una nuova e gravissima forma di povertà: « la povertà del futuro», come l'ha definita l'associazione Save the children, dove bambini e adolescenti, privati di opportunità, prospettive e competenze, saranno preda di bassa produttività e bassa occupazionalità con ricadute sulla spesa pubblica in forma di maggiori costi sociali e di incremento di servizi di welfare;
    l'Istat ha registrato e reso noti dati drammatici secondo i quali circa 1,9 milioni di minori sono in regime di povertà e oltre 650 mila minori vivono nella povertà assoluta;
    esempio della grave situazione di povertà vissuta dai minori in Italia viene dai giornali che sempre più spesso raccontano di bambini impossibilitati ad usufruire della mensa perché i genitori non riescono a pagare la retta, mentre sono crescenti le segnalazioni da parte degli enti locali che riguardano il numero crescente di bambine e bambini che arrivano a scuola senza avere consumato un pasto adeguato la sera precedente;
    l'Italia, uno degli Stati membri del G8, è annoverata tra i Paesi dell'area Ocse che meno tutelano i diritti dei minori sanciti dalla Convenzione internazionale e dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, anch'esso ratificato dall'Italia con la legge n. 881 del 1977;
    a vent'anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza si è assistito ad investimenti ridotti al lumicino, a servizi per l'infanzia e più in generale per i minori insufficienti, ad un aumento dei minori che vivono in uno stato di povertà relativa ed assoluta e ad un ancora rilevante abbandono scolastico;
    nonostante l'istituzione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e nonostante l'attività della Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, si assiste ancora a episodi di minori costretti a subire l'emarginazione sociale e l'esclusione dall'accesso ai diritti fondamentali;
    le parziali azioni di sostegno, per lo più di carattere economico-assistenziale, ad esempio il cosiddetto «bonus bebè», le iniziative fiscali o gli assegni per le famiglie numerose, sono risultati inefficaci ed incapaci di affrontare le questioni in maniera strutturale ed efficace;
    l'articolo 27 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che, tra le altre cose, prevede il diritto all'alloggio, è stato da parte dello Stato semplicemente ignorato, a fronte di un incremento degli sfratti e, in particolare, di quelli per morosità, che spesso vengono eseguiti in presenza di minori senza alcuna forma di assistenza o di garanzia di passaggio da casa a casa;
    quasi nessuna azione è stata messa in atto per tutelare i minori che vivono in contesti di povertà relativa o assoluta, accentuati dalla gravissima crisi economica recessiva, senza alcuna garanzia di accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie;
    al momento le figure dei garanti dell'infanzia e dell'adolescenza regionali sono presenti in sole nove regioni italiane;
    le competenze, suddivise tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori, hanno reso le politiche per l'infanzia e l'adolescenza inefficaci in quanto frammentate;
    l'Italia si ritrova, a ridosso della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, a subire continue raccomandazioni o vere e proprie censure da parte di organismi internazionali per l'insufficienza delle azioni e dei programmi finalizzati alla tutela dei diritti fondamentali dei minori;
    il 25 giugno 2013, nel suo rapporto «Uno sguardo sull'istruzione 2013», l'Ocse ha evidenziato che l'Italia è l'unico Paese dell'area Ocse che dal 1995 al 2010 ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria solo dello 0,5 per cento, mentre nello stesso periodo i Paesi dell'Ocse hanno aumentato in media del 62 per cento la spesa per studente negli stessi livelli d'istruzione;
    secondo un rapporto pubblicato l'11 aprile 2013 da Eurostat, per l'Europa si stanno avvicinando gli obiettivi fissati per il 2020, che puntano a limitare il fenomeno dell'abbandono scolastico sotto la soglia del 10 per cento, mentre l'Italia, con il 17,6 per cento, è nettamente al di sotto della media dell'Unione europea per gli abbandoni scolari nel 2012, che si è attestata al 12,8 per cento;
    recentemente Telefono Azzurro ha reso noto che un adolescente su cinque è vittima di bullismo o cyberbullismo, vivendo in uno stato di quotidiana paura a seguito di violenze verbali, psicologiche e fisiche motivate, tra le altre cose, da discriminazioni fondate sul sesso, l'aspetto fisico, le condizioni socio-economiche, la nazionalità, l'etnia, la razza, la religione o la lingua;
    in Italia continuano a verificarsi casi di discriminazioni nei confronti di adolescenti omosessuali, che sono sfociate in episodi di violenza estremamente gravi, con conseguenti danni psicologici che talora spingono fino al suicidio;
    uno dei quattro assi strategici della strategia nazionale dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) contro le discriminazioni lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), promossa congiuntamente con il Consiglio d'Europa, riguarda gli interventi nel settore scolastico-educativo;
    i recenti fatti di cronaca, come ad esempio la vicenda delle «baby – squillo» romane che offrivano prestazioni sessuali a pagamento, hanno evidenziato come l'assenza di controllo da parte di un adulto nell'utilizzo delle moderne forme di comunicazione può potenzialmente essere pericolosa per i minori, che possono incorrere in episodi di adescamento on line, pedofilia e pedo-pornografia e hanno dimostrato come per i genitori risulti difficile monitorare l'attività on line dei propri figli;
    il recente rapporto Espad dell'istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilevato che nelle scuole secondarie di secondo grado uno studente su venti e una studentessa su sette soffrono di qualche forma di disturbo del comportamento alimentare;
    l'obesità infantile in Italia, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, colpisce il 23,3 per cento dei bambini in età compresa tra i tre e i sei anni, causando problemi di tipo respiratorio, all'apparato muscolo-scheletrico, disturbi di carattere psicologico e precoce sindrome metabolica;
    di grande rilevanza e in continua crescita risulta essere la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane di alunni con cittadinanza non italiana: nell'anno scolastico 2011-2012 circa 756 mila; si tratta in larga parte (il 44 per cento del totale degli alunni stranieri) di alunni nati in Italia, dunque la presenza straniera è una presenza di minori di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia,

impegna il Governo:

   ad evitare la riduzione delle risorse finalizzate a rendere effettivi i diritti sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed, in particolare, a dare esecuzione con adeguati stanziamenti alla legge n. 285 del 1977;
   a ridefinire le priorità dell'agenda programmatica del Governo, ponendo al centro di questa l'applicazione integrale della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, in particolare per quanto riguarda i servizi sociali, la lotta all'abbandono scolastico, il contrasto alla povertà, l'accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie, soprattutto per i minori che vivono in un contesto di povertà relativa e assoluta, il superamento delle profonde sperequazioni esistenti tra le regioni, il diritto all'alloggio e il diritto al passaggio da casa a casa per minori appartenenti a famiglie in disagio abitativo soggette a sfratti esecutivi;
   ad assumere iniziative dirette ad aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito con figli minori assicurando che questo sia esteso anche alle famiglie straniere;
   a prevedere, anche con iniziative di carattere normativo, nell'ambito del riordino dell'attuale sistema delle agevolazioni fiscali, il rafforzamento del sistema attualmente vigente di detrazioni per le famiglie con minori e redditi medio-bassi;
   ad assumere iniziative, anche di carattere normativo, per istituire un fondo statale di garanzia sui prestiti concessi alle madri in condizioni di disagio con reddito Isee del nucleo famigliare non superiore a 35.000 euro;
   a promuovere in maniera continuativa, anche d'intesa con le regioni e i comuni, campagne di sensibilizzazione e di conoscenza dei diritti dei minori come sanciti nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
   ad avviare azioni e programmi nazionali al fine di eliminare la piaga del lavoro minorile, anche intensificando i controlli e rispettando integralmente quanto previsto dalla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro;
   ad assicurare, per quanto di propria competenza, il sostegno ai lavori e alle attività della Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza;
   a procedere alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali come indicato dalla legge n. 328 del 2000 con particolare riferimento ai minori;
   a sviluppare ulteriormente le sinergie e le collaborazioni con il mondo dell'associazionismo che opera nell'ambito dei diritti dei minori;
   a favorire, per le parti di propria competenza, l'istituzione dei garanti dell'infanzia e degli adolescenti regionali, in tutte le regioni;
   ad elaborare, di concerto con i Paesi dell'Unione europea, strategie e politiche per l'infanzia e l'adolescenza, anche in un'ottica di rafforzamento reciproco e di scambio di buone prassi;
   a redigere, in tempi brevi, proposte da sottoporre al Parlamento per l'incremento e l'ottimizzazione delle risorse disponibili, per il coordinamento delle attività e dei programmi relativi ai minori, atteso che la frammentazione delle competenze istituzionali sull'infanzia e sull'adolescenza si è confermata come limite ad un'azione efficace;
   ad adeguare l'Italia ai parametri richiesti dall'Europa in tema di riduzione dell'abbandono scolastico, al fine di raggiungere entro il 2020 l'obiettivo della limitazione del fenomeno al di sotto della soglia del 10 per cento;
   a promuovere campagne di educazione al rispetto delle diversità e di sensibilizzazione volte a contrastare il fenomeno del bullismo e a prevenire la violenza nelle scuole;
   a promuovere in ambito scolastico ed educativo campagne di sensibilizzazione sui temi della diversità e delle pari opportunità, al fine di promuovere il superamento dei pregiudizi fondati sul genere di appartenenza e sull'orientamento sessuale capaci di motivare la violenza e la discriminazione;
   a promuovere politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza, in particolare per quanto riguarda il Piano nazionale per l'infanzia, la dotazione di asili nido, il diritto all'istruzione e al welfare dello studente, la riduzione del costo dei libri di testo scolastici, il diritto allo studio e il sostegno alla disabilità;
   ad elaborare campagne informative che forniscano ai genitori una serie di consigli volti a rendere più facile l'interpretazione di alcuni segnali importanti per prevenire casi di adescamento on line o un uso scorretto di chat, pc, tablet, smartphone;
   ad attivare una banca dati per il contrasto della pedofilia e della pornografia in modo da riuscire ad ottenere dati sul tema della prostituzione minorile e potere attuare politiche di prevenzione e di contrasto;
   a realizzare in tutte le scuole campagne informative e di prevenzione al fine di sensibilizzare i ragazzi sui disturbi del comportamento alimentare;
   ad incentivare e incrementare l'attività motoria nella scuola primaria, prediligendo personale qualificato, e a monitorare l'applicazione delle recenti direttive in materia di educazione alimentare nelle scuole, tramite la fornitura di cibi biologici nelle mense e il divieto di somministrazione di cibi sconsigliati e ad alto contenuto di grassi nei distributori di merendine, onde prevenire il fenomeno dell'obesità tra i minori;
   ad assumere iniziative per istituire un apposito fondo per le politiche e il sostegno dei giovani fuori famiglia, al fine di erogare contributi al sostegno, all'integrazione lavorativa e all'avviamento al lavoro di giovani tra i 16 e i 25 anni, che provengano da strutture di accoglienza residenziali per minori e da famiglie affidatarie, nonché per l'accompagnamento del giovane verso l'autonomia;
   ad assumere iniziative per prevedere l'applicazione agevolata dell'iva, non superiore al 4 per cento, possibilmente giungendo anche all'azzeramento, sui prodotti destinati all'infanzia almeno nei primi due anni di vita;
   a promuovere l'istituzione di una banca dati nazionale per il censimento dei minori in condizione di residenzialità assistita sul territorio nazionale;
   a monitorare con la necessaria attenzione la situazione nelle scuole italiane rispetto alla presenza di minori di cittadinanza non italiana, attuando iniziative e campagne informative efficaci, adeguatamente finanziate, che promuovano un clima di non discriminazione all'interno delle classi anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni che si occupano di tali tematiche.
(1-00250) «Silvia Giordano, Sorial, Lupo, Chimienti, Mantero, Grillo, Lorefice, Baroni, Dall'Osso, Cecconi, Di Vita, Colonnese».


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 novembre è la «Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza» ed è importante che la Camera dei deputati sia chiamata ad un dibattito che confermi e riaffermi l'impegno concreto ed efficace per l'infanzia e l'adolescenza, tema fondamentale e strategico per il futuro del nostro Paese, a partire dall'attuazione integrale di quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza fu approvata dall'Assemblea generale dell'Onu il 20 novembre del 1989 ed è stata ratificata con la legge n. 176 del 1991;
    l'Italia si è così impegnata a livello internazionale e nei confronti dei cittadini alla piena realizzazione dei diritti delle persone di minore età;
    nonostante l'impegno assunto dall'Italia e ratificato con la legge n. 176 del 1991, nel nostro Paese è ancora lontana l'attuazione effettiva ed efficace dei diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: non solo si è assistito al continuo venire meno del sostegno concreto economico ai piani nazionali destinati ai minori, ma la stessa legislazione vigente resta insufficiente;
    ad oltre 20 anni dalla ratifica della sopra citata Convenzione da parte dell'Italia, si assiste ancora a sperequazioni inammissibili tra le varie regioni e l'Italia risulta agli ultimi posti nell'Europa dei 27 per quanto riguarda gli indicatori sulla condizione dell'infanzia;
    la crisi economica e recessiva che attraversa il Paese ricade duramente anche sui minori; secondo gli studi e le rilevazioni dell'Unicef e dell'Istat si è di fronte ad una vera e propria «emergenza infanzia» che rischia di generare una nuova e gravissima forma di povertà: « la povertà del futuro», come l'ha definita l'associazione Save the children, dove bambini e adolescenti, privati di opportunità, prospettive e competenze, saranno preda di bassa produttività e bassa occupazionalità con ricadute sulla spesa pubblica in forma di maggiori costi sociali e di incremento di servizi di welfare;
    l'Istat ha registrato e reso noti dati drammatici secondo i quali circa 1,9 milioni di minori sono in regime di povertà e oltre 650 mila minori vivono nella povertà assoluta;
    esempio della grave situazione di povertà vissuta dai minori in Italia viene dai giornali che sempre più spesso raccontano di bambini impossibilitati ad usufruire della mensa perché i genitori non riescono a pagare la retta, mentre sono crescenti le segnalazioni da parte degli enti locali che riguardano il numero crescente di bambine e bambini che arrivano a scuola senza avere consumato un pasto adeguato la sera precedente;
    l'Italia, uno degli Stati membri del G8, è annoverata tra i Paesi dell'area Ocse che meno tutelano i diritti dei minori sanciti dalla Convenzione internazionale e dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, anch'esso ratificato dall'Italia con la legge n. 881 del 1977;
    a vent'anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza si è assistito ad investimenti ridotti al lumicino, a servizi per l'infanzia e più in generale per i minori insufficienti, ad un aumento dei minori che vivono in uno stato di povertà relativa ed assoluta e ad un ancora rilevante abbandono scolastico;
    nonostante l'istituzione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e nonostante l'attività della Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, si assiste ancora a episodi di minori costretti a subire l'emarginazione sociale e l'esclusione dall'accesso ai diritti fondamentali;
    le parziali azioni di sostegno, per lo più di carattere economico-assistenziale, ad esempio il cosiddetto «bonus bebè», le iniziative fiscali o gli assegni per le famiglie numerose, sono risultati inefficaci ed incapaci di affrontare le questioni in maniera strutturale ed efficace;
    l'articolo 27 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che, tra le altre cose, prevede il diritto all'alloggio, è stato da parte dello Stato semplicemente ignorato, a fronte di un incremento degli sfratti e, in particolare, di quelli per morosità, che spesso vengono eseguiti in presenza di minori senza alcuna forma di assistenza o di garanzia di passaggio da casa a casa;
    quasi nessuna azione è stata messa in atto per tutelare i minori che vivono in contesti di povertà relativa o assoluta, accentuati dalla gravissima crisi economica recessiva, senza alcuna garanzia di accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie;
    al momento le figure dei garanti dell'infanzia e dell'adolescenza regionali sono presenti in sole nove regioni italiane;
    le competenze, suddivise tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori, hanno reso le politiche per l'infanzia e l'adolescenza inefficaci in quanto frammentate;
    l'Italia si ritrova, a ridosso della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, a subire continue raccomandazioni o vere e proprie censure da parte di organismi internazionali per l'insufficienza delle azioni e dei programmi finalizzati alla tutela dei diritti fondamentali dei minori;
    il 25 giugno 2013, nel suo rapporto «Uno sguardo sull'istruzione 2013», l'Ocse ha evidenziato che l'Italia è l'unico Paese dell'area Ocse che dal 1995 al 2010 ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria solo dello 0,5 per cento, mentre nello stesso periodo i Paesi dell'Ocse hanno aumentato in media del 62 per cento la spesa per studente negli stessi livelli d'istruzione;
    secondo un rapporto pubblicato l'11 aprile 2013 da Eurostat, per l'Europa si stanno avvicinando gli obiettivi fissati per il 2020, che puntano a limitare il fenomeno dell'abbandono scolastico sotto la soglia del 10 per cento, mentre l'Italia, con il 17,6 per cento, è nettamente al di sotto della media dell'Unione europea per gli abbandoni scolari nel 2012, che si è attestata al 12,8 per cento;
    recentemente Telefono Azzurro ha reso noto che un adolescente su cinque è vittima di bullismo o cyberbullismo, vivendo in uno stato di quotidiana paura a seguito di violenze verbali, psicologiche e fisiche motivate, tra le altre cose, da discriminazioni fondate sul sesso, l'aspetto fisico, le condizioni socio-economiche, la nazionalità, l'etnia, la razza, la religione o la lingua;
    in Italia continuano a verificarsi casi di discriminazioni nei confronti di adolescenti omosessuali, che sono sfociate in episodi di violenza estremamente gravi, con conseguenti danni psicologici che talora spingono fino al suicidio;
    uno dei quattro assi strategici della strategia nazionale dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) contro le discriminazioni lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), promossa congiuntamente con il Consiglio d'Europa, riguarda gli interventi nel settore scolastico-educativo;
    i recenti fatti di cronaca, come ad esempio la vicenda delle «baby – squillo» romane che offrivano prestazioni sessuali a pagamento, hanno evidenziato come l'assenza di controllo da parte di un adulto nell'utilizzo delle moderne forme di comunicazione può potenzialmente essere pericolosa per i minori, che possono incorrere in episodi di adescamento on line, pedofilia e pedo-pornografia e hanno dimostrato come per i genitori risulti difficile monitorare l'attività on line dei propri figli;
    il recente rapporto Espad dell'istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilevato che nelle scuole secondarie di secondo grado uno studente su venti e una studentessa su sette soffrono di qualche forma di disturbo del comportamento alimentare;
    l'obesità infantile in Italia, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, colpisce il 23,3 per cento dei bambini in età compresa tra i tre e i sei anni, causando problemi di tipo respiratorio, all'apparato muscolo-scheletrico, disturbi di carattere psicologico e precoce sindrome metabolica;
    di grande rilevanza e in continua crescita risulta essere la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane di alunni con cittadinanza non italiana: nell'anno scolastico 2011-2012 circa 756 mila; si tratta in larga parte (il 44 per cento del totale degli alunni stranieri) di alunni nati in Italia, dunque la presenza straniera è una presenza di minori di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia,

impegna il Governo:

   ad evitare la riduzione delle risorse finalizzate a rendere effettivi i diritti sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed, in particolare, a dare esecuzione con adeguati stanziamenti alla legge n. 285 del 1977;
   a ridefinire le priorità dell'agenda programmatica del Governo, ponendo al centro di questa l'applicazione integrale della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, in particolare per quanto riguarda i servizi sociali, la lotta all'abbandono scolastico, il contrasto alla povertà, l'accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie, soprattutto per i minori che vivono in un contesto di povertà relativa e assoluta, il superamento delle profonde sperequazioni esistenti tra le regioni, il diritto all'alloggio e il diritto al passaggio da casa a casa per minori appartenenti a famiglie in disagio abitativo soggette a sfratti esecutivi;
   ad assumere iniziative dirette ad aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito con figli minori assicurando che questo sia esteso anche alle famiglie straniere;
   a prevedere, anche con iniziative di carattere normativo, nell'ambito del riordino dell'attuale sistema delle agevolazioni fiscali, il rafforzamento del sistema attualmente vigente di detrazioni per le famiglie con minori e redditi medio-bassi;
   a promuovere in maniera continuativa, anche d'intesa con le regioni e i comuni, campagne di sensibilizzazione e di conoscenza dei diritti dei minori come sanciti nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
   ad avviare azioni e programmi nazionali al fine di eliminare la piaga del lavoro minorile, anche intensificando i controlli e rispettando integralmente quanto previsto dalla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro;
   ad assicurare, per quanto di propria competenza, il sostegno ai lavori e alle attività della Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza;
   a procedere alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali come indicato dalla legge n. 328 del 2000 con particolare riferimento ai minori;
   a sviluppare ulteriormente le sinergie e le collaborazioni con il mondo dell'associazionismo che opera nell'ambito dei diritti dei minori;
   a favorire, per le parti di propria competenza, l'istituzione dei garanti dell'infanzia e degli adolescenti regionali, in tutte le regioni;
   ad elaborare, di concerto con i Paesi dell'Unione europea, strategie e politiche per l'infanzia e l'adolescenza, anche in un'ottica di rafforzamento reciproco e di scambio di buone prassi;
   ad adeguare l'Italia ai parametri richiesti dall'Europa in tema di riduzione dell'abbandono scolastico, al fine di raggiungere entro il 2020 l'obiettivo della limitazione del fenomeno al di sotto della soglia del 10 per cento;
   a promuovere campagne di educazione al rispetto delle diversità e di sensibilizzazione volte a contrastare il fenomeno del bullismo e a prevenire la violenza nelle scuole;
   a promuovere in ambito scolastico ed educativo campagne di sensibilizzazione sui temi della diversità e delle pari opportunità, al fine di promuovere il superamento dei pregiudizi fondati sul genere di appartenenza e sull'orientamento sessuale capaci di motivare la violenza e la discriminazione;
   a promuovere politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza, in particolare per quanto riguarda il Piano nazionale per l'infanzia, la dotazione di asili nido, il diritto all'istruzione e al welfare dello studente, la riduzione del costo dei libri di testo scolastici, il diritto allo studio e il sostegno alla disabilità;
   ad elaborare campagne informative che forniscano ai genitori una serie di consigli volti a rendere più facile l'interpretazione di alcuni segnali importanti per prevenire casi di adescamento on line o un uso scorretto di chat, pc, tablet, smartphone;
   a realizzare in tutte le scuole campagne informative e di prevenzione al fine di sensibilizzare i ragazzi sui disturbi del comportamento alimentare;
   a promuovere l'istituzione di una banca dati nazionale per il censimento dei minori in condizione di residenzialità assistita sul territorio nazionale;
   a monitorare con la necessaria attenzione la situazione nelle scuole italiane rispetto alla presenza di minori di cittadinanza non italiana, attuando iniziative e campagne informative efficaci, adeguatamente finanziate, che promuovano un clima di non discriminazione all'interno delle classi anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni che si occupano di tali tematiche.
(1-00250) (Testo risultante dalla votazione per parti separate) «Silvia Giordano, Sorial, Lupo, Chimienti, Mantero, Grillo, Lorefice, Baroni, Dall'Osso, Cecconi, Di Vita, Colonnese».


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 novembre si celebra la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Questo è il giorno in cui l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata oggi da oltre 190 Paesi nel mondo;
    ad oltre vent'anni dalla entrata in vigore della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, purtroppo, ancora in tutto il mondo i bambini patiscono violenze, sfruttamento e abusi. Sono costretti a combattere guerre o a lavorare in condizioni intollerabili; vengono sottoposti ad abusi sessuali o a violenze punitive; cadono vittime di traffici che li condannano a lavorare in condizioni di sfruttamento. I bambini che vivono in circostanze del genere vedono i loro diritti umani infranti nei modi più gravi e patiscono danni fisici e psicologici, con effetti talvolta irreparabili. Gli elementi di un'infanzia sana, così come sono specificati nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, vengono negati perché il mondo non riesce a fornire ai bambini la protezione a cui hanno diritto;
    al contrario di quanto si crede, i diritti dei bambini non sono violati esclusivamente in quella parte del mondo che vive in situazioni di grave sottosviluppo, ma anche in quei Paesi che hanno raggiunto livelli di industrializzazione e benessere elevati;
    il progresso della società moderna è stato viziato dalla rinuncia a quei riferimenti valoriali, che rappresentavano le fondamenta di una comunità capace di comprendere l'importanza della tutela dei propri figli quale bene primario, seminando il dubbio del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. L'accelerazione dei fenomeni di degenerazione nell'educazione sfocia, oggigiorno, in un vero e proprio allarme educativo. Sempre più in modo repentino si diffonde un pensiero unico laicista che trova sostegno anche in iniziative legislative assurde, come, ad esempio, quelle volte a cancellare dai documenti ufficiali i riferimenti alla madre e al padre per sostituirli con surrogati asettici. Scelte dettate da un'idiozia ideologica che non possono essere sottovalutate e produrranno gravi danni nel medio lungo periodo;
    i genitori evidenziano maggiori difficoltà nell'assolvimento delle competenze di cura e di educazione dei figli, le conflittualità intraconiugali e intrafamiliari sfociano in sofferti procedimenti di separazione e di divorzio, sono sempre più evidenti gli episodi di maltrattamento e di violenza intrafamiliare. La frantumazione dell'istituto familiare, in una comunità sempre meno capace di farsi carico della crescita sana dei bambini, è il primo fattore che pone i giovani adolescenti in una condizione di precario equilibrio ed estrema fragilità, rendendoli soggetti a rischio. È spaventosa, difatti, la crescita esponenziale di fenomeni quali: uso di droga e alcol, violenza, bullismo, gravi disturbi alimentari, emarginazione, disturbi comportamentali affettivi, che degenerano anche in situazioni di vera e propria prostituzione minorile;
    nel mondo industrializzato i problemi dell'infanzia sono, inoltre, spesso, connessi all'ondata dei flussi migratori. I minori, sradicati dal proprio ambiente naturale, in condizioni di povertà, divengono facilmente preda di situazioni di violazione dei diritti fondamentali, dallo sfruttamento del lavoro minorile, all'accattonaggio, allo sfruttamento sessuale e all'utilizzo a fini di microcriminalità;
    l'affermazione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza è inderogabile;
    se, da un lato, a livello legislativo si possono annoverare numerosi provvedimenti adottati in nome dell'interesse superiore dei bambini e degli adolescenti, animati dalle più convinte intenzioni di dar vita ad un reale sistema di tutela e promozione dei loro diritti, dall'altro lato, è unanime la consapevolezza che si è ben lontani dal poter affermare di essere stati in grado di creare una vera e propria politica per l'infanzia;
    il nostro Paese è agli ultimi posti tra i Paesi dell'Unione europea per la spesa per la famiglia e per l'infanzia: si spende l'1,2 per cento del prodotto interno lordo, uno dei livelli più bassi, rispetto al resto d'Europa, dove si spende il 2,1 per cento. Un punto di prodotto interno lordo vale circa 16 miliardi di euro, le spese militari ci costano 30 miliardi di euro l'anno. Destinare anche solo mezzo punto di prodotto interno lordo significherebbe ben 8 miliardi di euro in più. Inoltre, è doveroso ricordare che negli ultimi anni il fondo nazionale per le politiche sociali ha subito continue decurtazioni;
    i punti cardine sui quali incentrare le politiche di tutela per l'infanzia debbono essere: la conoscenza del problema, il rilancio della scuola come centro di promozione culturale e sociale nel territorio e la centralità del sostegno alla famiglia. La famiglia e la scuola, infatti, sono certamente i primi ambiti dove i bambini possono conoscere il valore e il senso della partecipazione;
    l'introduzione del federalismo fiscale, che nella sua applicazione reale fa registrare ancora un ritardo ingiustificabile, segna una netta inversione di rotta in merito alle politiche a tutela della famiglia. Questa nuova autonomia regionale e locale dovrà, infatti, essere guidata in base ai principi di coordinamento che sono elencati nella legge delega. Tra questi principi di delega vi è, infatti, quello del favor familiae: «individuazione di strumenti idonei a favorire la piena attuazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, con riguardo ai diritti e alla formazione della famiglia e all'adempimento dei relativi compiti»;
    in Italia il sistema fiscale si ostina ad operare come se la capacità contributiva delle famiglie non fosse influenzata dalla presenza di figli e dall'eventuale scelta di uno dei due coniugi di dedicare parte del proprio tempo a curare, crescere ed educare i figli, mentre, di norma, in tutti gli altri Paesi europei a parità di reddito la differenza tra chi ha e chi non ha figli a carico è consistente. Investire nelle politiche familiari significa, pertanto, investire sulla qualità della struttura sociale e, di conseguenza, sul futuro stesso della nostra società;
    dai dati sul tasso di abbandono scolastico diffusi dall'Istat il 12 marzo 2012 si rileva che il 13 per cento dei giovani italiani lascia la scuola per il lavoro, mentre il dato sale a più del 40 per cento per i giovani stranieri presenti in Italia, a causa del grande deficit di competenze in ambito linguistico;
    gli obiettivi fissati a Lisbona prevedono che il 33 per cento dei minori al di sotto dei tre anni di età possa usufruire del servizio di asilo nido. Dai dati risulta che in media nel nostro Paese solo il 18,7 per cento dei bambini di 0-2 anni frequenta un asilo nido pubblico o privato;
    in tutta la loro gravità si presentano oggi i casi di pedofilia, abuso e violenza sessuale. In Italia 2 bambini al giorno vengono fatti oggetto di abusi sessuali, negli ultimi anni le violenze sui minori sono cresciute di oltre il 90 per cento, i casi di pedofilia nel nostro Paese sono circa 21.000 all'anno e più di 50.000 i siti a sfondo pedofilo stimati che possono essere contattati su internet. Questi dati, che vanno considerati per difetto perché, come è ovvio, molti casi sfuggono alle statistiche, mostrano evidentemente la gravità del fenomeno;
    l'approvazione della Convenzione di Lanzarote segna un traguardo importante nella lotta contro la pedofilia. Il nostro Paese fu, nel 2007, non solo tra i primi Paesi a sottoscrivere la Convenzione per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, ma anche tra i maggiori contribuenti, con una cinquantina di articoli, alla sua stesura;
    è urgente una riforma processuale che introduca il giusto processo civile minorile, che integri il rito camerale e tenga presente le caratteristiche della giurisdizione civile minorile, che differisce da quella civile, perché non è giurisdizione solo di torti e ragioni, ma mira alla ricostruzione delle relazioni familiari su piani giuridici diversi, in funzione dei figli;
    occorre una riforma di sistema, con alcune caratteristiche già individuate a livello europeo, la prima delle quali è che il giudice deve essere specializzato con la previsione dell'esclusività delle competenze e una riforma processuale che ponga la centralità della persona minore di età come parte processuale;
    è matura ormai e non più rinviabile anche una riflessione sui temi legati all'adozione e all'affidamento e le stesse comunità di tipo familiare devono poter avere risorse certe e criteri definiti del loro ruolo. Il diritto universale di un minore è quello di avere una famiglia;
    è necessario impegnarsi al fine di creare i presupposti per sviluppare e potenziare al meglio il ruolo esercitato dal mondo del no profit in perfetta sinergia con l'evoluzione che in questi ultimi anni ha visto riformata l'organizzazione dello Stato in un'ottica sempre più federalista. Infatti, il ruolo del volontariato, caratterizzato dalla gratuità e dalla solidarietà, assume un rilievo importantissimo nell'attuazione del principio di sussidiarietà, determinando un plusvalore che risulta decisivo per la qualità della vita di una comunità e per la salvaguardia dei diritti dei soggetti deboli, primi tra tutti i minori;
    una società incapace di garantire i diritti dei minori è una società destinata ad implodere. Come insegna Aristotele, una buona politica non afferma principi, ma propone risposte fattibili a problemi concreti,

impegna il Governo:

   a promuovere una politica a sostegno della famiglia, quale nucleo fondamentale della società, nel riconoscimento del ruolo primario che essa riveste nell'educazione e nella crescita dei bambini e dei giovani adolescenti;
   a non farsi promotore di iniziative volte a diffondere posizioni ideologiche che scardinano i riferimenti valoriali che appartengono, da sempre, alla tradizione culturale, sociale e religiosa del nostro Paese;
   a promuovere iniziative volte a contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e a contrastare le associazioni criminali straniere che traggono profitto dalla tratta delle persone;
   a promuovere, anche attraverso iniziative normative, misure effettive di contrasto al fenomeno dell'accattonaggio minorile;
   ad adottare tutte le iniziative utili al sostegno delle scuole di ogni ordine e grado;
   a promuovere nuove politiche volte a disincentivare l'abbandono scolastico;
   a promuovere nelle scuole specifici corsi per l'alfabetizzazione linguistica, al fine di elevare il livello di integrazione dei bambini stranieri;
   a realizzare un'indagine conoscitiva che quantifichi puntualmente l'effettiva domanda di servizi di asili nido, in modo tale da predisporre una programmazione di nuovi posti, in funzione della richiesta effettiva e non soltanto in base al numero complessivo dei bambini;
   a promuovere l'incremento delle risorse destinate al fondo nazionale delle politiche sociali, verificandone, inoltre, l'equa ripartizione, ponendo attenzione alla reale ricaduta che tale risorse hanno sui minori, garantendo che in tutte le città italiane vi sia la medesima accessibilità ai servizi;
   a porre in essere iniziative, anche di natura normativa, finalizzate ad istituire il tribunale della famiglia, al fine di adeguare il sistema della giustizia minorile alle «Linee guida per una giustizia a misura di minore», approvate dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa il 17 novembre 2010, garantendo, in particolare, il diritto all'ascolto del minore e il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche se separati o divorziati, salvo nel caso di impedimenti che giustifichino l'allontanamento di un genitore dal proprio figlio.
(1-00251) «Rondini, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera».


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese vivono circa 11 milioni di bambini e adolescenti, che costituiscono il 17 per cento della popolazione totale, e in base a recenti dati dell'Istat, 1.822.000 dei quali vivono in situazione di povertà relativa, mentre il sette per cento dei minori in Italia (oltre 700.000 bambini ed adolescenti) vive in condizioni di povertà assoluta, con maggiore incidenza nel Mezzogiorno (10,9 per cento), a fronte del 4,7 per cento del Centro e nel Nord del Paese;
    ancora più allarmanti appaiono i dati relativi al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, che è pari al 70 per cento nel Mezzogiorno a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale, vale a dire che su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia, ben settanta rischiano di essere poveri;
    secondo i dati contenuti nella Relazione al Parlamento depositata lo scorso mese di maggio dal Garante per l'infanzia e l'adolescenza e relativa all'anno 2012, la comparazione con altri Stati industrializzati ci informa che nella classifica del benessere dei bambini l'Italia occupa il ventiduesimo posto su ventinove paesi, collocandosi alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia, e risulta, inoltre, essere il paese con il tasso NEET (Not In Education, Employment or Training) più elevato tra tutti i paesi industrializzati dopo la Spagna, posto che ben l'undici per cento dei nostri giovani tra i 15 e i 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione professionale;
    inoltre, gravissime sono le lacune che si riscontrano nel nostro Paese sia sotto il profilo dell'istruzione, che si sostanzia nelle altissime percentuali di abbandono scolastico, sia sotto il profilo del sistema di welfare, incapace di offrire una tutela e un sostegno adeguati alle famiglie con figli, e che si sostanzia nell'insufficienza delle misure a sostegno del reddito e, al contempo, nella carenza di strutture;
    la rete dei servizi per la prima infanzia è uno strumento essenziale per la promozione del benessere, per lo sviluppo dei bambini, per la conciliazione dei tempi di lavoro, nonché per il sostegno al ruolo educativo dei genitori;
    in questo ambito, un aspetto centrale è costituito dal numero esiguo di asili nido, ai quali peraltro si accede in base a graduatorie spesso falsate, dalla mancata realizzazione, in Italia, di modelli di accoglimento alternativi quali ad esempio le tagesmutter, e che, di fatto, in molti casi costituiscono un ostacolo insormontabile per coppie nelle quali entrambi i genitori sono lavoratori, nonché ovviamente per i nuclei familiari monogenitoriali;
    al riguardo, il rapporto sul piano straordinario europeo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, cui l'Italia ha aderito nel 2007, ha rilevato l'esigenza «che si consolidi da parte del Governo un intervento a sostegno dei servizi fondamentali e non solo per i bambini ma anche per lo sviluppo sociale ed economico del Paese»;
    il rapporto ha, infatti, messo in luce come, pur a fronte di un costante incremento dei posti negli asili nido, aumentati negli ultimi cinque anni di cinquantamila unità, la percentuale di copertura non arriva ancora neanche al venti per cento;
    questo a fronte di investimenti nello stesso quinquennio pari a un miliardo di euro dei quali, tuttavia, appena la metà sono stati utilizzati, spesso a causa di ritardi e complicazioni nel processo burocratico, che penalizza, ancora una volta, maggiormente le regioni del Sud;
    il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese, come già visto, è particolarmente forte con riferimento alle politiche per i minori, aggravata dalla frammentazione esistente a livello nazionale – tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori – delle competenze istituzionali sull'infanzia e l'adolescenza;
    questa frammentazione, che il Rapporto di aggiornamento 2012-2013 stilato da Save the children, ha definito come «il default del sistema di welfare», determina che gli effetti degli interventi adottati non siano «in alcun caso riconducibili ad un sistema di politiche, ma la risultante di processi diversi, non interagenti (o male interagenti), di norme che variano senza un orizzonte comune e con tempistiche diverse, tali da rendere incoerenti o inefficaci e/o senza risorse i singoli passaggi»;
    una questione centrale nella programmazione di efficaci politiche per i minori consiste nell'individuazione, e nella garanzia stabile lungo un arco di tempo pluriennale, delle risorse finanziarie da destinare a tali politiche;
    al contrario, invece, il succedersi di diverse leggi in questa materia, ha causato un processo di progressiva erosione delle risorse destinate a finanziare le politiche per l'infanzia e l'adolescenza;
    in particolare, la legge n. 285 del 1997, recante «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», aveva istituito il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, successivamente inglobato al settanta per cento da un unico Fondo nazionale per le politiche sociali, introdotto dalla legge n. 328 del 2000 («Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali») dando luogo alla creazione di un unico fondo indistinto, senza vincoli di spesa, demandando alle regioni la programmazione e la pianificazione nell'ambito della loro esclusiva competenza, ed individuando nei livelli essenziali di assistenza la base comune delle prestazioni sociali per tutto il territorio nazionale;
    inoltre, con la creazione del Fondo per le politiche sociali, la cui determinazione è stata affidata alla Legge finanziaria, è venuta meno la caratteristica della triennalità del finanziamento delle misure per l'infanzia;
    la complessa evoluzione nel corso del tempo dei finanziamenti destinati alle politiche sociali per l'infanzia e l'adolescenza ha determinato alcuni significativi mutamenti nell'attuazione delle stesse: da un lato, infatti, la mancata definizione dei livelli essenziali di assistenza da parte dello Stato con il concorso delle regioni ha determinato una prolungata lacuna normativa in questo campo, dall'altro l'annualità dei fondi via via destinati alle politiche per l'infanzia ne ha accorciato significativamente le prospettive di programmazione ed attuazione;
    attualmente, il Fondo per le politiche sociali è stato rifinanziato con trecento milioni di euro, dopo essere stato ridotto ad appena dieci milioni nel 2012, mentre il Fondo per le politiche della famiglia è diminuito da 186 milioni di euro stanziati nel 2009 agli scarsi venti milioni di euro assegnati nel 2013, mentre il Fondo per le politiche giovanili è passato da una dotazione di quasi ottanta milioni di euro nel 2009 ai 6,2 milioni stanziati per il 2013;
    l'ultimo Piano nazionale per l'infanzia, varato nel 2011 in base a quattro linee guida (consolidamento della rete integrata dei servizi e contrasto all'esclusione sociale; rafforzamento della tutela dei diritti; costruzione di un patto intergenerazionale dedicato al protagonismo dei bambini e dei ragazzi; promozione dell'integrazione delle persone immigrate) è rimasto sostanzialmente inattuato per mancanza di fondi;
    il percorso di valutazione dei rapporti governativi sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) e/o dei Protocolli opzionali svolto dal Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza termina con un documento con cui il Comitato ONU rende noto il proprio parere sullo stato di attuazione della CRC e/o dei protocolli opzionali nel Paese esaminato, sottolineando i progressi compiuti ed evidenziando i punti critici, invitando il Governo ad intervenire laddove non vi sia congruità, anche attraverso la richiesta esplicita di modifiche legislative;
    nell'ultimo rapporto il Comitato ha rilevato, nei confronti dell'Italia, la mancata o insufficiente implementazione non solo degli aspetti di coordinamento e di assegnazione di risorse ma anche di quelli relativi alla non discriminazione, agli interessi dei minori, al diritto all'identità, alle adozioni, e alla giustizia minorile;
    sotto il profilo del coordinamento, un primo passo è stato compiuto con la istituzione, nel 2011, della figura del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, deputato anche a realizzare un coordinamento dell'attività dei garanti regionali già istituiti e operativi;
    lo stesso Comitato dell'ONU aveva, infatti, espresso preoccupazione anche per le disparità riscontrate a livello regionale nell'assegnazione e nella spesa dei fondi destinati ai minori, auspicando che lo Stato italiano assicuri stanziamenti di bilancio equi in tutte le 20 regioni, con particolare attenzione alla prima infanzia, ai servizi sociali, all'istruzione ed ai programmi di integrazione per i figli dei migranti, garantendo che «pur nell'attuale situazione finanziaria, tutti i servizi per i minori siano protetti dai tagli»;
    la mancanza di politiche efficaci a sostegno della famiglia e della natalità, sta determinando, in Italia, un costante calo delle nascite, privando il nostro Paese della risorsa più importante: i giovani;
    le difficoltà che le famiglie sono costrette ad affrontare, spesso lasciate sole dalle istituzioni, sta minando alla radice questo nucleo fondamentale della nostra società,

impegna il Governo:

   ad ideare e realizzare, dotandolo degli strumenti finanziari adeguati, un Piano a tutela delle famiglie a della natalità, che passi attraverso l'implementazione delle strutture sul territorio e attraverso misure economiche di sostegno al reddito, o di agevolazioni fiscali, in favore delle famiglie con figli a carico, in particolar modo delle famiglie numerose;
   ad operare nel senso di una ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore delle politiche in favore dell'infanzia e dell'adolescenza, recependo le proposte e le indicazioni formulate in merito dal Garante;
   a promuovere il coordinamento degli indirizzi e dei programmi riguardanti i diritti dei minori tra tutti i Ministeri e le istituzioni interessate, garantendo che tutte le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per implementare le politiche riguardanti i diritti dei minori siano complete, coerenti e uniformi a livello nazionale, regionale e locale;
   ad ideare, promuovere e rafforzare interventi volti al contrasto della pedofilia, della violenza sui minori, fisica e psicologica, nonché dello sfruttamento lavorativo e dell'accattonaggio;
   ad ideare iniziative e misure volte a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, tenendo conto delle specificità territoriali e regionali;
   ad assumere iniziative per istituire un sistema di formazione regolare, obbligatorio e continuo sui diritti dei minori per tutte le figure professionali che lavorano con essi;
   ad assumere iniziative per introdurre il meccanismo del quoziente familiare e altre agevolazioni fiscali volte ad alleggerire il carico fiscale che grava sulle famiglie;
   ad assumere iniziative per ridurre l'imposta sul valore aggiunto sui prodotti per l'infanzia;
   a realizzare una politica di sostegno alla natalità, rimuovendo le cause economiche e sociali, che portano a rinunciare alla maternità, attraverso il rilancio dell'occupazione femminile, garantendo il part-time e diffondendo il telelavoro, il potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido, l'incentivazione dell'apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private secondo il modello delle tagesmutter, nonché adottando misure per sostenere l'accesso alle abitazioni;
   a garantire la protezione e la promozione uniformi ed efficienti dei diritti dei minori in tutte le regioni, anche attraverso l'assistenza e il coordinamento degli esistenti garanti regionali per i minori da parte del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
(1-00253) «Giorgia Meloni, Rampelli, Taglialatela».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese vivono circa 11 milioni di bambini e adolescenti, che costituiscono il 17 per cento della popolazione totale, e in base a recenti dati dell'Istat, 1.822.000 dei quali vivono in situazione di povertà relativa, mentre il sette per cento dei minori in Italia (oltre 700.000 bambini ed adolescenti) vive in condizioni di povertà assoluta, con maggiore incidenza nel Mezzogiorno (10,9 per cento), a fronte del 4,7 per cento del Centro e nel Nord del Paese;
    ancora più allarmanti appaiono i dati relativi al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, che è pari al 70 per cento nel Mezzogiorno a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale, vale a dire che su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia, ben settanta rischiano di essere poveri;
    secondo i dati contenuti nella Relazione al Parlamento depositata lo scorso mese di maggio dal Garante per l'infanzia e l'adolescenza e relativa all'anno 2012, la comparazione con altri Stati industrializzati ci informa che nella classifica del benessere dei bambini l'Italia occupa il ventiduesimo posto su ventinove paesi, collocandosi alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia, e risulta, inoltre, essere il paese con il tasso NEET (Not In Education, Employment or Training) più elevato tra tutti i paesi industrializzati dopo la Spagna, posto che ben l'undici per cento dei nostri giovani tra i 15 e i 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione professionale;
    inoltre, gravissime sono le lacune che si riscontrano nel nostro Paese sia sotto il profilo dell'istruzione, che si sostanzia nelle altissime percentuali di abbandono scolastico, sia sotto il profilo del sistema di welfare, incapace di offrire una tutela e un sostegno adeguati alle famiglie con figli, e che si sostanzia nell'insufficienza delle misure a sostegno del reddito e, al contempo, nella carenza di strutture;
    la rete dei servizi per la prima infanzia è uno strumento essenziale per la promozione del benessere, per lo sviluppo dei bambini, per la conciliazione dei tempi di lavoro, nonché per il sostegno al ruolo educativo dei genitori;
    in questo ambito, un aspetto centrale è costituito dal numero esiguo di asili nido, ai quali peraltro si accede in base a graduatorie spesso falsate, dalla mancata realizzazione, in Italia, di modelli di accoglimento alternativi quali ad esempio le tagesmutter, e che, di fatto, in molti casi costituiscono un ostacolo insormontabile per coppie nelle quali entrambi i genitori sono lavoratori, nonché ovviamente per i nuclei familiari monogenitoriali;
    al riguardo, il rapporto sul piano straordinario europeo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, cui l'Italia ha aderito nel 2007, ha rilevato l'esigenza «che si consolidi da parte del Governo un intervento a sostegno dei servizi fondamentali e non solo per i bambini ma anche per lo sviluppo sociale ed economico del Paese»;
    il rapporto ha, infatti, messo in luce come, pur a fronte di un costante incremento dei posti negli asili nido, aumentati negli ultimi cinque anni di cinquantamila unità, la percentuale di copertura non arriva ancora neanche al venti per cento;
    questo a fronte di investimenti nello stesso quinquennio pari a un miliardo di euro dei quali, tuttavia, appena la metà sono stati utilizzati, spesso a causa di ritardi e complicazioni nel processo burocratico, che penalizza, ancora una volta, maggiormente le regioni del Sud;
    il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese, come già visto, è particolarmente forte con riferimento alle politiche per i minori, aggravata dalla frammentazione esistente a livello nazionale – tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori – delle competenze istituzionali sull'infanzia e l'adolescenza;
    questa frammentazione, che il Rapporto di aggiornamento 2012-2013 stilato da Save the children, ha definito come «il default del sistema di welfare», determina che gli effetti degli interventi adottati non siano «in alcun caso riconducibili ad un sistema di politiche, ma la risultante di processi diversi, non interagenti (o male interagenti), di norme che variano senza un orizzonte comune e con tempistiche diverse, tali da rendere incoerenti o inefficaci e/o senza risorse i singoli passaggi»;
    una questione centrale nella programmazione di efficaci politiche per i minori consiste nell'individuazione, e nella garanzia stabile lungo un arco di tempo pluriennale, delle risorse finanziarie da destinare a tali politiche;
    al contrario, invece, il succedersi di diverse leggi in questa materia, ha causato un processo di progressiva erosione delle risorse destinate a finanziare le politiche per l'infanzia e l'adolescenza;
    in particolare, la legge n. 285 del 1997, recante «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», aveva istituito il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, successivamente inglobato al settanta per cento da un unico Fondo nazionale per le politiche sociali, introdotto dalla legge n. 328 del 2000 («Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali») dando luogo alla creazione di un unico fondo indistinto, senza vincoli di spesa, demandando alle regioni la programmazione e la pianificazione nell'ambito della loro esclusiva competenza, ed individuando nei livelli essenziali di assistenza la base comune delle prestazioni sociali per tutto il territorio nazionale;
    inoltre, con la creazione del Fondo per le politiche sociali, la cui determinazione è stata affidata alla Legge finanziaria, è venuta meno la caratteristica della triennalità del finanziamento delle misure per l'infanzia;
    la complessa evoluzione nel corso del tempo dei finanziamenti destinati alle politiche sociali per l'infanzia e l'adolescenza ha determinato alcuni significativi mutamenti nell'attuazione delle stesse: da un lato, infatti, la mancata definizione dei livelli essenziali di assistenza da parte dello Stato con il concorso delle regioni ha determinato una prolungata lacuna normativa in questo campo, dall'altro l'annualità dei fondi via via destinati alle politiche per l'infanzia ne ha accorciato significativamente le prospettive di programmazione ed attuazione;
    attualmente, il Fondo per le politiche sociali è stato rifinanziato con trecento milioni di euro, dopo essere stato ridotto ad appena dieci milioni nel 2012, mentre il Fondo per le politiche della famiglia è diminuito da 186 milioni di euro stanziati nel 2009 agli scarsi venti milioni di euro assegnati nel 2013, mentre il Fondo per le politiche giovanili è passato da una dotazione di quasi ottanta milioni di euro nel 2009 ai 6,2 milioni stanziati per il 2013;
    l'ultimo Piano nazionale per l'infanzia, varato nel 2011 in base a quattro linee guida (consolidamento della rete integrata dei servizi e contrasto all'esclusione sociale; rafforzamento della tutela dei diritti; costruzione di un patto intergenerazionale dedicato al protagonismo dei bambini e dei ragazzi; promozione dell'integrazione delle persone immigrate) è rimasto sostanzialmente inattuato per mancanza di fondi;
    il percorso di valutazione dei rapporti governativi sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) e/o dei Protocolli opzionali svolto dal Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza termina con un documento con cui il Comitato ONU rende noto il proprio parere sullo stato di attuazione della CRC e/o dei protocolli opzionali nel Paese esaminato, sottolineando i progressi compiuti ed evidenziando i punti critici, invitando il Governo ad intervenire laddove non vi sia congruità, anche attraverso la richiesta esplicita di modifiche legislative;
    nell'ultimo rapporto il Comitato ha rilevato, nei confronti dell'Italia, la mancata o insufficiente implementazione non solo degli aspetti di coordinamento e di assegnazione di risorse ma anche di quelli relativi alla non discriminazione, agli interessi dei minori, al diritto all'identità, alle adozioni, e alla giustizia minorile;
    sotto il profilo del coordinamento, un primo passo è stato compiuto con la istituzione, nel 2011, della figura del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, deputato anche a realizzare un coordinamento dell'attività dei garanti regionali già istituiti e operativi;
    lo stesso Comitato dell'ONU aveva, infatti, espresso preoccupazione anche per le disparità riscontrate a livello regionale nell'assegnazione e nella spesa dei fondi destinati ai minori, auspicando che lo Stato italiano assicuri stanziamenti di bilancio equi in tutte le 20 regioni, con particolare attenzione alla prima infanzia, ai servizi sociali, all'istruzione ed ai programmi di integrazione per i figli dei migranti, garantendo che «pur nell'attuale situazione finanziaria, tutti i servizi per i minori siano protetti dai tagli»;
    la mancanza di politiche efficaci a sostegno della famiglia e della natalità, sta determinando, in Italia, un costante calo delle nascite, privando il nostro Paese della risorsa più importante: i giovani;
    le difficoltà che le famiglie sono costrette ad affrontare, spesso lasciate sole dalle istituzioni, sta minando alla radice questo nucleo fondamentale della nostra società,

impegna il Governo:

   ad ideare e realizzare, dotandolo degli strumenti finanziari adeguati, un Piano a tutela delle famiglie a della natalità, che passi attraverso l'implementazione delle strutture sul territorio e attraverso misure economiche di sostegno al reddito, o di agevolazioni fiscali, in favore delle famiglie con figli a carico, in particolar modo delle famiglie numerose;
   ad operare nel senso di una ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore delle politiche in favore dell'infanzia e dell'adolescenza, recependo le proposte e le indicazioni formulate in merito dal Garante;
   a promuovere il coordinamento degli indirizzi e dei programmi riguardanti i diritti dei minori tra tutti i Ministeri e le istituzioni interessate, garantendo che tutte le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per implementare le politiche riguardanti i diritti dei minori siano complete, coerenti e uniformi a livello nazionale, regionale e locale;
   ad ideare, promuovere e rafforzare interventi volti al contrasto della pedofilia, della violenza sui minori, fisica e psicologica, nonché dello sfruttamento lavorativo e dell'accattonaggio;
   ad ideare iniziative e misure volte a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, tenendo conto delle specificità territoriali e regionali;
   a realizzare una politica di sostegno alla natalità, rimuovendo le cause economiche e sociali, che portano a rinunciare alla maternità, attraverso il rilancio dell'occupazione femminile, garantendo il part-time e diffondendo il telelavoro, il potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido, l'incentivazione dell'apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private, nonché adottando misure per sostenere l'accesso alle abitazioni;
   a garantire la protezione e la promozione uniformi ed efficienti dei diritti dei minori in tutte le regioni, anche attraverso l'assistenza e il coordinamento degli esistenti garanti regionali per i minori da parte del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
(1-00253)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Giorgia Meloni, Rampelli, Taglialatela».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 10 OTTOBRE 2013, N. 114, RECANTE PROROGA DELLE MISSIONI INTERNAZIONALI DELLE FORZE ARMATE E DI POLIZIA, INIZIATIVE DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E SOSTEGNO AI PROCESSI DI RICOSTRUZIONE E PARTECIPAZIONE ALLE INIZIATIVE DELLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI PER IL CONSOLIDAMENTO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE (A.C. 1670-A)

A.C. 1670-A – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Missioni internazionali delle Forze armate e di polizia).

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan de
nominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 24 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 13. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 25 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 14. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 26 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 15. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 27 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 16. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 28 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 17. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 29 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 18. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 30 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 19. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 1o dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 1o dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 20. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 2 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 2 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 21. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 3 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 3 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 22. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 4 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 4 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 23. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 5 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 5 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 24. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 6 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 6 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 25. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 7 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 7 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 26. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 8 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 8 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 27. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 9 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 9 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 28. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 10 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 10 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 29. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 11 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 11 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 30. Duranti, Piras, Scotto, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 12 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 12 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 31. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 13 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 13 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 32. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 14 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 14 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 33. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 15 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 15 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 34. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 16 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 16 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 35. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 17 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 17 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 36. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 18 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 18 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 37. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 19 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 19 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 38. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 20 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 20 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 39. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 21 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 21 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 40. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 22 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 22 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 41. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 23 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 23 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 42. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 24 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 43. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 25 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 44. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 26 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 45. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 27 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 46. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 28 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 47. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 29 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 48. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan denominate International Security Assistance Force (ISAF) ed EUPOL AFGHANISTAN è conclusa alla data del 30 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 49. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 124.536.000 con le seguenti: euro 100.000.000.
1. 50. Gianluca Pini, Marcolin.

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 124.536.000 con le seguenti: euro 119.536.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 4.160.000 con le seguenti: euro 9.160.000.
1. 200. Duranti, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 124.536.000 con le seguenti: euro 121.536.000.

  Conseguentemente, al comma 21, sostituire le parole: euro 2.895.192 con le seguenti: euro 5.895.192.
1. 162. Gianluca Pini, Marcolin.

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 124.536.000 con le seguenti: euro 123.536.000.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 4, sostituire le parole: euro 750.000 con le seguenti: euro 1.750.000.
1. 202. Fava, Scotto, Piras, Migliore, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 124.536.000 con le seguenti: euro 123.536.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, dopo il comma 11, aggiungere il seguente:
  11-bis. È previsto lo stanziamento di euro 1.000.000 per la realizzazione di iniziative e di interventi civili di pace, con la partecipazione di volontari e ragazzi in servizio civile, con il compito di sperimentare iniziative di dialogo e di riconciliazione, da realizzare sotto la supervisione ed il coordinamento della Consulta nazionale per il servizio civile.
1. 201. Marcon, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013. Lo Stato Maggiore della Difesa impartisce al comando militare italiano delle missioni in oggetto le disposizioni di un rapido e sicuro rientro delle truppe e dei mezzi in Patria.
1. 53. Frusone, Luigi Gallo.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Entro la data del 31 dicembre 2013 il contingente militare italiano è ridotto di almeno il 50 per cento delle unità impiegate. Lo Stato Maggiore della Difesa impartisce al comando militare italiano delle missioni in oggetto le disposizioni di un rapido e sicuro rientro delle truppe e dei mezzi in Patria.
1. 52. Basilio, Simone Valente.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Entro il 31 dicembre 2013 devono rientrare in Italia almeno 250 unità delle truppe dispiegate. Lo Stato Maggiore della Difesa impartisce al comando militare italiano delle missioni in oggetto le disposizioni di un rapido e sicuro rientro delle truppe e dei mezzi in Patria.
1. 208. Di Battista, Di Benedetto.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. È autorizzata, a decorrere dal 1o ottobre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, con finalità di stabilizzazione, dissuasione e gestione dei flussi migratori illegali nel Mediterraneo, la spesa di euro 45.771.523 per consentire:
   a) l'avvio e lo svolgimento della missione aeronavale nazionale MARE SICURO, prevedendone anche il possibile allargamento alle unità militari di altri Paesi, eventualmente in coordinamento con il dispositivo europeo noto come FRONTEX;
   b) la partecipazione di personale militare alla missione dell'Unione europea in Libia, denominata European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia), di cui alla decisione 2013/233/PESC del Consiglio del 22 maggio 2013, e per la proroga dell'impiego di personale militare in attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12;
   c) la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea in Libia, denominata European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia), di cui alla decisione 2013/233/PESC del Consiglio del 22 maggio 2013;
   d) la proroga ed il potenziamento della partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione in Libia, anche allo scopo di garantire la manutenzione ordinaria delle unità navali cedute dal Governo italiano al Governo libico e lo svolgimento di attività addestrativa del personale della Guardia costiera libica, in esecuzione degli accordi di cooperazione tra il Governo italiano e il Governo libico per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, di cui all'articolo 1, comma 25, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge lo febbraio 2013, n. 12.

  Conseguentemente:
   sopprimere il comma 2;

   sopprimere il comma 13;
   sopprimere il comma 20;
   sopprimere il comma 21.

1. 54. Gianluca Pini, Marcolin.

  Al comma 2, sostituire le parole: euro 40.237.496 con le seguenti: euro 20.237.496.

  Conseguentemente, dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
  2-bis. È autorizzata, a decorrere dal 15 ottobre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, la spesa di 20.000.000 di euro per l'avvio e lo svolgimento della missione MARE SICURO con finalità di dissuasione e controllo dei flussi migratori illegali nel Mar Mediterraneo.
1. 56. Gianluca Pini, Marcolin.

  Al comma 2, sostituire le parole: euro 40.237.496 con le seguenti: euro 30.000.000.
1. 55. Gianluca Pini, Marcolin.

  Al comma 2, sostituire le parole: euro 40.237.496 con le seguenti: euro 37.237.496.

  Conseguentemente, al comma 13, sostituire le parole: euro 2.547.405 con le seguenti: euro 5.547.405.
1. 157. Gianluca Pini, Marcolin.

  Sopprimere il comma 5.

  Conseguentemente, dopo l'articolo 1 aggiungere il seguente:

Art. 1-bis.

  1. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dalla mancata proroga delle autorizzazioni di spesa per la partecipazione alle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, di cui all'articolo 1 comma 5 del decreto-legge 28 dicembre 2012. n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12 accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5 comma 1 del presente decreto-legge.
1. 57. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 5.

  Conseguentemente:
   dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

  Art. 5-bis. – (Missione civile nel Mediterraneo). 1. È autorizzata, a decorrere dal 1o ottobre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, la spesa di euro 5.090.340 per la partecipazione di personale civile, facente parte di Ong e specializzato in diritti umani, ad una missione umanitaria nel Mediterraneo, incentrata su attività di accoglienza, sostegno e mediazione culturale in relazione ai profughi e richiedenti asilo.;

  all'articolo 8, comma 1, alinea, sostituire le parole: e dall'articolo con le seguenti:, nonché dagli articoli 5-bis e.
1. 203. Scotto, Piras, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 5.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 1, primo periodo, sostituire la parola: 4.160.000 con la seguente: 9.250.340.
1. 204. Grande, Marzana.

  Sopprimere il comma 5.
1. 58. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013, la spesa di euro 5.090.340 con le seguenti: 31 ottobre 2013, la spesa di euro 1.696.800.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, sostituire le parole: 23.600.000 con le seguenti: 26.993.540.
1. 210. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Quaranta, Ricciatti, Di Salvo, Marcon, Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Ragosta, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013, la spesa di euro 5.090.340 con le seguenti: 30 novembre 2013, la spesa di euro 3.393.600.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 4, sostituire le parole: 750.000 con le seguenti: 2.446.740.
1. 206. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Quaranta, Ricciatti, Di Salvo, Marcon, Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Ragosta, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 14 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 14 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto legge.
1. 59. Fava, Scotto, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 15 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 15 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 60. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 16 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 16 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto legge.
1. 61. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 17 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 17 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 62. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 18 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 18 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 63. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 19 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 19 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 64. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 20 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 20 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 65. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 21 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 21 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 66. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 22 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 22 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 67. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 23 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 23 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 68. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 24 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 69. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 25 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 70. Scotto, Duranti, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 26 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 71. Piras, Fava, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 27 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 72. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 28 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 73. Fava, Scotto, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 29 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 74. Fava, Scotto, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 30 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 75. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 1o dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 1o dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 76. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 2 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 2 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 77. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 3 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 3 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 78. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 4 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 4 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 79. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 5 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 5 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 80. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 6 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 6 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 81. Duranti, Fava, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 7 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 7 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 82. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 8 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data dell'8 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 83. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 9 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 9 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 84. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 10 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 10 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 85. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 11 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data dell'11 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 86. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 12 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 12 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 87. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 13 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 13 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 88. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 14 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 14 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 89. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 15 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 15 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 90. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 16 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 16 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto- legge.
1. 91. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 17 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 17 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 92. Scotto, Duranti, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 18 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 18 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 93. Scotto, Duranti, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 19 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 19 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 94. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 20 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 20 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 95. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 21 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 21 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 96. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 22 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 22 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 97. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 23 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 23 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 98. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 24 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 99. Scotto, Duranti, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 25 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 100. Scotto, Duranti, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 26 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 101. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 27 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 102. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 28 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 103. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 29 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 104. Fava, Piras, Scotto, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
  5-bis. La partecipazione del personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour è conclusa alla data del 30 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1, del presente decreto-legge.
1. 105. Piras, Scotto, Duranti, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 211. Alberti, D'Uva.

  Sopprimere il comma 9.
*1. 108. Gianluca Pini, Marcolin.

  Sopprimere il comma 9.
*1. 212. Nuti, Battelli.

  Al comma 9, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 213. Dadone, Busto.

  Sopprimere il comma 10.
1. 214. Sarti, Segoni.

  Al comma 10, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 215. Turco, Daga.

  Sopprimere il comma 11.
1. 216. Fraccaro, Terzoni.

  Al comma 11, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 217. Dieni, Mannino.

  Sopprimere il comma 12.
1. 218. Lombardi, Zolezzi.

  Al comma 12, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 219. Bonafede, De Rosa.

  Sopprimere il comma 13.

  Conseguentemente, dopo l'articolo 1 aggiungere il seguente:

Art. 1-bis.

  1. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dalla mancata proroga delle autorizzazioni di spesa per la partecipazione alle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, di cui all'articolo 1 comma 14 del decreto legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscono nello stanziamento di cui all'articolo 5 comma 1 del presente decreto-legge.
1. 109. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 13.
*1. 110. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 13.
*1. 220. Tofalo, Colletti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013, la spesa di euro 2.547.405 con le seguenti: 31 ottobre 2013, la spesa di euro 849.135.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, primo periodo, sostituire la parola: 23.600.000 con la seguente: 25.298.270.
1. 230. Scotto, Duranti, Piras, Fava, Quaranta, Ricciatti, Di Salvo, Marcon, Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Ragosta, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013, la spesa di euro 2.547.405 con le seguenti: 30 novembre 2013, la spesa di euro 1.698.270.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, primo periodo, sostituire la parola: 23.600.000 con la seguente: 24.449.135.
1. 234. Scotto, Duranti, Piras, Fava, Quaranta, Ricciatti, Di Salvo, Marcon, Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto,   Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Ragosta, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 15 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 15 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 111. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 16 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 16 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 112. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 17 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 17 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 113. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 18 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 18 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 114. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 19 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 19 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 115. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 20 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 20 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 116. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 21 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 21 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 117. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 22 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 22 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 118. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 23 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 23 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 119. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 24 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 120. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 25 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 121. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 26 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 122. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 27 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 123. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 28 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 124. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 29 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 125. Scotto, Piras, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 novembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 30 novembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 126. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 1o dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 1o dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 127. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 2 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 2 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 128. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 3 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 3 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 129. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 4 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 4 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 130. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 5 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 5 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 131. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 6 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 6 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 132. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 7 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 7 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 133. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 8 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data dell'8 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 134. Piras, Fava, Duranti, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 9 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 9 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 135. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 10 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 10 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 136. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 11 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data dell'11 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 137. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 12 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 12 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 138. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 13 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 13 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 139. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 14 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 14 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 140. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 15 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 15 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 141. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 16 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 16 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 142. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 17 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 17 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 143. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 18 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 18 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 144. Duranti, Scotto, Piras, Fava, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 19 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 19 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 145. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 20 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 20 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 146. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 21 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 21 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 147. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 22 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 22 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 148. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 23 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 23 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 149. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 24 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 24 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 150. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 25 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 25 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 151. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 26 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 26 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 152. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 27 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 27 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 153. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 28 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 28 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 154. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 29 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 29 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 155. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 30 dicembre 2013.

  Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. La partecipazione del personale militare alle missioni in Libia denominate European Union Border Assistance Mission in Lybia (EUBAM Lybia) e per la proroga dell'impiego di personale militare di attività di assistenza, supporto e formazione in Libia, di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12, è conclusa alla data del 30 dicembre 2013. Le maggiori risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del presente comma, accertate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, confluiscano nello stanziamento di cui all'articolo 5, comma 1 del presente decreto-legge.
1. 156. Fava, Duranti, Scotto, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi,   Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 13, dopo le parole: partecipazione di personale militare aggiungere le seguenti: e civile.

  Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Il personale civile è scelto tra il personale delle organizzazioni per i diritti umani che ne abbiano i requisiti e siano riconosciute dalla legge.
1. 159. Paolo Bernini, Paolo Nicolò Romano.

  Al comma 13, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 221. Cozzolino, Cristian Iannuzzi.

  Sopprimere il comma 20.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 23.691.430.
1. 161. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 21.
1. 231. Ferraresi, Liuzzi.

  Al comma 21, sostituire le parole: euro 2.895.192 con le seguenti: euro 1.395.000.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, sostituire le parole: 23.600.000 con le seguenti: euro 25.100.000.
1. 163. Piras, Scotto, Fava, Duranti, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 21, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La partecipazione italiana alla missione cessa alla mezzanotte del 31 dicembre 2013.
1. 232. Castelli, Dell'Orco.

  Sopprimere il comma 24.

  Conseguentemente, all'articolo 5, comma 1, sostituire la cifra: 23.600.000 con la seguente: 23.792.000.
1. 166. Scotto, Fava, Duranti, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Sopprimere il comma 24.
1. 165. D'Ambrosio, Petraroli.

  Sostituire il comma 24 con il seguente:
  24. Entro il 31 dicembre 2013 il Ministero della difesa dispone il rientro in Italia del personale militare e civile impiegato presso la base italiana nella Repubblica del Gibuti. Il Ministero della Difesa dispone altresì la rapida restituzione al Governo della Repubblica del Gibuti della sovranità territoriale e nazionale della base italiana in oggetto.
1. 235. Vacca, Vallascas.

  Al comma 24, primo periodo, sostituire le parole da: alle Forze armate fino alla fine del comma con le seguenti: al Ministero della sanità della Repubblica del Gibuti n. 4 autoambulanze con le apposite dotazioni mediche. Per la finalità di cui al presente comma è autorizzata, per l'anno 2013, la spesa di euro 192.000.
1. 236. Rizzo, De Lorenzis.

  Al comma 24, primo periodo, sostituire le parole da: alle Forze armate fino alla fine del comma con le seguenti: al Ministero dell'istruzione della Repubblica del Gibuti n. 4 autobus da destinare al trasporto scolastico. Per la finalità di cui al presente comma è autorizzata, per l'anno 2013, la spesa di euro 192.000.
1. 237. Barbanti, Mucci.

  Al comma 24, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La cessione dei velivoli alle autorità della Repubblica di Gibuti può comunque avvenire solo dopo che alle competenti Commissioni parlamentari siano stati trasmessi i protocolli, le previsioni di spesa e i dati relativi al numero dei militari impiegati nella base militare italiana a Gibuti.
1. 238. Corda, Catalano.

  Al comma 25, secondo periodo, sostituire le parole: euro 1.000.000 con le seguenti: euro 674.000.

  Conseguentemente:
   sopprimere il comma 25-
bis;
   all'articolo 8, comma 1:
    alinea, sostituire le parole:
euro 266.127.614 con le seguenti: euro 265.801.614;
    lettera
d), sostituire le parole: euro 41.064.091 con le seguenti: euro 39.064.091;
    sopprimere la lettera
d-bis).
1. 300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  Al comma 25, secondo periodo, sostituire la parola: 1.000.000 con la seguente: 1.010.000.

  Conseguentemente, all'articolo 8, comma 1:
   alinea, sostituire la parola:
266.127.614 con la seguente: 266.137.614;
   lettera c), sostituire la parola: 5.700.000 con la seguente: 6.036.000;
   sopprimere la lettera d-bis).
1. 233.(versione corretta) Villecco Calipari, Scanu, Bolognesi, D'Arienzo, Fioroni, Fontanelli, Carlo Galli, Garofani, Giacomelli, Lattuca, Leva, Lotti, Marantelli, Moscatt, Salvatore Piccolo, Valeria Valente, Giuditta Pini, Francesco Sanna, Stumpo.

  Dopo il comma 25, aggiungere il seguente:
  25.1. Per le finalità di cui al comma 25 è altresì autorizzata, per l'anno 2013, la spesa di 300.000 euro. Al relativo onere, pari a 300.000 euro per l'anno 2013, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. La spesa di cui al presente comma è soggetta ai medesimi vincoli di rendicontazione e di pubblicazione di cui al comma 25.

  Conseguentemente, all'articolo 8, comma 1, alinea, dopo le parole: dall'articolo 1, aggiungere le seguenti: ad esclusione del comma 25.1,.
1. 400. Le Commissioni.

  Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
  Art. 1-bis. – 1. Al fine di rendere informato il Parlamento sullo stato di raggiungimento degli obiettivi nel tempo di ciascuna missione di cui all'articolo 1, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, la relazione analitica sulle missione deve essere accompagnata da un documento di performance aggiornato alla data di emanazione del decreto-legge, con indicazione di: mandato internazionale, periodo, missione, sede, personale nazionale e internazionale, scadenza, nonché i dettagli attualizzati della missione.
1. 0100. Artini, Brescia.

ART. 2.
(Disposizioni in materia di personale).

  Al comma 4, sopprimere le parole: e all'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130,

  Conseguentemente, dopo il comma 4, aggiungere il seguente:
  4.1. L'articolo 5 del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, è abrogato.
2. 200. Di Battista.

  Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:
  4.1. L'articolo 5 del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, è abrogato.
2. 201. Di Battista.

ART. 3.
(Disposizioni in materia penale).

  Al comma 1, premettere il seguente:
  01. All'articolo 4 del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2007, n. 197, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 1-sexies, le parole: «alle direttive» sono sostituite dalle seguenti: «a specifiche direttive»;
   b) al comma 1-septies, le parole: «dalle direttive» sono sostituite dalle seguenti: «da specifiche direttive».

  Conseguentemente, al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: e successive modificazioni.
3. 1. Duranti, Scotto, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, premettere il seguente:
  01. All'articolo 4, comma 1-septies, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In tali casi, è riconosciuta, in favore delle vittime del reato, una somma a titolo di risarcimento danni».
3. 2. Duranti, Scotto, Fava, Piras, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 2, sostituire le parole: Capo di Stato maggiore di Forza armata con le seguenti: Ministro della difesa.
3. 200. Agostinelli, Della Valle.

  Sopprimere il comma 3.
3. 201. Benedetti, Rostellato.

  Al comma 3, sostituire le parole: territorio nazionale con le seguenti: territorio dell'Unione europea.
3. 202. Lupo, Vignaroli.

  Al comma 3, sopprimere le parole: o nell'alto mare o negli spazi aerei internazionali.
3. 203. Gagnarli, Tripiedi.

ART. 4.
(Disposizioni in materia contabile).

  Al comma 2, dopo le parole: settanta per cento con le seguenti: cinquanta per cento.
4. 200. L'Abbate, Cominardi.

  Al comma 2, dopo le parole: settanta per cento con le seguenti: cinquantacinque per cento.
4. 201. Massimiliano Bernini, Bechis.

  Al comma 2, dopo le parole: settanta per cento con le seguenti: sessanta per cento.
4. 202. Gallinella, Baldassarre.

  Al comma 2, dopo le parole: settanta per cento con le seguenti: sessantacinque per cento.
4. 203. Rizzetto, Ciprini.

ART. 5.
(Iniziative di cooperazione allo sviluppo).

  Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: ricostruzione civile aggiungere le seguenti: ed iniziative umanitarie incentrate su attività di sostegno ai profughi.
5. 400. Le Commissioni.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 73.600.000.
5. 201. Piras, Scotto, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 24.750.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, sopprimere il comma 7.
5. 202. Tacconi, Baroni.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 24.600.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 150.000.
5. 203. Cancelleri, Da Villa.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 24.300.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 450.000.
5. 1. Del Grosso, Spessotto.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 23.600.000 con le seguenti: euro 23.739.872.

  Conseguentemente, all'articolo 6, sopprimere il comma 2.
5. 208. Caso, Cecconi.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Sono altresì devolute alle iniziative di cui al comma 1 le risorse dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 del decreto-legge n. 148 del 1993, come rifinanziata dalla Tabella E allegata alla legge 24 dicembre 2012, n. 228.
5. 5. Gianluca Pini, Marcolin.

  Sostituire il comma 3 con il seguente:
  3. Il Ministro degli affari esteri identifica, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, le misure volte ad agevolare l'intervento di organizzazioni non governative che intendano operare per i fini umanitari nei Paesi di cui al comma 1, coinvolgendo in via prioritaria quelle già operanti in loco di comprovata affidabilità e operatività.
5. 8. Scagliusi, Carinelli.

  Al comma 3, dopo la parola: identifica aggiungere le seguenti:, sentite le Commissioni parlamentari competenti,
5. 10. Fava, Duranti, Piras, Scotto, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 3, dopo la parola: umanitari aggiungere le seguenti: coinvolgendole nelle attività e.
5. 9. Chimienti, Grillo.

  Al comma 4, sostituire le parole: euro 750.000 con le seguenti: euro 1.750.000.
5. 204. Fava, Scotto, Piras, Migliore, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 4, sostituire le parole: euro 750.000 con le seguenti: euro 1.500.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 400.000.
5. 205. Parentela, Lorefice.

  Al comma 4, sostituire le parole: euro 750.000 con le seguenti: euro 1.000.000.

  Conseguentemente, all'articolo 6, comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 900.000.
5. 11. Villarosa, Crippa.

  Al comma 6, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: Le spese di vitto e alloggio del personale in missione devono essere debitamente rendicontate e sono rese pubbliche nelle forme e nei modi finalizzati a garantire la trasparenza nel rispetto della vigente legislazione in materia di privacy. Al personale inviato in missione è riconosciuto il viaggio aereo nella classe più economica possibile.
5. 206. Sibilia, Nicola Bianchi.

  Aggiungere, in fine, il seguente comma:
6-bis. Gli interventi di carattere umanitario e di cooperazione delle ONG italiane previsti dal presente articolo sono svolti in condizione di autonomia dal contingente militare italiano e dalla componente militare della missione ISAF.
5. 207. Marcon, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

ART. 6.
(Sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione).

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 4.160.000 con le seguenti: euro 9.160.000.
6. 201. Duranti, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 4.160.000 con le seguenti: euro 5.310.000.

  Conseguentemente, sopprimere il comma 7.
6. 208. Businarolo, Luigi Di Maio.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: euro 4.160.000 con le seguenti: euro 4.299.872.

  Conseguentemente, sopprimere il comma 2.
6. 203. Cariello, Colonnese.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le aree di crisi sono individuate sentite le competenti Commissioni parlamentari e le organizzazioni e associazioni internazionali maggiormente rappresentative che si occupano di cooperazione allo sviluppo.
6. 2. Silvia Giordano, Dall'Osso.

  Sopprimere il comma 2.

  Conseguentemente, al comma 3, sostituire le parole: euro 800.000 con le seguenti: euro 939.872.
6. 202. D'Incà, Pinna.

  Sopprimere il comma 2.

  Conseguentemente, al comma 5, sostituire le parole: euro 151.600 con le seguenti: euro 291.472.
6. 204. Currò, Nesci.

  Sopprimere il comma 2.

  Conseguentemente, al comma 9, terzo periodo, sostituire le parole: euro 40.000 con le seguenti: euro 179.872.
6. 205. Pisano, Mantero.

  Al comma 2, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: con il fine di attivare contatti diretti con le autorità locali del Kurdistan siriano.
6. 206. Manlio Di Stefano, Di Vita.

  Al comma 2, dopo il secondo periodo, aggiungere il seguente: L'ammontare dell'indennità e del rimborso dei viaggi deve essere debitamente rendicontato e reso pubblico nelle forme e nei modi finalizzati a garantire la trasparenza nel rispetto della vigente legislazione in materia di privacy.
6. 4. Spadoni, Fico.

  Al comma 2, ultimo periodo, aggiungere, in fine, le parole:, scelti all'interno di ONG e associazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo già operanti e di comprovata affidabilità e operatività. È garantita la pubblicazione sul sito del Ministero degli affari esteri dei curricula e del relativo trattamento economico.
6. 5. Sorial.

  Al comma 3, primo periodo, sostituire le parole: euro 800.000 con le seguenti: euro 1.300.000.

  Conseguentemente, al comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 600.000.
6. 209. Tancredi, Fantinati.

  Al comma 5, sostituire le parole: euro 151.600 con le seguenti: euro 351.600.

  Conseguentemente, al comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 950.000.
6. 207. Ruocco.

  Al comma 7, sostituire le parole: euro 1.150.000 con le seguenti: euro 1.050.000.

  Conseguentemente, al comma 9, terzo periodo, sostituire le parole: euro 40.000 con le seguenti: euro 140.000.
6. 9. Brugnerotto.

  Al comma 10, ultimo periodo, sostituire la parola: spettante con le seguenti: più economica disponibile.
6. 10. Pesco.

  Dopo il comma 11, aggiungere il seguente:
  11-bis. L'ammontare del trattamento economico e le spese per vitto, alloggio e viaggi del personale in missione, debitamente rendicontate, sono resi pubblici nelle forme e nei modi finalizzati a garantire la trasparenza nel rispetto della vigente legislazione in materia di privacy. Al personale inviato in missione è riconosciuto il viaggio aereo nella classe più economica disponibile.
6. 210. Prodani.

  Dopo il comma 11, aggiungere il seguente:
  11-bis. È previsto lo stanziamento di euro 1.000.000 per la realizzazione di iniziative e di interventi civili di pace, con la partecipazione di volontari e ragazzi in servizio civile, con il compito di sperimentare iniziative di dialogo e di riconciliazione, da realizzare sotto la supervisione ed il coordinamento della Consulta nazionale per il servizio civile.
6. 211. Marcon, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.

  Dopo il comma 11, aggiungere il seguente:
  11-bis. È istituito, presso il Ministero degli affari esteri, un Tavolo di coordinamento degli interventi civili di pace nelle aree individuate dal decreto, composto dalle organizzazioni non governative, dalle associazioni e dai soggetti impegnati con progetti di iniziative autonomamente finanziate o sostenute dal decreto.
6. 212. Marcon, Scotto, Piras, Migliore, Fava, Duranti, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Daniele Farina, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti.