Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 6 novembre 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 6 novembre 2013.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Archi, Baldelli, Baretta, Berretta, Bindi, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, D'Alia, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lombardi, Lorenzin, Losacco, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Moretto, Nicoletti, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Scagliusi, Sereni, Speranza, Tabacci, Tidei, Tinagli, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Archi, Baldelli, Baretta, Berretta, Bindi, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, D'Alia, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lombardi, Lorenzin, Losacco, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Moretto, Nicoletti, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Scagliusi, Sereni, Speranza, Tabacci, Tidei, Tinagli, Turco, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 5 novembre 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   NASTRI: «Istituzione del Fondo immobiliare “Italia” per l'abbattimento del debito pubblico» (1763);
   NASTRI: «Trasformazione dei finanziamenti a fondo perduto alle imprese in credito d'imposta e introduzione della deducibilità del costo del lavoro dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive» (1764);
   LOCATELLI ed altri: «Abrogazione dell'articolo 10-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, riguardante il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato» (1765).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di inchiesta parlamentare.

  In data 5 novembre 2013 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa del deputato:
   MELILLA: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla ricostruzione della città dell'Aquila e degli altri paesi colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009» (Doc. XXII, n. 16).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di un deputato a una proposta di legge.

  La proposta di legge GIACOMELLI ed altri: «Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE» (327) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Amoddio.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  GUERRA ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni concernenti i comuni di minore dimensione demografica, l'esercizio associato delle loro funzioni, nonché le unioni di comuni e la fusione dei medesimi» (1737) Parere delle Commissioni II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   II Commissione (Giustizia):
  GRIMOLDI: «Istituzione della corte d'appello di Monza» (1082) Parere delle Commissioni I, V e XI;
  MAGORNO ed altri: «Modifiche alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, recante nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense» (1171) Parere delle Commissioni I, V, VII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV;
  GRECO: «Riordino dell'organizzazione e delle funzioni della magistratura onoraria e delega al Governo per l'introduzione di misure d'incentivo in favore dei suoi componenti» (1338) Parere delle Commissioni I, III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).

   VI Commissione (Finanze):
  NASTRI: «Modifica dell'articolo 117-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, concernente il contratto dell'apertura di credito bancario e la nullità delle clausole contrattuali aventi ad oggetto la commissione di massimo scoperto» (1262) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV;
  NASTRI: «Agevolazioni fiscali per le imprese operanti nelle aree interessate dal tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione» (1287) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX, X e XIV.

   VIII Commissione (Ambiente):
  TERZONI ed altri: «Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche» (1560) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, IX, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  TERZONI ed altri: «Modifica all'articolo 10 della legge 21 novembre 2000, n. 353, in materia di obbligo di aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco» (1564) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   IX Commissione (Trasporti):
  GAROFALO ed altri: «Riforma della legislazione in materia portuale» (1011) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, X, XI, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  NASTRI: «Introduzione degli articoli 186-ter, 186-quater e 186-quinquies del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di guida sotto l'influsso di bevande alcoliche» (1263) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e XII.

   XII Commissione (Affari sociali):
  IORI ed altri: «Disposizioni a sostegno e tutela dei familiari delle persone affette da dipendenza da gioco d'azzardo patologico» (1718) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VI, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 30 ottobre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, la relazione sullo stato e sulle previsioni delle attività di formazione professionale, relativa all'anno 2012, allegata allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno 2014.

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 31 ottobre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 10 maggio 1983, n. 212, il decreto del Comandante generale della guardia di finanza 17 luglio 2013 concernente la determinazione, per l'anno 2014, dei contingenti massimi di ciascun ruolo in relazione alle promozioni da conferire agli ispettori e ai sovrintendenti del Corpo della guardia di finanza.

  Questo decreto è trasmesso alla IV Commissione (Difesa).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero (COM(2013)761 final) e relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2013) 443 final), che sono assegnati in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che approva l'aggiornamento del programma di aggiustamento macroeconomico del Portogallo (COM(2013) 763 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 4 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
   alla V Commissione (Bilancio) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:
    alla dottoressa Luciana Patrizi, l'incarico di direttore dell'Ufficio centrale del bilancio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;
   alla IX Commissione (Trasporti) le comunicazioni concernenti i seguenti incarichi nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico:
    alla dottoressa Rita Forsi, l'incarico ad interim di direttore della Direzione generale per la pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico, nell'ambito del Dipartimento per le comunicazioni;
    al dottor Francesco Saverio Leone, l'incarico ad interim di direttore della Direzione generale per la regolamentazione del settore postale, nell'ambito del Dipartimento per le comunicazioni;
   alla X Commissione (Attività produttive) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico:
    alla dottoressa Maria Ludovica Agrò, l'incarico di direttore della Direzione generale per la politica industriale e la competitività, nell'ambito del Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 5 novembre 2013, a pagina 3, seconda colonna, quattordicesima riga, deve leggersi: «4 novembre 2013» e non: «4 ottobre 2013» come stampato.

PROGETTO DI BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI PER L'ANNO FINANZIARIO 2013 (DOC. VIII, N. 2)

Doc. VIII, n. 2 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

(Tutti gli ordini del giorno formulati in termini prescrittivi, con la formula «impegna a», sono stati considerati ammissibili ritenendosi accolta la formula sostitutiva «invita a valutare l'opportunità»).

   La Camera,
   premesso che:
    il Segretario Generale e i Vicesegretari Generali percepiscono al momento dell'assunzione dei rispettivi incarichi rispettivamente uno stipendio di ingresso di 478.149,43 annui e di 358.642,20 successivamente adeguati sulla base di aumenti biennali del 2.5 per cento come risulta dal quadro delle retribuzioni annue lorde dei dipendenti della Camera dei deputati suddivise per anzianità e qualifica iniziale (imponibile fiscale annuo) così pubblicato sul sito www.camera.it;
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico,

invita, l'Ufficio di Presidenza

a valutare, nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio scorso, l'opportunità di verificare gli effetti di misure che – fermo restando il maturato – consentano di contenere per il futuro le dinamiche retributive dei dipendenti della Camera, a partire dai funzionari apicali e dai dirigenti, intervenendo, ad esempio sul meccanismo degli aumenti biennali a fine carriera.
9/Doc. VIII, n. 2/1. (Nuova formulazione) Caparini, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    le istituzioni rappresentative hanno un costo funzionale intrinseco, insopprimibile per alcuni aspetti, a pena di scalfire l'ordinamento democratico, ma per molti altri aspetti in questo costo si annidano incomprensibili diversità di trattamento che rischiano di apparire quali inaccettabili privilegi quando non disparità illegittime, protette esclusivamente dall'autodichiarazione alle medesime istituzioni riconosciuta;
    il bilancio delle Camere rappresentative deve rendere testimonianza della credibilità delle istituzioni medesime e della volontà di contribuire allo sforzo economico cui il Paese tutto è chiamato, in particolare nel momento contingente,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare, nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio scorso, l'opportunità di verificare gli effetti di misure che – fermo restando il maturato – consentano di contenere per il futuro le dinamiche retributive dei dipendenti della Camera, a partire dai funzionari apicali e dai dirigenti, intervenendo, ad esempio sul meccanismo degli aumenti biennali a fine carriera.
9/Doc. VIII, n. 2/2. (Nuova formulazione) Caparini, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    sono sempre più incalzanti le richieste da parte dell'opinione pubblica di una riduzione dei costi della politica, tra i quali si devono annoverare anche quelli per il funzionamento degli organi costituzionali come la Camera dei deputati;
    sembra quanto mai doveroso nel momento in cui si chiedono sacrifici al Paese dare il segno di una inversione di tendenza su questo punto;
    il Centro riproduzione e stampa (CRD) svolge tra le altre attività la produzione di biglietti augurali, biglietti da visita etc., attività che a parere del proponente, è ormai desueta;
    nel suddetto servizio sono impiegate strumentazioni e macchinari che gravano sul bilancio interno per il loro costo iniziale e per la loro manutenzione;
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità, a fronte di una riduzione dei costi di funzionamento della Camera dei deputati, di prevedere la possibilità di ridurre progressivamente la produzione di documenti, anche da parte del CRD, ai soli atti strettamente inerenti l'attività legislativa.
9/Doc. VIII, n. 2/3Matteo Bragantini, Caparini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    sono sempre più incalzanti le richieste da parte dell'opinione pubblica di una riduzione dei costi della politica, tra i quali si devono annoverare anche quelli per il funzionamento degli organi costituzionali come la Camera dei deputati;
    sembra quanto mai doveroso, nel momento in cui si chiedono sacrifici al Paese, dare il segno di una inversione di tendenza su questo punto;
    dal bilancio 2012, ultimo esercizio da cui è possibile estrapolare questo dato, si legge che «alle attività volte a fornire servizi direttamente fruibili al pubblico è stato destinato il 9,8 per cento delle risorse finanziarie. Nel dato rientrano – tra le altre – le spese derivanti dalle attività connesse allo sviluppo e alla gestione del sito Internet, del canale televisivo satellitare e della WebTv della Camera; le spese per la Biblioteca e per l'Archivio storico; le spese per le manifestazioni e gli eventi aperti al pubblico così come per le visite culturali effettuate dagli istituti scolastici, anche nel quadro di apposite iniziative formative curate dall'Istituzione»;
    presso la Libreria della Camera sono disponibili in vendita tutti gli Atti parlamentari della legislatura in corso e le Pubblicazioni della Camera. Gli Atti parlamentari riguardano i Resoconti stenografici, bollettini delle Giunte e Commissioni, proposte e disegni di legge etc. mentre le altre Pubblicazioni riguardano Quaderni di documentazione, Quaderni di studi e legislazione, Repertori e manuali, Discorsi parlamentari, Fonti di storia parlamentare, Convegni e conferenze;
    le nuove tecnologie consentono sempre più facilmente di avere accesso, in tempo reale o quasi, ai documenti prodotti dalla Camera;
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di procedere all'unificazione della struttura con l'omologa esistente presso il Senato, in coerenza con gli Indirizzi per la realizzazione di nuove forme di integrazione e/o unificazione tra le attività delle amministrazioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
9/Doc. VIII, n. 2/4. (Nuova formulazione) Matteo Bragantini, Caparini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    dalla relazione al bilancio del 2012 si legge che il 79 per cento delle risorse è stata assorbita dalle funzioni relative all'attività parlamentare in senso stretto comprendenti anche gli oneri sostenuti per le strutture destinate ad ospitare gli organismi bicamerali. Alle attività di relazione internazionale e di rappresentanza sono state destinate risorse pari al 3,4 per cento del totale in quanto i rappresentanti della Camera hanno partecipato a 360 incontri e/o conferenze internazionali. Alle attività volte a fornire servizi direttamente fruibili al pubblico è stato destinato il 9,8 per cento delle risorse finanziarie. Per la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e mobiliare è stato utilizzato il 7,8 per cento delle risorse in attività di riqualificazione di locali, ambienti e impianti, anche in connessione con il processo di generale riassegnazione degli spazi destinati ai Gruppi parlamentari, ai singoli deputati e all'Amministrazione, in particolare a seguito della ricollocazione delle strutture ubicate fino al 2011 negli immobili dismessi nel corso dell'anno;
    sono sempre più incalzanti le richieste da parte dell'opinione pubblica di una riduzione dei costi della politica tra i quali quelli per il funzionamento degli organi costituzionali come la Camera dei deputati;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico;
    gli uffici della Camera dei deputati spesso svolgono servizi ed hanno mansioni e/o funzioni ridondanti;
    è evidente la necessità di accorpare e razionalizzare le strutture amministrative alla luce di compiti e funzioni ridondanti al fine di raggiungere una gestione tesa a criteri di maggiore efficienza, efficacia ed economicità;
    come documentato dal settimanale «Epoca» nove esperti della società di consulenza aderenti all'ASSCO hanno effettuato un'indagine commissionata dall'Ufficio di Presidenza della Camera come si legge da un comunicato dell'ANSA del 2 giugno 1989 «I nove super-consulenti hanno già accertato due linee di tendenza: la prima è che il personale di Montecitorio, funzionari, impiegati e commessi, nel suo insieme è di ottima qualità. Professionisti seri, preparati, corretti, che potrebbero benissimo figurare in qualunque azienda privata. La seconda linea di tendenza che emerge dall'indagine è che la macchina amministrativa, così com’è congegnata, risente di disfunzioni cumulate nel tempo, di sovrapposizioni di ruoli e di competenze fra i diversi uffici e servizi. Ma i super-esperti mettono soprattutto l'accento su un dato: il personale, se fosse utilizzato secondo criteri aziendali, potrebbe rendere assai meglio di come ha reso finora. Urgono rimedi»,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'ipotesi di individuare un advisor, comunque subordinatamente al completamento del processo di riforma costituzionale, nella parte relativa al Parlamento, e alla valutazione della compatibilità finanziaria.
9/Doc. VIII, n. 2/5. (Nuova formulazione) Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    dalla relazione al bilancio del 2012 si legge che alle attività volte a fornire servizi direttamente fruibili al pubblico è stato destinato il 9,8 per cento delle risorse finanziarie dato comprensivo delle attività di sviluppo e gestione Internet, del canale televisivo satellitare e della WebTv; le spese per la Biblioteca e per l'Archivio storico; le spese per le manifestazioni e gli eventi aperti al pubblico così come per le visite culturali effettuate dagli istituti scolastici, anche nel quadro di apposite iniziative formative curate dall'istituzione;
    sono sempre più incalzanti le richieste da parte dell'opinione pubblica di una riduzione dei costi della politica tra i quali quelli per il funzionamento degli organi costituzionali come la Camera dei deputati;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico;
    gli uffici della Camera dei deputati spesso svolgono servizi ed hanno mansioni e/o funzioni ridondanti ed è evidente la necessità di accorpare e razionalizzare le strutture amministrative alla luce di compiti e funzioni ridondanti al fine di raggiungere una gestione tesa a criteri di maggiore efficienza, efficacia ed economicità;
    il 25 maggio 2015 è stata indetta una procedura ristretta per la gestione dei depositi librari della Biblioteca della Camera dei deputati per servizi ricreativi e culturali per un appalto di durata quadriennale, in lotto unico, che ha per oggetto il servizio di gestione dei depositi librari da svolgere mediante presidio. Il servizio dovrà essere svolto con le modalità indicate all'articolo 2 del capitolato d'oneri, nell'ambito degli edifici e locali a disposizione della Camera dei deputati indicati al comma 3 dell'articolo 1 del capitolato d'oneri. Per «servizio di gestione dei depositi librari» si intende il complesso delle attività di gestione dei depositi della Biblioteca della Camera dei deputati, di circolazione e distribuzione delle pubblicazioni, di fotocopiatura, di depolveratura del materiale librario, nonché lo svolgimento di attività ausiliarie;
    le 26 figure professionali addette al presidio, garantendo medesime condizioni economiche, di qualifica e di orario di lavoro, sono state obbligatoriamente riassunte dal precedente appalto per una prestazione effettiva pari ad un monte ore di complessive 37.548 ore all'anno;
    il valore complessivo quadriennale della fornitura è di 4.000.000,00 di euro IVA esclusa,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a procedere ad una valutazione al riguardo, nell'ambito dell'attivazione delle sinergie con il Senato.
9/Doc. VIII, n. 2/6. (Nuova formulazione) Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    dalla relazione al bilancio del 2012 si legge che alle attività volte a fornire servizi direttamente fruibili al pubblico è stato destinato il 9,8 per cento delle risorse finanziarie dato comprensivo delle attività di sviluppo e gestione Internet, del canale televisivo satellitare e della WebTv; le spese per la Biblioteca e per l'Archivio storico; le spese per le manifestazioni e gli eventi aperti al pubblico così come per le visite culturali effettuate dagli istituti scolastici, anche nel quadro di apposite iniziative formative curate dall'Istituzione;
    il calendario della Camera dei deputati riporta una serie di mostre, concerti, convegni e conferenze, quali, a titolo esemplificativo: Articolo 9 Costituzione – La memoria storica a 100 anni dalla prima guerra mondiale – Lectio Magistralis Casavola, Un importante attore per la stabilità della Regione, Convegno su attività UNRWA, Premio internazionale Alexander Langer 2013, Il Volume della democrazia – Giornate del libro politico a Montecitorio, Concerto della Banda dell'Esercito Italiano, Insula sapientiae – Giornate europee del patrimonio, Domenica 15 settembre Montecitorio a porte aperte con il Concerto della Banda della Marina Militare, Verità e riconciliazione nei paesi delle primavere arabe, Insula sapientiae, Domenica 9 giugno Montecitorio a porte aperte con il Concerto della Banda della Guardia di Finanza, Parole libere o parole d'odio? Prevenzione della violenza on-line, Lezioni di Costituzione – Studenti italiani in Parlamento Cerimonia con i Presidenti Grasso e Boldrini, Aula di Palazzo Madama, Sabato notte dei musei – Montecitorio aperto al pubblico, Montecitorio a porte aperte con il Concerto della Banda dell'Aeronautica Militare;
    a partire dal 2002, in concomitanza con la apertura al pubblico del Palazzo per l'iniziativa «Montecitorio a porte aperte», ogni prima domenica del mese, si tiene in Piazza Montecitorio un concerto eseguito da una delle bande militari dei diversi corpi delle Forze armate. Il concerto, della durata di un'ora, è solitamente introdotto e concluso con l'esecuzione dell'inno nazionale italiano e prevede l'esecuzione di marce brillanti e militari;
    il programma delle esibizioni pubblicato su www.camera.it annovera oltre 95 eventi;
    dal bilancio triennale 2013-2015 si evince che l'Obiettivo H.4 – Provvedere all'allestimento degli spazi, alla logistica e alla gestione degli eventi prevede «l'attività ha ad oggetto la fornitura di arredi moderni secondo criteri ergonomici e la manutenzione straordinaria degli arredi in stile, nonché le funzioni di supporto logistico, anche in relazione all'organizzazione degli eventi, compresi i servizi di facchinaggio compreso nel programma settoriale dell'allestimento degli spazi e della logistica» per un totale di 6.235.000,00 euro (2.095.000,00 euro per il 2013, 2.070.000,00 euro per il 2014 e 2015);
    la Camera dei deputati non è una università, né un museo, né un centro congressi e tantomeno un auditorium e consta di circa 1.475 dipendenti articolati in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare a decorrere dall'anno 2014 di non realizzare alcun evento che non sia strettamente collegato alle finalità istituzionali.
9/Doc. VIII, n. 2/7Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    al fine di perseguire un radicale ridimensionamento dei costi è imprescindibile attuare progetto di riorganizzazione dei servizi e delle funzioni;
    per raggiungere la finalità di un dimezzamento delle spese di gestione è necessario definire i nuovi obiettivi istituzionali e, su di essi, tarare, definire piante organiche, ruoli, incarichi, organizzazione e retribuzioni;
    è di palmare evidenza che le manifestazioni, mostre e convegni, ben 543 eventi tenutesi nel 2012 non fanno parte delle funzioni istituzionali di questa Camera con oneri accessori di gran lunga superiori a quelli di altri soggetti meno costosi e meglio attrezzati;
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare le modalità migliori per procedere ad un'attenta selezione delle iniziative da realizzare presso le sedi della Camera, con particolare riguardo ai contenuti delle stesse e ai relativi costi.
9/Doc. VIII, n. 2/8. (Nuova formulazione)  Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    il conto consuntivo dell'anno precedente e il progetto di bilancio interno della Camera dei deputati per l'anno in corso e per il triennio vengono portati in Aula in una fase avanzata dell'anno;
    oltre la relazione non vengono forniti allegati analitici dei capitoli di bilancio,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a portare in Aula i documenti di bilancio unitamente agli allegati analitici entro il mese di marzo al fine di evitare di dover gestire a lungo il bilancio in regime di esercizio provvisorio e, ai fini di garantire la trasparenza dell'istituzione, a pubblicare anche gli allegati sul sito internet.
9/Doc. VIII, n. 2/9Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    nel corso della passata legislatura per un certo lasso di tempo al vertice dell'Amministrazione della Camera si configurava un caso da manuale di «controllato controllore», ovvero di soggetto passivo di controlli effettuati su se stesso in quanto il Segretario Generale ha ricoperto ad interim la direzione del Servizio del controllo amministrativo, cioè dell'organo che dovrebbe in parte eseguire, e in ogni caso supportare, i diversi tipi di controllo sulla gestione amministrativa della Camera, condotta sotto l'alta direzione complessiva dello stesso Segretario Generale;
    la dipendenza gerarchica del Servizio del controllo amministrativo dal Segretario Generale, vertice dell'Amministrazione controllata, è un dato strutturale che, fatta salva l'indubbia professionalità ed autonomia personale dei dirigenti che pro tempore si trovano a ricoprire il relativo incarico, indebolisce la credibilità complessiva della funzione di controllo amministrativo,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'introduzione nella normativa regolamentare interna di un apposito ed espresso divieto di cumulo delle cariche di Segretario Generale e di dirigente preposto al controllo amministrativo e sottraendo quest'ultimo alla dipendenza gerarchica dal Segretario Generale.
9/Doc. VIII, n. 2/10Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.

(Inammissibile)


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    nell'ambito del sistema contabile della Camera con la riforma del Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica, che, affiancato al sistema di contabilità finanziaria tuttora vigente, delineava un tipico sistema di contabilità duale, coerente con quanto prescritto da imperative norme europee;
    la previsione soppressa risultava coerente anche con la legge 31 dicembre 2009, n. 196, che ha introdotto una regolazione contabile unitaria per tutte le pubbliche amministrazioni;
    la soppressione del sistema contabile di tipo economico-finanziario da parte di uno dei rami del Parlamento rischia di far incorrere la Repubblica italiana nella violazione dei Trattati europei e degli impegni assunti in tale sede;
    la legge n. 196 del 2009 ha anche istituito, all'articolo 2, comma 5, il Comitato per i principi contabili delle amministrazioni pubbliche;
    l'autonoma decisione di assumere il parere di tale Comitato in ordine all'adeguatezza dei principi contabili adottati dal R.A.C., anche alla luce degli impegni verso l'Unione europea, non comprometterebbe in alcun modo l'autonomia costituzionale della Camera,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi:

   a richiedere al Comitato per i principi contabili un parere circa la coerenza e la compatibilità delle regole contabili contenute nel nuovo R.A.C. con il quadro normativo interno ed europeo in materia;
   a pubblicare tempestivamente sul sito tale parere.
9/Doc. VIII, n. 2/11Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    la legge 31 dicembre 2009. n. 196, ha introdotto una regolazione contabile unitaria per tutte le pubbliche amministrazioni volta ad assicurare l'armonizzazione dei conti pubblici a tutti i livelli di governo della Repubblica al fine di garantire la massima trasparenza;
    le disposizioni di tale legge costituiscono principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, e sono anche finalizzate alla tutela dell'unità economica della Repubblica, ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione;
    l'articolo 52, comma 4, della predetta legge, recita: «Le disposizioni di cui alla presente legge sono applicate dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dalla Corte Costituzionale in quanto ritenute compatibili con la sfera di autonomia costituzionalmente riconosciuta a tali organi»;
    in tale contesto l'autonomia spettante agli organi costituzionali non può certo prescindere dal dettato normativo;
    la legge n. 196 del 2009, aggiornando la previgente normativa, conferma che il sistema contabile delle pubbliche amministrazioni italiane deve avere struttura duale, affiancando ad un sistema di contabilità finanziaria un sistema di contabilità economico-patrimoniale;
    con la riforma del Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica nell'ambito del sistema contabile della Camera in violazione delle previsioni dell'articolo 52, comma 4, legge n. 196 del 2009;
    la previsione soppressa era infatti conforme ai criteri introdotti per l'armonizzazione dei sistemi contabili nel settore pubblico dalla legge n. 1 per cento del 2009,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare tutte le iniziative da intraprendere per sanare la evidente situazione di illegittimità, sia sul piano interno che su quello europeo, delle norme del nuovo R.A.C., dovuta alla previsione, all'articolo 14 del sistema di contabilità finanziaria.
9/Doc. VIII, n. 2/12Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    con la riforma del Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica nell'ambito del sistema contabile della Camera, mantenendo soltanto la contabilità finanziaria;
    la norma soppressa in realtà risultava in linea, non solo con il quadro normativo nazionale ed europeo, ma altresì con i criteri contabili IPSAS, elaborati per il settore pubblico dall'IFAC, ufficialmente assunti come punto di riferimento a livello europeo per le istituzioni pubbliche di qualsiasi natura, incluse quelle dei Parlamenti;
    tali criteri richiedono l'adozione di un sistema contabile duplice, in cui, accanto al bilancio «a contabilità finanziaria», necessario per l'autorizzazione della spesa, viene elaborato un bilancio «a contabilità economico-patrimoniale» (detta anche «generale» o «analitica») molto più adatto per finalità conoscitive e di trasparenza;
    questo impianto si ritrova ad esempio nella comunicazione della Commissione delle Comunità europee (COM(2002)0755 def.) «Modernizzazione del sistema contabile delle Comunità europee» e nel Regolamento del Consiglio n. 1605/2002, «Regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee», che codificano a livello europeo il sistema contabile duplice; la citata comunicazione fa espresso riferimento (par. 1.4.1.) ad un quadro contabile basato su un sistema «duplice». In tale sistema al bilancio a contabilità finanziaria, basato sul principio del consumo delle dotazioni al momento dell'esborso o della riscossione, si affianca la contabilità generale basata sul principio della contabilità per competenza;
    la comunicazione, al fine di favorire la convergenza dei sistemi contabili in uso nei diversi Paesi membri, indica come punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni europee proprio le norme contabili internazionali per il settore pubblico IPSAS (par. 1.4.2.);
    i principi contabili IPSAS sono concepiti in modo da essere applicabili a tutte le «public sector entities», categoria talmente generica ed onnicomprensiva che risulta impossibile non ricomprendervi anche le istituzioni parlamentari;
    che medesimo ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione nella legislatura XVI,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare i tempi e i modi per attuare un sistema di contabilità duplice conforme ai principi internazionali dell'IPSAS e alle norme contabili europee per le istituzioni pubbliche dell'Unione europea.
9/Doc. VIII, n. 2/13Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'utilizzo di strumenti e procedure informatizzate da parte sia dell'Amministrazione, sia dei singoli parlamentari, dei Gruppi e dei loro collaboratori, è diventato ormai sempre più imprescindibile per lo svolgimento efficace e tempestivo dell'attività istituzionale della Camera dei deputati;
    il processo di informatizzazione avviato nell'ambito dell'Amministrazione della Camera ha raggiunto risultati certamente apprezzabili, ma non ancora sufficienti a garantire l'espletamento celere e sicuro di tutte le attività inerenti le funzioni parlamentari;
    permangono, infatti, tuttora ampi settori dell'Amministrazione che non utilizzano nemmeno i più semplici strumenti di comunicazione informatica, continuando a privilegiare strumenti tradizionali, prevalentemente incentrati su supporti cartacei, che richiedono complesse strutture e procedure burocratiche per il loro smaltimento, che spesso producono a loro volta altra documentazione cartacea, da archiviare e trattare con procedure altrettanto lunghe e complesse;
    ciò determina una incomprensibile e inaccettabile dispersione di risorse, umane e materiali, nonché un notevole incremento dei costi sostenuti dall'Amministrazione medesima, e soprattutto una esasperante lentezza nella soddisfazione delle richieste, anche di quelle meno impegnative,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi:

   a valutare le modalità della riorganizzazione di tutti i Servizi e gli Uffici che ancora utilizzano strumenti di comunicazione basata su supporti cartacei, al fine di implementare un sistema di comunicazione esclusivamente informatica tra l'Amministrazione della Camera e i parlamentari, i Gruppi e loro collaboratori;
   a prevedere, in particolare, la rapida trasformazione di tutte quelle procedure che vincolano alla utilizzazione di modelli prestampati (es. modello B, moduli per la richiesta di fornitura di cancelleria, etc.) in procedure che utilizzino modelli in formato elettronico, come peraltro da tempo in uso in varie altre amministrazioni, sia pubbliche che private.
9/Doc. VIII, n. 2/14Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'eliminazione degli istituti non più compatibili con l'ordinamento esterno e con l'attuale congiuntura economica.
9/Doc. VIII, n. 2/15Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico;
    i servizi e gli uffici della Camera dei deputati spesso svolgono mansioni ed hanno funzioni ridondanti,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'accorpamento e la razionalizzare le strutture amministrative alla luce di compiti e funzioni ridondanti al fine di raggiungere una gestione tesa a criteri di maggiore efficienza, efficacia ed economicità.
9/Doc. VIII, n. 2/16Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico;
    al fine di valorizzare gli strumenti tecnologici ed informatici utilizzandoli anche, per esempio, per la dematerializzazione della documentazione, per l'uso della posta elettronica certificata tra i Gruppi parlamentari e i servizi della Camera nonché tra i servizi stessi,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'utilizzo e la capillare diffusione degli strumenti informatici nelle attività del personale in modo da conseguire reali risparmi di spesa.
9/Doc. VIII, n. 2/17Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    le ferie ordinarie sono a tutti gli effetti parte della retribuzione e a fronte di una modificazione del rapporto di lavoro deve corrispondere una ridefinizione degli obblighi del lavoratore;
    i riferimenti al lavoro pubblico sono azzardati in quanto la natura della prestazione richiesta è completamente diversa in termini di flessibilità. Abbiamo un monte ore di 220 mila ore e 115 mila giorni di ferie non godute accumulate,
invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi
   a valutare, nel rispetto delle procedure di contrattazione e sulla base del lavoro già in corso presso il Comitato per gli affari del personale, l'opportunità di interventi volti alla predisposizione di una corretta e razionale organizzazione del lavoro per ridurre drasticamente la richiesta di straordinari e al contenimento del lavoro festivo;
   introduzione di meccanismi incentivanti che siano in grado di assorbire il monte ore e i giorni di ferie non godute accumulati evitando, a tal fine, che i dipendenti svolgano turni di lavoro di sole 4 ore;
   definizione di un tetto massimo di ore, che concorrono al computo del monte ore, senza che questo vada in alcun modo a gravare sulla gestione del lavoro.
9/Doc. VIII, n. 2/18. (Nuova formulazione) Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    la recente riforma del Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) prevede all'articolo 73 che sia effettuato il controllo sulla gestione, volto a verificare che l'attività dei Servizi corrisponda al principio di buon andamento della gestione finanziaria e amministrativa;
    la funzione di controllo sulla gestione è direttamente imputata al Collegio dei Questori;
    tuttavia il Collegio dei Questori non viene dotato di alcuno specifico strumento per lo svolgimento della nuova e complessa funzione, ma costretto a servirsi unicamente di relazioni e documenti prodotti dall'Amministrazione;
    nessun effettivo controllo di gestione è realizzabile in assenza dell'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione;
    invece il nuovo R.A.C. ignora completamente tale articolazione;
    nella seduta del 2 ottobre 2012 è stato accolto l'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 10/15,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a completare e rendere effettivo il disegno innovatore sotteso al nuovo articolo 73 del R.A.C. istituendo una apposita struttura, svincolata dalla dipendenza gerarchica dal Segretario Generale e posta al diretto servizio del Collegio dei Questori, dotata di opportune capacità e mezzi, nonché della potestà ispettiva sull'attività delle strutture amministrative e sulla relativa documentazione, in grado pertanto di fornire al Collegio un reale supporto in assenza del quale il disegno riformatore insito nel controllo di gestione è evidentemente destinato a restare sulla carta.
9/Doc. VIII, n. 2/19Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    in virtù del principio di autonomia degli organi costituzionali l'attività amministrativa la Camera dei deputati è completamente sottratta agli ordinari controlli esterni a cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni;
    nella seduta del 2 ottobre 2012 è stato accolto un ordine del giorno (9/Doc. VIII, n. 10/15) al fine di rafforzare la funzione di controllo, anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere, con l'introduzione di uno specifico ruolo dell'Assemblea della Camera ora ridotta a semplice notaio;
    ad esempio, il Regolamento dell'Assemblea nazionale francese, all'articolo 16, comma 2, prevede che in ciascun anno della legislatura, tranne quello che precede lo scioglimento dell'Assemblea, all'inizio della sessione ordinaria l'Assemblea elegga una Commissione speciale di quindici membri, presieduta da un deputato d'opposizione, incaricata di «verificare ed appurare» i conti. Né i Questori né alcun altro membro dell'Ufficio di Presidenza possono far parte di tale Commissione;
    per realizzare il più volte annunciato «impegno a fare di Montecitorio la casa della buona politica» della Presidente della Camera e realizzare quei «tagli dei costi e maggiore trasparenza: la riforma dell'amministrazione della Camera va avanti con credibilità» tanto auspicati,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'elaborazione di un progetto per il completamento della riforma dei controlli amministrativi svolti presso la Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/20Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    come ormai da spiacevole prassi consolidata l'Aula esamina il conto consuntivo dell'anno precedente e il progetto di bilancio interno della Camera dei deputati per l'anno in corso e per il triennio con uno scarsissimo preavviso;
    anche quest'anno sia i membri dell'Ufficio di Presidenza che i deputati non sono stati messi in condizione di esprimere le loro valutazioni se non in una fase avanzata dell'anno e a pochissimi giorni dalla votazione;
    non è possibile, anche a fronte di ordini del giorno approvati nelle precedenti legislature, giustificare l'abnorme ritardo;
    che medesimo ordine del giorno è stato accolto nella XVI legislatura,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'opportunità di portare in Aula i documenti di bilancio unitamente agli allegati analitici entro il mese di marzo al fine di evitare di dover gestire a lungo il bilancio in regime di esercizio provvisorio e, ai fini di garantire la trasparenza dell'istituzione, a pubblicare anche gli allegati analitici sul sito internet.
9/Doc. VIII, n. 2/21Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    la recente riforma del Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) prevede all'articolo 73 che sia effettuato il controllo sulla gestione volto a verificare che l'attività dei servizi corrisponda al principio del buon andamento della gestione finanziaria ed amministrativa;
    nessun effettivo controllo di gestione è realizzabile in assenza dell'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione;
    il nuovo R.A.C. ignora completamente tale articolazione, sostituendo ad essa una succinta e insignificante articolazione del bilancio in missioni,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare un effettivo quanto efficace disegno innovatore sotteso al nuovo articolo 73 del R.A.C. adottando un'apposita normativa per l'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione.
9/Doc. VIII, n. 2/22Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    il Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) all'articolo 79, comma 3, prevede come forme di pubblicità per le delibere del collegio dei questori il Bollettino degli organi collegiali della Camera, ovvero la Relazione del Servizio Amministrazione di cui all'articolo 74 comma 1, lettera b);
    il Bollettino degli organi collegiali contiene solo cenni sintetici;
    la relazione del Servizio Amministrazione è pubblicata sul sito internet, ma riguarda soltanto le spese ordinate e quindi non dà conto delle delibere nel momento in cui vengono adottate ed inoltre riguarda solo una parte di esse;
    le spese ordinate vengono presentate soltanto con il «centro operativo», il «tipo di intervento», il «soggetto» e il «totale»;
    che medesimo ordine del giorno è stato accolto nella XVI legislatura,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a prevedere una forma diversa per la pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori, che pur nella tutela della privacy e di ogni dato ritenuto sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate.
9/Doc. VIII, n. 2/23Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    la figura del Segretario Generale della Camera poggia sul cardine del suo rapporto fiduciario con il Presidente della Camera, ricavabile in particolare degli articoli 12 e 67 del Regolamento della Camera, ma sotteso a tutto il sistema regolamentare interno;
    proprio l'incrinarsi o addirittura il venir meno del rapporto fiduciario tra il Presidente e il Segretario Generale ha condotto più volte, anche nella storia recente dell'istituzione, a ben note vicende di dimissioni o di allontanamento di Segretari Generali, senza che tali vicende abbiano mai provocato, né sul piano politico né su quello dottrinario, rilievi di indebita ingerenza della politica nell'amministrazione parlamentare;
    la funzione presidenziale di proposta della nomina del Segretario Generale all'Ufficio di Presidenza è evidentemente priva di contenuto se non è corredata del corrispettivo potere di proporne la revoca con un'effettiva possibilità di ottenerla;
    tale svuotamento della funzione presidenziale, lungi dal costituire un rischio teorico, appare invece insito nell'attuale asimmetria tra la maggioranza richiesta per la nomina e per la revoca del Segretario Generale;
    infatti la poco nota norma occultata nell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale, uno dei regolamenti «minori» dell'Ufficio di Presidenza, ha eliminato la durata massima in carica del Segretario generale e ha introdotto una elevatissima maggioranza qualificata (due terzi dei componenti l'Ufficio di Presidenza) per revocarne l'incarico, mentre è rimasta invariata la maggioranza semplice dei votanti necessaria per la sua nomina,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'eliminazione delle molteplici incongruenze determinate dall'attuale testo dell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale ripristinando, in relazione all'incarico di Segretario generale, una durata massima in carica e la ordinaria maggioranza semplice dell'Ufficio di Presidenza per l'approvazione della proposta di revoca.
9/Doc. VIII, n. 2/24Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    la figura del Segretario Generale della Camera poggia sul cardine del suo rapporto fiduciario con il Presidente della Camera, ricavabile in particolare degli articoli 12 e 67 del Regolamento della Camera, ma sotteso a tutto il sistema regolamentare interno;
    proprio l'incrinarsi o addirittura il venir meno del rapporto fiduciario tra il Presidente e il Segretario Generale ha condotto più volte, anche nella storia recente dell'istituzione, a ben note vicende di dimissioni o di allontanamento di Segretari Generali, senza che tali vicende abbiano mai provocato, né sul piano politico né su quello dottrinario, rilievi di indebita ingerenza della politica nell'amministrazione parlamentare;
    la funzione presidenziale di proposta della nomina del Segretario Generale all'Ufficio di Presidenza è evidentemente priva di contenuto se non è corredata del corrispettivo potere di proporne la revoca con un'effettiva possibilità di ottenerla;
    tale svuotamento della funzione presidenziale, lungi dal costituire un rischio teorico, appare invece insito nell'attuale asimmetria tra la maggioranza richiesta per la nomina e per la revoca del Segretario Generale;
    infatti la poco nota norma occultata nell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale, uno dei regolamenti «minori» dell'Ufficio di Presidenza, ha eliminato la durata massima in carica del Segretario generale e ha introdotto una elevatissima maggioranza qualificata (due terzi dei componenti l'Ufficio di Presidenza) per revocarne l'incarico, mentre è rimasta invariata la maggioranza semplice dei votanti necessaria per la sua nomina,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza

ad approfondire il tema dell'eventuale introduzione di limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa, prefigurato negli Indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio scorso.
9/Doc. VIII, n. 2/24. (Testo modificato nel corso della seduta) Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    le difficoltà economiche dell'attuale congiuntura richiedono uno sforzo ancora maggiore che in passato ai fini del rispetto delle compatibilità di bilancio, in coerenza con l'obiettivo del contenimento della spesa che deve ispirare ogni nostra azione riformatrice;
    alcune funzioni tradizionalmente svolte all'interno della Camera hanno subito evoluzioni in conseguenza di innovazioni tecnologiche. Ne è esempio la funzione degli stenografi d'aula, i cui compiti sono oggi sostituiti da un'operazione di registrazione e successivo sbobinamento, spesso compiuto da esterni;
    sarebbe opportuna una verifica generale dei compiti e delle funzioni interne per verificare eventuali eccedenze di alcune figure e alcuni ruoli a discapito di altri;
    la Camera ha esaminato l'Ordine del Giorno 9/DOC. VIII, N. 6/8 di martedì 21 settembre 2010, seduta n. 371,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a svolgere nei tempi più rapidi possibili la procedura di gara per l'acquisizione del sistema di riconoscimento automatico del parlato, anche al fine di ridurre il contingente del personale addetto alle attività di resocontazione.
9/Doc. VIII, n. 2/25. (Nuova formulazione)  Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    le difficoltà economiche dell'attuale congiuntura richiedono uno sforzo ancora maggiore che in passato ai fini del rispetto delle compatibilità di bilancio, in coerenza con l'obiettivo del contenimento della spesa;
    alcune funzioni tradizionalmente svolte all'interno della Camera hanno subito evoluzioni in conseguenza di innovazioni tecnologiche: ne è esempio la funzione degli stenografi d'aula, i cui compiti sono oggi sostituiti da un'operazione di registrazione e successivo sbobinamento;
    appare quindi opportuna una verifica generale dei compiti e delle funzioni interne svolte dai diversi dipendenti per verificare eventuali eccedenze di alcune figure e alcuni ruoli a discapito di altri, la Camera ha esaminato l'Ordine del Giorno 9/DOC. VIII, N. 4/9 di martedì 7 luglio 2009, seduta n. 198,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a procedere alla verifica dell'adeguatezza degli organici.
9/Doc. VIII, n. 2/26. (Nuova formulazione)  Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    è comunemente avvertita l'esigenza di operare una concreta opera di razionalizzazione dei costi di funzionamento della Camera dei deputati, non solo per rispondere ad una evidente ed impellente necessità dal punto di vista strettamente contabile, ma soprattutto per far sì che il mondo politico ed istituzionale dia concretamente un segno di rispetto nei confronti dei cittadini italiani colpiti dalla grave crisi economica;
    nonostante l'affermarsi delle nuove tecnologie, la diffusione dei più moderni strumenti informatici e l'introduzione della posta elettronica certificata, le spese relative per servizi di stampa degli atti parlamentari e di atti vari sono sempre più onerose;
    un migliore utilizzo delle tecnologie digitali non solo potrebbe determinare una maggiore produttività dell'apparato amministrativo, ma comporterebbe dei benefici economici di non poco conto,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare ogni provvedimento necessario a promuovere l'utilizzo delle tecnologie informatiche per la presentazione dei disegni di legge, degli emendamenti e degli atti di sindacato ispettivo in formato esclusivamente elettronico.
9/Doc. VIII, n. 2/27Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    escludendo le delibere del Collegio dei Questori (prima accessibili) e quelle dell'Ufficio di Presidenza l'articolo 79 del nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità (R.A.C.) circoscrive ai soli contratti lo speciale diritto di accesso riservato ai deputati;
    per tutte le delibere dell'Ufficio di Presidenza e buona parte di quelle del Collegio dei Questori l'unica forma di pubblicità prevista è la pubblicazione di una notizia oltremodo sintetica nel Bollettino degli organi collegiali, pubblicato, con ritardo, sul sito internet della Camera (ultimo bollettino disponibile on-line risale ad agosto 2013);
    lo speciale diritto di accesso in questione costituisce un fondamentale elemento di equilibrio del sistema amministrativo, in quanto controbilancia, almeno in parte, l'assenza di controlli amministrativi esterni;
    medesimo ordine del giorno ampiamente disatteso è stato accolto nella XVI legislatura;
    proprio perciò il diritto di accesso in questione non è subordinato ai presupposti cui soggiace il diritto di accesso ordinario, né a particolari limitazioni nella comunicabilità a terzi dei documenti acquisiti da parte del deputato,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'opportunità di prevedere una forma diversa di pubblicità dei resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori, che pur nella tutela della privacy e di ogni dato ritenuto sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate.
9/Doc. VIII, n. 2/28. (Nuova formulazione)  Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    valutato il progetto di bilancio per l'anno finanziario 2013;
    preso atto degli stipendi d'oro dei propri funzionari apicali;
    tenuto conto che agli stessi è riconosciuto ogni biennio un aumento del 2,5 per cento;
    considerato doveroso applicare una spending review alle predette retribuzioni, affinché anche le più alte istituzioni rappresentative dei cittadini contribuiscano al superamento della crisi economico-sociale del Paese in atto,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare, nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio scorso, l'opportunità di verificare gli effetti di misure che – fermo restando il maturato – consentano di contenere per il futuro le dinamiche retributive dei dipendenti della Camera, a partire dai funzionari apicali e dai dirigenti, intervenendo, ad esempio sul meccanismo degli aumenti biennali a fine carriera.
9/Doc. VIII, n. 2/29. (Nuova formulazione)  Gianluca Pini, Caparini, Matteo Bragantini, Fedriga, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    come prescrive l'articolo 89 del regolamento di amministrazione e contabilità, anche il progetto di bilancio per il 2013 reca in allegato una dettagliata Relazione programmatica sugli obiettivi generali e le esigenze di miglioramento della sicurezza e salubrità delle condizioni lavorative e sugli interventi necessari nell'ambito delle sedi della Camera dei deputati;
    tale Relazione programmatica, in conformità alle sue finalità dettate dal citato Regolamento, si limita a fare una ricognizione dei fabbisogni di intervento ed indica l'intenzione del datore di lavoro-Segretario generale di intervenire in tal senso;
    manca uno strumento che chiarisca quali siano le risorse presenti in bilancio, destinate a fornire copertura finanziaria agli interventi preventivati, in particolare in quali capitoli di spesa siano comprese, atteso che l'attuale struttura del bilancio non dà evidenza a tali risorse;
    manca inoltre un quadro che dimostri la copertura amministrativa degli interventi preventivati in questo settore, al di là di alcune consulenze, necessarie ma certo non sufficienti,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di integrare nel senso indicato nella parte motiva il Regolamento di amministrazione e contabilità per quanto riguarda il tema della sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.
9/Doc. VIII, n. 2/30. (Nuova formulazione)  Boccuzzi.


   La Camera,
   premesso che:
    erano attesi risparmi per 4 milioni di euro all'anno dalla privatizzazione dal servizio di ristorazione interno precedentemente gestito per intero dall'Amministrazione della Camera;
    invece, si verificano sprechi non solo per la previsione contenuta nei contratti di somministrazione del pagamento di un numero minimo di pasti, indipendentemente dal numero dei pasti effettivamente erogati, ma anche per il costo unitario per pasto che resta a carico dell'Amministrazione, dedotto il prezzo pagato dall'utente;
    considerato che né negli allegati all'attuale progetto di bilancio, né nei bilanci relativi agli esercizi precedenti, si rintracciano informazioni relative all'andamento della gestione e, pertanto, non è mai stato provato che siano stati conseguiti i risparmi più volte annunciati,

impegna il Collegio dei Questori:

   a pubblicare sul sito internet della Camera una dettagliata relazione che indichi se e in che misura sono stati conseguiti i risparmi attesi e le cause dell'eventuale mancato conseguimento dell'obiettivo;
   ad indicare i possibili rimedi da assumere urgentemente per ripristinare una situazione di economicità di gestione qualora emerga dalle informazioni sopra indicate che la stessa è, come appare probabile, fortemente peggiorata e deteriorata dai provvedimenti di privatizzazione che sono stati adottati.
9/Doc. VIII, n. 2/31L'Abbate, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, Lupo, Parentela.

(Inammissibile)


   La Camera,
   premesso che:
    la documentazione che gli Uffici della Camera preparano per i deputati – pur di elevato livello qualitativo – consiste principalmente in dossier che analizzano le singole proposte di legge in esame, con ampio riferimento alla normativa comunitaria e straniera e con sommari sulla legislazione attualmente vigente. Gli altri dossier sono solitamente bollettini sintetici su eventi in campo internazionale;
    è avvertita l'esigenza di mettere i deputati in condizione svolgere in modo più incisivo il proprio mandato, dando loro la possibilità di cogliere in modo profondo le questioni strategiche che costituiscono il presupposto dell'iter legislativo avviato,

invita l'Ufficio di Presidenza,

ad approfondire diverse modalità di redazione dei dossier.
9/Doc. VIII, n. 2/32. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    negli scorsi anni la Camera dei deputati è intervenuta su molti aspetti, anche strutturali, del proprio sito Internet, al fine di migliorare l'interazione con i cittadini e la fruibilità del sito stesso;
    nonostante l'evidente sforzo economico fatto, sarebbero ancora necessarie molte innovazioni, da un lato, garantendo una forte semplificazione dell'interfaccia esterna, che permetta una fruizione più rapida da parte dei cittadini; dall'altro, potenziando l'area Intranet e permettendone un reale utilizzo da parte dei deputati e dei dipendenti,

invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori, nei limiti delle compatibilità finanziarie,

a valutare l'opportunità di rivedere l'impostazione del sito Internet per trasformarlo in uno strumento che garantisca il rapporto tra cittadino e istituzione e che semplifichi il rapporto tra il parlamentare e la Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/33. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    il mondo della comunicazione ha visto sorgere nuovi strumenti, molti dei quali interattivi, che hanno il pregio di avvicinare i cittadini e i movimenti alle istituzioni;
    molti governi esteri, ma anche molti enti locali italiani, hanno costruito piattaforme basate sul sistema dell’Open data, garantendo la trasparenza dell'attività amministrativa e il controllo diffuso da parte dei cittadini,

invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori, nei limiti delle compatibilità finanziarie,

a intervenire perché si faccia un più sistematico ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione, anche attraverso un maggiore utilizzo della webtv e del canale youtube, creando forum di discussione e adattando la piattaforma Internet ai criteri dell’Open data.
9/Doc. VIII, n. 2/34. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    negli ultimi anni si è registrata una consistente riduzione di organico del personale della Camera dei deputati; in particolare, il personale in servizio è passato, nelle ultime due legislature, da circa 2.000 a meno di 1.500 unità, per effetto dell'applicazione del blocco del turn-over, con un conseguente aumento della produttività individuale, quantomeno se commisurato alla riduzione dell'organico effettivo;
    inoltre, significativi risparmi sul capitolo del personale in servizio ed in quiescenza sono stati realizzati attraverso l'adozione, da ultimo nella scorsa legislatura, delle seguenti misure:
     a) blocco dell'adeguamento automatico degli stipendi e delle pensioni all'inflazione e degli adeguamenti stabiliti in sede di contrattazione, per 3 anni dal 2011 al 2013 e sospensione della corresponsione del medesimo per i successivi 2014 e 2015;
     b) due successive riforme del sistema pensionistico, che hanno innalzato l'età pensionabile e portato all'introduzione del sistema contributivo per tutti i dipendenti in servizio sulla linea tracciata dalla riforma Fornero;
     c) sospensione de facto del pagamento delle festività soppresse dal 2013 al 2015;
     d) riduzione delle indennità di funzione del 35 al 70 per cento dal 2013 al 2015;
     e) rinvio al 2016 dell'ultimo aumento contrattuale previsto dalla contrattazione 2008-2010 pari all'1 per cento delle retribuzioni;
    altri risparmi potrebbero realizzarsi attraverso l'innovazione e la modernizzazione dell'apparato amministrativo, intervenendo su diversi livelli, determinando risparmi nel breve, medio e lungo periodo;
    l'esigenza di tali risparmi è dettata, oltre che dalle politiche di contenimento della spesa, dalla necessità di riavvicinare i cittadini alla politica e alle istituzioni,

invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a valutare l'opportunità di assumere le seguenti misure:
    1) eliminare – previo espletamento della procedura contrattuale, ove necessaria – taluni istituti attualmente vigenti quali: la conversione delle ore in eccedenza in ferie, le indennità di immissione dati, di maneggio valori, per il servizio notturno e festivo (per gli assistenti parlamentari), il congedo per le cure termali, il godimento delle ferie a fine carriera;
    2) ridurre ulteriormente le consulenze;
    3) attuare una rimodulazione delle strutture amministrative, concentrando le risorse economiche e umane sulle attività che sono diventate principali per la Camera dei deputati;
    4) favorire il coordinamento delle attività prestate dall'Amministrazione;
    5) attuare una progressiva dematerializzazione della documentazione all'interno della Camera dei deputati;
    6) valorizzare il merito e la selettività nell'avanzamento nel percorso di carriera;
    7) prevedere un meccanismo concorsuale per le verifiche di professionalità (con partecipazione a domanda) che preveda rigorosi parametri di valutazione;
    8) integrare il sistema degli scatti, subordinando gli stessi a giudizi positivi fondati su di un sistema di valutazione semplice basato su criteri oggettivi e trasparenti;
    9) mutare il sistema di affidamento degli incarichi direttivi, mediante la definizione di diversi livelli di responsabilità all'interno di ogni categoria professionale, cui si acceda previe valutazioni comparative basate sullo stato di servizio, sui curricula e su criteri predeterminati;
    10) attenuare gli squilibri esistenti tra le diverse categorie di dipendenti, anche in relazione al diverso impatto del trattamento pensionistico, oggi basato sul contributivo;
    11) recepire l'articolo 23-bis del decreto legislativo n. 165 del 2002 in materia di mobilità pubblico-privato, che consentirebbe, anche in considerazione dell'allungamento della carriera, esperienze di consiglieri in organismi internazionali o privati senza alcun costo per l'Amministrazione che potrebbe beneficiare della crescita di professionalità dei propri dipendenti.
9/Doc. VIII, n. 2/35. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    negli scorsi anni sono stati compiuti evidenti sforzi per contenere e razionalizzare le spese dell'istituzione, al fine anche di avvicinare gli organi costituzionali ai cittadini, eliminando sprechi e odiosi privilegi;
    sul bilancio della Camera, così come su quello degli altri organi costituzionali, gravano le spese connesse ai trattamenti previdenziali dei deputati cessati dal mandato e del personale di ruolo, spese che sono inevitabilmente con il tempo destinate ad aumentare, al diminuire di quelle per le indennità e le retribuzioni;
    le suddette spese sono incomprimibili;
    ove si proseguisse nella meritoria azione di contenimento della spesa, questa si potrebbe tradurre esclusivamente in tagli lineari dei capitoli che garantiscono risorse per il funzionamento della Camera dei deputati, con grave pregiudizio per lo svolgimento dell'attività parlamentare,

invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di avviare un confronto con i rappresentanti del Senato e degli altri organi costituzionali e con i sindacati finalizzato a verificare la possibilità di istituire un Ente Previdenziale Unico nel quale fare confluire, in apposite gestioni separate, i capitoli di bilancio relativi ai versamenti contributivi e alla prestazioni previdenziali erogate al personale delle rispettive amministrazioni e, per quanto riguarda il Parlamento, ai deputati e ai senatori, espungendo in tal modo i rispettivi capitoli dai bilanci interni e consentendo in tal modo di evidenziare in modo distinto le spese effettive per l'assolvimento delle funzioni istituzionali da quelle connesse ai trattamenti previdenziali.
9/Doc. VIII, n. 2/36. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati nella riunione del 3 luglio 2008 ha approvato il progetto di modifica dell'impianto di votazione elettronica dell'Assemblea per rafforzare la personalità del voto, installando sul terminale di voto un rilevatore biometrico di riconoscimento di punti caratteristici delle dita della mano, cosiddette «minuzie», da utilizzare per l'abilitazione al voto della postazione stessa;
    dal 10 marzo 2009 nell'Assemblea della Camera è data facoltà ai deputati di esprimere il proprio voto attraverso l'utilizzo dei suddetti terminali;
    purtroppo – anche dopo l'introduzione del nuovo sistema di voto – si sono verificati episodi di voti espressi da deputati non presenti in Aula (c.d. pianismo), in ragione della mancata adesione al nuovo sistema di voto,

invita l'Ufficio di Presidenza

ad avviare una procedura che porti al consolidarsi del sistema di abilitazione basato sulle «minuzie» come unica possibilità per attivare la postazione, al fine di rafforzare ulteriormente la personalità del voto.
9/Doc. VIII, n. 2/37. (Nuova formulazione).  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    i Parlamentari possono dotarsi, per l'esercizio del loro mandato, di collaboratori parlamentari, lavoratori assunti con contratti solitamente a progetto che svolgono mansioni di segreteria, addetti stampa, collaborazione nell'attività legislativa;
    al fine di regolare la figura del Collaboratore parlamentare, nella riunione del 30 gennaio 2012, l'Ufficio di Presidenza ha istituito un «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» che sostituisce il previgente contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori. Tale rimborso, pari a 3.690 euro, è corrisposto direttamente a ciascun deputato per un importo fino a un massimo del 50 per cento a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate, tra cui quelle per collaboratori;
    tale misura, pur se efficace per arginare la piaga del lavoro nero, non ha tuttavia centrato l'obiettivo di assicurare garanzie di tipo economico e contrattuale;
    la figura del collaboratore parlamentare è compiutamente disciplinata nella maggior parte dei Paesi europei;
    le altre spese ammissibili per l'esercizio del proprio mandato, possono essere le più disparate, da attività legate al territorio, all'acquisizione di beni strumentali per la propria segreteria, come il pagamento di utenze o abbonamenti,

invita l'Ufficio di Presidenza

   a valutare l'opportunità di:
    a) prevedere l'adozione di requisiti minimi del rapporto tra deputato e collaboratore parlamentare, da sottoscrivere obbligatoriamente tra i medesimi quale allegato al contratto, nel caso in cui il deputato presenti a «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» un contratto di collaborazione o di tipo subordinato;
    b) adottare un regolamento circa la definizione delle spese ammissibili a rimborso per la voce «spese per l'esercizio del mandato».
9/Doc. VIII, n. 2/38. (Nuova formulazione)  Boccadutri.


   La Camera,
   premesso che:
    per tutta la Pubblica amministrazione è obbligatoria l'adozione della pianta organica ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001, vale a dire la determinazione di un tetto massimo di consistenza organica per ciascuna delle categorie di lavoratori impiegati presso la stessa Pubblica amministrazione;
    che, tra gli organi costituzionali, anche il Senato della Repubblica, pur non essendo espressamente obbligato, ha ritenuto opportuno e vantaggioso per se stesso adeguarsi alla suddetta prescrizione adottando in via autonoma e nell'ambito dell'autodichia una propria pianta organica;
    viceversa, la Camera dei deputati ha sempre ostinatamente e con scarsissima lungimiranza respinto l'uniformazione delle proprie regole interne al suddetto principio, e pertanto presso alla Camera manca qualsiasi previsione di tetto massimo occupazionale;
    tale situazione ha comportato nel corso degli anni ottanta e novanta una espansione abnorme dell'organico dei dipendenti della Camera, pervenuto a ben oltre duemila unità, in confronto alle circa 500 unità impiegate negli anni sessanta del secolo scorso;
    tale situazione ha generato un puro e semplice effetto ottico di riduzione dell'organico mediante il blocco del turn-over applicato in questi ultimi anni mentre in realtà si partiva da una evidente ma dissimulata situazione di sovraorganico;
    la mancanza della pianta organica impedisce una politica di programmazione dei concorsi, che vengono deliberati in funzione di esigenze occasionalmente e momentaneamente prevalenti, senza alcun disegno organico ma rispondendo a spinte di diversa provenienza, intensità e direzione,

impegna l'Ufficio di Presidenza

ad adottare urgentemente una normativa che recepisca il principio di limitazione dell'organico e predisponga una pianta organica che tenga conto dell'oggettivo carico di lavoro dell'Amministrazione della Camera dei deputati nel contesto dell'attuale configurazione delle funzioni costituzionali dell'organo parlamentare.
9/Doc. VIII, n. 2/39Zaccagnini.


   La Camera,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare la definizione di dotazioni organiche compatibili con l'esigenza di flessibilità nello svolgimento dell'attività dell'Amministrazione della Camera dei deputati, nel contesto dell'attuale configurazione delle funzioni costituzionali dell'organo parlamentare.
9/Doc. VIII, n. 2/39. (Testo modificato nel corso della seduta) Zaccagnini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'esternalizzazione del servizio di ristorazione a Palazzo Montecitorio è stata attuata in due tranche, la prima riguardante il ristorante del personale collocato al piano interrato, mentre la seconda ha investito anche il ristorante dei deputati;
    l'appalto è stato aggiudicato alla società Onama, in seguito acquisita dal gruppo inglese Compass group plc;
    a partire da quando il servizio è stato esternalizzato, il livello e la qualità del servizio reso sono oggetto di continue lamentele e rilievi critici da parte degli utenti, tanto che solo una minoranza di dipendenti della Camera ne usufruisce;
    a seguito dell'esternalizzazione si è verificato, e si verifica, un ingente spreco di qualificate risorse lavorative formate anche a spese della Camera, dato che alcuni chef sono attualmente adibiti come centralinisti;
    non è mai stato documentato che l'obiettivo di risparmio connesso all'esternalizzazione, originariamente quantificato in 4 milioni di euro all'anno sia stato effettivamente raggiunto, ed anzi, in prosieguo di tempo, l'impressione è che i costi del servizio manifestino una dinamica accentuatamente crescente,

impegna il Collegio dei deputati Questori:

   ad effettuare una attenta ricognizione dei risparmi conseguiti e a riferirne in apposita relazione all'Ufficio di Presidenza, da pubblicare sul sito della Camera;
   qualora sia confermato il fallimento dell'operazione di esternalizzazione sotto il profilo dei risparmi attesi, a intraprendere, nelle forme e nei tempi compatibili con i contratti in corso, e coinvolgendo nelle forme opportune le organizzazioni sindacali, una operazione di reinternalizzazione anche al fine di assicurare una effettiva realizzazione dei principi di risparmio, eliminazione degli sprechi, chilometro zero e stagionalità.
9/Doc. VIII, n. 2/40Zaccagnini.


   La Camera,
   considerato che:
    gli indirizzi in tema di contrattazione con le organizzazioni sindacali dei dipendenti, approvati dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 17 luglio 2013, prevedono, tra l'altro, l'avvio di un processo di riorganizzazione amministrativa volto a definire l'evoluzione funzionale e organizzativa dell'Amministrazione secondo criteri in grado di sostenere, anche in una prospettiva di lungo periodo, la rilevante riduzione di risorse intervenuta negli ultimi anni per effetto del blocco selettivo del turn-over;
    rilevato altresì che tali indirizzi includono tra gli obiettivi del processo di riorganizzazione amministrativa il riconoscimento, con maggiore incisività, del merito professionale, anche attraverso rinnovati percorsi di carriera e un adeguato sistema di valutazione delle prestazioni del personale che dovrà costituire il presupposto per la naturale progressione della carriera economica dei dipendenti, nonché rappresentare elemento essenziale per l'attribuzione ed il mantenimento degli incarichi di responsabilità;
    rilevata l'esigenza che il percorso attuativo dei richiamati indirizzi, fermo restando l'obiettivo primario della salvaguardia dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministrativa svolta a supporto delle attività degli organi parlamentari, sia coerente con i principi di tutela delle pari opportunità tra donne e uomini e di conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro delle dipendenti e dei dipendenti della Camera;
    rilevata altresì l'esigenza che, nel rispetto dei predetti principi, il sistema di valutazione del personale sia strutturato in modo da considerare quale indicatore prioritario del merito professionale la qualità della prestazione, tenendo conto che ciò richiede una ponderazione degli effettivi carichi di lavoro,

impegna l'Ufficio di Presidenza:

   ad adottare le iniziative necessarie a realizzare gli obiettivi indicati in premessa;
   a promuovere iniziative di formazione volte a favorire la diffusione della cultura organizzativa di genere;
   a promuovere misure volte a favorire l'individuazione di percorsi di carriera compatibili con i predetti obiettivi, anche con riguardo al reinserimento in servizio del personale assente a seguito della fruizione degli istituti a tutela della maternità e della paternità.
9/Doc. VIII, n. 2/41Valeria Valente.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 6 novembre 2008, ha deliberato di procedere alla pubblicazione sul sito Internet della Camera dei dati relativi alla partecipazione dei deputati alle votazioni effettuate in Aula con procedimento elettronico;
    i dati del sistema di voto non evidenziano quando la mancata partecipazione alle votazioni sia dovuta a grave impedimento;
    la pubblicazione delle cause di giustificazione per la mancata partecipazione alle votazioni è opportuna per favorire una maggiore chiarezza nei rapporti con l'elettorato;
    è comunque necessario contemperare le doverose esigenze di trasparenza con il diritto alla riservatezza dei deputati risultati assenti, con particolare riguardo alle assenze per malattia, dato non solo riservato ma anche sensibile;
    il suddetto contemperamento potrebbe essere garantito acquisendo l'assenso dei deputati alla pubblicazione delle cause di giustificazione,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di pubblicare sul sito Internet della Camera l'eventuale presenza di cause di giustificazione delle assenze dalle sedute dell'Assemblea, previa acquisizione dell'assenso dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/42Costa.


   La Camera,
   premesso che:
    l'esigenza di conseguire ulteriori risparmi di spesa impone misure di riorganizzazione che non pregiudichino la funzionalità dell'istituzione e la qualità dei servizi resi dall'Amministrazione;
    sotto questo profilo non si ravvisa alcuna necessità di mantenere aperti i palazzi della Camera nelle giornate di sabato, salvo che non si tengano sedute di organi parlamentari;
    altre attività e manifestazioni che si svolgono nelle giornate festive o prefestive possono essere ridotte di numero e, in ogni caso, programmate per giorni diversi;
    la chiusura dei palazzi nelle giornate prefestive permetterebbe di conseguire importanti risparmi, a partire da quelli relativi alle utenze;
    la reperibilità del personale e la dotazione di adeguati strumenti informatici, d'altra parte, possono permettere di affrontare situazioni di emergenza che dovessero presentarsi,

invita l'Ufficio di Presidenza
e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di prevedere la chiusura di tutti i palazzi della Camera nelle giornate prefestive, salvo che non si tengano sedute di organi parlamentari.
9/Doc. VIII, n. 2/43Martella.


   La Camera,
   premesso che:
    l'esigenza di conseguire ulteriori risparmi di spesa impone misure di riorganizzazione che non pregiudichino la funzionalità dell'istituzione e la qualità dei servizi resi dall'Amministrazione;
    sotto questo profilo non si ravvisa alcuna necessità di mantenere aperti i palazzi della Camera nelle giornate di sabato, salvo che non si tengano sedute di organi parlamentari;
    altre attività e manifestazioni che si svolgono nelle giornate festive o prefestive possono essere ridotte di numero e, in ogni caso, programmate per giorni diversi;
    la chiusura dei palazzi nelle giornate prefestive permetterebbe di conseguire importanti risparmi, a partire da quelli relativi alle utenze;
    la reperibilità del personale e la dotazione di adeguati strumenti informatici, d'altra parte, possono permettere di affrontare situazioni di emergenza che dovessero presentarsi,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di prevedere la chiusura dei Palazzi della Camera nelle giornate prefestive.
9/Doc. VIII, n. 2/43. (Testo modificato nel corso della seduta) Martella.


   La Camera,
   considerato che:
    in sede di ricezione e numerazione degli emendamenti ai diversi provvedimenti in esame, sia in Aula che in commissione, i funzionari procedono prima alla loro numerazione, articolo per articolo e secondo l'ordine di arrivo, e poi al riordino secondo l'ordine di discussione;
    tale prassi comporta che un emendamento all'ultimo comma di un articolo, se presentato per primo in ordine temporale, prenda il numero procedurale «1», anche se sarà discusso come ultimo del relativo articolo;
    questo comporta, in particolare nell'ambito delle discussioni riguardanti un grande numero di emendamenti (manovre economiche, decreti legge) e complesse, sotto il profilo procedurale (accantonamenti, riformulazioni etc.), un continuo «avanti e indietro» nei documenti, alla ricerca del testo in discussione;
    la prassi in uso al Senato è molto più funzionale: gli emendamenti sono raccolti, poi, decorsa la scadenza, sono prima ordinati e poi numerati; di conseguenza l'emendamento soppressivo di un articolo prenderà sempre il numero 1 e i fascicoli dei testi seguono un numero crescente,

impegna l'Ufficio di Presidenza

ad emanare disposizioni interne contenenti disposizioni rivolte ai funzionari e agli altri soggetti preposti alla ricezione degli emendamenti, che stabiliscano che, decorso il termine per la presentazione degli emendamenti, questi debbano essere ordinati secondo l'ordine di discussione e poi numerati.
9/Doc. VIII, n. 2/44Pagano.

(Inammissibile)


   La Camera,
   premesso che:
    nella riunione del 30 gennaio 2012, l'Ufficio di Presidenza ha istituito un rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, che sostituisce il contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, di importo complessivo di 3.690 euro al mese corrisposto direttamente a ciascun deputato;
    per tale suddetto importo solo il 50 per cento viene erogato a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate quali ad esempio collaboratori, consulenze, ricerche, gestione dell'ufficio, utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati, convegni e sostegno delle attività politiche;
    il restante 50 per cento dell'importo del rimborso delle spese per l'esercizio del mandato è invece corrisposto in via forfetaria, senza quindi nessuna modalità di rendicontazione,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di procedere ad una modifica della delibera del 30 gennaio 2012 affinché tali importi vengano al 100 per cento erogati a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate analiticamente con dichiarazione quadrimestrale da presentare entro la fine del mese successivo al quadrimestre di riferimento.
9/Doc. VIII, n. 2/45Paolo Nicolò Romano.


   La Camera,
   premesso che:
    i collaboratori dei deputati svolgono una funzione essenziale ai fini del buon andamento dei lavori parlamentari, eppure la loro figura professionale non è ancora riconosciuta;
    parliamo di profili con un'ottima formazione accademica e professionale che spesso, proprio nella sede per eccellenza della legalità, le istituzioni parlamentari, sono costretti ad accettare condizioni lavorative lesive della propria dignità e in aperto contrasto con gli articoli 3, 35 e 36 della Costituzione che tutela il lavoro e riconosce il diritto ad un'equa retribuzione e qualifica professionale;
    il problema del mancato riconoscimento professionale dei collaboratori parlamentari è ampiamente noto sia alle cronache giornalistiche che parlamentari,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di prevedere formali e periodici incontri con i rappresentanti della categoria dei collaboratori parlamentari, in modo da discutere le problematiche connesse alla loro professione e per un migliore funzionamento delle attività e dei servizi da essi offerti alla Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/46Paolo Nicolò Romano, Mucci.

(Inammissibile)


   La Camera,
   premesso che:
    tra le spese utilizzabili al fine del giustificativo del 50 per cento del rimborso inerente le spese per l'esercizio del mandato ci sono anche le somme versate al soggetto politico quale rimborso delle spese relative alla fornitura di servizi o prestazioni, escluse le erogazioni liberali deducibili o detraibili ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 – Testo unico delle Imposte;
    la Camera dei deputati chiede al singolo deputato di dichiarare sotto la propria responsabilità che tali somme, versate e portate come giustificativo, non sono erogazioni liberali che godono delle suddette detrazioni fiscali;
    la Camera non ha né gli strumenti né la volontà per accertare l'infedeltà del deputato, pertanto sarebbe opportuno eliminare l'utilizzo delle somme versate al partito come giustificativo per accedere al rimborso inerente il rapporto eletto elettori, anche perché i servizi e le prestazioni rese dal soggetto politico all'eletto godono già degli ingenti finanziamenti pubblici;
    la stragrande maggioranza dei deputati, specialmente coloro che non hanno collaboratori, utilizzano tali erogazioni liberali, imposte dai loro rispettivi partiti, sia come giustificativo del 50 per cento del rimborso inerente il rapporto eletto elettori che per le detrazioni fiscali previste dalla legge;
    il rimborso inerente il rapporto eletto elettori deve tornare pertanto alla sua funzione originaria: rimborsare le spese di segreteria e di rappresentanza del parlamentare e non palesarsi come un occulto e pertanto illecito finanziamento ai partiti politici,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di eliminare dalle voci di spesa, ai fini del rimborso inerente le spese per l'esercizio del mandato, le somme versate al soggetto politico quale rimborso delle spese relative alla fornitura di servizi o prestazioni.
9/Doc. VIII, n. 2/47Paolo Nicolò Romano.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    il bilancio delle Camere rappresentative deve rendere testimonianza della credibilità delle istituzioni medesime e della volontà di contribuire alla sforzo economico cui il Paese tutto è chiamato, in particolare nel momento contingente;
    il «Capitolo 55 – Spese per la locazione di immobili» del bilancio 2012 riporta spese per locazione uffici pari a 25.400.000,00 euro,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di ridurre progressivamente le locazioni attraverso la razionalizzazione degli spazi a disposizione dell'Amministrazione.
9/Doc. VIII, n. 2/48. (Nuova formulazione)  Caparini, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marguerettaz, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    il bilancio delle Camere rappresentative deve rendere testimonianza della credibilità delle istituzioni medesime e della volontà di contribuire alla sforzo economico cui il Paese tutto è chiamato, in particolare nel momento contingente;
    il Circolo Montecitorio è una associazione dotata di autonomia finanziaria e promuove iniziative volte al perseguimento di finalità sociali, di carattere ricreativo, culturale, artistico, sportivo dilettantistico, esclusa ogni finalità di lucro e può prestare la propria collaborazione, nell'ambito delle proprie finalità, ad altri enti pubblici o privati; può aderire altresì ad associazioni le cui finalità siano analoghe o conformi alle proprie,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di dismettere qualsiasi tipo di sovvenzione o di finanziamento al Circolo Montecitorio asd.
9/Doc. VIII, n. 2/49. (Nuova formulazione)  Caparini, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marguerettaz, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    il bilancio delle Camere rappresentative deve rendere testimonianza della credibilità delle istituzioni medesime e della volontà di contribuire alla sforzo economico cui il Paese tutto è chiamato, in particolare nel momento contingente;
    il Senato della Repubblica eroga servizi analoghi se non sovrapponibili a quelli necessari al funzionamento della Camera dei deputati,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

in coerenza con gli indirizzi per la realizzazione di nuove forme di integrazione e/o unificazione tra le attività delle amministrazioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, a procedere nell'opera di razionalizzazione, ottimizzazione e appropriatezza dei servizi, secondo criteri di efficienza e economicità.
9/Doc. VIII, n. 2/50. (Nuova formulazione)  Caparini, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marguerettaz, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    il bilancio delle Camere rappresentative deve rendere testimonianza della credibilità delle istituzioni medesime e della volontà di contribuire alla sforzo economico cui il Paese tutto è chiamato, in particolare nel momento contingente;
    il «Cap. 55 – Spese per la locazione di immobili» del bilancio 2012 riporta spese per locazione uffici pari a 25.400.000,00 euro;
    i presidenti della Camera non in carica godono il beneficio di uffici, dotazione strumentale e personale,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

al fine di una razionalizzazione dei costi e degli spazi a valutare l'opportunità di eliminare qualsiasi tipo di trattamento equiparando il presidente della camera non in carica ad un deputato cessato.
9/Doc. VIII, n. 2/51Caparini, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Gianluca Pini, Matteo Bragantini, Allasia, Attaguile, Busin, Borghesi, Bossi, Buonanno, Caon, Invernizzi, Grimoldi, Guidesi, Marguerettaz, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione consta di circa 1.475 dipendenti ed è articolata in 19 Servizi e in 7 Uffici della Segreteria generale oltre all'Archivio Storico e l'Avvocatura della Camera dei deputati con una previsione di cassa di 1.717.060.979,45 per il bilancio di previsione 2013;
    al fine di conseguire apprezzabili risparmi economici sul complessivo costo dell'organo parlamentare gravante sul bilancio del Paese in una fase di seria difficoltà del sistema economico;
    l'utilizzo del software di proprietà è una voce significativa del bilancio della Camera;
    il software libero da diritti proprietari avrebbe un impatto decisivo sull'economia locale dell'innovazione, farebbe lavorare professionisti e imprese che oggi di fatto non hanno un mercato e non lo avranno fino a quando le politiche nel settore pubblico saranno orientate al software chiuso proposto da grandi e influenti produttori con relazioni consolidate, rapporti pluriennali con amministrazioni centrali e periferiche. Alcuni governi pensano che dobbiamo riprendere questo controllo e dare la possibilità al paese, alle industrie locali, ai giovani programmatori di poter avere un ruolo nello sviluppo tecnologico;
    l'Istat da cinque anni a questa parte è progressivamente migrato verso l’Open Source e, se nel 2003 Istat spendeva 1,2 milioni di euro l'anno in software proprietario, oggi spende meno della metà e sviluppa in proprio gli applicativi e i sistemi open di cui ha bisogno,

invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori, l'Ufficio di Presidenza o entrambi

a valutare l'utilizzo di software libero da diritti proprietari.
9/Doc. VIII, n. 2/52Caparini, Gianluca Pini.


   La Camera,
   premesso che:
    gli ultimi mesi sono stati contrassegnati da una profonda crisi politica che si è inevitabilmente riversata sulle Istituzione svilendone la credibilità ed il funzionamento;
    in questo quadro si è parlato e continua a parlare, delle spese delle Istituzioni con particolare riferimento al Parlamento;
    gli stessi orientamenti – che sono stati adottati dal Governo con la legge n. 85 del 18 luglio 2013 in materia di «Contenimento delle spese relative all'esercizio dell'attività politica» ove si prevede l'introduzione, per i parlamentari che assumono incarichi di Governo, del divieto di cumulo del trattamento economico spettante in qualità di Ministri o Sottosegretari di Stato con l'indennità loro spettante quali membri del Parlamento ovvero, qualora i predetti parlamentari siano dipendenti di pubbliche amministrazioni, con il trattamento economico in godimento presso l'amministrazione di appartenenza, nell'eventualità che gli stessi abbiano optato, in luogo dell'indennità parlamentare, per il mantenimento di tale trattamento economico – devono essere alla base di scelte dettate al contenimento delle indennità integrative aggiuntive previste per i membri della Camera dei deputati che ricoprono incarichi all'interno dell'assemblea legislativa;
    ci si riferisce in particolare, alle indennità di carica e ad ogni altra utilità, comunque denominata, percepita dal Presidente della Camera dei deputati, dai membri dell'Ufficio di Presidenza, dai Presidenti e Vice Presidenti delle Commissioni Permanenti, Bicamerali e Parlamentari d'inchiesta, dai Presidenti e Vicepresidenti dei Gruppi parlamentari;
    allo stato attuale, mentre l'indennità spettante ai membri del Parlamento, sancita dall'articolo 69 della Costituzione «I membri del Parlamento ricevono un'indennità stabilita dalla legge», resa operativa dalla legge 31 ottobre 1965, n. 1261 «l'indennità spettante ai membri del Parlamento (...) per garantire il libero svolgimento del mandato» ha subito nel corso del tempo delle modifiche a seguito di interventi legislativi e attraverso l'adozione di Delibere da parte dell'Ufficio di Presidenza della Camera, poco è stato disposto in ordine a queste indennità di carica che continuano ad essere previste da disposizioni che non sono di rango legislativo;
    al riguardo alcune disposizioni, tese al una riduzione dei costi, sono state assunte dall'Ufficio di Presidenza della Camera lo scorso 2 aprile, dove si è stabilita la riduzione del 30 per cento dell'indennità lorda spettante ai titolari di cariche istituzionali interne; la soppressione del rimborso delle spese telefoniche ed infine l'abolizione delle spese di rappresentanza;
    ma questo risulta essere ancora poco in quanto sarebbe opportuno, nell'ottica di quello che ha già disposto il Governo, al fine di un contenimento della spesa, limitare le indennità di carica al solo Presidente del Senato della Camera dei deputati;
    nulla deve essere previsto invece per le altre cariche interne in quanto, in tutti gli ordinamenti ispirati alla concezione democratica dello Stato è garantito ai parlamentari, rappresentanti del popolo sovrano, un trattamento economico adeguato ad assicurarne l'indipendenza;
    la componente principale dello status economico del parlamentare è l'indennità, non soltanto perché è espressamente prevista dalla Costituzione, ma anche perché costituisce il vero «reddito» del parlamentare laddove le altre componenti che, per la loro consistenza possono soddisfare anche le esigenze che derivano da un incarico interno alle assemblee legislative, hanno natura di rimborsi spese (diaria e rimborsi spesa) e sono dunque volte a soddisfare specifiche esigenze,

impegna l'Ufficio di Presidenza

ed il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di riconoscere al solo Presidente della Camera un importo corrispondente al dieci per cento in più rispetto all'indennità di base considerando l'assunzione di altri incarichi di prestigio istituzionale, all'interno dell'Assemblea parlamentare, come una «remunerazione personale aggiuntiva» in se stessa e dunque un'opportunità di svolgere un servizio prezioso per il Paese.
9/Doc. VIII, n. 2/53Capelli.


   La Camera,
   premesso che:
    nelle scorse legislature gli organi competenti di Camera e Senato hanno provveduto a dettare alcune disposizioni relative a rapporti che intercorrono tra Parlamentari e i loro Collaboratori;
    tali misure, sebbene importanti, non sono risultate in grado di colmare l'enorme vuoto regolamentare nei confronti della figura del Collaboratore parlamentare. Ad oggi, infatti, non esiste una voce di bilancio specifica e vincolata riferita ai Collaboratori; non vi è alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento, non vi è alcuna relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è alcuna chiarezza sul dovere di versamento di tasse, contributi e non vi è alcun elemento di trasparenza;
    sebbene vi sia l'obbligo da parte del parlamentare di depositare presso gli uffici competenti il contratto del proprio Collaboratore, permane il ricorso diffuso a contratti di lavoro atipici, in particolare partite iva e collaborazioni a progetti, nonostante il rapporto di lavoro abbia, molto spesso, le caratteristiche del rapporto di lavoro subordinato;
    con l'intento di meglio definire la figura del Collaboratore, nella XVI legislatura venne approvato dalla Camera dei deputati e trasmesso al Senato il 4 ottobre 2012 la proposta di legge C.n. 5382, concernente la disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento ed i loro Collaboratori; tuttavia, la fine anticipata della legislatura non permise la sua discussione ed eventuale approvazione da parte del Senato;
    la mancata regolamentazione, in particolare sotto un profilo qualitativo, della figura del Collaboratore parlamentare, lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola ed unica contrattazione fra parlamentare e Collaboratore con il rischio (come ampiamente rilevato dai media) di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;
    in molti paesi europei la figura del Collaboratore parlamentare è stata negli anni riconosciuta e maggiormente definita. Tale riconoscimento ha permesso la creazione di una chiara e trasparente disciplina della materia nella quale sono esplicitate le diverse configurazioni del rapporto di lavoro, i tetti finanziari e numero massimo di Collaboratori, il responsabile dell'erogazione della retribuzione, la disciplina per la stipulazione del contratto, eventuali requisiti e incompatibilità; oltre alla disciplina delle modalità di svolgimento e risoluzione del rapporto di lavoro, della garanzie del lavoratore e la disciplina su assistenza e previdenza;
    il Parlamento Europeo il 28 settembre 2005 ha adottato lo «Statuto dei deputati del Parlamento europeo» (2005/684/CE, Euratom), che all'articolo 21 reca le seguenti disposizioni in materia di assistenti dei parlamentari:
     i deputati hanno diritto ad essere assistiti da Collaboratori personali da loro liberamente scelti;
     il Parlamento copre le spese effettivamente sostenute per l'impiego degli assistenti;
     il Parlamento fissa le condizioni per l'esercizio di questo diritto;
    inoltre, con una decisione dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo del 19 maggio 2008 (GUCE C 159 del 13 luglio 2008, p. 1) sono state adottate le Misure di attuazione dello Statuto, il cui Capitolo 5 è dedicato ai Collaboratori personali dei deputati; (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L: 2005:262:0001:0010:IT:PDF);
    l'Assemblea Nazionale francese già nel 1975 (decreto n. 65 del 15 novembre 1975 dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea Nazionale modificato successivamente nel 1997) disciplina la possibilità per i deputati di reclutare dei Collaboratori, per assisterli nell'esercizio del loro mandato. Il Senato francese, invece, nel 1976 (decreto dell'Ufficio di Presidenza del Senato n. 73 del 29 giugno 1976 modificato nel 1996) ha introdotto ufficialmente la figura del Collaboratore parlamentare; (http://www.assemblee-nationale.fr/connaissance/fiches-svnthese/septembre 2012/fiche_82.asp); (http://www.senat.fr/role/senateurs_info/moyens_senateurs.html);
    anche in Spagna la figura del Collaboratore parlamentare è stata disciplinata. All'articolo 2 dello Statuto del Personale delle Cortes Generales, approvato con l'Accordo del 27 marzo 2006, adottato in seduta congiunta dagli Uffici di Presidenza del Congresso dei Deputati e del Senato; (http://noticias.juridicas.com/base _datos/Admin/a270306-cg.html#dt3);
    in Gran Bretagna ad ogni membro della Camera dei Comuni è assegnata, per le spese relative ai compensi destinati ai Collaboratori, una specifica indennità (Staffing Costs Allowance). Essa è stata introdotta con l'approvazione, nella seduta del 5 luglio del 2001, di una mozione di recepimento delle raccomandazioni contenute nel Rapporto n. 48 del 2001 del Senior Salaries Review Body (SSRB), un organismo consultivo indipendente costituito per monitorare le spese per le remunerazioni di funzionari pubblici e di cariche dello Stato e che produce, periodicamente, un rapporto sulla retribuzione e le indennità dei membri del Parlamento. La materia è stata parzialmente modificata nel 2009 attraverso la trasformazione dell'indennità di Staffing Allowance in quella di Staffing Expenditure La voce Staffing expenditure riguarda le seguenti spese:
     stipendi dei Collaboratori;
     contributi per l'Assicurazione nazionale e per la previdenza dei Collaboratori;
     pagamenti per le risorse dello staff nel suo complesso;
     spese per acquisti di servizio per lo staff;
     spese per gli straordinari dei Collaboratori;
     spese di assistenza ai figli dei Collaboratori;
     costi di welfare associati all'impiego dei Collaboratori (malattia, maternità, ecc.);
     spese per le certificazioni di buona salute;
     costi connessi ai tirocini secondo gli standards del National Apprenticeship Service;
     spese occasionali per i volontari ed interns. (http://parliamentarvstandards.org.uk/Pages/default.aspx),

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a disciplinare tempestivamente, in maniera completa e organica il rapporto fra Deputato e Collaboratore tenuto conto delle esigenze di bilancio della Camera dei deputati e avvalendosi delle soluzioni individuate dai principali paesi europei e dal Parlamento Europeo;
   a creare una voce di bilancio vincolata e riservata esclusivamente a quei parlamentari che intendono avvalersi di Collaboratori;
   con l'obiettivo aumentare il livello di trasparenza, ad assumere le opportune iniziative affinché i dati relativi ai Collaboratori, al tipo di contratto e agli emolumenti lordi e netti corrisposti siano pubblicati nel sito internet della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/54Chaouki, Fava, Marazziti, Amendola, Arlotti, Bolognesi, Bonomo, Borghi, Braga, Carnevali, Caruso, Casellato, Cassano, Cimbro, Crivellari, D'Incecco, Ferrari, Giampaolo Galli, Garavini, Giuliani, Gnecchi, Grassi, Gregori, Lacquaniti, Madia, Manzi, Marroni, Mattiello, Melilli, Miccoli, Moscatt, Fitzgerald Nissoli, Oliaro, Palazzotto, Palma, Quartapelle Procopio, Realacci, Domenico Rossi, Rostan, Rotta, Sbrollini, Scalfarotto, Scuvera, Tentori, Terrosi, Tidei, Ventricelli, Villecco Calipari, Zanin, Costantino, Porta.


   La Camera,
   premesso che:
    nelle scorse legislature gli organi competenti di Camera e Senato hanno provveduto a dettare alcune disposizioni relative a rapporti che intercorrono tra Parlamentari e i loro Collaboratori;
    tali misure, sebbene importanti, non sono risultate in grado di colmare l'enorme vuoto regolamentare nei confronti della figura del Collaboratore parlamentare. Ad oggi, infatti, non esiste una voce di bilancio specifica e vincolata riferita ai Collaboratori; non vi è alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento, non vi è alcuna relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è alcuna chiarezza sul dovere di versamento di tasse, contributi e non vi è alcun elemento di trasparenza;
    sebbene vi sia l'obbligo da parte del parlamentare di depositare presso gli uffici competenti il contratto del proprio Collaboratore, permane il ricorso diffuso a contratti di lavoro atipici, in particolare partite iva e collaborazioni a progetti, nonostante il rapporto di lavoro abbia, molto spesso, le caratteristiche del rapporto di lavoro subordinato;
    con l'intento di meglio definire la figura del Collaboratore, nella XVI legislatura venne approvato dalla Camera dei deputati e trasmesso al Senato il 4 ottobre 2012 la proposta di legge C.n. 5382, concernente la disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento ed i loro Collaboratori; tuttavia, la fine anticipata della legislatura non permise la sua discussione ed eventuale approvazione da parte del Senato;
    la mancata regolamentazione, in particolare sotto un profilo qualitativo, della figura del Collaboratore parlamentare, lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola ed unica contrattazione fra parlamentare e Collaboratore con il rischio (come ampiamente rilevato dai media) di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;
    in molti paesi europei la figura del Collaboratore parlamentare è stata negli anni riconosciuta e maggiormente definita. Tale riconoscimento ha permesso la creazione di una chiara e trasparente disciplina della materia nella quale sono esplicitate le diverse configurazioni del rapporto di lavoro, i tetti finanziari e numero massimo di Collaboratori, il responsabile dell'erogazione della retribuzione, la disciplina per la stipulazione del contratto, eventuali requisiti e incompatibilità; oltre alla disciplina delle modalità di svolgimento e risoluzione del rapporto di lavoro, della garanzie del lavoratore e la disciplina su assistenza e previdenza;
    il Parlamento Europeo il 28 settembre 2005 ha adottato lo «Statuto dei deputati del Parlamento europeo» (2005/684/CE, Euratom), che all'articolo 21 reca le seguenti disposizioni in materia di assistenti dei parlamentari:
     i deputati hanno diritto ad essere assistiti da Collaboratori personali da loro liberamente scelti;
     il Parlamento copre le spese effettivamente sostenute per l'impiego degli assistenti;
     il Parlamento fissa le condizioni per l'esercizio di questo diritto;
    inoltre, con una decisione dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo del 19 maggio 2008 (GUCE C 159 del 13 luglio 2008, p. 1) sono state adottate le Misure di attuazione dello Statuto, il cui Capitolo 5 è dedicato ai Collaboratori personali dei deputati; (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L: 2005:262:0001:0010:IT:PDF);
    l'Assemblea Nazionale francese già nel 1975 (decreto n. 65 del 15 novembre 1975 dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea Nazionale modificato successivamente nel 1997) disciplina la possibilità per i deputati di reclutare dei Collaboratori, per assisterli nell'esercizio del loro mandato. Il Senato francese, invece, nel 1976 (decreto dell'Ufficio di Presidenza del Senato n. 73 del 29 giugno 1976 modificato nel 1996) ha introdotto ufficialmente la figura del Collaboratore parlamentare; (http://www.assemblee-nationale.fr/connaissance/fiches-svnthese/septembre 2012/fiche_82.asp); (http://www.senat.fr/role/senateurs_info/moyens_senateurs.html);
    anche in Spagna la figura del Collaboratore parlamentare è stata disciplinata. All'articolo 2 dello Statuto del Personale delle Cortes Generales, approvato con l'Accordo del 27 marzo 2006, adottato in seduta congiunta dagli Uffici di Presidenza del Congresso dei Deputati e del Senato; (http://noticias.juridicas.com/base _datos/Admin/a270306-cg.html#dt3);
    in Gran Bretagna ad ogni membro della Camera dei Comuni è assegnata, per le spese relative ai compensi destinati ai Collaboratori, una specifica indennità (Staffing Costs Allowance). Essa è stata introdotta con l'approvazione, nella seduta del 5 luglio del 2001, di una mozione di recepimento delle raccomandazioni contenute nel Rapporto n. 48 del 2001 del Senior Salaries Review Body (SSRB), un organismo consultivo indipendente costituito per monitorare le spese per le remunerazioni di funzionari pubblici e di cariche dello Stato e che produce, periodicamente, un rapporto sulla retribuzione e le indennità dei membri del Parlamento. La materia è stata parzialmente modificata nel 2009 attraverso la trasformazione dell'indennità di Staffing Allowance in quella di Staffing Expenditure La voce Staffing expenditure riguarda le seguenti spese:
     stipendi dei Collaboratori;
     contributi per l'Assicurazione nazionale e per la previdenza dei Collaboratori;
     pagamenti per le risorse dello staff nel suo complesso;
     spese per acquisti di servizio per lo staff;
     spese per gli straordinari dei Collaboratori;
     spese di assistenza ai figli dei Collaboratori;
     costi di welfare associati all'impiego dei Collaboratori (malattia, maternità, ecc.);
     spese per le certificazioni di buona salute;
     costi connessi ai tirocini secondo gli standards del National Apprenticeship Service;
     spese occasionali per i volontari ed interns. (http://parliamentarvstandards.org.uk/Pages/default.aspx),

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori a valutare l'opportunità di:

   disciplinare tempestivamente, in maniera completa e organica il rapporto fra Deputato e Collaboratore tenuto conto delle esigenze di bilancio della Camera dei deputati e avvalendosi delle soluzioni individuate dai principali paesi europei e dal Parlamento Europeo;
   creare una voce di bilancio vincolata e riservata esclusivamente a quei parlamentari che intendono avvalersi di Collaboratori;
   individuare forme di pubblicità delle retribuzioni dei soggetti in questione, secondo modalità analoghe a quelle previste per i dipendenti della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/54. (Testo modificato nel corso della seduta) Chaouki, Fava, Marazziti, Amendola, Arlotti, Bolognesi, Bonomo, Borghi, Braga, Carnevali, Caruso, Casellato, Cassano, Cimbro, Crivellari, D'Incecco, Ferrari, Giampaolo Galli, Garavini, Giuliani, Gnecchi, Grassi, Gregori, Lacquaniti, Madia, Manzi, Marroni, Mattiello, Melilli, Miccoli, Moscatt, Fitzgerald Nissoli, Oliaro, Palazzotto, Palma, Quartapelle Procopio, Realacci, Domenico Rossi, Rostan, Rotta, Sbrollini, Scalfarotto, Scuvera, Tentori, Terrosi, Tidei, Ventricelli, Villecco Calipari, Zanin, Costantino, Porta.


   La Camera,
   premesso che:
    la pubblicità dei lavori parlamentari dell'Assemblea e delle Commissioni, oltre a garantire l'attuazione di un principio costituzionale, riveste oggi un ruolo sempre più essenziale, in considerazione del sempre maggiore riscontro pubblico che viene richiesto alla politica da parte dei cittadini;
    la pubblicità dei lavori dell'Aula è assicurata mediante la pubblicazione, in corso di seduta, del resoconto stenografico, curata dal Servizio Resoconti;
    la redazione della prima stesura del resoconto stenografico a decorrere dal 2001 è stata affidata ai documentaristi, dipendenti di IV livello, mediante l'utilizzo di un software di riconoscimento vocale, la cui gestione e manutenzione è stata affidata, senza esperimento di una procedura ad evidenza pubblica, ad una ditta esterna alla Camera mediante un contratto che si presenta piuttosto oneroso per il bilancio interno; analogamente, anche la procedura di immissione dei resoconti sul sito web della Camera risulterebbe affidata a personale esterno all'Amministrazione; le medesime funzioni sarebbero state analogamente in parte esternalizzate anche con riferimento alla resocontazione dei lavori delle Commissioni parlamentari;
    dal 2001 ad oggi, per prassi vengono assegnati alla redazione della prima bozza di resoconto stenografico, alla cosiddetta «tabella», solo i documentaristi assunti con l'ultimo concorso. È di tutta evidenza come tale prassi presenti possibili riflessi sulla qualità del servizio e del lavoro svolto, dovendosi invece coinvolgere tutto il personale di IV livello;
    da circa un anno è in corso di svolgimento una procedura amministrativa finalizzata all'acquisto di un software in grado di trascrivere automaticamente la voce del deputato che parla in Aula;
   considerato che:
    la reinternalizzazione della gestione informatica del Servizio Resoconti, anche per con riferimento alla procedura di immissione sul sito web della Camera dei resoconti, potrebbe produrre, per l'Amministrazione, un evidente risparmio di spesa;
    non si capisce per quale ragione i documentaristi più anziani debbano essere esonerati da una delle attività più gravose, ma anche caratterizzante il lavoro presso una Amministrazione parlamentare, vieppiù in considerazione del blocco del turn-over:
     l'introduzione a regime di un software di riconoscimento vocale per i deputati produrrebbe un discreto risparmio dei tempi e del personale necessari alla redazione del resoconto stenografico. Da ciò deriverebbe un virtuoso risparmio sia dei tempi di pubblicazione del resoconto sul sito web della Camera, ma anche del personale necessario alla redazione stessa,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    concludere, in tempi brevi, la procedura amministrativa di acquisto del software di riconoscimento vocale per i deputati;
    avviare una verifica circa la congruità di tutti gli appalti collegati alla resocontazione, in relazione alla spending review già avviata da anni e con particolare riferimento al rapporto tra costi e servizi resi dalle ditte appaltanti;
    avviare una verifica dei carichi di lavoro del personale di IV livello al fine di reperire le risorse necessarie per consentire una più razionale allocazione delle risorse disponibili.
9/Doc. VIII, n. 2/55Fraccaro, Mannino, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 47 del Codice dell'Amministrazione digitale stabilisce che le comunicazioni di documenti tra le pubbliche amministrazioni avvengono mediante l'utilizzo della posta elettronica o in cooperazione applicativa, che sono valide ai fini del procedimento amministrativo una volta che ne sia verificata la provenienza;
    lo stesso articolo 47 prevede che le pubbliche amministrazioni provvedano ad istituire e pubblicare nell'indice PA almeno una casella di posta elettronica certificata per ciascun registro di protocollo, e utilizzino per le comunicazioni tra l'amministrazione ed i propri dipendenti la posta elettronica o altri strumenti informatici di comunicazione nel rispetto delle norme in materia di protezione dei dati personali e previa informativa agli interessati in merito al grado di riservatezza degli strumenti utilizzati;
    con il Decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, convertito con modificazione dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nel richiamato articolo 47 del Codice dell'Amministrazione digitale è stata inserita una disposizione che esclude, in ogni caso, la possibilità per le amministrazioni pubbliche di trasmettere documenti a mezzo fax;
   considerato che:
    è opportuno che l'Amministrazione della Camera, pur potendo in virtù delle guarentigie costituzionali di cui gode, non si sottragga alla disciplina che i parlamentari con vari interventi legislativi hanno imposto alla generalità della pubblica amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    predisporre un cronoprogramma che fissi i termini, necessariamente serrati, entro i quali l'Amministrazione della Camera dei deputati ottempererà all'obbligo di non trasmettere, in ogni caso, i documenti a mezzo fax provvedendo a:
     a) pubblicare gli indirizzi di posta elettronica certificata relativi ai diversi registri di protocollo che l'Amministrazione utilizza per acquisire in entrata, ovvero trasmettere documenti;
     b) rimuovere tutti i dispositivi per la trasmissione dei documenti a mezzo fax, che sono installati all'interno di tutti gli uffici della Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/56Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    con decreto ministeriale n. 220 del 21 settembre 2011 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi da adottare specificatamente per il Servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari;
    nel citato Decreto Ministeriale 220 del 2011 sono state definite le specifiche tecniche di base da rispettare per poter qualificare come «verde» un appalto, prevedendo, con riferimento alla riduzione e alla gestione dei rifiuti, che vengano utilizzati – nella fase di somministrazione e consumo dei pasti – posate, stoviglie e bicchieri riutilizzabili, e che solo in caso di documentate esigenze tecniche possono essere usati posate, stoviglie e bicchieri biodegradabili e compostabili in conformità alla norma UNI EN 13432 2002,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    adottare le misure necessarie a sostituire i bicchieri non riutilizzabili in uso nei distributori automatici presenti all'interno degli uffici della Camera con bicchieri biodegradabili e compostabili conformi alla norma UNI EN 13342:2002, a collocare appositi contenitori per la raccolta della cosiddetta frazione organica all'interno dei quali gettare posate, stoviglie e bicchieri biodegradabili e compostabili conformi alla citata norma UNI.
9/Doc. VIII, n. 2/57Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nel preventivo del bilancio della camera per l'esercizio 2013 è previsto uno stanziamento di 3.800.000 euro circa relativamente alle indennità di funzione dei dipendenti, emolumenti legati allo svolgimento di particolari incarichi;
    la sproporzione del numero degli incarichi sul totale dei dipendenti è particolarmente evidente per il personale di IV livello (documentaristi, tecnici e ragionieri) e V livello (consiglieri): su 183 consiglieri, 170 percepiscono un'indennità; su 293 dipendenti di IV livello, 139 svolgono incarichi che comportano la corresponsione di un'indennità;
   considerato che:
    è principio di diritto comune, nell'ordinamento esterno, quello per cui l'attribuzione di particolari incarichi di funzione è collegata allo svolgimento di funzioni di particolare complessità, o di attività altamente specializzate, o caratterizzate da elevata autonomia ed esperienza, oppure ad una prestazione di particolare valore e contenuto;
    l'attribuzione generalizzata di incarichi non appare rispondere a tali criteri;
    una razionalizzazione degli incarichi in essere, per il personale appartenente a tutti i livelli dell'amministrazione, sarebbe maggiormente rispondente ad un modello teso al recupero della meritocrazia e al conseguimento dei risultati, e produrrebbe altresì risparmi di spesa per l'amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    avviare in tempi brevi una riorganizzazione dell'assetto dell'amministrazione, razionalizzando gli incarichi attualmente attribuiti al personale dipendente sulla base delle funzioni che comportino effettivamente lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità o complessità;
    introdurre conseguentemente un limite temporale di durata per gli incarichi di funzione e, in coerenza con tale misura, prevedere l'assegnazione degli incarichi tramite procedure trasparenti e comparative, anche in linea con quanto previsto per l'ordinamento esterno con il recente decreto-legge n. 101 del 2013.
9/Doc. VIII, n. 2/58Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nel preventivo del bilancio della camera per l'esercizio 2013 è previsto uno stanziamento di 3.800.000 euro circa relativamente alle indennità di funzione dei dipendenti, emolumenti legati allo svolgimento di particolari incarichi;
    la sproporzione del numero degli incarichi sul totale dei dipendenti è particolarmente evidente per il personale di IV livello (documentaristi, tecnici e ragionieri) e V livello (consiglieri): su 183 consiglieri, 170 percepiscono un'indennità; su 293 dipendenti di IV livello, 139 svolgono incarichi che comportano la corresponsione di un'indennità;
   considerato che:
    è principio di diritto comune, nell'ordinamento esterno, quello per cui l'attribuzione di particolari incarichi di funzione è collegata allo svolgimento di funzioni di particolare complessità, o di attività altamente specializzate, o caratterizzate da elevata autonomia ed esperienza, oppure ad una prestazione di particolare valore e contenuto;
    l'attribuzione generalizzata di incarichi non appare rispondere a tali criteri;
    una razionalizzazione degli incarichi in essere, per il personale appartenente a tutti i livelli dell'amministrazione, sarebbe maggiormente rispondente ad un modello teso al recupero della meritocrazia e al conseguimento dei risultati, e produrrebbe altresì risparmi di spesa per l'amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di approfondire il tema dell'eventuale introduzione di limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa, prefigurato negli Indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio scorso.
9/Doc. VIII, n. 2/58. (Testo modificato nel corso della seduta) Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la discussione dei documenti relativi al bilancio interno della Camera nella XVI legislatura si è svolta regolarmente nel secondo semestre dell'anno di riferimento osservando le seguenti tempistiche:
    la discussione sul progetto di bilancio 2008 si è svolta il 23 e il 24 luglio 2008;
    la discussione sul progetto di bilancio 2009 si è svolta il 6 e il 7 luglio 2009;
    la discussione sul progetto di bilancio 2010 si è svolta il 20 e il 21 settembre 2010;
    la discussione sul progetto di bilancio 2011 si è svolta l'1 ed il 2 agosto 2011;
    la discussione sul progetto di bilancio 2012 si è svolta l'1 ed il 2 ottobre 2012;
    è principio di buona amministrazione, oltre che rispetto del significato della parole, discutere il bilancio previsionale sul finire dell'anno precedente di quello interessato dal progetto di bilancio;
   considerato che:
    oggi è in discussione il bilancio preventivo della Camera per il 2013 a circa sessanta giorni dalla fine dell'annualità di riferimento rendendo così sostanzialmente impossibile o sostanzialmente ininfluente ogni orientamento della assemblea che si discostasse dal documento in discussione;
    la tempistica con cui i deputati si trovano a dover deliberare su un bilancio di previsione su una annualità, il 2013, i cui 10/12 sono spirati denota, la considerazione sostanzialmente notarile che di questa Assemblea hanno gli uffici, i Questori e la Presidenza;
    discutere regolarmente il bilancio di previsione con non meno di sei mesi di ritardo denota una prassi patologica da parte dell'Amministrazione, avallata dai vertici Politici cui incombe il governo della Camera, che spoglia l'Assemblea di ogni possibilità di condizionamento delle scelte di governo e gestione operate dall'Amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di individuare un termine perentorio, non oltre il primo trimestre di ciascun anno, entro il quale l'Ufficio di Presidenza sia tenuto a trasmettere all'Aula i documenti di bilancio.
9/Doc. VIII, n. 2/59Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione della Camera dei deputati si è dotata di una infrastruttura informatica che assicura la dematerializzazione della quasi totalità degli atti tipici connessi all'esercizio dell'attività di ogni deputato;
    nel corso dell'intera Legislatura XVI i deputati hanno fatto ricorso al sistema «CameraDoc» per la trasmissione di atti di competenza soltanto in pochi casi;
    le potenzialità dell'infrastruttura informatica, in mancanza di disposizioni che vincolino espressamente ciascun deputato a farne ricorso almeno per alcune tipologie di atti, sono del tutto sottoutilizzate;
    considerato che:
     è necessaria una decisa accelerazione nell'utilizzo della piattaforma informatica che sia coerente con gli orientamenti legislativi nazionali in tema di dematerializzazione dell'attività di tutte le Amministrazioni pubbliche,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a valutare l'opportunità di:
    a) introdurre, preliminarmente in via sperimentale, l'obbligo, per tutti i deputati, di procedere al deposito degli atti di sindacato ispettivo mediante il sistema «CameraDoc»;
    b) individuare, con cadenza semestrale, le tipologie di ulteriori atti, connessi all'esercizio dell'attività di ogni deputato, per i quali prevedere l'obbligo di trasmissione esclusivo a mezzo di CameraDoc o posta elettronica certificata.
9/Doc. VIII, n. 2/60Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 197 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 ha stabilito che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, i cedolini per il pagamento delle competenze stipendiali del personale delle amministrazioni di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, purché sia già in possesso di caselle di posta elettronica fornite dall'amministrazione, sono trasmessi esclusivamente per via telematica all'indirizzo di posta elettronica assegnato a ciascun dipendente;
    il decreto interministeriale del 12 gennaio 2006 ha stabilito che l'obbligo, per le Amministrazioni, di sostituire il cedolino con un documento informatico può essere assolto mediante la trasmissione dello stesso documento all'indirizzo di posta elettronica del dipendente ovvero attraverso l'accesso al documento informatico, da parte del dipendente, su un sito web;
    l'articolo 1 comma 114 della legge 228 del 2012 ha stabilito che, a decorrere dall'anno 2013, gli enti previdenziali rendono disponibile la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati (CUI) in modalità telematica,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di valutare l'adozione delle misure necessarie a sostituire tutte le comunicazioni ai dipendenti, ovvero a chiunque, a qualunque titolo svolga prestazioni lavorative e professionali per le quali percepisce un compenso da parte dell'Amministrazione della Camera dei deputati, con documenti informatici inviati alla casella di posta elettronica ovvero caricati sul sito web.
9/Doc. VIII, n. 2/61Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il contributo per il Circolo Montecitorio è stato ridotto, per il triennio 2013-2015, dagli originari 100.000 euro annui ad euro 80.000 nel 2013, 40.000 nel 2014 e 10.000 nel 2015 con la previsione, come emerge dalla relazione dei Questori, di azzeramento della contribuzione a partire dal 2016;
   considerato che:
    la stessa previsione da parte dei Questori del progressivo azzeramento della contribuzione denota l'assoluta inessenzialità di tale circolo rispetto alla mission dell'istituzione;
    il grave stato di crisi economica del Paese impone a ciascun soggetto pubblico una attenta e coraggiosa revisione della spesa che operi con incisività ed immediatezza,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di considerare l'azzeramento della contribuzione per il Circolo Montecitorio a partire dal 2014, conseguendo un risparmio atteso di 50.000 euro.
9/Doc. VIII, n. 2/62Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 prevede la predisposizione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il concerto dei Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 aprile 2008, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, è stato approvato il «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    il citato Piano prevede la definizione – attraverso appositi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dei cosiddetti «Criteri Ambientali Minimi» da inserire nelle procedure di acquisto relative alle categorie merceologiche elencate nel comma 1127 del citato articolo della legge 296/2006;
   considerato che:
    i Criteri Ambientali Minimi – che contengono indicazioni specifiche di natura ambientale e, in alcuni casi, etico-sociale da adottare nelle diverse fasi delle procedure di gara relativamente alle categorie merceologiche elencate – vengono aggiornati alla luce dell'evoluzione tecnologica del mercato e di nuove indicazioni della Commissione Europea,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'inserimento nei singoli capitolati di gara di una clausola di aggiornamento prezzi in funzione dei CAM (criteri ambientali minimi), nei limiti delle compatibilità ambientali.
9/Doc. VIII, n. 2/63. (Nuova formulazione) Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    con decreto ministeriale n. 220 del 21 settembre 2011 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi da adottare specificatamente per il Servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari;
    nel citato decreto ministeriale 220 del 2011 sono state definite le specifiche tecniche di base da rispettare per poter qualificare come «verde» un appalto, prevedendo che ”Non dovrà essere previsto l'utilizzo di acqua e bevande confezionate se non per specifiche e documentate esigenze tecniche (logistiche e igienico-sanitarie). Dovrà pertanto essere individuata la soluzione più idonea in base all'utenza e al contesto, prevedendo l'utilizzo di acqua e bevande sfuse: distribuzione di acqua di rete, distribuzione di acqua microfiltrata e bevande alla spina naturali e gassate (da concentrato);
   considerato che:
    nell'appunto predisposto dai Deputati Questori in merito alle questioni poste dai Deputati Di Maio, Fraccaro e Mannino con lettera del 1o agosto 2013, si fa presente che il consumo mensile medio, calcolato comparando i primi 7 mesi del 2012 con i primi sette mesi del 2013, è pari rispettivamente a 11.692 bottigliette di acqua minerale nel 2012 e a 2.128 nel 2013;
    la forte riduzione dei consumi mensili medi non dipende dall'adozione di specifiche misure coerenti con le indicazioni del decreto ministeriale, ma dall'andamento contingente dei lavori della Camera nei primi mesi di quest'anno per effetto dello scioglimento anticipato della XVI legislatura e del lungo stallo che ha preceduto l'insediamento dell'Esecutivo attualmente in carica e l'effettivo avvio dei lavori parlamentari;
    sono dunque necessarie delle misure che portino all'azzeramento tendenziale dei confezionamenti per la distribuzione dell'acqua e delle bevande,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di valutare un Piano di azione che preveda l'attivazione di nuovi punti di distribuzione-erogazione di acqua e bevande sfuse connessi direttamente alla rete pubblica, e la modifica dell'attuale sistema di rifornimento delle bevande da somministrare all'interno degli edifici della Camera dei deputati, fondato sull'acquisto di acqua in confezionamenti di plastica, con una soluzione che eviti il ricorso ai confezionamenti ovvero preveda esclusivamente l'impiego di contenitori in vetro con il meccanismo del vuoto a rendere.
9/Doc. VIII, n. 2/64Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il bilancio preventivo della Camera dei deputati per l'esercizio finanziario 2013 reca una previsione di spesa per consulenze amministrative e incarichi pari a circa 550 mila euro;
    la maggior parte delle consulenze e degli incarichi in essere è conferita ai medesimi soggetti da circa dieci anni;
    alcune di queste consulenze sono particolarmente onerose per il bilancio della Camera, pur non sostanziandosi in attività di supporto alle funzioni tipiche del Parlamento o a funzioni ad esse connesse in alcun modo;
    considerato che:
     la Corte dei conti, nelle sue numerose pronunce, ha evidenziato, in più occasioni, che il ricorso a incarichi e consulenze esterne è consentito solo in presenza di specifiche condizioni, quali la straordinarietà e l'eccezionalità delle esigenze da soddisfare, la carenza di strutture e personale idoneo, il carattere limitato nel tempo e la non instaurazione di un rapporto temporaneo di lavoro;
     secondo il consolidato orientamento della Corte dei conti, inoltre, l'incarico conferito non deve protrarsi per un tempo eccessivo con reiterate proroghe, né avere ad oggetto la mera duplicazione di compiti già svolti;
     secondo la stessa Corte dei conti, infine, il mancato rispetto dell'esigenza di limitare l'affidamento delle consulenze onerose ai casi di effettiva necessità e senza il rigoroso rispetto delle modalità previste, in quanto denota l'inosservanza di un dovere minimo di diligenza, configura colpa grave, con conseguente responsabilità per danno erariale;
     l'orientamento della Corte dei conti è stato recepito nell'ordinamento di diritto comune con l'articolo 7 del decreto legislativo n. 165 del 2001 con cui sono dettate regole particolarmente stringenti per le attività di consulenza e gli incarichi professionali, stabilendo, tra l'altro che tali incarichi e consulenze possono essere conferiti per esigenze cui le amministrazioni non possano far fronte con personale in servizio e che la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata; non è ammesso il rinnovo; l'eventuale proroga dell'incarico originario è consentita in via eccezionale,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a valutare l'opportunità di:
    recepire all'interno dell'ordinamento della Camera i principi dettati dalla normativa di diritto comune stabilita dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 165 del 2001, in coerenza con gli orientamenti della Corte dei conti;
    procedere, in ogni caso, ad una revisione complessiva delle consulenze e degli incarichi in essere, mediante una loro riduzione, una rideterminazione degli importi corrisposti, nonché l'affidamento ad esperti di comprovata competenza scelti, tra una rosa di candidati, secondo procedure trasparenti e una valutazione comparativa di merito.
9/Doc. VIII, n. 2/65Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a valutare l'opportunità di:
    recepire all'interno dell'ordinamento della Camera i principi dettati dalla normativa di diritto comune stabilita dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 165 del 2001, in coerenza con gli orientamenti della Corte dei conti;
    procedere, in ogni caso, ad una revisione complessiva delle consulenze e degli incarichi in essere, mediante una loro riduzione, una rideterminazione degli importi corrisposti, nonché l'affidamento ad esperti di comprovata competenza scelti, tra una rosa di candidati, secondo procedure trasparenti e una valutazione comparativa di merito.
9/Doc. VIII, n. 2/65. (Testo modificato nel corso della seduta) Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 prevede la predisposizione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il concerto dei Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'11 aprile 2008, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, è stato approvato il «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    il citato Piano prevede la definizione – attraverso appositi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dei cosiddetti «Criteri Ambientali Minimi» da inserire nelle procedure di acquisto relative alle categorie merceologiche elencate nell'articolo 1 comma 1127 della legge 296/2006;
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 7 marzo 2012 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per l'affidamento di servizi energetici per gli edifici – servizio di illuminazione e forza motrice – servizio di riscaldamento/raffrescamento;
    per quel che concerne le condizioni esecutive da rispettare nella gestione del servizio di illuminazione e forza motrice, il citato decreto-legge del 7 marzo 2012, prevede, tra le altre cose, che:
     vengano realizzati un sistema automatizzato di gestione degli impianti (accensione/spegnimento, regolazione) e un sistema automatizzato di monitoraggio degli stessi impianti, comprensivo degli apparecchi per la misura dell'energia elettrica e per l'acquisizione, l'elaborazione e l'archiviazione di dati che consentano di valutare le prestazioni degli impianti;
     venga fornito un rapporto almeno semestrale sul servizio che evidenzi, tra gli altri, i consumi, espressi in più unità di misura appropriate [MWh, tep, emissioni di CO2 (tCO2), eccetera], gli orari di utilizzazione degli impianti e i giorni di inizio e di fine erogazione del servizio, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria effettuati;
     vengano installati, all'interno degli ambienti di ingresso, targhe/cartelloni che indichino il valore dei consumi energetici annui per illuminazione e FM, distinti per singola fonte energetica e le fonti energetiche utilizzate nell'appalto;
    per quel che concerne le condizioni esecutive da osservare nella gestione del servizio di riscaldamento e raffrescamento di edifici, comprensivo dell'eventuale trattamento dell'aria e della fornitura di acqua calda sanitaria, il decreto 7 marzo 2012 prevede, tra le altre cose, che:
     vengano realizzati sistemi automatizzati di gestione degli impianti (accensione, regolazione, spegnimento) e un sistema automatizzato di monitoraggio degli stessi impianti, comprensivo di apparecchi per la misura dell'energia termica (contatori divisionali) e per l'acquisizione, l'elaborazione e l'archiviazione di dati che consentano di valutare le prestazioni degli impianti;
     vengano rilevati, almeno ogni ora, i consumi di energia termica; venga effettuato un monitoraggio rispetto al funzionamento dell'impianto idrico attraverso l'installazione dei contatori necessari e delle apparecchiature necessarie all'acquisizione e all'elaborazione automatica dei dati rilevati;
     venga fornito un rapporto semestrale che evidenzi i consumi, espressi in più unità di misura appropriate [MWh, tep, emissioni di CO2 (tCO2), eccetera], gli orari di utilizzazione degli impianti e degli edifici e i giorni di inizio e di fine erogazione del servizio, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e il consumo idrico mensile dell'edificio ed il relativo indicatore di consumo in rapporto alla superficie servita (m3/m2);
     vengano installati, all'interno degli ambienti di ingresso, targhe/cartelloni che indichino il valore dei consumi energetici annui per riscaldamento/raffrescamento, distinti per singola fonte energetica e le fonti energetiche utilizzate nell'appalto;
   considerato che:
    nell'appunto predisposto dai Deputati Questori in merito alle questioni poste dai deputati Di Maio, Fraccaro e Mannino con lettera del 1o agosto 2013, si fa presente che l'Amministrazione dispone di un archivio informatizzato nel quale sono inseriti tutti i dati tecnici costruttivi e prestazionali degli impianti a servizio dei Palazzi della Camera dei deputati;
    nello stesso appunto si dice che il monitoraggio e la gestione degli impianti centralizzati (termoidraulici e di condizionamento) o di distribuzione primaria (elettrici) sono assicurati da sistemi di supervisione informatizzati e che, con cadenza mensile, i Direttori dei lavori dei presidi di manutenzione per gli impianti elettrici e termofrigoriferi consegnano all'amministrazione i report sulla funzionalità degli impianti:
    nell'appunto dei Deputati Questori si precisa che i sistemi di supervisione informatizzati installati nei computer presenti nelle sale delle centrali elettriche e termofrigorifere di Palazzo Montecitorio e del Palazzo dei Gruppi dialogano con misuratori di potenza elettrica e di portata dei fluidi termofrigoriferi che sono in fase di progressiva installazione sulle porzioni di impianto oggetto di interventi di riqualificazione;
    nello stesso appunto si precisa che dati specifici sui consumi elettrici di parti degli impianti sono desumibili dalla lettura dei contatori presenti presso i vari punti di consegna dell'energia elettrica,

impegna l'Ufficio di Presidenza

   a valutare la possibilità di:
    a) predisporre e pubblicare un piano di intervento per l'installazione prioritaria di misuratori di potenza elettrica di portata dei fluidi termofrigoriferi e di apparecchi per la misura dell'energia termica (contatori divisionali) in tutte le porzioni degli impianti presenti all'interno dei palazzi della Camera dei deputati che non ne sono ancora dotati;
    b) pubblicare i report sulla funzionalità degli impianti con tutte le informazioni relative agli interventi di manutenzione effettuati, che i Direttori dei lavori dei presidi di manutenzione degli impianti elettrici e termofrigoriferi consegnano all'amministrazione con cadenza mensile;
    c) pubblicare, con cadenza almeno semestrale, un rapporto che, relativamente al servizio di illuminazione e forza motrice, evidenzi, per ciascun edificio della Camera dei deputati, i consumi espressi in più unità di misura appropriate, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera) e gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria effettuati;
    d) pubblicare, con cadenza almeno semestrale, un rapporto che, relativamente al servizio di riscaldamento e raffrescamento di edifici, comprensivo dell'eventuale trattamento dell'aria e della fornitura di acqua calda sanitaria, evidenzi per ciascun edificio della Camera dei deputati, i consumi espressi in più unità di misura appropriate, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e il consumo idrico mensile dell'edificio ed il relativo indicatore di consumo in rapporto alla superficie servita (m3/m2);
    e) di installare, all'interno degli ambienti di ingresso di ciascuno palazzi della Camera dei deputati, targhe/cartelli che indichino i consumi energetici annui per illuminazione e FM e quelli per riscaldamento/raffrescamento.
9/Doc. VIII, n. 2/66Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 prevede la predisposizione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il concerto dei Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'11 aprile 2008, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, è stato approvato il «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    il citato Piano prevede la definizione – attraverso appositi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dei cosiddetti «Criteri Ambientali Minimi» da inserire nelle procedure di acquisto relative alle categorie merceologiche elencate nell'articolo 1 comma 1127 della legge 296/2006;
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 7 marzo 2012 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per l'affidamento di servizi energetici per gli edifici – servizio di illuminazione e forza motrice – servizio di riscaldamento/raffrescamento;
    per quel che concerne le condizioni esecutive da rispettare nella gestione del servizio di illuminazione e forza motrice, il citato decreto-legge del 7 marzo 2012, prevede, tra le altre cose, che:
     vengano realizzati un sistema automatizzato di gestione degli impianti (accensione/spegnimento, regolazione) e un sistema automatizzato di monitoraggio degli stessi impianti, comprensivo degli apparecchi per la misura dell'energia elettrica e per l'acquisizione, l'elaborazione e l'archiviazione di dati che consentano di valutare le prestazioni degli impianti;
     venga fornito un rapporto almeno semestrale sul servizio che evidenzi, tra gli altri, i consumi, espressi in più unità di misura appropriate [MWh, tep, emissioni di CO2 (tCO2), eccetera], gli orari di utilizzazione degli impianti e i giorni di inizio e di fine erogazione del servizio, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria effettuati;
     vengano installati, all'interno degli ambienti di ingresso, targhe/cartelloni che indichino il valore dei consumi energetici annui per illuminazione e FM, distinti per singola fonte energetica e le fonti energetiche utilizzate nell'appalto;
    per quel che concerne le condizioni esecutive da osservare nella gestione del servizio di riscaldamento e raffrescamento di edifici, comprensivo dell'eventuale trattamento dell'aria e della fornitura di acqua calda sanitaria, il decreto 7 marzo 2012 prevede, tra le altre cose, che:
     vengano realizzati sistemi automatizzati di gestione degli impianti (accensione, regolazione, spegnimento) e un sistema automatizzato di monitoraggio degli stessi impianti, comprensivo di apparecchi per la misura dell'energia termica (contatori divisionali) e per l'acquisizione, l'elaborazione e l'archiviazione di dati che consentano di valutare le prestazioni degli impianti;
     vengano rilevati, almeno ogni ora, i consumi di energia termica; venga effettuato un monitoraggio rispetto al funzionamento dell'impianto idrico attraverso l'installazione dei contatori necessari e delle apparecchiature necessarie all'acquisizione e all'elaborazione automatica dei dati rilevati;
     venga fornito un rapporto semestrale che evidenzi i consumi, espressi in più unità di misura appropriate [MWh, tep, emissioni di CO2 (tCO2), eccetera], gli orari di utilizzazione degli impianti e degli edifici e i giorni di inizio e di fine erogazione del servizio, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e il consumo idrico mensile dell'edificio ed il relativo indicatore di consumo in rapporto alla superficie servita (m3/m2);
     vengano installati, all'interno degli ambienti di ingresso, targhe/cartelloni che indichino il valore dei consumi energetici annui per riscaldamento/raffrescamento, distinti per singola fonte energetica e le fonti energetiche utilizzate nell'appalto;
   considerato che:
    nell'appunto predisposto dai Deputati Questori in merito alle questioni poste dai deputati Di Maio, Fraccaro e Mannino con lettera del 1o agosto 2013, si fa presente che l'Amministrazione dispone di un archivio informatizzato nel quale sono inseriti tutti i dati tecnici costruttivi e prestazionali degli impianti a servizio dei Palazzi della Camera dei deputati;
    nello stesso appunto si dice che il monitoraggio e la gestione degli impianti centralizzati (termoidraulici e di condizionamento) o di distribuzione primaria (elettrici) sono assicurati da sistemi di supervisione informatizzati e che, con cadenza mensile, i Direttori dei lavori dei presidi di manutenzione per gli impianti elettrici e termofrigoriferi consegnano all'amministrazione i report sulla funzionalità degli impianti:
    nell'appunto dei Deputati Questori si precisa che i sistemi di supervisione informatizzati installati nei computer presenti nelle sale delle centrali elettriche e termofrigorifere di Palazzo Montecitorio e del Palazzo dei Gruppi dialogano con misuratori di potenza elettrica e di portata dei fluidi termofrigoriferi che sono in fase di progressiva installazione sulle porzioni di impianto oggetto di interventi di riqualificazione;
    nello stesso appunto si precisa che dati specifici sui consumi elettrici di parti degli impianti sono desumibili dalla lettura dei contatori presenti presso i vari punti di consegna dell'energia elettrica,

invita l'Ufficio di Presidenza, nei limiti delle compatibilità finanziarie

   a valutare la possibilità di:
    a) predisporre e pubblicare un piano di intervento per l'installazione prioritaria di misuratori di potenza elettrica di portata dei fluidi termofrigoriferi e di apparecchi per la misura dell'energia termica (contatori divisionali) in tutte le porzioni degli impianti presenti all'interno dei palazzi della Camera dei deputati che non ne sono ancora dotati;
    b) pubblicare i report sulla funzionalità degli impianti con tutte le informazioni relative agli interventi di manutenzione effettuati, che i Direttori dei lavori dei presidi di manutenzione degli impianti elettrici e termofrigoriferi consegnano all'amministrazione con cadenza mensile;
    c) pubblicare, con cadenza almeno semestrale, un rapporto che, relativamente al servizio di illuminazione e forza motrice, evidenzi, per ciascun edificio della Camera dei deputati, i consumi espressi in più unità di misura appropriate, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera) e gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria effettuati;
    d) pubblicare, con cadenza almeno semestrale, un rapporto che, relativamente al servizio di riscaldamento e raffrescamento di edifici, comprensivo dell'eventuale trattamento dell'aria e della fornitura di acqua calda sanitaria, evidenzi per ciascun edificio della Camera dei deputati, i consumi espressi in più unità di misura appropriate, i valori di alcuni indicatori significativi per ciascun edificio (ad esempio kWh/m2, eccetera), e il consumo idrico mensile dell'edificio ed il relativo indicatore di consumo in rapporto alla superficie servita (m3/m2);
    e) di installare, all'interno degli ambienti di ingresso di ciascuno palazzi della Camera dei deputati, targhe/cartelli che indichino i consumi energetici annui per illuminazione e FM e quelli per riscaldamento/raffrescamento.
9/Doc. VIII, n. 2/66. (Testo modificato nel corso della seduta) Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 prevede la predisposizione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il concerto dei Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 11 aprile 2008, di concerto con il Ministro dell'economia e delle Finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, è stato approvato il «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    il citato Piano prevede la definizione – attraverso appositi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dei cosiddetti «Criteri Ambientali Minimi» da inserire nelle procedure di acquisto relative alle categorie merceologiche elencate nel comma 1127 del soprarichiamato articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, tra le quali è compresa la cancelleria;
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 12 ottobre 2009 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per la Carta in risme:
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 4 aprile 2013 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica-aggiornamento 2013;
    il decreto 4 aprile 2013 «Criteri ambientali minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica (aggiornamento 2013)» ha richiamato l'obiettivo di raggiungere entro l'anno 2014 la quota del 60 per cento degli appalti verdi sul totale degli appalti per le fornitura di carta – fissato nella Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione – aggiungendo che una quota di almeno il 30 per cento dovrebbe avere come oggetto la carta riciclata, con le caratteristiche per essere considerata tale fissate nello stesso decreto;
    il decreto 4 aprile 2013 «Criteri ambientali minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica (aggiornamento 2013)» ha previsto, tra le altre cose, che il cloro gassoso non deve essere utilizzato come agente sbiancante e che gli alchilfenoletossilati e gli altri derivati di alchilfenolo non devono essere aggiunti ai prodotti chimici di pulizia o deinchiostrazione, agli agenti antischiuma ai disperdenti;
   considerato che:
    nell'appunto predisposto dai Deputati Questori in merito alle questioni poste dai deputati Di Maio, Fraccaro e Mannino con lettera del 1o agosto 2013, si fa presente che l'attuale contratto per la fornitura di carta per stampa e fotocopie è stato aggiudicato con decorrenza dal 10 agosto 2012 e scadenza 9 agosto 2017;
    nello stesso appunto si rappresenta che la percentuale di carta riciclata per stampa e per fotocopie, rispetto al totale delle forniture acquistate dalla Camera è pari all'1,30 per cento nel quinquennio e che per quanto concerne l'esclusione delle forniture di prodotti realizzati con cloro gassoso e alchilfenoletossilati, si precisa che quanto al cloro gassoso la fornitura è conforme mentre per gli alchilfenoletossilati il criterio non è stato richiesto dal momento che si tratta di un criterio introdotto con l'aggiornamento 2013 dei CAM, e dunque successivamente alla gara,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    aumentare la quota di carta riciclata per stampa e per fotocopie, da acquistare nel prossimo quinquennio, che contenga, conformemente a quanto stabilito nel decreto del 4 aprile 2013 almeno il 70 per cento di fibre di cellulosa riciclata;
    di richiedere al fornitore che si è aggiudicato il contratto in essere, di fornire carta per stampa e per fotocopie rispetto alla quale non sono stati utilizzati, come agenti sbiancanti, gli alchilfenoletossilati e gli altri derivati di alchilfenolo.
9/Doc. VIII, n. 2/67Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1 comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 prevede la predisposizione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il concerto dei Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 11 aprile 2008, di concerto con il Ministro dell'economia e delle Finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, è stato approvato il «Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione»;
    con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 aprile 2013 è stato approvato il documento recante «Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione» che aggiorna il Piano d'azione di cui al decreto-legge 11 aprile 2008;
    il citato Piano prevede la definizione – attraverso appositi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dei cosiddetti «Criteri Ambientali Minimi» da inserire nelle procedure di acquisto relative alle categorie merceologiche elencate nel comma 1127 del soprarichiamato articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, tra le quali è compresa la cancelleria;
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 12 ottobre 2009 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per la Carta in risme:
    con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 4 aprile 2013 sono stati adottati i Criteri Ambientali Minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica-aggiornamento 2013;
    il decreto 4 aprile 2013 «Criteri ambientali minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica (aggiornamento 2013)» ha richiamato l'obiettivo di raggiungere entro l'anno 2014 la quota del 60 per cento degli appalti verdi sul totale degli appalti per le fornitura di carta – fissato nella Revisione 2013 del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione – aggiungendo che una quota di almeno il 30 per cento dovrebbe avere come oggetto la carta riciclata, con le caratteristiche per essere considerata tale fissate nello stesso decreto;
    il decreto 4 aprile 2013 «Criteri ambientali minimi per l'acquisto di carta per copia e carta grafica (aggiornamento 2013)» ha previsto, tra le altre cose, che il cloro gassoso non deve essere utilizzato come agente sbiancante e che gli alchilfenoletossilati e gli altri derivati di alchilfenolo non devono essere aggiunti ai prodotti chimici di pulizia o deinchiostrazione, agli agenti antischiuma ai disperdenti;
   considerato che:
    nell'appunto predisposto dai Deputati Questori in merito alle questioni poste dai deputati Di Maio, Fraccaro e Mannino con lettera del 1o agosto 2013, si fa presente che l'attuale contratto per la fornitura di carta per stampa e fotocopie è stato aggiudicato con decorrenza dal 10 agosto 2012 e scadenza 9 agosto 2017;
    nello stesso appunto si rappresenta che la percentuale di carta riciclata per stampa e per fotocopie, rispetto al totale delle forniture acquistate dalla Camera è pari all'1,30 per cento nel quinquennio e che per quanto concerne l'esclusione delle forniture di prodotti realizzati con cloro gassoso e alchilfenoletossilati, si precisa che quanto al cloro gassoso la fornitura è conforme mentre per gli alchilfenoletossilati il criterio non è stato richiesto dal momento che si tratta di un criterio introdotto con l'aggiornamento 2013 dei CAM, e dunque successivamente alla gara,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare, compatibilmente con i costi e con le scadenze contrattuali in essere, l'opportunità di:
    aumentare la quota di carta riciclata per stampa e per fotocopie, da acquistare nel prossimo quinquennio, che contenga, conformemente a quanto stabilito nel decreto del 4 aprile 2013 almeno il 70 per cento di fibre di cellulosa riciclata;
    di richiedere al fornitore che si è aggiudicato il contratto in essere, di fornire carta per stampa e per fotocopie rispetto alla quale non sono stati utilizzati, come agenti sbiancanti, gli alchilfenoletossilati e gli altri derivati di alchilfenolo.
9/Doc. VIII, n. 2/67. (Testo modificato nel corso della seduta) Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    i deputati questori, con lettera del 28 giugno 2013, hanno comunicato di aver ritenuto di consentire, confermando quanto previsto nelle scorse due legislature, la possibilità da parte di ciascun deputato di ottenere il rimborso delle spese sostenute per l'acquisto di prodotti informatici (individuati in uno specifico allegato) per un importo massimo di euro 2.500 IVA inclusa nell'arco della legislatura;
   considerato che:
    l'importo massimo del rimborso moltiplicato per la platea degli aventi diritto comporta un esborso potenziale per l'amministrazione pari ad un milione cinquecentomila euro;
    l'acquisto di dotazione informatica diversa ed ulteriore da quanto già fornita dall'amministrazione per gli uffici dei deputati (postazione fissa pc, stampante, scanner, accesso alle principali banche dati e tecniche) è ultronea rispetto alle ordinarie esigenze connesse all'esercizio del mandato;
    gli importi già percepiti dai deputati consentono ampliamente l'acquisto personale di ulteriori mezzi, strumenti e servizi informatici;
    l'elargizione concessa dai questori sembra essere più un singolare privilegio dei parlamentari che un effettivo passaggio alla smaterializzazione degli atti Amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di procedere alla integrale e immediata soppressione di tale forma di rimborso, circoscrivendo a casi eccezionali, da autorizzarsi previamente dalla Presidenza, l'ipotesi di rimborsi connessi a particolari e comprovate necessità di singoli deputati come, ad esempio, particolari software e strumentazioni atte a superare eventuali disabilità del deputato.
9/Doc. VIII, n. 2/68Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    i componenti dell'Ufficio di Presidenza della Camera, i presidenti di commissione parlamentare i deputati che ricoprono incarichi equiparati a quello di presidente di commissione, dispongono di una dotazione di personale per la propria segreteria particolare;
    tale personale, che nel gergo comune è definito «in decreto» o «decretato», può essere individuato tra persone non dipendenti della Camera su indicazione diretta del deputato interessato;
    il personale in decreto è formalmente dipendente diretto del deputato che l'ha nominato, ma l'emolumento economico, che è equiparato al personale della Camera dei deputati a diversi livelli, è corrisposto, insieme ai contributi dall'amministrazione della Camera;
   considerato che:
    trattandosi di incarichi fiduciari è comprensibile che si consenta ai deputati che ricoprono incarichi istituzionali di poter scegliere personale di fiducia anche al di fuori del personale dipendente della Camera;
    proprio al fine di consentire la migliore collaborazione tra il deputato che ricopre una carica istituzionale e il suo personale fiduciario, quest'ultimo non è sottoposto dalla Camera ad alcun vincolo di orario, di presenza e tanto meno ad alcuna forma di rilevazione delle presenze;
    la libertà e la discrezionalità con cui viene scelto tale personale dovrebbe essere temperata dall'assoluta pubblicità circa il loro nominativo, professionalità e compenso;
    nessuna informazione a reperibile sul sito della Camera al riguardo,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di prendere tutte le iniziative idonee ad assicurare la trasparenza in merito alla identità dei soggetti cosiddetti «decretati» prevedendo la pubblicazione sul sito della Camera, nella pagina personale dei deputati che rivestono le cariche che danno diritto ad usufruire di tale forma di collaborazione, dei nominativi, curricula, compensi dei rispettivi collaboratori.
9/Doc. VIII, n. 2/69Cozzolino, Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    i componenti dell'Ufficio di Presidenza della Camera, i presidenti di commissione parlamentare i deputati che ricoprono incarichi equiparati a quello di presidente di commissione, dispongono di una dotazione di personale per la propria segreteria particolare;
    tale personale, che nel gergo comune è definito «in decreto» o «decretato», può essere individuato tra persone non dipendenti della Camera su indicazione diretta del deputato interessato;
    il personale in decreto è formalmente dipendente diretto del deputato che l'ha nominato, ma l'emolumento economico, che è equiparato al personale della Camera dei deputati a diversi livelli, è corrisposto, insieme ai contributi dall'amministrazione della Camera;
   considerato che:
    trattandosi di incarichi fiduciari è comprensibile che si consenta ai deputati che ricoprono incarichi istituzionali di poter scegliere personale di fiducia anche al di fuori del personale dipendente della Camera;
    proprio al fine di consentire la migliore collaborazione tra il deputato che ricopre una carica istituzionale e il suo personale fiduciario, quest'ultimo non è sottoposto dalla Camera ad alcun vincolo di orario, di presenza e tanto meno ad alcuna forma di rilevazione delle presenze;
    la libertà e la discrezionalità con cui viene scelto tale personale dovrebbe essere temperata dall'assoluta pubblicità circa il loro nominativo, professionalità e compenso;
    nessuna informazione a reperibile sul sito della Camera al riguardo,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare le opportune forme di pubblicità delle retribuzioni relative ai soggetti di cui in premessa, secondo modalità analoghe a quelle previste per i dipendenti della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/69. (Testo modificato nel corso della seduta) Cozzolino, Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la procedura del distacco dei dipendenti della Camera dei deputati presso altri enti è regolata dall'articolo 86 del Regolamento dei servizi e del personale;
    i distacchi, come previsto dal comma 3 dell'articolo 86, sono autorizzati dall'ufficio di Presidenza della Camera a seguito di richiesta avanzata dal dipendente;
    l'istituto del distacco, che prevede sia la Camera dei deputati a continuare a corrispondere gli emolumenti economici al dipendente distaccato, ha recentemente suscitato perplessità all'interno dell'Ufficio di Presidenza, anche e soprattutto in un'ottica di contenimento dei costi;
    sulla vigente disciplina del distacco dei dipendenti della Camera, l'Ufficio di Presidenza nelle sedute del 5 giugno 2012 e del 27 settembre 2012 della scorsa legislatura aveva svolto una riflessione;
    nel corso dell'attuale legislatura il tema è stato nuovamente affrontato durante la seduta dell'Ufficio di Presidenza del 14 maggio 2013, dal verbale di quella seduta, pubblicato sul b.o.c n. 3, si apprende dalla Presidente della Camera che è in corso di svolgimento un'istruttoria volta rivedere la disciplina vigente dei distacchi,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di procedere ad una revisione della disciplina attualmente vigente in materia di distacchi al fine di rafforzare ulteriormente l'opera di contenimento della spesa dell'istituzione e limitare la facilità con cui l'Amministrazione della Camera si priva del proprio personale stante il blocco del turn-over.
9/Doc. VIII, n. 2/70Cozzolino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la procedura del distacco dei dipendenti della Camera dei deputati presso altri enti è regolata dall'articolo 86 del Regolamento dei servizi e del personale;
    i distacchi, come previsto dal comma 3 dell'articolo 86, sono autorizzati dall'ufficio di Presidenza della Camera a seguito di richiesta avanzata dal dipendente;
    l'istituto del distacco, che prevede sia la Camera dei deputati a continuare a corrispondere gli emolumenti economici al dipendente distaccato, ha recentemente suscitato perplessità all'interno dell'Ufficio di Presidenza, anche e soprattutto in un'ottica di contenimento dei costi;
    sulla vigente disciplina del distacco dei dipendenti della Camera, l'Ufficio di Presidenza nelle sedute del 5 giugno 2012 e del 27 settembre 2012 della scorsa legislatura aveva svolto una riflessione;
    nel corso dell'attuale legislatura il tema è stato nuovamente affrontato durante la seduta dell'Ufficio di Presidenza del 14 maggio 2013, dal verbale di quella seduta, pubblicato sul b.o.c n. 3, si apprende dalla Presidente della Camera che è in corso di svolgimento un'istruttoria volta rivedere la disciplina vigente dei distacchi,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di procedere ad una revisione della disciplina attualmente vigente in materia di distacchi al fine di rafforzare ulteriormente l'opera di contenimento della spesa dell'istituzione.
9/Doc. VIII, n. 2/70. (Testo modificato nel corso della seduta) Cozzolino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nella seduta del 29 marzo 2012, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha approvato una deliberazione che ha riformato la disciplina delle attribuzioni spettanti agli ex Presidenti della Camera. Tale delibera prevede che gli ex Presidenti della Camera possano godere delle attribuzioni loro spettanti consistenti, tra l'altro, nella dotazione di un ufficio a Palazzo Montecitorio e di personale di segreteria a spese del bilancio della Camera, per un periodo di 10 anni successivo alla fine del loro mandato;
    la stessa delibera ha previsto che per gli ex Presidenti della Camera dei deputati che già godevano delle prerogative per loro previste al momento dell'approvazione della stessa, il nuovo regime decennale sarebbe decorso dall'inizio della XVII legislatura a condizione che gli stessi avessero esercitato il mandato parlamentare nel corso delle legislatura XVI o nel corso della Legislatura XV;
   considerato che:
    la deliberazione richiamata pur essendo adottata anche nell'ottica di una riduzione dei costi della Camera dei deputati, consentiva a chi era cessato dal mandato di presidente della Camera nel 2001, e quindi godeva delle prerogative da ex presidente già da 11 anni, di far decorrere un ulteriore periodo decennale dall'inizio della XVII legislatura in corso;
    la circostanza richiamata provocò forte critiche della stampa e dell'opinione pubblica, tanto da indurre uno degli ex presidenti della Camera a dichiarare pubblicamente di rinunciare alle prerogative a lui spettanti;
    il rilevante taglio operato alla dotazione statale nei confronti della Camera dei deputati pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, ha costretto ad una radicale spending review interna intervenendo non solo sulle spese di funzionamento ma anche nel settore del personale;
    alla luce dei tagli operati, di quelli ulteriori annunciati dall'attuale ufficio di Presidenza, e soprattutto alla luce delle importanti misure già adottate, tra le quali si cita a titolo di esempio, la rinuncia all'utilizzo degli appartamenti in uso ai deputati che ricoprivano determinate cariche istituzionali;
    la persistente previsione di un regime di dotazioni speciali, seppur transitorio, per un periodo decennale nei confronti degli ex Presidenti della Camera dei deputati, mal si accordano con la filosofia di notevole riduzione dei costi della Camera dei deputati intrapresa nella scorsa legislatura e portata avanti dall'attuale ufficio di presidenza,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di procedere alla modifica della delibera del 29 marzo 2012 procedendo ad una eliminazione del regime di dotazioni speciali a favore di chi ha ricoperto il mandato di Presidente della Camera dei deputati, oppure, a valutare l'opportunità di rideterminare più ragionevolmente la tempistica del regime speciale riconosciuto agli ex Presidenti della Camera, conteggiando tale periodo a decorrere dalla fine effettiva del mandato svolto.
9/Doc. VIII, n. 2/71Cozzolino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nella seduta del 29 marzo 2012, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha approvato una deliberazione che ha riformato la disciplina delle attribuzioni spettanti agli ex Presidenti della Camera. Tale delibera prevede che gli ex Presidenti della Camera possano godere delle attribuzioni loro spettanti consistenti, tra l'altro, nella dotazione di un ufficio a Palazzo Montecitorio e di personale di segreteria a spese del bilancio della Camera, per un periodo di 10 anni successivo alla fine del loro mandato;
    la stessa delibera ha previsto che per gli ex Presidenti della Camera dei deputati che già godevano delle prerogative per loro previste al momento dell'approvazione della stessa, il nuovo regime decennale sarebbe decorso dall'inizio della XVII legislatura a condizione che gli stessi avessero esercitato il mandato parlamentare nel corso delle legislatura XVI o nel corso della Legislatura XV;
   considerato che:
    la deliberazione richiamata pur essendo adottata anche nell'ottica di una riduzione dei costi della Camera dei deputati, consentiva a chi era cessato dal mandato di presidente della Camera nel 2001, e quindi godeva delle prerogative da ex presidente già da 11 anni, di far decorrere un ulteriore periodo decennale dall'inizio della XVII legislatura in corso;
    la circostanza richiamata provocò forte critiche della stampa e dell'opinione pubblica, tanto da indurre uno degli ex presidenti della Camera a dichiarare pubblicamente di rinunciare alle prerogative a lui spettanti;
    il rilevante taglio operato alla dotazione statale nei confronti della Camera dei deputati pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, ha costretto ad una radicale spending review interna intervenendo non solo sulle spese di funzionamento ma anche nel settore del personale;
    alla luce dei tagli operati, di quelli ulteriori annunciati dall'attuale ufficio di Presidenza, e soprattutto alla luce delle importanti misure già adottate, tra le quali si cita a titolo di esempio, la rinuncia all'utilizzo degli appartamenti in uso ai deputati che ricoprivano determinate cariche istituzionali;
    la persistente previsione di un regime di dotazioni speciali, seppur transitorio, per un periodo decennale nei confronti degli ex Presidenti della Camera dei deputati, mal si accordano con la filosofia di notevole riduzione dei costi della Camera dei deputati intrapresa nella scorsa legislatura e portata avanti dall'attuale ufficio di presidenza,

invita l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di rideterminare la tempistica del regime speciale riconosciuto agli ex Presidenti della Camera, conteggiando tale periodo a decorrere dalla data di cessazione del mandato.
9/Doc. VIII, n. 2/71. (Testo modificato nel corso della seduta) Cozzolino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    sul capitolo 40 del bilancio preventivo della Camera dei deputati per l'esercizio finanziario 2013, relativo alle pensioni, gravano, tra l'altro, circa 3.300.000 euro per trattamenti pensionistici corrisposti a dodici dipendenti in pensione che, oltre al trattamento di quiescenza percepiscono redditi da lavoro dipendente presso altre pubbliche amministrazioni;
    nell'ordinamento generale non è più contemplato un divieto generalizzato di cumulo tra pensione e redditi da lavoro, che è previsto solo in casi specifici;
    nel periodo in cui vigeva nell'ordinamento esterno un totale divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro, in più occasioni, la Corte costituzionale ne aveva avallato la legittimità costituzionale;
   considerato che:
    l'introduzione per il personale in quiescenza della Camera del predetto divieto di cumulo consentirebbe un considerevole raffreddamento dello stanziamento del capitolo 40 del bilancio interno della Camera,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di introdurre per il personale in quiescenza della Camera il divieto di cumulo tra trattamento pensionistico e redditi da lavoro dipendente corrisposti da altre pubbliche amministrazioni.
9/Doc. VIII, n. 2/72Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il contributo in favore dell'ISLE – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi, fissato all'inizio del 2013 in 150.000 euro per ciascuno degli anni del triennio 2013-2015, è stato ridotto ad euro 120.000 nel 2013, 80.000 nel 2014 e 40.000 nel 2015;
   considerato che:
    il grave stato di crisi economica del Paese impone a ciascun soggetto pubblico una attenta e coraggiosa revisione della spesa che operi con incisività ed immediatezza;
    la contribuzione prevista per il 2015 (pari ad euro 40.000) sembra essere quella più congrua in riferimento ai rapporti stabili che il Parlamento ha con l'Istituto con particolare riguardo alla attività di formazione che la scuola attiva annualmente a beneficio dei funzionari del Parlamento e degli altri organi costituzionali;
    la qualità delle attività e le finalità dell'istituto giustificano il protrarsi della contribuzione del Parlamento anche nell'ambito di una incisiva riconsiderazione della spesa dell'istituzione Camera dei deputati,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di rimodulare la previsione di contribuzione dell'ISLE – Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi, in 40 mila euro l'anno a partire dall'anno 2014, conseguendo in tal modo un risparmio atteso pari ad euro 30.000.
9/Doc. VIII, n. 2/73Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la trasparenza dei costi sopportati dall'amministrazione per ciascun servizio è fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini nell'istituzione;
   considerato che:
    tra gli aspetti che più hanno colpito i cittadini, nel recente passato, sono stati i costi sopportati dall'amministrazione per i servizi della ristorazione per i deputati e dipendenti;
    considerato che tutto debba essere assolutamente trasparente e d'immediata percezione tanto per gli usufruitori dei servizi quanto per chiunque vi abbia interesse;
    presso i servizi di ristorazione del Senato sulla stessa ricevuta consegnata all'acquirente del pasto viene evidenziato il costo in concreto sostenuto dall'amministrazione e l'ammontare di spesa sopportato direttamente dal singolo utente,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di adottare tutte le opportune iniziative per mutuare quanto viene realizzato dai servizi di ristorazione del Senato in relazione alla pubblicità su ciascuna ricevuta rilasciata all'atto dell'acquisto dell'evidenziazione del costo per l'Amministrazione del singolo pasto e la quota parte pagata direttamente dal dipendente e/o assimilato.
9/Doc. VIII, n. 2/74Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la trasparenza dei costi sopportati dall'amministrazione per ciascun servizio è fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini nell'istituzione;
   considerato che:
    tra gli aspetti che più hanno colpito i cittadini, nel recente passato, sono stati i costi sopportati dall'amministrazione per i servizi della ristorazione per i deputati e dipendenti;
    considerato che tutto debba essere assolutamente trasparente e d'immediata percezione tanto per gli usufruitori dei servizi quanto per chiunque vi abbia interesse;
    presso i servizi di ristorazione del Senato sulla stessa ricevuta consegnata all'acquirente del pasto viene evidenziato il costo in concreto sostenuto dall'amministrazione e l'ammontare di spesa sopportato direttamente dal singolo utente,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare la possibilità di procedere nel senso indicato in premessa, dopo la conclusione della procedura di gara.
9/Doc. VIII, n. 2/74. (Testo modificato nel corso della seduta) Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    con l'avvio della XVII legislatura si è andata sempre più diffondendo tra i deputati la meritoria abitudine di pranzare alla mensa self-service riservata al personale e ai dipendenti dei gruppi parlamentari e collocata al piano basamentale di Palazzo Montecitorio;
    si tratta di una mensa ricavata in uno spazio piuttosto angusto, che non riesce a sopportare il sempre crescente carico di utenza cui viene sottoposto;
    pertanto, soprattutto in particolari fasce orarie generalmente corrispondenti alla sospensione della seduta antimeridiana dell'Assemblea, si creano code molto lunghe e incompatibili con i tempi della pausa pranzo di deputati, personale e dipendenti dei gruppi;
   considerato che:
    al piano Aula, più o meno in corrispondenza della sopracitata mensa è situato il ristorante riservato ai deputati;
    non si capisce la ragione per cui ai deputati debba essere riservato uno spazio dedicato, a maggior ragione a fronte del crescente utilizzo, da parte dei deputati medesimi, della mensa self-service sottostante,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di convertire il ristorante per i deputati sito al piano Aula in mensa self-service, in modo da alleviare il carico di utenza della mensa sottostante, eventualmente anche selezionando le categorie di soggetti che possano accedervi e facendo in modo di preservare il rapporto di lavoro del personale attualmente impiegato presso il ristorante dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/75Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione della Camera, tradizionalmente, aggiorna con grande perizia un eccezionale archivio dei precedenti parlamentari, avendo anche cura di sistematizzarli e organizzarli in preziosi dossier;
    tuttavia, nessuna forma di pubblicità è ad oggi garantita per tali materiali;
    la pubblicazione di questo archivio rappresenterebbe senz'altro un utilissimo strumento di lavoro per tutta la «comunità parlamentare» (deputati, gruppi parlamentari e relativi collaboratori) e, del resto, non si capisce la ragione di tale riservatezza;
    anche la dottrina giuridica, in tempi recenti, ha manifestato una tendenza prevalente a riconsiderare il problema, ritenendo la segretezza non opportuna e confliggente con la necessità di rendere tracciabile e trasparente l'attività dell'istituzione, non solo per i deputati e i gruppi parlamentari, ma anche per gli studiosi del diritto parlamentare,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di consentire la pubblicazione sul sito internet istituzionale della Camera dei deputati della banca dati dei precedenti parlamentari od in subordine quantomeno, sul portale intranet dei deputati, con possibilità di accedervi da parte degli accademici che ne facciano richiesta.
9/Doc. VIII, n. 2/76Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Amministrazione della Camera, tradizionalmente, aggiorna con grande perizia un eccezionale archivio dei precedenti parlamentari, avendo anche cura di sistematizzarli e organizzarli in preziosi dossier;
    tuttavia, nessuna forma di pubblicità è ad oggi garantita per tali materiali;
    la pubblicazione di questo archivio rappresenterebbe senz'altro un utilissimo strumento di lavoro per tutta la «comunità parlamentare» (deputati, gruppi parlamentari e relativi collaboratori) e, del resto, non si capisce la ragione di tale riservatezza;
    anche la dottrina giuridica, in tempi recenti, ha manifestato una tendenza prevalente a riconsiderare il problema, ritenendo la segretezza non opportuna e confliggente con la necessità di rendere tracciabile e trasparente l'attività dell'istituzione, non solo per i deputati e i gruppi parlamentari, ma anche per gli studiosi del diritto parlamentare,

invita, per i profili di rispettiva competenza, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

ad approfondire le caratteristiche degli attuali sistemi di archiviazione dei precedenti in funzione della possibilità di realizzare, previa verifica di fattibilità, una vera e propria banca-dati da mettere a disposizione dei deputati su Intranet.
9/Doc. VIII, n. 2/76. (Testo modificato nel corso della seduta) Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    ciascun parlamentare beneficia di un rimborso delle spese per l'esercizio del mandato;
    nella riunione del 30 gennaio 2012, l'Ufficio di Presidenza ha istituito un «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» che sostituisce il contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori;
    tale rimborso, di importo complessivo invariato rispetto al precedente contributo, è pari a 3.690 euro (dopo la riduzione di 500 euro del luglio 2010) ed è corrisposto direttamente a ciascun deputato con le seguenti modalità:
     per un importo fino a un massimo del 50 per cento a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate: collaboratori (sulla base di una dichiarazione di assolvimento degli obblighi previsti dalla legge, corredata da copia del contratto, con attestazione di conformità sottoscritta da un professionista); consulenze, ricerche; gestione dell'ufficio; utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati; convegni e sostegno delle attività politiche;
     per un importo pari al 50 per cento forfetariamente;
   considerato che:
    l'attività del parlamentare trova nella pubblicità sistematica e completa delle spese sostenute nell'ambito della propria azione politica una delle principali garanzie della correttezza delle condotte realizzate;
    le necessità di trasparenza e rendicontazione sono ancor più stringenti ogniqualvolta disponga liberamente di spese con risorse pubbliche,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di deliberare affinché la totalità delle spese effettuate con le risorse percepite a titolo di «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» sia soggetta a sistematica e puntuale rendicontazione mensile dagli uffici della Camera che, verificata l'idoneità della documentazione a supporto delle spese rendicontate, ne curi la pubblicazione analitica nella pagina internet istituzionale di ciascun deputato.
9/Doc. VIII, n. 2/77Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    questo ramo del Parlamento, che insieme al Senato rappresenta la principale istituzione pubblica del Paese, è anche il luogo nel quale il mandato del Segretario Generale è sostanzialmente vitalizio, dal momento che, una volta nominato, non sono previste scadenze;
    sino al 10.12.2002, il secondo comma dell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale prevedeva un mandato settennale, anche perché è difficile immaginare all'interno della Pubblica amministrazione un incarico della durata maggiore del mandato del Presidente della Repubblica;
    occorre inoltre considerare che, sempre secondo quanto disposto dal primo e dal quinto comma del medesimo articolo 7 del RSP, per la nomina del Segretario Generale è prevista una semplice deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, mentre per la sua revoca occorre una deliberazione motivata adottata a maggioranza dei due terzi dei componenti;
    da ciò deriva che l'unico termine temporale al mandato del Segretario Generale della Camera dei deputati è legato al collocamento in quiescenza del medesimo;
    la retribuzione iniziale del Segretario Generale della Camera dei deputati è pari a circa 400.000 euro, oltre alla corresponsione della relativa indennità di funzione;
    tale importo è incrementato del 2,5 per cento ogni due anni;
    il Segretario Generale in carica è stato nominato l'11 novembre 1999, ed ora sulla soglia del quattordicesimo anno di mandato, dopo aver attraversato indenne quattro legislature con i seguenti presidenti Violante (XIII Legislatura), Casini (XIV Legislatura), Bertinotti (XV Legislatura) e Fini (XVI Legislatura), è alla soglia del collocamento in quiescenza, salvo eventuali proroghe anticipate dalla stampa;
    pertanto tra l'incremento biennale e la rivalutazione annuale sui canoni ISTAT la retribuzione attuale del segretario dovrebbe aggirarsi intorno ai 600.000 mila euro annui;
   considerato che:
    nella disciplina di diritto comune non sono previsti incarichi apicali di durata indeterminata;
    l'ipotesi di mandati a vita di soggetti al vertice amministrativo ed istituzionale dello stato è definitivamente espunto dall'ordinamento italiano dall'articolo 19 della legge n. 262 del 2005 che, in riferimento al Governatore della Banca d'Italia, il mandato sia limitato a sei anni rinnovabile una sola volta;
    il limite temporale alla durata dell'incarico, oltre a garantire maggiore terzietà dell'incarico svolto, consentirebbe di contenere i costi sostenuti dall'amministrazione soprattutto in considerazione del periodo di forte crisi finanziaria che sta vivendo il nostro paese e della domanda di riduzione dei costi della politica che proviene dai cittadini,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di reintrodurre il limite temporale della durata del mandato del Segretario Generale, soppresso con delibera dell'Ufficio di Presidenza del 10 dicembre 2002.
9/Doc. VIII, n. 2/78. (Nuova formulazione)  Nuti, Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 7/2013, ha abolito a decorrere dalla XVII legislatura, i fondi di rappresentanza attribuiti ai deputati titolari di cariche istituzionali interne;
    la suddetta deliberazione ha inoltre previsto che, con la medesima decorrenza, le spese di rappresentanza effettuate dai deputati aventi diritto siano rimborsate, nel limite degli stanziamenti dedicati ai suddetti fondi di rappresentanza, ai sensi della disciplina applicativa stabilita dal Collegio dei Questori in data 26 giugno 2013, d'intesa con il Presidente della Camera;
    la deliberazione n. 7/2013 consente ancora ai deputati Presidente di Commissioni ed ai membri dell'Ufficio di Presidenza il rimborso di massimo 6.500 euro annui per spese connesse a doni di rappresentanza; spese per la personalizzazione dei doni di rappresentanza; colazioni e pranzi di rappresentanza sostenute presso esercizi pubblici e/o per servizi di catering; spese per il noleggio di autoveicoli, taxi e carburante e spese per l'alloggio nei limiti previsti dalla normativa vigente con riferimenti ai viaggio di studio delle Commissioni permanenti;
   considerato che:
    tali soggetti già godono di particolari benefici ed indennità connessi alla loro funzione;
    il fine di rappresentanza risulta essere particolarmente fumoso ed idoneo a prestarsi a facili abusi,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di procedere alla integrale soppressione di tale forma di rimborso, circoscrivendo a casi eccezionali, da autorizzarsi previamente dalla Presidenza, l'ipotesi di rimborsi connessi alle spese di rappresentanza la cui documentazione giustificativa dovrà essere pubblicata sul sito istituzionale della Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 2/79Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nei giorni 2-3 luglio 1984 si è svolta nell'Aula di Palazzo Montecitorio una conferenza, promossa dal Presidente della Camera dei deputati, sulle prospettive di riforma e ammodernamento;
    ai lavori di quell'assise, parteciparono i principali attori di questo ramo del parlamento: membri dell'Ufficio di Presidenza, gruppi parlamentari, singoli deputati, responsabili dei vertici amministrativi, singoli dipendenti, rappresentati delle organizzazioni sindacali, giornalisti parlamentari;
    nel concludere i lavori della conferenza la Presidente lotti individuò «una volontà comune di trovare criteri di organizzazione e di funzionamento degli apparati parlamentari capaci di assicurare le migliori condizioni di lavoro per i singoli e la più alta efficienza della struttura»;
   considerato che:
    la particolare temperie storica di crisi dell'istituzione parlamentare in generale e del bicameralismo in particolare renderebbe di assoluta utilità una nuova occasione di confronto schietto tra tutte le componenti dell'Amministrazione;
    è sempre più avvertita necessità di un generale riordino e riassetto delle modalità organizzative e burocratiche dell'amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di promuovere, in occasione del trentennale della convocazione operata della Presidente lotti, per l'anno 2014 i nuovi «Stati generali della Camera» al fine di avviare una riflessione profonda che coinvolga tutti gli attori dell'amministrazione e individuare i corretti assetti organizzativi e amministrativi necessari a garantire la massima funzionalità dell'Amministrazione in vista delle nuove sfide e prospettive che quotidianamente affronta il parlamentarismo.
9/Doc. VIII, n. 2/80Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    nei giorni 2-3 luglio 1984 si è svolta nell'Aula di Palazzo Montecitorio una conferenza, promossa dal Presidente della Camera dei deputati, sulle prospettive di riforma e ammodernamento;
    ai lavori di quell'assise, parteciparono i principali attori di questo ramo del parlamento: membri dell'Ufficio di Presidenza, gruppi parlamentari, singoli deputati, responsabili dei vertici amministrativi, singoli dipendenti, rappresentati delle organizzazioni sindacali, giornalisti parlamentari;
    nel concludere i lavori della conferenza la Presidente lotti individuò «una volontà comune di trovare criteri di organizzazione e di funzionamento degli apparati parlamentari capaci di assicurare le migliori condizioni di lavoro per i singoli e la più alta efficienza della struttura»;
   considerato che:
    la particolare temperie storica di crisi dell'istituzione parlamentare in generale e del bicameralismo in particolare renderebbe di assoluta utilità una nuova occasione di confronto schietto tra tutte le componenti dell'Amministrazione;
    è sempre più avvertita necessità di un generale riordino e riassetto delle modalità organizzative e burocratiche dell'amministrazione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di promuovere, in occasione del trentennale della convocazione operata della Presidente lotti, per l'anno 2014 i nuovi «Stati generali della Camera» al fine di avviare una riflessione profonda che coinvolga tutti gli attori dell'amministrazione e individuare i corretti assetti organizzativi e amministrativi necessari a garantire la massima funzionalità dell'Amministrazione in vista delle nuove sfide e prospettive che quotidianamente affronta il parlamentarismo.
9/Doc. VIII, n. 2/80. (Testo modificato nel corso della seduta) Luigi Di Maio, Mannino, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    ai deputati cessati dal mandato vengono riconosciuti i trasferimenti aerei, ferroviari e marittimi nei limiti di un plafond variabile in base alla durata del mandato esercitato;
    nel conto consuntivo per la Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 al Cap. 20 denominato «Rimborso di viaggio ai deputati cessati dal mandato» risultano pagamenti pari ad euro 800.000;
    nel progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 al Cap. 20, denominato «Rimborso di viaggio ai deputati cessati dal mandato» risultano appostati euro 800.000;
    nel programma di spesa pluriennale per il triennio 2013-2015 è prevista una spesa di 800.000 per ciascuna delle annualità;
   considerato che:
    tale contribuzione non trova alcuna giustificazione funzionale trattandosi di soggetti che non esercitano più alcun munus pubblico;
    il beneficio descritto privo di ogni razionale e attuale giustificazione funzionale agli interessi della collettività si trasforma in odioso privilegio,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di procedere all'immediata sospensione di tutti i «plafond aperti», procedere alla ricognizione e saldo dei viaggi già effettuati e quindi procedere all'azzeramento della risorse destinate a questo capitolo di bilancio per poi, a partire dal primo gennaio 2014 eliminare totalmente la voce, realizzando un risparmio di spesa pluriennale superiore ad un milione seicentomila euro.
9/Doc. VIII, n. 2/81Villarosa, Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il programma settoriale dell'autorimessa per l'anno 2013 è stato approvato dal Collegio dei Questori della XVI Legislatura il 20 dicembre 2012. Il programma impegna un totale di 675.000 euro per l'anno 2013, nello specifico per il solo noleggio sono previsti 480.000 euro (330.000 euro noleggi e 150.000 euro noleggio automezzi con conducente);
    con l'avvio della XVII Legislatura il Collegio dei deputati Questori, nella riunione del 24 aprile 2013, ha disposto:
     nuove disposizioni per l'utilizzo delle autovetture da parte degli aventi diritto (attualmente 54 unità);
     nuovi indirizzi per la definizione delle specifiche tecniche del capitolato per lo svolgimento della procedura di acquisizione (mediante la formula del noleggio a lungo termine) delle autovetture destinate al parco auto della Camera dei deputati;
   considerato che:
    Roma servizi per la Mobilità, la nuova Agenzia del Comune di Roma, offre nuovo servizio di carsharing con il quale grazie ad un abbonamento annuale contenuto (una piccola azienda paga 254,18 euro) e attraverso una prenotazione, è possibile muoversi liberamente senza dover possedere un'auto, senza le spese e gli oneri di gestione, ma condividendo l'uso di un parco vetture distribuito sulla città. Inoltre, in quanto utenti di un servizio ecocompatibile (sono disponibili anche vetture elettriche), è possibile godere di ulteriori vantaggi concessi dall'Amministrazione Comunale, quali:
     gratuità per la sosta tariffata;
     gratuità nei parcheggi di scambio;
     ingresso in ZTL;
     autorizzazione al transito nelle zone interdette durante giornate a targhe alterne o giornate chiuse al traffico;
     utilizzo delle corsie preferenziali così come regolamentato per il servizio taxi;
    infine si pone in evidenza che per quanto riguarda le aziende con più di 15 dipendenti, è possibile attivare un contratto GRANDI AZIENDE, dove può essere messa a disposizione una o più vetture a fronte di un importo mensile forfettario,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di stipulare un'apposita convenzione con il servizio di carsharing offerto dal Comune di Roma al fine di diminuire: l'attuale parco auto, i costi dei servizi di noleggio e di noleggio con conducente.
9/Doc. VIII, n. 2/82Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il programma settoriale dell'autorimessa per l'anno 2013 è stato approvato dal Collegio dei Questori della XVI Legislatura il 20 dicembre 2012. Il programma impegna un totale di 675.000 euro per l'anno 2013, nello specifico per il solo noleggio sono previsti 480.000 euro (330.000 euro noleggi e 150.000 euro noleggio automezzi con conducente);
    con l'avvio della XVII Legislatura il Collegio dei deputati Questori, nella riunione del 24 aprile 2013, ha disposto:
     nuove disposizioni per l'utilizzo delle autovetture da parte degli aventi diritto (attualmente 54 unità);
     nuovi indirizzi per la definizione delle specifiche tecniche del capitolato per lo svolgimento della procedura di acquisizione (mediante la formula del noleggio a lungo termine) delle autovetture destinate al parco auto della Camera dei deputati;
   considerato che:
    Roma servizi per la Mobilità, la nuova Agenzia del Comune di Roma, offre nuovo servizio di carsharing con il quale grazie ad un abbonamento annuale contenuto (una piccola azienda paga 254,18 euro) e attraverso una prenotazione, è possibile muoversi liberamente senza dover possedere un'auto, senza le spese e gli oneri di gestione, ma condividendo l'uso di un parco vetture distribuito sulla città. Inoltre, in quanto utenti di un servizio ecocompatibile (sono disponibili anche vetture elettriche), è possibile godere di ulteriori vantaggi concessi dall'Amministrazione Comunale, quali:
     gratuità per la sosta tariffata;
     gratuità nei parcheggi di scambio;
     ingresso in ZTL;
     autorizzazione al transito nelle zone interdette durante giornate a targhe alterne o giornate chiuse al traffico;
     utilizzo delle corsie preferenziali così come regolamentato per il servizio taxi;
    infine si pone in evidenza che per quanto riguarda le aziende con più di 15 dipendenti, è possibile attivare un contratto GRANDI AZIENDE, dove può essere messa a disposizione una o più vetture a fronte di un importo mensile forfettario,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di stipulare un'apposita convenzione con il servizio di carsharing offerto dal Comune di Roma al fine di favorire la mobilità dei singoli deputati e di avviare una sperimentazione anche in altri ambiti.
9/Doc. VIII, n. 2/82. (Testo modificato nel corso della seduta) Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'attività dei Deputati richiede supporto, assistenza e collaborazione da parte di figure professionali qualificate e di alto livello;
    nelle scorse legislature gli organi competenti di Camera e Senato hanno provveduto a dettare alcune disposizioni relative a rapporti che intercorrono tra parlamentari e loro collaboratori;
    tali misure, sebbene importanti, non sono state sufficienti a colmare la lacuna regolamentare esistente con riguardo alla figura e al ruolo del collaboratore parlamentare. Ad oggi, infatti, non esiste una voce di bilancio specifica e vincolata riferita ai collaboratori, non vi è alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento, non vi è alcuna relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è alcun dovere di versamento di tasse e contributi e non vi è alcun elemento di trasparenza;
    sebbene vi sia l'obbligo da parte del parlamentare di depositare presso gli uffici competenti il contratto del proprio collaboratore, permane il ricorso diffuso a contratti di lavoro atipici – in particolare partite iva e collaborazioni a progetto – nonostante il rapporto di lavoro abbia, molto spesso, le caratteristiche proprie del rapporto di lavoro di tipo subordinato;
   considerato che:
    negli anni, in molti paesi europei, la figura del collaboratore parlamentare è stata riconosciuta e maggiormente definita. Tale riconoscimento ha permesso la definizione di una chiara e trasparente disciplina della materia nella quale sono esplicitate le diverse configurazioni del rapporto di lavoro, i tetti finanziari ed il numero massimo di collaboratori, il responsabile dell'erogazione della retribuzione, le regole per la stipulazione del contratto, i requisiti professionali e le incompatibilità, oltre alla disciplina delle modalità di svolgimento e risoluzione del rapporto di lavoro, delle garanzie del lavoratore e la disciplina su assistenza e previdenza;
    il 28 settembre 2005, il Parlamento Europeo ha adottato lo «Statuto dei deputati del Parlamento europeo» (2005/684/CE, Euratom), che all'articolo 21 recita: «1. I deputati hanno diritto ad essere assistiti da Collaboratori personali da loro liberamente scelti. 2. Il Parlamento copre le spese effettivamente sostenute per l'impiego degli assistenti. 3. Il Parlamento fissa le condizioni per l'esercizio di questo diritto»;
    inoltre, con una decisione dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo del 19 maggio 2008 (GUCE C 159 del 13 luglio 2008, p. 1) sono state adottate le Misure di attuazione dello Statuto, il cui Titolo I, Capitolo 5, è dedicato ai collaboratori personali dei deputati;
   rilevato che:
    con l'intento di meglio definire la figura del collaboratore parlamentare, nel corso della XVI legislatura, è stato approvato dalla Camera dei deputati e trasmesso al Senato il 4 ottobre 2012 il disegno di legge n. 5382, concernente la disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento ed i loro collaboratori. Tuttavia, la fine anticipata della legislatura non ha permesso la discussione ed eventuale approvazione del disegno di legge richiamato da parte del Senato della Repubblica;
    la mancata regolamentazione, in particolare sotto un profilo qualitativo, della figura del Collaboratore parlamentare lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola ed unica contrattazione fra parlamentare e Collaboratore con il rischio (come ampiamente rilevato dai media) di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;
    il perdurare dell'assenza di una regolamentazione in tale ambito rischia di generare il paradosso del venir meno di tutti quegli elementi di certezza dei diritti e delle tutele, previsti dalla legislazione vigente in materia di lavoro, proprio nella più autorevole delle sedi istituzionali, quali le due Camere del Parlamento;
    il pieno e completo riconoscimento della figura del collaboratore parlamentare appare coerente con i princìpi costituzionali di cui all'articolo 35, primo comma, secondo il quale la Repubblica deve tutelare il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, e all'articolo 36, primo comma, ossia il principio del diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a disciplinare tempestivamente il rapporto fra Deputato e collaboratore parlamentare, tenuto conto delle esigenze di bilancio della Camera dei deputati e avvalendosi delle soluzioni individuate dai principali paesi europei e dal Parlamento Europeo;
   a creare una voce di bilancio vincolata e riservata esclusivamente a quei parlamentari che scelgono di avvalersi di collaboratori parlamentari;
   al fine di aumentare il livello di trasparenza, ad assumere le opportune iniziative affinché i dati relativi ai collaboratori parlamentari, al tipo di contratto e agli emolumenti lordi e netti corrisposti siano pubblicati nel sito internet della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/83Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a disciplinare tempestivamente il rapporto fra Deputato e collaboratore parlamentare, tenuto conto delle esigenze di bilancio della Camera dei deputati e avvalendosi delle soluzioni individuate dai principali paesi europei e dal Parlamento Europeo;
   a creare una voce di bilancio vincolata e riservata esclusivamente a quei parlamentari che scelgono di avvalersi di collaboratori parlamentari;
   a individuare forme di pubblicità delle retribuzioni dei soggetti in questione, secondo modalità analoghe a quelle previste per i dipendenti della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/83. (Testo modificato nel corso della seduta) Mannino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 31, comma 4, della legge numero 98 del 2013 (legge di conversione del «cosiddetto» Decreto del Fare) individua gli adempimenti per i quali deve essere verificata la regolarità contributiva nei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture;
    la nuova disciplina prevede che il DURC (validità: quattro mesi) serve:
     a partecipare alla gara d'appalto pubblico, in quanto utilizzato per la verifica della dichiarazione sostitutiva relativa al requisito di cui all'articolo 38, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
     per l'aggiudicazione del contratto ai sensi dell'articolo 11, comma 8, del decreto legislativo numero 163 del 2006;
     per la stipula del contratto;
     per il pagamento degli stati di avanzamento dei lavori o delle prestazioni relative ai servizi e forniture;
     per il certificato di collaudo, il certificato di regolare esecuzione, il certificato di verifica, di conformità, l'attestazione di regolare esecuzione, e il pagamento del saldo finale;
    per poter procedere a tutti i pagamenti occorre comunque che l'amministrazione pubblica sia in possesso di un DURC valido, cioè che non contenga l'indicazione di irregolarità da parte dell'impresa e che sia stato emesso nei termini indicati, e rilasciato anche in formato elettronico;
    da notare anche che una disposizione agevolativa del 2011 consente di autocertificare con dichiarazione sostitutiva la regolarità degli adempimenti contributivi, e quindi non rende necessario il DURC, per tutti gli appalti di valore inferiore o pari a 20.000 euro;
   considerato che:
    la mancanza o irregolarità del DURC determina l'esclusione della possibilità di partecipare agli appalti e di firmare i relativi contratti; successivamente, l'irregolarità rilevata nel corso dei lavori impone alle amministrazioni pubbliche di trattenere i pagamenti all'impresa per l'importo corrispondente all'inadempienza contributiva o assicurativa e di pagare con questi soldi gli enti previdenziali o assicurativi al posto dell'appaltatore inadempiente (articolo 31, comma 3, della legge 9 agosto 2013, n. 98),

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di acquisire direttamente d'ufficio, il DURC (documento unico di regolarità contributiva) presso gli enti interessati ai sensi del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (così come modificato dall'articolo 31 della legge 9 agosto 2013, n. 98) e di provvedere, in caso di irregolarità, a trattenere i pagamenti all'impresa per l'importo corrispondente all'inadempienza contributiva o assicurativa e di pagare con questi fondi gli enti previdenziali o assicurativi al posto dell'appaltatore inadempiente.
9/Doc. VIII, n. 2/84Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    le pubbliche amministrazioni, al fine di razionalizzare gli acquisti di beni e servizi, utilizzano i parametri prezzo-qualità individuati dalla società CONSIP SpA, partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
    la Consip opera in qualità di centrale di committenza nazionale, realizzando il Programma di razionalizzazione degli acquisti nella PA; inoltre, sulla base di specifiche convenzioni, supporta singole amministrazioni su tutti gli aspetti del processo di approvvigionamento. A Consip sono stati anche affidati, attraverso provvedimenti di legge o atti amministrativi, altri compiti che coinvolgono sia le proprie competenze nel procurement, sia la propria capacità di gestire progetti complessi e innovativi nell'ambito della Pubblica Amministrazione;
    tali parametri prezzo-qualità sono finalizzati a soddisfare le esigenze delle amministrazioni con specifica attenzione alle dinamiche del mercato, in un'ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative di public procurement;
   considerato che:
    è opportuno che anche gli organi costituzionali si attengano a tali meccanismi virtuosi di razionalizzazione e proficuità della spesa,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di utilizzare in modo sistematico e tassativo i parametri prezzo-qualità individuati da CONSIP SpA.
9/Doc. VIII, n. 2/85Cariello, Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    le pubbliche amministrazioni, al fine di razionalizzare gli acquisti di beni e servizi, utilizzano i parametri prezzo-qualità individuati dalla società CONSIP SpA, partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
    la Consip opera in qualità di centrale di committenza nazionale, realizzando il Programma di razionalizzazione degli acquisti nella PA; inoltre, sulla base di specifiche convenzioni, supporta singole amministrazioni su tutti gli aspetti del processo di approvvigionamento. A Consip sono stati anche affidati, attraverso provvedimenti di legge o atti amministrativi, altri compiti che coinvolgono sia le proprie competenze nel procurement, sia la propria capacità di gestire progetti complessi e innovativi nell'ambito della Pubblica Amministrazione;
    tali parametri prezzo-qualità sono finalizzati a soddisfare le esigenze delle amministrazioni con specifica attenzione alle dinamiche del mercato, in un'ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative di public procurement;
   considerato che:
    è opportuno che anche gli organi costituzionali si attengano a tali meccanismi virtuosi di razionalizzazione e proficuità della spesa,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a valutare l'opportunità di utilizzare in modo sistematico i parametri prezzo-qualità individuati da CONSIP SpA compatibilmente con gli indirizzi in materia formulati dall'Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 208/2012.
9/Doc. VIII, n. 2/85. (Testo modificato nel corso della seduta) Cariello, Mannino, Fraccaro, Luigi Di Maio, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 marzo 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 aprile 2012, n. 89, prevedono un limite alle retribuzioni di chiunque riceva, a carico delle finanze pubbliche, emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento economico del Primo Presidente della Corte di cassazione;
    con il citato decreto il predetto trattamento è stato quantificato in euro 293.658,95 per l'anno 2011 e attualmente ammonta a circa 320.000 euro per effetto delle misure di adeguamento degli stipendi e delle indennità recentemente disposte per il personale di magistratura con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 marzo 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 aprile 2013, n. 99, adottato in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale n. 223 del 2012;
   considerato che:
    per il personale attualmente in servizio presso la Camera dei deputati non è previsto alcun limite al trattamento retributivo annuo lordo;
    l'introduzione di un limite massimo consentirebbe di avvicinare la disciplina vigente presso la Camera dei deputati con quella di diritto comune;
    per evitare di determinare nel personale in servizio la spinta al pensionamento anticipato, il limite al trattamento retributivo potrebbe essere fissato dopo il raggiungimento di un adeguato numero di classi stipendiali (garantendo così, fino a tale momento, la progressione economica dei dipendenti) e comunque non prima del trentesimo anno di servizio utile. Questa misura garantirebbe la tenuta del sistema e, in particolare, non costringerebbe nell'immediato a bandire nuovi concorsi per assicurare il necessario turn-over,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    introdurre, anche per i dipendenti della Camera dei deputati, un limite al trattamento retributivo annuo lordo, che si avvicini quanto più possibile a quello previsto dalla disciplina di diritto comune, tenendo comunque conto delle peculiarità dell'Istituzione parlamentare;
    introdurre, in coerenza con tale misura, un adeguato sistema di valutazione del personale, in maniera tale che la progressione professionale dei dipendenti, anche in riferimento ai profili economici, venga collegata al superamento di verifiche periodiche della professionalità basate su un sistema di valutazione fondato su criteri oggettivi e misurabili in modo tale da garantire la massima trasparenza.
9/Doc. VIII, n. 2/86Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 marzo 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 aprile 2012, n. 89, prevedono un limite alle retribuzioni di chiunque riceva, a carico delle finanze pubbliche, emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento economico del Primo Presidente della Corte di cassazione;
    con il citato decreto il predetto trattamento è stato quantificato in euro 293.658,95 per l'anno 2011 e attualmente ammonta a circa 320.000 euro per effetto delle misure di adeguamento degli stipendi e delle indennità recentemente disposte per il personale di magistratura con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 marzo 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 aprile 2013, n. 99, adottato in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale n. 223 del 2012;
   considerato che:
    per il personale attualmente in servizio presso la Camera dei deputati non è previsto alcun limite al trattamento retributivo annuo lordo;
    l'introduzione di un limite massimo consentirebbe di avvicinare la disciplina vigente presso la Camera dei deputati con quella di diritto comune;
    per evitare di determinare nel personale in servizio la spinta al pensionamento anticipato, il limite al trattamento retributivo potrebbe essere fissato dopo il raggiungimento di un adeguato numero di classi stipendiali (garantendo così, fino a tale momento, la progressione economica dei dipendenti) e comunque non prima del trentesimo anno di servizio utile. Questa misura garantirebbe la tenuta del sistema e, in particolare, non costringerebbe nell'immediato a bandire nuovi concorsi per assicurare il necessario turn-over,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare l'opportunità di:
    introdurre, in coerenza con gli indirizzi in materia di contrattazione approvati dall'Ufficio di Presidenza lo scorso 17 luglio, un adeguato sistema di valutazione del personale, in maniera tale che la progressione professionale dei dipendenti, anche in riferimento ai profili economici, venga collegata al superamento di verifiche periodiche della professionalità basate su un sistema di valutazione fondato su criteri oggettivi e misurabili in modo tale da garantire la massima trasparenza.
9/Doc. VIII, n. 2/86. (Testo modificato nel corso della seduta) Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la dotazione di personale dell'ufficio Stampa della Camera è composta da giornalisti professionisti esterni assunti con la qualifica di Addetti Stampa e i cui contratti hanno durata biennale, e da documentaristi dipendenti della Camera dei deputati;
    gli addetti stampa sono nominati a chiamata diretta a seguito di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera, dunque senza alcuna procedura pubblica concorsuale;
    la stessa procedura si verifica per il rinnovo dei contratti in scadenza, ad esempio nelle sedute del 30 ottobre 2012 e del 6 dicembre 2012 l'ufficio di Presidenza ha proceduto al rinnovo per un ulteriore biennio dei contratti in scadenza di quattro degli attuali addetti stampa in forza all'Ufficio Stampa della Camera;
   considerato che:
    non è infrequente il caso in cui tra gli addetti stampa dell'ufficio stampa della Camera vi siano, o vi siano stati, ex portavoce di presidenti della Camera o di altri membri dell'ufficio di Presidenza, probabilmente per non disperdere il patrimonio di esperienza acquisito in ambito istituzionale;
    nonostante i contratti siano a tempo, ed abbiano durata biennale, alcuni degli attuali addetti stampa sono in forza all'ufficio stampa istituzionale della Camera ormai da molti anni, dando vita così ad un rapporto lavorativo di lunga durata che è stabile nei fatti pur senza alcuna partecipazione ad una pubblica selezione comparativa;
    nel corso della seduta del 6 dicembre 2012 l'Ufficio di Presidenza si è pronunciata in merito ad una riorganizzazione strutturale dell'Ufficio Stampa istituzionale che, come proponeva la relazione svolta dall'allora Vice Presidente Lupi, prevedesse l'incremento del numero degli addetti stampa esterni anche per riallocare alle funzioni proprie alcune unità di personale con qualifica professionale di documentarista, oggi inapplicati all'Ufficio Stampa;
    che sul tema del personale dell'Ufficio Stampa è intervenuto da ultimo l'attuale Ufficio di Presidenza nella seduta del 26 giugno scorso in occasione della proroga dell'incarico di Capo dell'Ufficio Stampa del dottor Giuseppe Leone, e che in quell'occasione la Presidente Boldrini, come risulta dal resoconto sommario pubblicato nel B.O.C. n. 4 ha fatto cenno anche all'ipotesi di un eventuale avviso pubblico,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di procedere, a partire dalle prossime scadenze contrattuali degli addetti stampa e soprattutto qualora si intendesse procedere alla riorganizzazione dell'ufficio stampa, ad individuare forme trasparenti e pubbliche di selezione degli addetti stampa che, sulla scorta dei requisiti professionali individuati dall'Amministrazione, siano selezionati con procedure concorsuali, foss'anche limitate ai soli titoli.
9/Doc. VIII, n. 2/87Cozzolino, Luigi Di Maio, Fraccaro, Mannino, Villarosa, Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    la Camera dei deputati è da tempo impegnata nell'aumentare l'offerta di servizi informatici, la documentazione accessibile sul sito e sul portale interno, e nell'introdurre nuove procedure più immediate e accessibili che vertono sull'utilizzo del profilo del deputato sul portale interno stesso;
    questo processo di innovazione ha comportato una riduzione dei costi ed una ottimizzazione dei tempi nei processi di lavoro, incentivando l'accesso al portale e agli altri servizi offerti on line;
    l'implementazione dei servizi e delle apparecchiature informatiche è stato possibile grazie alla sempre competente collaborazione del personale dell'assistenza informatica che, puntualmente, ha accompagnato il personale politico e dipendente nell'uso corretto delle procedure e delle strumentazioni informatiche, favorendo la diffusione delle nuove tecnologie all'interno degli uffici;
    l'intensificato uso della posta elettronica nello scambio di comunicazioni di lavoro e l'introduzione degli indirizzi di posta elettronica certificata per i deputati indicano chiaramente la necessità di poter fare affidamento su di una rete fissa che sia stabile e costante, e di poter usufruire di una connessione internet che abbia una buona velocità di navigazione e scambio dati;
    allo stesso tempo, anche le strumentazioni informatiche date in dotazione ai gruppi e ai collaboratori dei parlamentari devono rispondere ai rinnovati standard qualitativi offerti dal progresso tecnologico;
    la rivoluzione tecnologica che si può osservare nella società e nei nuovi modi di fare politica, ha indotto naturalmente non solo il personale politico ma anche i dipendenti dei gruppi e i collaboratori dei parlamentari a dotarsi di strumentazioni tecnologiche portatili (computer portatili, tablet, cellulari di ultima generazione) che hanno l'accesso alla rete internet e possono connettersi alle reti wi-fi;
    nonostante gli impegni assunti e lo sforzo anche economico intrapreso per introdurre la connessione wi-fi, l'installazione delle centraline è inadeguata rispetto le necessità e si segnalano una ricezione scadente e una connessione interrotta da continui e defaticanti cadute di rete;
    inoltre, l'accesso alla rete wi-fi rimane ad uso esclusivo dei deputati che possono accedervi attraverso la procedura di accredito offerta dal token, mentre si ravvede la necessità, invece, di consentire l'accesso alla rete wi-fi anche al personale dei gruppi e ai collaboratori dei parlamentari attraverso una procedura di accredito che sia quanto più possibile semplice ed immediata. Si segnala, a tal proposito, che la ricezione della rete 3G non è uniforme in tutti gli spazi dei palazzi della Camera, ed anzi si evidenziano zone in cui la ricezione, anche quella classica dei cellulari (scambio dati «voce») – e ancor più quella di chiavette internet – è del tutto assente,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori, nei limiti delle compatibilità finanziarie:

   a prevedere un miglioramento della velocità di connessione e navigazione e della stabilità della connessione della rete internet fissa interna;
   a prevedere un potenziamento della ricezione del segnale della rete wi-fi affinché sia costante in tutti i palazzi e consenta una navigazione continuativa, senza cadute di rete che obbligano l'utente, peraltro, a riaccreditarsi attraverso una lunga procedura di riconoscimento;
   a consentire l'utilizzo della rete wi-fi, ove presente, anche al personale dei gruppi parlamentari e ai collaboratori dei parlamentari, attraverso forme di accredito che siano quanto più possibili accessibili ed immediate, che non siano, quindi, collegate al codice token del deputato.
9/Doc. VIII, n. 2/88. (Nuova formulazione)  Rosato.


   La Camera,
   premesso che:
    la fase critica che attraversa il rapporto tra cittadini e istituzioni, in specie nel contesto di una pesante crisi recessiva, pretende di considerare ogni risparmio realizzato dagli organi dello Stato come un dovere di responsabilità nei confronti della democrazia; non si può nel contempo sottovalutare come ogni preconcetta delegittimazione delle istituzioni politiche e della loro funzionalità si sia rivelata sempre, nella storia d'Italia, una pericolosa delegittimazione della democrazia;
    seguendo tale direzione di responsabile equilibrio democratico numerose sono state le misure di contenimento e di razionalizzazione della spesa di funzionamento che la Camera ha messo in campo nel corso dell'ultimo decennio, misure che hanno assunto con il passare del tempo intensità e consistenza sempre maggiori, tanto da qualificarsi come l'organo costituzionale che ha realizzato i più rilevanti risparmi di spesa;
    in questo impegno si è iscritta la decisione di ridurre di 50 milioni di euro la dotazione della Camera dei deputati per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, adottata nel 2012 dall'Ufficio di Presidenza della XVI legislatura, unitamente ai necessari provvedimenti di risparmio; a tale indirizzo hanno dato svolgimento gli organi di direzione politica della XVII legislatura, che hanno adottato sin da subito ulteriori provvedimenti di contenimento della spesa, i cui effetti di risparmio hanno consentito di prorogare il taglio di 50 milioni della dotazione all'anno 2016; inoltre, l'equilibrio finanziario per il triennio 2013-2015 realizzato anche sulla base di tali provvedimenti permetterà alla Camera di restituire al bilancio dello Stato 10 milioni di euro, derivanti dai provvedimenti di risparmio deliberati nel corso dei prevedenti esercizi e accantonati nel conto residui 2012;
    il bilancio relativo al triennio 2013-2015 dà evidenza ai risultati di questo impegno, a partire dal dato relativo alla spesa di funzionamento, che si riduce di 32,7 milioni di euro rispetto al 2012, nella misura del 3 per cento; nel 2014 registrerà un ulteriore decremento, per restare quindi stabile nel 2015; si tratta di un risultato cui concorrono in particolare gli effetti virtuosi registrati dalla spesa per i deputati, per i dipendenti, per i Gruppi e per l'acquisto di beni e servizi;
    per quanto riguarda la spesa per il personale, è emersa la necessità di elaborare una riforma del modello organizzativo che consenta, per un verso, di evitare il rischio di una burocratizzazione dei processi decisionali, e, per l'altro, di valorizzare le molte eccellenti professionalità presenti nell'ambito della Camera dei deputati;
    su questa base, occorre per altro dare seguito e sviluppo al processo di riduzione dei costi dell'istituzione parlamentare, operando sugli ambiti che evidenziano ulteriori margini di razionalizzazione in vista della predisposizione del progetto di bilancio per il triennio 2014-2016, che l'Ufficio di Presidenza sarà chiamato ad approvare entro il prossimo mese di dicembre;
    a questo scopo – nel quadro dell'indirizzo generale volto assicurare la massima sobrietà e la massima efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche destinate al funzionamento della Camera dei deputati, garantendo nel contempo la piena funzionalità dell'istituzione – appare indispensabile individuare un complesso di interventi su cui orientare prioritariamente le attività di competenza del Collegio dei Questori e dell'Ufficio di Presidenza,

invita l'Ufficio di Presidenza
e il Collegio dei Questori

   a valutare, nell'ambito della sfera di autonoma determinazione ad essi riservata dal Regolamento della Camera, l'adozione di ulteriori iniziative che, dando coerente svolgimento alle linee sopra evidenziate, contribuiscano al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
    1. per quanto attiene alla spesa per i deputati in carica, preso atto che l'attuale livello evidenziato dal bilancio della Camera risulta sostanzialmente in linea con quello dei parlamenti degli altri Paesi europei, uniformare il trattamento economico complessivo dei deputati agli standard di questi ultimi, tenendo prioritariamente conto del fatto che, nelle esperienze straniere, si registra la prevalente attribuzione di servizi anziché di erogazioni finanziarie; in tale contesto, occorre in particolare dare svolgimento alle iniziative in atto, anche sul piano legislativo, intese a porre a carico dell'istituzione parlamentare gli oneri connessi alla remunerazione degli assistenti dei parlamentari;
    2. nel quadro di una ridefinizione delle attribuzioni spettanti agli ex Presidenti della Camera ai fini dello svolgimento delle rispettive attività politiche e istituzionali, dimezzare il periodo di dieci anni a decorrere dalla cessazione della carica, previsto dalla normativa vigente, nel cui ambito le attribuzioni sono riconosciute;
    3. in tema di gestione delle sedi della Camera: 1) proseguire, anche in vista della scadenza dei contratti di locazione relativi ai Palazzi Marini a partire dal 2016, l'attività di razionalizzazione e di ottimizzazione degli spazi disponibili attualmente in corso, che ha già consentito di recuperare in questa legislatura più di cento uffici per i deputati; 2) compensare il taglio degli spazi fisici a disposizione dei deputati, anche attraverso una moltiplicazione e un potenziamento delle postazioni di lavoro di servizio comune presenti a Palazzo Montecitorio;
    4. per quanto attiene alla spesa per beni e servizi: 1) consolidare ed incrementare gli effetti di riduzione della spesa sia attraverso il ricorso sempre più generalizzato e diffuso alle procedure di gara per l'individuazione dei contraenti sia attraverso l'attivazione di convenzioni con la Consip, ove ciò risulti funzionale alle esigenze proprie dell'istituzione parlamentare e determini minori oneri per quest'ultima; 2) proseguire il processo di dematerializzazione dei supporti all'attività parlamentare, con l'obiettivo di limitare allo stretto indispensabile il ricorso alla documentazione cartacea e di introdurre sempre più diffusamente strumenti ad alto contenuto tecnologico;
    5. per quanto riguarda l'Amministrazione, dare attuazione al processo di integrazione tra le attività delle Amministrazioni dei due rami del Parlamento, procedendo sollecitamente alla definizione delle linee applicative degli interventi già presentati dall'Amministrazione all'Ufficio di Presidenza per conseguire tale obiettivo prioritariamente nei seguenti settori: documentazione, pubblicazioni e libreria; informatica; gare e contratti; polo bibliotecario; rapporti internazionali; bilancio e finanza pubblica; operare per garantire un efficiente livello di svolgimento delle funzioni essenziali dell'apparato, specie di quelle di diretto supporto tecnico alle attività degli organi parlamentari, verificando l'eventuale esigenza di attivare nuove procedure concorsuali di reclutamento, e considerando, più in generale, il rapporto tra risorse interne ed esterne.
    6. in materia di personale dipendente: 1) conseguire una stabilizzazione della dinamica di crescita della spesa del comparto, attraverso la progressiva attuazione degli indirizzi in tema di contrattazione contenuti nel documento elaborato dal Comitato per gli affari del personale e allegato alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 34 del 17 luglio 2013; 2) avviare un piano di riforma degli schemi organizzativi dell'Amministrazione al fine di adeguare la struttura, da un lato, alle moderne esigenze funzionali dell'attività parlamentare e, dall'altro, al ridimensionamento del numero dei dipendenti dovuto al blocco del turn-over; 3) a seguito della definizione, d'intesa con il Senato della Repubblica, dell'assetto delle curve retributive per il personale di nuova assunzione, individuare gli istituti da applicare a quest'ultimo, che consentano di realizzare in prospettiva uno stato giuridico uniforme per i dipendenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
9/Doc. VIII, n. 2/89Speranza, Brunetta, Dellai.


   La Camera,
   premesso che:
    la fase critica che attraversa il rapporto tra cittadini e istituzioni, in specie nel contesto di una pesante crisi recessiva, pretende di considerare ogni risparmio realizzato dagli organi dello Stato come un dovere di responsabilità nei confronti della democrazia; non si può nel contempo sottovalutare come ogni preconcetta delegittimazione delle istituzioni politiche e della loro funzionalità si sia rivelata sempre, nella storia d'Italia, una pericolosa delegittimazione della democrazia;
    seguendo tale direzione di responsabile equilibrio democratico numerose sono state le misure di contenimento e di razionalizzazione della spesa di funzionamento che la Camera ha messo in campo nel corso dell'ultimo decennio, misure che hanno assunto con il passare del tempo intensità e consistenza sempre maggiori, tanto da qualificarsi come l'organo costituzionale che ha realizzato i più rilevanti risparmi di spesa;
    in questo impegno si è iscritta la decisione di ridurre di 50 milioni di euro la dotazione della Camera dei deputati per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, adottata nel 2012 dall'Ufficio di Presidenza della XVI legislatura, unitamente ai necessari provvedimenti di risparmio; a tale indirizzo hanno dato svolgimento gli organi di direzione politica della XVII legislatura, che hanno adottato sin da subito ulteriori provvedimenti di contenimento della spesa, i cui effetti di risparmio hanno consentito di prorogare il taglio di 50 milioni della dotazione all'anno 2016; inoltre, l'equilibrio finanziario per il triennio 2013-2015 realizzato anche sulla base di tali provvedimenti permetterà alla Camera di restituire al bilancio dello Stato 10 milioni di euro, derivanti dai provvedimenti di risparmio deliberati nel corso dei prevedenti esercizi e accantonati nel conto residui 2012;
    il bilancio relativo al triennio 2013-2015 dà evidenza ai risultati di questo impegno, a partire dal dato relativo alla spesa di funzionamento, che si riduce di 32,7 milioni di euro rispetto al 2012, nella misura del 3 per cento; nel 2014 registrerà un ulteriore decremento, per restare quindi stabile nel 2015; si tratta di un risultato cui concorrono in particolare gli effetti virtuosi registrati dalla spesa per i deputati, per i dipendenti, per i Gruppi e per l'acquisto di beni e servizi;
    per quanto riguarda la spesa per il personale, è emersa la necessità di elaborare una riforma del modello organizzativo che consenta, per un verso, di evitare il rischio di una burocratizzazione dei processi decisionali, e, per l'altro, di valorizzare le molte eccellenti professionalità presenti nell'ambito della Camera dei deputati;
    su questa base, occorre per altro dare seguito e sviluppo al processo di riduzione dei costi dell'istituzione parlamentare, operando sugli ambiti che evidenziano ulteriori margini di razionalizzazione in vista della predisposizione del progetto di bilancio per il triennio 2014-2016, che l'Ufficio di Presidenza sarà chiamato ad approvare entro il prossimo mese di dicembre;
    a questo scopo – nel quadro dell'indirizzo generale volto assicurare la massima sobrietà e la massima efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche destinate al funzionamento della Camera dei deputati, garantendo nel contempo la piena funzionalità dell'istituzione – appare indispensabile individuare un complesso di interventi su cui orientare prioritariamente le attività di competenza del Collegio dei Questori e dell'Ufficio di Presidenza,

invita l'Ufficio di Presidenza
e il Collegio dei Questori

   a valutare, nell'ambito della sfera di autonoma determinazione ad essi riservata dal Regolamento della Camera, l'adozione di ulteriori iniziative che, dando coerente svolgimento alle linee sopra evidenziate, contribuiscano al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
    1. per quanto attiene alla spesa per i deputati in carica, preso atto che l'attuale livello evidenziato dal bilancio della Camera risulta sostanzialmente in linea con quello dei parlamenti degli altri Paesi europei, uniformare il trattamento economico complessivo dei deputati agli standard di questi ultimi, tenendo prioritariamente conto del fatto che, nelle esperienze straniere, si registra la prevalente attribuzione di servizi anziché di erogazioni finanziarie; in tale contesto, occorre in particolare dare svolgimento alle iniziative in atto, anche sul piano legislativo, intese a porre a carico dell'istituzione parlamentare gli oneri connessi alla remunerazione degli assistenti dei parlamentari;
    2. nel quadro di una ridefinizione delle attribuzioni spettanti agli ex Presidenti della Camera ai fini dello svolgimento delle rispettive attività politiche e istituzionali, dimezzare il periodo di dieci anni a decorrere dalla cessazione della carica, previsto dalla normativa vigente, nel cui ambito le attribuzioni sono riconosciute;
    3. in tema di gestione delle sedi della Camera: 1) proseguire, anche in vista della scadenza dei contratti di locazione relativi ai Palazzi Marini a partire dal 2016, l'attività di razionalizzazione e di ottimizzazione degli spazi disponibili attualmente in corso, che ha già consentito di recuperare in questa legislatura più di cento uffici per i deputati; 2) compensare il taglio degli spazi fisici a disposizione dei deputati, anche attraverso una moltiplicazione e un potenziamento delle postazioni di lavoro di servizio comune presenti a Palazzo Montecitorio;
    4. per quanto attiene alla spesa per beni e servizi: 1) consolidare ed incrementare gli effetti di riduzione della spesa sia attraverso il ricorso sempre più generalizzato e diffuso alle procedure di gara per l'individuazione dei contraenti sia attraverso l'attivazione di convenzioni con la Consip, ove ciò risulti funzionale alle esigenze proprie dell'istituzione parlamentare e determini minori oneri per quest'ultima; 2) proseguire il processo di dematerializzazione dei supporti all'attività parlamentare, con l'obiettivo di limitare allo stretto indispensabile il ricorso alla documentazione cartacea e di introdurre sempre più diffusamente strumenti ad alto contenuto tecnologico;
    5. per quanto riguarda l'Amministrazione, dare attuazione al processo di integrazione tra le attività delle Amministrazioni dei due rami del Parlamento, procedendo sollecitamente alla definizione delle linee applicative degli interventi già presentati dall'Amministrazione all'Ufficio di Presidenza per conseguire tale obiettivo prioritariamente nei seguenti settori: documentazione, pubblicazioni e libreria; informatica; gare e contratti; polo bibliotecario; rapporti internazionali; bilancio e finanza pubblica; operare per garantire un efficiente livello di svolgimento delle funzioni essenziali dell'apparato, specie di quelle di diretto supporto tecnico alle attività degli organi parlamentari, verificando l'eventuale esigenza di attivare nuove procedure concorsuali di reclutamento, e considerando, più in generale, il rapporto tra risorse interne ed esterne.
    6. in materia di personale dipendente: 1) conseguire un contenimento della dinamica di crescita della spesa del comparto, attraverso la progressiva attuazione degli indirizzi in tema di contrattazione contenuti nel documento elaborato dal Comitato per gli affari del personale e allegato alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 34 del 17 luglio 2013; 2) avviare un piano di riforma degli schemi organizzativi dell'Amministrazione al fine di adeguare la struttura, da un lato, alle moderne esigenze funzionali dell'attività parlamentare e, dall'altro, al ridimensionamento del numero dei dipendenti dovuto al blocco del turn-over; 3) a seguito della definizione, d'intesa con il Senato della Repubblica, dell'assetto delle curve retributive per il personale di nuova assunzione, individuare gli istituti da applicare a quest'ultimo, che consentano di realizzare in prospettiva uno stato giuridico uniforme per i dipendenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
9/Doc. VIII, n. 2/89. (Testo modificato nel corso della seduta) Speranza, Brunetta, Dellai.


   La Camera,
   premesso che:
    a fronte della crisi del Paese, anche il Parlamento è impegnato, da tempo, a ridurre i costi della politica; a partire dal 2012, a fronte di una crisi economica persistente, si è prodotto uno sforzo comune al fine di razionalizzare le spese necessarie al funzionamento della Camera;
    il Parlamento e i singoli parlamentari hanno colto il segnale che veniva dal Paese e si sono sentiti in dovere di attuare, come scelta autonoma e responsabile, una serie di interventi, tesi al taglio della spesa della Camera, dando, in questo senso, un segnale di responsabile partecipazione alla difficile crisi economica;
    l'obiettivo deve essere quello di «produrre politica buona», avendo ben presente che proprio la certezza dei servizi resi nella politica e le spese conseguenti sono risorse spese a garanzia del sistema democratico; conseguentemente i risparmi che si devono ulteriormente determinare dovranno essere frutto di ulteriori margini di razionalizzazione e che ciò non deve avvenire a discapito dei servizi essenziali atti a garantire l'attività parlamentare,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare, nell'ambito della sfera di autonoma determinazione ad essi riservata dal Regolamento della Camera, l'adozione di ulteriori iniziative che, dando coerente svolgimento alle premesse di cui sopra, contribuiscano al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
    1. completamento dell'allineamento agli standard europei per quanto attiene la spesa per i deputati in carica, tenuto conto che, nelle esperienze degli altri paesi a livello europeo, si tende a fornire servizi al posto di erogazioni finanziarie;
    2. prosecuzione nella riduzione drastica dell'uso di documenti cartacei sostituendoli, ove possibile, con documenti elettronici e introducendo strumenti ad alto contenuto tecnologico;
    3. a tener conto, visti il Regolamento della Camera e la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 9 luglio 2013, n. 33, alla luce anche degli orientamenti che stanno maturando in sede di riforma del Regolamento, della peculiarità e complessità del Gruppo Misto, nonché delle necessità dei diversi soggetti politici che lo compongono;
    4. a tener conto, per quanto attiene i Gruppi parlamentari, soggetti necessari al funzionamento della Camera, della specificità e professionalità dei dipendenti dei Gruppi medesimi, di cui alla deliberazione n. 227 del 2012, quale personale indispensabile al raccordo tra i Gruppi e gli Uffici della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/90Pisicchio.


   La Camera,
   premesso che:
    a fronte della crisi del Paese, anche il Parlamento è impegnato, da tempo, a ridurre i costi della politica; a partire dal 2012, a fronte di una crisi economica persistente, si è prodotto uno sforzo comune al fine di razionalizzare le spese necessarie al funzionamento della Camera;
    il Parlamento e i singoli parlamentari hanno colto il segnale che veniva dal Paese e si sono sentiti in dovere di attuare, come scelta autonoma e responsabile, una serie di interventi, tesi al taglio della spesa della Camera, dando, in questo senso, un segnale di responsabile partecipazione alla difficile crisi economica;
    l'obiettivo deve essere quello di «produrre politica buona», avendo ben presente che proprio la certezza dei servizi resi nella politica e le spese conseguenti sono risorse spese a garanzia del sistema democratico; conseguentemente i risparmi che si devono ulteriormente determinare dovranno essere frutto di ulteriori margini di razionalizzazione e che ciò non deve avvenire a discapito dei servizi essenziali atti a garantire l'attività parlamentare,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a valutare, nell'ambito della sfera di autonoma determinazione ad essi riservata dal Regolamento della Camera, l'adozione di ulteriori iniziative che, dando coerente svolgimento alle premesse di cui sopra, contribuiscano al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
    1. completamento dell'allineamento agli standard europei per quanto attiene la spesa per i deputati in carica, tenuto conto che, nelle esperienze degli altri paesi a livello europeo, si tende a fornire servizi al posto di erogazioni finanziarie;
    2. prosecuzione nella riduzione drastica dell'uso di documenti cartacei sostituendoli, ove possibile, con documenti elettronici e introducendo strumenti ad alto contenuto tecnologico;
    3. a valutare anche alla luce della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 9 luglio 2013, n. 33, a seguito di eventuali modificazioni del Regolamento che dispongano in merito alla natura del gruppo misto, la peculiarità e la complessità del gruppo misto, nonché la necessità dei diversi soggetti politici che lo compongono;
    4. a tener conto, per quanto attiene i Gruppi parlamentari, soggetti necessari al funzionamento della Camera, della specificità e professionalità dei dipendenti dei Gruppi medesimi, di cui alla deliberazione n. 227 del 2012, quale personale indispensabile al raccordo tra i Gruppi e gli Uffici della Camera.
9/Doc. VIII, n. 2/90. (Testo modificato nel corso della seduta) Pisicchio.


   La Camera,
   premesso che:
    le spese correnti per l'anno finanziario 2013 riferibili all'espletamento del mandato di parlamentare dei membri della Camera, comprensivo di indennità e rimborsi a vario titolo ammonta a oltre 160 milioni di euro;
    negli ultimi anni si è assistito a numerosi dibattiti in ordine alla necessità di ridurre gli importi sia delle indennità sia dei rimborsi spese corrisposte ai deputati;
    sul piano normativo, nello scorso triennio si sono susseguiti interventi volti sia a ridurre le dotazioni economiche dei Gruppi parlamentari, sia ad abolire il meccanismo dei rimborsi elettorali pubblici ai partiti politici;
    nella complessiva riduzione dei cosiddetti costi della politica, appare necessario e doveroso intervenire, al fine di contenere anche le spese connesse all'espletamento del mandato parlamentare, attraverso l'applicazione di un meccanismo che permetta di legare tali importi all'andamento dei principali fattori macroeconomici nel Paese e, di conseguenza, alla reale situazione economica nella quale versa l'Italia, abolendo costosi quanto anacronistici privilegi;
    un simile impianto permetterebbe, peraltro, di mutuare dal settore privato il principio della redistribuzione della ricchezza generata dalla stessa azienda sulla base dei risultati di gestione conseguiti, fissando, anche rispetto all'attività svolta dai parlamentari, il principio della corrispondenza di tale attività ai reali bisogni del Paese e alla realtà economica rispetto alla quale opera, e remunerando lo svolgimento della stessa attività secondo il principio dell'efficienza di tale gestione,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad individuare i fattori macroeconomici ai quali parametrare le somme corrisposte ai parlamentari la cui disciplina non è riservata alla legge e, conseguentemente, a rideterminare tali importi.
9/Doc. VIII, n. 2/91. (Nuova formulazione)  Giorgia Meloni, Cirielli.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza per la tutela del patrimonio agricolo o a destinazione agricola rispetto al «consumo di suolo», con particolare riferimento alla realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile – 3-00416

   BENEDETTI, GALLINELLA, MASSIMILIANO BERNINI, GAGNARLI, L'ABBATE, LUPO e PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   la sentenza n. 4755 del 2013 del Consiglio di Stato - relativa ad un ricorso presentato dalla Federazione Coldiretti della regione Veneto concernente l'autorizzazione alla costruzione di un impianto fotovoltaico su un'area di circa 120 ettari, insistente su zona territoriale omogenea agricola E2 nel comune di Canaro (Rovigo) – stabilisce che gli impianti fotovoltaici in area agricola possono essere realizzati anche se le norme urbanistiche regionali non lo prevedono;
   in particolare, la sentenza statuisce che sulla normativa locale prevale il principio comunitario dello sviluppo delle energie rinnovabili di cui alla direttiva 2001/77/CE, recepita nell'ordinamento italiano con decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che esplicitamente ammette la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili anche nelle zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici e, quindi, in deroga agli stessi;
   la motivazione dei ricorrenti verteva proprio su una delibera con cui la regione Veneto autorizzava la realizzazione dell'impianto fotovoltaico suddetto, consentendo a coloro, che non sono riconosciuti come imprenditori agricoli, l'edificazione su terreni a destinazione agricola;
   si è evidenziato che l'edificazione dell'impianto interferirebbe con lo sviluppo agricolo dell'area, contravvenendo, in qualche modo, allo stesso articolo 12, comma 7, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che espressamente dispone «che nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale (...)»;
   la sentenza del Consiglio di Stato chiarisce come sia rimessa all'autorità regionale ed agli enti competenti, nell'ambito della conferenza di servizi, ogni valutazione di opportunità di inserimento di un impianto in area agricola; le procedure autorizzative dovrebbero, quindi, essere analizzate nel dettaglio specie per le ricadute dell'impianto non soltanto sul piano paesaggistico, ma anche sul contesto socio-economico e sullo sviluppo rurale;
   il settore primario è l'unico nel nostro Paese che, ancorché in piena crisi economica, registra segnali positivi sia in termini di occupazione che di export di prodotti agroalimentari; nonostante ciò nessun provvedimento a livello centrale è stato sinora attuato al fine di promuovere e valorizzare il settore, ma anzi, attraverso una normativa quale quella ricordata in premessa, a parere degli interroganti, si tende a penalizzare l'agricoltura a favore di impianti per la produzione di energia che potrebbero senza dubbio essere collocati in altri contesti;
   una tale tipologia di intervento, a parere degli interroganti, contribuirebbe certamente al fenomeno del «consumo di suolo» in agricoltura, posto che è noto che negli ultimi 20 anni la cementificazione e l'abbandono hanno sottratto all'agricoltura nazionale circa 5 milioni di ettari (passando da 18 a 13) pari al 28 per cento delle aree coltivate – e cioè la riduzione di superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all'attività agricola –:
   di quali ulteriori elementi disponga in relazione ai fatti espressi in premessa e se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dell'autonomia regionale e delle amministrazioni locali, intervenire per tutelare il patrimonio agricolo o a destinazione agricola dal consumo di suolo, in particolare da quello causato dalla realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, garantendo che la loro installazione, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa comunitaria, non pregiudichi la produzione agricola locale e nazionale, e se non ritenga, altresì, opportuno valutare la possibilità di rivedere la normativa prevista dall'articolo 12, comma 7, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che appare lesiva del patrimonio agricolo italiano. (3-00416)
(5 novembre 2013)


Chiarimenti in merito ai criteri di attuazione della normativa comunitaria per il settore dell'olio d'oliva – 3-00417

   PASTORELLI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   come è noto, in attuazione del piano europeo di azione per il settore dell'olio di oliva, la Commissione europea nel mese di marzo 2013 ha adottato il regolamento n. 299, introducendo, per coloro che detengano a fini professionali o commerciali partite d'olio d'oliva, l'obbligo di iscrivere in un apposito registro le entrate e le uscite per ogni singola categoria di oli detenuta;
   dinanzi a tale evoluzione del quadro normativo sovranazionale il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, a quanto risulta all'interrogante, sta provvedendo ad elaborare, previo coinvolgimento della conferenza Stato-regioni, un decreto ministeriale di esecuzione della citata normativa europea. Ed a tal riguardo parrebbe che, secondo la futura disciplina attuativa, saranno soggetti all'obbligo di tenuta di tale registro non solo i frantoiani ed i commercianti d'olio, ma anche gli olivicoltori;
   a ciò si aggiunga che la disciplina nazionale sin dal 1999 (decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1999) prevede per tutti i produttori di oli vergini la tenuta e l'aggiornamento di un fascicolo aziendale, dispensando da tale obbligo solo coloro che producono un quantitativo irrisorio di olio (200 chili);
   la confusione che scaturisce da tale sovrapposizione di registri e fascicoli non incoraggia, ma dissuade i piccoli olivicoltori dal curare i propri oliveti ed i vincoli burocratici troppo stretti certamente comporteranno una produzione e commercializzazione sregolata degli oli italiani;
   è evidente che adeguati controlli fiscali e qualitativi siano necessari e, con riferimento al ruolo di monitoraggio finora svolto dai frantoi oleari, anche suscettibili di espansione, ma per fare ciò la stessa disciplina europea non sembra tutelare adeguatamente gli olivicoltori –:
   se non ritenga di dover chiarire i criteri in base ai quali si darà attuazione alla presente disciplina europea, al fine di rendere meno onerose per i piccoli olivicoltori la coltivazione e la raccolta delle olive, costituendo tale pratica un concreto strumento di presidio e salvaguardia nel territorio italiano. (3-00417)
(5 novembre 2013)


Tempi e iniziative per la definizione della legge annuale sulle micro, piccole e medie imprese – 3-00418

   VIGNALI e COSTA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la legge 11 novembre 2011, n. 180, «Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese», è stata salutata come «una rivoluzione copernicana nei rapporti tra Stato e piccole e medie imprese» e prevede che l'intervento pubblico e l'attività della pubblica amministrazione debbano conformarsi alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, in particolare a quelle giovanili, femminili e innovative, che sono il punto di forza del sistema economico italiano;
   a questo scopo lo statuto, unica traduzione legislativa in Europa dello small business act comunitario, introduce il principio della progressiva riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese, la «reciprocità dei diritti e dei doveri nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione», la garanzia di un sostegno pubblico «attraverso misure di semplificazione amministrativa da definire in appositi provvedimenti legislativi»;
   occorre ricordare che il Governo Berlusconi ha dato sollecita attuazione allo small business act con la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2010 e ha sempre offerto, nel corso del dibattito parlamentare, il suo pieno appoggio alla rapida approvazione della legge n. 180 del 2011;
   in particolare, l'articolo 18 della legge prevede che, entro il 30 giugno di ciascun anno, il Governo debba presentare al Parlamento una «legge annuale per le micro, piccole e medie imprese», volta a definire gli interventi per la tutela e lo sviluppo di queste, le norme per l'immediata riduzione degli oneri burocratici a loro carico, misure di semplificazione amministrativa, deleghe al Governo in materia di tutela e di sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. Oltre a questo, al disegno di legge deve essere allegata una relazione:
    a) sullo stato di conformità della normativa vigente in materia di imprese rispetto ai principi e agli obiettivi dello small business act;
    b) sull'attuazione degli interventi programmati;
    c) sulle ulteriori specifiche misure da adottare per favorire la competitività delle micro, piccole e medie imprese, al fine di garantire l'equo sviluppo delle aree sottoutilizzate;
   per la definizione delle legge annuale per le micro, piccole e medie imprese, ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 180 del 2011, il Governo è tenuto a consultare il tavolo di consultazione permanente delle associazioni di categoria, costituito presso il Garante delle micro, piccole e medie imprese;
   in sede di dichiarazioni programmatiche di Governo il Presidente del Consiglio dei ministri Letta ha considerato centrali gli interventi in favore delle piccole e medie imprese;
   il Ministro interrogato, in occasione dello svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata del 30 luglio 2013, ebbe ad affermare in Aula che avrebbe presentato il disegno di legge annuale in Consiglio dei Ministri entro il 30 settembre 2013;
   dedicare alle micro, piccole e medie imprese una sessione parlamentare annuale riveste sia una funzione culturale per sottolineare la centralità delle nostre micro, piccole e medie imprese, sia l'occasione per intervenire con politiche sempre più necessarie alle stesse –:
   quali intenzioni e quali attività abbia in corso il Governo per la definizione della legge annuale sulle micro, piccole e medie imprese, prevista dall'articolo 18 della legge 11 novembre 2011, n. 180. (3-00418)
(5 novembre 2013)


Iniziative per il rilancio della produzione negli stabilimenti italiani della multinazionale Electrolux – 3-00419

   CASELLATO, PELUFFO, MARTELLA, ZANIN, MAESTRI, GREGORI, MOGNATO, ZARDINI, CASATI, MARCO DI MAIO, ZAMPA, ROSATO, DE MARIA e MALISANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la Electrolux, una multinazionale con sede in Svezia e uno dei leader mondiali nel settore degli elettrodomestici e delle apparecchiature per uso professionale, ha recentemente manifestato, in seguito alla contrazione di vendite registratasi sul mercato europeo, l'intenzione di rivedere l'assetto produttivo e occupazionale;
   tale revisione coinvolgerebbe i quattro stabilimenti italiani di Susegana (Treviso), dove si producono frigoriferi a incasso con 1.033 addetti, Porcia (Pordenone), dove si producono lavatrici e lavorano 1.160 addetti, Forlì, dove sono occupate 800 unità e si producono piani cottura e forni, e Solaro (Milano), dove si producono lavastoviglie con 912 addetti;
   l'amministratore delegato del gruppo ha annunciato che sarà lanciata un'indagine di competitività sulle quattro fabbriche, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, per verificare la sostenibilità delle produzioni che si realizzano in Italia, la competitività dei singoli stabilimenti, l'andamento delle varie produzioni, il raffronto tra volumi prodotti e volumi venduti, il trend dei prezzi e confronto con le spese, chiarendo che ciò potrà significare il mantenimento, il ridimensionamento o la chiusura degli stabilimenti;
   i dirigenti della Electrolux hanno dichiarato alle organizzazioni sindacali che il costo orario del lavoro sarebbe di ventiquattro euro in Italia e circa sei o sette euro in Polonia; da qui il necessario trasferimento delle produzioni;
   la Electrolux ha, inoltre, dichiarato la volontà di delocalizzare nell'Europa dell'Est, tra Polonia e Ungheria, una parte considerevole della sua produzione: questo porterebbe rapidamente all'esubero di 140 operai a Susegana (Treviso), 46 a Porcia (Pordenone), 25 a Forlì, 75 a Solaro (Milano) e di 200 unità tra gli impiegati;
   la produzione di lavabiancheria per il mercato di massa basata sulla piattaforma Prometeo sarà completamente realizzata a Olawa, Polonia (finora a Porcia); la produzione di frigoriferi basata sulla Cairo 3 sarà realizzata a Jàszberény, Ungheria (finora a Susegana); la produzione di lavastoviglie da 45 centimetri sarà realizzata a Zarow, Polonia (finora a Solaro). Per la sede di Susegana, nel trevigiano, ciò si tradurrà nello spostamento della produzione di 158.000 pezzi, a fronte dei 700.000 complessivamente annunciati all'inizio del 2013, un anno, questo, peraltro caratterizzato dalla positiva risposta del mercato, soprattutto grazie alle commesse Ikea e Aeg;
   nel complesso, l'impatto delle decisioni annunciate sulle fabbriche e nel settore impiegatizio rischia di produrre da subito 461 esuberi in aggiunta ai 1.200 esuberi (oggi 1.100 per effetto delle dimissioni incentivate) affrontati con il ricorso alla solidarietà nell'accordo del 22 marzo 2013 e di determinare la perdita di migliaia di posti di lavoro nell'indotto;
   le organizzazioni sindacali hanno proclamato 16 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo, da effettuarsi entro venerdì 8 novembre 2013, e richiesto il coinvolgimento dei presidenti di regione e delle istituzioni locali per illustrare la gravissima situazione che le decisioni di Electrolux determinano sul tessuto sociale –:
   se il Ministro interrogato intenda convocare urgentemente tutti i soggetti coinvolti per una disamina della vicenda Electrolux, al fine di individuare i possibili interventi e le strategie di politica industriale che consentano nel medio-lungo periodo il rilancio della produzione della multinazionale svedese in Italia e prevenire le ricadute sociali e occupazionali sul comparto lavorativo afferente al settore industriale interessato. (3-00419)
(5 novembre 2013)


Chiarimenti in merito al decreto ministeriale attuativo del comma 1 dell'articolo 16 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, con particolare riferimento alle ricadute dell'attività di produzione di idrocarburi in Basilicata – 3-00420

   RAMPELLI. —Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   nei giacimenti petroliferi della Val d'Agri si realizza l'80 per cento della produzione nazionale di idrocarburi su terraferma (on-shore), che copre il dieci per cento del fabbisogno energetico nazionale;
   la strategia energetica nazionale annovera la Basilicata come snodo strategico della politica energetica italiana, la quale mira alla massimizzazione della resa di ogni concessione mineraria, in particolar modo per la Basilicata, che, stando agli operatori del settore, potrebbe raggiungere una produzione massima di 200 mila barili giornalieri;
   il comma 1 dell'articolo 16 del cosiddetto decreto liberalizzazioni (decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1) prevede che, «al fine di favorire nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi nel rispetto del dettato dell'articolo 117 della Costituzione, dei principi di precauzione, di sicurezza per la salute dei cittadini e di tutela della qualità ambientale e paesistica, di rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici, secondo i migliori e più avanzati standard internazionali di qualità e sicurezza e con l'impiego delle migliori tecnologie disponibili, garantendo maggiori entrate erariali per lo Stato», sarà emanato un decreto ministeriale, di concerto tra il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro dello sviluppo economico, atto a definire le modalità per individuare le maggiori entrate effettivamente realizzate e le modalità di destinazione di una quota di tali maggiori entrate per lo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi;
   il decreto ministeriale di attuazione è stato emanato il 12 settembre 2013 e reca, in primo luogo, l'istituzione di un fondo alimentato da una quota dell'ires versata dai soggetti che svolgano attività di coltivazione relative a progetti di sviluppo, sulla base di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma;
   i successivi articoli 2 e 3 del decreto ministeriale prevedono che tale fondo sia destinato a finanziare interventi per lo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi, nonché al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo regionale, provinciale o locale, «aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi di consistenza progettuale ovvero realizzativa tra loro funzionalmente connessi, in relazione a obiettivi e risultati quantificabili e misurabili, anche per quanto attiene al profilo temporale»;
   sia rispetto all'aumento delle attività petrolifere, sia rispetto alle attività che la relazione di accompagnamento all'articolo 16 del citato decreto-legge definisce come «altre attività di sfruttamento del territorio, generalmente di minore valore economico ma fortemente radicate, e che generano occupazione», appare necessario effettuare una verifica della compatibilità degli interventi, in primo luogo sotto il profilo dell'esposizione ai rischi ambientali, sismici e sanitari cui è esposta la popolazione residente in Basilicata e, in secondo luogo, rispetto all'impatto in termini occupazionali e di ricadute sul tessuto produttivo lucano –:
   se siano state effettuate delle verifiche nel senso di cui in premessa e, se del caso, quali ne siano state le risultanze, nonché a quale organismo spetterà la verifica della connessione funzionale tra gli interventi proposti a finanziamento ai sensi del citato decreto ministeriale e secondo quali criteri tale valutazione sarà effettuata. (3-00420)
(5 novembre 2013)


Iniziative urgenti in merito all'emergenza abitativa – 3-00421

   PIAZZONI, ZAN, NICCHI, ZARATTI, AIELLO, PELLEGRINO, MIGLIORE, AIRAUDO, NARDI e DI SALVO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   nel nostro Paese ormai circa il 78 per cento delle famiglie è proprietario di case, ma nonostante questo nelle grandi aree urbane l'emergenza abitativa è sempre più forte;
   l'Italia è purtroppo il Paese che porta la maglia nera nella produzione di edilizia residenziale pubblica, di edilizia a fini sociali, che corrisponde a circa l'1 per cento della produzione edilizia totale;
   peraltro, la crisi economica e sociale sta aggravando in maniera insostenibile l'emergenza abitativa: oltre 430.000 famiglie in difficoltà con il pagamento dei mutui; circa 70 mila sentenze di sfratto l'anno, di cui quasi il 90 per cento sono per morosità. Una situazione di vero allarme sociale che riguarda tutto il Paese, anche se con situazioni di vera e propria emergenza per le grandi aree urbane. Un'emergenza che coinvolge anche migliaia di famiglie che occupano le case degli enti previdenziali;
   a seguito delle manifestazioni di protesta del 19 ottobre 2013 – a cui è seguita la manifestazione del 31 ottobre 2013 in occasione della conferenza Stato-regioni proprio sul tema – il Ministro interrogato ha incontrato i sindacati, i movimenti e i rappresentanti degli inquilini e ha annunciato un provvedimento urgente del Governo per un nuovo «piano casa», in grado di dare alcune prime risposte alle emergenze abitative e che dovrebbe prevedere stanziamenti per fondi di sostegno agli affitti;
   accanto a questi interventi necessari e a quelli che si spera vengano inseriti, a partire dall'avvio di una ricognizione del patrimonio abitativo sfitto o inutilizzato e alla messa a disposizione di tale patrimonio per i comuni, è, però, indispensabile intervenire immediatamente per dare una prima efficace risposta all'emergenza e alla disperazione di molte famiglie;
   vale, peraltro, la pena sottolineare che attualmente sono tra i 20 mila e i 30 mila gli alloggi di edilizia residenziale pubblica non assegnabili perché necessitano di essere risanati e che potrebbero essere recuperati;
   le risorse, che possono essere liberate per dare una prima significativa risposta all'emergenza abitativa, sono rinvenibili sia dai fondi Gescal ancora disponibili, la cui cifra si aggirerebbe intorno al miliardo di euro, che dai ben più consistenti fondi europei che possono essere dirottati verso le politiche abitative –:
   se non intenda, alla luce dell'allarmante emergenza abitativa e alla conseguente necessità di intervenire con provvedimenti tampone immediati ed efficaci, adottare iniziative volte a prevedere una moratoria immediata degli sfratti, a cominciare dalle categorie più disagiate, nonché il blocco degli sfratti per gli alloggi di proprietà degli enti pubblici e privatizzati, in attesa che si proceda al riordino normativo delle dismissioni degli immobili di questi ultimi e in attesa che diventino operativi i provvedimenti annunciati.
(3-00421)
(5 novembre 2013)


Intendimenti del Governo in ordine alla definizione del tracciato dell'alta capacità con riguardo alla tratta «Apice-Orsara»
– 3-00422

   ATTAGUILE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 1 della legge 21 dicembre 2001, n. 443, rubricato «Delega al Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle attività produttive» (cosiddetta legge obiettivo), così come modificato dall'articolo 13 della legge 1o agosto 2002, n. 166, al comma 1, dispone che «il Governo, nel rispetto delle attribuzioni costituzionali delle regioni, individua le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti produttivi e strategici e di preminente interesse nazionale da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese»;
   il medesimo articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001 dispone che l'individuazione di dette infrastrutture sia operata a mezzo di un programma predisposto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa coi Ministeri competenti e le regioni interessate, e poi inserito nel documento di programmazione economica e finanziaria con l'indicazione degli stanziamenti necessari per la loro realizzazione;
   nella seduta del 21 dicembre 2001 il Cipe ha approvato il primo programma delle infrastrutture strategiche e le infrastrutture interessanti il territorio della regione Campania ivi comprese e la relativa previsione di spesa;
   il sopra richiamato articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001 dispone che «gli interventi previsti dal programma sono compresi in un'intesa generale quadro avente validità pluriennale tra il Governo e ogni singola regione, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere»;
   il decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, alla parte II, titolo III, capo IV, detta la disciplina relativa alla progettazione, approvazione dei progetti, procedure di aggiudicazione e realizzazione delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale, individuate a mezzo del programma di cui al comma 1 dell'articolo 1 della legge 21 dicembre 2001, n. 443, e, all'articolo 256, comma 1, dispone l'abrogazione del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190;
   nel primo atto integrativo all'intesa generale quadro, firmato in data 1o agosto 2008 tra Governo e regione Campania, è stata inserita l'opera infrastrutturale ferroviaria Napoli-Bari tra gli interventi strategici di preminente interesse nazionale;
   nell'allegato infrastrutture al documento di economia e finanza contenente il 9o programma delle infrastrutture strategiche è inserito l'intervento denominato «Linea AV/AC Napoli-Bari – completamento e raddoppio Napoli-Cancello-Frasso Telesino-Apice-Orsara»;
   nel piano nazionale per il Sud, approvato con delibera Cipe n. 62 del 2011, sono confluite le principali opere localizzate nel Mezzogiorno, con caratteristiche di preminente interesse nazionale, tra cui la direttrice ferroviaria Napoli-Bari-Lecce-Taranto;
   il 14 maggio del 2012 la regione Campania ha pubblicato sul Bollettino ufficiale n. 35 il testo della delibera della giunta n. 87, adottata il 6 marzo 2012, recante «Approvazione dello schema di protocollo di intesa tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero per la coesione territoriale, regione Campania e Rete ferroviaria italiana spa per il congiunto coordinamento ai fini della direttrice ferroviaria Napoli-Bari»;
   dall'attenta lettura di tale protocollo di intesa si evince che la regione Campania ha proposto, in relazione alla tratta «Apice-Orsara», di tornare alla prima soluzione, ovvero un tracciato diretto, in massima parte interrato, al fine di ridurre i tempi di percorrenza, i costi ed i tempi di realizzazione;
   tale soluzione determinerebbe l'esclusione dell'Irpinia dal tracciato dell'alta capacità e il conseguente venir meno dei presupposti per la realizzazione di una prevista piattaforma logistica nel territorio del comune di Grottaminarda;
   il 7 giugno del 2012, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, il Ministro per i rapporti con il Parlamento pro tempore ha confermato che la regione Campania ha ufficialmente espresso l'esigenza di rivedere, per la tratta Apice-Orsara, il progetto in istruttoria presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per ritornare alla soluzione progettuale che era originariamente stata ipotizzata da Rete ferroviaria italiana spa –:
   quali siano le intenzioni del Governo in merito alla definizione del tracciato dell'alta capacità «Apice-Orsara» o se il Ministro interrogato intenda confermare quanto già annunciato dal precedente Governo nella persona del Ministro per i rapporti con il Parlamento pro tempore. (3-00422)
(5 novembre 2013)


Iniziative per l'ammodernamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica e dell'intero territorio abruzzese – 3-00423

   SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   nell'ambito della programmazione finanziaria pluriennale per il periodo 2014-2020, la Commissione europea ha annunciato la creazione di un nuovo strumento denominato «Meccanismo per collegare l'Europa» che sosterrà le infrastrutture aventi una dimensione europea e a livello del mercato unico, indirizzando il sostegno dell'Unione europea alle reti prioritarie che devono essere realizzate entro il 2020 e per le quali si giustifica maggiormente un'iniziativa a livello europeo;
   tale strumento disporrà di una dotazione di 50 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, di cui saranno assegnati al settore dei trasporti 31,7 miliardi, 10 miliardi dei quali specificamente destinati ad investimenti in infrastrutture collegati ai trasporti ammissibili nell'ambito del fondo di coesione. Assieme al «Meccanismo per collegare l'Europa», sono stabilite le priorità per il finanziamento europeo delle infrastrutture di trasporto;
   la realizzazione della linea alta velocità/alta capacità sull'intera dorsale adriatica è indubbiamente riconducibile alla strategia della macroregione adriatico-ionica, la quale rappresenta senz'altro un'opportunità per il nostro Paese di prendere parte a quel grande processo di coesione europeo già avviato con successo in Europa con l'approvazione delle strategie macroregionali del Danubio e del Baltico, quali strumenti innovativi per le politiche di coesione e cooperazione territoriale tra Stati e regioni ai fini del conseguimento di obiettivi comuni di sviluppo;
   l'Abruzzo è la regione più penalizzata tra quelle dell'area adriatica dalla mancanza dell'alta velocità, visto che dal 15 dicembre 2013 Ntv avvierà il servizio di alta velocità nella tratta Milano-Ancona, mentre la tratta più a sud, tra Bari e Foggia, risulta già inserita nei piani finanziari dell'alta velocità e dal 2016 dovrebbe essere fruibile l'alta capacità sulla tratta Foggia-Napoli-Roma-Milano;
   i cittadini abruzzesi risultano gravemente penalizzati dalla mancanza di un'adeguata infrastruttura per l'alta velocità, che impedisce, di fatto, non solo un trasporto ferroviario migliore, ma anche una concorrenza in termini di tariffe ferroviarie lungo la tratta Ancona-Lecce tra Trenitalia ed altri gestori;
   la mancanza di infrastrutture per l'alta velocità lungo la dorsale adriatica determina un notevole aumento dei tempi di percorrenza e un aggravio dei costi dei biglietti ferroviari per i cittadini abruzzesi, rispetto a coloro che viaggiano lungo le linee coperte dall'alta velocità e già servite da tutti gli operatori del settore in regime di concorrenza;
   l'intero sistema ferroviario abruzzese è caratterizzato da grave deficit infrastrutturale, gestionale ed organizzativo, che produce una bassa qualità del servizio offerto e gravi disagi per gli utenti, non solo lungo la direttrice adriatica, ma anche nell'interno, in particolare nel collegamento strategico tra la città di Pescara e Roma, che attualmente necessita di quattro ore di viaggio;
   la velocizzazione dei tempi di percorrenza lungo la tratta ferroviaria tra Pescara e Roma permetterebbe lo sviluppo dell'aeroporto d'Abruzzo situato nell’hinterland pescarese, garantendo un ulteriore sbocco per il traffico aereo proveniente da e verso la capitale –:
   quali misure intenda adottare per garantire un'adeguata programmazione in favore di progetti indirizzati all'ammodernamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica e su tutto il territorio abruzzese, anche in considerazione della programmazione delle risorse dell'Unione europea per il periodo 2014-2020 nel quadro delle grandi reti transeuropee, nonché in vista della prossima approvazione della strategia macroregionale adriatico-ionica.
(3-00423)
(5 novembre 2013)