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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 10 luglio 2013

TESTO AGGIORNATO AL 12 LUGLIO 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 luglio 2013.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Bocci, Boccia, Borletti Dell'Acqua, Bray, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Dieni, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gitti, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Melilla, Merlo, Meta, Migliore, Moretto, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Sani, Santelli, Schullian, Sereni, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Bocci, Boccia, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Merlo, Meta, Migliore, Moretto, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Sani, Santelli, Schullian, Sereni, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 9 luglio 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GARAVINI ed altri: «Modifiche al codice di procedura penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del medesimo codice, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, in materia di perizie, di consulenze tecniche e di misure cautelari personali» (1329);
   NASTRI: «Modifica all'articolo 2 della legge 29 ottobre 1997, n. 374, in materia di messa al bando delle munizioni a grappolo» (1330);
   NASTRI: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di aliquota agevolata dell'imposta sul valore aggiunto relativa ai pacchetti turistici per il rilancio del settore alberghiero» (1331);
   MARAZZITI: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta a Bruxelles il 29 maggio 2000» (1332);
   DAMIANO: «Modifica all'articolo 82 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in materia di esclusione del costo del lavoro nell'applicazione del criterio del prezzo più basso» (1333);
   MIGLIORE ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta a Bruxelles il 29 maggio 2000» (1334);
   BONAFEDE ed altri: «Modifiche al codice di procedura civile e abrogazione dell'articolo 140-bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di azione di classe» (1335);
   AIRAUDO ed altri: «Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, concernenti i requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico» (1336);
   DI GIOIA: «Istituzione di un itinerario storico-naturalistico nel territorio del Subappennino dauno» (1337);
   GRECO: «Riordino dell'organizzazione e delle funzioni della magistratura onoraria e delega al Governo per l'introduzione di misure d'incentivo in favore dei suoi componenti» (1338);
   MIGLIORE ed altri: «Delega al Governo per la riforma del sistema tributario e altre disposizioni per promuovere l'equità fiscale e il contrasto dell'evasione e dell'elusione, nonché modifiche al codice civile, concernenti il reato di false comunicazioni sociali» (1339);
   FURNARI ed altri: «Abrogazione del comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231, concernente l'efficacia dei provvedimenti di sequestro adottati dall'autorità giudiziaria sui beni di imprese titolari di stabilimenti di interesse strategico nazionale» (1340);
   ZAPPULLA e CAUSI: «Disposizioni in materia tributaria in favore delle popolazioni delle province di Catania, Ragusa e Siracusa colpite dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990» (1341);
   BARGERO: «Disposizioni per la tutela del patrimonio storico della Guerra di liberazione» (1342).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 9 luglio 2013 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
   S. 587. – «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013» (approvato dal Senato) (1326);
   S. 588. – «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013» (approvato dal Senato) (1327);
   S. 589. – «Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 186 sul lavoro marittimo, con Allegati, adottata a Ginevra il 23 febbraio 2006 nel corso della 94ma sessione della Conferenza generale dell'OIL, nonché norme di adeguamento interno» (approvato dal Senato) (1328).

  Saranno stampati e distribuiti.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge FERRANTI ed altri: «Modifiche al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e altre disposizioni per ridurre il sovraffollamento delle carceri e assicurare la finalità rieducativa delle pene» (370) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Leva.

  La proposta di legge ARLOTTI ed altri: «Modifica all'articolo 15 della legge 23 marzo 2001, n. 93, concernente il Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche e dell'Emilia-Romagna» (899) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Ricciatti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sotto indicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  GREGORI ed altri: «Introduzione dell'articolo 4-bis della legge 23 giugno 1927, n. 1188, in materia di divieto di dedicare strade, monumenti, lapidi o altri ricordi permanenti a persone condannate per crimini di guerra o contro l'umanità ovvero per delitti di mafia o terrorismo» (1172).

   VIII Commissione (Ambiente):
  MARTELLA ed altri: «Riforma della legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna e disposizioni sull'assetto e sul funzionamento della città metropolitana di Venezia» (715) Parere delle Commissioni I, III, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV.

   X Commissione (Attività produttive):
  PAGANO: «Introduzione dell'articolo 48-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, in materia di diritto alla compensazione dei crediti da parte dei soggetti privati nei riguardi delle pubbliche amministrazioni» (722) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV.

   XI Commissione (Lavoro):
  MADIA ed altri: «Disposizioni temporanee concernenti l'introduzione di un'indennità per i lavoratori con contratti di lavoro atipici in caso di conclusione o sospensione del rapporto di lavoro» (662) Parere delle Commissioni I, II, V, VI e X;

  DI SALVO ed altri: «Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e altre disposizioni concernenti i requisiti per l'accesso al pensionamento da parte del personale ferroviario viaggiante, di macchina e di manovra» (1045) Parere delle Commissioni I, V, IX e XII.

Assegnazione del disegno di legge di delegazione europea, del disegno di legge europea e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento.

  A norma degli articoli 72, comma 1, e 126-ter, comma 1, del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati, in sede referente, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti:
   S. 587 – «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013» (Approvato dal Senato) (1326);
   S. 588 – «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013» (Approvato dal Senato) (1327).

  A norma dell'articolo 126-ter, comma 1, del Regolamento, è altresì assegnata alla XIV Commissione, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012 (Doc. LXXXVII, n. 1).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 9 luglio 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Comunicazione consultiva sull'uso sostenibile del fosforo (COM(2013) 517 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XIII (Agricoltura);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione annuale 2012 sull'attuazione del regolamento (CE) n. 300/2008 che istituisce norme comuni per la sicurezza dell'aviazione civile (COM(2013) 523 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dalla regione Toscana.

  Il presidente della regione Toscana, con lettera in data 4 luglio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19-bis, comma 5, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, la relazione sullo stato di attuazione delle deroghe in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio, previste dall'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE, riferita all'anno 2012.

  Questa relazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione da un consiglio comunale.

  Il comune di Rivarossa (Torino), in data 8 luglio 2013, ha trasmesso un ordine del giorno, approvato dal consiglio comunale nella seduta del 22 giugno 2013, concernente la richiesta di esentare i piccoli comuni dai vincoli del Patto di stabilità interno.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Richiesta di parere parlamentare su proposta di nomina.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 10 luglio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1o febbraio 2010, n. 76, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Nazzareno Mandolesi a componente del Consiglio direttivo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) (6).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 7 maggio 2013, a pagina 5, seconda colonna, le righe dalla quarantunesima alla quarantacinquesima si intendono soppresse e, a pagina 16, seconda colonna, dopo la trentanovesima riga, si intendono inserite le seguenti:
  «BINETTI e BUTTIGLIONE: «Disposizioni per rafforzare l'assistenza dei pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza cronici» (98) Parere delle Commissioni I, II e V;».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative in materia di protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti in Italia – 3-00190

   MIGLIORE, FRATOIANNI, PILOZZI, COSTANTINO, KRONBICHLER, NICCHI, AIELLO, PIAZZONI e PALAZZOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   come ogni anno, con l'avvio della stagione estiva e con il conseguente miglioramento delle condizioni del mare, si intensificano gli sbarchi di migranti in tutto il territorio nazionale e, in particolare, in Sicilia, Calabria e Puglia;
   la situazione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo in tutto il territorio nazionale è caratterizzata da una costante situazione di criticità determinata dal numero eccessivo di presenze; basti pensare, ad esempio, a Lampedusa, che versa in una situazione preoccupante di sovraffollamento, con una presenza, ad oggi, di oltre 1.000 persone, a fronte di una capienza di 300 posti;
   il Governo italiano, negli ultimi anni, è stato oggetto di moniti da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo rispetto alla mancata osservanza dei diritti dei migranti sul suolo italiano e al trattamento disumano e degradante degli ospiti all'interno dei centri di accoglienza;
   la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, trattano dei diritti da assicurare anche ai migranti, come anche la Convenzione sullo status dei rifugiati (1951), nella quale, in particolare, si afferma il principio che gli esseri umani senza distinzione debbano usufruire dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in considerazione - come indicato nel preambolo della stessa - dell'interesse per i rifugiati e della preoccupazione affinché ad essi venga garantito l'esercizio dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nel senso più ampio possibile;
   gli interroganti hanno più volte denunciato pubblicamente la grave condizione di sovraffollamento in cui versano i centri di ospitalità per i migranti, una situazione decisamente inaccettabile per i migranti ospitati e per gli operatori, come anche la necessità di provvedere alla chiusura definitiva dei centri di accoglienza – di fatto, veri e propri centri di detenzione amministrativa – sostituendoli con altri strumenti di accoglienza adeguati e, soprattutto, legittimi;
   ogni anno, inevitabilmente, l'assenza di un intervento tempestivo e strutturale finisce per produrre una condizione di cosiddetta emergenza, con tutte le intuibili conseguenze, assolutamente inaccettabili, in merito alla situazione dei migranti presenti sul territorio italiano, nonché alle risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate in modo più efficace;
   la situazione al riguardo è talmente critica che, da ultimo, anche il Papa si è recato a Lampedusa per commemorare i numerosi morti in mare, nonché per incontrare persone che si trovano nei centri di accoglienza;
   oltre alla criticità descritta, sussiste il grave problema relativo ai lunghissimi tempi di attesa per le procedure legate alla richiesta di asilo;
   i tempi di accesso alla procedura relativa alla domanda di protezione internazionale sono, di fatto, molto più lunghi rispetto a quanto stabilito nel decreto legislativo n. 251 del 2007, nonché a quanto previsto dalla recente circolare del Ministero dell'interno 400/C/2013 dell'8 febbraio 2013, che, in particolare, chiarisce come la domanda di asilo si debba considerare presentata a seguito dell'avvenuta «manifestazione di volontà dell'interessato»;
   è del tutto evidente che, dunque, dovrebbe esserci contestualità tra tale manifestazione di volontà e la ricezione amministrativa della domanda tramite modulo C3;
   il mancato rispetto della normativa richiamata comporta inevitabilmente, ad avviso degli interroganti, il determinarsi di situazioni di «sospensione» dei diritti connessi alla richiesta di asilo, con conseguenze di estrema gravità nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili;
   ferma restando la necessità di un piano di interventi per evitare che si produca l'ennesima emergenza a fronte di un fenomeno evidentemente ormai strutturale (e dunque prevedibile con largo anticipo), nonché di iniziative per un'immediata soluzione dei problemi evidenziati, relativi alla situazione delle diverse strutture di accoglienza, più in generale, sarebbe, quindi, indispensabile arrivare ad una revisione dell'intero sistema di protezione internazionale, onde garantire finalmente la piena attuazione del dettato costituzionale sulla materia, ivi compresa quella delle norme e dei trattati internazionali richiamati e rispetto ai quali il nostro Paese è chiamato ad ottemperare a precisi impegni –:
   se, in considerazione di quanto illustrato in premessa, il Governo non ritenga di dover intervenire con urgenza sull'intero sistema di protezione internazionale, dalla fase di accesso alla fase dell'accoglienza, onde garantire finalmente la piena attuazione del dettato costituzionale, nonché delle norme e dei trattati internazionali richiamati dall'articolo 10 della Costituzione, nel contempo sollecitando fortemente a livello europeo iniziative che consentano l'effettiva tutela dei diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti. (3-00190)
(9 luglio 2013)


Chiarimenti in merito alla nomina del prefetto De Gennaro a presidente di Finmeccanica e iniziative normative per rendere più stringenti gli obblighi previsti dalla legge n. 215 del 2004 in materia di conflitti di interessi – 3-00191

   NUTI, VILLAROSA, LOMBARDI, NESCI, D'AMBROSIO, CANCELLERI, SPESSOTTO e ARTINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   il prefetto Gianni De Gennaro, ex capo della polizia ai tempi della repressione del G8 di Genova, ex commissario straordinario per l'emergenza dei rifiuti a Napoli, successivamente promosso direttore del Dipartimento per l'informazione e la sicurezza (i servizi segreti) e poi, nel Governo Monti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti, è stato recentemente nominato presidente di Finmeccanica;
   Finmeccanica, travolta da scandali, come l'arresto dell'ex presidente Giuseppe Orsi per una tangente di 51 milioni di euro per la vendita di 12 elicotteri Augusta al Governo indiano, e da operazioni industriali disastrose, come la sciagurata acquisizione dell'americana Drs, avrebbe bisogno di una guida autorevole e competente per uscire dall'attuale drammatica situazione di crisi, rappresentando una colonna strategica del nostro sistema industriale;
   la legge 20 luglio 2004, n. 215 – la famosa «legge Frattini» sul conflitto d'interessi – all'articolo 2, comma 4, prevede espressamente che il titolare di cariche di Governo non può, per dodici mesi dal termine della carica di Governo, ricoprire incarichi nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta;
   risulta da fonti di stampa, che, secondo un parere trasmesso dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, su richiesta del Ministro Saccomanni – parere, tra l'altro, mai reso pubblico – non esisterebbero incompatibilità nel passaggio dell'ex Sottosegretario con delega ai servizi segreti alla holding industriale della difesa, perché l'attività di Finmeccanica non si svolge «prevalentemente» nell'ambito dei servizi segreti. Il profilo della «prevalenza» sarebbe stato valutato in base al giro d'affari del gruppo e alle commesse per le aziende, da cui emergerebbe che Finmeccanica non avrebbe contratti o appalti «prevalenti» con i servizi segreti, benché sia fornitrice anche di forze di polizia e di ambienti della sicurezza. Insomma, secondo gli interroganti un tentativo neanche troppo elegante di aggirare la ratio della legge: per un avverbio Gianni De Gennaro sarebbe così diventato presidente di Finmeccanica –:
   se ritenga che il Governo abbia valutato compiutamente tutti i profili di incompatibilità formale e sostanziale del prefetto De Gennaro, sia con riferimento a quanto espressamente previsto dalla legge, sia in generale con riferimento alla correttezza ed alla trasparenza nell'azione di Governo, e se non ritenga comunque di adottare iniziative normative per rendere più stringenti gli obblighi della legge 20 luglio 2004, n. 215. (3-00191)
(9 luglio 2013)


Iniziative per accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni in attuazione del decreto-legge n. 35 del 2013 – 3-00192

   BRUNETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   da un primo consuntivo sulla tempistica seguita nel procedere al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni fornito dal Ministero dell'economia e delle finanze il 5 luglio 2013 emerge che i termini previsti dal decreto-legge n. 35 del 2013 sono stati rispettati solo in misura modesta;
   le responsabilità sono da attribuire principalmente agli enti locali, alle regioni, alle province autonome, agli enti del servizio sanitario nazionale e alle amministrazioni dello Stato titolari delle singole procedure, ma è mancata una forte azione coordinatrice a livello centrale per monitorare l'intero procedimento ed intervenire tempestivamente sui soggetti preposti;
   si corre il rischio che alla fine dell'anno 2013 gli obiettivi che si erano prefissati in termini di maggiore liquidità per le aziende non saranno conseguiti;
   dal successo dell'azione, che dovrebbe essere accelerata per consentire di effettuare nel secondo semestre del 2013 anche i pagamenti inizialmente previsti per il 2014, dipende un cambiamento delle aspettative degli imprenditori, capace di anticipare i tempi di una possibile ripresa;
   fallire questo obiettivo avrebbe conseguenze negative anche a livello europeo, in quanto dimostrerebbe che la fiducia riposta dalla Commissione europea, che ha consentito una deroga, seppur limitata, al patto di stabilità, nelle capacità gestionali del nostro Paese era mal riposta;
   per evitare tutto quanto sopra esposto è necessario recuperare rapidamente il tempo perduto, con un'azione di impulso rispetto a tutti i soggetti coinvolti nell'operazione –:
   quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per rimediare ai ritardi e alle inefficienze evidenziate nelle premesse. (3-00192)
(9 luglio 2013)


Chiarimenti in merito alle modalità di espulsione e rimpatrio della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, dissidente politico kazako – 3-00193

   GIANCARLO GIORGETTI, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUONANNO, BUSIN, CAON, CAPARINI, FEDRIGA, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, PRATAVIERA e RONDINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   nella notte fra il 29 e il 30 maggio 2013 circa 50 agenti della Digos hanno fatto irruzione in una abitazione privata di Casal Palocco, prelevando a forza una donna e la sua bambina di sei anni, con l'accusa, rivelatasi poi infondata, di un'irregolarità nel passaporto della donna; immediatamente entrambe vengono portate al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria;
   senza attendere le verifiche sul documento e nonostante la loro richiesta di asilo politico, madre e figlia vengono immediatamente rimpatriate, con aereo privato di proprietà kazaka, con una procedura lampo, secondo gli interroganti in spregio alle procedure previste dalla legge, a qualunque considerazione in merito alla tutela dei diritti delle due straniere e ai rischi per la loro incolumità che sarebbero conseguiti al rimpatrio;
   il rimpatrio avviene a 3 giorni dal fermo, con un contrasto evidente rispetto ai normali tempi di rimpatrio (quando esso venga davvero operato, cioè in una minima parte dei casi) registrato per immigrati la cui clandestinità è stata accertata;
   le circostanze che hanno determinato questa condotta da parte del Governo italiano, come ricostruite dalla stampa, fanno emergere una condotta secondo gli interroganti illegittima, vile e vergognosa: le due donne sono, infatti, congiunte di un rifugiato politico, la moglie e la figlia di Mukhtar Ablyazov, uomo d'affari kazako di 50 anni, ex banchiere e politico. Un personaggio controverso, ma che è coinvolto in questa vicenda certamente per essere il principale oppositore politico del Presidente plenipotenziario del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev;
   Ablyazov, nonostante sia sotto processo da parte del Kazakistan per questioni relative alle sue gestioni bancarie, dal 2011 ha ottenuto asilo e protezione da parte del Regno Unito, che ne ha riconosciuto il rischio per la sua vita nel caso di rientro in Kazakistan;
   una sentenza del tribunale di Roma del 5 giugno 2013 ha acclarato che non c'era alcuna irregolarità nei documenti della moglie di Ablyazov;
   le poche notizie filtrate sulla vicenda evidenziano un comportamento degli organismi pubblici coinvolti del tutto irrispettosa dei ruoli istituzionali e, quindi, in definitiva della legge: sarebbe stata l'ambasciata kazaka a chiedere l'intervento, rivolgendosi, però, al Ministero dell'interno e non al Ministero degli affari esteri, come vorrebbe la prassi. Il Ministero dell'interno avrebbe proceduto direttamente, senza confrontarsi con il Ministero degli affari esteri, né con il Ministero della giustizia, usando, dunque, le procedure previste per l'immigrazione clandestina in modo del tutto inappropriato, assecondando la richiesta di un'autorità straniera;
   questo comportamento a giudizio degli interroganti vergognoso del Governo, oltre a mettere a rischio la vita di due persone, scredita tutta la legislazione italiana e tutti gli sforzi per il contrasto all'immigrazione clandestina compiuti negli ultimi anni, laddove tale fattispecie, gestita correntemente con garanzie esorbitanti a favore di clandestini veri, viene invece usata dal Governo, per ragioni di pura opportunità, in spregio a qualunque principio umanitario;
   il Presidente del Consiglio dei ministri Letta ha in seguito dichiarato la volontà di avviare una verifica interna agli organi di Governo «che ricostruisca i fatti ed evidenzi eventuali profili di criticità». Una simile risposta appare piuttosto diplomatica e rituale, a fronte della gravità dell'accaduto, e non può ritenersi sufficiente a ridare credibilità ad un Paese che si è macchiato della consegna di due ostaggi ad un Paese che non offre garanzie di Stato di diritto;
   si tratta peraltro di un Paese, il nostro, che sul fronte del prestigio e della considerazione internazionale, nonostante il susseguirsi negli ultimi 2 anni di Governi che fanno della loro immagine uno dei principali punti di forza, sta registrando risultati umilianti: non è in grado di fare estradare verso l'Italia assassini pluricondannati come Cesare Battisti, non sa gestire il sequestro di due militari di eccellenza dall'India, nessun vero clandestino viene davvero rimpatriato e i rivoli di mille ricorsi fanno permanere sul territorio soggetti già riconosciuti come socialmente pericolosi e che si sono macchiati in seguito di crimini efferati –:
   se, quanti e quali altri casi si registrino di applicazione immediata, nell'arco di tre giorni, della procedura di espulsione di stranieri, con immediato imbarco su volo dedicato, operato a spese del Paese di origine, e con la conseguente certezza sull'avvenuto rimpatrio. (3-00193)
(9 luglio 2013)


Iniziative per una tempestiva soluzione della vicenda dei due militari italiani sottoposti a procedimento giudiziario in India – 3-00194

   GIORGIA MELONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   da più di un anno i due fucilieri del reggimento «San Marco» della Marina militare italiana, ritenuti responsabili della morte di due pescatori indiani, sono in stato di fermo nello Stato del Kerala, in attesa che gli inquirenti chiariscano la loro posizione;
   l'incidente sarebbe avvenuto in acque internazionali, sicché tale localizzazione avrebbe dovuto sin dal principio far venir meno la giurisdizione indiana a favore di quella italiana;
   un accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica dell'India stabilisce, altresì, la possibilità per i detenuti condannati dell'uno o dell'altro Paese di scontare la pena nel proprio Paese d'origine, quindi, nel caso dei marò, l'Italia;
   nonostante ciò, il 18 gennaio 2013 la Corte suprema indiana, pur accertando che i fatti si erano effettivamente verificati al di fuori delle acque territoriali indiane, negava la giurisdizione dello Stato italiano e, senza adeguata motivazione, rivendicava l'esercizio dei diritti sovrani di giurisdizione dell'India, disponendo, inoltre, che il processo venisse affidato a un tribunale speciale da costituire a New Delhi;
   nel frattempo, nel dicembre 2012 e nella prima metà di febbraio 2013 venivano accolte dal Governo indiano le richieste di due permessi speciali per consentire ai militari di trascorrere in famiglia le festività natalizie e di votare alle elezioni politiche, con l'obbligo di tornare in India;
   la crisi si accentuava l'11 marzo 2013 quando il Ministro degli affari esteri pro tempore, Giulio Terzi, in pendenza dell'avvio di un processo che desse reali garanzie di affidamento alla parte italiana, annunciava che i due militari non avrebbero fatto rientro in India;
   la posizione indiana si irrigidiva fino alla decisione, del tutto illegittima, da parte della Corte suprema, di disporre un'ordinanza nei confronti dell'ambasciatore italiano a New Delhi, che ne limitava in maniera inaccettabile la libertà di movimento;
   contestualmente, il Governo indiano si rendeva disponibile a risolvere la controversia in tempi brevi, a condizione che i marò rientrassero in India alla data prevista;
   il Ministro pro tempore Terzi sottoponeva all'attenzione del Governo la necessità che un eventuale ritorno dei due fucilieri in India fosse preceduto dall'accettazione di alcune rassicurazioni, necessarie, tra l'altro, a tutelare pienamente la sicurezza dei militari italiani e a ripristinare immediatamente l'immunità diplomatica dell'ambasciatore italiano;
   le riserve poste dal Ministro degli affari esteri pro tempore alla decisione di un rientro dei marò in India sarebbero, però, rimaste inascoltate dal Governo, che, in maniera del tutto inattesa e opinabile, decideva di sacrificare la libertà di Latorre e Girone, anche in contrasto con la normativa sull'estradizione, ritenendo, oltretutto, le rassicurazioni ottenute dall'India sufficienti;
   tali rassicurazioni potranno essere valutate nei loro effetti solo con il rientro in patria definitivo e legittimo dei marò nei tempi più brevi possibili;
   le profonde divergenze d'opinione all'interno dell'Esecutivo sono sfociate nell'annuncio da parte del Ministro degli affari esteri pro tempore delle sue dimissioni al termine della seduta d'Aula del 26 marzo 2013 alla Camera dei deputati;
   tale vicenda, che ad oggi non ha ancora assurdamente trovato risposta, ha pienamente dimostrato l'incapacità politica del Governo tecnico nel gestire una situazione di crisi e sta minando fortemente la credibilità internazionale del nostro Paese;
   è di queste ultime ore l'incredibile notizia dell'esistenza di prove dell'innocenza di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: ben cinque ore separerebbero, infatti, la testimonianza del capitano e armatore del peschereccio St. Anthony, che fissa alle 21.30 circa la morte dei pescatori, dall'incidente con la nave italiana, avvenuto tra le 16.00 e 16.30, per il quale i due marò saranno processati a Delhi;
   da una più accurata ricostruzione degli eventi di quel fatidico 15 febbraio 2012 stanno emergendo altri importanti dettagli, che porterebbero a sostenere la totale innocenza di Latorre e Girone, da sempre convinti di non aver ucciso alcun pescatore;
   come riportato da notizie di stampa di questi giorni, la nave italiana potrebbe essere stata, addirittura, il «capro espiatorio perfetto in tempi di campagna elettorale locale con il risultato che Latorre e Girone vengono incastrati» (Il Giornale, lunedì 1o luglio 2013);
   tali nuove circostanze impongono un immediato e incisivo intervento del Governo italiano –:
   quali opportune ed urgenti iniziative il Governo intenda adottare, anche alla luce delle nuove risultanze delle indagini, al fine di risolvere in modo tempestivo e definitivo la questione dei marò, garantendo il rispetto delle norme internazionali, anche attraverso il coinvolgimento dei competenti organismi internazionali, e l'immediato ritorno in patria dei due militari. (3-00194)
(9 luglio 2013)


Iniziative finalizzate ad un piano straordinario per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani – 3-00195

   SPERANZA, MARTELLA, DE MICHELI, GIACOMELLI, GRASSI, VELO, BELLANOVA, DE MARIA, FREGOLENT, GARAVINI, POLLASTRINI, ROSATO e MAURI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   il Governo, sin dall'atto del suo insediamento, è intervenuto per contrastare gli effetti della crisi e favorire la ripresa dell'economia, mettendo in campo importanti iniziative, tra le quali assumono particolare rilievo il pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche, i provvedimenti volti a dare sostegno al settore delle infrastrutture e delle costruzioni, gli interventi per l'occupazione giovanile;
   gli sforzi fatti per chiudere la procedura per disavanzo eccessivo consentiranno all'Italia di godere della maggiore flessibilità di bilancio per gli investimenti pubblici produttivi dei Paesi il cui deficit annuale si trova sotto il limite del 3 per cento, linea sostenuta, da lungo tempo, dal Governo italiano;
   restano, tuttavia, difficili le condizioni del mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda la disoccupazione giovanile che colpisce in Italia ormai oltre il 40 per cento dei giovani tra i 15 e i 24 anni, tanto che nelle conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 si legge che, stante l'inaccettabile elevato numero di giovani europei privi di occupazione, la lotta alla disoccupazione giovanile è l'obiettivo immediato dell'Europa;
   in questo senso, è necessario concentrare l'azione politica sull'apertura di nuovi spazi all'interno delle procedure e degli strumenti vigenti, anche attraverso le necessarie innovazioni: la maggior forza politica riacquistata dall'Italia, per effetto dell'uscita dalla procedura per deficit eccessivo e della ritrovata stabilità di Governo, deve infatti essere spesa per modificare l'impianto inefficiente del complesso delle politiche dell'Unione europea, piuttosto che per perorare pericolosi alleggerimenti sulle condizioni di consolidamento fiscale sul medio termine relative soltanto al nostro Paese;
   se è da accogliere con soddisfazione lo stanziamento di 1,5 miliardi per la Youth guarantee che l'Italia potrà utilizzare nel 2014 e nel 2015 per la lotta alla disoccupazione giovanile, è evidente che un'azione davvero incisiva in materia non possa prescindere dal rilancio del fondo sociale europeo, sia in termini di ampliamento della dotazione finanziaria, sia di modalità di assegnazione territoriale, sia di criteri di ammissibilità delle spese;
   in particolare, sarebbe necessario che l'azione del Governo italiano nelle sedi europee fosse orientata a far sì che il fondo sociale europeo possa:
    a) seguire, in analogia a quanto previsto dalla Youth guarantee, criteri asimmetrici, assegnando risorse non sulla base del prodotto interno lordo regionale pro capite raffrontato alla media dell'Unione europea, ma sulla base del numero di disoccupati;
    b) ampliare il ventaglio di spese ammissibili a tutte le politiche attive di job creation;
   sul piano interno, è indispensabile migliorare il coordinamento fra Stato e regioni, concentrando le risorse a disposizione su precisi obiettivi e strumenti –:
   se il Governo intenda configurare quanto esposto in premessa in un piano straordinario per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani, che contempli non solo incentivi e sussidi all'offerta, ma anche e soprattutto alla domanda di lavoro – specie nei settori non delocalizzabili, più ricettivi e strategici, quali, ad esempio, i beni culturali, le nuove tecnologie, il turismo, i servizi alla persona, i servizi legati all'innovazione digitale – illustrando quali ulteriori azioni intenda promuovere in ambito europeo per il raggiungimento di tali obiettivi. (3-00195)
(9 luglio 2013)


Intendimenti del Governo per il contrasto all'evasione fiscale – 3-00196

   PISICCHIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   il nostro Paese rappresenta l'1 per cento della popolazione mondiale e detiene il 5,7 per cento del totale della ricchezza del pianeta. Da dati della Bundesbank si apprende che il patrimonio netto delle famiglie italiane risulta pari al triplo di quelle tedesche, rispettivamente 163.900 euro contro i 51.400 euro. Uno studio della Banca d'Italia riporta una graduatoria mondiale relativa alla ricchezza netta pro capite, nella quale il nostro Paese si colloca nei primi 20 posti su 200;
   il mercato nazionale dei beni di lusso, nel 2012, si attestava intorno ai 15 miliardi di euro, primo in Europa secondo dati Eurispes;
   alla fine del 2011 in Italia la ricchezza nazionale media era pari a otto volte il reddito disponibile lordo delle famiglie;
   il quadro che ne deriva è estremamente contraddittorio, indicando una palese macroscopica distorsione derivante da quel fenomeno grave rappresentato dall'evasione fiscale. Un fenomeno dai contorni indefiniti, variamente articolato nella distribuzione territoriale;
   i dati di Tax research UK parlano di un'evasione pari al 27 per cento sul prodotto interno lordo, mentre la Germania si attesta a quota 16 per cento e la Francia al 15 per cento;
   la verità è che non si hanno dati certi relativi alla dimensione di questo fenomeno, vero cancro del sistema produttivo italiano, causa dello squilibrio dei conti pubblici, dell'elevato costo del lavoro e del conseguente malessere che mina l'equilibrio della nostra società;
   la Confcommercio stima l'evasione fiscale in 154 miliardi di euro, mentre la Confindustria parla di 124,5 miliardi di euro;
   il fisco pesa per l'82 per cento su chi ha un impiego fisso e sui pensionati, con una pressione fiscale effettiva su queste categorie che ha toccato quota 53 per cento;
   nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica la Corte dei conti ha rilevato come negli anni la lotta all'evasione sia stata caratterizzata da andamenti ondivaghi e contraddittori, come nel caso degli elenchi clienti-fornitori telematici o nelle limitazioni al pagamento mediante utilizzo di denaro contante, sui quali le modifiche sono state continue, mentre il contrasto all'evasione dovrebbe essere caratterizzato da piena condivisione e continuità;
   il sistema fiscale italiano generato dalla riforma del 1971-1973 si basa su un controllo ex post. La strategia per combattere l'evasione si è basata su obblighi formali di tenuta delle scritture contabili, di presentazione delle dichiarazioni e sull'esecuzione di limitati controlli approfonditi;
   l'amministrazione è ormai dotata di strumenti avanzati per identificare gli evasori, dal sistema Serpico, sintesi di tutte le informazioni di interesse fiscale di ciascun contribuente, al «redditometro», metodo di accertamento sintetico del reddito che consente all'amministrazione finanziaria una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla capacità di spesa del medesimo;
   il presidente della Corte dei conti, nell'audizione che si è svolta il 19 giugno 2013 presso le Commissioni bilancio e finanze della Camera dei deputati, ha sostenuto che gli strumenti informatici e telematici che ormai ben consentono di individuare gli evasori, dovrebbero essere utilizzati per prevenire l'evasione, riducendo le possibilità di comportamenti scorretti nella fase dell'adempimento. Tali strumenti dovrebbero gestire il contribuente, non lavoratore dipendente, nella fase dell'adempimento fiscale, durante la quale è costretto a ricorrere all'assistenza professionale offerta dal mercato, visto il deficit di ruolo del sistema informativo pubblico rispetto alla gestione del rapporto con il contribuente;
   un utile strumento che dovrebbe essere potenziato è quello del contrasto di interessi, ovvero della possibilità per i contribuenti di dedurre/detrarre le spese per far emergere buona parte della base imponibile oggi evasa –:
   quali siano gli intendimenti del Governo per affrontare la grave piaga dell'evasione e se non ritenga di dover intervenire, con iniziative normative anche a carattere di urgenza, al fine di evitare che il peso fiscale gravi sempre e solo sui cittadini dipendenti e pensionati. (3-00196)
(9 luglio 2013)


Iniziative per agevolare l'intervento dei privati nel settore dei beni culturali – 3-00197

   DELLAI, GALGANO, CAPUA, SANTERINI, VEZZALI, MOLEA, ROSSI, CARUSO, VITELLI, CAUSIN e SCHIRÒ PLANETA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   nonostante ricopra un'importanza fondamentale per la sua vastità e per il forte impatto su altri settori ad esso collegati, come quello del turismo, il sistema dei beni culturali ha risentito fortemente dei tagli alla spesa pubblica, imposti dalla contingenza economica, che hanno limitato le risorse a disposizione per il settore;
   le cronache quotidiane segnalano continuamente episodi di incuria, abbandono e cattiva conservazione del patrimonio artistico-culturale e ambientale nei confronti dei quali l'intervento dello Stato o è tardivo o spesso assente per la mancanza di risorse adeguate;
   l'allarme lanciato dal Ministro Bray in questi giorni di un bilancio per la cultura ridotto del 24 per cento è da questo punto di vista la conferma di una situazione insostenibile;
   fermi restando il ruolo decisionale dello Stato ed il mantenimento della competenza della tutela e della conservazione in capo alle soprintendenze, si è spesso invocato l'ingresso dei privati nel settore dei beni culturali per attrarre risorse fresche;
   la partecipazione dei privati al settore dei beni culturali è, peraltro, espressione del principio di sussidiarietà orizzontale, sancito dall'articolo 118, comma 4, della Costituzione –:
   se non ritenga di individuare iniziative, anche di tipo normativo, che agevolino l'intervento dei privati nel settore dei beni culturali, al fine di attrarre sia capitali che professionalità in un settore strategico per l'economia italiana. (3-00197)
(9 luglio 2013)