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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 22 maggio 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 maggio 2013.

  Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Bergamini, Berretta, Bocci, Bray, Brunetta, Caparini, Carrozza, Casero, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Luigi Di Maio, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Merlo, Migliore, Orlando, Pisicchio, Rigoni, Sani, Santelli, Sereni, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 21 maggio 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   D'INCECCO: «Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche» (1013);
   FEDRIGA: «Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico» (1014);
   NACCARATO: «Modifiche all'articolo 689 del codice penale, in materia di vendita, cessione per asporto e somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente» (1015);
   CAPARINI: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese per l'esecuzione di interventi volti al risparmio energetico negli edifici» (1016);
   RUOCCO ed altri: «Modifica dell'articolo 4-quinquies-decies del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 205, concernente la disciplina della produzione della mozzarella di bufala campana a denominazione di origine protetta e il termine iniziale di efficacia della sua applicazione» (1017);
   RUOCCO ed altri: «Modifiche alla disciplina concernente la produzione di latte di bufala e differimento del termine di efficacia delle disposizioni in materia di rilevazione delle quantità prodotte» (1018);
   ZACCAGNINI ed altri: «Disposizioni in materia di agricoltura sociale» (1019);
   SCHULLIAN: «Disposizioni in materia di agricoltura sociale» (1020);
   BURTONE: «Introduzione di corsi di primo soccorso nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria superiore» (1021);
   BURTONE: «Norme per il riconoscimento della sindrome post-polio come malattia cronica e invalidante» (1022);
   BURTONE: «Istituzione della Giornata in ricordo delle persone decedute o rese disabili a causa di vaccinazioni» (1023).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge REALACCI ed altri: «Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché deleghe al Governo per la riforma del sistema di governo delle medesime aree e per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali» (65) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mazzoli.
  La proposta di legge REALACCI ed altri: «Norme per il contenimento dell'uso di suolo e la rigenerazione urbana» (70) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Morassut.
  La proposta di legge MOGHERINI ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011» (118) è stata successivamente sottoscritta dai deputati La Marca e Miotto.
  La proposta di legge SBROLLINI ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011, e altre disposizioni per il contrasto della violenza e delle discriminazioni per motivazioni riferite al sesso o all'orientamento sessuale nonché per la promozione della soggettività femminile» (459) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bruno Bossio.

Ritiro di proposte di legge.

  Il deputato Borghi ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
   BORGHI: «Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e la riqualificazione delle aree rurali e montane, nonché deleghe al Governo per la riforma del sistema di governo delle aree montane e rurali e per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali» (633).

  Il deputato Ragosta ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
   RAGOSTA: «Nuove norme in materia di promozione e sostegno delle attività economiche finalizzate alla valorizzazione delle aree protette» (710).

  Le proposte di legge saranno pertanto cancellate dall'ordine del giorno.

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri.

  Il Ministro degli affari esteri, con lettera in data 17 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9 della legge 15 ottobre 1991, n. 344, la relazione sullo stato di attuazione della legge 26 dicembre 1981, n. 763, recante provvedimenti in favore dei profughi italiani, riferita all'anno 2012 (Doc. CVI, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 7 maggio 2013, a pagina 9, seconda colonna, le righe dalla dodicesima alla sedicesima si intendono soppresse e, a pagina 10, seconda colonna, dopo la trentacinquesima riga si intendono inserite le seguenti:
   «PISICCHIO: “Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo per l'emergenza economico-sociale del paese” (192) Parere delle Commissioni I e X;».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per garantire il controllo nazionale dell'infrastruttura di rete e i livelli occupazionali di Telecom Italia, con particolare riferimento all'ipotesi di aggregazione di quest'ultima con 3 Italia – 3-00070

   PAOLO NICOLÒ ROMANO, NICOLA BIANCHI, CATALANO, DE LORENZIS, DELL'ORCO, FURNARI, CRISTIAN IANNUZZI e LIUZZI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   in data 9 maggio 2013 si è riunito il consiglio di amministrazione di Telecom Italia per l'approvazione dei dati trimestrali e per esaminare l'ipotesi di aggregazione con 3 Italia e il progetto di separazione della rete;
   i dati del resoconto di gestione al 31 marzo 2013 esaminati dal consiglio di amministrazione evidenziano un quadro societario caratterizzato da un indebitamento finanziario netto di quasi 29 miliardi di euro, in aumento di 493 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2012, e con un trend negativo di tutti gli indicatori di performance finanziari, tra cui il flusso di cassa della gestione operativa precipitato in un solo anno da 626 milioni di euro a 137 milioni di euro;
   il problema dei conti è talmente grave che è in atto una politica di contenimento dei costi che sta incidendo notevolmente sui livelli occupazionali e sugli investimenti, con tagli già previsti, nel piano industriale del triennio 2013-2015, di 1,3 miliardi di euro e la messa in mobilità di 2.750 lavoratori tra il 2013 e il 2014. Tagli che in questa fase di recessione aggravano ulteriormente il già difficile quadro economico del nostro Paese;
   questo stato finanziario della Telecom, dovuta alla disastrosa privatizzazione avviata nel 1997 dal Governo Prodi, ha spinto il top management ad intraprendere iniziative che non hanno precedenti nel panorama europeo, quali la separazione della rete infrastrutturale dalle attività commerciali e l'aggregazione con 3 Italia, società detenuta al 100 per cento dal magnate cinese Li Ka Shing. Ipotesi quest'ultima che ha già scatenato forti reazioni da parte del mondo politico, economico e mediatico per le sue implicazioni sul piano della sicurezza nazionale, in considerazione dell'importanza strategica che ha per il nostro Paese la principale impresa italiana di telecomunicazioni, che possiede la nostra infrastruttura di rete e, quindi, l'accesso all'immenso patrimonio di dati e di conoscenza che essa contiene;
   il consiglio di amministrazione di Telecom, nella riunione sopra ricordata del 9 maggio 2013, ha deciso la prosecuzione degli approfondimenti in merito alla possibile operazione con la Hutchison Whampoa di Li Ka Shing, in particolare «per accertare l'esistenza di margini di negoziazione realistici ed idonei ad addivenire a un contemperamento delle rispettive posizioni sui valori delle due società», negoziazione che sarà determinante i fini del controllo della stessa Telecom, mentre, in merito al progetto di separazione della rete di accesso, ha rinviato al 23 maggio 2013 la probabile decisione finale, considerata ineluttabile per il destino stesso della società. Da numerose notizie di stampa si evince l'intenzione del management di scorporare l’asset infrastrutturale dai servizi costituendo una newco, con la prospettiva di cedere una quota alla Cassa depositi e prestiti, probabilmente nell'ambito di una ipo (offerta pubblica iniziale), comunque mantenendo la maggioranza assoluta. Secondo i pareri avanzati da Telecom, lo scorporo farebbe ottenere vantaggi sotto il profilo del debito e del rating per: i benefici regolamentati promessi da Bruxelles in presenza di una soluzione che assicuri l’equivalence of input, cioè il trattamento paritario di tutti gli operatori nell'utilizzo dell'infrastruttura (Telecom è stata recentemente multata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato per ostacoli alla concorrenza); la riorganizzazione che consentirebbe un meccanismo di remunerazione «da utility»; la maggiore prevedibilità dei ricavi e flessibilità operativa che oggi è ostacolata dal suo ruolo di incumbent;
   tale scorporo dell'infrastruttura dai servizi non convince i sindacati e molti analisti indipendenti, perché non risolverebbe il problema del debito e per le pesanti ricadute sul piano occupazionale. Il problema del debito, infatti, verrebbe solo in parte risolto, sia se l’incumbent cedesse la maggioranza della società della rete alla Cassa depositi e prestiti – valutata non meno di 15 miliardi di euro, quindi, incassando almeno 8 miliardi di euro, ma Cassa depositi e prestiti ha già prospettato di stanziare risorse non per il rimborso del debito del gruppo, bensì per gli investimenti nello sviluppo della fibra ottica – sia trasferendolo in toto alla newco, ipotesi non realizzabile, dato che l'indicatore Ebitda della rete è stimabile in 2,5 miliardi di euro e, quindi, non potrebbe superare gli 8-10 miliardi di euro di debito. Anche optando per questa ipotesi non è immaginabile, in un mercato altamente competitivo come quello dei servizi di telefonia, la presenza di una società con una ventina di miliardi di euro di indebitamento netto residuo, priva di un asset strategico come la rete infrastrutturale d'accesso;
   molteplici sono gli aspetti ancora poco chiari relativi al futuro della più importante compagnia telefonica del Paese, in particolare sorgono dubbi sulla posizione che la newco avrà nei confronti degli ingenti debiti di Telecom, sul margine di gestione che vi sarà, sulla programmazione e sul controllo che lo Stato si riserverà nei confronti della newco, sul destino degli 82 mila dipendenti all'indomani della cessione, sull'utilizzo futuro delle «centrali» di proprietà Pirelli RE, svenduti da Telecom a Tronchetti Provera durante la sua gestione a giudizio degli interroganti fallimentare e riaffittati dalla stessa a caro prezzo, e, infine, sulla titolarità degli 80 brevetti dei TILab e dei circa 600 brevetti registrati, che hanno permesso al Paese di ritagliarsi, comunque, un ruolo di avanguardia nel settore delle telecomunicazioni e che, nel caso di ingresso del colosso cinese nel board del gruppo, rischiano di essere «sfruttati» da una potenza economica straniera, impoverendo la nostra capacità di innovazione, con contraccolpi durissimi all'intero sistema Paese;
   a giorni il consiglio di amministrazione di Telecom prenderà importanti decisioni che avranno ripercussioni non solo sulla sua struttura societaria ed occupazionale del gruppo, ma sullo sviluppo economico e la sicurezza nazionale del nostro Paese –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per salvaguardare un asset strategico per il nostro Paese, garantendo il controllo nazionale dell'infrastruttura di rete e i posti di lavoro della più importante compagnia telefonica del Paese. (3-00070)


Intendimenti del Governo in merito a problematiche inerenti alla compensazione tra crediti certificati nei confronti della Pubblica Amministrazione e debiti tributari e previdenziali delle imprese – 3-00071

   TAGLIALATELA, GIORGIA MELONI, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, NASTRI, RAMPELLI, TOTARO e MAIETTA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il decreto-legge n. 35 del 2013, recante disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, prevede che, ai fini dei pagamenti, l'accertamento della regolarità contributiva, da realizzarsi attraverso la trasmissione del documento unico di regolarità contributiva, sia effettuato con riferimento alla data di emissione della fattura, o di richiesta equivalente di pagamento;
   è, inoltre, previsto che nel caso tale accertamento evidenzi un'inadempienza contributiva, dal certificato di pagamento sia trattenuto l'importo corrispondente all'inadempienza, con conseguente pagamento di quanto dovuto per le inadempienze accertate mediante il documento unico di regolarità contributiva direttamente agli enti previdenziali e assicurativi;
   in merito si ricorda che il decreto-legge n. 52 del 2012 sulla spending review, ha previsto che il documento unico di regolarità contributiva possa essere rilasciato anche in caso di inadempienza, se l'azienda è in possesso di apposita certificazione che attesti la sussistenza di crediti certi, liquidi ed esigibili, vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, per un importo almeno pari ai versamenti contributivi accertati e non ancora versati da parte della stessa;
   il decreto ministeriale di attuazione di quest'ultima disposizione, tuttavia, non è ancora stato emanato e, allo stato attuale, l'Inps, pur potendo, nella fattispecie citata, rilasciare i documenti unici di regolarità contributiva, non può chiudere la posizione dell'azienda, a carico della quale continuano, quindi, a maturare interessi;
   il decreto-legge n. 35 del 2013, inoltre, in merito alla compensazione tra certificazioni e crediti tributari, prevede la possibilità della compensazione in F24 solo per i debiti tributari derivanti da accertamenti tributari ed iscritti a ruolo, mentre non è prevista alcuna possibilità di compensazione tra certificazioni e debiti tributari e previdenziali correnti maturati a carico delle imprese virtuose che hanno sempre rispettato le scadenze tributarie, contributive e previdenziali, anche in assenza di pagamenti certi da parte della pubblica amministrazione, addirittura facendo ricorso all'indebitamento bancario e sopportandone il relativo onere –:
   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alle problematiche esposte in premessa. (3-00071)


Chiarimenti in merito all'impugnazione da parte del Ministero della difesa della revoca delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione siciliana relative al sistema di comunicazioni satellitari denominato Muos nel comune di Niscemi – 3-00072

   MIGLIORE, PALAZZOTTO e DURANTI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   con ricorso al tribunale amministrativo regionale di Palermo, iscritto a ruolo il 20 aprile 2013, il Ministero della difesa ha impugnato: la delibera della giunta regionale siciliana n. 61 del 5 febbraio 2013; la nota Arta della Regione siciliana n. 15513 del 29 marzo 2013, con la quale è stata revocata l'autorizzazione ex articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1995, rilasciata con nota n. 36783 del 1o giugno 2011; la nota Arta della Regione siciliana n. 15532 del 29 marzo 2013, con la quale è stata revocata l'autorizzazione rilasciata con nota n. 43182 del 28 giugno 2011; nonché, ove occorra le note Arta n. 81/GAB, n. 82/GAB dell'11 gennaio 2013 e n. 440/GAB dell'11 febbraio 2013; nonché ogni altro atto e/o provvedimento presupposto, consequenziale o comunque connesso, chiedendo l'annullamento, previa sospensione cautelare, nonché il ristoro dei danni conseguenti quantificati in euro 25.000,00 al giorno o, in via subordinata, l'indennizzo ex articolo 21-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241;
   con ulteriore ricorso iscritto al numero 950/2013 depositato il 9 maggio 2013, il Ministero della difesa ha esteso le pretese risarcitorie anche al comune di Niscemi;
   si tratta della vicenda riguardante il Muos di Niscemi. Come noto, il Muos (per esteso: Mobile user objective system) è un moderno sistema di radio-telecomunicazioni satellitari ad altissima frequenza della Marina militare statunitense, dotato di satelliti geostazionari e stazioni di terra. Sarà utilizzato per coordinare in maniera capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati in ogni parte del globo;
   tale stazione in Sicilia è in corso di realizzazione su un'area ricadente all'interno della riserva naturale orientata denominata «Sughereta di Niscemi», istituita con D.A. 475/97 e inserita nella rete ecologica «Natura 2000» come sito di importanza comunitaria (SIC) ITA050007, si trova ad una distanza di circa 6 chilometri a sud-est del centro abitato del paese di Niscemi e ad una distanza di circa 2 chilometri dai primi agglomerati edilizi;
   già dall'inizio dei lavori si sono formati dei comitati NO Muos che sostengono che la realizzazione dell'impianto sarebbe illegittima perché metterebbe a rischio la salute e l'incolumità degli abitanti della zona, sia a causa delle emissioni elettromagnetiche, sia perché installazione bellica che diverrebbe obiettivo strategico in caso di conflitto. Inoltre, le emissioni elettromagnetiche del Muos, associate a quelle delle 46 antenne già presenti sul sito, mettono a repentaglio l'ecosistema dell'area protetta e la qualità dei prodotti agricoli e degli allevamenti della zona. Senza contare, infine, del diritto alla mobilità, allo sviluppo del territorio, alla pace e alla sicurezza del territorio, ai quali hanno diritto gli abitanti della zona;
   in particolare, attenzione desta uno studio, depositato in data 4 novembre 2011, del Politecnico di Torino, effettuato dai professori Zucchetti e Coraddu, nel quale si afferma che «al fascio principale di microonde emesso dalla parabola Muos, in caso di errore di puntamento dovuto ad incidente, malfunzionamento o errore, è associato il rischio di irraggiamento accidentale di persone che, entro un raggio di 20 chilometri, potrebbero subire danni gravi e irreversibili anche per brevi esposizioni, a tale rischio è esposta l'intera popolazione di Niscemi»; e si legge nelle valutazioni conclusive dello stesso studio: «data la situazione è opportuno un approfondimento delle misure, con l'avvio immediato di una procedura di riduzione a conformità, finalizzata alla riduzione delle emissioni, e il blocco di ogni ulteriore istallazione»;
   inoltre, va tenuto conto che nelle vicinanze sorge l'aeroporto di Comiso per la cui ristrutturazione sono state spese ingenti risorse pubbliche e che costituirebbe una valida alternativa all'aeroporto di Catania in occasione delle emissioni di cenere vulcanica da parte dell'Etna, che rischia di essere reso inservibile a causa delle interferenze create dall'impianto;
   per tutte queste considerazioni e tenuto conto di quanto emerso nel corso di un giudizio al tribunale amministrativo regionale di Palermo promosso dal comune di Niscemi circa la mancanza di dati e monitoraggi seri riguardo l'effettiva incidenza ambientale e sulla salute umana di tale impianto, la Regione siciliana aveva revocato con i provvedimenti impugnati dal Ministero della difesa le autorizzazioni ambientali;
   il Ministero della difesa ha impugnato le revoche delle autorizzazioni rilasciate alla Marina militare degli Stati Uniti, chiedendo un risarcimento del danno di venticinquemila euro per ogni giorno di sospensione;
   ci si chiede, quindi, in base a quale legittimazione ed interesse il Ministero della difesa abbia impugnato la revoca della autorizzazioni rilasciate ad un'autorità straniera, riguardanti impianti funzionali esclusivamente alla difesa statunitense, su quali basi sia stato quantificato un danno di venticinquemila euro per ogni giorno di ritardo e perché destinatario di tale risarcimento debba essere il Ministero della difesa;
   l'interesse e la legittimazione non possono risiedere nella semplice proprietà dell'area, posto che le autorizzazioni non riguardavano la realizzazione di immobili, ma la messa in esercizio di impianti di cui il Ministero della difesa non può acquisire né la proprietà, né l'esercizio;
   in proposito fa chiarezza l'accordo sottoscritto il 6 aprile 2006 (Technical arrangement between the Ministry of defence of the Italian Republic and the Department of defence of the United States of America regarding the installations/infrastructure in use by the U.S forces in Sigonella, Italy), riguardante anche la stazione di Niscemi, il quale all'articolo XVIII prevede che: «Il Governo degli Stati Uniti manterrà la proprietà di tutte le proprietà rimovibili costruite da/per il Governo degli Stati Uniti a sue sole spese e di tutti gli equipaggiamenti, materiali e rifornimenti importati o acquistati in Italia da/per il Governo degli Stati Uniti per la costruzione, lo sviluppo l'utilizzo e la manutenzione delle installazioni»;
   ad ulteriore supporto di quanto sopra, vi è un documento del Ministero della difesa, datato 31 ottobre 2006, nel quale, facendo riferimento al progetto del Muos a Niscemi, si dice espressamente che le Forze armate italiane non hanno interesse alla futura acquisizione delle opere in caso di eventuale dismissione statunitense;
   infine, l'impugnazione sembrerebbe inopportuna ed intempestiva, posto che si era in attesa di un pronunciamento dell'Istituto superiore di sanità sulla sussistenza di pericoli connessi alla realizzazione dell'impianto, facente parte di un percorso concordato fra il Governo nazionale e la Regione siciliana, sicché appare del tutto congruo che la stessa Regione siciliana abbia, nelle more, applicato il principio di precauzione di cui all'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, senza per ciò dover essere soggetta a richieste risarcitorie o di indennizzo;
   il console americano Donald Moore, nel corso di un colloquio con il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha confermato che la Marina degli Stati Uniti ha sospeso, in ossequio a quanto deciso nell'incontro avuto nel marzo 2013 con il Governo Monti e con il Governo regionale, i lavori di costruzione dell'impianto Muos –:
   in base a quale legittimazione ed interesse il Ministero della difesa abbia impugnato la revoca delle autorizzazioni ambientali rilasciate dall'assessorato territorio ed ambiente della Regione siciliana alla Marina militare degli Stati Uniti d'America per la realizzazione e messa in esercizio del sistema di comunicazioni satellitari denominato Muos in territorio del comune di Niscemi, quando ancora si era in attesa del parere dell'Istituto superiore di sanità riguardo ai possibili effetti nocivi del sistema Muos, secondo un percorso concordato fra il Governo nazionale e la Regione siciliana, e a cosa sia da attribuire la richiesta risarcitoria di 25.000 euro per ogni giorno di ritardo dal momento della sospensione. (3-00072)


Iniziative di competenza in ordine alla salvaguardia delle funzioni della provincia autonoma di Trento in materia di ambiente, urbanistica e paesaggio, concessioni idroelettriche, contratti pubblici e delega fiscale – 3-00073

   OTTOBRE. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
   durante l'ultimo anno della XVI legislatura vi è stato un deciso aumento dei contenziosi tra la provincia autonoma di Trento e il Governo centrale;
   attualmente davanti alla Corte costituzionale pendono oltre 20 procedimenti relativamente alle prerogative di competenze, di cui 16 relativi a materie finanziarie;
   in particolare sulla spending review, le forme d'attuazione decise dal Governo Monti hanno prodotto una vera e propria azione di centralizzazione e di svuotamento delle prerogative dell'autonomia, che appare in conflitto sia con le norme costituzionali, sia con quanto stabilito con l'accordo di Milano;
   l'esistenza di tali contenziosi ha fortemente rallentato l'attività e reso incerta l'azione delle amministrazioni della provincia di Trento, in particolare in considerazione dell'incertezza relativa alle risorse a disposizione –:
   quali orientamenti il Governo intenda assumere, nel rispetto delle prerogative e delle competenze della provincia autonoma di Trento, in ordine al pieno ristabilimento delle funzioni primarie della provincia autonoma di Trento, relativamente ad ambiente, urbanistica e paesaggio, concessioni idroelettriche e contratti pubblici e per quanto riguarda la delega fiscale, così come prevista dall'accordo di Milano, nell'ambito del quale è compresa – anche – la piena competenza provinciale per la gestione delle varie agenzie tributarie, a partire dall'Agenzia delle entrate. (3-00073)


Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a garantire il corretto svolgimento delle elezioni comunali di Sulmona in considerazione del decesso di uno dei candidati alla carica di sindaco – 3-00074

   SOTTANELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il comune di Sulmona (L'Aquila) rinnoverà gli organi comunali nella tornata elettorale del 26 e 27 maggio 2013;
   purtroppo, mercoledì 15 maggio 2013 il candidato sindaco per la coalizione «Sulmona unita» (Udc-Psi e movimenti civici), Fulvio Di Benedetto, è morto stroncato da un infarto, mentre partecipava a un confronto con gli altri candidati sindaci;
   i sei candidati sindaco al comune di Sulmona hanno ovviamente deciso di sospendere tutti gli incontri e comizi elettorali fino a data da destinarsi;
   per i comuni inferiori ai 15 mila abitanti, il comma 11 dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 267 del 2000 recita che: «In caso di decesso di un candidato alla carica di sindaco, intervenuto dopo la presentazione delle candidature e prima del giorno fissato per le elezioni, si procede al rinvio delle elezioni con le modalità stabilite dall'articolo 18, terzo, quarto e quinto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, consentendo, in ogni caso, l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione di tutte le liste e candidature a sindaco e a consigliere comunale»;
   tale modifica è intervenuta in forza della sentenza della Corte costituzionale del 18-24 luglio 1996, n. 304, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5 della legge n. 81 del 191993, nella parte in cui non prevede il rinvio delle elezioni ed il rinnovo della presentazione delle candidature a sindaco e a consigliere comunale, in caso di decesso, intervenuto dopo la presentazione delle candidature e prima del giorno fissato per le elezioni, di un candidato alla carica di sindaco nei comuni con popolazione fino a quindicimila abitanti;
   è palese, pertanto, il vuoto normativo presente nella legge vigente, che non dispone nulla in merito al decesso di un candidato alla carica di sindaco nei comuni con popolazione superiore ai quindicimila abitanti;
   per analogia il mancato rinvio delle elezioni ed il rinnovo della presentazione delle candidature per il sopravvenire della morte o dell'impedimento permanente del candidato alla carica di sindaco violerebbe il diritto di elettorato attivo (in quanto gli elettori vengono privati di una delle possibilità di scelta non solo nell'elezione del sindaco, ma, altresì, nella competizione tra le liste dei candidati alla carica di consigliere), il principio di ragionevolezza (perché la mancata sospensione delle operazioni elettorali è incoerente sia con il nuovo sistema di elezione diretta del sindaco, sia, in particolare, con il previsto scioglimento del consiglio comunale in caso di decesso del sindaco già eletto), il diritto di elettorato passivo e, parimenti, il principio di eguaglianza (perché i candidati consiglieri comunali, appartenenti alla lista collegata al candidato sindaco deceduto, subiscono senza colpa un pregiudizio consistente nella perdita di efficacia della loro candidatura, pregiudizio che li svantaggia rispetto agli altri candidati) –:
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare urgentemente, anche a carattere normativo, al fine di garantire il corretto svolgimento delle elezioni comunali di Sulmona ed i diritti di elettorato passivo ed attivo, che subirebbero, in caso di mancato rinvio, una palese violazione, con conseguenti probabili ricorsi da parte dei soggetti interessati. (3-00074)


Iniziative per il contrasto all'immigrazione irregolare, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, per tutta la durata dell’iter giudiziario, dei cittadini extracomunitari che presentano il ricorso contro il diniego di asilo politico – 3-00075

   MATTEO BRAGANTINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi tempi si registra una recrudescenza di reati violenti perpetrati da cittadini extracomunitari presenti nel territorio italiano. Se da un lato suscita un allarme sociale la crescita esponenziale di delitti commessi da cittadini extracomunitari anche presenti con regolare permesso di soggiorno nel nostro Paese, dall'altro lato preoccupa ancor di più la massiccia presenza di immigrati irregolari, che, proprio in ragione dello status di clandestinità, rappresentano un rischio per la garanzia dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini;
   tre morti e due feriti è il drammatico bilancio della violenta aggressione omicida, perpetrata da un extracomunitario originario del Ghana, ai danni di inermi passanti in una zona periferica di Milano. Kabobo, il criminale ghanese che si è reso protagonista di questa cruenta e selvaggia azione, fece richiesta di asilo politico e ottenne, nel 2012, per questo motivo, un permesso di soggiorno temporaneo, in attesa di deliberazioni in merito al proprio status di rifugiato. La commissione regionale incaricata di valutare la sua posizione, però, ha respinto la sua domanda e da quel momento il suo permesso di soggiorno temporaneo ha perso ogni validità. Kabobo, che doveva essere espulso come molti altri immigrati che ricevono il diniego sulla richiesta di asilo, ha fatto ricorso in tribunale e, di conseguenza, pur non essendo in regola sul territorio italiano, non poteva, di fatto, essere espulso;
   questa escalation di violenza e, in particolar modo, questa ennesima tragedia fa emergere la necessità di rendere più stringenti le modalità applicative delle vigenti disposizioni introdotte con la legge 15 luglio 2009, n. 94, che disciplinano nel nostro Paese il reato di immigrazione illegale;
   le recenti dichiarazioni del Ministro per l'integrazione Cécile Kyenge, che sostanzialmente considera la clandestinità un «non reato» e la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione un’extrema ratio, a parere dell'interrogante, rischiano di instaurare tra gli immigrati presenti irregolarmente nel territorio italiano la diffusione di un errato convincimento di impunibilità per la loro condotta e, nei casi più estremi, generare un'istigazione a delinquere in nome della rivendicazione di un diritto inesistente;
   nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, nell'ambito della normativa che regola l'immigrazione, vige il reato di clandestinità –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di mettere in atto una politica di contrasto all'immigrazione irregolare e ai reati, quali quelli descritti in premessa, che appaiono correlati alla condizione di presenza clandestina nel territorio del nostro Paese, e per far sì che i cittadini extracomunitari che presentano il ricorso contro il diniego alla richiesta di asilo politico siano trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione per tutta la durata dell’iter giudiziario. (3-00075)


Iniziative di competenza in relazione all'attività del movimento politico «Forza Nuova» – 3-00076

   FIANO, MOGHERINI, GINEFRA, MORANI, D'INCECCO, FARAONE, MARTELLA, ROSATO e DE MARIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   lunedì 13 maggio 2013 il movimento politico «Forza Nuova» ha annunciato la campagna web «L'immigrazione uccide – la classe politica è il mandante»;
   nella notte tra il 16 e il 17 maggio 2013, così come rivendicato con una nota del segretario nazionale Roberto Fiore, si è svolto un blitz notturno di militanti di Forza Nuova contro numerose sedi provinciali del Partito democratico, da Pescara a Bari, da Pesaro a Palermo, durante il quale sono state lasciate davanti agli ingressi delle bandiere tricolore macchiate di rosso, dei picconi e dei volantini;
   i volantini, in particolare, recavano messaggi contro l'introduzione di una legge a favore dell'introduzione del cosiddetto ius soli, ossia per il riconoscimento della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia, nonché richieste di dimissioni del Ministro per l'integrazione Cécile Kyenge e dichiarazioni secondo cui «l'immigrazione uccide»;
   gli atti vandalici sono stati firmati o, in altri casi, espressamente rivendicati da Forza Nuova, nota organizzazione di estrema destra, che da alcuni giorni sta conducendo una vera e propria battaglia contro il Ministro per l'integrazione dell'attuale Esecutivo;
   il giorno dopo il blitz, il segretario di Forza Nuova in Abruzzo rivolto al Partito democratico scriveva sulla propria pagina Facebook: «I picconi ve li abbiamo appoggiati sulle vetrine. Per questa volta»;
   il movimento Forza Nuova, commentando e attaccando il Ministro Kyenge, cittadina italiana e Ministro della Repubblica, le ha chiesto più volte di tornarsene in Congo, dichiarando che «non si può svendere la cittadinanza italiana a elementi alieni alla nostra cultura»;
   appare intollerabile, e di inaudita gravità, il clima di istigazione all'odio e di discriminazione razziale in atto in questi giorni nel Paese, specie in un momento così delicato e teso sotto il profilo economico e sociale;
   le modifiche introdotte dal decreto-legge 26 aprile 1993, recante «Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa» – convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205 – hanno stabilito, tra l'altro, che chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, è punito con la pena della reclusione fino ad un anno e sei mesi;
   va, altresì, ricordato che le modifiche introdotte dalla cosiddetta legge Mancino hanno vietato ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e che chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni, mentre coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni –:
   quali iniziative urgenti, nell'ambito della sua competenza, il Ministro interrogato intenda adottare a fronte di un movimento come Forza Nuova, che esplicitamente si richiama alla fede e alla cultura fascista e che, come dimostrano, tra l'altro, gli episodi qui citati, fa dell'incitamento alla violenza e alla discriminazione razziale uno dei propri punti distintivi, anche per impedire il ripetersi di azioni che costituiscono una chiara violazione delle leggi dell'ordinamento italiano. (3-00076)


Iniziative per assicurare la legalità nei territori della Val di Susa interessati dalla realizzazione del progetto della TAV Torino-Lione – 3-00077

   COSTA e BALDELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   i lavori relativi al cunicolo esplorativo di Chiomonte si inseriscono nel processo di realizzazione di una delle opere strategiche per la modernizzazione del Paese, in un'ottica di integrazione europea che investe le infrastrutture di maggior rilievo transnazionale;
   tale suo rilievo finisce per calamitare il dissenso di frange dell'area antagonista e dell'insurrezionalismo anarchico, caratterizzate da modalità di protesta violenta, che espongono a particolare rischio gli operatori del sito e le stesse forze di polizia che presidiano le aree del cantiere con encomiabile sacrificio;
   le reiterate manifestazioni di rabbia e di protesta incontrollata determinano una situazione di continua tensione, che crea grave disagio per gli abitanti della vallata e compromette la serenità delle comunità locali;
   la mancata o ritardata realizzazione dell'opera determinerebbe, inoltre, una situazione di isolamento del nostro Paese, con gravi ripercussioni sul processo di integrazione europea e con riflessi negativi per l'immagine internazionale dell'Italia –:
   quali iniziative il Governo e il Ministro interrogato, in particolare, intendano intraprendere, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, per garantire la legalità e la serenità dei lavoratori e delle comunità valligiane e per prevenire derive estremiste e violente della protesta. (3-00077)