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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 21 maggio 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 21 maggio 2013.

  Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Bergamini, Berretta, Bocci, Bray, Caparini, Carrozza, Casero, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Epifani, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Giachetti, Alberto Giorgetti, Kyenge, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Merlo, Meta, Migliore, Orlando, Gianluca Pini, Sani, Santelli, Schullian, Sereni, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 20 maggio 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BRUNO: «Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso le istituzioni» (1000);
   BRUNETTA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere» (1001);
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE GIANLUCA PINI: «Istituzione della Regione Romagna» (1002);
   POLVERINI: «Modifica delle tabelle allegate ai decreti legislativi 12 maggio 1995, n. 201, e 3 aprile 2001, n. 155, concernenti le dotazioni organiche dei ruoli del personale del Corpo forestale dello Stato» (1003);
   CHAOUKI e LATTUCA: «Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani» (1004);
   FRATOIANNI ed altri: «Disposizioni concernenti l'organizzazione di progetti per attività di istruzione, formazione e orientamento da parte delle scuole e loro retroattività per i progetti svolti nell'anno scolastico 2012/2013» (1005);
   GRECO: «Modifica all'articolo 11 del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, in materia di proroga dell'entrata in vigore di disposizioni concernenti la riorganizzazione della distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio, nonché esclusione delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano dall'ambito di applicazione del medesimo decreto legislativo» (1006);
   PIZZOLANTE: «Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione» (1007);
   PIZZOLANTE: «Agevolazioni fiscali in favore dei lavoratori frontalieri nonché modifica all'articolo 3 della legge 5 giugno 1997, n. 147, concernente la durata dei trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei medesimi» (1008);
   PIZZOLANTE: «Norme per favorire la conversione in proprietà delle affittanze alberghiere» (1009);
   ROSSOMANDO: «Norme riguardanti interventi in favore delle gestanti e delle madri volti a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati» (1010);
   GAROFALO: «Riforma della legislazione in materia portuale» (1011).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 21 maggio 2013 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri dell'interno, dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali:
  «Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54, recante interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo» (1012).

  Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a una proposta di legge.

  La proposta di legge REALACCI ed altri: «Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità, nonché modifiche all'articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228» (77) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Antezza e Venittelli.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  SBROLLINI ed altri: «Introduzione dell'articolo 3-bis della legge 3 giugno 1999, n. 157, concernente la destinazione di risorse per accrescere la partecipazione attiva dei giovani alla politica» (589) Parere delle Commissioni II, V e XII.
   II Commissione (Giustizia):
  BOBBA ed altri: «Disposizioni concernenti lo svolgimento di operazioni di polizia sotto copertura per l'accertamento dei delitti di corruzione e di concussione» (164) Parere delle Commissioni I, III, V, VI e VIII.
   III Commissione (Affari esteri):
  GIORGIA MELONI: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011» (968) Parere delle Commissioni I, II, V, VII e XII.
   VIII Commissione (Ambiente):
  LUPI: «Principi fondamentali per il governo del territorio» (478) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XIII e XIV.
   X Commissione (Attività produttive):
  VIGNALI: «Disposizioni per l'anticipazione dei pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni alle imprese da parte della società Cassa depositi e prestiti Spa» (325) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XII e XIV.
   XI Commissione (Lavoro):
  DAMIANO ed altri: «Modifiche all'articolo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, in materia di costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali» (375) Parere delle Commissioni I e X;
  DAMIANO ed altri: «Modifica dell'articolo 8 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, in materia di sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità» (376) Parere delle Commissioni I, V, IX, X, XII e XIV.
   XII Commissione (Affari sociali):
  BOBBA ed altri: «Misure a sostegno dell'impresa sociale» (173) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV.
   Commissioni riunite VII (Cultura) e XII (Affari sociali):
  ANTEZZA ed altri: «Disciplina del sistema integrato per l'infanzia, per assicurare il diritto all'educazione e all'istruzione dalla nascita fino al sesto anno di età» (549) Parere delle Commissioni I, V e XI.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 16 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di ANAS Spa, per l'esercizio 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dagli enti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 16).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 16 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Concessionaria servizi assicurativi pubblici – CONSAP Spa, per l'esercizio 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dagli enti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 17).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 16 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di Napoli, per l'esercizio 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dagli enti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 18).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Consiglio dell'Unione europea, in data 17 e 21 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, la posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali e che abroga il regolamento (CE) n. 1383/2003 del Consiglio (6353/1/13 REV 1) e la relativa motivazione (6353/1/13 REV 1 ADD 1), che sono assegnate ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 528/2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi per quanto riguarda determinate condizioni per l'accesso al mercato (COM(2013) 288 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 20 maggio 2013, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 21 maggio 2013.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

  L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera in data 13 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera p), della legge 12 luglio 2011, n. 112, la relazione sull'attività svolta dalla medesima Autorità nell'anno 2012 (Doc. CCI n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 7 maggio 2013, a pagina 15, seconda colonna, ultima riga, le parole: «e VI» si intendono sostituite dalle seguenti: «, VI e X».

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 22 MAGGIO 2013.

Risoluzioni

   La Camera,
   in vista della riunione dei Capi di Stato e di Governo (Consiglio europeo) che si terrà a Bruxelles il 22 maggio 2013;
   premesso che:
    la crisi economica vissuta negli ultimi anni dall'Eurozona, a seguito del default della Grecia, ha evidenziato la necessità di rafforzare l'Europa e le sue Istituzioni;
    da ottobre 2009, quando è emerso lo squilibrio dei conti pubblici di Atene, che ha messo in evidenza l'architettura imperfetta della moneta unica, la speculazione internazionale ha iniziato a interessarsi non solo della Grecia, ma ha colpito i debiti sovrani anche degli altri Stati e, in particolare, seppure con tempi e modalità diverse, dell'Italia, della Spagna, dell'Irlanda e del Portogallo. A dimostrazione del fatto che l'Unione non ha saputo rispondere con tempestività;
    in un primo momento, la ricetta per far fronte alla crisi è stata fondata prevalentemente sull'aggiustamento strutturale da parte degli Stati colpiti dalla speculazione, con politiche deflazionistiche;
    il necessario consolidamento di bilancio (altrimenti detto rigore di bilancio), cioè il progressivo conseguimento di stabilità finanziaria (conti in ordine), che implica compatibilità con la stabilizzazione della dinamica economica (crescita), si è trasformato nella politica dell’austerity;
    la politica dell’austerity fondata solo sulla compressione accelerata dei deficit di bilancio, senza un coordinato e deciso impulso, in sede europea e delle singole Nazioni, alla competitività delle economie, ha creato caduta della domanda e aumento della disoccupazione soprattutto giovanile nonché un aumento del rapporto debito/PIL;
    l'eccesso di rigore nei paesi dell'eurozona, soprattutto quelli sotto attacco speculativo, nonché il ritardo dell'Unione europea e degli Stati membri nel prendere coscienza delle conseguenze di una crisi non nata in Europa, hanno determinato, a livello politico, una deriva populista che ha fatto venir meno il consenso nei confronti dell'Europa, e di cui occorre tenere conto nella definizione delle strategie da adottare, delle soluzioni da proporre e della loro relativa calendarizzazione;
    politiche di bilancio procicliche adottate in periodi di decrescita del PIL hanno contribuito a un approfondimento della recessione nei paesi dell'eurozona – specialmente del Sud – che ha finito per ridurre drasticamente l'efficacia della politica monetaria, nonostante gli sforzi compiuti dalla BCE, che nell'ultimo anno e mezzo ha adottato comportamenti più flessibili, sia sul versante dell'acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi più esposti alla speculazione, sia immettendo ingenti liquidità nel sistema, per limitare le asimmetrie che, ancora oggi, purtroppo si registrano e che hanno determinato, in Italia, un onere aggiuntivo a carico delle imprese;
    la pur positiva decisione della BCE di ridurre il tasso di interesse di riferimento potrebbe risultare insufficiente ad attivare un circuito virtuoso banche-imprese in assenza di altre iniziative, quali il rifinanziamento diretto di ABS (Asset Backed Securities) già sperimentato dalla Banca d'Inghilterra e ventilato dalla stesso Mario Draghi;
    il Fondo Monetario Internazionale ha da ultimo dimostrato sul piano empirico che gli effetti recessivi dei tagli di bilancio sono, nel corso di una recessione e soprattutto se adottati contemporaneamente da paesi fortemente integrati, ad esempio facenti parte di un'unione monetaria, tre volte più penalizzanti di quelli inizialmente ipotizzati;
    la bussola del sistema continua ad essere costituita dal rispetto del noto parametro del rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il PIL, che non deve superare il 3 per cento: rapporto che, almeno nel 2013, appare problematico conseguire, visto che, secondo le ultime previsioni della stessa Commissione europea, ben 10 paesi (Cipro, Slovenia, Spagna, Irlanda, Francia, Portogallo, Malta, Olanda, Belgio e Slovacchia) su 17 presentano un deficit superiore ai parametri previsti (mentre prevede un disavanzo del 2,9 per cento per l'Italia);
    la stessa criticità si riscontra nell'andamento del deficit annuale strutturale, corretto per il ciclo, visto che ben 11 paesi (Austria, Olanda, Slovacchia, Belgio, Portogallo, Francia, Slovenia, Malta, Irlanda, Cipro e Spagna) su 17, sempre secondo le ultime previsioni della Commissione europea, non sembrano in grado di garantire, nel 2014, il rispetto del pareggio strutturale previsto dal Fiscal Compact (un deficit strutturale compreso tra 0 e -0,5 per cento). L'Italia, invece, con un deficit strutturale previsto pari a -0,7 per cento del PIL, appare tra i più virtuosi;
    tuttavia, va sottolineato che gli indicatori corretti per il ciclo sono sempre meno affidabili, dato l'abbassamento strutturale del livello dell'attività produttiva. Ai fini della sostenibilità rileva, invece, che il debito pubblico, a causa delle politiche di svalutazione interna, è aumentato ovunque nell'eurozona;
    come previsto dal «Fiscal Compact» le regole interne non devono limitarsi all'affermazione di princìpi definiti in ambito europeo, bensì disciplinare procedure e meccanismi cogenti ed automatici, volti ad assicurare l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico, tenendo conto delle specificità dei singoli paesi, quale, per esempio, in Italia, il basso livello di indebitamento privato. Al riguardo l'Italia, prendendo in considerazione il totale dell'indebitamento aggregato (pubblico + privato) rispetto al PIL, è seconda solo alla Germania;
    come ricordato di recente, in una lettera indirizzata ai Ministri delle finanze dell'eurozona, dal commissario per gli Affari economici e monetari dell'Unione europea, Olli Rehn, l'equilibrio di bilancio deve realizzarsi tenendo conto degli andamenti positivi e negativi del ciclo economico e del verificarsi di eventi eccezionali che rendono possibile il ricorso concordato all'indebitamento pubblico;
    un ulteriore elemento di flessibilità è rappresentato da quei «fattori rilevanti» individuati dal Six Pack e esplicitamente richiamati dal Fiscal Compact che consentono di tenere nella dovuta considerazione le peculiarità dei singoli sistemi economici nazionali;
    le previsioni della Commissione europea, di cui si è detto in precedenza, prendono atto dell'efficacia del consolidamento fiscale svolto dall'Italia negli anni della crisi e proiettano un'evoluzione della nostra finanza pubblica che vede un indebitamento netto inferiore al limite del 3 per cento e un saldo strutturale, al netto cioè della componente ciclica e delle misure una tantum, che si avvicina al pareggio nei prossimi anni, evidenziando come vi siano le premesse per una positiva chiusura della «procedura di disavanzo eccessivo», attualmente aperta;
    dal punto di vista normativo, l'Italia ha approvato nel dicembre 2012 la legge costituzionale che prevede la necessità di una maggioranza qualificata qualora non si rispettino i vincoli posti dal Fiscal Compact dopo aver approvato i regolamenti del Six Pack e la riforma dell'articolo 81 della Costituzione, insieme alla ratifica dello stesso Fiscal Compact. Il nostro Paese si pone pertanto già oggi fra gli Stati più avanzati nell'Unione europea per quanto riguarda il controllo della finanza pubblica;
    con l'approvazione della riforma costituzionale dell'articolo 81 è stata altresì prevista l'istituzione del Fiscal Council, quale organismo indipendente di raccordo tra istituzioni europee e istituzioni nazionali in tema di politica economica, nonché di analisi e verifica degli andamenti macroeconomici e di finanza pubblica;
    così come molti Stati membri hanno mantenuto gli impegni relativi al consolidamento dei rispettivi bilanci nazionali, è necessario che siano mantenuti a livello di Unione europea tutti gli impegni formalmente assunti al Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012 con l'adozione del «Patto per la crescita e l'occupazione», nonché del documento «Verso un'autentica unione economica e monetaria» presentato dai presidenti del Consiglio europeo, della Commissione europea, della BCE e dell'Eurogruppo. Documento che prevede un'unione bancaria, economica, di bilancio e politica nell'eurozona, la cui versione definitiva è stata presentata al Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2012;
    ad oggi, il Meccanismo Europeo di Stabilità non può ricapitalizzare direttamente le banche a causa del protrarsi dei negoziati sull'operatività dell'unione bancaria, che secondo alcuni paesi richiede una modifica dei Trattati UE;
    la prosecuzione di una politica di bilancio basata esclusivamente sull'austerità non è in grado di assicurare lo sviluppo e aggraverebbe l'attuale recessione: ad essa vanno immediatamente associate politiche volte a creare crescita sostenibile e occupazione. A tal fine, mentre deve continuare l'azione di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dell'evasione fiscale, sono necessari margini di flessibilità finanziaria, che dovranno essere utilizzati per attenuare il carico tributario che attualmente grava sulle famiglie e sulle imprese e per finanziare investimenti pubblici produttivi;
    sulla strategia macroeconomica europea e nazionale, nonché sulla necessità di evitare politiche di mera austerità, in Italia la maggioranza parlamentare, con il supporto attivo di forze dell'opposizione, è su posizioni convergenti, che sono alla base, tra l'altro, dell'accordo politico del Governo;
    già lo scorso anno, pochi giorni prima del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012, il Parlamento italiano ha approvato all'unanimità la risoluzione con cui il Governo si è impegnato a sostenere e promuovere iniziative europee per lo sviluppo, la crescita e l'occupazione, con l'obiettivo di creare nell'eurozona un'unione bancaria, economica, di bilancio e politica, nonché di favorire un processo riformatore, attraverso opportune modifiche dei Trattati europei, al fine di consentire alla Banca Centrale Europea di svolgere un ruolo a sostegno dello sviluppo, pur in un contesto non inflazionistico, come avviene, del resto, per tutte le altre banche centrali mondiali;
    le conclusioni della riunione del Consiglio Ecofin del 14 maggio 2013 sanciscono l'importanza di una stretta cooperazione tra i paesi dell'Unione europea per contrastare le diverse forme di evasione ed elusione fiscale, e conferiscono mandato alla Commissione europea di stabilire un più stretto raccordo informativo tra gli Stati membri dell'Unione, nonché di negoziare gli accordi in materia di scambio di informazioni con Andorra, Liechtenstein, San Marino, Monaco e Svizzera;
    la necessaria ed urgente costruzione del mercato unico europeo dell'energia elettrica e del gas non esaurisce le politiche energetiche quali fondamento strategico, ancorché non esclusivo, della competitività dei 27 sul mercato mondiale: nel momento in cui il Nord America sta abbattendo radicalmente i costi dell'energia grazie all'uso sistematico del gas e dell'olio non convenzionali e l'Asia utilizza sempre più largamente il carbone, l'Europa deve infatti darsi anche una politica energetica globale;
    dal 1o luglio 2014, l'Italia avrà la presidenza di turno dell'Unione europea,

impegna il Governo:

   a far valere nei confronti dell'Unione europea il grande sforzo di risanamento dei conti pubblici attuato in Italia negli anni della crisi economica globale, al fine di avviare fin da subito strategie a favore di una crescita sostenibile, tenendo conto del fatto che la crisi dell'economia reale in Italia è ben più grave rispetto a quella di altri paesi, anche perché l'azione di risanamento è stata più profonda e duratura;
   a proporre al Consiglio europeo una strategia europea coordinata e immediatamente concretizzabile sulla lotta alla disoccupazione giovanile, che è la piaga sulla quale si riverberano gli effetti della crisi economica e finanziaria;
   a far valere i progressi compiuti dall'Italia nel risanamento, al fine di catalizzare il consenso politico necessario affinché il Consiglio europeo prenda in esame senza ulteriori rinvii e ritardi, in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, le proposte individuate dal documento «Verso un'autentica unione economica e monetaria» presentato al Consiglio europeo del dicembre 2012, a cominciare da quelle relative: 1) all'unione bancaria nelle sue tre componenti: un fondo comune di garanzia sui depositi, un sistema unico di sorveglianza sugli istituti di credito affidato alla BCE, una regolamentazione comune per i fallimenti bancari, nonché per l'istituzione di un'agenzia europea di rating del credito; 2) all'unione economica, attraverso l'attivazione immediata di Project bond e il lavoro comune su Eurobond e Stability bond; 3) all'unione fiscale, che preveda controlli uniformi delle politiche di bilancio dei singoli Stati e l'armonizzazione delle politiche economiche; 4) all'unione politica, con il relativo rafforzamento del quadro istituzionale attuale e l'elezione diretta del presidente della Commissione europea;
   a promuovere, in particolare su quest'ultimo punto relativo alla unione politica, una iniziativa che assuma e rilanci la positiva svolta segnata dalle recenti, impegnative dichiarazioni del Presidente francese Hollande, che fanno seguito a precedenti proposte della Cancelliera tedesca Merkel, schierando così in modo chiaro e netto l'Italia tra i paesi che, in modo realistico e pragmatico, intendono promuovere un salto di qualità in senso federalista del processo di integrazione politica europea;
   ad attivare, conformemente alle opportunità e ai vincoli esplicitamente indicati nelle conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2013, forme di «investimenti pubblici produttivi» che possano contribuire a rilanciare l'economia, svolgendo il ruolo di catalizzatori di risorse private;
   a favorire un processo riformatore volto ad attribuire alla Banca Centrale Europea un ruolo di supporto attivo a favore della crescita, valutando la possibilità di utilizzare come collaterali, ai fini del finanziamento diretto delle piccole e medie imprese, Asset Backed Securities confezionati dai singoli paesi e dalla Banca Europea degli Investimenti, al fine di contrastare la frammentazione e le asimmetrie del mercato finanziario nell'eurozona;
   a sollecitare l'apertura nelle sedi opportune di una seria riflessione circa la necessità che i paesi in surplus nelle partite correnti delle bilance dei pagamenti sviluppino politiche di reflazione, al fine di contribuire, in questo modo, a garantire una crescita equilibrata all'interno dell'Unione europea e a livello mondiale;
   ad adoperarsi affinché sia data effettiva applicazione alle misure prospettate nelle due raccomandazioni della Commissione europea sui paradisi fiscali e sulla pianificazione fiscale aggressiva, in particolare al fine di individuare, secondo criteri comuni, i paradisi fiscali e di inserirli in apposite «liste nere», nonché di adeguare, con l'inserimento di clausole appropriate, le convenzioni sulla doppia imposizione;
   ad adoperarsi affinché sia avviato un progetto pilota per lo scambio di informazioni sui risparmi dei non residenti, secondo quanto proposto nella lettera congiunta indirizzata alla Commissione europea, il 9 aprile scorso, dai Ministri delle finanze di Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna;
   a rimuovere gli ostacoli che ancora esistono per una vera liberalizzazione del mercato interno;
   a sollecitare la costruzione del mercato unico europeo dell'energia elettrica e del gas, al fine di sfruttare le opportunità di riduzione dei costi offerte da politiche di sviluppo energetico e dalle nuove tecnologie del settore, nel contesto degli sforzi dell'Unione europea per promuovere crescita, occupazione e competitività;
   a recuperare la forza di integrazione che i programmi di scambio dell'Unione europea hanno avuto nei decenni passati, a partire da un rafforzamento delle politiche di mobilità dei lavoratori, all'avvio di nuovi e più strutturati programmi di apprendistato, all'aumento degli scambi e della mobilità tra studenti, stagisti e apprendisti;
   a promuovere il conferimento, da parte del Consiglio europeo, di un mandato alla Commissione finalizzato ad elaborare proposte per regolare sia lo scambio transatlantico delle commodity energetiche, sia il mercato dei prodotti petroliferi, nonché, nel rispetto degli accordi WTO e del Trattato di Kyoto, per valorizzare le merci che incorporano le minori emissioni inquinanti.
(6-00007) «Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio, Tabacci, Di Lello».


   La Camera,
   in vista della riunione dei Capi di Stato e di Governo (Consiglio europeo) che si terrà a Bruxelles il 22 maggio 2013;
   ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio;

impegna il Governo:

   a far valere nei confronti dell'Unione europea il grande sforzo di risanamento dei conti pubblici attuato in Italia negli anni della crisi economica globale, al fine di avviare fin da subito strategie a favore di una crescita sostenibile, tenendo conto del fatto che la crisi dell'economia reale in Italia è ben più grave rispetto a quella di altri paesi, anche perché l'azione di risanamento è stata più profonda e duratura;
   a proporre al Consiglio europeo una strategia europea coordinata e immediatamente concretizzabile sulla lotta alla disoccupazione giovanile, che è la piaga sulla quale si riverberano gli effetti della crisi economica e finanziaria;
   a far valere i progressi compiuti dall'Italia nel risanamento, al fine di catalizzare il consenso politico necessario affinché il Consiglio europeo prenda in esame senza ulteriori rinvii e ritardi, in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, le proposte individuate dal documento «Verso un'autentica unione economica e monetaria» presentato al Consiglio europeo del dicembre 2012, a cominciare da quelle relative: 1) all'unione bancaria nelle sue tre componenti: un fondo comune di garanzia sui depositi, un sistema unico di sorveglianza sugli istituti di credito affidato alla BCE, una regolamentazione comune per i fallimenti bancari, nonché per l'istituzione di un'agenzia europea di rating del credito; 2) all'unione economica, attraverso l'attivazione immediata di Project bond e il lavoro comune su Eurobond e Stability bond, 3) all'unione politica, con il relativo rafforzamento del quadro istituzionale attuale e l'elezione diretta del presidente della Commissione europea;
   a promuovere, in particolare su quest'ultimo punto relativo alla unione politica, una iniziativa che assuma e rilanci la positiva svolta segnata dalle recenti, impegnative dichiarazioni del Presidente francese Hollande, che fanno seguito a precedenti proposte della Cancelliera tedesca Merkel, schierando così in modo chiaro e netto l'Italia tra i paesi che, in modo realistico e pragmatico, intendono promuovere un salto di qualità in senso federalista del processo di integrazione politica europea;
   a promuovere a livello nazionale e comunitario la necessità di un coinvolgimento del Parlamento e del popolo in tutti i momenti decisionali fondanti dell'Unione europea, attraverso una consultazione referendaria per la rifondazione di un'Unione europea federale e democratica basata sui popoli e le regioni e per il coinvolgimento del popolo nelle procedure di approvazione;
   ad attivare, conformemente alle opportunità e ai vincoli esplicitamente indicati nelle conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2013, forme di «investimenti pubblici produttivi» che possano contribuire a rilanciare l'economia, svolgendo il ruolo di catalizzatori di risorse private;
   a favorire un processo riformatore volto ad attribuire alla Banca Centrale Europea un ruolo di supporto attivo a favore della crescita, valutando la possibilità di utilizzare come collaterali, ai fini del finanziamento diretto delle piccole e medie imprese, Asset Backed Securities confezionati dai singoli paesi e dalla Banca Europea degli Investimenti, al fine di contrastare la frammentazione e le asimmetrie del mercato finanziario nell'eurozona;
   a sollecitare l'apertura nelle sedi opportune di una seria riflessione circa la necessità che i paesi in surplus nelle partite correnti delle bilance dei pagamenti sviluppino politiche di reflazione, al fine di contribuire, in questo modo, a garantire una crescita equilibrata all'interno dell'Unione europea e a livello mondiale;
   ad adoperarsi affinché sia data effettiva applicazione alle misure prospettate nelle due raccomandazioni della Commissione europea sui paradisi fiscali e sulla pianificazione fiscale aggressiva, in particolare al fine di individuare, secondo criteri comuni, i paradisi fiscali e di inserirli in apposite «liste nere», nonché di adeguare, con l'inserimento di clausole appropriate, le convenzioni sulla doppia imposizione;
   ad adoperarsi affinché sia avviato un progetto pilota per lo scambio di informazioni sui risparmi dei non residenti, secondo quanto proposto nella lettera congiunta indirizzata alla Commissione europea, il 9 aprile scorso, dai Ministri delle finanze di Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna;
   a rimuovere gli ostacoli che ancora esistono per una vera liberalizzazione del mercato interno;
   a sollecitare la costruzione del mercato unico europeo dell'energia elettrica e del gas, al fine di sfruttare le opportunità di riduzione dei costi offerte da politiche di sviluppo energetico e dalle nuove tecnologie del settore, nel contesto degli sforzi dell'Unione europea per promuovere crescita, occupazione e competitività;
   a recuperare la forza di integrazione che i programmi di scambio dell'Unione europea hanno avuto nei decenni passati, a partire da un rafforzamento delle politiche di mobilità dei lavoratori, all'avvio di nuovi e più strutturati programmi di apprendistato, all'aumento degli scambi e della mobilità tra studenti, stagisti e apprendisti;
   a promuovere il conferimento, da parte del Consiglio europeo, di un mandato alla Commissione finalizzato ad elaborare proposte per regolare sia lo scambio transatlantico delle commodity energetiche, sia il mercato dei prodotti petroliferi, nonché, nel rispetto degli accordi WTO e del Trattato di Kyoto, per valorizzare le merci che incorporano le minori emissioni inquinanti.
(6-00008) «Giancarlo Giorgetti, Matteo Bragantini, Borghesi, Gianluca Pini».


   La Camera,
   sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione straordinaria del Consiglio dell'Unione europea del 22 maggio 2013;
   presa visione del progetto di conclusioni preparato dal Presidente del Consiglio europeo in stretta cooperazione con la Presidenza irlandese di turno e con il Presidente della Commissione europea;
   premesso che:
    le due prossime riunioni del Consiglio europeo si svolgeranno il 22 maggio (riunione straordinaria) ed il 27-28 giugno (riunione ordinaria) a Bruxelles;
    in base all'ordine del giorno provvisorio, nella riunione del 22 maggio il Consiglio europeo discuterà questioni relative all'energia e alla fiscalità e farà il punto, senza adottare conclusioni, sull'andamento dei lavori relativi alla nuova architettura dell'Unione economica e monetaria, sulla base della tabella di marcia fissata dal Consiglio europeo di dicembre 2012;
   valutato che:
    nell'ambito di un quadro di recessione globale, la zona Euro mostra particolari difficoltà, ed il peggioramento dell'economia si è accompagnato a una crisi sociale senza precedenti, mentre si sviluppano movimenti xenofobi e antieuropei;
    l'Europa ha risposto alla crescente instabilità dei mercati finanziari imboccando la strada dell'austerità. A partire dalla primavera 2010 sono stati così varati programmi di riequilibrio dei conti pubblici ambiziosi, simultanei e concentrati in un lasso di tempo relativamente breve. Nei paesi periferici il riequilibrio dei conti pubblici è avvenuto al prezzo di pesanti ricadute economiche e sociali (catastrofiche, nel caso greco), ed è stato parzialmente vanificato dalla recessione indotta dalle politiche di austerità;
    è sostanzialmente l'analisi delle cause profonde della crisi ad essere sbagliata. Essa viene fatta risalire alla «crisi dei debiti sovrani», mentre i debiti sovrani sono peggiorati a seguito della crisi e non viceversa. Nel biennio della grande recessione l'aumento del rapporto tra debito pubblico e PIL è stato nei paesi periferici solo leggermente superiore alla media dell'eurozona. La sfiducia dei mercati finanziari è stata innescata dai crescenti squilibri macroeconomici tra i sistemi produttivi più forti (Germania in primis), molto competitivi e in forte avanzo commerciale, e i paesi periferici considerati – a causa di debolezze strutturali che sono andate aggravandosi negli anni duemila – meno capaci in prospettiva di onorare i propri debiti pubblici;
    per questi motivi è stato un errore, nella scorsa legislatura, inserire in Costituzione con le modifiche all'articolo 81, il pareggio di bilancio come previsto dal cosiddetto «Fiscal compact»;
    non si risolverà certo la crisi con le politiche di «austerità espansiva» che l'hanno provocata. Pensare che il taglio nei deficit pubblici possa essere compensato dall'aumento di altre componenti della domanda aggregata è una pia illusione. Come mostrato in studi e dall'esperienza pratica (vedi Grecia), il moltiplicatore fiscale in una fase di recessione è positivo, e l'austerità porterà quindi ad un calo del Pil maggiore del calo del debito rendendo impossibile raggiungere l'obiettivo della riduzione del rapporto debito/Pil;
    ma neanche le classiche politiche keynesiane che erano tarate su uno Stato nazionale ancora in gran parte in possesso delle principali leve della politica economica possono da sole rappresentare una via d'uscita dalla crisi: occorre anche fare riferimento ai vincoli ed alle opportunità indotti dalla crisi ambientale. Non ha molto più senso ragionare su meri aggregati monetari, senza tenere conto che nessuna politica economica è più praticabile senza una contestuale politica industriale che orienti e condizioni l'oggetto delle produzioni e le modalità (individuali o collettive) del consumo di molti beni e servizi. La grande sfida di oggi è pensare ad un New Deal verde volto alla riconversione ecologica del sistema produttivo;
   considerato, inoltre, che:
    secondo il progetto di conclusioni presentate dal Presidente del Consiglio europeo, in stretta cooperazione con la Presidenza irlandese di turno, la politica energetica dell'Unione europea deve garantire la fornitura continua di energia per le famiglie e le imprese con le seguenti priorità:
     completamento del mercato interno dell'energia (da realizzare entro il 2014) e delle interconnessioni (da realizzare entro il 2015);
     incentivare gli investimenti in un'infrastruttura energetica moderna, anche attraverso l'adozione dei codici di rete e l'elaborazione di piani nazionali per un rapido sviluppo delle reti elettriche intelligenti (smart grids) e dei contatori intelligenti (smart meters);
     ridurre e calmierare gli elevati prezzi energetici, anche attraverso un'analisi della composizione dei prezzi e dei costi dell'energia negli Stati membri;
    i principali temi che verranno trattati sono i seguenti:
     modalità di recepimento del terzo pacchetto energia, che prevede in particolare la separazione delle attività di trasmissione e di produzione di energia elettrica e gas (cosiddetto «unbundling») e prosegue l'attuazione del regolamento Ce 713/09 che ha istituito un'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia;
     misure di rafforzamento del ruolo e dei diritti dei consumatori;
     il miglioramento dello scambio di informazioni tra gli Stati membri relativamente alle più importanti decisioni assunte in materia energetica;
     l'adozione dei progetti TEN-energy (Trans European Energy) di interesse comune e revisione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire investimenti mirati al passaggio ad una economia a bassa intensità di carbone;
     l'applicazione della direttiva sull'efficienza energetica degli edifici;
    la Commissione europea ha presentato ricorso verso la Repubblica italiana il 19 luglio 2012 (causa C-345/12), per non avere ancora adottato tutte le misure necessarie per trasporre la direttiva 2002/91/CE) ed ha inviato, il 24 gennaio 2013, un parere motivato all'Italia, (oltre che a Bulgaria, Grecia e Portogallo) chiedendo di notificare le misure di attuazione in relazione al disposto della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia. La direttiva 2010/31/UE doveva essere recepita nel diritto nazionale entro il 9 luglio 2012. A norma di questa direttiva gli Stati membri devono stabilire e applicare requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi e quelli esistenti, assicurare la certificazione della prestazione energetica degli edifici e prescrivere l'ispezione regolare dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento. La direttiva fa obbligo agli Stati membri di assicurare che, entro il 2021, tutti i nuovi edifici rientrino nella categoria dei cosiddetti «edifici a energia quasi zero». Entro due mesi la Commissione può decidere di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia;
    gli investimenti nelle energie rinnovabili, mantenendo l'attuale obiettivo del 20 per cento, possono potenzialmente creare tre milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020 (nell'Unione europea questo settore conta attualmente 1,19 milioni di occupati);
    il 15 novembre 2012, la Commissione europea ha presentato la comunicazione «Rendere efficace il mercato interno dell'energia» in cui ha esortato gli Stati membri ad accelerare i loro sforzi per recepire ed attuare l'attuale normativa dell'Unione esprimendo l'intenzione di cooperare con gli Stati membri per rafforzare la posizione dei consumatori e per ridurre gradualmente gli interventi statali che falsano i mercati, ribadendo inoltre i vantaggi insiti in mercati europei dell'energia integrati e illustrando altresì le modalità che permetteranno al mercato di concretare al più presto tutte le sue potenzialità e di rispondere ai bisogni e alle aspettative dei cittadini e delle imprese dell'Unione europea, con l'obiettivo ultimo del completamento del mercato interno dell'energia entro il 2014 e la partecipazione dei consumatori;
    nell'allegato 5 del Documento della Commissione che presenterà al Consiglio europeo del 22 maggio 2013 è indicato, nella tabella 1, relativa al confronto tra il mix di energia, riferito al consumo interno lordo nell'Unione europea, tra il 2011 e il 2030 una diminuzione dell'8-9 per cento degli approvvigionamenti di combustibili solidi, gas e petrolio compensata da un pari aumento delle rinnovabili; nella tabella 2, relativa alla dipendenza dell'Europa dalle importazioni dei combustibili (petrolio, gas e carbone), si prevede un aumento di tali importazioni nel periodo 2020-2030, con particolare riferimento al gas. Le due tabelle dello stesso allegato evidenziano quindi una palese contraddizione;
    i prezzi delle tariffe in Europa differiscono considerevolmente nei vari Paesi a secondo del livello di concorrenza nei vari settori (come ad esempio in quello gas) e dall'incidenza dell'imposizione fiscale dei singoli Stati, oltre che per i meccanismi di fissazione dei prezzi. Nei paesi ove esiste la regolamentazione sui prezzi al dettaglio dell'elettricità e del gas, i prezzi sono più contenuti. In Italia i prezzi del gas sono molto elevati e differiscono notevolmente da quelli dei maggiori paesi dell'Unione, raggiungendo addirittura un valore differenziale di 11,7 euro al Megawatt/ora;
    il Consiglio europeo discuterà inoltre la politica fiscale con una particolare attenzione al modo più efficiente di riscuotere le imposte e lottare contro l'evasione e la frode fiscale per rafforzare la politica di bilancio degli Stati membri e approfondire il mercato interno;
    il Consiglio ECOFIN del 14 maggio 2013 ha adottato delle conclusioni sul piano d'azione contro l'evasione fiscale, nelle quali, tra le altre cose:
     sostiene ulteriori sforzi a livello nazionale, di Unione europea, G8, G20, ed OCSE per promuovere lo scambio automatico di informazioni;
     invita gli Stati membri a prendere in considerazione l'opportunità di introdurre nel proprio ordinamento giuridico una clausola di salvaguardia contro la doppia imposizione, per evitare che essi si traducano in un'assenza totale di imposizione;
     invita gli Stati membri ad individuare, utilizzando criteri comuni, i paradisi fiscali e di inserirli in apposite «liste nere»;
    Algirdas Ŝemeta, Commissario per la fiscalità e l'unione doganale, ha recentemente affermato che: «Ogni anno nell'Unione europea si perdono mille miliardi di euro a causa dell'evasione e dell'elusione fiscali. Non si tratta soltanto di una scandalosa perdita di entrate estremamente necessarie, ma di una minaccia per la giustizia fiscale. Sebbene gli Stati membri debbano potenziare le misure nazionali per la lotta all'evasione fiscale, le soluzioni unilaterali non saranno sufficienti. In un mercato unico, nel contesto di un'economia globalizzata, le incoerenze e le lacune nazionali diventano il terreno di gioco per chi cerca di eludere la tassazione. Una posizione forte e coesa dell'Unione nei confronti degli evasori fiscali, e di coloro che li agevolano, è quindi fondamentale»;
    partendo da queste premesse, la Commissione ha presentato un piano d'azione per una risposta più efficace dell'Europa all'evasione e all'elusione fiscali. Il piano d'azione prospetta un insieme globale di misure, da attuare ora o in futuro, per aiutare gli Stati membri a tutelare la propria base imponibile e a recuperare i miliardi di euro che sono loro legittimamente dovuti;
    la Commissione ha adottato anche due raccomandazioni per esortare gli Stati membri a intraprendere azioni immediate e coordinate su specifici problemi urgenti;
    la prima raccomandazione prevede una forte presa di posizione dell'Unione contro i paradisi fiscali, che vada oltre le attuali misure internazionali. Utilizzando criteri comuni, gli Stati membri sono incoraggiati a individuare i paradisi fiscali e a inserirli in «liste nere» nazionali. Vengono stabilite inoltre misure specifiche per convincere i paesi terzi ad applicare le norme di governance dell'Unione;
    la seconda raccomandazione riguarda la pianificazione fiscale aggressiva. Essa suggerisce le modalità con cui affrontare i tecnicismi e le lacune giuridiche che alcune aziende sfruttano per evitare di pagare il loro giusto contributo. Gli Stati membri sono incoraggiati a rafforzare le proprie convenzioni contro la doppia imposizione, per evitare che esse si traducano in un'assenza totale di imposizione. È opportuno inoltre che essi adottino una comune norma generale antiabuso grazie alla quale potrebbero ignorare qualsiasi artificio escogitato ai fini dell'elusione fiscale e tassare invece in base all'effettiva sostanza economica;
    altre iniziative previste nel piano d'azione includono un codice dei contribuenti, un codice di identificazione fiscale dell'Unione europea, un riesame delle disposizioni antiabuso contenute nelle principali direttive dell'Unione e gli orientamenti comuni per la tracciabilità dei flussi di denaro;
    i recenti accordi di bilaterali stipulati dal Regno Unito e dalla Germania con la Svizzera danno un'idea delle attività non tassate detenute nella Confederazione. Gli anticipi previsti in applicazione di questi accordi ammontano a 500 milioni di CHF per il Regno Unito e a 2 miliardi di CHF per la Germania, mentre gli importi effettivi della regolarizzazione dovrebbero superare i 1,3 miliardi di CHF per il Regno Unito e 4 miliardi di CHF per la Germania. Il Regno Unito stima che la regolarizzazione potrebbe fruttargli da 4 a 7 miliardi di sterline, il che dà un'indicazione della portata del problema per l'insieme dell'Unione;
    i recenti sviluppi sul piano internazionale per quanto riguarda la Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) degli Stati Uniti aprono nuove prospettive per il rafforzamento dello scambio automatico di informazioni tra Stati membri e paesi terzi, migliorando la trasparenza a livello globale;
    si ravvisa l'opportunità che il Consiglio si affretti a dare mandato alla Commissione, fornendole il proprio sostegno, di negoziare modifiche degli accordi in vigore sulla tassazione dei risparmi con la Svizzera, Andorra, il Principato di Monaco, il Liechtenstein e San Marino. L'allineamento di questi accordi alle nuove norme rafforzate all'interno dell'Unione europea, e a quelle risultanti dalle modifiche future della direttiva «risparmio», dovrebbe permettere di compiere ulteriori progressi nell'elaborazione di misure equivalenti in collaborazione con le suddette giurisdizioni. Lo stesso si dovrebbe fare per aggiornare gli accordi in materia di imposizione dei risparmi con i relativi territori dipendenti o associati;
    occorre una definizione univoca e comune dei cosiddetti «paradisi fiscali» che comprenda, oltre ai due pilastri della trasparenza e dello scambio d'informazioni, stabiliti dall'OCSE, anche il pilastro della concorrenza leale. La concorrenza leale di un regime fiscale di un paese non Unione europea si determina se la sua legislazione fiscale è in linea con i principi del Codice di condotta della Unione europea che stabilisce i criteri per valutare se un regime fiscale può essere considerato nocivo. I criteri indicati dal Codice per individuare misure nocive comprendono:
     un livello significativamente più basso di imposizione effettiva rispetto al livello generale della tassazione nel paese in questione (un beneficio fiscale);
     benefici fiscali riservati ai non residenti o transazioni con i non-residenti;
     benefici fiscali per le attività che vengono isolate dall'economia nazionale e non hanno alcun impatto sulla base imponibile nazionale (ring-fencing);
     benefici fiscali concessi nonostante l'assenza di una vera e propria attività economica (sostanza);
     partenza da norme riconosciute a livello internazionale (in particolare OCSE) nel fissare la base di determinazione dei profitti per le imprese in un gruppo multinazionale;
     mancanza di trasparenza;

    il Consiglio europeo svolgerà anche un'analisi sull'andamento dei lavori di approfondimento dell'Unione economico e monetaria (UEM). Il 28 novembre 2012, la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione dal titolo «Un piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita» (COM(2012) 777), che descrive in dettaglio gli elementi e le tappe necessari per un'Unione bancaria, economica, fiscale e politica a pieno titolo;
    il cosiddetto «pacchetto sull'Unione bancaria», sul quale la discussione tra i partner europei è ancora molto aperta, comprende:
     la proposta di regolamento che attribuisce alla BCE compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi;
     l'istituzione dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea);
     le proposte sul risanamento e la risoluzione delle crisi delle banche per affrontare le conseguenze di eventuali dissesti di enti creditizi, definendo un quadro efficace di gestione ordinata dei fallimenti bancari ed evitando il contagio ad altri enti;

    l'Unione bancaria per essere fattibile si deve inserire in un progetto più ampio di unione fiscale e politica, anche perché l'Unione bancaria, per funzionare ed essere credibile, deve potere contare su risorse che solo un vero e proprio bilancio federale può assicurare. Il suo funzionamento richiede, infatti, l'introduzione di un finanziamento di ultima istanza di natura fiscale e, quindi, una qualche forma di bilancio federale, con rilevanti cessioni di sovranità dagli Stati nazionali al «governo federale»;

impegna il Presidente del Consiglio dei ministri, in occasione del Consiglio dell'Unione europea del 22 maggio 2013:

   a proporre la realizzazione di una vera unione politica del continente in senso federale al fine di realizzare l'obiettivo degli Stati uniti d'Europa, tenendo conto delle proposte avanzate in merito dal Presidente Hollande; a sostenere il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo giungendo anche all'elezione diretta del presidente della Commissione europea;
   a sostenere la radicale modifica del trattato sulla convergenza dei bilanci, il cosiddetto «Fiscal compact», una delle cause della recessione, concordando con i partner europei misure sostanziali a favore dello sviluppo sostenibile, a partire da una europeizzazione non parziale del debito sovrano almeno per la quota che supera il 60 per cento del Pil, secondo le proposte avanzate da diversi economisti anche italiani, a chiedere nell'immediato lo slittamento della scadenza per il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali e per l'avvio della riduzione dello stock del debito e/o l'esclusione di alcune spese per investimenti dai saldi del Patto di stabilità;
   a proporre, a trattati vigenti, che si garantisca, come è stato deciso in favore della Spagna, la possibilità di un rientro più morbido e dilazionato nel tempo del debito sovrano, in particolare appare irrealistico per l'Italia il rientro dal 2015 di oltre 15 miliardi all'anno attraverso dismissioni immobiliari;
   a concordare con gli organismi dell'Unione europea l'applicazione della golden rule che escluda dalle regole di spesa, introdotte dal patto di stabilità e crescita rivisto nel 2011, gli investimenti degli enti territoriali nei seguenti campi:
    politiche pubbliche per la creazione di occupazione;
    riqualificazione delle periferie attraverso piani di recupero;
    interventi di salvaguardia dell'assetto idrogeologico dei territori;
    messa in sicurezza degli edifici scolastici;
    recupero, salvaguardia e sviluppo del patrimonio artistico e ambientale;
    interventi di risanamento delle reti di distribuzione delle acque potabili;
    potenziamento del trasporto pubblico locale con particolare riguardo al pendolarismo regionale e al trasporto su ferro;
    interventi di risparmio energetico attraverso l'utilizzo delle energie rinnovabili;
   a proporre l'utilizzazione a livello europeo di una quota del gettito della tassa sulle transazioni finanziarie, unitamente all'emissione di eurobond, project bond, per finanziare e promuovere l'occupazione giovanile e la riconversione ecologica del sistema produttivo;
   a proporre la ridefinizione del ruolo della BCE come prestatrice di ultima istanza;
   a sostenere la promozione, nell'ambito della difesa comune europea (PESD), di forze armate comuni, di Corpi civili di pace, e a promuovere l'unificazione e la riduzione dei progetti relativi ai sistemi d'arma con la conseguente drastica riduzione delle spese militari;
   a proporre un programma europeo, una sorta di «social compact», per lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale, la lotta alle disuguaglianze ed alla povertà, da concordare con gli altri partner continentali, che:
    1) abbia chiare priorità di investimenti per lo stimolo dell'occupazione e per compensare lo squilibrio nei paesi tra i paesi dell'eurozona con bilance commerciali in forte attivo nei confronti degli altri partner europei, del mercato interno per ricostruire una politica di ridistribuzione dei redditi che favorisca la domanda aggregata;
    2) avvii in Europa una trasformazione sociale ed ecologica del modello di sviluppo a partire dal rilancio delle politiche per la formazione, l'educazione e l'innovazione, con particolare riferimento al settore energetico, delle tecnologie digitali e da quello dei trasporti, con l'istituzione di una nuova catena di creazione di valori nei mercati-pilota del futuro;
    3) promuova un'iniziativa europea per combattere la disoccupazione giovanile ed istituire un reddito minimo garantito per i cittadini europei a partire dalla proposta contenuta dall'ICE (Iniziativa cittadini europei sull'argomento);
   a promuovere un'analisi completa sui costi e benefici dei futuri sistemi energetici dell'Unione europea nel medio e nel lungo periodo e una puntuale e risolutiva discussione sui prezzi delle attuali tariffe energetiche al fine del contenimento dei prezzi e della garanzia dell'accesso universale;
   a ribadire l'obbligo di ridurre le emissioni di carbonio del 20 per cento (e del 30 per cento se le condizioni lo permettono), di aumentare del 20 per cento la quota di energie rinnovabili e di aumentare l'efficienza energetica del 20 per cento;
   a proporre di rafforzare gli impegni degli Stati membri per raggiungere rapidamente una quota energia da fonti rinnovabili pari al 20 per cento del consumo finale di energia e definire un nuovo accordo che porti al superamento di tale quota entro il 2020, perché inadeguata alle esigenze energetiche dell'intera comunità, anche rispetto alla situazione di crisi e alla potenzialità di lavoro che gli investimenti in energia rinnovabile possono creare;
   a fare proprie le indicazioni del Piano d'azione in materia di frodi e di evasione fiscale proposto dalla Commissione europea il 6 dicembre 2012, nonché le conclusioni del Consiglio ECOFIN del 14 maggio 2013;
   a sostenere l'avvio dello scambio di informazioni sui risparmi dei non residenti sul modello degli accordi FACTA (foreign account tax compliance act) stipulati con l'amministrazione statunitense, come proposto dalla lettera del 9 aprile 2013 dai ministri delle finanze di diversi paesi europei;
   a sostenere l'adozione rapida della revisione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio tuttora all'esame del Consiglio dell'Unione europea, che mira ad estendere il campo di applicazione della direttiva, per includervi non solo i pagamenti di interessi ma anche tutti i redditi da risparmio, nonché i prodotti che generano interessi o redditi equivalenti, e il rapido conferimento di un mandato negoziale alla Commissione per rinegoziare gli accordi con i paesi terzi in materia (Svizzera, Andorra, Liechtenstein, San Marino, Principato di Monaco);
   a sostenere l'adozione di una precisa comune definizione europea dei cosiddetti «paradisi fiscali» che comprenda, oltre ai due pilastri della trasparenza e dello scambio di informazioni, stabiliti dall'OCSE, anche il pilastro della concorrenza leale;
   a sostenere il rafforzamento delle misure contro le frodi relative all'IVA, nonché la sollecita adozione del meccanismo di reazione rapida (QRM) per la lotta contro tali frodi presentato dalla Commissione europea, e tutte le disposizioni contro la pianificazione fiscale aggressiva, il trasferimento degli utili, la mancanza di trasparenza, il riciclaggio dei capitali, le misure dannose;
   a sostenere l'adozione di una comune regola generale contro l'abuso di diritto tributario onde evitare la complessità rappresentata in materia da molte e specifiche disposizioni normative;
   a sostenere la cooperazione rafforzata per l'adozione della tassa sulle transazioni finanziarie e proporre che i proventi siano destinati a misure specifiche tra cui quelle a sostegno dell'occupazione giovanile;
   a sostenere la rapida approvazione ed attuazione delle misure per la realizzazione di un'effettiva e completa Unione bancaria europea.
(6-00009) «Migliore, Di Salvo, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Duranti, Daniele Farina, Claudio Fava, Ferrara, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Piras, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Scotto, Zan, Zaratti».


   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sul Consiglio europeo del prossimo 22 maggio;
   premesso che:
    il processo di integrazione europea, lungi dall'essere un percorso lineare, è da sempre caratterizzato da battute d'arresto ed accelerazioni che, tuttavia, nel corso di oltre sessanta anni, hanno reso possibile lo sviluppo del più ambizioso ed esclusivo progetto del dopoguerra: l'Europa unita;
    a causa della difficile congiuntura economica e finanziaria in atto e della incapacità dell'Unione europea di fronteggiare la crisi del debito pubblico di molti Stati membri, si registra un generalizzato sentimento di sfiducia dei cittadini verso l'operato delle istituzioni europee viste come sedi di un potere antidemocratico poco cosciente delle loro reali necessità ed incline a richiedere austerità e rigore dei conti;
    l'Europa unita è in crisi di legittimità, i cittadini la percepiscono come una entità lontana, sinonimo dei poteri forti, quali quello economico e finanziario e non conoscono le decisioni prese a Bruxelles anche a causa dei complessi meccanismi decisionali e delle numerose procedure burocratiche;
    la divergenza delle posizioni nazionali, condizionate dal diverso grado di stabilità e benessere delle loro economie, non favorisce l'adozione di strategie e politiche macroregionali in grado di tenere conto delle specificità e delle vocazioni territoriali;
   sarebbe opportuno attuare con urgenza gli indirizzi definiti dalla relazione dello scorso dicembre «verso una autentica unione economica e monetaria» al fine di assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, eliminare il nesso banche-Stati, promuovere solide politiche strutturali e migliorare la resilienza dell'UEM attraverso la creazione di una funzione di assorbimento degli shock a livello centrale;
    la nostra dipendenza energetica da estero, in particolare per quanto riguarda le fonti energetiche fossili, impone l'adozione di una strategia che promuova energia sostenibile competitiva basata sull'efficienza energetica e infrastrutture intelligenti in grado di assorbire gli apporti di produzione e posto che l'obiettivo europeo della produzione di biocarburanti al 2020 è del 10 per cento e che l'Italia non è in grado di raggiungerlo con la produzione nazionale,

impegna il Governo:

   ad attivarsi per sostenere un processo di integrazione che favorisca l'Unione dei popoli, rafforzando il metodo comunitario, il ruolo e i poteri del Parlamento europeo e rilanciando il progetto costituzionale come garanzia di democrazia partecipativa basata sul riconoscimento di valori e principi condivisi;
   a contrastare con determinazione l'adozione di orientamenti europei volti a chiedere agli Stati membri ulteriori piani di austerità fiscale e a ribadire la necessità di prendere scelte coraggiose e innovative finalizzate a promuovere iniziative per l'occupazione giovanile e prevedere anche strumenti di sostegno mirato quali il reddito minimo garantito in grado di assicurare progresso e giustizia sociale;
   a proporre con determinazione adeguati correttivi al bilancio comunitario al fine di eliminare lo squilibrio a carico del nostro Paese la cui attività economica è più in crisi di altri Stati membri che non risultano tuttavia contribuenti netti;
   a sostenere l'idea di un federalismo solidale che tenga conto delle specificità e delle difficoltà di alcuni Stati membri quali quelli dell'area euro-mediterranea per una più efficace cooperazione interregionale;
   a incentivare l'attuazione di misure anticicliche anche attraverso una revisione del trattato di Maastricht e del fiscal compact al fine di rilanciare una governance che dia priorità ai bisogni primari dei cittadini: salute, sicurezza, istruzione e beni di prima necessità;
   a promuovere una ridiscussione del meccanismo europeo di stabilità affinché i paesi con bilancio positivo, come la Germania, si facciano carico del fondo europeo di stabilità finanziaria nella logica di una Unione solidale e non monetaria;
   a proporre una riforma della Banca centrale europea affinché tra i suoi obiettivi venga previsto il perseguimento della piena occupazione e il finanziamento diretto degli investimenti produttivi e sia altresì ridefinito il suo ruolo di prestatore di ultima istanza;
   a favorire la definizione di una legislazione bancaria europea che disponga la totale separazione, sulla base del modello di Glass Steagal Act, tra banche d'affari e banche commerciali ordinarie nella logica di un sistema economico più vicino ai cittadini;
   a sostenere il contrasto all'evasione fiscale attraverso la piena attuazione del principio di trasparenza bancaria nelle relazioni tra Stati membri e tra Unione europea e paesi terzi soprattutto quelli ricompresi nei cosiddetti «paradisi fiscali»;
   ad attivarsi per promuovere piani di autoproduzione di energia locale tramite fonti energetiche rinnovabili, e di valutare la possibilità di produrre biocarburanti in relazione alle diverse disponibilità dei suoli degli Stati membri, dando priorità all'indipendenza alimentare delle nazioni verificato il loro impatto ambientale;
   a sostenere il divieto di trivellazioni a scopo estrattivo di idrocarburi che danneggiano l'ambiente irreversibilmente e compromettono l'economia turistica delle aree interessate.
(6-00010) «Carinelli, Pinna, Nesci, Colonnese, Spessotto, Vignaroli, Brugnerotto, Luigi Di Maio».