Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 2 ottobre 2017

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XI Commissione,

   premesso che:

    il 27 settembre 2017, i massimi dirigenti di Froneri Italy srl, joint venture di Nestlé, operativa dal 1° ottobre 2016 per il ramo gelati, hanno comunicato alla rappresentanza sindacale unitaria e ai sindacati territoriali l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Parma e di aprire conseguentemente la procedura di licenziamento collettivo;

    tale decisione, che coinvolge 180 lavoratori fissi e più di 70 stagionali, è stata adottata in contrasto con quanto concordato e verbalizzato all'incontro dello scorso luglio con la rappresentanza sindacale unitaria, in cui la rappresentanza aziendale di Froneri ha smentito categoricamente l'ipotesi di chiusura dello stabilimento;

    i lavoratori hanno appoggiato la dichiarazione di stato di agitazione e il blocco degli straordinari e delle flessibilità e hanno dato mandato ai sindacati di intraprendere ogni iniziativa utile ad ottenere l'annullamento della procedura di licenziamento collettivo e ogni altro intervento che scongiuri la chiusura, al fine di evitare la perdita dei posti di lavoro e il conseguente impoverimento del tessuto industriale di Parma;

   non possono essere ammesse condotte aziendali di tal genere, non curanti delle relazioni industriali, che giungono improvvisamente a decisioni così gravi e dannose per padri e madri di famiglia che, dall'oggi al domani, vengono privati del lavoro e di qualsiasi possibilità di trattare soluzioni che possono tenere conto della tutela occupazionale. La dichiarata procedura di licenziamenti viene, tra l'altro, annunciata a seguito di dichiarazioni rassicuranti da parte dell'azienda sul mantenimento dei posti di lavoro che, a giudizio del firmatario del presente atto, si sono rivelate, dunque, palesemente non veritiere e ingannevoli;

   le istituzioni devono quindi censurare con specifici interventi tali condotte aziendali portate avanti in dispregio di quanto dichiarato in precedenza e dei diritti e della tutela dei lavoratori,

impegna il Governo

ad adottare ogni urgente iniziativa per l'istituzione di un tavolo di confronto con i vertici aziendali, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali, affinché, anche in osservanza di quanto sottoscritto il 26 luglio 2017 nel verbale di incontro con la rappresentanza sindacale unitaria, vengano salvaguardati i posti di lavoro di Froneri Italy srl e sia evitata qualsiasi iniziativa aziendale che possa ledere i diritti dei lavoratori.
(7-01352) «Rizzetto».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il 5 aprile 2011 la Commissione europea ha emanato la comunicazione n. 173 inerente al quadro dell'Unione europea e strategie nazionali di integrazioni dei Rom fino al 2020;

   il 23-24 giugno 2011, in sede di Consiglio europeo, lo Stato Italiano, ha sottoscritto la comunicazione n. 173 della Commissione europea in attuazione degli accordi quadro strutturali europei;

   il 10 novembre 2011, il Presidente del Consiglio Berlusconi dava indicazioni al Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei Ciace, istituito dalla legge n. 11 del 4 febbraio 2005, di individuare l'UNAR, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, come punto di contatto nazionale per implementare in Italia la comunicazione n. 173 della Commissione europea. Il CIACE viene ridenominato Ciae, Comitato interministeriale per gli affari europei, con la legge n. 234 del 24 dicembre 2012. Esso è convocato e presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri;

   il 15 novembre 2011 l'Unar ha emesso il decreto n. 761 recante «Costituzione del Punto di contatto nazionale per le strategie di integrazione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) in attuazione della Commissione europea 173/2011»;

   il 6 dicembre 2011 l'Unar ha definito le procedure di coinvolgimento della società civile RSC e delle associazioni, anche non riconosciute, volte all'elaborazione della Strategia nazionale di inclusione;

   il 12 dicembre 2011 l'UNAR ha emesso il decreto n. 787, recante «approvazione di un Avviso di manifestazione di interesse per la partecipazione alle Strategie di inclusione dei RSC in attuazione della comunicazione della Commissione dell'Unione europea 173/2011»;

   il 24 febbraio 2012 il Consiglio dei ministri ha approvato la Strategia nazionale di inclusione dei RSC e gli schemi di governance dando formale comunicazione alla Commissione europea;

   il 29 febbraio 2012 l'Associazione nazione Rom (ANR) ha aderito alle procedure di coinvolgimento istituite presso l'Unar adottando lo statuto costitutivo del Consiglio nazionale Rom;

   il 15 giugno 2012 la Presidenza del Consiglio dei ministri inviava, con protocollo MCII 0001995, direttiva ai prefetti della Repubblica, al Ministero dell'interno, al Ministero del lavoro e politiche sociali, al Ministero della giustizia, all'Unar, alla Conferenza delle regioni e delle province, all'Associazione nazionale comuni italiani, avente come oggetto Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti. In essa si legge: «con la comunicazione n. 173 dello 05/04/2011 recante Quadro dell'UE per le strategie nazionali dei Rom fino al 2020, la Commissione Europea ha affermato l'improcrastinabile esigenza di superare la situazione di emarginazione economica e sociale della principale minoranza d'Europa. Sul territorio saranno definiti Tavoli regionali/locali con la partecipazione di rappresentanti delle Amministrazioni periferiche statali, delle regioni, delle province e dei comuni, nonché con il coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile impegnati nella tutela delle Comunità dei Rom, Sinti e Caminanti e di rappresentanti delle medesime comunità»;

   ANR è componente istituzionale del tavolo di inclusione dei RSC varato dalla regione Liguria con delibera n. 1348 del 31 ottobre 2013 nel rispetto della strategia nazionale di inclusione e degli schemi di governance. La stessa regione Liguria ha comunicato all'Unar la citata delibera;

   la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, è responsabile istituzionale del dipartimento per le pari opportunità e dell'Unar. Essa ha la responsabilità politica istituzionale di implementare e monitorare la concreta applicazione della Strategia nazionale di inclusione RSC e gli accordi strutturali europei;

   per l'inclusione di RSC e senza fissa dimora, nel rispetto degli accordi strutturali europei, il Governo ha presentato due programmi all'Unione europea: il PON inclusione FSE 2014/2020 è stato approvato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione 10130 del 17 dicembre 2014, per una cifra complessiva di un miliardo e duecento milioni di euro; il PON Metro 2014-2020 è stato approvato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione n. 4998 del 14 luglio 2015, valore economico di 894 milioni di euro;

   con la deliberazione n. 117 del 16 dicembre 2016, della giunta capitolina, si è dato avvio all'istituzione del tavolo cittadino per l'inclusione delle popolazioni RSC, un tavolo esclusivamente consultivo, dal quale sono esclusi i RSC. Componenti del tavolo sono tra gli altri, l'assessorato alla persona, scuola e comunità solidale, il vice capo di gabinetto, i presidenti dei municipi, i direttori dei dipartimenti politiche sociali, sussidiarietà e salute, servizi educativi e scolastici, politiche delle famiglie e dell'infanzia, rappresentanti del Corpo di polizia locale. Al tavolo, sono altresì invitati a partecipare i rappresentanti dei Ministeri interessati, della prefettura, delle forze dell'ordine, delle Aziende sanitarie locali e dei centri per l'impiego;

   il 22 settembre 2017, Marcello Zuinisi legale rappresentante ANR, si è rivolto, al comando carabinieri per la tutela della salute, denunciando una emergenza sanitaria in atto a Roma Capitale, Campo Rom di Castel Romano, richiedendo attività ispettiva e di polizia giudiziaria;

   sono 1076 i cittadini residenti a Castel Romano che vivono ed affrontano una situazione drammatica: sono accertate e conclamate decine e decine di casi di scabbia, rogna, epatiti, leucemie, leptospirosi. In cinque anni, nella stessa area, sono decedute 63 persone a seguito delle inumane condizioni igienico/sanitarie;

   gli impianti fognari, già messi sotto sequestro, nel febbraio 2017, dal vice comandante della polizia municipale di Roma Capitale Lorenzo Botta, sono recentemente esplosi invadendo tutta l'area ed una riserva naturale adiacente al campo;

   da cinque mesi non viene garantita l'erogazione dell'acqua e da venti giorni è, inoltre, interrotta l'erogazione di energia elettrica;

   le drammatiche situazioni igienico/sanitarie, denunciate dalla stessa Asl Roma 2, da ben due anni, sono rimaste di fatto completamente inascoltate dall'amministrazione della sindaca Raggi. La polizia municipale chiamata ad affrontare giornalmente l'emergenza denuncia, tramite i propri sindacati, la propria inadeguatezza ad intervenire in modo appropriato –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere per salvaguardare, garantire, promuovere e tutelare la salute dei cittadini del campo Rom di Castel Romano, come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività;

   quale stanziamento, ricevuto attraverso il Pon inclusione e il Pon metro 2014-2020, sia stato previsto e pianificato per garantire la chiusura e il superamento del campo Rom di Castel Romano.
(2-01963) «Fassina, Marcon».

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il 27 settembre 2017 in Commissione d'inchiesta sugli effetti dell'uranio impoverito si sono svolti esami testimoniali di rilevante importanza sulla gestione dei poligoni militari della Sardegna;

   all'interno del poligono di Quirra secondo gli auditi sono state effettuate esplosioni ciclopiche con effetto «bomba atomica»; le nubi tossiche che si generavano, alte anche 60/70 metri, si riversavano sui paesi limitrofi e venivano distrutte migliaia di tonnellate di bombe, missili, proiettili di ogni genere provenienti da tutte le basi italiane;

   il racconto agghiacciante reso in Commissione d'inchiesta sugli effetti dell'uranio impoverito dal responsabile dei mezzi meccanici dell'Aeronautica militare apre uno squarcio rilevante nel lavoro della Commissione d'inchiesta della Camera dei deputati;

   a parere dell'interpellante è la prima volta che la Commissione mette mano ai fatti di Quirra con testimonianze dirette e inconfutabili dei protagonisti di quello smaltimento illegittimo di armamenti gestito apparentemente in modo «clandestino» dentro il poligono militare;

   emerge un quadro devastante dell'uso della base come una vera e propria discarica di Stato;

   con questa testimonianza raccolta dalla Commissione si cancellano per sempre quelli che l'interpellante giudica i tentativi maldestri di manipolare la verità, di ometterla e di deviarla;

   le affermazioni dirette del maresciallo Gianni Palombo e per altri versi del generale Piras destituiscono di ogni fondamento i tentativi di «pseudo-professori» e vertici militari di imputare le morti di Quirra ad elementi estranei all'attività militare;

   si è trattato di audizioni chiave proprio perché è emerso in modo evidente ad avviso dell'interpellante che quelle polveri cariche di nano particelle finivano sulle popolazioni generando effetti gravissimi a partire dalle gravissime malformazioni sui nascituri;

   effetti che secondo esperti internazionali sono comparabili con quelli verificatisi negli anni dopo la caduta delle torri gemelle a New York con malformazioni di ogni genere;

   a questo si aggiunge l'aggravante di nanoparticelle generate da quelle bombe fatte esplodere nel cuore di Quirra;

   ora che questi fatti ineludibili sono agli atti della Commissione si deve procedere conseguentemente;

   ad avviso dell'interpellante il potenziale reato, dunque, non solo non è prescritto, ma costituisce un'evidente omissione non perseguirlo;

   non c'è un solo giorno di tempo da perdere per perseguire questi misfatti;

   sono emersi fatti circostanziati come mai prima e non si può ignorare che non siano scaduti termini di prescrizione, viste le esplosioni devastanti con lo smaltimento di bombe e missili che, a quanto consta all'interpellante, si sarebbero tenute anche nel 2008;

   la Commissione dovrebbe, secondo l'interpellante, per questa ragione svolgere sino in fondo l'azione inquirente e chiedere alla magistratura ordinaria di procedere conseguentemente;

   a questo si aggiunge la testimonianza del tecnico incaricato dall'Aeronautica di svolgere le indagini su Quirra;

   ad avviso dell'interpellante, tali indagini hanno solo permesso di considerare chiuso il caso;

   il docente ha dichiarato di essere stato prelevato da un aereo e portato in Sardegna per fare tre prelievi, secondo l'interpellante inutili, e dopo qualche giorno dal Ministero è stato dichiarato che non esistevano uranio e torio;

   nel corso dell'esame testimoniale il docente ha dovuto ammettere che sul piano scientifico i prelievi effettuati non consentivano un'analisi esaustiva; pertanto essi sono serviti, ad avviso dell'interpellante, solo a rendere possibili le dichiarazioni degli apparati dello Stato che annunciavano, dopo quei prelievi, radicalmente insufficienti, chiuso il «caso uranio»;

   successivamente veniva sottoscritta una convenzione da 60.000 euro per le consulenze successive tra l'Aeronautica militare e l'università di Siena cui il docente era in organico, sino ad essere nominato responsabile della stessa ricerca;

   le modalità con il quale si sono svolte quelle indagini appaiono all'interpellante in totale contrasto con i più elementari requisiti di affidabilità;

   è inaccettabile continuare a nascondere questi misfatti;

   non c'è altro tempo da perdere;

   le vittime militari e civili e le popolazioni meritano giustizia e verità –:

   se non ritengano di dover valutare i fatti denunciati e intraprendere iniziative nell'ambito delle proprie competenze, anche segnalando i fatti all'autorità giudiziaria, al fine di individuare i responsabili di questo eventuale disastro ambientale e dei numerosi decessi riconducibili alle attività denunciate;

   se non ritengano di dover procedere ad iniziative tese al risarcimento dei danni e al ripristino ambientale conseguente al disastro compiuto da queste attività devastanti per quei territori;

   se non ritengano di revocare ogni esercitazione nei poligoni sardi sino alla definizione delle bonifiche e delle responsabilità dei relativi disastri ambientali.
(2-01961) «Pili».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CRISTIAN IANNUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 1º ottobre 2017 in Spagna si è svolto un referendum per votare sull'indipendenza della Catalogna: è stato promosso dalla Generalitat de Catalunya indetto da una legge del Parlamento della Catalogna, secondo cui il voto dovrebbe avere natura vincolante, ma è invece stato contrastato dal Governo spagnolo, secondo cui la Costituzione della Spagna non consentirebbe di votare sull'indipendenza di alcuna regione spagnola, e la consultazione sarebbe quindi illegale in quanto radicalmente incostituzionale;

   la giornata è stata segnata da scontri, violenze e dall'intervento costante e diffuso della polizia nazionale per impedire lo svolgimento della consultazione, sgomberare i seggi e sequestrare le urne;

   la policia nacional e la guardia civil sono intervenute per fermare il voto per l'indipendenza e sequestrare le urne: tafferugli, cariche e persino spari con proiettili di gomma. La folla è stata spostata con la forza e la sindaca di Barcellona riferisce di più di 761 feriti. Le autorità catalane parlano di «repressione franchista»;

   sui social network girano numerosi filmati che mostrano come la polizia spagnola ha usato proiettili di gomma contro le persone che protestavano a causa dell'intervento degli agenti contro le operazioni di voto in Catalogna;

   il prefetto Enric Millo, ha giustificato l'intervento della polizia spagnola nei seggi perché, ha affermato, quella catalana – i Mossos – «ha anteposto criteri politici a quelli professionali». «Siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare» ha detto. Le pattuglie dei Mossos, la polizia di Barcellona, si sono limitate solamente alla verifica senza chiudere i seggi, né sequestrare le urne. Dopo qualche minuto di controlli, gli agenti avevano lasciato gli edifici tra gli applausi della popolazione. La guardia civil sta identificando gli agenti che per la loro «passività» e per non aver rispettato il mandato del giudice ora rischiano di incorrere nel reato di disobbedienza. Anche i vigili del fuoco, categoria che è dichiarata a favore del referendum, sono stati aggrediti dalla polizia nazionale a calci e colpi di manganello durante le operazioni di sgombero di un seggio;

   occorrerebbe che le autorità spagnole spiegassero la violenza ingiustificata e ingiustificabile contro la popolazione indifesa – tra cui anziani e bambini – che ha opposto resistenza passiva –:

   quali iniziative intenda promuovere, per quanto di competenza, in sede europea e internazionale, per far cessare tale spirale di violenza e favorire il processo democratico in Spagna, a partire dal rispetto dei diritti umani e della libertà di pensiero;

   se il Governo intenda assumere iniziative di competenza per sostenere l'avvio di un dialogo interno alla Spagna che consenta al popolo catalano di pronunciarsi legalmente sul proprio futuro.
(5-12342)

Interrogazione a risposta scritta:


   CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'epilogo che sta vivendo la compagnia aerea irlandese Ryanair era facilmente prevedibile se solo si avesse voluto prestare attenzione ai tanti avvertimenti lanciati in questi anni da molti esperti del settore;

   è opportuno ricordare che Ryanair è stata, ed è tuttora, finanziata da enti locali ed aeroportuali italiani riconducibili alle finanze pubbliche, attraverso accordi talora riservati detti di co-marketing che la impegnerebbero ad effettuare con continuità e regolarità i collegamenti aerei;

   a giudizio dell'interrogante vanno sottolineati due aspetti principali;

   il primo aspetto riguarda il problema dei rimborsi per i passeggeri danneggiati. La frammentazione, la relativa esiguità delle somme, connessa alla macchinosità delle procedure, indurrà molti a subire una perdita ingiusta e di conseguenza consentirà a Ryanair di incamerare indebitamente ingenti somme senza aver prestato alcun servizio;

   il secondo aspetto, questo addirittura «sistemico», riguarda l'omessa sorveglianza del vettore da parte della autorità dell'aviazione civile irlandese, la IAA (Irish Aviation Authority);

   ciò che è successo significa per l'interrogante che coloro che avrebbero dovuto non hanno mai adeguatamente analizzato la programmazione dei turni di volo (conseguentemente i relativi carichi di fatica operazionale) e la consistenza delle risorse umane disponibili;

   ciò è grave non solo sotto gli aspetti regolamentari e commerciali di concorrenza sleale ma soprattutto sotto il profilo della sicurezza;

   continuano ad emergere episodi inquietanti;

   campanelli d'allarme che se non debitamente ascoltati con l'introduzione di adeguati correttivi porteranno prevedibilmente a non auspicabili conseguenze;

   un inadeguato e distratto ruolo non ancora ben sottolineato è quello svolto dall’European aviation safety authority, con le sue politiche etero dirette prevalentemente dagli interessi commerciali che fra i suoi compiti istituzionali vi è anche quello di verificare che le autorità dell'aviazione civile dell'Unione europea abbiano efficaci ed uniformi comportamenti nell'applicazione delle regole europee non solo in maniera formale ma soprattutto sostanziale;

   quando, con l'intento di stabilire i limiti di volo e di servizio per gli equipaggi, l'Easa decise di affidare uno studio sulla «Fatica di volo» ad un gruppo indipendente svizzero Moebus, i risultati dello studio furono clamorosi perché evidenziarono come troppo e troppo spesso gli equipaggi volavano in condizioni di sovraffaticamento che non avrebbe consentito in caso di emergenza in volo ottenere prestazioni ulteriori da persone già al limite;

   i risultati, poiché non erano quelli auspicati, furono completamente disattesi dall'Easa; successivamente, fu emanato il regolamento (UE) n. 83/2014 riguardante i limiti di volo e di riposo riscontrabili in poche professioni;

   la flessibilità d'applicazione di queste regole, già di per sé assai gravose, consente ai datori di lavoro europei di esigere prestazioni fuori dalle logiche e dalla fisiologia;

   in aviazione il passato ritorna più di quanto talora si possa desiderare e i problemi e le connessioni causali hanno effetti imprevedibili per coloro che teorizzano il fatto che «fra la conduzione di una Compagnia aerea e una fabbrica di sapone non ci sono grosse differenze»;

   consentire l'introduzione di contratti precari per i naviganti, pressioni psicologiche pesantissime per spingere la produttività, l'utilizzo dei piloti in aspetti sia operativi che legati alla sicurezza, il dumping commerciale, l'opacità nei rapporti commerciali con aeroporti e comunità locali rappresenta una miscela che, finalmente, è deflagrata coinvolgendo l'autorità nazionale dell'aviazione civile e, «in primis», l’Irish Aviation Authority e l’European aviation safety authority –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, a livello europeo per promuovere un'iniziativa di verifica da parte della Commissione europea sull'efficacia e la coerenza dei comportamenti dell'Easa, nonché sull'adeguatezza dei suoi vertici e per favorire una ridefinizione della normativa europea (ORO-FCL) sui tempi di volo di servizio e di riposo del personale navigante con l'intento di salvaguardare la sicurezza del volo disattesa in favore di interessi commerciali.
(4-17992)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia ha stipulato una serie di convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali e di accordi per lo scambio di informazioni fiscali con Stati comunitari ed extracomunitari;

   tali convenzioni ed accordi sono molto importanti perché, oltre a disciplinare, in un mondo globalizzato, la cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati contraenti, hanno l'obiettivo di evitare la doppia imposizione e di prevenire l'evasione e l'elusione fiscale eliminando le doppie esenzioni;

   in America Latina l'Italia ha concluso convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali con Argentina, Brasile, Cile, Ecuador, Messico, Trinidad e Tobago, e Venezuela;

   sono tuttora esclusi dal quadro delle convenzioni il Perù, l'Uruguay e la Colombia;

   il Perù, l'Uruguay e la Colombia sono Paesi dove operano centinaia di imprese italiane e vivono migliaia di nostri connazionali;

   tali Paesi sono da tempo impegnati pienamente nella prassi operativa con l'Italia a procedere a scambi di informazioni fiscali in funzione delle regole dell'Ocse;

   nonostante ciò, il Perù non è ancora, incomprensibilmente, incluso nella lista («White List») del decreto 4 settembre 1996, e successive modifiche, dove vengono elencati periodicamente gli Stati con i quali è attuabile lo scambio di informazioni fiscali (mentre invece sia la Colombia, con decreto ministeriale del 9 agosto 2016, sia l'Uruguay, con decreto ministeriale del 23 marzo 2017, sono stati inseriti in tale «White list»);

   i nostri connazionali residenti in Perù, i quali producono reddito in Italia e sono tassati dall'Italia alla fonte, non possono chiedere le detrazioni per carichi di famiglia sui loro redditi proprio perché risiedono in un Paese dove non è considerato attuabile lo scambio di informazioni fiscali (esclusione dalla cosiddetta «White List») situazione questa che ha creato una inammissibile disparità di trattamento con gli altri emigrati;

   inoltre, l'assenza di una convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni fiscali con il Perù, l'Uruguay e la Colombia non solo crea problemi di potestà impositiva e di doppia tassazione per le numerose collettività di emigrati, lavoratori e pensionati, ma può compromettere e limitare anche l'avvio di attività economiche e finanziarie di imprese italiane, peruviane ed uruguayane che rischiano un'applicazione incerta o penalizzante di norme che, se invece fossero regolate da una convenzione, eliminerebbero le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio dei rispettivi residenti e contrasterebbero l'elusione e l'evasione fiscale;

   sia il Perù sia l'Uruguay e la Colombia fanno ora parte dei 146 Paesi membri del Global Forum sulla trasparenza fiscale e sullo scambio di informazioni, con segretariato presso l'Ocse, al quale il G20 ha affidato il compito di promuovere e monitorare l'effettiva trasparenza fiscale per quanto riguarda lo scambio di informazioni su richiesta (con l'emissione periodica di giudizi e rating sulla performance) e il nuovo standard unico globale di scambio automatico di informazioni fiscali a fini finanziari;

   inoltre, proprio l'anno scorso l'Uruguay ha anche firmato la Multilateral Convention on MutualAdministrative Assistance in Tax Matters espandendo così la propria capacità di contrastare l'elusione e l'evasione fiscale internazionale e impegnandosi pienamente a procedere a scambi di informazioni fiscali in funzione delle regole Ocse (la Colombia lo aveva già fatto nel 2012) –:

   per quali motivi il Perù sia stato ancora incluso nella lista dei Paesi con i quali sono attuabili gli scambi di informazioni fiscali; per quali motivi il Governo abbia sottovalutato finora le ragioni di opportunità politica ed economica dell'inclusione nella suddetta «White List» del Perù e comunque della stipula di una convenzione contro le doppie imposizioni fiscali con Perù, Uruguay e Colombia;

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per accelerare e definire l’iter negoziale finalizzato alla stipula di un accordo contro le doppie imposizioni fiscali tra l'Italia e il Perù, tra l'Italia e l'Uruguay e tra l'Italia e la Colombia, e soddisfare così le aspettative e le richieste pressanti di cittadini e imprese, al fine di eliminare le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio e stimolare così una ripresa dei rapporti economici e finanziari tra i Paesi contraenti.
(4-17985)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:


   RIZZO, BASILIO, CORDA, FRUSONE e TOFALO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   un'aliquota di personale della Guardia costiera e della Marina libica è stata selezionata per partecipare a nuovi moduli addestrativi presso la scuola sottufficiali della Marina militare a Taranto;

   il processo di selezione è stato accuratamente svolto in diverse fasi, a cura di Eunavfor Med e degli altri partner dell'operazione, quali gli Stati membri dell'Unione europea ed alcune organizzazioni internazionali;

   i militari libici frequenteranno due diversi moduli addestrativi, in completa aderenza al Memorandum of Understanding firmato nel 2016 dall'ammiraglio di divisione Enrico Credendino, comandante dell'operazione a guida EU «Sophia», dal commodoro Abdalh Toumia, comandante della Guardia costiera libica;

   il territorio libico oggi è controllato da almeno due Governi diversi – quello di Serraj, a ovest a cui si riconduce la Guardia costiera guidata da Toumia, e quello del generale Khalifa Haftar, ad est, appoggiato fra gli altri da Russia ed Egitto che di recente ha annunciato di voler riorganizzare l'Esercito nazionale libico comandato proprio da Haftar;

   in assenza di un Governo unico le istituzioni che afferiscono all'ambito della difesa e della sicurezza, come la Guardia costiera, potrebbero essere frammentate tra milizie più o meno organizzate che rispondono a poteri locali;

   come riportato su un articolo de «il post» del 26 agosto 2016 «(...) è difficile stimare oggi quante siano le forze di sicurezza libiche che si definiscono come “Guardia costiera”. Alcuni analisti stimano che fuori da Tripoli ce ne sia una per ogni città della costa. Tutte queste analisi comunque concordano su una cosa: c'è un corpo centrale apparentemente controllato dal governo di Tripoli, quello di Serraj, a sua volta alleato ad una serie di milizie, fra cui quelle che controllano le vicine città di Zuwara o Sabratha, dove si sono concentrate molte delle partenze di migranti negli ultimi anni»;

   in un rapporto di inizio giugno 2017 commissionato dall'Onu si denuncia il fatto che la Guardia costiera libica «sia direttamente coinvolta in gravi violazioni dei diritti umani» dei migranti;

   secondo il quotidiano Avvenire la Guardia costiera che fa riferimento al Governo di Tripoli sarebbe finita nell'indagine che la Corte penale internazionale sta conducendo dal 2011 sui crimini contro l'umanità compiuti in Libia;

   in una recente audizione alla Camera, Stefano Screpanti, generale della Guardia di finanza, ha detto che le partenze dei barconi di migranti dalla Libia si concentrano tra Zuwara e Sabratha, due città costiere che distano fra loro circa 40 chilometri. Accanto a Sabratha c'è Zawiyah, un altro porto molto utilizzato dai trafficanti. Tutti questi territori si trovano a meno di due ore di auto da Tripoli, dove ha sede il Governo di Serrai;

   il 17 agosto 2017 il Ministero dell'interno italiano, cioè dello stesso Paese che ha addestrato agenti della Marina libica e della Guardia costiera, ha avvertito del «possibile rischio» di sicurezza a lavorare nelle acque che il Governo di Tripoli ha rivendicato, dato che «le autorità libiche hanno manifestato minacce nei confronti di tutte le unità ONG» –:

   se sia stata svolta una verifica per sapere che fine abbiano fatto e a quali fazioni abbiano aderito gli oltre trecento componenti della Guardia costiera libica istruiti negli anni passati a Cassino (Frosinone) presso l'80° reggimento addestramento volontari e a Persano (Salerno), questo al fine di scongiurare che anche questa volta il lavoro di addestramento vada disperso o serva addirittura a forze ostili all'Italia;

   quali processi di integrazione il Governo stia favorendo, per quanto di competenza, fra le varie tribù ed i Governi di Serraj e Haftar per la creazione di una Guardia costiera nazionale libica che rappresenti garanzia di efficienza, nonché trasparenza e rispetto dei diritti umani nel trattamento delle migliaia di bambini, donne e uomini in transito verso le coste europee.
(4-17983)


   BASILIO, CORDA, FRUSONE, RIZZO e TOFALO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie provenienti da organi di stampa locali e nazionali è emerso che, in una vasta area al confine tra le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, durante le ore serali dell'11 gennaio 2017, numerosi cittadini hanno avvertito rumori di notevole intensità causati dal superamento della barriera del suono da parte di un velivolo militare;

   l'accaduto ha causato sconcerto è preoccupazione tra i cittadini coinvolti, con numerose segnalazioni degli stessi cittadini residenti nelle zone interessate dal sorvolo del velivolo militare e in quelle prossime alla base militare di Aviano;

   sull'episodio è stata presentata dalla prima firmataria del presente atto l'interrogazione a risposta scritta n. 4-15278 in data 20 gennaio 2017;

   agli interroganti è pervenuta la relativa risposta scritta, pubblicata in data 17 luglio 2017 nell'allegato B della seduta n. 835;

   in tale risposta si comunica che il velivolo militare è riconducibile alla missione denominata «Buzzard 21», composta da velivoli F-16 statunitensi appartenenti al 31° Fighter Wing di Aviano;

   sempre nella risposta alla interrogazione si comunica che tale missione, regolarmente programmata e autorizzata, prevedeva un volo di addestramento ed escludeva attività a velocità superiore a quella del suono;

   a parere degli interroganti alcuni aspetti della vicenda non vengono chiariti in maniera esaustiva nella risposta alla interrogazione e necessitano quindi di ulteriori delucidazioni –:

   quali siano state le motivazioni, riportate sulla documentazione ufficiale relativa al volo, che hanno causato il superamento della barriera del suono da parte del velivolo in questione;

   quali iniziative di competenza siano state intraprese dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica;

   se si intendano intraprendere iniziative nei confronti della controparte statunitense al fine di evitare che tali episodi abbiano a ripetersi e comunque al fine di tutelare la cittadinanza residente nelle aree limitrofe alla base di Aviano interessata da periodiche esercitazioni, piuttosto «invasive» della tranquillità dei territori e delle città interessate, anche per possibili rischi riguardo alla sicurezza.
(4-17984)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, SEGONI e TURCO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   lo scandalo finanziario della Banca popolare di Vicenza che ha coinvolto trentadue esponenti aziendali, compreso l'ex presidente Zonin, chiamati a rispondere per danni sia economici che reputazionali, per un valore stimato che supera il miliardo di euro, accusati di cattiva gestione nel dissesto della banca vicentina che ha cumulato perdite per 4 miliardi negli ultimi 3 anni, ha azzerato il risparmio di 120.000 soci e avrebbe dovuto esplodere già nel 2012 se gli ispettori della Banca d'Italia avessero posto un'attenzione maggiore alle prime «baciate», ovvero alle concessioni di fondi ai soci in cambio dell'acquisto di azioni della banca stessa, prassi vietata ma diffusa tra le banche popolari;

   dagli atti di inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza chiusa nel mese di luglio 2017 dalla procura di Vicenza, che vede tra gli indagati l'ex presidente Zonin e il suo braccio destro Samuele Sorato, è emerso uno scambio di mail, risalente a 5 anni prima, compromettente per la vigilanza di Banca d'Italia guidata da Carmelo Barbagallo, in quanto contraddice la linea difensiva di via nazionale orientata alla non conoscenza dei fatti fino all'ispezione della Bce del 2015;

   Giampaolo Scardone, ex ispettore di Bankitalia nel 2012, nel resocontare durante le indagini del pubblico ministero Salvadori, sul suo mandato ispettivo svolto a Vicenza in quell'anno e diretto a verificare soltanto il rischio del credito, ha escluso che il fenomeno dello scambio tra concessione di fidi e acquisto di azioni della banca risultasse dalle informazioni fornite da Banca popolare di Vicenza;

   Gennaro Sansone invece che, nel 2012, nella sede vicentina di Bankitalia, era incaricato dell'ispezione della banca di Zonin, ha testimoniato, davanti al pubblico ministero Salvadori, che l'indagine verteva anche su informazioni ricevute da Banca popolare di Vicenza circa il fenomeno descritto in premessa delle «baciate», anche se poi non sono state rilevate operazioni di acquisto connesse all'erogazione del credito;

   Claudio Ambrosini, che nel 2012 era direttore dei crediti ordinari di Bankitalia, interrogato dai pubblico ministero nel settembre 2016, fece riferimento all'operazione di scambio fidi e acquisto di azioni denominata Cattaneo-Luisetto relativamente alla quale, nell'ispezione del 2012, era emerso un finanziamento di 21 milioni di euro impiegato per l'acquisto di azioni di Banca popolare di Vicenza avvenuto in pochi giorni;

   l'operazione di cui sopra era testimoniata da una serie di mail, prodotte dall'Ambrosini, scambiate tra alcuni ispettori di Bankitalia, tra le quali risultava anche un elenco delle prime 94 posizioni di debitori della Banca popolare di Vicenza e i profili di rischio dei primi trenta;

   dalla testimonianza di Ambrosini risultava che avesse informato l'ispettore Sansone che tali operazioni di scambio tra concessione di fidi e acquisto di azioni si verificavano nella banca sotto inchiesta;

   Ambrosini riportò nella sua testimonianza di aver esteso la propria indagine anche a Elan srl, Tesoro Sa Vino, Bragagnolo Furio, Bufacchi Sandro e Torzilli Mauro, verificando che anche le operazioni concluse dalla banca con i suddetti clienti avevano una corrispondenza tra importi finanziati e controvalore azioni che erano state acquistate con un intervallo di pochi giorni tra erogazione e acquisti;

   alla domanda di Ambrosini al vice direttore generale di Bpvi, Paolo Marin, su come fossero state prese le carte dagli ispettori, il primo venne a saper e Scardone aveva commentato che tali operazioni erano una prassi diffusa ma non preoccupante per la Banca popolare di Vicenza –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato, anche in qualità di presidente del Comitato interministeriale per il credito se il risparmio, sulla vicenda, esposta in premessa.
(5-12343)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   in data 27 giugno 2017 il Governo ha risposto all'interrogazione avente per oggetto il «ripristino del collegamento notturno lungo l'asse ferroviario Agrigento-Caltanissetta-Enna-Catania», esprimendo sostanzialmente un parere negativo, in ordine al possibile inserimento della relazione, nel contratto di servizio 2017-2026 stipulato in gennaio tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed Impresa ferroviaria Trenitalia;

   le motivazioni fornite dal sottosegretario Del Basso De Caro lasciano alquanto perplessi, in quanto stridono fortemente con la realtà dei fatti per quanto concerne, in particolare, un presunto – e non riscontrato – calo della richiesta di trasporto per la Sicilia, che invece fa registrare una costante tenuta, nonostante la progressiva riduzione dei servizi, con una media di circa 20.000 passeggeri mensili sui treni Intercity;

   il contratto di servizio stipulato tra Stato e IF Trenitalia può subire, a discrezione del committente, variazioni e l'inserimento di un servizio, anche limitato al week end, dunque a cadenza trisettimanale, comporterebbe un aumento dei costi accettabili, a fronte dei benefici che ne deriverebbero;

   nonostante l'impegno del Governo, anche in termini di risorse impiegate, si rileva che da circa 7 anni risulta soppresso ogni servizio ferroviario a lunga percorrenza lungo l'asse Agrigento-Caltanissetta-Enna, territori già attanagliati da precarie condizioni strutturali per quanto concerne la viabilità stradale, ed ancor più penalizzati dalla soppressione della predetta «antenna» del treno notte Siracusa-Roma;

   in questo contesto, le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, con un bacino di quasi un milione di abitanti, e l'assenza, in particolare per la città dei templi, di aeroporti e adeguate infrastrutture stradali, vivono una situazione di estremo disagio, e rimangono tagliate fuori dal resto del Paese –:

   se non ritenga opportuno assumere iniziative per integrare il contratto di servizio 2017-2026 inerente alla copertura finanziaria dei treni a lunga percorrenza mediante l'aggiunta di una «antenna» sulla relazione «Agrigento-Caltanissetta Enna-Catania», da agganciare all'esistente servizio Siracusa-Catania-Roma.
(2-01962) «Iacono, Albanella, Berretta, Villecco Calipari, Carocci, Tino Iannuzzi, Impegno, Lauricella, Piazzoni, Pinna, Ribaudo, Rostellato, Scuvera, Cani, Carloni, Ghizzoni, Piccione, Verini, Pes, Malpezzi, Guerra, Arlotti, Ventricelli, Grassi, Covello, Currò, Amoddio, Culotta, Gandolfi, Burtone, Valiante, Rossi, Bruno Bossio».

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FIANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si apprende che il sindaco di Pontida avrebbe scritto ai suoi concittadini per informarli che «la giunta comunale della città di Pontida ha tolto la tassa sui rifiuti (Tari), introducendo nuove categorie esentate»;

   sempre da notizie a mezzo stampa si apprende che tra le nuove categorie esentate dalla tassa, ci sarebbero i residenti della città di Pontida che contraggano un matrimonio civile, un matrimonio concordatario o un matrimonio davanti a ministri delle confessioni diverse dalla cattolica riconosciute dallo Stato italiano, che entro due anni dalla celebrazione del matrimonio iscrivano all'anagrafe comunale un loro figlio/a legittimo/a con atto di nascita;

   dalle notizie riportate sembrerebbe pertanto evincersi che sia escluso il riconoscimento del beneficio per esempio a favore di single, coppie etero o gay che abbiano contratto un'unione civile, o a favore di quelle coppie sposate che per i motivi più disparati non hanno voluto o potuto avere figli;

   tale previsione, oltre a prefigurare una discriminazione assolutamente ingiustificata ai danni di talune categorie di cittadini, appaiono fortemente lesive del principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della nostra Costituzione, secondo il quale tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare, anche sul piano normativo, al fine di garantire il principio di libertà e di uguaglianza dei cittadini su tutto il territorio nazionale.
(5-12341)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAGLIA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è in corso da oltre 10 giorni una mobilitazione – con sciopero e blocchi totali della lavorazione – da parte di una significativa parte dei facchini impiegati presso la SDA di Carpiano, nell’hinterland milanese;

   SDA è il servizio di corriere espresso di proprietà di Poste Italiane ed è uno dei servizi di consegna di pacchi più utilizzati in Italia anche da molti servizi di e-commerce (Amazon in primo luogo): ha circa 1.500 dipendenti diretti e 7.000 dipendenti indiretti, gestiti da cooperative e società in appalto;

   nessun facchino è dipendente di SDA. A Carpiano il datore di lavoro dei 400 facchini era la Team Coop del consorzio Cpl. Da qualche settimana è subentrata la cooperativa Siviglia del consorzio Ucsa;

   questo cambio avrebbe prodotto una situazione di conflitto tra due sigle sindacali – il SOL Cobas e il SI Cobas – la prima favorevole al cambio di cooperativa e la seconda contraria – dunque promotrice dello sciopero in questione – a causa delle nuove norme contrattuali che prevederebbero l'applicazione del Jobs Act, e quindi minori tutele;

   in questo contesto, che vede giacere circa 70.000 pacchi in attesa di essere consegnati, davanti ai cancelli dell’hub SDA di Carpiano, nella notte del 22 settembre 2017, alle ore 22 circa, si sono verificati inquietanti episodi di scontri e violenza fisica, dalla natura non chiara; da una parte gli aderenti al SI Cobas a difesa del blocco dei cancelli, dall'altra gente scesa da una settantina di furgoni arrivati da mezza Italia, ma soprattutto da Napoli, Salerno e Roma con l'intenzione precisa di forzare i picchetti per consentire che dai magazzini riprendesse ad uscire la merce tenuta ferma;

   alcune fonti parlano di una vera e propria «spedizione squadrista di 700 chilometri con mazze e coltelli annunciata su Facebook», di «immagini di Mussolini dappertutto», di diversi aggressori con la divisa SDA d'ordinanza; aggressione che, è bene ricordarlo, ha causato il ferimento di un facchino della controparte, Pape Ndiae, accoltellato ad una mano e portato in ospedale; l'assalto si è concluso solamente grazie all'intervento delle forze dell'ordine –:

   di quali elementi disponga il Governo circa una «spedizione punitiva» di queste caratteristiche e dimensioni, considerato che SDA è di proprietà di Poste Italiane, controllata dallo Stato;

   quali contromisure si intendano mettere in campo per affrontare i frequenti problemi di ordine pubblico che si verificano nel comparto italiano della logistica, per altro ad un anno dalla tragica morte di Abdelssalam Eldanf, travolto da un tir e ucciso durante un presidio dell'Usb presso la GLS di Piacenza.
(4-17982)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALLASIA e BORGHESI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il libro per le scuole medie «Zoom. Geografia da vicino» edito da Loescher e scritto da Luca Brandi, Guido Corradi e Monica Morazzoni, riporta tra le sue pagine la foto di un barcone colmo di migranti diretti in Sicilia e titola: «Una presenza indispensabile»;

   questo libro è stato adottato da molte scuole in Italia e, per quanto consta agli interroganti, anche dalla scuola secondaria di I Grado «A. Modigliani» di Torino;

   l'argomento «immigrazione» non viene affrontato nella sua complessità in maniera oggettiva, ponendo l'accento su vari aspetti che lo caratterizzano, ma viene affrontato con toni che assumono una portata politica, che suonano come un vero e proprio indottrinamento ai danni di ragazzi delle scuole medie tra gli 11 e i 13 anni. Si riporta testualmente: «Ormai, quindi, l'Italia è terra di immigrazione e gli immigrati sono una presenza indispensabile, soprattutto in alcuni settori lavorativi come l'edilizia, il lavoro domestico, l'assistenza a bambini e anziani. La convivenza però, tra italiani e stranieri non è sempre facile e non sempre la legge italiana favorisce l'integrazione. Ad esempio i figli di stranieri nati in Italia continuano a non aver diritto alla cittadinanza italiana, anche se vivono nel nostro paese da sempre»;

   toni questi da vera e propria propaganda politica, peraltro ad avviso degli interroganti subdola, di cui si è avuta notizia dopo l'adozione del libro di testo da parte anche di altri istituti in Italia. Il libro è iniziato a circolare tra i genitori che si sono accorti dell'ennesimo tentativo di indottrinamento compiuto ai danni dei propri figli;

   quella sui libri di scuola «partigiani» nella scuola italiana è un fatto nuovo. Questa volta, però, a giudizio degli interroganti quella che è chiaramente una visione di parte, viene spacciata per verità rivelata, condita tra l'altro dai soliti cliché: l'immigrazione è una «risorsa» perché «ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare», in Italia non c'è abbastanza integrazione, infatti non si approva con rapidità la legge sullo Ius Soli, puntando così a suscitare l'emotività dei bambini, per portarli sulle proprie posizioni –:

   se e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire la completezza, l'imparzialità e l'oggettività dell'informazione resa agli studenti, anche attraverso il materiale e la documentazione di studio, al fine di favorire la crescita educativa e culturale delle giovani generazioni e non il mero indottrinamento politico delle stesse.
(4-17990)


   CATANOSO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   è di questi giorni la notizia di un libro di testo di geografia, edito da Loescher, destinato alle scuole secondarie di primo grado in cui l'immigrazione viene indicata come indispensabile;

   un'ottimo articolo del quotidiano Il Giornale, a firma di Giuseppe De Lorenzo, racconta il caso di cui sopra denunciando il fatto che le scuole dell'obbligo italiane, piuttosto che pensare ad infondere nei giovani l'entusiasmo verso la cultura e l'educazione, si occupano di diffondere nozioni stravaganti o idee buoniste considerate, da ampi strati della «cultura», come verità rivelata;

   siccome basta poco per plasmare la malleabile mente di un bambino, propenso com'è a credere a quasi tutto quello che gli viene proposto dagli insegnanti, si dovrebbero controllare i libri di testo, non per verificare dati scientifici, storici, geografici o altro ma per essere certi non venga fatto agli studenti un vero e proprio lavaggio del cervello all'insaputa dei genitori, tra l'altro;

   la collana «Zoom. Geografia da vicino» edito dalla Loescher Editore di Torino è composta da tre torni scritti a tre mani da Luca Brandi, Guido Corradi e Monica Morazzoni e vengono proposti per le scuole secondarie di primo grado. Sembra tutto nella norma, eppure sfogliandolo pagina dopo pagina si arriva a scoprire che presenta gli stranieri come una «indispensabile» risorsa per l'Italia;

   il fatto che un testo scolastico obbligatorio debba spiegare ad un bambino di 11 anni che l'immigrazione è cosa buona e giusta, a giudizio dell'interrogante, è inaccettabile;

   acquistando «Zoom. Geografia da vicino» per la prima media, infatti, i genitori ricevono a casa anche un piccolo tomo intitolato «In prima!», una sorta di introduzione allo studio della materia. Alle pagine 31 e 32 gli autori hanno inserito alcuni esercizi in cui l'ignaro studente può provare a mettere in pratica i consigli su «come leggere i testi non continui» (le tabelle). Il brano proposto è stato estratto dalla pagina 182 del «tuo libro di geografia» e non elenca le province dell'Umbria o i confini della Lombardia, ma parla di migranti: «Oggi l'Italia è il quinto Paese europeo per numero di residenti stranieri», si legge. E ancora: «Secondo i dati dell'ultimo censimento 2011 (...) gli stranieri residenti in Italia sono circa 4,5 milioni, il triplo di dieci anni prima»;

   alla pagina successiva, la tabella viene divisa in due: da una parte la foto di un barcone carico di disperati «al largo delle coste italiane», chiamati con il nome di «Immigrati clandestini»; dall'altra, il paragrafo intitolato: «Una presenza indispensabile». Il contenuto è, secondo l'interrogante, un inno al pensiero unico;

   «Ormai quindi l'Italia è terra di immigrazione e gli immigrati sono una presenza indispensabile, soprattutto in alcuni settori lavorativi come l'edilizia, il lavoro domestico, l'assistenza a bambini e anziani». Manca solo la classica affermazione che «pagano le pensioni» degli italiani per chiudere il cerchio;

   il libro, anziché puntare alle pensioni va dritto all'argomento dello ius soli: «La convivenza tra italiani e stranieri non è sempre facile e non sempre la legge italiana favorisce l'integrazione»;

   la spiegazione data dagli autori di tale summa culturae è l'assenza dello ius soli nell'ordinamento giuridico italiano: «Ad esempio i figli di stranieri nati in Italia continuano a non aver diritto alla cittadinanza italiana, anche se i vivono nel nostra Paese da sempre»;

   almeno due istituti di Verona avrebbero adottato, a quanto consta all'interrogante si tratterebbe della scuola «A. Manzoni» dell'istituto comprensivo «Golosine» e della «Salgari» del «Cadidavid-Palazifina» e chissà di quanti altri di cui non si ha ancora conoscenza –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato affinché possa essere garantita un'informazione obiettiva e completa agli studenti, anche attraverso il materiale di studio, con particolare riguardo a temi come quello dell'immigrazione che rischiano di essere strumentalizzati.
(4-17993)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   RAVETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da fonti giornalistiche risulta che sarebbero migliaia i pensionati che a fine settembre 2017 si sono visti recapitare a casa raccomandate dell'Inps in cui veniva specificato che l'istituto aveva sbagliato i calcoli, elargendo un assegno vitalizio troppo alto rispetto a quello che spettava effettivamente ai pensionati;

   come sancito dalla Corte di cassazione in una sentenza del gennaio 2017 n. 482/2017 dell'11 gennaio 2017, in caso di ricalcolo pensionistico dovuto ad erronea valutazione, nulla va restituito all'Inps, a meno che non ci sia stato dolo da parte del beneficiario;

   l'istituto, per ovviare ai suoi errori, si è rivolto ai pensionati, chiedendo la restituzione dell'onere aggiuntivo ricevuto sulla pensione;

   ad accompagnare la lettera di richiesta della restituzione della somma, c'era un Mav (servizio di pagamento effettuato mediante un bollettino) per consentire il rapido incasso dei proventi da parte dello Stato. Risulterebbe che nelle missive l'Inps ammetteva che quei fondi erano stati erogati per un proprio errore, motivo per cui l'ente previdenziale avrebbe dovuto mettersi a disposizione dei cittadini qualificati come vittime innocenti;

   la Corte di cassazione ha ribadito in diverse sentenze, a partire dalla sentenza n. 18046 del 4 agosto 2010, che spetta all'Inps l'onere della prova, ovvero la dimostrazione di un inganno supportato da relativi documenti inoppugnabili: «In tema d'indebito previdenziale, nel giudizio instaurato, in qualità d'attore, dal pensionato che miri ad ottenere l'accertamento negativo del suo obbligo di restituire quanto l'ente previdenziale abbia ritenuto indebitamente percepito, l'onere di provare i fatti costitutivi del diritto a conseguire la prestazione contestata, ovvero l'esistenza di un titolo che consenta di qualificare come adempimento quanto corrisposto, è a suo esclusivo carico» (in senso conforme, Cassazione, 23 aprile 2015, n. 8281; 11 febbraio 2016 nr. 2739) –:

   quali urgenti iniziative il Ministro intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di far chiarezza su tale vicenda e verificare se quanto riportato dagli organi di stampa sia veritiero, eventualmente intervenendo presso l'Inps.
(4-17986)


   PAGLIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Froneri Italy srl, branca italiana della multinazionale Froneri, ha annunciato il 26 settembre 2017 la chiusura del suo stabilimento di Parma, con conseguente licenziamento di 120 lavoratori;

   tale evento conferma l'allarme lanciato dagli operai nel luglio del 2017, a seguito di mosse aziendali che avevano destato preoccupazione;

   allora la società aveva firmato un protocollo con le rappresentanze sindacali unitarie, in cui si fissava un calendario di appuntamenti fino a marzo 2018 e si smentiva qualsiasi ipotesi di dismissione, arrivando a prospettare sanzioni per chi fra i dipendenti continuasse a ipotizzarla pubblicamente;

   purtroppo, si sono invece rivelati concreti i peggiori sospetti, e ora appare necessario un intervento delle istituzioni competenti per scongiurare un esito inaccettabile;

   Froneri è un gruppo nato nel 2016 da una joint venture paritaria tra le multinazionali Nestlé, titolare dello stabilimento di Parma, e R&R, finalizzata ad acquisire l'intera attività dei soci nel settore del freddo e dei surgelati, per le aree Europa, Asia, Oceania, Africa e Sud America;

   l'azienda sviluppa un fatturato di 2,5 miliardi di euro, con 15.000 addetti complessivi in 20 Paesi;

   è quindi evidente, secondo l'interrogante, che non si è di fronte ad un gruppo incapace di sostenere lo sforzo produttivo in Italia, ma solo dell'ennesimo tentativo da parte di una corporation di mantenere in Italia soltanto la parte commerciale;

   tale intenzione va contrastata, se si intende valorizzare la vocazione manifatturiera del nostro Paese, come spesso il Governo lascia intendere;

   non bastano tuttavia le buone intenzioni, ma è necessaria una vera politica industriale, che passa anche per la capacità di indurre le multinazionali ad un atteggiamento diverso dalla fuga verso Paesi a più basso costo del lavoro –:

   se il Governo sia a conoscenza della situazione venutasi a verificare in Froneri e quali iniziative intenda mettere in campo per evitare la perdita di 120 posti di lavoro diretti.
(4-17987)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   MARTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   un'intervista al direttore della Coldiretti di Lecce, pubblicata il 26 settembre 2017 sul sito internet «Agronotizie», rileva che l'iniziativa assunta in ambito comunitario relativa al rinvio della modifica alla decisione di esecuzione 789/2015, da parte del Comitato fitosanitario permanente (in seno alla Commissione europea dello scorso 22 settembre), manterrà in uno stato di paralisi l'economia agricola di un'intera provincia, quella di Lecce, completamente inserita nell'area infetta dal batterio Xylella fastidiosa;

   la più importante modifica chiesta dall'Italia e dalla regione Puglia al dispositivo comunitario che presiede al contenimento e alla lotta al batterio killer degli olivi del Salento riguarda la possibilità di effettuare reimpianti o impianti di olivo con cultivar resistenti alla Xylella fastidiosa;

   a tal fine, evidenzia il suddetto articolo, il rinvio stabilito dalla Commissione europea rappresenta, in termini espliciti, il blocco di 45 milioni di euro dei finanziamenti comunitari, già deliberati da tempo, per il rilancio dell'olivicoltura salentina; l'articolo aggiunge, inoltre, che nel corso dell'anno il raccolto di olive, sui 100 mila ettari di superficie olivetata presente sul territorio, sia diminuito di oltre il 50 per cento, con un crollo della produzione di olio da pressione pari al 66 per cento;

   il direttore della Coldiretti di Lecce rileva, inoltre, che la mancata definizione nel quadro comunitario, che ha determinato il rinvio da parte del Comitato fitosanitario permanente dell'Unione europea degli interventi di modifica alla decisione di esecuzione in precedenza richiamata, di cui gli imprenditori agricoli salentini avevano fortemente auspicato una positiva definizione per la soluzione del problema legato ai danni procurati dal batterio della Xylella fastidiosa (tenuto conto degli altri due precedenti rinvii), rischia di aggravare ulteriormente la già emergenziale situazione dell'economia agricola pugliese e salentina in particolare, per le prospettive future legata alla ripresa della coltivazione dell'olivo;

   il rappresentante della Confederazione evidenzia, altresì, come gli imprenditori agricoli della provincia leccese e delle aree infette di Brindisi e Taranto da anni ormai subiscano una pesante limitazione alla propria libertà imprenditoriale, che va ben oltre il problema posto dalla Xylella fastidiosa, considerato che la maggior parte degli agricoltori dell'area interessata dal batterio, da Gallipoli a San Nicola, a Racale e Casarano, non riesce più a raccogliere anche minimi quantitativi di olive;

   l'urgenza di sbloccare i finanziamenti europei per fronteggiare la presenza del batterio da quarantena Xylella fastidiosa, sostiene la Coldiretti di Lecce, è dettata anche e soprattutto dall'esigenza dell'avvio delle procedure di reimpianto che possono essere effettuate con Favolosa e Leccino e in futuro con nuovi semenzai sperimentali che arriveranno anche attraverso altre soluzioni alternative;

   gli effetti negativi e penalizzanti della mancata decisione dell'Unione europea, conseguentemente, stanno bloccando 10 milioni di euro di cui alla misura 5.2 per la ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da calamità del Psr della Puglia 2014-2020, più altri 35 milioni di euro di cui alla nuova misura prevista dal Comitato di sorveglianza e dedicata unicamente all'area infetta del Salento: la 4.1.C. che prevede il cofinanziamento degli investimenti per rilanciare l'olivicoltura;

   la suesposta intervista, a giudizio dell'interrogante, desta sconcerto e preoccupazione, se si valuta come, nel complesso, le misure d'intervento adottate sia dal precedente Governo che da quello attuale, in favore delle imprese agricole pugliesi ed in particolare del Salento per fronteggiare l'emergenza causata dal suesposto batterio, siano state palesemente insufficienti e confuse, adottate in maniera disorganica e frammentaria e prive di un complessivo quadro armonico d'interventi legislativi a tutela delle aziende agricole interessate dal fenomeno fitopatologico;

   l'attivazione d'interventi in ambito comunitario, in considerazione di quanto suesposto, risulta pertanto indifferibile e necessaria al fine di definire, in maniera stabile e duratura, un quadro di misure non solo di tipo finanziario in favore delle aziende agricole pugliesi e salentine in particolare, la cui attività d'impresa rischia in modo irreparabile di cessare definitivamente a causa sia dei danni determinati dalla Xylella fastidiosa, sia delle misure adottate ad oggi da parte del Governo, rivelatesi palesemente inadeguate –:

   quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e se, in considerazione della situazione di estrema criticità, non ritenga urgente e opportuno intervenire in sede europea al fine di sbloccare in tempi rapidi i finanziamenti comunitari, che le aziende agricole leccesi attendono da anni, indispensabili per rilanciare il tessuto economico agricolo del territorio salentino.
(4-17981)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DI VITA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto dell'assessorato della salute siciliano del 13 settembre 2016 ha provveduto ad individuare gli enti pubblici sanitari che presentano una o entrambe le condizioni previste dalla legge n. 208 del 2015, comma 524, lettere:

    a) scostamento tra i costi rilevati sul conto economico consuntivo ed i ricavi pari o superiori al 10 per cento di questi ultimi;

    b) mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure successivamente indicati con il decreto ministeriale 21 giugno 2016;

   il decreto del Ministero della salute del 21 giugno 2016 stabilisce le linee guida sui piani di rientro per aziende ospedaliere, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e aziende ospedaliero-universitarie;

   le aziende ospedaliere siciliane sono quindi state costrette a presentare un piano triennale di efficientamento, arco temporale in cui dovranno raggiungere il pareggio di bilancio recuperando nel contempo il disavanzo pregresso;

   in data 15 agosto 2017 l'interrogante presentava dunque istanza di accesso agli atti all'assessorato siciliano della salute chiedendo copia dei piani di efficientamento predisposti dalle aziende sanitarie siciliane e approvati dal medesimo assessorato regionale della salute;

   l'assessorato forniva riscontro via Pec in data 15 settembre 2017 comunicando, tra l'altro, quanto segue:

    l'intervenuta circolare ministeriale interpretativa dell'allegato tecnico b) al decreto ministeriale 21 giugno 2016 è stata diffusa presso l'assessorato siciliano della salute esclusivamente a mezzo di posta elettronica in data 2 novembre 2016 e, pertanto, l'amministrazione ha effettuato ulteriori verifiche sulle aziende ospedaliere individuate, in esito alle quali è stato adottato il D.A. n. 110 del 25 gennaio 2017 ad integrazione del precedente;

    con le note n. 70902 del 6 settembre 2016 e n. 84244 del 26 ottobre 2016 l'assessorato siciliano della salute avanzava e reiterava richiesta al Ministero della salute al fine di effettuare un incontro tecnico per esporre alcune peculiarità del Servizio sanitario regionale e, con successiva nota assessoriale n. 3531 del 13 gennaio 2017 ribadiva l'urgenza dei suddetti riscontri evidenziando che la disamina delle suddette criticità «costituisce condizione preliminare per poter procedere ad una adeguata valutazione dei piani di efficientamento pervenuti» e chiedendo di considerare sospeso il termine per procedere alla valutazione dei piani in discorso;

    alla data del 15 settembre 2017 non risulta pervenuto all'assessorato alcun formale riscontro dal Ministero della salute al riguardo;

   con l'intervenuto giudizio di legittimità costituzionale espresso con la sentenza n. 192 20 giugno-14 luglio 2017 è stata dichiarata:

     1) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, commi 526 e 536, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)», nella parte in cui si prevede che i decreti ministeriali ivi contemplati siano emanati «sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano», anziché d'intesa con la stessa Conferenza;

     2) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, commi 524, 525 e 529, della legge n. 208 del 2015, nella parte in cui si prevede che i provvedimenti ivi contemplati siano adottati dalla giunta regionale –:

   di quali elementi disponga circa lo stato attuale nell’iter di applicazione della citata normativa da parte della regione siciliana;

   se intenda indicare le modalità di trasmissione presso l'assessorato siciliano della salute della circolare ministeriale interpretativa dell'allegato tecnico b) al decreto ministeriale 21 giugno 2016 e per quali ragioni la diffusione di tale atto sia avvenuta dopo un arco temporale considerevole (novembre 2016) rispetto all'adozione dello stesso decreto ministeriale;

   se intenda chiarire il termine esatto di scadenza per la valutazione dei piani di efficientamento da parte della regione siciliana;

   per quale ragione non abbia ancora dato riscontro alle citate note assessoriali con le quali si chiedeva di effettuare un incontro tecnico per esporre alcune peculiarità del Servizio sanitario regionale e se e come intenda pronunciarsi in merito alle richieste ivi contenute, in particolare relativamente all'interpretazione dei parametri di valutazione e alla richiesta di sospensione del termine per la valutazione dei piani di efficientamento pervenuti;

   quali effetti abbiano prodotto le due dichiarazioni di incostituzionalità citate in premessa di cui alla sentenza n. 192 20 giugno-14 luglio 2017, in particolare sull’iter di applicazione della normativa in questione.
(5-12340)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARFAGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto Pascale è il maggiore Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico oncologico del Mezzogiorno ed è centro di riferimento per la rete oncologica nazionale e regionale in cui vengono eseguite attività di ricerca prevalentemente clinica, nonché di ricerca applicata nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e della gestione dei servizi sanitari;

   l'eccellenza dell'Istituto viene raggiunta mediante l'individuazione di nuovi ed idonei indirizzi in materia di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie tumorali attraverso la ricerca clinica e l'innovazione tecnologica e gestionale;

   la situazione dei precari dell'Istituto Pascale di Napoli, figure dunque altamente specializzate (principalmente figure sanitarie cui si affiancano altre figure tecniche ed amministrative) di cui si è avvalsa la ricerca sanitaria pubblica negli ultimi 20 anni, mette a rischio la continuità e la garanzia di tale eccellenza e dell'offerta di cure innovative, a causa dei numerosi lavoratori che da gennaio 2018 si troveranno senza contratto;

   contrariamente agli altri centri di ricerca ed alle università che fanno capo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, i precari della ricerca sanitaria di questi istituti sono soggetti alla competenza del Ministero della salute;

   l'utilizzo indiscriminato di forme contrattuali atipiche, per l'assunzione di tali soggetti, come contratti di collaborazione coordinata e continuativa, contratti di collaborazione a progetto, partite Iva e borse di studio, più convenienti rispetto alle forme contrattuali tipiche, ha causato una condizione di precariato, ormai divenuta strutturale;

   la possibilità di ricorrere a queste forme contrattuali atipiche è stata abolita nel 2015 dal Jobs Act mentre il testo unico sul pubblico impiego, recentemente approvato, prevede un piano di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, escludendo tuttavia larga parte del precariato della ricerca sanitaria;

   tale situazione determinerà l'impossibilità di sostenere una ricerca pubblica indipendente, comportante l'eccellenza di cure e servizi degli Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, la prevenzione, la diagnosi e la terapia di malattie gravi, complesse e rare;

   nonostante il decreto legislativo «Madia» (decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 - Gazzetta Ufficiale 130 del 7 giugno 2017) disciplini un piano di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, questo non risponde a tutte le esigenze dei lavoratori del Pascale, in quanto, prevedendo unicamente una proroga dei rapporti di lavoro, posticipa solamente le criticità ostacolando la continuità necessaria per svolgere tale attività di ricerca;

   per mantenere l'eccellenza dell'Istituto si rende, quindi, necessaria l'istituzione di norme certe, quali circolari esplicative ed interpretative, sulle procedure più consone da adottare al fine di prevedere, oltre alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro nella dirigenza e nel comparto sanitario, lo stanziamento di risorse adeguate che possano garantire la buona riuscita delle attività di ricerca ed assistenza negli istituti di ricovero e di carattere scientifico e degli istituti, zooprofilattici, evitandone così la paralisi –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere a seguito della situazione esposta in premessa e se non intenda adoperarsi, con ogni iniziativa di competenza, per far sì che i lavoratori con il contratto di lavoro in scadenza a gennaio 2018 siano tutelati e possano così assicurare la continuità della ricerca scientifica e la garanzia di cure innovative per i cittadini affetti da rare patologie oncologiche.
(4-17991)

SPORT

Interrogazione a risposta orale:


   ANZALDI. — Al Ministro per lo sport, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di questi giorni, che ha avuto ampia eco sugli organi di informazione, che a Castel Volturno, in provincia di Caserta, circa quaranta ragazzi in età compresa tra i 13 e i 15 anni, nati da immigrati africani stabilitisi lì a fine anni novanta, non possono giocare nei campionati giovanili, perché stranieri e il regolamento dispone che ogni team non ne possa avere più di due;

   hanno dato vita ad una squadra, il Tam Tam Basketball, e da un anno si allenano con Max Antonelli – ex campione di Napoli e Bologna – sul playground di Parco Saraceno;

   il regolamento della Fip (Federazione italiana pallacanestro) dispone che in ogni team ci possano essere non più di due atleti stranieri;

   di fronte al diniego rispetto alla possibile iscrizione ad un campionato federale è stata promossa una raccolta di firme che ha già ottenuto tantissime sottoscrizioni;

   l'interrogante è consapevole che i regolamenti rispondono all'autonomia delle federazioni;

   tuttavia le istituzioni, anche quelle sportive, non possono ignorare il particolare contesto nel quale si trovano questi ragazzi che sono nati e cresciuti a Castel Volturno e i rischi legati alle specificità di quel territorio;

   da agosto 2017 si è insediato per volontà del Governo un commissario straordinario col compito di elaborare un piano di risanamento con misure ad hoc e risorse finanziarie per la gestione del fenomeno dell'immigrazione;

   nel calcio vi sono una serie di precedenti, come, ad esempio, quello della squadra «Liberi Nantes» composta da rifugiati e richiedenti asilo a cui dalla Fgic è stata concessa l'iscrizione ad un campionato di terza categoria del Lazio e che sono stati anche protagonisti di un film documentario proprio in relazione alla funzione sociale che svolge lo sport –:

   se il Governo sia a conoscenza di tale situazione e se non ritenga di assumere le opportune iniziative, per quanto di competenza, per sostenere e favorire le funzioni sociali che svolge lo sport anche sul piano dell'integrazione dei giovani immigrati.
(3-03280)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   AMATO, CASTRICONE, D'INCECCO, FUSILLI e GINOBLE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in Europa il gruppo honeywell divisione transporter system è presente con 4 stabilimenti allocati rispettivamente in Francia, Italia (ad Atessa), Bucarest in Romania e Presov in Slovacchia;

   il miglioramento continuo delle performance, i processi di standardizzazione, la valorizzazione delle risorse umane hanno reso il sito di Atessa, dal 1991 ad oggi, competitivo rispetto agli altri siti europei, tanto che nel 2007 la casa madre Honeywell Usa assegna proprio al sito italiano, in qualità di stabilimento pilota, l'onere di implementare il nuovo sistema di organizzazione;

   nel 2008 il sito di Atessa contava 600 dipendenti e un fatturato record di 500 milioni di euro, con una produzione di stabilimento annuale pari a 2,2 milioni di turbocompressori;

   da allora nel corso degli anni si è registrata purtroppo una inversione di tendenza con l'utilizzo degli ammortizzatori sociali e la delocalizzazione di parte della produzione verso la Romania;

   da mesi si registra una forte crisi a seguito della volontà della direzione aziendale di chiudere lo stabilimento di Atessa e delocalizzare la produzione in Slovacchia, mettendo seriamente a rischio il futuro di 420 lavoratori, già in regime di contratto di solidarietà, e delle loro famiglie, nonché determinando conseguenze negative su tutta l'economia comprensoriale;

   il 13 settembre 2017 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro tra rappresentanti aziendali, sindacali e istituzionali, senza però raggiungere alcuna intesa sul futuro dell'impianto;

   dal 18 settembre 2017 i lavoratori della Honeywell sono in sciopero;

   l'8 di ottobre 2017 è previsto un nuovo incontro presso il Ministero per il quale sono stati convocati i vertici della multinazionale –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere, entro la data dell'incontro, al fine di scongiurare la delocalizzazione dello stabilimento Honeywell di Atessa e di salvaguardare conseguentemente il futuro dei 420 dipendenti e della economia territoriale.
(4-17988)


   CATANOSO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come riporta il sito internet del Ministero dello sviluppo economico, l'intervento del programma operativo nazionale «Imprese e competitività» 2014-2020 FESR in favore di grandi progetti di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione elettroniche e per l'attuazione dell'Agenda digitale italiana e nell'ambito di specifiche tematiche rilevanti per l’«industria sostenibile» nelle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) è stato disciplinato con decreto ministeriale 1° giugno 2016; per tale intervento è stato previsto un contributo di 200 milioni di euro;

   con decreto ministeriale 8 marzo 2017 la dotazione finanziaria è stata incrementata di ulteriori 150 milioni di euro;

   con decreto direttoriale dell'11 ottobre 2016 sono stati definiti il termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazioni, le modalità di determinazione e rendicontazione dei costi ammissibili, sono stati fissati i punteggi minimi e massimi relativi ai criteri di valutazione e il punteggio minimo complessivo per l'ammissibilità delle proposte progettuali, e sono stati definiti gli eventuali ulteriori elementi utili a definire la corretta attuazione dell'intervento agevolativo;

   la domanda di agevolazioni e la documentazione sono state redatte e presentate in via telematica;

   con decreto direttoriale del 19 gennaio 2017, a seguito della pubblicazione sul sito del Ministero dello sviluppo economico delle graduatorie provvisorie nonché delle successive segnalazioni pervenute dalle imprese interessate di errori formali dalle stesse commesse nella digitazione dei dati di bilancio, sono state definite le graduatorie definitive, graduatoria, poi, corretta con decreto direttoriale del 31 gennaio 2017;

   in base alle graduatorie definitive e tenuto conto delle risorse rese disponibili dal decreto ministeriale del 1° giugno 2016, si è proceduto all'ammissione all'istruttoria delle domande pervenute secondo l'ordine decrescente del relativo punteggio, prevedendo un opportuno overbooking, stimato in base alle risultanze istruttorie degli analoghi bandi a valere sul Fondo per la crescita sostenibile;

   l'ammissione all'istruttoria non garantisce la possibilità di beneficiare delle agevolazioni. Infatti, a parte l'esito istruttorio, i progetti sono agevolati nei limiti delle risorse finanziarie disponibili;

   ad oggi, nonostante ogni fase dell'intero procedimento sia stata ultimata, le aziende sono in attesa di conoscere la data di erogazione del contributo/finanziamento –:

   quali siano le ragioni per cui le aziende che hanno beneficiato della misura agevolativa di cui in premessa non abbiano ancora ricevuto comunicazioni da parte del Ministero dello sviluppo economico circa i tempi di erogazione del beneficio.
(4-17989)

Apposizione di firme ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Mozione Melilla e altri n. 1-01313, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 giugno 2016, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Laforgia, Albini, Murer, Fontanelli e, contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Melilla, Laforgia, Scotto, Albini, Murer, Fontanelli, Paglia, Marcon, Franco Bordo, Costantino, Duranti, Daniele Farina, Fava, Ferrara, Fratoianni, Carlo Galli, Giancarlo Giordano, Gregori, Kronbichler, Martelli, Nicchi, Palazzotto, Pannarale, Piras, Placido, Quaranta, Ricciatti, Sannicandro, Zaccagnini, Zaratti».