CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 giugno 2013
40.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
Pag. 77

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 19 giugno 2013. — Presidenza del vicepresidente Ivan CATALANO – Interviene il viceministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 8.45.

Sull'ordine dei lavori.

  Ivan CATALANO, presidente, propone di svolgere in primo luogo le interrogazioni all'ordine del giorno, cominciando dall'interrogazione Velo n. 5-00254, in considerazione degli impegni del deputato questore, onorevole Fontanelli, che, a titolo di cofirmatario, intende intervenire in sede di replica.

Pag. 78

5-00254 Velo: Ipotesi di chiusura del centro meccanico di smistamento postale di Ospedaletto di Pisa e conseguente riorganizzazione del servizio di recapito.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Paolo FONTANELLI (PD) replicando in qualità di cofirmatario, ringrazia il Vice Ministro per l'esauriente ricostruzione della vicenda, che mette in evidenza, come anche sottolineato dall'interrogazione, l'intenzione di ridurre le funzioni del centro meccanico di smistamento postale di Ospedaletto di Pisa, senza tener conto degli ingenti investimenti, pari a circa 10 milioni di euro, effettuati assai recentemente. Nell'osservare che tale decisione non è coerente con il criterio di una corretta utilizzazione delle risorse, né pare rispondere a criteri di efficienza del servizio, fa presente che l'interrogazione intendeva porre in evidenza due questioni, a suo parere centrali: in primo luogo la ricollocazione dei lavoratori impiegati nel centro di Pisa a seguito del suo smantellamento, già provenienti da altre sedi, in secondo luogo il mancato coinvolgimento degli enti locali in decisioni fondamentali per il territorio. Riguardo al primo aspetto prende atto dell'intesa occorsa con le organizzazioni sindacali sulle modalità di ricollocamento del personale; riguardo al secondo aspetto, invece, invita il rappresentante del Governo far sì che ci siano momenti di confronto tra la società poste italiane e gli enti territoriali, dai quali possano emergere le migliori soluzioni rispetto alle esigenze dei cittadini di ciascun territorio, che permettano un reale innalzamento della qualità del servizio.

5-00144 Caparini: Gravi disservizi nell'ufficio postale di Ghedi (Brescia).

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Davide CAPARINI (LNA), replicando, nel ringraziare il Vice Ministro per la celerità con cui è stata resa la risposta, che manifesta l'interessamento del Governo sulla questione oggetto della risoluzione, si dichiara soddisfatto dell'impegno preso dall'Autorità di garanzie di interloquire con la società Poste italiane per verificare le cause dei disservizi e migliorare in generale la qualità del servizio offerto.

5-00200 Burtone: Gravi e quotidiani disservizi postali nel comune di Irsina (Matera).

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Giovanni Mario Salvino BURTONE (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Vice Ministro e dell'istruttoria compiuta in ordine all'oggetto dell'interrogazione. Coglie l'occasione per far presente al rappresentante del Governo che i servizi offerti da Poste italiane, soprattutto nel meridione, registrano continue riduzioni e sollecita quindi il Governo, nella sua funzione di vigilanza, a compiere un'attenta riflessione con la società concessionaria anche sul tema dell'incremento di personale, al fine di impedire il verificarsi dei disservizi che da più parti vengono lamentati per scarsa conoscenza del territorio da parte degli operatori, e come strumento di contrasto della drammatica crisi occupazionale che il Paese sta attraversando.

  Ivan CATALANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.10.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 19 giugno 2013 — Presidenza del vicepresidente Ivan CATALANO – Interviene il viceministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 9.10.

Pag. 79

7-00017 Caparini: Limiti alla diffusione di programmi nazionali su emittenti televisive locali.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in oggetto.

  Davide CAPARINI (LNA) nell'illustrare la risoluzione a propria firma, sottolinea che questa si propone il duplice obiettivo di colmare le endemiche carenze di copertura del segnale della Rai raggiungendo finalmente tutti i cittadini e di creare una nuova occasione di sviluppo per il sistema delle emittenti locali. Rileva che il contratto di servizio tra la RAI e il Ministero dello sviluppo economico all'articolo 23 prevede che «la Rai individua nella qualità audiovisiva un tratto distintivo e irrinunciabile dell'offerta del servizio pubblico. La programmazione Rai è diffusa attraverso le reti di radiodiffusione terrestre in tecnica digitale ed analogica e via satellite con una elevata qualità di immagine e suono, dedicando ad ogni canale l'opportuna capacità trasmissiva; la Rai riconosce la qualità tecnica del servizio di radiodiffusione quale obiettivo strategico del servizio pubblico [...] monitora costantemente la qualità tecnica del servizio ed esercita ogni azione preventiva e correttiva al fine di garantire il permanere di alti standard qualitativi; assicura un costante rapporto con l'utenza, per raccogliere segnalazioni di problematiche di qualità tecnica; [...]; assicura una idonea informazione ai cittadini per la migliore fruizione dei servizi; nell'ambito della disponibilità delle frequenze e tenendo conto della specificità della missione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, il Ministero assicura alla Rai tutte quelle necessarie per risolvere situazioni interferenziali, migliorare la qualità del servizio e sperimentare nuove tecnologie diffusive [...]».
  Osserva che, in base a questo contratto tra Stato e concessionaria pubblica del valore di oltre 1,6 miliardi di euro l'anno la qualità del segnale costituisce un elemento essenziale del servizio pubblico radiotelevisivo. Ricorda che il consorzio delle televisioni digitali (Dgtv) ha stimato all'88,9 per cento sull'universo famiglie italiane la penetrazione della TV digitale terrestre ovvero sono quasi 20 milioni, all'inizio del 2012, quelle in possesso di un decoder DTT esterno o integrato.
  Evidenzia che, per quanto riguarda il servizio pubblico, sono 5 i multiplex utilizzati di cui più significativi risultano i primi quattro, ossia il multiplex 1 che comprende Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai News 24, Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, il 2 che comprende Rai Sport 1, Rai Sport 2, Rai Scuola, TV 2000, Rai Isoradio, Rai radiofd5, Rai radiofd4, GR Parlamento, il multiplex 3 con Rai Gulp, Rai YoYo, Rai 4, Rai Movie, Rai Premium e il multiplex 4, con Rai 5, Rai Storia, Rai HD. Rileva che, per aumentare la platea degli utenti del servizio pubblico il Parlamento e la IX Commissione si sono più volte mobilitati, sia con atti di sindacato ispettivo, sia con iniziative normative. A puro titolo esemplificativo, ricorda l'ultimo atto in ordine cronologico, ossia l'ordine del giorno 9/4086/182 (Strizzolo, Viola) che destinava una parte di fondi per risolvere i problemi di copertura nella zona a confine tra Veneto e Friuli che il Governo Monti ha accolto in sede di conversione del decreto-legge cosiddetto «mille-proroghe». Ricorda, inoltre, che nella precedente legislatura, è stata discussa la risoluzione 7-00697 Meta che impegnava il Governo «a valutare ogni attività da porre in essere nei confronti della RAI a fronte dell'evidente mancato adempimento degli obblighi previsti dal vigente contratto di servizio» e «ad assumere iniziative, anche normative, per prevedere forme di indennizzo in favore di quei cittadini che hanno sostenuto spese documentate per effettuare interventi tecnici sulle antenne in seguito al passaggio al digitale terrestre».
  Osserva che a queste, come ad altre legittime istanze di estensione dell'accesso al servizio pubblico a tutte le aree del Paese, la concessionaria ha sempre risposto con una ulteriore richiesta di risorse, ovvero invitando i cittadini ad acquistare un decoder satellitare (sono quasi 1,2 Pag. 80milioni le famiglie che utilizzano il satellitare free) con ulteriore esborso di denaro, con il risultato che, dal 4 luglio 2012, data della fine dei lavori del passaggio al digitale terrestre in tutta Italia, oltre 2,9 milioni di famiglie non ricevono i primi quattro canali Rai, pur essendo obbligate a pagare il canone, e sono molte di più quelle che non possono accedere all'intera offerta digitale della concessionaria pubblica.
  Rileva che, in questo quadro, l'altra faccia della medaglia, ovvero le emittenti locali, hanno registrato perdite per oltre 150 milioni di euro (-19 milioni nel 2008, -43 milioni nel 2009, -21 milioni nel 2010 e -70 milioni nel 2011) con la chiusura di decine di aziende, molte delle quali hanno fatto la storia della televisione in Italia. Rammenta che le stime sull'andamento dei bilanci nel 2012 confermano il trend molto negativo: nel primo trimestre 2013 Nielsen Media Research conferma un ulteriore decremento degli investimenti pubblicitari sul mezzo televisivo (dai 1.119 milioni di euro nel 2011 siamo passati a 905 nel 2012) da imputare alla difficile congiuntura economica. Ricorda che contestualmente, i contributi della legge n. 488 del 1998, istituiti per riconoscere alle emittenti locali il loro ruolo di servizio pubblico, sono passati dai 161 milioni del 2008, ai 95 milioni del 2009, ai 79 milioni del 2010 fino ai 95 milioni del 2011 ancora in corso di erogazione e che le misure di sostegno alle emittenti televisive locali sono state ulteriormente ridotte di 20 milioni di euro per il 2013 e di 30 milioni di euro nel 2014.
  Infine, pone all'attenzione del Vice Ministro e dei colleghi il fatto che il sistema televisivo locale finora basato sull’asset delle frequenze è radicalmente cambiato a causa dell'ingresso dei telefonici che grazie alla legge di stabilità del 2011 hanno acquisto il diritto d'uso della banda 790-862 MHZ e si apprestano ad aggiudicarsi altre risorse frequenziali. Ricorda, infatti, che la Conferenza ITU di Ginevra ha stabilito che a partire dal 2016 saranno destinate agli operatori delle telecomunicazioni per i servizi di banda larga mobile anche le frequenze attualmente in uso alle emittenti televisive locali operanti sulla banda 700 MHZ. Osserva quindi, che mentre le frequenze hanno perso valore, è enormemente cresciuto quello dei contenuti, ormai elemento strategico di tutto il sistema.
  Giudica necessario, per salvare l'emittenza locale, che è ancora un elemento culturale importante, partire da un modello di sviluppo che, andando anche alle origini delle televisioni commerciali, si basi sulla loro funzione informativa, di valorizzazione e promozione delle identità regionali e locali (così come previsto dalle delibere Agcom).
  Osserva che lo spirito delle più recenti normative comunitarie è quello di garantire la libera circolazione e il commercio dei programmi televisivi, anche al fine di impedire la formazione di posizioni dominanti nel settore televisivo, tanto che nel regolamentare l'esercizio delle attività televisive la Direttiva 2010/13/UE recita: «È essenziale che gli Stati membri vigilino affinché non si commettano atti pregiudizievoli per la libera circolazione e il commercio delle trasmissioni televisive o tali da favorire la formazione di posizioni dominanti comportanti limitazioni del pluralismo e della libertà dell'informazione televisiva nonché dell'informazione in genere».
  Ricorda che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha di conseguenza emanato la Delibera n. 353/11/CONS recante «Nuovo Regolamento Relativo alla Radiodiffusione televisiva in tecnica digitale» al cui articolo 18 ha disposto che l'operatore di rete in ambito locale, fermo il rispetto delle quota di riserva di capacità trasmissiva stabilita a favore dei soggetti autorizzati a fornire i contenuti televisivi e degli obblighi di must carry, possa fornire capacità trasmissiva necessaria a trasportare due programmi nazionali per ciascun multiplex.
  Segnala che gli obblighi di must carry appaiono evidentemente superati dagli eventi, in quanto i fornitori di servizi media audiovisivi non più in possesso di frequenza o hanno cessato l'attività o Pag. 81vengono trasportati dagli altri operatori di rete in ambito locale. Ricorda che l'articolo 18 della citata dell'Agcom è stato superato dall'articolo 15, comma 6 bis, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e successive modificazioni (introdotte dall'articolo 9, comma 3 della legge 15 dicembre 2011, n. 217) che ha espressamente limitato la possibilità di veicolare contenuti nazionali da parte degli operatori di rete locali per la TV digitale terrestre.
  Fa presente che gli ingenti investimenti necessari per la conversione in tecnica digitale, la diminuzione degli spettatori dovuta all'incertezza e ai costi dovuti al cambio di tecnologia, la diminuzione dei contributi pubblici, gli effetti della crisi economica e il conseguente contrarsi del mercato pubblicitario hanno messo in discussione il futuro di moltissime emittenti televisive locali che già versavano in condizione di grande sofferenza e si sono viste costrette a ricorrere alla cassa integrazione, mobilità e/o licenziamento con drastici ridimensionamenti della produzione.
  Ritiene quindi che la possibilità di trasportare il segnale della concessionaria pubblica ovvero di stipulare accordi con gli enti locali per la copertura delle aree oggi non illuminate consentirebbe loro di raggiungere il duplice obiettivo di fornire ai cittadini un servizio di pubblica utilità dando alle emittenti locali uno strumento di sviluppo industriale, dal momento che da una parte c’è una concessionaria pubblica nazionale che ha i contenuti ma non dispone della rete o, meglio, non ha le risorse economiche necessarie per raggiungere i cittadini e dall'altra ci sono le emittenti locali che dispongono della rete e che però non possono trasportare, veicolare contenuti di emittenti nazionali a causa di una norma superata dagli eventi.
  In conclusione sottolinea che la risoluzione, alla luce delle difficoltà economiche in cui le emittenti televisive locali si trovano e delle prospettive di sviluppo per la diffusione del segnale del servizio pubblico, chiede di modificare l'articolo 15, comma 6-bis del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 al fine di far cessare la limitazione numerica al trasporto nei multiplex delle televisioni locali di programmi nazionali e che tale limitazione, per gli operatori di rete in ambito locale, decada dal 4 luglio 2012, data di definitiva cessazione delle trasmissioni televisive in tecnica analogica.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ, nel rilevare che gli impegni richiesti al Governo e le soluzioni proposte dal presentatore presentano una coerenza interna con le premesse della risoluzione, ritiene opportuno compiere al riguardo un'istruttoria approfondita che veda un confronto serio e puntuale con le emittenti locali, al fine di poter valutare con attenzione la questione, che giudica assai seria e meritevole di interesse da parte del Governo. Per questi motivi auspica che la Commissione riprenda la discussione sulla risoluzione non prima di tre settimane, in modo da permettere lo svolgimento di un'istruttoria di tal genere.

  Mirella LIUZZI (M5S), a nome del proprio gruppo, concorda con quanto espresso nelle premesse della risoluzione in discussione. Giudica infatti indiscutibile che il contatto di servizio pubblico debba offrire una prestazione di qualità tecnica, oltre che culturale ed esprime apprezzamento per la risoluzione del Presidente Meta, con la quale nella scorsa legislatura si impegnava il Governo a valutare una forma di indennizzo nei confronti dei cittadini che, a seguito del passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, non ricevessero il segnale RAI. Allo stesso tempo giudica altrettanto indiscutibile la necessità di investire delle risorse per le emittenti locali che si trovano in grave difficoltà in conseguenza alla contrazione del mercato pubblicitario. Rileva tuttavia alcune incongruenze e perplessità; in primo luogo osserva che la risoluzione propone di stipulare accordi con gli operatori di rete locali per trasportare il segnale della concessionaria pubblica nelle aree non coperte senza dati di accompagnamento o studi sulle zone non servite dal servizio pubblico radiotelevisivo.Pag. 82
  Osserva che la direttiva dell'Unione europea che ha l'obiettivo di impedire la formazione di posizioni dominanti nel settore televisivo non sia strettamente correlata con la risoluzione in discussione, in quanto i servizi radiotelevisivi in ambito locale non possono entrare in concorrenza con il servizio pubblico della RAI, dal momento che lo stesso testo unico della radiotelevisione, all'articolo 2, comma 1, distingue l'ambito nazionale dall'ambito locale.
  Ritiene che i servizi audiovisivi locali non possano sopperire alle mancanze di un servizio pubblico inadempiente rispetto agli obblighi previsti dal contratto di servizio, in quanto esiste il rischio che le reti locali si approprino di un servizio che a suo giudizio è e deve restare sotto la gestione pubblica. Auspica, per tale ragione, che il Governo si impegni affinché il servizio sia realmente alla portata di tutti e raggiungibile in tutte le zone del Paese. Giudica, quindi, inadeguata la modifica dell'articolo 15, comma 6-bis del decreto legislativo n. 177 del 2005 chiesta dalla risoluzione, in un contesto in cui si dovrebbe pensare ad un adeguamento dell'evoluzione tecnologica e di mercato – nel rispetto dell'articolo 28 della delibera n. 353/11/CONS dell'Agcom – volto a individuare soluzioni che garantiscano la trasmissione del servizio pubblico radiotelevisivo su tutto il territorio nazionale.
  Dando atto che l'assegnazione delle frequenze LTE ha recato danni assai gravi alle emittenti locali, pur riconoscendo loro un'indennità, giudica più opportuno, come auspicato e suggerito da alcune imprese radiotelevisive locali, recuperare dal sistema televisivo alcune frequenze rimaste libere assegnandole alle stesse emittenti locali.
  Coglie l'occasione per affermare che il sistema radiotelevisivo dovrà adeguarsi ai i mezzi di informazione attuali dal momento che l'integrazione tra Internet e televisione è un dato di fatto, e la scomparsa dei palinsesti generalisti è solo un problema di tempo. Prevede infatti che i contenuti condivisi in rete soppianteranno in parte i costosi programmi dei grandi centri di produzione e fa presente che per costruire dal basso contenuti professionali sono già disponibili modelli di crowd funding, cioè di finanziamento collettivo, che si affiancheranno ai contenuti televisivi tradizionali, in un'ottica di micro-partecipazione diffusa alla produzione della cultura e dello spettacolo dove l'unica forma di redazione è rappresentata dall'intelligenza collettiva dei cittadini digitali presi nel loro insieme.

  Lorenza BONACCORSI (PD) nel concordare con il Vice Ministro sulla serietà della questione oggetto della risoluzione, dal momento che la gestione delle frequenze in Italia ha sempre costituito un tema delicato, ritiene che il punto nodale sul quale la Commissione deve intervenire sia l'obbligo assegnato alla concessionaria pubblica dal contratto di servizio di coprire l'intero territorio nazionale. Nell'osservare che la grande capacità trasmissiva delle emittenti locali e la possibilità che queste hanno di raggiungere i territori che non sono coperti dal segnale della concessionaria radiotelevisiva rappresenta un elemento sul quale effettuare una riflessione più generale, anche attraverso la predisposizione di un catasto delle frequenze, preannuncia la presentazione di una risoluzione al riguardo da parte del gruppo del Partito democratico auspicando di poter pervenire ad un testo unitario.
  Approfitta infine della presenza del
Vice Ministro per chiedere al Governo di effettuare un monitoraggio sulle eventuali chiusure di uffici postali che la società concessionaria del servizio pubblico ritiene di attuare in vista del periodo estivo, al fine di attenuare i disagi che ogni anno derivano alla popolazione da tali chiusure.

  Michele DELL'ORCO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente alla Commissione di aver esaminato le risoluzioni presentate dai gruppi del Partito democratico e del Popolo delle libertà sulla pericolosità delle barriere di sicurezza stradale e di ritenere possibile la redazione di un testo unitario.

Pag. 83

  Ivan CATALANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.35.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 19 giugno 2013.

Audizione di rappresentanti di Confcommercio, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 730 Velo ed altri recante «Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali».

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.30.

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 730 Velo ed altri recante «Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali».

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.30 alle 15.

Audizione di rappresentanti di Assologistica, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 730 Velo ed altri recante «Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali».

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15 alle 15.45.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 19 giugno 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 15.45.

Indagine conoscitiva sul trasporto pubblico locale.
(Deliberazione).

  Michele Pompeo META, presidente, sulla base di quanto convenuto nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sul trasporto pubblico locale, da svolgersi ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  La Commissione delibera lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sul trasporto pubblico locale, nei tempi e con le modalità definite nel relativo programma (vedi allegato 4).

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.10.

Pag. 84