Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-01051
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
lunedì 3 dicembre 2012, seduta n.727
La XIII Commissione,
premesso che:
la tutela e la sicurezza del territorio italiano, unitamente alla tutela delle acque, rappresentano un interesse prioritario della collettività; il suolo è una risorsa ambientale non riproducibile, la cui trasformazione produce effetti permanenti su ambiente e paesaggio;
i cambiamenti climatici in atto si manifestano con una maggiore frequenza degli eventi estremi, sfasamenti stagionali e una modificazione della distribuzione delle piogge, una situazione che aumenta il pericolo di frane e smottamenti per il nostro Paese che oggi paga il prezzo dell'assenza di una rigorosa politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione territoriale. È stato infatti favorito l'abbandono dell'agricoltura nelle zone difficili, mentre in quelle più ricche è stata spinta la cementificazione, con il risultato, che oggi oltre 6.600 comuni, ossia l'82 per cento del totale, si trovano in condizioni di rischio idrogeologico;
con gli ultimi nubifragi autunnali superano i 3 miliardi i danni provocati dagli eventi estremi nel 2012 (con neve e ghiaccio che hanno bloccato l'Italia durante l'inverno) e poi da caldo e siccità estivi che hanno bruciato i raccolti mentre in quest'ultimo mese le alluvioni hanno continuato a provocare danni ingenti all'agricoltura. Alluvioni e siccità sono le facce della stessa medaglia che vanno affrontate con interventi mirati sul territorio e sul settore primario;
nelle giornate tra il 10 e l'11 novembre 2012, forti ed estesi sistemi temporaleschi hanno iniziato a coinvolgere il versante tirrenico centrale, interessando, come è noto, principalmente le regioni Liguria, alta Toscana, Emilia-Romagna e, in successiva estensione, il Triveneto, la bassa Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio e, in particolare, soprattutto le province di Massa Carrara, Grosseto, Perugia, Terni e Viterbo, con rilevanti e disastrosi effetti sul territorio, con vittime e ingenti danni per il comparto agricolo, zootecnico e dell'acquacoltura;
gli esperti avvertono che gli eventi alluvionali che hanno devastato l'Italia potrebbero diventare, in futuro, ancora più gravi, mettendo a dura prova la produzione alimentare e distruggendo la bellezza naturale del Paese. Le tempeste hanno colpito antiche cittadine e hanno lasciato vaste aree agricole sott'acqua, causando ingenti danni devastando coltivazioni e infrastrutture. Le imprese agricole sono in una condizione di isolamento, a stretto contatto con disagi di vario genere: allagamenti, frane, smottamenti;
la Cia afferma che le frane hanno danneggiato gravemente vigneti, frutteti e oliveti. Le piogge torrenziali e gli straripamenti di fiumi e canali hanno allagato migliaia di ettari di terreni agricoli. Invase dalle acque molte aziende e le loro strutture, fabbricati rurali e macchinari. Problemi seri ci sono anche per le serre. Un quadro estremamente allarmante che ripropone in maniera ferma l'esigenza di una valida opera di prevenzione. Insomma, il maltempo fa i conti con un'Italia abbandonata e priva di difese nel territorio,
impegna il Governo:
ad assumere tutte le opportune iniziative per:
a) prevedere forme di indennizzo adeguate per il ripristino e la ricostruzione delle strutture danneggiate, per le imprese agricole, agroalimentari zootecniche e della pesca, riparare le perdite di raccolto, di attrezzature e macchine agricole a causa degli allagamenti;
b) prevedere sufficienti contributi per il ripristino delle condizioni di coltivazione, al fine di svolgere le opportune operazioni necessarie per salvaguardare e ripristinare le coltivazioni;
c) disporre la sospensione di termini amministrativi e tributari e dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributivi previdenziali e assistenziali e adoperarsi al fine di concordare con gli istituti di credito una moratoria sulle rate dei mutui per aiutare tutte le aziende colpite dai danni alluvionali nel mese di novembre 2012.
(7-01051)
«Di Giuseppe, Messina, Rota».