ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01044

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 725 del 28/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: VIGNALI RAFFAELLO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/11/2012


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-01044
presentata da
RAFFAELLO VIGNALI
mercoledì 28 novembre 2012, seduta n.725

La X Commissione,

premesso che:


il peso delle vendite di merci contraffatte sfiora il 20 per cento dell'intero commercio mondiale, ed in particolare il mercato illegale mondiale riguarda tessile, moda e abbigliamento;


entro l'anno 2015, il settore del falso costerà agli Stati circa 1.700 miliardi di dollari; stima inoltre che il fenomeno dilagherà, mettendo a rischio ogni anno circa 2,5 milioni di posti di lavoro regolare;


il fatturato del mercato del falso nel nostro Paese è stimato in 6,9 miliardi di euro; questi prodotti contraffatti fossero venduti sul mercato legale si avrebbero 13,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, con conseguenti 5,5 miliardi di euro di valore aggiunto. La produzione aggiuntiva genererebbe acquisti di materie prime, semilavorati e servizi dall'estero per un valore delle importazioni pari a 4,2 miliardi di euro. E la produzione complessiva degli stessi beni in canali ufficiali assorbirebbe circa 110.000 unità di lavoro a tempo pieno;


il mercato dei prodotti contraffatti inoltre genera in Italia un mancato gettito fiscale di 1,7 miliardi di euro;


l'Unione europea non dispone di disposizioni armonizzate sul marchio di origine nell'Unione europea e le disparità fra le regolamentazioni in vigore negli Stati membri nonché l'assenza di regole chiare in materia a livello comunitario comportano una frammentazione del quadro giuridico;


tale mancanza denota un grave limite strategico, poiché alcuni dei maggiori partner commerciali dell'Unione europea, come gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e il Canada, hanno introdotto il marchio d'origine obbligatorio; la situazione attuale pone l'Unione europea in condizioni di svantaggio rispetto ai suoi partner commerciali;


un sistema chiaro e pan-europeo sull'etichettatura sul Paese d'origine per prodotti importati da Paesi terzi fornirà ai cittadini dell'Unione maggiori informazioni e un maggiore controllo sulle loro scelte, mettendoli in tal modo al riparo dall'acquisto inconsapevole di prodotti potenzialmente di dubbia qualità;


per talune categorie di beni di consumo, la competitività consiste nel fatto che la loro produzione nell'Unione europea è sinonimo di qualità e di rigorose norme di produzione e rispetto dei diritti umani;


tale sistema fornirebbe una adeguata base competitiva all'industria europea, tenuto conto delle eccellenze produttive esistenti;



da tempo nell'Unione era in discussione una proposta di regolamento sul «made in» che prevedeva l'obbligo per i produttori extracomunitari dei settori tessile, dell'abbigliamento, del legno, del settore delle ceramiche, del valvolame e dell'oreficeria di specificare il luogo di produzione, in modo da fornire al consumatore una chiara indicazione sull'origine del prodotto;


la struttura produttiva italiana, composta in prevalenza di micro, piccole e medio-piccole imprese ed imprese artigiane, che hanno difficoltà ad attrezzarsi adeguatamente per contrastare il fenomeno, ed artefice in prevalenza di produzione in beni di lusso, è massimamente esposta e danneggiata alla concorrenza dei prodotti contraffatti;


recentemente la Commissione europea ha deciso di ritirare tale proposta di regolamento, nonostante l'approvazione nel 2010 da parte del Parlamento europeo e nonostante il sostegno dell'Italia, di Francia, Polonia e Spagna;


è stata manifestata nel Consiglio europeo l'opposizione, tra gli altri, di Germania, Gran Bretagna e dei Paesi del nord Europa,

impegna il Governo:


ad intervenire con urgenza in ambito comunitario per scongiurare il ritiro della proposta di regolamento sul «made in», difendere gli interessi delle nostro Paese di fronte agli altri Paesi europei, per dare all'Unione europea uno strumento decisivo contro le false etichettature e la falsificazione di prodotti, premiando i produttori europei che hanno deciso di non delocalizzare e di continuare la produzione sul territorio comunitario;


a manifestare in tutte le sede ufficiali il disagio e il disappunto delle imprese e dei cittadini italiani rispetto ad una decisione che li danneggia gravemente;


in ambito nazionale a rafforzare la lotta alla contraffazione di prodotto, con particolare riferimento alle produzione di punta del made in Italy, e a semplificare le procedure di sequestro delle merci contraffatte;


a favorire, nei comparti produttivi nazionali maggiormente afflitti da fenomeni di contraffazione di prodotto, la massima tracciabilità, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria vigente, mediante adozione volontaria di metodi di tracciatura da parte delle aziende o dei comparti;


a valutare sia l'introduzione di forme di semplificazione amministrativa, sia l'adozione di strumenti di incentivazione, anche mediante ampliamento di strumenti incentivanti già in essere.

(7-01044) «Vignali».