ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01021

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 707 del 23/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 22/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARACRI FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/12/2012
ALESSANDRI ANGELO MISTO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 12/12/2012
FANELLI TULLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/12/2012
ALESSANDRI ANGELO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/12/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/12/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-01021
presentata da
ANGELO ALESSANDRI
martedì 23 ottobre 2012, seduta n.707

La VIII Commissione,

premesso che:

la concentrazione elevata di arsenico nelle acque distribuite ad uso potabile è un problema naturale di tipo geogenico che riguarda l'arricchimento naturale legato alla presenza di arsenico nelle rocce vulcaniche dei territori. La questione ha una valenza molto estesa a livello europeo ed infatti non interessa soltanto il nostro Paese ma anche la Germania, l'Ungheria ed altri Stati membri;

nel Lazio, in particolare, interessa 250 mila famiglie, ossia 750 mila abitanti residenti, ma i medesimi problemi sono presenti in Umbria, in Toscana e in Trentino;

la Commissione europea, su istanza del Ministero della salute, ha preso atto della situazione italiana ed ha autorizzato fino alla data del 31 dicembre 2012 le autorità italiane ad emettere provvedimenti derogatori che consentano la distribuzione dell'acqua potabile, con una percentuale di arsenico fino a 20 µg/l;

resta fermo ad ogni modo che pure in presenza di deroghe che consentono l'erogazione di acqua con limiti superiori a quelli di legge, permane sempre l'obbligo di informare la popolazione, in via precauzionale, che l'acqua da bere in distribuzione, non deve essere somministrata ai neonati e ai bambini fino all'età di 3 anni e tali informazioni devono essere rese note altresì presso le scuole ed i servizi materno-infantili;

rispetto a tale materia, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2010 è stato dichiarato, fino al 31 dicembre 2011, lo stato di emergenza in relazione alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate all'uso umano superiore ai limiti di legge in alcuni comuni del territorio della regione Lazio;

la dichiarazione dello stato di emergenza è stata adottata per consentire la realizzazione di impianti tecnologici necessari ad assicurare alle popolazioni coinvolte l'erogazione di acqua priva di sostanze inquinanti;

in tale ambito, con la ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 28 gennaio 2011, n. 3921, recante «primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l'emergenza determinatasi in relazione alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate all'uso, umano superiore ai limiti di legge in alcuni comuni del territorio della Regione Lazio», il presidente della regione Lazio è stato nominato commissario delegato per la gestione dell'emergenza «arsenico»;

nel dicembre 2011, il presidente della regione Lazio - commissario delegato, aveva chiesto la proroga dello stato di emergenza. Tale proroga era motivata dalla necessità di garantire la prosecuzione degli interventi di potabilizzazione di carattere straordinario ed urgente finalizzati a ricondurre la concentrazione di arsenico entro i limiti di legge;

conseguentemente, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 marzo 2012 è stata concessa la proroga del predetto stato di emergenza fino al 31 dicembre 2012;

per ottemperare ai propri compiti il commissario delegato ha provveduto a redigere un programma di interventi, di prima fase, riportato nel decreto n. 2 del 14 marzo 2011 del commissario, pubblicato sul Bollettino ufficiale della regione Lazio n. 15 del 21 aprile 2011;

per quanto riguarda la situazione più critica, ovvero quella della provincia di Viterbo, nei primi nove mesi del commissariamento in questione (aprile-dicembre 2011), si è passati da uno studio di fattibilità alla effettiva cantierizzazione dell'intervento, consistente nella realizzazione di 27 potabilizzatori (nel territorio di 12 comuni) per la risoluzione delle problematiche legate alle concentrazioni di arsenico superiori a 20 µg/l, e finanziati interamente, per circa 11 milioni di euro, dalla Regione Lazio. Tale intervento, in corso di esecuzione, dovrebbe essere ultimato entro il 31 dicembre 2012;

dai dati in possesso emerge che per quanto riguarda il territorio ricadente nelle province di Roma e Latina sono stati sono acquisiti dai gestori dell'ATO2-Roma e ATO4-Latina determinati progetti riguardanti gli interventi previsti dal programma, non ancora avviati dai gestori stessi, e si è proceduto all'istruttoria, alla convocazione delle conferenza dei servizi e all'approvazione dei progetti (in alcuni casi con variante urbanistica). Stando a quando comunicato dagli stessi gestori, sembrerebbe certo l'ATO4-Latina possa rientrare entro il 31 dicembre 2012, all'interno dei parametri di legge, mentre per l'ATO2-Roma vi sarebbero ancora delle difficoltà legate alla completa attuazione degli interventi;

si ritiene, comunque, che alla data del 31 dicembre 2012 tutti gli interventi previsti per la risoluzione della problematica nell'ATO2-Roma siano stati ultimati o per lo meno siano in corso di ultimazione;

resta invece estremamente critica la situazione in provincia di Viterbo e quindi nell'ATO1. Per tale ambito territoriale è in corso di esecuzione la prima fase di interventi (per le fonti con concentrazione di arsenico superiore a 20 microgrammi/litro), deve essere immediatamente avviata la seconda fase, per il rientro completo nei parametri di legge, pena l'avvio di procedura di infrazione e la necessità, per numerosi comuni del Lazio, di emettere ordinanze di non potabilità delle acque (che potrebbero vedere coinvolti circa 100.000-130.000 cittadini);

tale fatto creerebbe sicuri disagi alla popolazione interessata con riverberi dal punto di vista finanziario per i gestori dei servizi idrici integrati chiamati a garantire la qualità delle acque, nonché danni incalcolabili anche a tutto il comparto agro-alimentare e commerciale di prodotti che prevedono nel ciclo produttivo l'utilizzo di acqua, in quanto risulterebbe impossibile la vendita, commercializzazione ed esportazione di tali prodotti;

dallo studio predisposto dalla regione Lazio emergono diversi scenari, con costi e approcci differenti alla problematica, che vanno valutati oltre che in termini di efficacia, anche in termini di tempistica di realizzazione e disponibilità delle risorse finanziarie:

per quanto attiene alla tempistica di realizzazione, considerata la scadenza della deroga concessa dall'Unione europea al 31 dicembre 2012, sembrerebbe che possano essere considerati validi gli scenari che prevedono l'impiego in via principale di potabilizzatori, anche integrati con miscelazione, che possono essere installati in tempi relativamente brevi, pur se questi risultano avere più alti costi di gestione;

per quanto attiene alle risorse finanziarie, visti gli alti costi di realizzazione delle infrastrutture idriche e la distanza di fonti idropotabili di qualità, sembra che la soluzione che privilegi i potabilizzatori, e miscelazione ove possibile, il cui costo ammonta a circa 42 milioni di euro, possa essere considerata sostenibile dalle pubbliche amministrazioni coinvolte, vista anche la delicatezza e l'urgenza dei temi in questione;

lo studio anzidetto prevede anche altri scenari, che vanno dalla soluzione «minimale» con tutti potabilizzatori per un costo di 27 milioni di euro, e quindi alti costi di gestione, ad una soluzione che prevede la costruzione di infrastrutture idriche di grande estensione e portate, che per costi e tempi di realizzazione non sembrano essere compatibili con le tempistiche e le risorse a disposizione;

alla luce di queste opzioni, la struttura commissariale avrebbe ritenuto perseguibile il secondo scenario sopra descritto, ovvero quello con un costo di realizzazione di circa 42 milioni di euro. Tale misura prevede, oltre all'interconnessione di alcune reti e quindi miscelazione delle acque, la realizzazione di 39 potabilizzatori in 26 comuni;

per tale motivo la presidente della regione Lazio, con nota del 16 aprile 2012, ha richiesto al Governo, e per conoscenza ai Ministeri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il finanziamento dell'intervento in questione, vista la mancanza di fondi all'uopo destinabili nel bilancio della regione Lazio;

purtroppo, i citati ministeri, di fronte a tali richieste di messa a disposizione di finanziamenti, i rispettivi destinatari non hanno ancora fornito alcuna risposta;

a tutt'oggi, quindi, permane l'esigenza di assegnare alle misure decise dalla struttura commissariale delegata per l'emergenza determinatasi in relazione alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate all'uso umano superiore ai limiti di legge in alcuni comuni del territorio della regione Lazio, le indispensabili risorse economiche necessarie per rispettare i limite di legge entro il 31 dicembre 2012, pena il divieto di poter utilizzare per fini potabili ed alimentari le predette acque ed incorrere in una specifica procedura di infrazione comunitaria;

in merito allo stato di emergenza sopra richiamato, si deve sottolineare che a seguito del riordino della protezione civile, avvenuto ai sensi del decreto-legge n. 59 del 2012, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 100 del 2012, attualmente non è più possibile prorogare gli stati di emergenza in atto ed entro il 31 dicembre 2012 essi dovranno ad ogni modo cessare;

la situazione relativa alla non conforme concentrazione di arsenico nelle acque destinate all'uso umano in alcuni comuni del territorio della regione Lazio, sia per carenze di risorse finanziare necessarie per risolverle e sia per i tempi ristretti che incombono, richiederebbe invece una prosecuzione del predetto stato di emergenza. Ciò attualmente potrebbe essere disposto anche nell'imminenza che una circostanza straordinaria si possa verificare. Infatti, il nuovo comma 1 dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992, dispone la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza anche nell'imminenza del verificarsi degli eventi calamitosi eccezionali. In tal senso la norma dispone che il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri segretario del Consiglio, anche su richiesta del presidente della regione o delle regioni territorialmente interessate e comunque acquisita l'intesa delle medesime regioni, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi, disponendo in ordine all'esercizio del potere di ordinanza nonché indicando l'amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi conseguenti all'evento successivamente alla scadenza del termine di durata dello stato di emergenza,
impegna il Governo:
ad attivare con urgenza le necessarie iniziative volte ad impedire che dal 1o gennaio 2013 si corra il rischio che siano dichiarate non potabili le acque di numerosi comuni della regione Lazio per le quali i limiti di concentrazione di arsenico non siano conformi alle prescrizioni del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31;

a valutare con la regione Lazio le iniziative di competenza da adottare affinché siano superate le criticità enunciate in premessa ed in tal senso valutando la necessità di consentire la continuazione delle procedure risolutive adottate in attuazione dello stato di emergenza dichiarato nel dicembre 2011 se del caso procedendo ad una deliberazione preventiva dello stato di emergenza al fine di ridurre i tempi di realizzazione delle misure già individuate dalla regione Lazio e contestualmente provvedere a reperire le risorse finanziarie aggiuntive ed indispensabili per realizzare gli interventi già individuati dall'attuale struttura commissariale finalizzati a superare l'emergenza correlata all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 28 gennaio 2011, n. 3921.

(7-01021) «Alessandri, Aracri».