ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00986

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 689 del 20/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIAMMANCO GABRIELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 20/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOTI ANTONINO POPOLO DELLA LIBERTA' 20/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00986
presentata da
GABRIELLA GIAMMANCO
giovedì 20 settembre 2012, seduta n.689

La XI Commissione,

premesso che:

il decreto-legge n. 201 del 2011, cosiddetto Salva Italia, ha abolito la pensione di anzianità e a seguito di tale riforma, a partire dal 1o gennaio 2012, è possibile andare in pensione solo dopo aver maturato i requisiti anagrafici di «vecchiaia», cioè solo dopo aver raggiunto l'età prevista per la pensione di vecchiaia. Dal 1o gennaio 2012 è stato inoltre introdotto il metodo contributivo di calcolo delle pensioni per tutti i lavoratori, secondo il meccanismo pro rata;

la gestione separata dell'Inps incassa annualmente circa 8 miliardi di euro di contributi, erogando però soltanto circa 300 milioni di euro di prestazioni pensionistiche, per cui una gran parte di tali contributi non ritorna a coloro che li hanno versati né come prestazione previdenziale né come rimborso;

i suddetti contributi rischiano di diventare «contributi silenti» quando non sono sufficienti alla maturazione della pensione minima e spesso sono riconducibili ad alcune tipologie di lavoratori in particolare, tra cui i parasubordinati e gli appartenenti a professioni il cui esercizio non è regolato da ordini professionali nonché molte donne casalinghe uscite precocemente dal mercato del lavoro;

ciò dipende dal fatto che oggi l'ingresso nel mondo del lavoro avviene con molto ritardo rispetto al passato e che, nella maggior parte dei casi, si tratta di un mercato del lavoro caratterizzato da elementi di assoluta precarietà e intermittenza, per cui risulta difficile soddisfare i requisiti richiesti dalla recente riforma previdenziale per accedere alla propria pensione;

gran parte dei contributi versati all'apposita gestione separata dell'Inps viene versata, dunque, a fondo perduto: se infatti non si raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare la pensione, gli stessi non danno diritto ad avere una pensione propria e, anche nel caso in cui si maturi il minimo di contribuzione richiesto, la pensione ottenuta ha un valore piuttosto esiguo;

sono note le difficoltà esistenti nel trasferire presso altre gestioni quanto già versato o nel raggiungere gli anni necessari alla pensione di vecchiaia cumulando versamenti effettuati presso gestioni diverse pur facenti capo all'INPS (tra queste la ricongiunzione onerosa),
impegna il Governo:

ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, affinché ai lavoratori di cui in premessa venga riconosciuto il diritto alla restituzione dei contributi cosiddetti silenti, al fine di garantire loro una forma di tutela economica indispensabile per affrontare le spese legate alla gestione della vita quotidiana, soprattutto in un momento difficile come quello che l'Italia sta attraversando a seguito della crisi economico-finanziaria internazionale;

a valutare in alternativa tra le possibili soluzioni quanto già emerso in sede parlamentare, secondo cui gli anni di contributi presso le diverse gestioni vengano automaticamente cumulati tra loro ovvero ogni gestore provveda ad erogare una parte della pensione proporzionale ai versamenti ricevuti al fine di garantire l'equità del sistema previdenziale per lavoratori autonomi, dipendenti e parasubordinati.

(7-00986)«Giammanco, Antonino Foti».