ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00951

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 668 del 18/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: GRANATA BENEDETTO FABIO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 18/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 18/07/2012
MURO LUIGI FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 18/07/2012
BARBARO CLAUDIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 18/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00951
presentata da
BENEDETTO FABIO GRANATA
mercoledì 18 luglio 2012, seduta n.668

La VII Commissione,

premesso che:

nel marzo 2012 il Ministro Profumo fa dichiarato che «l'Italia sconta un ritardo storico nella formazione tecnico-professionale rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, sia dal punto di vista dell'eccessivo numero di studenti che seguono il percorso liceale sia in termini di sistema di relazione tra scuola e realtà socio-economica»;

l'istruzione tecnica, pur essendo stata istituita per rispondere alle esigenze delle realtà produttive del nostro Paese e pur innovatasi nei percorsi formativi offerti agli studenti, ha goduto di limitata rilevanza in termini di attenzione da parte degli studenti;

a conferma del suindicato trend, risulta ai firmatari del presente atto che le iscrizioni, in questi ultimi anni, se da un verso hanno fatto registrare un leggerissimo aumento verso gli istituti tecnici dall'altro registrano un considerevole calo verso gli istituti professionali, nonostante quanto evidenziato da Almadiploma - Almalaurea secondo cui gli iscritti agli istituti tecnici e professionali hanno il doppio delle possibilità di trovare lavoro rispetto ai loro colleghi liceali;

per effetto della riforma degli istituti tecnici e professionali, di cui al decreto-legge n. 112 del 2008 è stata operata una riduzione del quadro orario settimanale che è passato da 36 a 32 ore, in soli 2 anni, per cui nell'ambito dell'istruzione professionale, ed in particolare presso gli ex istituti alberghieri, vi è stata una riduzione del monte ore destinato alle attività di laboratorio, vale a dire dell'attività fondamentale di siffatto percorso formativo, nonostante il settore del turismo in Italia sia tra i primi posti per fatturato e capacità occupazionale;

le discipline professionalizzanti di meccanica, informatica industriale, elettronica ed elettrotecnica, nonostante le migliaia di richieste di personale specializzato che pervengono dal mondo del lavoro, sono state penalizzate con conseguente riduzione delle capacità tecniche professionali degli allievi;

secondo i firmatari del presente atto sono stati colpiti gli istituti per la produzione tessile, gli istituti agrari, gli ex istituti per l'industria e l'artigianato, e gli ex istituti nautici ora «trasporti e logistica» che risultano deprivati delle potenzialità che li hanno contraddistinti in passato, andando a ledere la capacità di veicolare formazione, malgrado il fatto che in Europa esista una elevata richiesta di comandanti di navi e di altrettanti ufficiali;

secondo un recente rapporto Isfol 2012 «i tagli realizzati nel comparto strategico dell'istruzione rappresentano un pericolo enorme per lo sviluppo del Paese. L'Italia rischia un calo dello standard di competitività perché non investe in maniera adeguata sul capitale umano, mettendo sotto gamba lo sviluppo di impieghi ad alta specializzazione. In particolare, in Italia risulta in crescita l'occupazione nelle professioni elementari, mentre i lavori a elevata specializzazione si sono contratti dell'1,8 per cento negli ultimi 5 anni, contro un aumento medio in Europa del 2 per cento (con la Germania al 4,3 per cento, il Regno Unito al 4 per cento, la Francia al 2,8 per cento)»;

inoltre secondo il suindicato rapporto: «la crisi economica avrebbe aggravato una problematica già fortemente presente nel nostro Paese: l'incapacità, per una serie di nodi strutturali, di investire nello sviluppo delle competenze»;

sarebbe auspicabile riconsiderare la formazione tecnico-professionale come un asset strategico per il nostro Paese attraverso la ridefinizione delle scelte in materia scolastica apportando dei correttivi significativi ad una riforma dell'istruzione tecnica e professionale che presenta - secondo i firmatari del presente atto - ancora vuoti incomprensibili e consistenti criticità;

qualora non si proceda con un atto di coraggio capace di innovare l'attuale quadro normativo e valorizzare la vivacità dell'offerta formativa degli istituti superiori, quella «competitività» con gli altri Paesi europei - cui il Ministro Profumo fa riferimento nella dichiarazione sopra riportata - rischia di configurarsi come una prospettiva difficile da realizzarsi,
impegna il Governo:
ad adottare adeguate e rapide iniziate volte a valorizzare la formazione tecnico-professionale, anche intervenendo sui quadri orari delle materie specifiche presso gli istituti tecnici e professionali, e valorizzando quelle classi di concorso, in cui ricadono i docenti afferenti al comparto tecnico-professionale, che per la loro specificità risultano essere fortemente legate al sistema produttivo e alle richieste del mercato;

ad assumere iniziative per valorizzare le attività di laboratorio, le attività degli insegnanti tecnico pratici, le discipline professionalizzanti, l'esperienza di alternanza scuola lavoro e il sistema di istruzione e formazione professionale che, attualmente, presenta criticità e disarmonia a livello nazionale in virtù delle competenze regionali in materia;

ad adottare opportune iniziative volte a rivedere l'organico ATA, in particolare quello afferente ai collaboratori scolastici, che risulta fortemente ridimensionato rispetto alle esigenze e alle necessità delle scuole, determinando sovraccarico di lavoro e caos nell'organizzazione;

a promuovere la modifica del comma 81 dell'articolo 4 della legge 183 del 2011 che prevede il transito degli insegnanti tecnico pratici in esubero nei ruoli del personale ATA che, oltre a demansionare e mortificare una categoria di insegnanti da sempre motore dell'istruzione tecnica e professionale, incide notevolmente sul precariato;

a consentire l'individuazione di adeguati ed opportuni investimenti nella scuola attraverso un seria ed articolata programmazione degli interventi al fine di elevare la competitività del nostro Paese.
(7-00951) «Granata, Di Biagio, Muro, Barbaro».