ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00928

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 657 del 27/06/2012
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00187
Firmatari
Primo firmatario: TEMPESTINI FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2012
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2012
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2012
MOGHERINI REBESANI FEDERICA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2012
NIRENSTEIN FIAMMA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
05/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/07/2012
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 05/07/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/07/2012
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
MALGIERI GENNARO POPOLO DELLA LIBERTA'
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
GALLI DANIELE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
PIANETTA ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 05/07/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/07/2012

DISCUSSIONE IL 05/07/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 05/07/2012

ACCOLTO IL 05/07/2012

PARERE GOVERNO IL 05/07/2012

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 05/07/2012

CONCLUSO IL 05/07/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00928
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
mercoledì 27 giugno 2012, seduta n.657

La III Commissione,

premesso che:

l'8 luglio 2012 si svolgerà a Tokyo una conferenza internazionale dei Paesi donatori per discutere dello sviluppo dell'Afghanistan nel periodo successivo al ritiro delle truppe internazionali;

si tratta di una occasione importante per l'Italia per rilanciare ulteriormente la propria credibilità come attore rilevante nel panorama della cooperazione internazionale;

nell'ultimo decennio vi sono stati progressi significativi per la condizione femminile in Afghanistan: l'approvazione di una nuova Costituzione nella quale vengono sanciti pari diritti a uomini e donne, una legge per l'eliminazione della violenza contro le donne (EVAW); l'adozione di un nuovo Piano d'azione nazionale per le donne afgane (NAPWA); la costituzione di un Ministero ad hoc per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne; la nascita di numerose case rifugio per donne vittime di violenza, mentre nell'ultima tornata elettorale del Parlamento Nazionale le donne sono state il 27 per cento degli eletti;

tuttavia, tali importanti progressi non risultano ancora sufficienti, e al momento non costituiscono una adeguata garanzia di sviluppo e sicurezza per le donne afgane. In particolare, le donne continuano a subire forti restrizioni e violenze nelle aree rurali del paese, e soprattutto nelle province meridionali più conservatrici. Secondo l'ONG Global Rights, l'87 per cento delle donne afgane ha subito almeno una forma di violenza domestica, mentre il tasso di mortalità rimane tra i più alti al mondo; secondo l'ONG Human Right Watch ogni due ore una donna muore per cause legate alla gravidanza e quasi 9 donne su 10 di età superiore ai 15 anni sono analfabete. Attualmente persistono fortissime limitazioni nell'accesso alla giustizia, permangono matrimoni forzati e precoci, e vi sono gravissime limitazioni alle libertà di movimento e circolazione generate dalle precarie condizioni sicurezza;

secondo un'indagine svolta da ActionAid nel 2011 (che ha coinvolto 1000 donne afgane provenienti da varie parti del Paese) emerge nelle interviste la generale percezione di insicurezza, il timore di subire violenza e di un possibile peggioramento della condizione femminile nei prossimi anni. In particolare, due terzi delle donne intervistate ritengono che la loro condizione sia migliorata negli ultimi 10 anni, ma 9 su 10 temono il ritorno di un regime talebano, e un terzo teme il ritiro delle truppe straniere dal Paese;

il 14 dicembre 2011 è stata approvata, a larga maggioranza, dalla Commissione esteri della Camera dei deputati una risoluzione (7-00732) che, in previsione della conferenza internazionale di Bonn del dicembre del 2011, impegnava il Governo ad includere i diritti delle donne tra le priorità nelle discussioni e programmazioni relative alla ricostruzione afghana, e come elemento irrinunciabile delle negoziazioni di pace;

nell'audizione, presso le Commissioni riunite affari esteri e difesa della Camera dei deputati del Senato della Repubblica, che si è svolta il 15 maggio 2012, in prossimità del Vertice NATO di Chicago il Ministro Terzi ha dichiarato che la condizione femminile resta tra le priorità del nostro governo per l'Afghanistan, in linea con le diverse mozioni e risoluzioni parlamentari degli ultimi mesi.

il 26 gennaio 2012 è stato firmato l'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, e al momento tale accordo è all'esame del Parlamento per la ratifica;

nell'articolo 2 parte 7, di tale accordo si afferma che l'Italia continuerà a sostenere lo Stato di diritto, allo scopo di rafforzare le capacità del sistema giudiziario, migliorare l'accesso alla giustizia e promuovere il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle donne e delle minoranze afgane, principalmente attraverso i Programmi Prioritari Nazionali (NPPs). Viene altresì dichiarato che un'attenzione speciale continuerà ad essere riservata alla promozione dei diritti delle donne rafforzando la componente dell'uguaglianza di genere nei programmi italiani anche con l'obiettivo di sostenere le istituzioni e l'effettiva applicazione di leggi fondamentali come la legge sulla eliminazione della violenza contro le donne (EVAW);

tuttavia, nel successivo articolo 3, dedicato alla cooperazione per la sicurezza si ribadisce la necessità di un sostegno duraturo alle Forze Nazionali di Sicurezza Afgane (ANSF), senza però alcun riferimento ai diritti delle donne e agli impegni derivanti da Risoluzioni ONU, quali la 1325 su donne, pace e sicurezza. Viene così a mancare un indirizzo specifico verso la dimensione di genere nell'agenda della sicurezza, e ciò in apparente contraddizione con gli impegni assunti dall'Italia con l'adozione del Piano d'Azione Nazionale per l'attuazione della Risoluzione ONU 1325 su «Donne, pace e sicurezza», nel dicembre 2010,
impegna il Governo:
in occasione della conferenza di Tokyo, prevista per il prossimo 8 luglio 2012, a ribadire il proprio impegno nel considerare la lotta alla violenza sulle donne in Afghanistan come obiettivo prioritario dello sviluppo, adottando ogni iniziativa utile volta ad attribuire risorse più consistenti per la concreta attuazione del Piano nazionale per le donne afgane (NAPWA) e per la legge per l'eliminazione della violenza contro le donne (EVAW);

in occasione della prossima conferenza di Tokyo ad adottare ogni iniziativa utile per lo sviluppo di un Piano d'azione nazionale afgano per l'attuazione della risoluzione n. 1325, con particolare attenzione alla partecipazione delle donne nella costruzione della pace e favorendo un loro ruolo più attivo nel settore della cooperazione per la sicurezza per l'Afghanistan.
(7-00928) «Tempestini, Villecco Calipari, Cenni, Murer, Mogherini Rebesani, Nirenstein».