ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00927

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 657 del 27/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: ARACRI FRANCESCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 27/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA 27/06/2012
DIONISI ARMANDO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00927
presentata da
FRANCESCO ARACRI
mercoledì 27 giugno 2012, seduta n.657

L'VIII Commissione,

premesso che:

in considerazione dell'aggravarsi dello stato di crisi in materia di raccolta di rifiuti in alcune regioni del Paese, l'8 novembre 2011 si sono svolte presso la Commissione ambiente della Camera dei deputati alcune audizioni: in particolare, sono stati auditi il presidente della giunta regionale della Calabria (dove lo stato di emergenza è stato dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 dicembre 2008 e prorogato, fino al 31 dicembre 2010, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 dicembre 2009), il presidente della giunta regionale del Lazio, nonché il vicepresidente della giunta regionale della Sicilia;

in tale sede, i rappresentanti del comune di Roma consegnarono alla commissione un documento sulla gestione dei rifiuti, nel quale si evidenziava, tra l'altro, che «il deficit impiantistico esistente, era pari a circa 400 mila tonnellate/anno e che in considerazione del divieto delle direttive comunitarie vigenti di conferire in discarica rifiuti indifferenziati non trattati, si rendesse necessario prevedere la realizzazione di un ulteriore impianto di trattamento meccanico biologico»;

Roma Capitale, sulla base della predetta documentazione, ammette, quindi, che gli attuali impianti di trattamento meccanico biologico (TMB), esistenti e/o programmati, per il trattamento dei rifiuti indifferenziati della provincia e della città di Roma esprimono una capacità complessiva insufficiente rispetto ai fabbisogni e non consentono il rispetto dei limiti di cui al decreto legislativo n.36 del 2003 relativamente ai rifiuti biodegradabili smaltiti in discarica. Sempre Roma Capitale, in queste circostanze, sottolinea la necessità di adottare altri impianti di trattamento meccanico biologico del tipo a flusso unico (bioessiccazione) per la preparazione del combustibile da termovalorizzazione, consentirebbe una drastica riduzione dei volumi da smaltire in discarica e in ragione della mancata produzione di frazione organica stabilizzata (POS), il rispetto dei predetti limiti di legge;

per quanto riguarda il Lazio, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 luglio 2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma in relazione all'imminente chiusura della discarica di Malagrotta ed alla conseguente necessità di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti. Successivamente con l'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri 3963 del 2011 sono state adottate disposizioni urgenti di protezione civile finalizzate a fronteggiare la situazione di emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma in relazione all'imminente chiusura della discarica di Malagrotta ed alla conseguente necessità di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti. Conseguentemente, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, fu nominato commissario delegato con il compito di provvedere all'individuazione, progettazione ed alla successiva realizzazione di uno o più siti di discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della città del Vaticano;

ad ogni modo, l'ordinanza dispone che nelle more del completamento del sistema impiantistico regionale, il commissario possa adottare i provvedimenti necessari per assicurare la prosecuzione dello smaltimento dei rifiuti nell'area interessata dallo stato di emergenza. Sono stati stimati oneri per due milioni di euro ai quali si provvede mediante l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili sul bilancio della regione Lazio;

riguardo alla discarica di Malagrotta, va fatto presente che in essa, già chiusa in passato e poi riaperta, finisce tutto il rifiuto di Roma e da alcune notizie risalenti ai primi giorni del mese di giugno 2012, riferibili al proprietario della discarica di Malagrotta, farebbero presumere l'imminente chiusura della discarica in quanto vi sarebbero metri cubi sufficienti solo fino alla fine dell'anno;

nelle ultime settimane, in merito alla gestione di Malagrotta, è anche intervenuta la Commissione europea. L'Unione europea inviando un secondo formale avvertimento, ha chiesto all'Italia di conformarsi entro due mesi alle norme comunitarie relative al pretrattamento dei rifiuti, pena il deferimento alla Corte di giustizia europea e l'irrogazione delle conseguenti sanzioni;

in conseguenza della paventata chiusura della discarica di Malagrotta, è stata prevista da parte dell'attuale commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nel Lazio, Goffredo Sottile, durante un vertice tenutosi presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'apertura di una nuova discarica a Pian dell'Olmo, nei pressi di Riano (Roma). Tale decisione è stata presa dopo che i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei beni e le attività culturali erano già opposti alla scelta di un altro sito, Corcolle-San Vittorino, da parte del precedente commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Giuseppe Pecoraro, come sito per il deposito di rifiuti, anche a seguito delle fortissime proteste nazionali ed internazionali per la prossimità dell'area in questione con un sito archeologico dichiarato patrimonio dell'Umanità e tutelato dall'Unesco, la residenza imperiale di Villa Adriana. Le inevitabili polemiche seguite a tale scelta hanno successivamente portato alle dimissioni del prefetto Pecoraro dall'incarico e alla sua sostituzione con il prefetto Sottile;

il sito di Pian dell'Olmo rientra tra i sette siti individuati in passato dalla regione Lazio nell'analisi preliminare di individuazione di aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi nella provincia di Roma, ma già da subito scartato in quanto le ipotesi di fattibilità del predetto commissario Pecoraro ricaddero sugli iniziali Quadro Alto e Corcolle, poi rivelatisi inidonei. Ciò dovrebbe far ritenere che se fin dall'inizio Pian dell'Olmo era stato ritenuto meno adatto di Corcolle e che quest'ultimo sia stato poi bocciato, a maggior ragione anche Pian dell'Olmo sia da dichiarare non praticabile;

la scelta di Pian dell'Olmo ha innescato reazioni e forti proteste e contrarietà da parte delle popolazioni locali e di privati cittadini. Questi, costituitisi in comitati, hanno provveduto, immediatamente dopo la conferenza stampa del commissario Goffredo Sottile a bloccare la via Tiberina all'altezza del chilometro 7,500;

tutti i comitati, supportati dalle amministrazioni locali, sono fermi nella loro lotta a difesa della salute, del territorio e della legalità, ricorrendo, qualora fosse necessario, ad incisive manifestazioni di dissenso;

i comuni che si sono uniti per la difesa e la tutela del territorio oltre a Riano sono: il XXo Municipio di Roma, Campagnano di Roma, Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella S. Paolo, Piano Romano, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Mazzano, Monterotondo, Morlupo, Nazzano, Ponzano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Sant'Oreste, Torrita Tiberina. Per un totale di 18 comuni più il XXo Municipio di Roma in rappresentanza di circa 400.000 abitanti;

giova sottolineare al riguardo che dal punto di vista della realizzazione tecnica dell'impianto sembrano riscontrarsi serie difficoltà dovute alla non corretta individuazione dei siti. Tale tesi è supportata dal fatto che l'analisi preliminare della ragione Lazio che ha portato all'individuazione dei siti (sulla quale per altro è in corso un procedimento penale da parte della procura di Roma per falso materiale e ideologico), non è stata oggetto delle necessarie e approfondite analisi tecniche finalizzate a verificarne l'idoneità per ospitare impianti di smaltimento di rifiuti, in quanto, la procedura sembra essere stata singolarmente invertita, essendosi prima individuate le aree rimandando le verifiche tecniche ad una fase successiva;

in particolare, per i siti di Quadro Alto e di Pian dell'Olmo, l'analisi preliminare della regione Lazio sembra non contenere alcuna autonoma valutazione, ma pare riprendere pedissequamente e integralmente (errori di ortografia compresi) alcune valutazioni di un progetto presentato alla regione Lazio nel 2009 da un consorzio privato di aziende che operano nel settore dei rifiuti;

le procedure che si stanno adottando in questa vicenda sembrano scavalcare anche le preordinanti e più fondamentali norme statutarie previste dall'ordinamento comunitario in materia ambientale, soprattutto per ciò che riguarda le valutazioni di impatto sull'ecosistema, sulle distanze dalle abitazioni ed i pericoli di inquinamento delle ricche falde acquifere affioranti. Un eventuale inquinamento della falda, considerato il suo utilizzo, potrebbe dare origine ad un disastro ambientale con notevoli ripercussioni sulla salute pubblica;

altre perplessità sorgono sulla scelta di un'area di particolare pregio paesaggistico dell'area che delimita Roma Nord, con una vocazione rurale e una forte presenza residenziale, caratterizzata da problemi logistici di viabilità sulle strade consolari di accesso alla città e che rappresentano già ora un problema insostenibile per la vivibilità dell'area Capitolina. Si tratta di problemi che potrebbero diventare emergenziali con l'aumento del traffico che deriverebbero dal passaggio dei mezzi pesanti, sia durante la fase di allestimento e sia in quella di esercizio in caso si decidesse di realizzare la futura discarica;

inoltre, all'inizio degli anni sessanta è stato recuperato nelle cave di quest'area un copioso numero di scheletri pressoché completi in connessione anatomica dell'elefante di foresta (Elephas antiquus). Lo straordinario ritrovamento permise il recupero di tre scheletri di una sottospecie tipica di cervo (Cervus elaphus rianensis) e di un grande daino primitivo (Dama clactoniana). Lo scheletro del daino rappresenta ancora oggi forse il ritrovamento più completo e ben conservato di questa specie;

a dimostrazione della inidoneità del sito di Quadro Alto e Pian dell'Olmo per la realizzazione di una discarica esistono ulteriori elementi di conferma, tra cui:

a) il piano territoriale paesistico regionale (PTPR), dal quale si evince il contesto ambientale in cui ricade l'opera, e le norme tecniche che impediscono in quell'area la realizzazione di nuove discariche e la rilocalizzazione di quelle esistenti;

b) una relazione dell'autorità di bacino (23 marzo 2012) che indica Pian dell'Olmo come zona a rischio idrogeologico ed area di probabile esondazione; probabile falda affiorante; barriera geologica naturale probabilmente assente o di ridotta capacità di attenuazione; presenza di terreni vulcanici e non, caratterizzati da una permeabilità non conforme ai requisiti di legge;

c) il memorandum del Ministro Clini (28 marzo 2012) in cui si legge «la probabile assenza di barriera geologica naturale e l'attestazione dei livelli di falda al piano campagna, ritenuti fattori escludenti per la realizzazione di una discarica di rifiuti, determinano la probabile inidoneità dei siti, da confermarsi mediante effettuazione di indagini in situ» e comunque esiste un vincolo di probabile esondazione del Tevere;

d) la consulenza scientifica del professor Francesco Ortolani (marzo 2012), ordinario dell'università Federico II di Napoli, che nel 2008 aveva messo in guardia le amministrazioni sul rischio ambientale al quale si stava andando incontro con la realizzazione della discarica di Chiaiano e, nella relazione su Pian dell'Olmo, ha evidenziato le stesse criticità riscontrate per Chiaiano. Richiamando, tra l'altro, l'attenzione sui gravi rischi di contaminazione di falda, aggravata dall'evidente fratturazione dello strato di tufo, che si propagherebbe al Tevere e quindi a Roma. Inoltre, la città sarebbe interessata dalla dispersione di cattivi odori dovuti ai venti di provenienza dai quadranti settentrionali;

e) i pareri contrari alle discariche di Quadro Alto e Pian dell'Olmo espressi dal consiglio regionale del Lazio con una mozione approvata in data 12 giugno 2012 e dal Consiglio Provinciale di Roma con una mozione approvata il 15 giugno 2012;

contraria ai due siti sembrerebbe essersi espressa anche la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse durante i sopralluoghi effettuati in data 22 novembre 2011 a Quadro Alto ed il 12 giugno 2012 a Pian dell'Olmo;

per il sito di Pian dell'Olmo esiste, inoltre, un parere del comune di Roma, dipartimento 10o tutela ambientale e del verde - protezione civile del 22 febbraio 2011, che esprime parere contrario alla realizzazione di una discarica, sulla base del progetto presentato dalla società COLARI nel 2009, in quanto ricade in un ambito di vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, e che sancisce la non applicabilità del valore di variante urbanistica ad un eventuale parere positivo della VIA. Nel 2009 sul progetto di una discarica a Quadro Alto, presentato sempre dalla società CO.LA.RI., si era espressa in modo negativo la regione Lazio, direzione regionale energia e rifiuti, comunicando che «la domanda non può essere accolta dalla scrivente in quanto contrastante con le norme di pianificazione regionale e nazionale (...)»;

sempre sullo stesso progetto anche il comune di Riano, in data 29 ottobre 2009, comunicava alla società CO.LA.RI. e per conoscenza alla regione Lazio che «l'istanza non può essere accolta in quanto contrastante con le norme di pianificazione comunale, regionale e nazionale (...)»;

infine, dai riscontri effettuati, si registrerebbe che i tempi necessari per la progettazione e realizzazione della discarica sia di Quadro Alto e sia di Pian dell'Olmo unitamente ai costi che si dovrebbero sostenere ed ai probabili rischi ambientali, non parrebbero giustificare la scelta dei due siti per la realizzazione di discariche. Inoltre, secondo quanto dichiarato dal commissario alla gestione all'emergenza rifiuti Goffredo Sottile alla commissione ambiente della regione Lazio, sarebbe necessario l'adeguamento della Via Tiberina per l'incremento del traffico dovuto al passaggio dei compattatori;

allo stato attuale le sole dichiarazioni sulla realizzazione delle discariche provvisorie prima a Quadro Alto e poi a Pian dell'Olmo, seppur come sopra detto appaiono prive di qualunque fondamento tecnico, hanno comportato il blocco dell'economia locale con forti ripercussioni anche sui comuni limitrofi;

tutte le attività presenti sull'asse Roma nord (da Prima Porta a Fiano Romano) tradizionalmente dedite all'attività commerciali, turistica, sportiva, di ristorazione, oltre quella edilizia, già in difficoltà per la grave situazione economica del Paese, hanno subito notevoli penalizzazioni sul piano economico;

la stessa attività agricola, in alcun modo delocalizzabile, rischia la completa scomparsa qualora, a seguito dell'eventuale realizzazione dell'impianto di smaltimento dei rifiuti, si dovesse verificare un inquinamento delle falde acquifere che rappresentano l'unica fonte di approvvigionamento idrico per quel gruppo di cittadini che, attualmente, non sono serviti dall'acquedotto pubblico;

inoltre, un eventuale fenomeno di inquinamento delle falde rappresenterebbe una devastazione per le acque del limitrofo Fiume Tevere, generando gravi danni ambientali anche alla città di Roma ed a tutto il litorale romano;

inoltre, secondo quanto dichiarato dal commissario alla gestione all'emergenza rifiuti Goffredo Sottile alla commissione ambiente della regione Lazio, sarebbe necessario l'adeguamento della via Tiberina per l'incremento del traffico dovuto al passaggio dei compattatori;

allo stato attuale le sole dichiarazioni sulla realizzazione delle discariche provvisorie prima a Quadro Alto e poi a Pian dell'Olmo, seppur come sopra detto appaiono prive di qualunque fondamento tecnico, hanno comportato il blocco dell'economia locale con forti ripercussioni anche sui comuni limitrofi;

tutte le attività presenti sull'asse Roma nord (da Prima Porta a Fiano Romano) tradizionalmente dedite all'attività commerciali, turistica, sportiva, di ristorazione, oltre quella edilizia, già in difficoltà per la grave situazione economica del Paese, hanno subito notevoli penalizzazioni sul piano economico;

la stessa attività agricola, in alcun modo delocalizzabile, rischia la completa scomparsa qualora, a seguito dell'eventuale realizzazione dell'impianto di smaltimento dei rifiuti, si dovesse verificare un inquinamento delle falde acquifere che rappresentano l'unica fonte di approvvigionamento idrico per quel gruppo di cittadini che, attualmente, non sono serviti dall'acquedotto pubblico;

inoltre, un eventuale fenomeno di inquinamento delle falde rappresenterebbe una devastazione per le acque del limitrofo fiume Tevere, generando gravi danni ambientali anche alla città di Roma ed a tutto il litorale romano;

la vicenda, che si protrae da circa un anno, ha comportato per le istituzioni pubbliche dei territori interessati un notevole ed inaspettato aggravio di impegni, traducendosi, molto spesso, in una contrazione dei tempi da dedicare alle normali attività istituzionali, oltre al gravoso dispendio di risorse economiche, necessarie per sostenere spese tecniche e legali connesse ai vari ricorsi inoltrati nelle competenti sedi giudiziarie,
impegna il Governo:
ad attivarsi urgentemente nei confronti del commissario per il superamento dell'emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma, affinché revochi il decreto emesso per designare i siti di Quadro Alto e di Pian dell'Olmo come adatti ad ospitare impianti per lo smaltimento dei rifiuti;

ad intraprendere le necessarie iniziative di competenza dirette a stabilire l'inidoneità dei siti di Quadro Alto e di Pian dell'Olmo per la realizzazione di discariche.

(7-00927) «Aracri, Alessandri, Dionisi».