ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00871

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 638 del 24/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: TORAZZI ALBERTO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 24/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD PADANIA 24/05/2012
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 24/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00871
presentata da
ALBERTO TORAZZI
giovedì 24 maggio 2012, seduta n.638

La X Commissione,

premesso che:

la Alcatel-Lucent è una compagnia globale con sede a Parigi, produttrice di hardware e software per le telecomunicazioni che nasce dalla fusione di Alcatel e Lucent Technologies il 1° dicembre 2006;

in Italia ha diversi stabilimenti di ricerca e sviluppo, produzione e amministrazione, e segnatamente a Vimercate, Rieti, Battipaglia, Trieste, Genova, Bari, Napoli, Roma, e Sesto Fiorentino per un totale di 3000 lavoratori;

i vertici della multinazionale ALCATEL Lucent Technologies hanno predisposto l'approvazione di un piano aziendale di ridimensionamento che prevede una riduzione dei costi per 500 milioni di euro e un esubero di personale che per l'Italia si attesta a 500 lavoratori, più circa 200 contratti di somministrazione dello stabilimento di Trieste;

il 14 febbraio 2012 si è tenuta una manifestazione sotto il palazzo della regione Lombardia, seguita da tre giorni di sciopero (il 22, 23 e 24 febbraio) contro il pesante piano di ristrutturazione per il 2012 presentato dalla società;

secondo il predetto piano, lo stabilimento di Vimercate, che da solo impegna 1240 lavoratori, sarà interessato da quasi 400 dei 500 esuberi in Italia mentre lo stabilimento di Trieste non subirà licenziamenti del personale dipendente bensì il taglio di oltre 200 contratti di lavoro somministrato. Su Trieste sono infatti impiegati 360 lavoratori dipendenti ai quali si aggiungono lavoratori somministrati nel numero variabile che va da 250 a 400 unità;

il sito produttivo triestino, come confermato anche nell'ultimo vertice nazionale, lavora sul prodotto di punta della multinazionale ed è attualmente ritenuto uno stabilimento strategico per l'azienda. Esso è impegnato nell'attività industrializzazione e integrazione del prodotto di ricerca e rappresenta uno dei presidi tecnologicamente più avanzati ancora presenti nel nostro Paese;

l'attività di ricerca e sviluppo collegata ai prodotti del sito produttivo di Trieste è svolta in paesi esteri come Stati Uniti e Germania, e così anche la produzione finale, che è destinata ai paesi dell'est europeo (Romania);

il rischio maggiore è che questo primo passo intrapreso dalla multinazionale possa rappresentare un vero e proprio disimpegno dal nostro Paese che, se attuato, avrebbe gravissime ricadute occupazionali ed anche economiche su tutto il territorio. Infatti la scelta maturata dalla società di dividere la ricerca e sviluppo, l'industrializzazione e l'integrazione e la produzione, può consentirgli di potersi disimpegnare da uno stato piuttosto che un altro con maggiore rapidità;

dopo l'apertura delle trattative con l'azienda, si è svolto il 21 marzo 2012 al Ministero dello sviluppo economico un vertice nazionale tra la dirigenza italiana della multinazionale, le rappresentanze sindacali, i dirigenti della regione Friuli Venezia Giulia e il Ministro interrogato;

dal tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico è emerso il disimpegno dal sito produttivo di Genova e da quello di Rieti, la conferma dei 500 esuberi e dei 200 contratti di somministrazione a Trieste, nonché la conferma del mantenimento dello stabilimento di Trieste senza peraltro garantire investimenti su questo sito produttivo;

nell'incontro tra il Ministro dello sviluppo economico e il CEO di ALCATEL Lucent Technologies Ben Verwaayen del 1° marzo, a testimonianza della fondatezza delle preoccupazioni, la multinazionale ha posto al Governo italiano tre condizioni per ristabilire la presenza di attività di ricerca e sviluppo in Italia e queste sono: a) maggiore professionalità e adattabilità dei lavoratori, b) investimenti pubblici nella tecnologia e l'innovazione (comunicazioni, banda larga), c) riduzione del costo del lavoro;

per le ragioni sopra esposte la presenza di ALCATEL Lucent Italia a Trieste non è certamente da considerarsi sicura nel tempo, anche alla luce del fatto che le dichiarazioni di conferma del sito produttivo di Trieste non sono adeguatamente supportate da concrete garanzie da parte della multinazionale;

in tal senso si rende necessaria l'apertura di un tavolo nazionale dedicato alla sola situazione dello stabilimento di Trieste che analizzi l'attuazione del disimpegno di ALCATEL Lucent technologies dall'Italia per quanto attiene alla ricerca e sviluppo e le sue ricadute sul sito triestino, per il quale si registra oltretutto l'indisponibilità da parte della multinazionale a stabilizzare almeno i lavoratori somministrati impegnati da più anni presso lo stabilimento stesso;

più in generale nei tavoli di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe essere affrontato l'impegno a realizzare una più ampia politica di investimenti finalizzata al rilancio del settore delle telecomunicazioni anche attraverso l'attuazione in tempi brevi del «Progetto Strategico agenda digitale italiana» per favorire tra l'altro la diffusione della banda larga,
impegna il Governo:
a convocare nel più breve tempo possibile un tavolo tecnico di concertazione dedicato alla sola situazione dello stabilimento di Trieste che analizzi l'attuazione del disimpegno di ALCATEL LUCENT Technologies dall'Italia per quanto attiene alla ricerca e sviluppo e le sue ricadute sul sito triestino e che favorisca:

a) il trasferimento della ricerca e sviluppo collegata allo stabilimento di Trieste, dai paesi esteri all'Italia cosicché anche la cosiddetta «testa» della produzione sia situata nello stesso Stato dove viene industrializzata e integrata, a garanzia dell'interesse strategico, spesso sottolineato dall'azienda, di Trieste;

b) la stabilizzazione dei lavoratori somministrati, che sarebbe un segnale rassicurante per i lavoratori circa l'interesse della multinazionale sul mantenimento della sua presenza nel nostro territorio;

ad attuare politiche di rilancio del settore delle telecomunicazione attraverso la realizzazione, in tempi rapidi, del «Progetto strategico agenda digitale italiana» favorendo l'incremento della domanda di servizi digitali, che ha certamente ricadute positive, anche in termini occupazionali, per tutto il comparto.
(7-00871)«Torazzi, Grimoldi, Fedriga».