ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00861

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 633 del 16/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERGAMINI DEBORAH
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 16/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00861
presentata da
DEBORAH BERGAMINI
mercoledì 16 maggio 2012, seduta n.633

La IX Commissione,

premesso che:

la Commissione IX, Trasporti, Poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati ha avviato nei mesi scorsi un'indagine conoscitiva informale per approfondire le attuali caratteristiche del mercato dei servizi postali nel nostro Paese, al fine di poter individuare possibili soluzioni migliorative volte alla effettiva liberalizzazione e all'affermazione di pratiche efficienti e migliorative del servizio. Il ciclo di audizioni ha visto partecipare anche le organizzazioni sindacali rappresentative delle agenzie di recapito;

le agenzie di recapito sono imprese private che hanno operato per anni nel mercato dei servizi postali quali concessionarie dell'allora Ministero delle poste - e successivamente di Poste italiane - per l'esercizio di servizi di distribuzione di tutti i prodotti postali a livello cittadino. Tuttavia si trovano adesso emarginate dal mercato, con rischi reali per la tenuta occupazionale del settore, oltre che per la loro stessa sopravvivenza;

nel 1999, infatti, il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva 97/67/CE, relativa al mercato interno dei servizi postali comunitari (decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261), ha esteso l'area del servizio universale affidato alle Poste ed ha disposto la liberalizzazione del settore, facendo decadere di conseguenza tutte le concessioni in essere a quella data, salvo l'affidamento del servizio di recapito delle raccomandate;

appariva già allora chiara la necessità di un periodo transitorio adeguato, affinché le Agenzie di recapito potessero essere pronte a rimodulare la propria operatività alle esigenze del nuovo quadro organizzativo del settore, non appena avviata e completata la liberalizzazione. Il parere della IX Commissione della Camera allo schema di decreto legislativo di recepimento si pronunciava in questo senso, affermando contestualmente la possibilità che il servizio universale, a regime, potesse avere più fornitori;

le concessioni al tempo in essere vennero pertanto prorogate fino al 31 dicembre 2000, con la possibilità per Poste Italiane di realizzare anche successivamente a quella data ulteriori contratti di concessione ad aziende private per ottimizzare il servizio. I nuovi contratti furono stipulati tra il 2000 ed il 2001 ed avrebbero avuto scadenza unificata al 31 dicembre 2006, anno per il quale la legge aveva disposto l'avvio effettivo della liberalizzazione del mercato. Solo successivamente, il legislatore comunitario ha prorogato l'avvio della liberalizzazione al 1o gennaio 2009;

a seguito di tali modifiche normative, le agenzie di recapito si sono trasformate da imprese libere che operavano in concessione, ad imprese che si trovavano ad operare in mono-committenza;

nel corso del 2006, tuttavia, il Consiglio di Stato si è pronunciato sui contratti esistenti tra Poste Italiane e le agenzie di recapito sostenendo l'impossibilità del loro rinnovo, poiché, essendo imminente l'apertura del mercato, le successive concessioni avrebbero dovuto essere affidate mediante gara ad evidenza pubblica;

un primo bando di gara lanciato da Poste Italiane per l'assegnazione di un'ampia parte di servizi di recapito fu sospeso a causa dell'intervento di partiti e sindacati, che chiedevano a Poste Italiane maggiori garanzie nell'applicazione della disciplina europea, soprattutto in riferimento alle piccole imprese di recapito che si sarebbero trovate senza più contratti;

nel 2007, si era giunti all'accordo tra il Ministero delle comunicazioni, Poste Italiane e le agenzie di recapito su un memorandum di intesa per definire il quadro transitorio per il 2007 e per avviare un nuovo bando di gara che prevedesse la divisione in piccoli lotti dell'appalto per aiutare l'affidamento alle piccole imprese di recapito del servizio di distribuzione e raccolta della corrispondenza e della posta e per servizi ausiliari in ambito urbano. L'appalto sarebbe durato fino al dicembre 2010;

con lo stesso memorandum, Poste Italiane si impegnava a prorogare le concessioni in essere fino al primo trimestre del 2008;

l'accordo prevedeva anche l'avvio di un tavolo di concertazione per individuare le possibili soluzioni volte allo sviluppo del settore postale, sia in chiave di maggiore efficienza che in chiave di apertura alla concorrenza, oltre che al mantenimento dei livelli occupazionali delle agenzie di recapito. Il tavolo avrebbe dovuto monitorare il rispetto degli impegni contrattuali da parte dei contraenti, ma non è mai stato avviato nei fatti;

la sottoscrizione dell'accordo da parte di Poste Italiane era stata subordinata alla rinuncia, da parte delle organizzazioni rappresentative delle agenzie di recapito, di non proseguire oltre i contenziosi pendenti; da ultimo c'è stata la segnalazione effettuata all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che aveva portato all'apertura di una istruttoria per verificare il possibile abuso di posizione dominante da parte di Poste Italiane;

nel 2008, l'estensione del contenuto dei servizi e le evoluzioni tecnologiche intervenute negli anni (la digitalizzazione di alcune tipologie di servizi ha reso più facile e diretto l'accesso del consumatore alla rete di Poste Italiane, senza bisogno di attività di intermediazione) ha fatto che si che Poste Italiane avviasse la ristrutturazione del sistema postale. Ciò ha ridimensionato il contenuto del bando di gara per l'anno 2008, comprendendo non solo il servizio raccomandate ma anche trasporti ed altro ed emarginando di fatto le piccole imprese di recapito ex concessionarie a favore di nuovi soggetti;

va rilevato che dal 2000 al 2008, i contratti di appalto affidati da Poste Italiane ai privati sono passati da circa 70 milioni di euro a 58 milioni di euro, fino ad assestarsi agli attuali 40 milioni di euro. Si tratta di una riduzione di circa il 40 per cento, che ha messo in forte stress le agenzie di recapito, spesso al limite della sopravvivenza;

contestualmente, a seguito della liberalizzazione del mercato, sono aumentati i soggetti che possono operare sul mercato. Tuttavia, a fronte della maggiore apertura alla concorrenza, non si è affermato un analogo livello di qualificazione e di tutela, essendo sufficiente all'accesso al mercato il solo versamento di una minima somma e non, piuttosto, il possesso di requisiti tali da garantire la solidità dell'impresa, la capacità gestionale e la tecnologia;

nel settore si trovano oggi ad operare tante imprese in regime di subappalto e in carenza di applicazione del contratto collettivo di settore;

la situazione di estrema difficoltà in cui versano oggi le agenzie di recapito richiede una soluzione urgente, poiché l'emissione dei nuovi bandi di gara da parte di Poste Italiane ha ulteriormente ridotto gli affidamenti fino a circa 28 milioni di euro, cosa che potrebbe causare serie ripercussioni sulle imprese, con conseguenze anche sull'occupazione,
impegna il Governo:


ad adottare tutte le iniziative necessarie a garantire un adeguato livello qualitativo dei servizi postali, tale da superare le inefficienze verificatesi negli ultimi anni;

ad intervenire presso Poste Italiane s.p.a. affinché le gare d'appalto per l'assegnazione dei servizi postali siano avviate in modo tale da garantire la partecipazione delle piccole imprese, secondo le modalità già individuate nel memorandum del 2007 tra il Ministero delle comunicazioni, Poste Italiane e le organizzazioni sindacali delle agenzie di recapito, anche in applicazione dei principi affermati dallo statuto delle imprese (legge 11 novembre 2011, n. 180) e volti a favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese agli appalti secondo i criteri individuati all'articolo 13 dello statuto stesso, nonché al fine di salvaguardare i livelli occupazionali del settore;

ad avviare concretamente il tavolo di concertazione previsto dallo stesso memorandum, quale luogo di confronto tra le parti interessate per individuare soluzioni idonee allo sviluppo del settore postale, senza tuttavia sacrificare le piccole imprese del recapito, già fortemente penalizzate dalle vicende vissute dal settore nel corso degli ultimi tredici anni.

(7-00861)«Bergamini».