ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00402

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 379 del 06/10/2010
Abbinamenti
Atto 7/00404 abbinato in data 26/10/2010
Atto 7/00412 abbinato in data 26/10/2010
Atto 7/00416 abbinato in data 26/10/2010
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00093
Firmatari
Primo firmatario: DI GIUSEPPE ANITA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 06/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 06/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
26/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/10/2010
BECCALOSSI VIVIANA POPOLO DELLA LIBERTA'
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 26/10/2010
GALAN GIANCARLO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/10/2010

DISCUSSIONE IL 26/10/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/10/2010

ACCOLTO IL 26/10/2010

PARERE GOVERNO IL 26/10/2010

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 26/10/2010

CONCLUSO IL 26/10/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00402
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
mercoledì 6 ottobre 2010, seduta n.379

La XIII Commissione,

premesso che:

nell'ambito del settore del pomodoro da industria, l'Italia è leader assoluto per i prodotti di qualità e di maggiore valore aggiunto, rimanendo all'avanguardia nell'innovazione di prodotto e di packaging: le industrie italiane di trasformazione del pomodoro, che sono poco meno di 200 con oltre 15.000 addetti e sono distribuite in due principali distretti (il distretto Centro-Nord localizzato tra Emilia e Lombardia e il distretto del Sud localizzato principalmente in Campania) trasformano circa l'80 per cento del pomodoro prodotto in Italia (circa 5 milioni di tonnellate nella campagna 2008) ed esportano le eccellenze del «made in Italy» (pelati, passata, polpa, sughi, concentrati) per oltre 750 milioni di euro nei Paesi dell'Unione europea;

il pomodoro da industria è una delle nostre più importanti produzioni; strategico per alcune regioni ma diffuso in quasi tutta Italia, con la Puglia, maggiore produttrice, seguita da Emilia Romagna e poi di seguito tutte le altre;

il comparto del pomodoro da industria soffre dello stesso problema che affligge il resto dell'agricoltura italiana, vale a dire una netta inferiorità contrattuale nei confronti dell'industria in generale, sia di quella di trasformazione, come in questo caso, sia di quella legata alla grande distribuzione;

le relazioni difficili, all'interno di questa filiera, sono ormai una costante da tantissimi anni e a questo punto non possono essere che affrontate con interventi e comportamenti incisivi e coerenti. Quanto è avvenuto negli anni è frutto di una programmazione carente, che ha alimentato comportamenti non corretti all'interno della filiera;

quella del pomodoro è una delle coltivazioni ortofrutticole a maggiore valore aggiunto per le aziende agricole del Meridione su cui ora rischiano di scaricarsi gli effetti negativi indotti da almeno due macrofattori: l'incremento delle superfici, quindi degli investimenti, e il prezzo non remunerativo imposto dalla parte industriale a quella agricola. Quest'ultima è particolarmente debole, dunque esposta alle manovre speculative che alcune industrie stanno attuando, riducendo le quantità di prodotto ritirato;

le elevate temperature meteo hanno fatto maturare il prodotto in anticipo rispetto al previsto e hanno stravolto il calendario concordato con l'industria conserviera, causando una sovrapproduzione;

a fronte di questa situazione i produttori stanno subendo una ulteriore penalizzazione a causa del mancato rispetto degli accordi contrattuali, a suo tempo stipulati dalle associazioni dei produttori con l'industria di trasformazione;

quintali di pomodori sono lasciati marcire nei campi perché le industrie che trasformano il prodotto non stanno rispettando gli impegni pattuiti con gli agricoltori sia nelle quantità sia nei prezzi a quintale;

quasi la metà del raccolto è ormai da buttare e gli agricoltori rischiano il tracollo e il rallentamento delle operazioni di ritiro dei pomodori pesa drasticamente sul calo del prezzo già contrattato;

la questione ha creato innumerevoli problemi soprattutto riguardo al rischio di vedersi togliere la parte di aiuto «accoppiato» legato alle produzioni medie regionali;

a fine agosto 2010, nel corso di una riunione svolta presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è emerso che senza il rispetto delle regole contrattuali il futuro dei produttori può essere solo quello di accettare le riduzioni imposte dall'industria che, forti anche della mancata prosecuzione dell'aiuto «accoppiato» per il prossimo anno, hanno messo in pratica comportamenti vessatori, imponendo prezzi molto al di sotto di quelli concordati (40 euro/tonnellate contro 70 euro /tonnellate);

fino al 2010, la normativa europea prevede l'erogazione di un sussidio alla produzione di pomodoro cosiddetto «accoppiató» ovvero che impone di fatto accordi tra produttori e industria di trasformazione, ma a partire dal 2011, ci sarà il passaggio all'aiuto «disaccoppiato» con l'erogazione di un contributo ad ettaro indipendentemente dal prodotto coltivato e dalla resa del terreno;

il comparto del pomodoro si trova infatti davanti a una sfida decisiva: nel 2010 si conclude la fase transitoria prevista dall'applicazione della nuova organizzazione comune di mercato (Ocm), e dal 2011 gli aiuti della Politica agricola comune per gli agricoltori saranno completamente disaccoppiati;

con questo cambiamento verranno meno anche altri elementi che fino ad ora hanno rappresentato un importante supporto, sia pure indiretto, per il buon funzionamento delle relazioni entro il comparto: il ruolo delle organizzazioni dei produttori (Op), le relazioni contrattuali tra queste e l'industria di trasformazione, le attività di supporto e controllo della pubblica amministrazione;

le cooperative aderenti a Fedagri-Confcooperative lamentano la «grave situazione» verificatasi al Sud e già oggetto di denunce esposte nei giorni scorsi da parte delle organizzazioni professionali agricole e dei produttori. «Prendendo a pretesto discutibili problemi qualitativi del prodotto, le industrie aderenti ad Anicav (l'Associazione degli industriali delle conserve alimentari vegetali) non rispettano i contratti sottoscritti pagando il pomodoro ai produttori agricoli, ancorché ritirato in quantità insufficienti, a prezzi notevolmente inferiori e addirittura concorrenziali con il pomodoro cinese, così come hanno sempre fatto quando il mondo agricolo è stato in difficoltà»;

a fronte di questa situazione anche il vicepresidente della Coldiretti ha precisato che alcuni industriali del Sud hanno minacciato di non ritirare il prodotto, se non a fronte di prezzi più bassi del contrattato, facendo leva sul fatto che il regime parzialmente accoppiato comporta l'obbligo, per il produttore, di consegnare una resa minima, per poter ottenere la parte accoppiata del premio;

sono stati anche evidenziati i problemi per il mancato rispetto delle rese minime previste per l'erogazione della parte accoppiata del premio (rese minime pari al 70 per cento della resa media storica di quella regione), in alcuni casi a causa di calamità naturali (precipitazioni o temperature troppo elevate), in altri a causa del mancato o rallentato ritiro da parte dell'industria;

il risultato - ha detto il vicepresidente Coldiretti - è una assurda situazione di un mercato a due velocità, dove gli industriali e le cooperative corrette, che pagano i prezzi pattuiti, devono sopportare la concorrenza sleale, non solo di chi trasforma il prodotto cinese in made in Italy, ma anche di chi pretende di produrre in Italia, ai prezzi che connotano l'industria cinese, per poi andare sullo scaffale con i prezzi italiani;
se si vuole mantenere una filiera efficiente è quindi necessario mettere in atto una seria programmazione della produzione di pomodoro da industria, una contrattazione sul prezzo partendo dai costi di produzione, decisa entro l'anno e non a campagna iniziata. È inoltre indispensabile definire regole di etichettatura che forniscano al consumatore le informazioni necessarie per poter scegliere consapevolmente cosa acquistare,
impegna il Governo:
ad intraprendere le opportune iniziative volte a contrastare la grave crisi del pomodoro da industria e a risolvere il problema delle rese minime per evitare che le imprese agricole, oltre ai danni derivanti dai comportamenti scorretti dell'industria, perdano anche la parte «accoppiata» del premio;

ad adottare misure a sostegno del redditi dei produttori e ad intervenire tempestivamente per definire le regole per la programmazione della campagna 2011 al fine di evitare ulteriori crisi del comparto pomodoro;

ad intraprendere le opportune iniziative volte a sostenere il vero made in Italy attraverso la creazione di una vera e propria filiera agricola tutta italiana, con l'obiettivo di combattere le inefficienze e le speculazioni, di assicurare acquisti convenienti alle famiglie e di sostenere il reddito degli agricoltori.


(7-00402) «Di Giuseppe, Rota».