ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08661

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 734 del 13/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: TRAPPOLINO CARLO EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 13/12/2012


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 13/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08661
presentata da
CARLO EMANUELE TRAPPOLINO
giovedì 13 dicembre 2012, seduta n.734

TRAPPOLINO e LULLI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

l'assetto proprietario di Poste italiane vede la partecipazione totalitaria del Ministero dell'economia e delle finanze;

il servizio postale assume, soprattutto nei piccoli e marginali centri urbani, una fondamentale funzione che non si limita all'offerta dei differenti servizi postali, ma si estende sempre più a servizi bancari: conti correnti, libretti di risparmio, carte di credito, carte prepagate, investimenti obbligazionari, oltre ai pagamenti delle pensioni;

il completamento del mercato interno dei servizi postali è stato raggiunto in termini legislativi nel 2008, con l'adozione della direttiva 2008/6/CE. L'apertura graduale del mercato e la liberalizzazione dei servizi postali comunitari sono entrati in una fase decisiva. Gli Stati membri sono tenuti a garantire la fornitura di servizi postali universali di elevata qualità e accessibili su tutto il territorio comunitario. La creazione di autorità nazionali di regolamentazione indipendenti è il pilastro principale della riforma postale comunitaria. La direttiva delinea inoltre il quadro normativo per la definizione, tra le altre cose, degli obblighi di servizio universale e dei principi tariffari, fissando regole comuni di trasparenza contabile per i fornitori di servizi universali, stabilendo e garantendo anche il rispetto delle norme di questo servizio;

la normativa comunitaria dispone inoltre che gli Stati membri debbano mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva in oggetto entro il 31 dicembre 2010;

con il decreto 1o ottobre 2008 del Ministero dello sviluppo economico sono state definite le «condizioni generali per l'espletamento del servizio postale universale». Tale contratto di programma per l'espletamento del servizio postale universale prevede, quale dovere di Poste italiane, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste. Lo Stato quindi, al fine di assicurare la fornitura su tutto il territorio nazionale delle prestazioni comprese nel servizio universale, versa ingenti contributi a Poste italiane spa;

il piano di ristrutturazione organizzativa del servizio postale, presentato da Poste italiane spa, prevede una diversa distribuzione sul territorio dei portalettere con rilevanti effetti negativi sull'occupazione e sulla regolarità del servizio, compromettendo una delle funzioni proprie della società poste e il concetto stesso del servizio universale per il quale lo Stato riconosce i relativi contributi proprio per assicurare la capillarità e la qualità del recapito postale;

il piano di riorganizzazione di poste italiane all'autorità prevede inoltre la chiusura di oltre 1.000 uffici postali sul territorio nazionale e l'annuncio di tale piano ha comprensibilmente sollevato diffuse proteste nel paese: L'ufficio postale è infatti ormai l'unico servizio pubblico rimasto nei luoghi più marginali, interni e disagiati, particolarmente necessario alle fasce più deboli e anziane della popolazione, oltre ad essere per antonomasia la struttura che soccorre all'esigenza di soddisfare talune necessità primarie là dove meno sono presenti altri servizi di comunità;

secondo le informazioni rese note dalle associazioni sindacali il piano determinerà il licenziamento di 1.765 lavoratori nel 2012 nelle sole regioni del Piemonte, dell'Emilia Romagna, delle Marche, della Toscana e della Basilicata, mentre con l'estensione del provvedimento a tutto il territorio nazionale nel 2013 la perdita di posti di lavoro sarà dell'ordine di 10-12.000 unità con la chiusura di circa 2.000 uffici postali e una riduzione del 50 per cento degli appalti;

la prevista riorganizzazione è stata annunciata nonostante i risultati di bilancio di Poste italiane spa nel 2011 siano positivi, con 846 milioni di utili e un risultato operativo pari a 1 miliardo a 641 milioni;

gli effetti negativi del processo di razionalizzazione del servizio, da parte della società Poste italiane spa sono ormai infatti evidenti in interi territori della nazione dove la società ha provveduto, nel tempo, a chiudere gli uffici postali e a ridurre gli orari di apertura degli sportelli, e non solamente nelle aree geograficamente più svantaggiate e marginali;

le segnalazioni dei disservizi postali sono ormai diffuse e non provengono più esclusivamente dai comuni più piccoli, ovvero quelli che storicamente sono i più difficili da servire, ma seri disagi sono segnalati sempre più spesso anche in aree più vaste e in città capoluogo;

per contrastare tale situazione di disagio, si sono moltiplicati gli interventi degli enti territoriali, di concerto con il tessuto associazionistico e produttivo locale, volti a scongiurare le numerose chiusure degli uffici e limitare il disimpegno del gruppo, i cui negoziati non stanno dando però una significativa inversione di tendenza;

appare evidente che il piano di ristrutturazione di Poste italiane spa non potrà così garantire, alla luce di quanto sopra esposto, i principi fondamentali previsti dal «servizio universale»;

al tempo stesso Poste italiane spa, nonostante gli attuali vantaggi dovuti alla logistica ed alla presenza sul territorio nazionale, non potrà conseguentemente essere in grado di cogliere tutte le occasioni per il rilancio di una funzione moderna di «recapito postale»: un settore che rivestirà, soprattutto in relazione all'integrazione con l'e-commerce e le nuove tecnologie, un ruolo strategico nei mercati interni ed internazionali;

appare quindi necessario un ripensamento complessivo del servizio postale nazionale dal momento che l'attuale monopolio sembra non corrispondere in maniera efficiente ed adeguata alle attuali necessità dei cittadini, ed anche in relazione ai processi di liberalizzazione inaugurati di principi della già citata direttiva 2008/6/CE;

sussistono comunque alcune norme, a livello nazionale, che incidono sulle possibilità di concorrenza nel comparto. In particolare il perimetro del servizio universale e la riserva in capo al fornitore del servizio universale per gli atti giudiziari, e le procedure relative alla cosiddetta «posta massiva»;

sarebbe opportuno perseguire, anche in Italia, nel rispetto dei principi di universalità, un modello di servizio postale capace di assicurare maggiore concorrenza ed efficienza, maggiore libertà di scelta per i consumatori e maggiori risparmi per lo Stato -:

se il Governo, alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga opportuno valutare la necessità di inaugurare un percorso efficace di liberalizzazione del settore postale, concertato con le associazioni sindacali, gli attori istituzionali, sociali, economici e produttivi di riferimento, capace di coniugare i principi di universalità, la concorrenza virtuosa, una maggiore qualità dei servizi, risparmi per la finanza pubblica nel rispetto delle direttive comunitarie del settore e assumendo l'iniziativa per rivedere ed adeguare, conseguentemente, le normative nazionali che possano impedirne la piena realizzazione.(5-08661)