ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08587

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 728 del 04/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: CONTENTO MANLIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COSTA ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/12/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08587
presentata da
MANLIO CONTENTO
martedì 4 dicembre 2012, seduta n.728

CONTENTO e COSTA. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

sul quotidiano on-line «Affari Italiani.it» di giovedì 29 novembre 2012, sono riportati alcuni stralci dell'ordinanza del Gip di Taranto riferita alle misure cautelari assunte nel corso delle indagini relative al caso dell'Ilva;

in particolare, si legge che vi sarebbero state forti pressioni su tal professor Giorgio Assennato, dirigente dell'Arpa regionale, al punto che «si profilava l'ipotesi di una sua mancata riconferma (...) su sollecitazione dei vertici ILVA che in tal senso ricevevano garanzie dal governatore Vendola» e che «in realtà Assennato veniva poi riconfermato proprio perché si era adeguato al volere dei Riva»;

addirittura vi sarebbe il riferimento ad una e-mail in cui tale Archinà confermerebbe ad un terzo che «Vendola è imbestialito nei confronti di Assennato» e che avrebbe sostenuto che «la politica ambientale della regione non è quella di fare la guerra all'Ilva» e che «non si deve ipotizzare una sia pur minima restrizione produttiva»;

seguono una serie di paragrafi ed i contenuti di una conversazione dalla lettura dei quali, secondo l'estensore dell'articolo, si ricaverebbero elementi idonei a dare «la prova dell'avvenuto intervento del presidente Vendola direttamente verso il professor Assennato»;

l'autore chiarisce, quindi, che il professor Assennato ha riferito di non aver mai ricevuto pressioni da Vendola, il quale «non risulta essere indagato»;

sulla scorta delle notizie di stampa, va altresì ricordata la vicenda relativa alla recente pronuncia di assoluzione di Vendola in ordine al reato di abuso di ufficio contestato al «governatore pugliese» con riferimento alla riapertura di un bando per la designazione di un primario che, sempre secondo l'accusa, sarebbe avvenuta per favorire un professionista dal medesimo sostenuto per occupare il posto messo a disposizione;

sempre la stampa, in ordine a tale pronuncia assolutoria, ha dato conto di un esposto proveniente da alcuni sostituti della procura di Bari, i quali avrebbero sollevato sospetti circa l'imparzialità del giudice investito del processo a carico del noto esponente politico a causa dei legami di amicizia coltivati con la sorella di quest'ultimo e con altri amici del di lei fratello;

è noto come il processo in questione si sia concluso con una sentenza di assoluzione, ma non è stato chiarito se il magistrato giudicante intrattenesse effettivamente quei rapporti di amicizia ed in che termini essi si esplicassero, circostanza assai singolare attesa la presa di posizione dei due sostituti denuncianti;

a fronte di tale segnalazione, diversi magistrati che operano presso quell'ufficio giudiziario, attraverso un apposito documento, hanno preso le difese del giudice in questione sostenendone l'assoluta correttezza;

la situazione, secondo l'interrogante, ha raggiunto livelli non più tollerabili dal momento che la vicenda, pur coinvolgendo direttamente gli uffici giudiziari locali, rischia di gettare discredito sull'intera magistratura e, in particolare, sul principio più prezioso che è quello della sua imparzialità;

se, come sta accadendo, all'esito di un'indagine condotta da alcuni magistrati, viene messa in discussione proprio l'imparzialità del giudice che ha pronunciato la sentenza di assoluzione nei confronti dell'imputato Vendola, vi è di che rimanere estremamente perplessi;

delle due, infatti, l'una: o le censure sollevate dai rappresentanti dell'accusa sono fondate e allora il giudice avrebbe dovuto astenersi sussistendo, a parere degli interroganti quelle «gravi ragioni di convenienza» previste dalla legge oppure non rispondono a verità con tutte le conseguenze del caso;

è, comunque, inaccettabile che nessun accertamento venga disposto al fine di chiarire i contorni della vicenda -:

se non intenda disporre un'ispezione presso gli uffici giudiziari coinvolti anche allo scopo di verificare la fondatezza o meno dei rilievi sollevati da alcuni sostituti procuratori nei confronti del giudice che ha pronunciato la sentenza di assoluzione nei confronti del Presidente della regione Puglia Nichi Vendola. (5-08587)