ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08462

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 720 del 20/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 19/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 19/11/2012
DE POLI ANTONIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 19/11/2012
POLI NEDO LORENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 19/11/2012
CALGARO MARCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 19/11/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08462
presentata da
PAOLA BINETTI
martedì 20 novembre 2012, seduta n.720

BINETTI, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DE POLI, POLI e CALGARO. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

si apprende da organi di stampa la vicenda di allucinante burocrazia che vede coinvolta la signora Michelina Bruschetta, morta a 56 anni, dopo atroci sofferenze durate circa tre anni, nel corso dei quali le venne diagnosticato il tumore: mesotelioma pleurico;

si tratta di una forma tumorale molto particolare, legata alla polvere d'amianto presente, un tempo, in molti prodotti utilizzati dalle parrucchiere: nei borotalchi, in alcuni solventi e coloranti, con cui la signora è da sempre venuta a contatto nel suo negozio a Treviso, dove per 34 anni ha gestito, assieme alla sorella Ivana, un salone per parrucchiera;

la signora Michelina è stata costretta a lasciare il suo lavoro, dal momento che fiaccata dalla chemioterapia non si reggeva in piedi, se non con l'aiuto della sorella. Al momento della richiesta dell'assegno di invalidità civile tre medici l'hanno visitata e lasciata andare. Ad aprile le sue condizioni si sono aggravate e il 18 giugno è morta;

solo il 7 novembre, è arrivata la lettera dell'Inps in cui si afferma molto chiaramente che la signora non può considerarsi invalida, che è in grado di «deambulare» e che la sua «capacità lavorativa» non è ridotta;

è evidente che la pensione d'invalidità non serve più a nessuno, ma a ferire i parenti della signora deceduta sono le motivazioni con cui i medici hanno bocciato la richiesta: «La commissione medica superiore riconosce l'interessato non invalido». Spiegando che la patologia non è «invalidante» e che la capacità lavorativa «non è ridotta»;

a distanza di due anni dall'inizio di pesantissimi interventi predisposti per ridurre risorse per le politiche sociali e per il fondo della non autosufficienza, è ormai chiaro a tutti che in questo modo si colpiscono bisogni essenziali e si compie un vero sterminio dei diritti delle persone con disabilità, delle persone anziane non autosufficienti e delle loro famiglie. È altrettanto evidente che la crisi economica si abbatte su di loro più pesantemente, costringendoli a pagare il doppio degli altri che non debbono affrontare costi rilevanti dovuti alla condizione di disabilità;

in un momento di lotta contro i falsi invalidi e di tagli per impedire che i veri invalidi siano penalizzati è importante un'efficace rete di controlli che si avvalga dei pareri di una commissione giudicatrice in grado di non penalizzare quanti hanno realmente bisogno -:

se siano a conoscenza di quanto elencato in premessa e quali iniziate urgenti, di propria competenza, intendano adottare per impedire il ripetersi di simili errori perpetuati ai danni di persone realmente bisognose. (5-08462)