CALLEGARI, FABI, FORCOLIN e GIDONI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
la filiera della frutta in guscio, in particolare del castagno, costituisce un segmento importante del comparto ortofrutticolo nazionale tanto che il nostro Paese è il terzo esportatore di castagne con una quota del 17 per cento in quantità e del 22 per cento in valore delle esportazioni mondiali;
sebbene dopo il secondo conflitto mondiale la coltivazione del castagno, che per i territori rurali ha costituito elemento essenziale per il sostentamento dei nuclei familiari con apporto di farina e legname, abbia attraversato un lungo periodo di crisi dovuto all'esodo rurale e al conseguente spopolamento delle campagne, a partire dagli anni Settanta si sono manifestati i primi segnali di recupero economico della coltura, anche in considerazione del prezioso ruolo svolto a presidio del territorio e dell'assetto idrogeologico;
da oltre dieci anni la castanicoltura nazionale è esposta ad un pericoloso parassita, il cinipide galligeno, o «vespa cinese» originario del nord della Cina e introdotto nel nostro Paese con materiale di propagazione infetto proveniente dal Giappone, che determina un arresto dello sviluppo delle gemme a cui consegue un consistente calo della produzione, stimata intorno al 60/80 per cento della resa di ogni castagno, la riduzione dello sviluppo vegetativo della pianta e il suo notevole deperimento;
nonostante le iniziative intraprese dal Ministero competente, quali l'attivazione di centri di moltiplicazione del parassitoide Torymus, antagonista del cinipide galligeno, l'istituzione di tavoli tecnici di coordinamento e il potenziamento dell'attività scientifica di ricerca, risulta sempre più difficile eradicare dal territorio nazionale l'organismo nocivo in argomento;
in alcune aree particolarmente vocate alla castanicoltura, quali molti territori ricompresi nel trevigiano e nell'alto veneto che vantano riconoscimenti DOP e IGP, i produttori denunciano un vero e proprio disastro biologico con raccolti decimati rispetto agli anni precedenti e il rischio di dover abbandonare i castagneti con pesanti ripercussioni, oltre che sotto il profilo economico, anche sotto quello sociale e ambientale -:
di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione ai fatti espressi in premessa e quali ulteriori iniziative intenda attivare per sostenere le numerose aziende del settore castanicolo, anche al fine di evitare fenomeni di abbandono della coltura con grave pregiudizio dell'equilibrio idrogeologico delle aree interessate. (5-08370)