BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa lo scorso 6 settembre un detenuto di 71 anni, Luigi D.S., si è suicidato impiccandosi con un lenzuolo all'interno della sua cella singola, nel braccio G 8 del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso;
l'uomo, originario di Paliano (in provincia di Frosinone), si trovava in carcere per scontare una condanna definitiva a 14 anni di reclusione per un omicidio compiuto nel 2005. Affetto da problemi respiratori, il detenuto aveva un fine pena fissato per il 2015;
sulla vicenda il garante dei diritti dei detenuti della regione Lazio ha dichiarato: «È l'ennesimo dramma della solitudine in carcere che siamo costretti a commentare in questo difficile anno; tredici decessi in questo 2012, fra cui quattro suicidi, sono la spia di un estremo disagio fisico e psicologico che si vive all'interno degli istituti di pena della nostra Regione dove, ormai, il numero dei detenuti presenti continua a crescere senza sosta. In queste condizioni è estremamente difficile per gli agenti di polizia penitenziaria, per i volontari e per gli altri operatori presenti in carcere riconoscere i segni e prevenire il disagio interiore che vivono gli anziani e le altre categorie più fragili di detenuti. Un disagio che, a volte, può far sembrare la morte la via di uscita più facile»;
mentre la prima firmataria del presente atto stava scrivendo la premessa è giunta la notizia che, sempre a Rebibbia, un altro detenuto in età avanzata si era tolto la vita; così veniva riportata sul sito www.clandestinoweb.it: «Un altro caso di suicidio sempre nel penitenziario di Rebibbia è stato invece segnalato dal Garante dei detenuti di Roma Capitale, Filippo Pegorari che racconta: "Un detenuto di 75 anni che si trovava al nuovo complesso di Rebibbia e che aveva ottenuto i domiciliari, poco prima di usufruire del beneficio si è suicidato. La notizia ha sconvolto tutti - prosegue - non soltanto i compagni di reparto ma anche la direzione carceraria che visto l'età del detenuto e la salute dello stesso erano contenti che l'uomo potesse tornare a casa. Non conosciamo ancora i motivi del gesto dell'uomo ma la sua morte addolora tutti"»;
in totale, sono 38 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane in questi primi otto mesi dell'anno -:
quali iniziative siano state adottate dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per assicurare l'incolumità dei due detenuti, se fosse garantita la sorveglianza all'interno dell'istituto di pena in questione e se, con riferimento ai due suicidi, non siano ravvisabili profili di responsabilità in capo al personale penitenziario;
con chi dividessero la cella e di quanti metri quadrati disponessero i detenuti morti suicidi;
se i due detenuti fossero alloggiati all'interno di celle rispondenti a requisiti di sanità e igiene;
se nel corso della detenzione i due detenuti fossero stati identificati come potenziali suicidi e, nel caso, se fossero tenuti sotto un programma di osservazione speciale;
quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso;
quali siano le condizioni umane e sociali degli istituti di pena laziali, in particolare se non ritenga di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a ripristinare il rispetto della legge costituzionale e ordinaria, nonché dell'ordinamento e dei regolamenti penitenziari, all'interno delle strutture penitenziarie laziali, contrastando il pesante sovraffollamento e ampliando la dotazione del personale di polizia penitenziaria e di quello addetto ai servizi di assistenza e sostegno psicologico.(5-08317)