ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08314

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/17489
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08314
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


il 24 agosto 2012, la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale di Sciacca (AG), accompagnata dagli esponenti radicali di Palermo e Catania, Donatella Corleo e Gianmarco Ciccarelli;


il carcere è allocato nell'ex convento dei carmelitani, una struttura del XIII secolo in pieno centro cittadino;


la visita ha avuto una durata di 3 ore e 50 minuti; la delegazione è stata ricevuta e accompagnata dal comandante di polizia penitenziaria Giovanni La Sala; non era presente il direttore dell'istituto Giuseppe Russo, che dirige anche la casa circondariale di Agrigento;


il penitenziario ospita detenuti di sesso maschile in regime di media sicurezza; i detenuti presenti sono 91, a fronte di una capienza regolamentare che attualmente è di 80 posti, tenendo in considerazione la riduzione di 15 posti regolamentari derivante dalla circostanza che tre stanze detentive sono da tempo inagibili; risulta non corretto, pertanto, il dato presente nella statistica pubblicata sul sito del ministero della giustizia («Detenuti italiani e stranieri presenti e capienze per istituto - 30 giugno 2012») che attribuisce alla casa circondariale di Sciacca una capienza regolamentare di 92 posti;


i detenuti stranieri sono 24; con riferimento alla posizione giuridica, sono 11 i detenuti in attesa di primo giudizio, 8 gli appellanti, 6 i ricorrenti, 61 quelli che scontano una condanna definitiva (a pene brevi, «non oltre i 2 o 3 anni», secondo quanto riferito dal comandante);


nell'istituto si registra una grave carenza di agenti di polizia penitenziaria: la pianta organica prevede 61 unità, gli agenti assegnati sono 56, a cui vanno ulteriormente sottratte 9 unità (8 distaccati per mandato politico più un caso di malattia di lungo corso), per cui gli agenti effettivamente in servizio sono 47; «abbiamo ciclicamente picchi di forte criticità legati al rinnovo dei consigli comunali», riferisce il comandante, che aggiunge: «inoltre c'è una criticità organizzativa legata alla ripartizione delle figure, ad esempio abbiamo soltanto due ispettori e due sovrintendenti»; il deficit di organico di polizia penitenziaria incide sull'organizzazione del lavoro e si ripercuote negativamente sulla vita dei detenuti e sulla vita degli stessi agenti, costretti a operare in condizioni di stress per fare fronte a un notevole carico di lavoro;


il nucleo traduzioni di riferimento è quello di Agrigento; «se è necessario effettuare un ricovero di un detenuto, provvede il nucleo di Agrigento; in caso di ricovero urgente si procede con personale in servizio in questo istituto, chiamando il 118 e approntando un servizio di scorta: è un problema specialmente nei giorni festivi», spiega il comandante;


all'interno dell'istituto è presente un'infermeria ma non c'è personale sanitario insediato h24: se un detenuto ha bisogno di assistenza medica durante la notte si fa ricorso alla guardia medica esterna;


gli educatori sono 2, uno di ruolo e uno in missione per tre volte alla settimana;


soltanto uno psicologo è presente in sede una volta alla settimana (il mercoledì) per 2-3 ore;


i detenuti tossicodipendenti sono 7 o 8; non sono presenti detenuti affetti da patologie di tipo psichiatrico, «ma ne abbiamo avuti, sono stati trasferiti recentemente», riferisce il comandante;


le ore d'aria sono 4 al giorno; la socialità è prevista per 3 ore alla settimana;


i detenuti che lavorano sono 9-10, con turnazione: si tratta esclusivamente di lavori alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria;


sono attive classi di scuola elementare e media e corsi di ceramica, elettricista, bottega dell'arte e caseificio;


la casa circondariale di Sciacca ospita detenuti trasferiti «per sfollamento» da penitenziari di altre regioni: «sono presenti detenuti pugliesi, campani, e anche stranieri provenienti da carceri del nord Italia; recentemente abbiamo avuto uno sfollamento da Poggioreale», riferisce il comandante;


l'inadeguatezza strutturale è uno degli aspetti problematici di questo penitenziario: «gli spazi non sono nati per ospitare persone, la struttura essendo vecchia ha bisogno di manutenzione gravosa», sottolinea il comandante;


all'interno della struttura, sebbene vi sia un chiostro, non è presente un'area verde attrezzata per il colloquio dei detenuti con i familiari minorenni;


l'area esterna (il cosiddetto passeggio) dove i detenuti trascorrono le ore d'aria è un cortile privo di copertura, con un rubinetto e un wc alla turca in pessime condizioni; un altro cortile-passeggio è inagibile dallo scorso inverno a causa della caduta di calcinacci;


la delegazione si sofferma nel passeggio a colloquiare con i detenuti;


molti lamentano le condizioni in cui sono costretti a vivere: «i bagni sono privi di tetto; in cella abbiamo l'acqua col contagocce e non c'è l'acqua calda; possiamo fare la doccia soltanto tre volte alla settimana; andate a guardare i cubicoli della seconda sezione: sono scatolette di tonno»;


una delle rimostranze più ricorrenti riguarda la figura del magistrato del sorveglianza: «io non l'ho mai visto», afferma un detenuto; «viene una volta all'anno», dice un altro; alcuni detenuti sottolineano il ritardo con cui viene concesso il benefìcio della liberazione anticipata: «i giorni di liberazione anticipata arrivano anche un anno dopo che abbiamo fatto la richiesta»; «il magistrato di sorveglianza rigetta anche se le relazioni dell'educatore e dello psicologo sono positive», lamentano altri;


F.I.trasferito a Sciacca il 5 maggio 2012 «per sfollamento» dal carcere di Napoli Poggioreale, riferisce di soffrire molto per la lontananza dalla famiglia che risiede a Torre Annunziata (Napoli): «mia moglie è disoccupata e ho tre figli piccoli, di 8 anni, 3 anni e l'ultimo di appena 8 mesi; in Sicilia non ho mai effettuato colloqui: così il mio reato non lo pago solo io, lo paghiamo in 5 persone; nel mese di giugno ho fatto domanda per essere trasferito in un istituto campano, ho allegato anche lo stato di famiglia, tornerei perfino nell'inferno di Poggioreale pur di stare vicino a mia moglie e ai miei figli»;


anche R.F. è stato trasferito a Sciacca dal carcere di Napoli e ha due figli minori, di 10 e 11 anni: «vorrei un avvicinamento, è difficile che la famiglia possa venire qui a fare i colloqui»;


M.Q. detenuto definitivo con un residuo di pena da scontare di un anno e 4 mesi, si è visto rigettare l'istanza presentata ai sensi della legge n. 199 del 2010 (e successive modifiche); M.Q. lamenta carenze nell'assistenza medica: «ho un'ernia inguinale e una frattura del ginocchio, da 8 mesi aspetto per questi due interventi, qui l'area sanitaria non funziona»;


V.N. riferisce di non vedere la moglie dal 2010: «mia moglie è agli arresti domiciliari, quindi non possiamo fare colloqui: non la vedo da 2 anni e mezzo»;


P.O. è un detenuto definitivo con un residuo pena di 11 mesi: «se consideriamo i giorni di liberazione anticipata mi mancano solo 7 mesi, a Napoli ero permessante, il 30 giugno ho fatto richiesta per la legge 199, per scontare quello che mi resta nel mio domicilio: proprio oggi mi è arrivato il rigetto»;


D.M. detenuto di Taranto trasferito a Sciacca dal carcere di Bari nel dicembre 2010, lamenta di non aver mai ricevuto alcuna risposta alle numerose istanze di trasferimento nel carcere di Taranto, città in cui risiede anche la figlia di 7 anni: «vorrei tornare a Taranto per stare vicino a mia figlia di 7 anni che non sta bene: rifiuta di mangiare ed è stata ricoverata; ho fatto tante domande, la prima più di un anno fa, nell'ultima domanda ho allegato anche la cartella clinica della bambina, non ho mai ricevuto risposta»;


N.M. detenuto tunisino con un residuo di pena da scontare di 2 anni e mezzo, si trova nella casa circondariale di Sciacca da 10 mesi e racconta di non aver mai lavorato e di non avere i soldi nemmeno per comprare il mangiare e le sigarette; questo detenuto ha fatto richiesta di trasferimento nel vicino carcere di Castelvetrano, dove sono detenuti il padre e il fratello: «ho fatto la domanda un mese e mezzo fa, ancora nessuna risposta, se il trasferimento non è possibile almeno vorrei poter fare un colloquio con mio padre e mio fratello»; N.M. inoltre afferma di non aver potuto effettuare telefonate in Tunisia; «ho mandato il foglio con il contratto la fotocopia della carta d'identità, ma ancora non riesco a telefonare»; P.D'A. detenuto napoletano trasferito a Sciacca il 19 maggio dal carcere di Poggioreale, ha il fine pena nel mese di aprile 2013 e lamenta di non aver ricevuto alcuna risposta alle istanze presentate per scontare il residuo della pena presso il proprio domicilio, ai sensi della legge 199 del 2010: «ho presentato la domanda 2 mesi fa, quando ero già in questo carcere; avevo presentato una domanda anche prima, quando mi trovavo a Napoli, ma non hanno mai risposto»;


M.V.D. detenuto rumeno ormai prossimo alla liberazione, lamenta difficoltà a ottenere permessi: «vorrei un permesso, ma l'educatore non mi ha chiuso la sintesi»;


un altro detenuto afferma: «l'educatore tutto sommato funziona, il problema è il magistrato di sorveglianza: è completamente assente»;


D.M. detenuto catanese proveniente dal carcere di Trapani, ha fatto istanza per essere trasferito in un istituto in cui poter proseguire il suo percorso scolastico: «a Trapani frequentavo l'istituto tecnico commerciale, sono stato ammesso al terzo anno e a settembre vorrei iniziare il corso scolastico, per questo ho chiesto il trasferimento ad Augusta, a Noto o ad Agrigento, vorrei utilizzare il tempo in carcere almeno per poter studiare»;


T.M. detenuto tossicodipendente con due figli di 6 e 7 anni, vorrebbe andare in una comunità e riferisce di aver presentato un'apposita domanda;


C.C. riferisce di essere stato sfollato dal carcere Ucciardone di Palermo, dove vorrebbe tornare per stare vicino alla famiglia;


la delegazione visita gli ambienti detentivi;


al primo piano sono ubicate le sezioni prima e seconda; in questo stesso piano sono presenti la cappella, la saletta per la socialità, la saletta per l'educatore e lo psicologo, la saletta per i corsi, la saletta che ospita le classi elementare e media e la stanza del medico (l'infermeria invece si trova al piano terra);


la prima sezione si compone di 4 celle che si affacciano su un corridoio stretto; tutte le celle di questa sezione sono sprovviste di doccia, in violazione dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000; il vano bagno, ricavato all'interno delle celle, è sprovvisto di finestra e di tetto;


le condizioni strutturali sono fatiscenti e in più parti l'intonaco è scrostato a causa dell'umidità;


alle finestre delle celle sono applicati vetri opachi che impediscono la visuale esterna e limitano sensibilmente l'ingresso di luce naturale e la circolazione di aria;


la cella n. 1 ospita 5 detenuti sistemati in 2 letti a castello a tre piani;


in questa cella, così come in tutte le altre, l'acqua del rubinetto scorre e si riversa dentro un fusto: «l'acqua è razionata, così la accumuliamo dentro questo bidone», spiegano i detenuti; gli agenti confermano: «l'acqua ha orari di erogazione, noi forniamo i fusti ai detenuti per agevolarli, per fare in modo che abbiano sempre un po' di acqua a disposizione»;


nella cella n. 4 sono ristretti 6 detenuti;


A.P. detenuto catanese definitivo arrestato nel 2007 e condannato a una pena superiore a 9 anni di reclusione, è stato sfollato a Sciacca dal carcere Pagliarelli di Palermo nello scorso mese di marzo; A.P. lamenta di essersi visto rigettare la domanda di trasferimento in una casa di reclusione: «ho fatto richiesta per andare in un carcere penale, ad Augusta o a Noto, ma mi è stata rigettata; qui la socialità si fa soltanto 2 volte alla settimana; faccio un colloquio ogni 2-3 mesi, ho un figlio di 9 anni che non vedo da 5 anni»;


C.A. è stato trasferito nel carcere di Sciacca da circa un mese: «provengo da Poggioreale, mi hanno mandato qua per sovraffollamento ma io vorrei tornare a Poggioreale, per la vicinanza, per fare i colloqui»;


anche questi detenuti lamentano la carenza idrica: «l'acqua c'è a intervalli, è giusto»; un detenuto evidenzia la condizione degli sgabelli: «guardate qua, sono rotti, ci si può anche tagliare una gamba, guardate in quale stato siamo»;


nella cella n. 2 sono ristretti 5 detenuti;


nella cella n. 3 sono ristretti 8 detenuti; facendo riferimento al fatto che il vano con il wc non sia dotato di tetto, un detenuto afferma: «quando noi mangiamo e qualcuno è in bagno, sentiamo tutto»; un detenuto riferisce di soffrire di asma e sottolinea la presenza dei pannelli opachi applicati alle finestre: «c'è poca luce, l'aria non passa»;


una nota positiva è che non si segnalano criticità con riferimento ai prezzi del sopravitto: «di recente sono stati inseriti anche prodotti sottomarca», riferisce il comandante;


la seconda sezione si compone di 18 celle: 12 piccole cellette (i cosiddetti «cubicoli»), di cui 1 inagibile, e 6 celle più ampie; tutte le celle di questa sezione sono sprovviste di doccia; anche in questa sezione i detenuti raccolgono l'acqua nei bidoni; le condizioni strutturali sono fatiscenti;


i cubicoli sono cellette buie e anguste di circa 6 metri quadrati, ospitano 2 detenuti in un letto a castello, hanno il wc «aperto» (cioè senza tetto né porta, ma solo con un muretto divisorio) e le finestre ostruite da bocche di lupo in cemento; il cubicolo n. 11 è utilizzato come cella d'isolamento e ha il wc alla turca a vista (non è presente nemmeno il muretto divisore); il cubicolo n. 12 è di dimensioni ancora più ridotte: anche in questa celletta, di circa 4 metri quadrati (2,75 metri x 1,50 metri), sono ristretti 2 detenuti;


le altre celle, poste sull'altro lato del corridoio di fronte ai cubicoli, sono più ampie e si affacciano sul chiostro interno; in tutte, il vano con il wc non è dotato di tetto;


la «stanza» n. 12 ospita 7 detenuti;


L.G. detenuto napoletano trasferito il 24 luglio 2012, dal carcere Poggioreale «per sfollamento», ha 2 figli (di cui uno minorenne) che non ha più visto da quando si trova recluso nel carcere di Sciacca: «qui non penso che farò mai colloqui, è troppo lontano per la mia famiglia»; L.G. è ricorrente in Cassazione e lamenta i tempi eccessivamente lunghi della giustizia: «è da un anno ormai che attendo la sentenza della Cassazione»;


nella cella n. 13 sono ristretti 3 detenuti;


anche la cella n. 14 ospita 3 detenuti;


F.F. subito un intervento chirurgico al polso sinistro che si è fratturato a causa di una caduta mentre tentava di salire sul letto a castello: «l'incidente è accaduto alle 23,30 e mi hanno portato in ospedale alle 12, dell'indomani; mi hanno messo una placca, adesso ho un chiodo che mi devono tirare»;


nella cella n. 15 sono ristretti 3 detenuti;

nella cella n. 16 sono ristretti 6 detenuti;

anche nella cella n. 17 sono ristretti 6 detenuti;


i detenuti lamentano: «ci manca anche l'acqua, siamo costretti a fare le scorte con i bidoni»; secondo quanto riferito, l'acqua viene erogata per circa un'ora tre volte al giorno: alle 7, alle 9 e alle 12,30;


C.R. presentato istanza di trasferimento a Brucoli per sfruttare i 4 anni di pena che gli rimangono e completare così il corso di perito elettronico;


la doccia comune, utilizzata sia dai detenuti della prima sezione che da quelli della seconda, consta di 8 postazioni (di cui una non funzionante); l'utilizzo è consentito 3 volte alla settimana; anche alla finestra della doccia sono applicati, oltre alle sbarre, pannelli opachi; le condizioni di manutenzione sono buone; secondo quanto affermato da un agente, «il problema è questo pannello che limita l'aerazione e non consente il ricambio dell'aria e quindi all'interno della doccia si crea molto vapore acqueo»;


interpellato con riferimento alle ispezioni semestrali che la ASL è tenuta ad effettuare per verificare le condizioni igienico-sanitarie, il comandante afferma: «non so, a me non risulta, però magari sono venuti quando io non ero in sede»;


la delegazione si reca al secondo piano e visita la terza sezione, ristrutturata circa 10 anni fa; questa sezione, l'unica con le docce in cella, si compone di 5 celle di cui soltanto 3 aperte e altre 2 chiuse perché in attesa di collaudo; anche nelle celle di questa sezione il vano bagno è sprovvisto di tetto e alle finestre sono applicati, oltre alle sbarre, pannelli opachi;


nella cella n. 1 sono ristretti 3 detenuti sistemati in un letto a castello a 3 piani;

nella cella n. 2 sono ristretti 3 detenuti;

nella cella n. 5 sono ristretti 10 detenuti;


un detenuto lamenta: «c'è sempre puzza, la cassetta del wc non funziona da 7 mesi»;


G.B. detenuto tunisino, afferma: «mi hanno portato qua da 3 giorni, prima sono stato 10 giorni a Regina Coeli, ancora non ho parlato con un avvocato, non so nemmeno perché sono in carcere»;


B.B. detenuto tunisino, riferisce di essere ancora in attesa dei giorni di liberazione anticipata relativi a 5 semestri: «per questo grande ritardo, 4 mesi fa ho fatto ricorso al tribunale di sorveglianza di Palermo e ancora non mi è arrivata nessuna risposta, né un rigetto né accettazione»;


«fate in modo che si possa ascoltare anche qui Radio Radicale, per noi è importante», affermano i detenuti;


la sala colloqui, in cui è ancora presente il muretto divisore con il vetro, è molto piccola e anche qui alle finestre sono applicati, oltre alle sbarre, pannelli opachi che limitano l'ingresso di luce naturale e non consentono una adeguata circolazione dell'aria;


la delegazione visita la caserma degli agenti; le stanze non hanno il bagno in camera, sono presenti 2 bagni comuni con docce; anche quest'ambiente avrebbe bisogno di una sistemazione;


il rapporto fra i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria è molto buono; il comandante e gli agenti operano con abnegazione e grande professionalità, nonostante siano costretti a lavorare in una situazione difficile a causa della carenza di risorse umane e finanziarie: «facciamo quello che possiamo con risorse praticamente inesistenti», afferma il comandante; le telecamere di sicurezza non funzionano da circa 7 anni; nella casa circondariale di Sciacca non ci sono i soldi nemmeno per acquistare l'inchiostro per i timbri, tant'è gli agenti sono costretti ad utilizzare un bicchiere d'acqua in luogo del tampone: «qui siamo arrivati, altro che spending review», afferma con amarezza un agente -:


quale sia effettivamente la capienza regolamentare del carcere di Sciacca e cosa intenda fare per urgentemente riportare la popolazione detenuta ai livelli di ricettività legali, secondo quanto previsto dall'ordinamento penitenziario e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo;


cosa intenda fare per rimuovere le situazioni strutturali del carcere di Sciacca non conformi alle norme di legge, tenuto presente che alcune criticità evidenziate in premessa rischiano di mettere in pericolo la salute e la vita del personale e dei detenuti; in particolare, quando verrà abbattuto il muretto divisorio della sala colloqui e quando la stessa verrà ristrutturata; quando verranno ristrutturate le stanze da bagno, visto che, oltre ad essere indecenti, sono prive del soffitto; quando verranno rimossi dalle celle e dagli altri luoghi frequentati dai detenuti i pannelli opachi che limitano l'ingresso di luce e aria nelle stanze di detenzione; quando verrà predisposta l'area verde;


a quando risalga e cosa vi sia scritto nell'ultima relazione della ASL di competenza in merito alle condizioni strutturali dell'edificio del carcere anche sotto il profilo igienico-sanitario;


se intenda immediatamente provvedere a stanziare fondi per il regolare approvvigionamento idrico, per la manutenzione straordinaria così da fronteggiare i problemi più urgenti e se intenda ripristinare i fondi pressoché inesistenti della manutenzione ordinaria;


cosa intenda fare per incrementare il budget destinato alle attività trattamentali e all'assistenza psicologica e per rafforzare l'area educativa;


quanto al Corpo degli agenti di polizia penitenziaria, se intenda intervenire per ripristinare l'organico e per risistemare la caserma agenti;


se intenda in qualche modo intervenire per quanto di competenza affinché sia effettivamente assicurata l'assistenza legale ai detenuti, soprattutto stranieri, sprovvisti di avvocati di fiducia;


se intenda rivedere la politica degli «sfollamenti» che allontanano i detenuti dal loro ambiente familiare in aperta violazione di quanto previsto dall'ordinamento penitenziario;


cosa intenda fare in relazione ai casi segnalati in premessa. (5-08314)