BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il 16 marzo 2011, il quotidiano La Città di Salerno ha riportato una notizia che faceva riferimento ad una lettera inviata al giornale dai detenuti tossicodipendenti del carcere Fuorni di Salerno;
nell'articolo intitolato «Lettere: i detenuti tossicodipendenti di Salerno; qui non è garantito il diritto alla salute» si leggeva: «Il diritto alla salute è un diritto non garantito ai carcerati». È un disperato appello quello che arriva dai carcerati della seconda sezione tossicodipendenti del carcere di Salerno. «Siamo costretti in otto in una cella di pochi metri quadrati per oltre 22 ore al giorno - scrivono tre detenuti in una lettera al nostro giornale. Siamo costretti a subire intimidazioni e minacce, mentre noi vorremmo solo riuscire, con l'aiuto delle istituzioni competenti, ad uscire dal tunnel della droga ed avere una vita migliore, ma tutto questo non è possibile», I detenuti sottolineano come il carcere sia «una non risposta» delle istituzioni ai problemi sociali. Un luogo, tra l'altro, «con condizioni disumane, senza la possibilità di essere visitati e curati dai medici. Veniamo rinchiusi in una cella come si fa in un canile e spesso abbandonati a noi stessi, calpestando la nostra dignità». Ma, anche in una struttura carceraria, la salute dovrebbe essere un diritto garantito ad ogni individuo. In particolare per persone tossicodipendenti che necessitano di maggiore attenzione.»;
già nella visita ispettiva effettuata il 19 aprile del 2010, la prima firmataria del presente atto aveva rappresentato al Ministro della giustizia le difficilissime condizioni di vita all'interno del carcere salernitano e, in particolare, dello stato in cui si trovavano (e, a quanto pare, si trovano ancora) i detenuti tossicodipendenti;
nell'interrogazione del 4 maggio del 2010 n. 4-07052 (che a distanza di quasi un anno non ha ancora ricevuto risposta), l'interrogante rimarcava in particolar modo la condizione di forte sofferenza fisica e psicologica in cui si trovavano i detenuti tossicodipendenti che allora erano 91 su 501 ristretti; nell'interrogazione, si chiedeva «se e quali urgenti iniziative di carattere normativo e/o amministrativo il governo intendesse adottare al fine di creare i cosiddetti istituti di custodia attenuata per i detenuti tossicodipendenti, così come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio del 2010» e «se non ritenesse necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una "detenzione giusta", rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso, istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio delle morti violente e le altre emergenze legate ai disagi psicologici dei detenuti, in specie di quelli tossicodipendenti»;
purtroppo, non solo le domande rivolte al Governo non hanno avuto risposta, ma per quel che riguarda i tossicodipendenti le condizioni sembrano addirittura peggiorate se corrisponde al vero che questa tipologia di detenuti trascorre in cella ben 22 ore al giorno, che questa permanenza è in spazi angusti di pochi metri quadrati e che l'assistenza sanitaria è del tutto carente -:
se quanto riportato in premessa corrisponda al vero;
cosa intenda fare per assicurare il rispetto dei diritti umani dei detenuti tossicodipendenti nel carcere di Fuorni e, più in generale negli istituti penitenziari italiani tenuto conto degli impegni presi con la mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio del 2010. (5-08288)