ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08269

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/10413
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08269
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato dall'Osservatorio permanente sulle morti in carcere composto da Radicali italiani, Antigone, A buon diritto, Il Detenuto ignoto, Ristretti orizzonti e Radio carcere, il 13 gennaio 2011 il detenuto Michele Massaro, 23enne, si è suicidato nel carcere Capanne di Perugia inalando il gas di una bomboletta da camping. L'uomo era detenuto nel carcere umbro dallo scorso mese di ottobre, quando i carabinieri lo prelevarono dalla comunità terapeutica nella quale era ricoverato;

i trascorsi da tossicodipendente ed i reati «contro il patrimonio», che spesso contrassegnano l'esistenza di chi deve procurarsi i soldi per la «dose», avevano fatto accumulare a Michele Massaro una pena che considerava sproporzionata: 8 anni, troppi per avere una misura alternativa, ma per lui troppi anche da trascorrere in una cella, evidentemente;

Massaro ha approfittato del cosiddetto momento di «socialità» in cui l'altro detenuto è uscito, forse uno dei pochi in cui la vittima è stata lasciata completamente sola nelle ultime settimane, per togliersi la vita;

in seguito al fax inviato dal suo legale alla direzione del carcere di Capanne - comunicazione avvenuta dopo l'incontro coi familiari sconvolti, ai quali era stato confidato l'intento suicida da Michele - il giovane era seguito dal personale con un'attenzione maggiore. Lui, che si era sempre mostrato passivo e quasi per niente coinvolto nelle attività ricreative dell'istituto penitenziario, è stato portato via - dopo che il medico legale Sergio Pantuso Scalise ne ha constatato il decesso - nel silenzio rispettoso dei detenuti del braccio maschile;

da inizio anno, in soli 12 giorni, salgono così a 6 i detenuti «morti di carcere»: il più «anziano» aveva 35 anni, Michele Massaro era il più giovane. Due si sono suicidati, gli altri 4 sono morti per «infarto»;

nel carcere di Perugia l'ultimo decesso risaliva all'ottobre 2007, quando Aldo Bianzino - falegname arrestato per il possesso di alcune piante di marijuana - fu trovato morto in cella in circostanze mai del tutto chiarite (la procura ha recentemente archiviato il relativo fascicolo, che come ipotesi di reato riportava «omicidio volontario contro ignoti») -:

se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa di competenza al fine di capire, anche attraverso l'avvio di un'indagine, se vi siano responsabilità del personale penitenziario in ordine al suicidio del detenuto Michele Massaro;

se e che tipo di sostegno psicologico fosse stato predisposto nei confronti del detenuto;

quanti siano gli psicologi e gli educatori effettivamente in servizio presso il carcere Capanne di Perugia e quanti quelli previsti in pianta organica;

se non intendano adottare le opportune iniziative normative al fine di istituire gli istituti a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti;

se non si intendano immediatamente stanziare fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti in modo che il carcere non sia solo un luogo di espiazione e di afflizione ma diventi soprattutto un luogo, attraverso attività culturali, lavorative e sociali, in cui i detenuti possano avviare un percorso concreto per essere reinseriti a pieno titolo nella società. (5-08269)