BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa DIRE del 16 febbraio 2011, un giovane italiano di 30 anni, internato nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, avrebbe tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene;
la notizia è stata data dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (SAPPE) in una nota nella quale è scritto che il giovane «è stato salvato solo grazie all'intervento di un agente della Polizia penitenziaria che non vedendolo durante il consueto giro di controllo si è insospettito, è entrato nella stanza e lo ha trovato nel letto, coperto dalle lenzuola e in una pozza di sangue. L'uomo si era tagliato le vene ed era in fin di vita ma grazie all'intervento immediato prima dell'agente e poi del personale medico, è riuscito a salvarsi»;
sempre secondo quanto riferito dal SAPPE, non era la prima volta che il trentenne tentava il suicidio. Secondo il sindacato dei baschi azzurri, nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia vi è carenza di organico e sovraffollamento;
l'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, una delle sei strutture presenti in Italia, ospita circa 300 internati, a fronte di una capienza di circa 150 posti. Gli agenti in servizio sono circa 80, mentre ne sono previsti 120. All'interno della predetta struttura è in atto il progetto sperimentale che prevede la gestione totale del personale medico e paramedico, mentre la Polizia penitenziaria si dovrebbe occupare solo della sicurezza. Così non è, atteso che cinque reparti sono totalmente affidati al personale medico e paramedico, mentre uno è ancora gestito dalla Polizia penitenziaria, la quale spesso si trova di fronte a soggetti difficili, con problemi motori e non autosufficienti -:
se intendano fornire elementi sul tentato suicidio avvenuto a febbraio 2011 nell'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia;
quali provvedimenti urgenti intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di aumentare l'organico dei medici, degli psicologi e della polizia penitenziaria assegnati presso l'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia;
per quali motivi non risulti essere ancora operativo il progetto sperimentale in base al quale la gestione totale della struttura dovrebbe spettare al personale medico e paramedico, mentre la polizia penitenziaria dovrebbe occuparsi solo della sicurezza. (5-08257)