ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08240

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/10894
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08240
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:



il 28 gennaio 2011, la prima firmataria del presente atto ha visitato il carcere di Chiavari assieme ad Irene Testa (Segretaria dell'Associazione Il Detenuto Ignoto), Alessandro Rosasco e Valter Noli (membri del Comitato Nazionale di Radicali Italiani), Susanna Mazzucchelli (segretaria dell'Associazione Radicali Genova); la delegazione è stata accompagnata dalla direttrice dottoressa Paola Penco e dal comandante Andrea Tonellotto;



dalla visita di sindacato ispettivo è emerso il seguente quadro:


nel carcere di Chiavari sono presenti 95 detenuti rispetto ad una capienza regolamentare di 70 posti;


54 detenuti sono condannati in via definitiva, i rimanenti sono in attesa di giudizio e, fra questi, 11 sono imputati; gli stranieri sono 43, mentre i tossicodipendenti sono 26 di cui 3 in trattamento metadonico; 2 sono i reclusi affetti da HIV;



gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono 46 a fronte di una pianta organica che nel 2001 ne prevedeva 60, ma occorre tenere presente che la forza effettiva operante è di 37 unità e che sono solo 27 gli agenti che svolgono i turni nel reparto; inoltre, il nucleo traduzioni e piantonamento (composto da 4 unità compreso il coordinatore) non disponendo di forze sufficienti, è costretto ad attingere al reparto già sofferente in caso di traduzioni, visite specialistiche o ricoveri di detenuti; ad avviso della prima firmataria del presente atto, nella situazione descritta, è assolutamente impossibile garantire i diritti del personale (addestramento e formazione, ferie, riposi, congedi parentali, legge n. 104, permessi sindacali, malattie occasionali) e la sicurezza dell'istituto; gli educatori sono due; un solo psicologo;



i detenuti che lavorano sono 32, cioè il 33,6 per cento, percentuale che costituisce il picco più alto riscontrato nei penitenziari liguri; 24 sono dipendenti dall'amministrazione, 4 lavorano per conto di imprese e cooperative, 4 sono i detenuti semiliberi dipendenti da datori di lavoro esterni;


dal punto di vista strutturale l'istituto presenta evidenti carenze che ne pregiudicano la sicurezza interna: basti osservare il muro di cinta che cade a pezzi e che, per la sua dislocazione e il parcheggio di mezzi nei pressi, più che scongiurare evasioni e intromissioni, sembra fatto apposta per propiziarli; a ciò deve peraltro aggiungersi l'obsolescenza dei sistemi di sorveglianza;


nonostante la criticità del quadro sopra descritto, occorre dare atto alla direttrice, al comandante e all'ottimo rapporto interpersonale che i due dirigenti riescono a mantenere con il personale tutto, che il clima all'interno dell'istituto è ottimo, raramente riscontrabile in altri istituti; malgrado il drastico taglio delle risorse (sia umane che materiali), infatti, le attività trattamentali non sono state ridotte anzi, per molti versi, sono aumentate e i detenuti, apprezzando questo sforzo, sono molto collaborativi; il modello di carcere «aperto» alla società civile, dà indubitabilmente i suoi frutti: nell'istituto sono praticamente inesistenti gli episodi di autolesionismo;



il rischio che agli interroganti appare evidente è però quello per cui proprio laddove le cose funzionino meglio per capacità organizzative, manageriali e umane della dirigenza degli istituti, siano proprio questi stessi istituti ad essere dimenticati anziché valorizzati dall'amministrazione centrale; a questo proposito, si segnala la mancata risposta a diversi progetti di ristrutturazione profonda da tempo richiesti dalla direzione del carcere di Chiavari sia per quanto riguarda il miglioramento dei reparti detentivi, sia per quanto attiene la destinazione dei locali dell'ex caserma e degli ex uffici amministrativi, sia per le zone d'accesso dei familiari, dei visitatori esterni e degli operatori;




nel carcere di Chiavari, oltre ad essere stata allestita (con donazioni del Rotary locale) l'area verde per le visite dei detenuti con i minori, vige anche il regolamento interno previsto dal secondo comma dell'articolo 32 della legge n. 354 del 1975, fatto pressoché unico nel panorama degli istituti penitenziari italiani -:



se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;



in che modo intenda attivarsi e in quali tempi per superare i problemi di sovraffollamento del carcere di Chiavari;


in che tempi verrà ripristinato l'organico degli agenti di polizia penitenziaria, oggi drasticamente ridotto;



cosa si intenda fare per la necessaria ristrutturazione dell'istituto, sia per quanto riguarda la «sicurezza» dello stesso, sia per quel che riguarda le condizioni di vita dei detenuti;


quando verranno ripristinati fondi adeguati per la manutenzione ordinaria e per i sussidi da destinare ai detenuti più indigenti. (5-08240)