BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere:
secondo quanto riportato da un lancio dell'agenzia ANSA del 17 dicembre 2010, il penitenziario di Foggia sarebbe al collasso in quanto al suo interno si troverebbero 750 reclusi a fronte di una capienza regolamentare di 371 detenuti;
gli agenti di polizia penitenziaria sarebbero 300 rispetto a una esigenza in organico di 420 unità;
il vice segretario generale nazionale dell'Osapp, dottor Domenico Mastrulli, ha annunciato per il mese di dicembre una ispezione nell'istituto foggiano per visitare tutti i luoghi di lavoro dei poliziotti. Al termine dell'ispezione l'Osapp terrà una assemblea sindacale e, subito dopo, una conferenza stampa;
secondo quanto riferito dal sindacato degli agenti penitenziari, la gestione del carcere foggiano rischia di farsi esplosiva, tanto che è stato chiesto ai vertici regionali e centrali di valutare l'assegnazione urgente di un direttore titolare di provata esperienza professionale nel campo penitenziario al fine di affrontare, con solerzia e costruttiva partecipazione, le situazioni di estremo disagio e tendenzialmente al limite della sicurezza -:
se non intenda disporre un'ispezione presso il carcere foggiano;
quanti detenuti dovrebbe ospitare e quanti in effetti ne ospita il carcere di Foggia;
quanti siano, nell'istituto di pena in questione, gli agenti di polizia penitenziaria e quanti, invece dovrebbero essercene secondo le leggi e le disposizioni vigenti, ciò anche in relazione alla possibilità di rendere disponibili, proprio perché sorvegliati, spazi di socializzazione e di lavoro, di formazione e di impegno del tempo in attività formative;
quante siano le unità dell'equipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere pugliese;
se il Ministro non intenda intervenire, in questo come in altre carceri, perché siano garantite a chi sconta una pena tutte le condizioni previste dalla legge perché la pena sia tale e non un aggravamento derivato da condizioni strutturali e ambientali del carcere stesso.(5-08206)