Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-08200
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
martedì 7 dicembre 2010 il quotidiano Il Tirreno ha riportato l'appello di un giovane detenuto nel carcere di Massa;
l'uomo, con problemi di tossicodipendenza, ha 28 anni e da 24 mesi si trova in una cella del penitenziario di via Pellegrini. Da allora non vede il figlio di 5 anni. Sembra sia stata l'assistente sociale a impedire al bimbo di vedere il genitore, in quanto il carcere non è un luogo adatto ai minori;
nell'appello il detenuto scrive quanto segue: «Senza mio figlio sto male. Anche mia moglie ha problemi di tossicodipendenza e di depressione, ma lei sta con nostro figlio giorno e notte. Non è giusto che mi si faccia pagare una condanna sulla condanna. Io voglio vedere il mio bimbo perché senza di lui sto troppo male. Da quando mi vietano di vederlo sono caduto in depressione. C'è anche un decreto del giudice che dice che posso vederlo purché alla presenza di un'educatrice. E per questo non riesco a capire perché non posso parlargli, perché non posso abbracciarlo, perché non posso accarezzarlo come fanno tutti i genitori con i loro figli. Io ho commesso degli errori e per questi sto pagando con il carcere, non vedo ragione perché debba pagare ulteriormente stando lontano dal mio piccolino. Questo appello attraverso le pagine del Tirreno è l'ultima speranza che mi rimane. Io sto troppo male, ho bisogno di mio figlio. Questa depressione mi sta divorando l'esistenza» -:
se risulti per quali motivi il detenuto non riesca a vedere suo figlio nonostante il giudice abbia disposto il contrario e cosa intenda fare nell'ambito delle proprie competenze per garantire ad un padre il diritto di mantenere, anche se dal carcere, un contatto umano ed affettivo con il proprio bambino. (5-08200)