ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08178

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 707 del 23/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 23/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08178
presentata da
ELVIRA SAVINO
martedì 23 ottobre 2012, seduta n.707

SAVINO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

nel recente rapporto La spesa pubblica in Italia e in Europa, di Pietro Monsurrò, associato dell'Istituto Bruno Leoni, si giunge alla conclusione che se l'Italia allineasse la propria spesa pubblica, in proporzione al prodotto interno lordo, ai livelli della Germania, si troverebbero le risorse per abolire l'Irap e ridurre del 10-15 per cento l'Irpef;

secondo lo studio in titolo, il nostro Paese spende tanto e male, dato che ad un eccesso di spesa pubblica corrisponde un'inefficienza dal punto di vista qualitativo: i cittadini ricevono servizi a un prezzo eccessivo e di qualità scarsa; come tutti gli investimenti economici la spesa pubblica ha rendimenti marginali decrescenti: superata una certa soglia i rendimenti sono inferiori alle risorse investite; l'Italia ha una bassa qualità di spesa: di conseguenza il livello ottimale di spesa pubblica diventa inferiore, perché lo Stato non risulta capace di produrre beni e servizi utili ad un costo ragionevole;

nel 2010 la spesa pubblica in Italia ammontava al 50,4 per cento del prodotto interno lordo contro il 47,9 per cento della Germania, il 56,6 per cento della Francia, il 50,2 per cento della Grecia, il 45,6 per cento della Spagna ed una media dell'Unione europea a 15 del 51,1 per cento;

tuttavia scorporando i dati, si ottengono risultati anche paradossali: per quanto riguarda la protezione dell'ambiente, per esempio, l'Italia spende il doppio della Germania per la gestione rifiuti (lo 0,4 del prodotto interno lordo contro lo 0,2 per cento tedesco); stessa situazione a proposito di spesa e qualità di servizi per la sanità, che in Italia rappresentano il 7,6 per cento del prodotto interno lordo contro il 7,2 per cento in Germania; analoghe considerazioni valgono per i trasporti (1,7 per cento in Germania, 2 per cento in Italia);

lo studio conclude che, siccome in nessun ambito, dalla sanità all'istruzione, la Germania è inferiore all'Italia dal punto di vista della qualità del servizio, queste spese in eccesso sono in buona parte definibili come sprechi, non hanno una giustificazione economica e gravano, in termini di tasse e debito, sull'intera economia; di conseguenza, allineando la spesa pubblica a quella tedesca, introducendo incentivi che migliorino la qualità dei servizi pubblici e riducendo il debito attraverso una forte politica di privatizzazioni, si potrebbe risparmiare su base annua 50-60 miliardi di euro, sufficienti ad abolire l'Irap (che ha un gettito pari a 33 miliardi) e tagliare l'Irpef del 10-15 per cento;

una tale azione avrebbe effetti positivi non solo sulle imprese, ma anche sulle fasce di contribuenti a basso reddito, grazie al taglio delle imposte sulla persona fisica e ad un conseguente stimolo economico per le fasce attive della popolazione -:

quale sia l'orientamento del Governo rispetto alle considerazioni esposte in premessa e quali siano le azioni in corso per l'applicazione dell'analisi costi-benefici alla spesa pubblica. (5-08178)