ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08141

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 704 del 16/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 16/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/10/2012
Stato iter:
24/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 24/10/2012
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2012
Resoconto CERIANI VIERI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 24/10/2012
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/10/2012

SVOLTO IL 24/10/2012

CONCLUSO IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-08141
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 16 ottobre 2012, seduta n.704

BARBATO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

l'andamento negativo dell'economia italiana nel corso del 2012 e le proiezioni, anch'esse molto negative, per il 2013, segnalano l'urgenza di orientare la politica economica del Governo sempre più verso il sostegno alla ripresa delle attività produttive, per contrastare una crisi che costituisce ormai una vera e propria emergenza politica e sociale;

in particolare, in tale contesto un ruolo fondamentale deve essere svolto dalla politica tributaria, che non può più limitarsi ad interventi restrittivi finalizzati ad assicurare il rispetto notarile dei vincoli posti dal patto di stabilità, ma che deve assumere un ruolo fondamentale per stabilire le condizioni essenziali per favorire la ripresa dell'economia italiana e per dare concrete prospettive di speranza al Paese;

al contrario, gli orientamenti e le misure assume in questo campo finora dal Governo si sono limitate secondo l'interrogante ad interventi di incremento della pressione fiscale, soprattutto a danno delle famiglie, delle fasce sociali più deboli, dei disoccupati e delle imprese di piccole e medie dimensioni;

in tal modo si è indotta una spirale viziosa, nella quale la già negativa congiuntura economica risulta ulteriormente aggravata dagli effetti depressivi indotti dalle manovre correttive adottate dal Governo che, per esplicita ammissione di autorevoli esponenti dello stesso Esecutivo, hanno ridotto in modo significativo il prodotto interno lordo;

in questo quadro risulterebbe particolarmente disastrosa l'ipotesi che, dopo l'incremento di un punto dell'aliquota IVA del 20 per cento disposta l'anno scorso, si proceda, a partire dal 1° luglio 2013, ad un ulteriore incremento di un punto delle aliquote IVA del 10 e del 21 per cento;

i segnali lanciati in queste settimane dall'Esecutivo appaiono, al tempo stesso, preoccupanti e contraddittori: da un lato, infatti, si è da più parti riconosciuta l'esigenza di adottare misure di sostegno della crescita basate sulla riduzione della pressione fiscale; dall'altro lato, in base alle anticipazioni circa il contenuto del disegno di legge di stabilità, il Governo è intenzionato ad apportare ulteriori misure restrittive in campo tributario, segnatamente attraverso la riduzione della detraibilità e deducibilità IRPEF di molte spese, nonché confermando, almeno in parte, l'aumento delle aliquote IVA del 10 e del 21 per cento, previsto a decorrere dal prossimo luglio;

non sembra, infatti, che tali misure di inasprimento fiscale possano essere compensate dalla riduzione di un punto dell'aliquota IRPEF sui due primi scaglioni di reddito, che avrebbe in realtà riflessi poco più che simbolici, senza modificare la situazione economica dei cittadini più deboli;

sussiste il forte rischio che il combinato disposto di tali misure sortisca complessivamente effetti depressivi su un quadro economico già compromesso: occorre, infatti, considerare come, mentre un aumento dell'imposizione IVA si riverberebbe direttamente sui costi dei beni e dei servizi, riducendo immediatamente la domanda aggregata, già assai debole, nonché indebolendo conseguentemente un'economia in recessione, la limitata riduzione di alcune aliquote IRPEF aumenterebbe in modo solo molto marginale il reddito disponibile delle famiglie, che ha subito una forte decurtazione negli ultimi anni, determinando effetti espansivi limitati e solo eventuali;

c'è dunque la sensazione, fondata anche sulle modalità ad avviso dell'interrogante confuse attraverso le quali il Governo ha comunicato proprie intenzioni in materia di politica tributaria, che le misure contenute nel testo del disegno di legge di stabilità, come risulta da fonti di stampa, non corrispondano ad un compiuto disegno volto a ridurre effettivamente la pressione fiscale ed a ripristinare le condizioni per una robusta crescita del Paese, ma costituiscano meri annunci di sapore preelettorale, volti cercare di migliorare il livello di popolarità dell'esecutivo e delle forze politiche, ormai del tutto screditate, che lo sostengono;

tutto ciò risulta ancor più grave laddove si consideri che l'attuale Governo, proprio per la sua particolare, ed eccezionale sotto il profilo della legittimazione politica, caratterizzazione tecnica, non dovrebbe lasciarsi indurre in tentazioni populistiche e propagandistiche, ma dovrebbe, al contrario, individuare, con la massima oggettività e rigore, tutte quelle misure indispensabili per contrastare la recessione economica della quale il Paese è ormai preda;

in tale contesto appare fondamentale ed urgente che il Governo chiarisca al Parlamento le sue reali intenzioni in materia di politica tributaria, individuando una strategia credibile di allentamento della pressione fiscale, che non può evidentemente coniugarsi con ulteriori incrementi delle aliquote IVA e che, al tempo stesso, non può prescindere da una significativa riduzione delle spese pubbliche, a partire dai costi della politica a tutti i livelli -:

quali iniziative intenda adottare al fine di mantenere l'impegno, pubblicamente assunto, di avviare una concreta riduzione della pressione fiscale, in particolare in favore delle famiglie, delle fasce sociali più deboli, dei disoccupati degli esodati e delle piccole e medie imprese, quali siano gli effetti sul prodotto interno lordo delle manovre finanziarie restrittive adottate a partire dallo scorso anno, quale sia l'impatto atteso sul prodotto interno lordo rispettivamente, dalle riduzioni delle aliquote IRPEF contemplate nel testo del disegno di legge di stabilità e dall'incremento delle aliquote IVA previsto a decorrere dal 1o luglio 2013 e se non ritenga comunque doveroso scongiurare tale ulteriore incremento dell'IVA, migliorando in tal modo il potere di acquisto delle famiglie, anche attraverso una più rigorosa revisione della spesa pubblica che incida finalmente sui costi della politica, sulle spese eccessive degli organi costituzionali e delle amministrazioni ad ogni livello di governo, nonché sui giganteschi sprechi e malversazioni che si annidano tuttora in molti settori dalla macchina pubblica, sia a livello centrale sia a livello locale.
(5-08141)