OSVALDO NAPOLI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
ad Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno, esiste un ufficio distaccato dell'Ambasciata italiana a Baghdad che, tra le altre cose, si fa carico di raccogliere le richieste di visto per il nostro Paese, e quindi per tutta l'area Schengen, di inoltrarle alla nostra ambasciata di Baghdad ed in seguito di consegnare i visti, una volta emessi dalla nostra ambasciata;
i controlli di sicurezza sono svolti dall'ambasciata italiana a Baghdad, poiché non esiste presso l'ufficio distaccato di Erbil un apparecchio in grado di procedere all'identificazione delle impronte digitali, passaggio fondamentale al fine del rilascio del visto in loco;
la Repubblica federale di Germania ha invece a Erbil un consolato generale, preposto al rilascio dei visti per i soli residenti del Kurdistan iracheno che abbiano i seguenti requisiti:
possessori di passaporti di servizio e diplomatici;
viaggiatori d'affari che negli scorsi tre anni abbiano più volte ottenuto il visto Schengen e che possano dimostrare stretti rapporti con la Germania;
appartenenti a delegazioni del Governo o commerciali, invitati da istituzioni ufficiali tedesche;
scienziati o artisti, invitati da organizzazioni ufficiali tedesche;
persone che debbano subire interventi urgenti in Germania;
partecipanti a misure di iniziative di formazione svolte da istituzioni tedesche o da programmi organizzati dal Governo federale;
tale situazione crea una disparità di accesso all'area Schengen ed in particolare agevola i legami, anche commerciali, con i Paesi che concedono il visto più celermente -:
se e quando il Ministero degli affari esteri aprirà una sede consolare ad Erbil in grado di rilasciare i visti per l'area Schengen.(5-08071)