ARACRI, ALESSANDRI e PELINO. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
da notizie di agenzia diramate il 27 settembre 2012, risulterebbe che in regione Lazio siano fallite le trattative per la vertenza Almaviva Contact, che riguarda 632 lavoratori del call center di via Lamaro a Roma;
le notizie riferiscono che nell'ambito del tavolo di confronto tra sindacati, rappresentanti aziendali e dell'assessorato si è giunti alla rottura delle trattative avviate per evitare la chiusura della sede di Lamaro e di conseguenza ora l'azienda consegnerà con effetto immediato le lettere di cassa integrazione a zero ore per tutti i 632 lavoratori per cessazione di attività, e successivamente si appresta a chiudere il sito entro l'anno;
su tale vicenda l'azienda già in precedenza, in particolare durante il 28 agosto 2012, aveva spiegato che la decisione di ricorrere alla cassa integrazione era dovuta alla flessione del mercato, pari al 15 per cento nell'ultimo anno, al calo delle tariffe riconosciute dai clienti che genera una sensibile riduzione dei margini di guadagno, ma anche agli standard produttivi e qualitativi del sito romano che, secondo i vertici societari, sarebbero inferiori rispetto a quelli delle altre sedi italiane;
solo nella Capitale il gruppo Almaviva, che conta 16 mila dipendenti in Italia, occupa 4.900 persone, divise tra servizi informatici e call center. Questa attività impegna 2.600 operatori nelle tre sedi di via Lamaro, Scalo Prenestino e Casal Boccone. In una lettera ai dipendenti Almaviva ha spiegato che «considerati lo scenario macroeconomico attuale e l'andamento del mercato di riferimento, continuare a sostenere un'unità produttiva che genera un risultato economico e flussi di cassa gravemente negativi equivarrebbe a mettere a rischio la tenuta complessiva delle attività-svolte in Italia. Tra l'altro - conclude l'azienda - il 13 agosto i soci di Almaviva hanno deliberato un aumento di capitale di 48 milioni di euro, 15 dei quali versati dalla famiglia Tripi che controlla il gruppo. Almaviva inoltre ha ottenuto dalle banche un finanziamento per 90 milioni di euro»;
Almaviva nel mese di febbraio 2012 ha siglato presso la sede di Unindustria, un accordo con le organizzazioni sindacali per la redazione di un contratto di solidarietà difensivo con una durata prevedibile di 12 mesi;
l'attuale iniziativa di cessare le attività operative del centro di Lamaro vanifica la stabilizzazione dei lavoratori precari dei call center avviata negli anni scorsi con il sostegno pubblico in base, in particolare, alla legge n. 388 del 2000 (Finanziaria 2001) e alla legge n. 407 del 1990 (Disposizioni diverse per l'attuazione della manovra di finanza pubblica 1991-1993);
la situazione nella regione Lazio, nella città di Roma ed in particolare nel municipio X è già gravissima ed in questa situazione sarebbe drammatica la perdita di ulteriori posti di lavoro;
sulla vicenda si sono già pronunciati sia la regione Lazio e sia il comune di Roma che hanno approvato atti di indirizzo verso i relativi esecutivi volti a richiedere la messa in atto di tutti gli strumenti, incluso l'eventuale coinvolgimento del Governo nazionale, per evitare che il territorio perda centinaia di posti di lavoro in questo grave momento di crisi occupazionale e per salvaguardare un'importante realtà aziendale presente nel territorio di Roma capitale -:
se sia a conoscenza della vicenda esposta in premessa e ad ogni modo se non intenda attivare le iniziative di competenza, anche in termini di moral suasion, nei confronti della società Almaviva, affinchè receda dalla decisione di porre in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività i 632 lavoratori e lavoratrici addetti al settore call-center della sede di Roma e si pervenga ad una soluzione concertata che garantisca la salvaguardia dei livelli occupazionali;
se ed in quali termini, nell'ambito della propria competenza, il Governo intenda intervenire nel caso in questione al fine di scongiurare la chiusura delle attività operative della società presso il sito di Lamaro così da favorirne il consolidamento e l'ulteriore sviluppo. (5-08039)