BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Repubblica.it il 3 settembre 2011, nel carcere di Caltanissetta è morto un detenuto 35enne al quale era stata diagnosticata la meningite virale e che per questo motivo era stato ricoverato d'urgenza presso l'ospedale cittadino;
la vicenda è stata resa nota dal vicesegretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Mimmo Nicotra, che ha scritto una lettera all'amministrazione penitenziaria, in cui si esprime «preoccupazione» per il personale che, «visti i tempi di incubazione del virus (otto giorni), potrebbe essere stato contagiato»;
il sindacato della polizia penitenziaria ha rivolto un accorato appello alla direzione della casa circondariale di Caltanissetta affinché la stessa «adotti tutte le misure necessarie al fine di evitare il propagarsi dell'infezione, scongiurando la possibilità, dato che la malattia si trasmette per via aerea, che venga esportata anche fra le famiglie del personale»;
al momento a tutto il personale penitenziario risulta essere stata prescritta una terapia preventiva mentre nessuna notizia trapela su quanto sia stato eventualmente disposto per i detenuti e i loro familiari incontrati nei colloqui -:
quali notizie i Ministri interrogati abbiano raccolto su come il detenuto si sia ammalato e su come e in che tempi si sia tentato di salvarlo;
quali notizie i Ministri interrogati siano in grado di fornire sull'effettiva consistenza o assenza di un pericolo di epidemia di meningite all'interno del carcere di Caltanissetta;
se e quali iniziative intendano assumere, al fine di prevenire la diffusione della malattia tra gli altri detenuti e i loro familiari incontrati ai colloqui, tra il personale penitenziario e i loro familiari e se non ritengano opportuno disporre una campagna d'informazione e sensibilizzazione all'interno della struttura penitenziaria in questione, al fine di rendere possibile la tempestiva individuazione di eventuali ulteriori casi di malattia e il tempestivo intervento delle strutture mediche preposte. (5-07937)