ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07930

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/16979
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07930
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

il 29 giugno 2012 la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale «Piazza Lanza» di Catania accompagnata da Gianmarco Ciccarelli, segretario dell'associazione Radicali Catania;

la delegazione è stata ricevuta e accompagnata dal comandante di polizia penitenziaria Salvatore Tramontana e, nella seconda parte della visita, anche dalla direttrice dell'istituto Elisabetta Zito;

il carcere è gravemente sovraffollato: i detenuti presenti sono 545 (528 uomini e 17 donne) a fronte di una capienza regolamentare di 155 posti; questo dato relativo alla capienza regolamentare (155 posti), confermato ancora una volta dalla direzione dell'istituto (esattamente corrispondente a quello fornito all'interrogante in occasione di precedenti visite effettuate nella casa circondariale piazza Lanza di Catania in data 10 luglio 2008, 15 novembre 2009, 18 novembre 2010, 31 dicembre 2011) e peraltro indicato anche in un'ordinanza emessa in data 5 marzo 2012 dal magistrato di sorveglianza di Catania dottor Salvatore Meli, risulta di gran lunga inferiore a quanto recentemente dichiarato dal Ministero della giustizia nella risposta scritta all'interrogazione n. 5-06720 (già n. 4-14404), laddove si indica una capienza regolamentare di 361 posti;

il carcere ospita detenuti comuni in regime di media sicurezza; circa il 75 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio: gli imputati sono 252, gli appellanti sono 109, i ricorrenti 45; i detenuti che scontano una condanna definitiva sono 139, di cui 2 ergastolani; i detenuti stranieri sono 60 (58 uomini e 2 donne);

la carenza di personale di polizia penitenziaria risulta particolarmente marcata; a fronte di una pianta organica determinata nel numero di 430 unità, gli agenti assegnati - secondo quanto riferito dal comandante Tramontana - sono circa 330, di cui circa 100 distaccati (circa 60 agenti in servizio presso il nucleo traduzioni e piantonamenti e circa 40 agenti distaccati in altri istituti di pena), per cui gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio presso la casa circondariale piazza Lanza sono circa 230, comprese 12 unità addette alla scorta di autorità sotto tutela; le informazioni fornite all'interrogante in occasione della visita si discostano notevolmente, anche in questo caso, da quanto dichiarato dal ministero della giustizia nella sopramenzionata risposta, ove risulta scritto che «il personale di Polizia penitenziaria effettivamente presente alla data 31 marzo 2012 è composto da 366 unità»;

la casa circondariale di piazza Lanza consta di quattro sezioni attualmente funzionanti («Amenano», «Simeto», «Nicito», «Etna») e di un reparto (il cosiddetto «terzo padiglione») chiuso da circa 10 anni per inagibilità;

secondo quanto riferito, non sono ancora state apportate al reparto «Nicito» le necessarie e urgenti opere di adeguamento strutturale volte a renderlo conforme alle normative di legge;

la delegazione visita il primo piano del reparto «Amenano», accedendo all'interno di ciascuna cella e soffermandosi a colloquiare con le persone detenute;

tutte le celle di questa sezione misurano circa 20 metri quadi e sono dotate di bagno con doccia;

lo spazio a disposizione di ciascun detenuto è inferiore a 3 metri quadri e la temperatura all'interno delle celle è molto elevata; «fa un caldo bestiale, non abbiamo nemmeno un frigorifero», lamentano i detenuti;

i detenuti lamentano carenze nell'erogazione dell'acqua: «abbiamo l'acqua soltanto per 6 ore al giorno, riempiamo le bottiglie per avere un po' di acqua nelle altre ore del giorno, ci serve per le emergenze, per lavarci e soprattutto per tirare il wc», raccontano i detenuti;

i detenuti trascorrono chiusi in cella almeno 20 ore al giorno; le ore d'aria in cui i detenuti possono recarsi nel cortile esterno (il cosiddetto «passeggio») sono quattro, due al mattino e due al pomeriggio: «ma ci alterniamo anche nelle ore d'aria, perché nei passeggi non ci entriamo tutti, siamo troppi», sottolineano alcuni; «stiamo in cella per 20 ore al giorno, spesso anche per 22», conferma un altro detenuto; molti detenuti lamentano l'assenza di socialità e di attività trattamentali: «stiamo chiusi in cella dalle 15 alle 9 dell'indomani, qui la giornata non passa mai, la rieducazione non esiste»; «nelle condizioni in cui siamo, 3 anni di carcere equivalgono a 9 anni di carcere», lamenta un detenuto;

il carcere non è dotato di sale per la socialità né di palestra: «la palestra la facciamo in cella con le bottiglie d'acqua», riferiscono i detenuti; il comandante Tramontana informa che «dopo agosto la palestra dovrebbe aprire»;

le celle ospitano indistintamente persone giovanissime e persone anziane, detenuti in attesa di giudizio e detenuti che scontano una condanna definitiva;

molti detenuti lamentano carenze nell'assistenza sanitaria, che negli istituti di pena della Sicilia dipende ancora dal Ministero della giustizia; un detenuto mostra il dito anulare della mano destra storto e riferisce di esserselo fratturato in cella, per salire al quarto piano del letto a castello, e di non aver ricevuto cure adeguate: «il dito mi è rimasto storto a causa di un ritardo nell'operazione per togliere il ferro»; un altro detenuto, con un evidente rigonfiamento sulla guancia, afferma: «aspetto da più di un anno per togliere questa ciste nella guancia»; un detenuto tossicodipendente riferisce che l'unico trattamento che gli viene somministrato sono «le gocce per dormire»; un detenuto racconta quel che gli è accaduto qualche sera prima: «soffro di asma, la sera della partita di calcio Italia-Inghilterra mi sono sentito male e ho chiamato il medico intorno alle ore 21.00, ma il medico è arrivato solo dopo la fine della partita»; molti detenuti lamentano: «qui se stai male ti danno sempre la stessa pillola, vale per tutto, sia che hai mal di testa, sia che hai mal di pancia, sia che hai mal di schiena: è la pillola che cura tutto»;

a detta di molti, l'assistenza psicologica è del tutto insufficiente rispetto alle esigenze della popolazione detenuta: «qui la psicologa si vede soltanto quando entriamo», sottolineano i detenuti;

i detenuti evidenziano che il rapporto con gli agenti di polizia penitenziaria è buono;

i detenuti lamentano criticità in relazione ai compiti propri del magistrato di sorveglianza: «per ottenere i giorni di liberazione anticipata aspettiamo molti mesi, anche 7 mesi»; un detenuto afferma: «se mi venissero riconosciuti i giorni di liberazione anticipata, potrei uscire e andare a lavorare alla Città del Sole»; un altro riferisce: «gli educatori del carcere sono presenti e ci seguono con la relazione, il problema dipende dal magistrato di sorveglianza»; molti detenuti con condanna definitiva riferiscono che la richiesta di poter scontare il residuo della pena presso il proprio domicilio (ai sensi della legge n. 199 del 2010 e successive modifiche) viene evasa, «bene che vada», a distanza di molti mesi: «si fa prima a scontare tutta la pena che ad ottenere una risposta»; secondo quanto riferito dalla direttrice dell'istituto, i detenuti con condanna definitiva che hanno potuto usufruire della detenzione presso il domicilio, ex legge n. 199 del 2010 e successive modifiche, sono in tutto 6, e soltanto 1 da quando il residuo pena che è possibile scontare presso il domicilio è stato esteso a 18 mesi; alcuni detenuti riferiscono di trovarsi in carcere per scontare pene di pochi mesi: «io sto scontando una condanna definitiva di 2 anni e 10 giorni, per un fatto commesso tantissimo tempo fa, ed è la prima volta che entro in carcere», riferisce un detenuto; «io devo scontare ancora un mese, sono qua da 10 giorni, per via di una vecchia condanna che è diventata definitiva», racconta un altro;

nella cella n. 11 sono ristrette 10 persone; sono presenti due letti a castello a tre piani e un letto a castello a quattro piani: la distanza tra il tetto e il quarto piano del letto a castello è di circa 20 centimetri per questa ragione il detenuto a cui è riservata questa sistemazione generalmente trascorre la notte sugli sgabelli;

la cella n. 20 ospita 10 persone; anche in questa cella è presente un letto a castello a quattro piani e uno dei detenuti dorme sugli sgabelli; i detenuti sottolineano l'assenza della scaletta: «per salire sul letto ci dobbiamo arrampicare»;

nella cella n. 19 sono ristretti 9 detenuti; «fino a lunedì scorso eravamo in 10, non c'è spazio e manca l'aria, stiamo peggio degli animali», sottolineano i detenuti;

nella cella n. 12 sono ristretti 8 detenuti; alcuni lamentano la presenza di scarafaggi: «escono dal tombino, entrano dalla finestra: ogni sera facciamo la lotta con le blatte»;

la cella n. 13 ospita 9 detenuti; in questa cella è ristretto M.T. (nato a Giarre (CT) il 14 agosto 1973), il quale racconta così la sua vicenda: «ho il fine pena nel maggio del 2013, sono tossicodipendente, ho fatto la domanda per andare in comunità, la comunità «Faro» di Messina era disponibile ad accogliermi, ma il magistrato di sorveglianza ha rigettato la mia richiesta»;

nella cella n. 18 sono presenti 9 detenuti; un detenuto lamenta: «la legge 199 non funziona: io sono qui dall'altro ieri e in tutto devo fare 8 mesi, ma il tempo che presento la domanda e che il magistrato di sorveglianza mi risponde... faccio prima a scontare gli 8 mesi»;

nella cella n. 14 sono ristretti 10 detenuti; anche in questa cella un detenuto è costretto a dormire sugli sgabelli; un detenuto con condanna definitiva lamenta: «il definitivo dovrebbe farsi il carcere in pace, ma qui non si può vivere»;

anche nella cella n. 17 sono presenti in 10; i detenuti lamentano: «siamo troppo stretti, qui dobbiamo fare i turni anche per andare in bagno»; un detenuto con la stampella riferisce di stare molto male e di non aver ancora ricevuto assistenza: «ho problemi ai legamenti, un dolore atroce, i ragazzi mi danno una mano per vestirmi, aspetto da 30 giorni che i medici mi chiamino»;

nella cella n. 16 sono ristretti 9 detenuti;

la cella n. 15 ospita 9 detenuti; C.V. detenuto in questa cella, riferisce di essere completamente cieco da un occhio e di non ricevere adeguate cure: «mi mancano dieci gradi da un occhio, non ci vedo completamente, avrei bisogno di una visita specialistica»;

un altro detenuto lamenta l'assenza di lavoro: «qui è ozio forzato, io ho fatto la domanda per lavorare 10 mesi fa e ancora non mi hanno chiamato»;

nella casa circondariale di Catania piazza Lanza, secondo quanto riferito dal comandante, i detenuti che lavorano sono circa 50: meno del 10 per cento della popolazione detenuta -:

se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda intervenire per ridurre, fino a portarla a quella regolamentare, la popolazione detenuta nel carcere piazza Lanza di Catania;

se intende finalmente chiarire il dato della capienza regolamentare dell'istituto e spiegare il motivo per quale il dato del Ministero si discosti in modo così ragguardevole da quanto affermato dal magistrato di sorveglianza e dalla direttrice dell'istituto;

se e quando si intenda intervenire per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria, degli psicologi e degli educatori;

se si intendano incrementare i fondi relativi alle mercedi per il lavoro dei detenuti, quelli riguardanti i sussidi per i più indigenti, quelli per le attività trattamentali e, infine, quelli da destinare alla pulizia dell'istituto e, in particolare, delle celle;

quanto alla carenza idrica, se intenda intervenire immediatamente, visto il sovraffollamento delle celle e il pericolo - da non sottovalutare - di diffusione di malattie contagiose;

se, e in che tempi, verranno effettuate le opere di adeguamento strutturale necessarie a rendere il reparto «Nicito» conforme alla normativa vigente;

in che modo si intenda intervenire in merito ai casi singoli segnalati in premessa;

a quanti dei detenuti definitivi del carcere di piazza Lanza viene applicato il trattamento rieducativo previsto dall'ordinamento penitenziario, trattamento che deve tendere, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi, secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti;

come giustifichino la presenza nella stessa cella di detenuti definitivi e in attesa di giudizio e, addirittura, di un ergastolano;

se corrisponda al vero che la legge n. 199 del 2010 e la sua recente estensione a 18 mesi per l'esecuzione presso il domicilio delle pene, venga applicata agli aventi diritto solo a ridosso del fine pena e, comunque, quanti siano i detenuti che hanno beneficiato dell'intero periodo richiesto;

se il magistrato di sorveglianza abbia mai dato disposizioni per il rispetto della normativa riguardante le condizioni di detenzione e, in caso affermativo, quali siano le ragioni per le quali le disposizioni stesse non siano state rispettate;

quali iniziative si intendano assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute delle persone ristrette;

se ed in che modo si intendano potenziare le attività trattamentali, in particolare quelle lavorative, scolastiche, di formazione e sportive.(5-07930)