ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07916

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
26/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/09/2012
Resoconto DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 26/09/2012
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

DISCUSSIONE IL 26/09/2012

SVOLTO IL 26/09/2012

CONCLUSO IL 26/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07916
presentata da
FABIO EVANGELISTI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:


l'11 settembre 2012, in coincidenza con l'undicesimo anniversario dell'attacco terroristico alle Twin Towers, a Bengasi si è verificato un attacco al consolato americano in cui hanno trovato la morte l'ambasciatore americano Chris Stevens, considerato da tutti l'«uomo del dialogo», un suo collaboratore e due marines;


l'azione è iniziata intorno alle 21 e 30, quando una folla armata di Rpg (lanciarazzi) e armi automatiche ha preso d'assalto l'edificio del consolato americano, dandolo poi alle fiamme e issato la bandiera nera islamica al posto di quella americana. Gli scontri sono andati avanti per diverse ore e vi avrebbero preso parte diversi membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, che si era già segnalata nel recente passato per alcuni raid dimostrativi nella capitale della Cirenaica;


purtroppo nella stessa serata anche l'ambasciata americana al Cairo è stata attaccata da dimostranti, sempre a causa di un film su Maometto prodotto da egiziani copti negli Stati Uniti, considerato blasfemo e offensivo per l'Islam (chiunque l'abbia visto lo ha ritenuto un pessimo prodotto cinematografico oltre che un'opera ridicola con il preciso intento di mancare rispetto ai fedeli di una religione che si vuol far passare come «il cancro del mondo»); decine di manifestanti hanno contestualmente manifestato davanti alla sede dell'ambasciata Usa a Tunisi contro il citato film blasfemo; il 13 settembre 2012, invece, durante un tentato assalto alla sede diplomatica statunitense nella capitale Sanaa, hanno perso la vita 4 persone;

le ultime notizie riportate da agenzie stampa riferiscono che «più di mille afgani si sono riversati sulle strade di Kabul, per protestare contro il film girato negli Stati Uniti e diffuso sul web. Almeno 2.500 pachistani, inoltre, si sono radunati in corteo a Peshawar, mentre la polizia ha rafforzato le misure di sicurezza per impedire eventuali sbocchi violenti alla protesta. Dal giorno dell'attentato al consolato Usa di Bengasi... 17 persone sono morte nelle violenze legate alle proteste contro il film in numerosi paesi del mondo islamico»;

come è stato poi appurato dalle autorità libiche, di concerto con l'intelligence militare americana, l'azione era programmata da tempo con meticolosità da salafiti radicali dichiarati jihadisti reduci dall'Afghanistan, non legata al contenuto del film (rivelatosi un pretesto);

si tratta, infatti, di una reazione alla morte di Abu al-Libi, il numero 2 dell'organizzazione terroristica, dopo un attacco di un drone americano in territorio al confine afghano-pakistano, confermata poi dal leader al Zawahiri;

invece, secondo le autorità libiche i responsabili sarebbero forze legate all'ex Rais Gheddafi;

non è sfuggita la simbolica coincidenza con l'anniversario dell'attacco alle torri gemelle, un fatto che ha creato senza dubbio ulteriori preoccupazioni sulla gravità della minaccia del radicalismo islamico anti-occidentale in Libia, a fronte delle speranze che l'esito delle recenti elezioni per l'Assemblea costituente aveva suscitato negli osservatori internazionali;

il nostro Paese, anche e soprattutto dopo la firma della cosiddetta dichiarazione di Tripoli del 21 gennaio 2012 (un documento siglato nell'ambito del tentativo di rafforzare il legame di amicizia e collaborazione tra i due Paesi nell'era post Gheddafi) intende garantire, tra le altre, il sostegno politico al processo di pacificazione nazionale, permettere alla «primavera libica» un approdo democratico e assicurare al popolo libico un futuro nel contesto euro-mediterraneo, anche se è forte la preoccupazione del popolo italiano circa i nuovi disordini scoppiati nel Paese, ma soprattutto in una regione, la Cirenaica, che non mostra propriamente intenzioni unitarie;

tra l'altro, Mustafa Abu Shagur è stato eletto il 13 settembre 2012 primo ministro della Libia dall'Assemblea Nazionale di Tripoli, battendo nella votazione conclusiva Mahmoud Jibril, leader della coalizione di forze laiche e alla guida del Consiglio di transizione nei primi mesi dopo la fine del Rais;

la prevista visita in Italia del presidente del Consiglio nazionale libico, Mohammed al Magarief, che avrebbe dovuto incontrare il presidente del Consiglio e alte cariche dello Stato, è stata annullata proprio a causa degli eventi sopra descritti -:

di quali e più aggiornate notizie disponga in relazione a quanto esposto in premessa e se e quali iniziative preventive siano state adottate per la tutela delle nostre rappresentanze diplomatiche;

in una area così strategica e vitale per i nostri interessi, quali siano gli intendimenti del Governo in relazione agli impegni che il nostro Paese ha sottoscritto con le autorità libiche, ancorché caratterizzate da forte instabilità politica, per sostenere quelle istituzioni nel rafforzamento della sicurezza del Paese nella sua fase di ricostruzione democratica.
(5-07916)