MARIANI, BRAGA, BOCCI, BRATTI, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MORASSUT, MOTTA, BENAMATI, REALACCI e VIOLA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
la tutela e la sicurezza del territorio italiano, unitamente alla tutela delle acque, rappresentano un interesse prioritario della collettività;
al contrario di quanto necessario continua ad esserci un pesante deficit di prevenzione e cura del territorio dai rischi di eventi calamitosi derivanti da alluvioni, frane e valanghe, quando invece una corretta opera di prevenzione può limitare o addirittura evitare che frane ed alluvioni si trasformino in fenomeni devastanti per l'uomo e per l'ambiente;
finora le politiche adottate per la difesa del suolo non si sono rivelate particolarmente efficaci; il piano del 2009 che assegnava in via straordinaria al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un miliardo di euro a valere sulle risorse FAS per finanziare gli interventi prioritari di prevenzione sulla base di accordi di programma con le regioni si è rivelato di lenta e difficile attuazione;
anche i fondi ordinari per la difesa del suolo, quelli fondamentali e indispensabili per sostenere politiche concrete da parte di regioni e amministrazioni locali, sono stati notevolmente ridotti; la Corte dei conti nella relazione sul rendiconto di gestione 2011 rileva che per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), rispetto al 2008 e al 2010 lo stanziamento definitivo risulta in netta diminuzione (-58,29 per cento rispetto al 2008 e -13 per cento rispetto al 2010). Tali diminuzioni hanno inciso in particolare sulla missione 18 (sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) che assorbe circa l'86 per cento di tutto lo stanziamento del Ministero, ed in particolare, proprio sul programma 18.12, che riguarda, tra l'altro, gli interventi per la tutela del rischio idrogeologico e le relative misure di salvaguardia;
più in generale, nella citata relazione, si evidenzia una scarsa capacità di spesa del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nella gestione delle pur ridotte risorse pubbliche per la tutela dell'ambiente che in più occasioni sono state utilizzate per interventi pubblici non strettamente coerenti con le priorità del Ministero, né condivise con le regioni e gli enti locali; ad esempio il decreto-legge n. 83 del 2012, cosiddetto «decreto sviluppo», ha utilizzato risorse pubbliche inizialmente finalizzate alle politiche ambientali per finanziare il progetto dell'auto elettrica; allo stesso modo il recente decreto n. 129 del 2012, «Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto», prevede che all'attuazione di interventi previsti nel protocollo d'intesa sono altresì finalizzate risorse disponibili (anche in conto residui) dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'esercizio finanziario 2012, nel limite massimo di 20 milioni di euro. Si tratta appunto delle risorse destinate ai trasferimenti alle regioni per interventi di carattere ambientale e per la tutela del territorio contro il rischio idrogeologico ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998;
la riprogrammazione di risorse per la difesa del suolo e del territorio su altre finalità e le pesanti riduzioni degli stanziamenti ordinari iscritti nei bilanci di previsione degli ultimi anni, impediscono la necessaria predisposizione di ordinarie politiche di prevenzione, in luogo di una gestione straordinaria tesa a contenere i danni già avvenuti che, tra l'altro necessita di entrate straordinarie reperite mediante aumenti di imposta;
infatti, la gestione delle frequenti emergenze dovute al dissesto idrogeologico ha dovuto misurarsi negli ultimi anni con le crescenti difficoltà economiche e di bilancio del Paese, scaricando sulle regioni colpite dalla calamità e sui cittadini il costo dell'emergenza mediante l'apposizione di addizionali fiscali regionali e l'aumento dell'accisa sulla benzina, meccanismo successivamente dichiarato illegittimo dalla Cotte costituzionale;
l'approssimarsi della stagione autunnale rende ancora più urgente un incisivo impegno del Governo per la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico, che superi la logica dell'emergenza e utilizzi per la prevenzione tutte le risorse a tale scopo stanziate, migliorando l'efficacia nell'utilizzo delle risorse;
proprio nei giorni scorsi le isole Eolie sono state colpite da un forte nubifragio, che ha causato, secondo le prime stime, oltre 30 milioni di euro di danni e lo stesso Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha dichiarato che, destinando un milione di euro alla prevenzione, si sarebbero potute evitare le drammatiche conseguenze a cui si sta assistendo;
la necessità di una più attenta politica di prevenzione è stata recentemente ribadita con la presentazione dell'ordine del giorno a prima firma Mariani in sede di conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto -:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda avviare, in coerenza con le apprezzabili dichiarazioni nella direzione della promozione della prevenzione, al fine di realizzare una politica di tutela del suolo che ne privilegi concretamente la messa in sicurezza, utilizzando al meglio le risorse disponibili e tenendo conto della necessità di superare le criticità causate dal basso tasso di utilizzo registrato fino ad ora e delle notevoli difficoltà burocratiche incontrate da regioni ed enti locali. (5-07914)