ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07886

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12175
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07886
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

sul quotidiano l'Arena del 30 maggio 2011 è apparso un articolo intitolato: «Proteste della polizia penitenziaria a Montorio. In carcere gli agenti sono pochi»;

la prima firmataria del presente atto, data l'importanza e la gravità di quanto esposto nel predetto articolo, ritiene di riportarne integralmente il contenuto: «Diritti dei detenuti, che in carcere hanno "scelto" di andare. Ma anche diritti della polizia penitenziaria, che in carcere ci deve lavorare. A Montorio lavorano 280 uomini e donne di polizia penitenziaria, compresi tutti gradi. La pianta organica prevederebbe 407 unità. Ed era stata stilata in base a una capienza massima del carcere di circa 500 detenuti. Oggi l'istituto circondariale di Montorio scoppia come tutte le altre carceri italiane. Qui si toccano picchi di mille detenuti. Per questa ragione tutte le organizzazioni sindacali della struttura hanno proclamato lo stato di agitazione. E hanno iniziato una serie di incontri, il primo con il direttore Antonio Fullone, che s'è dimostrato molto partecipe, d'altra parte lui e i suoi uomini sono nella stessa barca. O meglio sullo stesso barcone che rischia di affondare. L'altro giorno in carcere è arrivato il provveditore Felice Bocchino, che ha competenza regionale, ma davanti al documento che ha mostrato e che testimonia che lui aveva chiesto al ministero 1 milione e mezzo di euro per lavori di messa in sicurezza degli istituti del Veneto e gliene sono stati concessi 260 mila, ben si capisce che ormai s'è raschiato oltre il fondo del barile. Protestano i detenuti, che battono le posate sulle sbarre e rifiutano il cibo perché, dicono, sono in condizioni disumane e con il caldo la situazione peggiora. Protestano i poliziotti che non riescono più a reggere i ritmi, lavorando con cinque o sei incarichi diversi ogni giorno. "Il personale già carente continua a diminuire (turni di lavoro forzati anche di 15 ore consecutivi). Uomini di vigilanza e/o di scorta insufficienti tanto che solo grazie all'enorme spirito di sacrificio e di abnegazione si è riusciti a sventare in tempo, l'altro giorno un tentativo di evasione da parte di un detenuto che aveva già raggiunto il muro di cinta in prossimità dell'uscita", dice Carlo Taurino della Cgil. "Sono stati fatti tagli ai fondi già tagliati con rischi anche per l'igiene e la salubrità: abbiamo avuto tre casi di Tbc; mancano i soldi anche per acquistare la carta, o una lampadina per importanti zone di illuminazione dell'istituto; le missioni non vengono corrisposte da settembre 2010", gli fa eco Giovanni Sicilia del Sappe. E ancora ci sono automezzi insufficienti ed inadeguati, obsoleti. "Chiediamo fatti non propaganda", dicono i rappresentanti di Sappe Osapp Cisl Uil Sinappe Cgil Cnpp Ugl Notarfrancesco, Lioce, Ferrari, Budano, Nappi, Taurino, De Cieri e Floris. Il personale chiede lo sfollamento di almeno 153 detenuti di cui 53 protetti per riportare la presenza a tre detenuti per cella, il massimo consentito, così come ha stabilito da anni l'Asl di Verona; e ancora la sospensione fino a nuova assegnazione di personale di tutti i corsi e futuri progetti di aree lavoro per i detenuti oltre alla revoca di ogni disposizione finalizzata all'apertura della nuova sezione di osservazione per detenuti affetti da patologie psichiche. Nei prossimi giorni il personale della penitenziaria incontrerà il sindaco Flavio Tosi affinché si faccia promotore delle loro istanze con il ministro Maroni, cui a sua volta verrà chiesto di intercedere dal ministro Alfano» -:

quali provvedimenti urgenti si intendano adottare al fine di risolvere i gravi problemi di cui soffre il carcere di Verona, con particolare riferimento alle condizioni di vita e di salute dei detenuti e del personale di polizia penitenziaria.
(5-07886)