BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
l'istituto penitenziario di Trento, fiore all'occhiello dell'amministrazione penitenziaria, è all'avanguardia dal punto di vista dell'evoluzione tecnologica per la cosiddetta «sorveglianza dinamica» della polizia penitenziaria;
la direzione di detto istituto, che procederebbe, a quanto consta agli interroganti, alla gestione del carcere e del personale ivi collocato in maniera autoritaria e «privatistica», da tempo suscita lamentele e malumori;
alla prima firmataria del presente atto, in particolare, risulta che: a) in detto istituto, data la carenza di un'equa e trasparente organizzazione del lavoro, i turni di piantonamento di detenuti presso le corsie in ospedale sarebbero di 8 ore rispetto alle usuali 6; b) nonostante la conclamata carenza di poliziotti penitenziari sarebbero state aperte nuove sezioni detentive; c) il complesso degli alloggi esterni sarebbe privo sia di un'assicurazione sugli stabili che di contratti per le manutenzioni; d) alcuni operatori del predetto penitenziario avrebbero denunciato atteggiamenti irrispettosi da parte della direzione; e) a causa del diniego della predetta direzione di inviare un detenuto a visita specialistica per presunta scabbia, poi accertata, gli agenti avrebbero rischiato il contagio e la diffusione della malattia anche all'esterno dell'istituto;
le organizzazioni sindacali di categoria avrebbero più volte segnalato tali atteggiamenti all'amministrazione;
l'attuale direzione, già nella precedente gestione del carcere di Rovereto, avrebbe provocato uguali e simili problematiche;
recentissime notizie di stampa riferiscono di un'avvenuta ispezione ministeriale presso il carcere -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra e se corrisponda al vero che presso il carcere di Trento si sia svolta un'ispezione ministeriale e, in caso affermativo, con quali esiti. (5-07874)