ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07839

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/11874
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07839
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il 1o maggio 2011 la prima firmataria del presente atto e il senatore Marco Perduca sono andati a visitare il carcere di San Vittore a Milano, accompagnati dal Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato e dai dirigenti e militanti radicali Giulia Crivellini, Lorenzo Lipparini, Lucilla Bertolli, Susanna Tanzi, Marco Loiodice e Cristina Stellini;

nel corso della visita ispettiva la delegazione è stata accompagnata dall'ispettore superiore Mario De Michele e, in alcuni momenti, dalla direttrice dell'istituto, dottoressa Gloria Manzelli; le sezioni visitate sono state la terza, la quinta, le sesta, il cosiddetto centro clinico e la sezione femminile; la seconda e la quarta sezione sono chiuse ma perché dichiarata totalmente inagibile e l'altra in ristrutturazione;

il 1o maggio erano presenti nel carcere di San Vittore 1.641 detenuti, 1.537 uomini e 104 donne a fronte di una capienza regolamentare consentita di 712 posti; la dislocazione dei ristretti era la seguente: reparto penale 109, 3o reparto 317, 5o reparto 469, 6° reparto 540, 7o reparto 102; 12 delle 104 donne sono detenute con i loro bambini presso l'ICAM; un bambino era invece detenuto in cella con sua madre perché arrivati nella notte; il 65 per cento dei detenuti sono stranieri e il 70 per cento sono in attesa di giudizio; i tossicodipendenti dichiarati sono 230; i casi psichiatrici sono circa 400; la carenza di organico della polizia penitenziaria è notevole: a fronte di una «forza» stabilita dal Ministero di 990 unità, gli agenti effettivamente presenti sono 34 donne e 308 uomini; il riepilogo dei distacchi e delle assenze della polizia penitenziaria, mostra, infatti, questo quadro: distaccati N.T.P. (nucleo traduzioni e piantonamenti) - P.R.A.P. (provveditorato generale) - procura - tribunale di sorveglianza - U.E.P.E. (ufficio esecuzione penale esterna) - distacchi sindacali - Fiamme Azzurre: 15 donne e 229 uomini; distaccati in missione: G.O.M. (gruppo operativo mobile) - Altri istituti (Bollate, Opera): 7 donne e 60 uomini; distaccati reparto medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo e presso ICAM: 9 donne e 26 uomini; malattie, aspettative, ospedale civile e militare: 9 donne e 74 uomini; congedi ordinari e straordinari - parentali: 7 donne e 56 uomini; riposi settimanali e recuperi ore: 14 donne e 104 uomini; mandati politici ed amministrativi: 32 uomini; sospesi dal servizio: 2 uomini;

il dato del sovraffollamento è veramente allarmante: la delegazione ha visitato celle di 7 metri quadri ove erano ristretti tre detenuti e celle di 13 metri quadri dove ce ne erano 9 o 10; d'altra parte, l'amministrazione non fornisce i mobili per riporre gli effetti personali né gli sgabelli per tutti i detenuti perché altrimenti diverrebbe pressoché impossibile muoversi all'interno della cella; cella ove quasi tutti i detenuti passano almeno 20 ore al giorno nella più completa inattività; i detenuti che lavorano, infatti, sono in tutto 280 (meno del 20 per cento) per un periodo limitato ed esclusivamente alle dipendenze dell'amministrazione per mansioni interne all'istituto poco qualificanti (pulizie, porta-vitto, e altro); per questa situazione, la delegazione è dell'avviso che i detenuti siano vittime di trattamenti disumani e degradanti;

a paragone di altri istituti di analoghe dimensioni e sovraffollamento, l'igiene nelle celle è accettabile sia per la buona volontà dei detenuti sia perché l'amministrazione, nonostante i tagli, fornisce detersivi, stracci, scope e spazzoloni necessari alla pulizia;

per quel che è stato possibile notare durante la visita ispettiva i rapporti fra detenuti e agenti sono ispirati alla reciproca comprensione, considerata l'emergenza in corso per gli uni e per gli altri;

non solo le celle, ma anche le caserme ove alloggia la polizia penitenziaria sono poco dignitose: si tratta sostanzialmente di stanze-celle con sbarre alle finestre, senza bagno e doccia, ove alloggiano 2 agenti e altri due si appoggiano usandole come spogliatoi;

solo nel reparto «la nave» che ospita circa 60 detenuti tossicodipendenti quasi tutti in cura metadonica è stato possibile riscontrare attività trattamentali volte al recupero sociale dei reclusi: celle aperte, attività varie dalla mattina fino alle 16 30 del pomeriggio; contatto costante con personale qualificato in particolare psicologi;

le transessuali si trovano in celle del reparto protetto e lamentano il mancato accesso alle cure ormonali cui si sottoponevano prima di essere arrestate;

il cosiddetto «centro clinico» è abbastanza carente e sarebbe meglio definirlo «una grande infermeria», visto che le visite specialistiche, gli interventi chirurgici anche semplici e i ricoveri vengono effettuati all'esterno con le conseguenti problematiche di traduzioni e piantonamenti che pesano sull'organico già carente degli agenti; si registrano, per esempio, 5/6 casi di dialisi al giorno che si effettuano all'esterno perché il centro clinico non è attrezzato; solo ad un'osservazione superficiale, la delegazione ha riscontrato alcuni casi che vanno segnalati: un detenuto del V reparto, M.R da quattro mesi ha una sacca esterna che definisce «la borsa in pancia», afferma di non aver ricevuto risposta alla sua richiesta di cure mediche e nuova operazione chirurgica; al VI reparto, nella cella 432 un detenuto ha una scheggia di vetro nella mano, ma nessun medico lo ha visitato in 15 giorni; S.M (matricola 136891) è stato operato ai denti, ma in carcere nessuno ha più provveduto a mettergli una dentiera e soffre moltissimo quando mangia;

quanto alle condizioni di vita degli stranieri, in molti lamentano di non avere un'adeguata assistenza legale, molti sono infatti coloro che sono assistiti da un avvocato d'ufficio e che ricevono poche informazioni sulla loro condizione processuale; per i musulmani non esiste nell'istituto una stanza per il loro culto e nelle celle, dato il sovraffollamento, è quasi impossibile pregare; alcuni lamentano il fatto che le domande per accedere ai corsi di italiano sono ferme da due mesi; difficoltà si registrano da parte di coloro che, non avendo familiari in Italia, chiedono di poter telefonare sui telefoni cellulari o perché i congiunti non dispongono di un apparecchio fisso o perché è difficile raggiungerli a casa;

nel carcere di San Vittore sono pressoché inesistenti palestre o luoghi attrezzati ove poter svolgere un minimo di attività fisica almeno durante le ore d'aria; gli unici posti accessibili sono i cosiddetti «passeggi» peraltro squallidi e superaffollati, dove il pallone viene concesso solo due volte alla settimana;

secondo i dati forniti dall'amministrazione, dovrebbero essere una cinquantina i detenuti che si trovano ristretti solo per il reato di clandestinità e che, in base al pronunciamento della Corte europea di giustizia, dovrebbero essere scarcerati;

nel VI reparto tutte le celle sono da 6 letti in uno spazio di 12 metri quadri; dalle bocche di lupo non passa la luce e molte celle hanno la disposizione dei letti tale per cui è impossibile aprire la finestra -:

quali urgenti iniziative si intendano assumere al fine di far rientrare la casa circondariale di San Vittore a Milano nella dimensione regolamentare dei posti previsti;

quali provvedimenti di competenza ritengano opportuno adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di garantire il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione;

se la ASL abbia rilasciato i periodici documenti di idoneità dell'istituto, a che data risalga l'ultimo, cosa abbia scritto, nel rilasciare la certificazione, in merito al sovraffollamento delle celle detentive, allo stato della struttura edilizia, degli impianti elettrico idraulico e di riscaldamento, degli infissi, all'idoneità del centro clinico;

se non si intenda sollecitare una maggiore collaborazione tra amministrazione e ASL affinché possa essere garantito il diritto alla salute dei detenuti;

se non si intenda urgentemente rivedere il numero degli agenti di polizia penitenziaria attualmente assegnato presso il predetto istituto posto che lo stesso risulta attualmente gravemente sottodimensionato e, a causa di ciò, foriero di gravi disfunzioni sia per la vita dei reclusi, sia per le condizioni di lavoro degli agenti e di tutto il personale;

come intenda porre freno ai tanti distacchi del personale della polizia penitenziaria;

se ed in che modo si intendano potenziare le attività trattamentali dei detenuti, in particolare quelle lavorative, di formazione, sportive e scolastiche;

in che tempi sia stato previsto il completamento dei lavori della sezione in ristrutturazione e se i fondi stanziati siano sufficienti;

se si prevedano progetti di ristrutturazione delle caserme degli agenti di polizia penitenziaria;

se siano stati presi in considerazione progetti di chiusura dello storico istituto milanese e, nel caso, se ritenga il Ministro della giustizia di renderli noti.(5-07839)